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Documentazione:

Un Piemonte sempre più internazionalizzato

Renato Viale e Mercedes Bresso durante la presentazione del rapporto

Il grado di apertura internazionale del Piemonte aumenta nel 2007 del 18% rispetto all'anno scorso, grazie ai maggiori investimenti esteri in entrata, alla crescita della popolazione straniera e alla rinnovata propensione piemontese al commercio estero, ed è superiore del 24% alla media italiana.

Questa positiva indicazione è fornita dal quinto Rapporto sull'internazionalizzazione del Piemonte, vero e proprio monitoraggio dello sviluppo sui mercati esteri effettuato da Regione e da Unioncamere che è stato presentato il 26 novembre a Torino Incontra.

Gli investimenti diretti esteri (Ide) in entrata sono cresciuti del 36%, sia pure rispetto a un 2006 in significativo calo, ma il flusso si è comunque mantenuto ad una quota più elevata rispetto al triennio 2002-2004, ed il Piemonte si è così classificato al secondo posto fra le Regioni italiane. In aumento di quasi il 9% i residenti stranieri, valore al di sopra della media nazionale.

"L'economia del Piemonte - ha sottolineato la presidente della Regione, Mercedes Bresso - sta andando bene, l'export è cresciuto del 6,8% con un peso significativo anche del settore agroalimentare, mentre tarda a riprendersi solo il Biellese. La struttura unica che ci siamo dati sul fronte dell'internazionalizzazione funziona bene perché concentra le risorse che sono ancora scarse". Per l'assessore regionale Andrea Bairati, "la sfida dell'internazionalizzazione richiede una crescente sofisticazione nell'approccio ai mercati, perché si gioca principalmente sui talenti e sulle competenze che le aziende devono costruire". "Il Piemonte - ha commentato Renato Viale, presidente di Unioncamere - ha aumentato il proprio grado di internazionalizzazione anche in termini relativi, in controtendenza rispetto alle principali Regioni italiane, risultando vincente anche nel confronto con i principali competitor europei. Tutte queste sono indicazioni chiare, provenienti da una realtà economica e sociale che si dimostra dinamica e che chiede alle istituzioni locali di concentrare gli sforzi e di unire i mezzi".

gg

Torino, 26/11/2007