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Assistenza sanitaria in carcere

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La presidente della Regione, Mercedes Bresso, e il provveditore dell'amministrazione penitenziaria, Aldo Fabozzi, hanno firmato il 30 maggio un protocollo di intesa che non solo riconferma tra i due enti tutte le attività di assistenza ai detenuti tossicodipendenti svolte finora dal Servizio sanitario regionale, ma che pone anche le basi per estendere la prevenzione e la cura a tutti i soggetti che si trovano all'interno delle strutture carcerarie piemontesi.
Il documento ha come fondamento il principio dell'universalità del diritto alla salute e come finalità il potenziamento dei servizi attraverso un sistema organizzativo funzionale alle esigenze di assistenza e cura, ma anche di ordine e sicurezza.
"Si conferma - ha commentato Bresso - la volontà di dare il via a un nuovo percorso di collaborazione per definire un'organizzazione più coordinata dell'assistenza sanitaria nelle carceri. L'impegno ad agire per la tutela della salute nelle strutture di detenzione è confermato anche dall'inserimento della medicina penitenziaria nella proposta di piano socio-sanitario". "La Regione già da tempo garantisce prestazioni sanitarie nelle carceri - ha affermato Fabozzi - Con questa firma si compie un ulteriore passo avanti in questa direzione, per delineare una linea comune volta a dare una valida risposta al processo di riordino del sistema sanitario penitenziario. Da parte nostra ci impegneremo a fornire collaboratori ed esperti di alto livello".
La riforma della medicina penitenziaria avviata nel 1999 prevede il trasferimento delle competenze assistenziali al Servizio sanitario nazionale, ma è stata, fino ad oggi, limitata al settore della cura delle dipendenze. Un apposito tavolo tecnico, composto dai rappresentanti della Regione, del Prap (Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria) e dei Sert (Servizio tossicodipendenze), ha portato alla stesura del protocollo d'intesa.

ef-es

Torino, 30/05/2007