Contenuto principale

archivio diario

Riforma dei distretti agroalimentari

Foto notizia

Un'importante riforma della politica di distretto rurale e agroalimentare, finalizzata a ristrutturare in forme omogenee e flessibili le modalità di gestione delle aggregazioni territoriali, è stata varata il 21 maggio dalla Giunta con l'approvazione del disegno di legge "Istituzione, individuazione e disciplina dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità", che sarà ora sottoposto al voto del Consiglio.

La necessità di riforma del sistema prende spunto anzitutto da un'incongruenza insita nell'attuale quadro normativo: i distretti dei vini sono regolati dalla legge regionale 20/99 di carattere specialistico, i distretti agroalimentari di qualità dalla legge regionale "generalista" n. 26/03. La nuova norma mira a far rientrare i distretti del Vino all'interno di linee di indirizzo omogenee, e cerca di ovviare alle lentezze attuative e alle complicazioni burocratiche sinora registrate.

Il ddl definisce i distretti agroalimentari di qualità - candidati a subentrare alle forme distrettuali odierni - come sistemi produttivi locali, caratterizzati da uno o più prodotti merceologicamente omogenei, certificati e tutelati, la cui valenza economica risulti significativa; inoltre, deve sussistere una interdipendenza tra imprese agricole, di trasformazione e di commercializzazione, tale da poter definire una filiera integrata, che comprenda anche aspetti culturali e turistici di valorizzazione del territorio. Il testo definisce altresì i distretti rurali come entità caratterizzate da un'identità storica consolidata, coerente con la vocazione del territorio e integrazione tra attività agricole e altre attività locali.

Il distretto potrà essere costituito da aree non necessariamente contigue dal punto di vista geografico, laddove sussistano correlazioni economico-culturali di filiera, così come lo stesso territorio potrà appartenere a più distretti; gli enti potranno essere stabili o anche temporanei, legati da obiettivi comuni di sviluppo dettati dalle condizioni di mercato. Si inseriscono nel sistema le aree di periferia urbana, che possono sviluppare, nell'ambito della multifunzionalità, progetti agricoli di utilità sociale.

"In quanto norma di programmazione, non sono previsti - rileva l'assessore all'Agricoltura, Mino Taricco - stanziamenti di risorse specifiche per progetti, salvo 45.000 euro per studi, monitoraggio ed eventuale sostegno al funzionamento, ma attingerà per ogni tipologia di intervento a normative ordinarie regionali. La vera riforma che il disegno di legge introduce è un diverso approccio culturale alla politica di distretto, che non si limita a distribuire risorse, ma a fare sistema sul territorio, a coordinare le iniziative di promozione, a sostenere progetti integrati non solo tra soggetti diversi, ma anche in ambiti diversi, dalla produzione, alla commercializzazione, dalla tutela del paesaggio al turismo. Una modalità di progettazione partecipata e integrata di un territorio, che si riconosce nella sua produzione trainante, e che crediamo possa dare nuovo slancio in molti settori e molti territori".

va

Torino, 21/05/2007