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Sito nazionale per le scorie nucleari

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Il Piemonte non deve essere la sede del sito unico nazionale di deposito dei materiali nucleari.
La posizione assunta dall'assessore regionale all'Ambiente e all'Energia, Nicola de Ruggiero, durante l'incontro che ha avuto l'11 ottobre con il ministro per lo Sviluppo economico, Pierluigi Bersani, durante il quale è stato annunciato che il ministero intende costituire un gruppo di lavoro composto dai rappresentanti del Governo e delle Regioni che entro sei mesi fissi le caratteristiche e i criteri di selezione dell'insediamento complessivo (depositi e servizi integrati), è stata chiara: "Il Piemonte, negli anni passati, ha dato alla 'causa nucleare' più di quanto era nelle sue possibilità. Tutte le opere realizzate sui siti nucleari piemontesi, di cui si è sempre condivisa l'urgente realizzazione in quanto finalizzate ad un incremento delle condizioni di sicurezza, devono possedere un carattere di provvisorietà, poiché l'obiettivo finale è il rilascio del sito privo da vincoli di natura radiologica, il cosiddetto 'prato verde'. Inoltre, come stabilito dalle conclusioni del documento prodotto dall'VIII commissione della Camera nel marzo 2003, è naturale - ha ricordato de Ruggiero - è naturale che il futuro deposito unico non sia individuato in nessuna delle aree dove attualmente insistono installazioni contenenti scorie nucleari. Questo vale, a maggior ragione, per la nostra Regione in cui, con una scelta poco felice, si scelse di costruire le centrali e gli impianti nelle immediate vicinanze dei corsi d'acqua".
Bersani ha ribadito la volontà del Governo di individuare un sito unico nazionale per i rifiuti radioattivi ma, a differenza del passato, la scelta tecnica non è più quella di un sito geologico, ma di un deposito superficiale inteso come un centro di servizio di alto livello con applicazioni in campo tecnologico nella ricerca e nella formazione, soluzione ampiamente adottata dai paesi industrializzati.
Con la firma, il 24 novembre 2006 a Lucca, dell'accordo intergovernativo per il riprocessamento in Francia di 235 tonnellate di combustibile irraggiato, il Governo italiano ha assunto nei confronti di quello francese l'impegno a riprendersi i rifiuti entro il 2025, collocandoli nel deposito nazionale.

lc

Torino, 12/10/2007