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I nuovi cinquantenni

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Cresce anche in Piemonte il numero dei "nuovi cinquantenni".

Le ricerche dell'Ires - presentate l'8 maggio nell'ambito del convegno internazionale "Più esperienza più competenza. Allungamento della vita lavorativa, competitività e gestione delle risorse umane: verso l'innovazione", organizzato dalla Regione - hanno esaminato, attraverso un'indagine demoscopica, le prospettive di vita e lavoro delle persone di età compresa tra 50 e 60 anni in Piemonte.

I dati rivelano che le persone attualmente cinquanta-sessantenni appartengono a gruppi numericamente rilevanti (il 14% dell'intera popolazione italiana, il 15% di quella piemontese) e che sono centrali nelle trasformazioni demografiche che hanno stravolto la piramide per età della popolazione, tanto da essere posizionate nella linea generazionale in modo radicalmente nuovo: sono assai più spesso figli e figlie che nonni e nonne.

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"Le indagini presentate in questo convegno - ha affermato l'assessore al Welfare e Lavoro, Teresa Angela Migliasso - dimostrano che il Piemonte, per le sue caratteristiche demografiche, sarà fortemente coinvolto dall'invecchiamento della popolazione attiva. Da qui la volontà della Regione di proporre azioni specifiche per valorizzare le potenzialità del fenomeno stesso con strategie tese ad accrescere la partecipazione al lavoro della classe di giovani anziani (gli over 50 e 55). Queste azioni devono indirizzarsi sia ai lavoratori e alle lavoratrici che alle aziende. Se nei prossimi decenni la vita attiva dovrà svolgersi su un arco di 40 o 45 anni, è necessario ripensare anche le modalità di organizzazione del lavoro, di tutela della salute, di valorizzazione delle competenze".

L'assessore all'Istruzione e Formazione professionale, Giovanna Pentenero, ha sottolineato che "dopo le sfide poste dal cambiamento demografico e dalle politiche attive del lavoro è necessario analizzare la questione dell'età e dell'invecchiamento attivo dal punto di vista del capitale umano presente nelle nostre aziende. Per raggiungere gli obiettivi di competitività ed innovazione dell'intero sistema economico, è urgente rinforzare il sistema formativo e utilizzare al meglio le risorse fornite dal Fondo sociale europeo. Dobbiamo mettere a punto un piano d'azione capace di consentire un maggior accesso alla formazione, a cui va associata la lotta alla dispersione, ancora diffusa nel sistema scolastico, e il miglioramento della qualità della didattica".

Il convegno ha permesso di confrontarsi con le più significative esperienze europee nel campo delle politiche per il lavoro, quella francese e finlandese, e sul tema del benessere e della salute sul posto di lavoro per mezzo degli interventi di Josef Reindl, dell'ISO Institut tedesco, e di Canzio Romano e Alessandro Baracco, del dipartimento di Traumatologia, Ortopedia e Medicina del Lavoro dell'Università di Torino. Sono state inoltre presentate delle buone prassi aziendali nella gestione dell'età in Europa, grazie all'intervento di Gerlinde Ziniel (European Foundation di Dublino) e Claudio Soldà (Adecco Italia).

Il convegno si è chiuso con l'intervento delle parti sociali, rappresentate da Giulio de Caprariis per Confindustria, che ha riferito sulle pratiche organizzative e sulle politiche di sostegno all'invecchiamento attivo nei luoghi di lavoro, e Angelo Marinelli della Cisl, che ha parlato di sindacato e sfida demografica.

lp-sdp

Torino, 08/05/2007