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Documentazione:

Governance della montagna

Bresso e Lanzillotta al convegno sulla governance montana

"Occorre un primo criterio di base per definire l'appartenenza alle Comunità montane, e quello altimetrico è usato in tutta Europa": il ministro degli Affari regionali, Linda Lanzillotta, ha ribadito il controverso principio, adottato dal Governo in un recente disegno di legge sui "costi della politica", nel corso del convegno sulla governance della montagna organizzato il 23 luglio a Torino dall'Uncem e dalla Regione Piemonte. Aggiungendo, davanti ad una folta platea di amministratori montani giunti da tutto il Piemonte, che "se non si pongono dei limiti a ciò che deve essere considerato montagna sarà proprio questa a esserne danneggiata".

Lanzillotta ha poi sostenuto che "tutte le risorse che si risparmieranno con la riduzione degli apparati politici e burocratici si trasformeranno in investimenti per le aree montane più svantaggiate, poste sopra i 600 metri di altitudine, e che i centri esclusi dalle Comunità montane potranno essere coinvolti in altre forme associative per la gestione dei servizi". A patto, "che dove c'è una forma associata che gestisce un servizio non ne deve nascere un'altra per fare le stesse cose".

"Siamo d'accordo sulla riduzione dei costi della politica - ha precisato la presidente della Regione, Mercedes Bresso - e sosteniamo il progetto presentato dall'Uncem volto a ridurre del 50 per cento il numero degli amministratori delle Comunità montane. Dobbiamo però evitare scelte parziali, come quella altimetrica, per non compromettere la positiva azione delle Comunità montane nel governo di una montagna composta da tanti piccoli paesi che hanno bisogno di lavorare insieme per aree omogenee per risolvere problemi legati alla cura del territorio, allo sviluppo economico e alla gestione di servizi primari ai cittadini piemontesi".

"L'altimetria non è l'unico fattore importante e i 600 metri proposti dal Governo come discrimine tra ciò che è e ciò che non è montano non funziona dappertutto allo stesso modo - ha evidenziato l'assessore regionale alla montagna, Bruna Sibille - I problemi della montagna vanno affrontati per area omogenea e l'esercizio associato delle funzioni e dei servizi deve prescindere dalla montanità in senso stretto. Se la Comunità montana deve essere espressione di un territorio omogeneo, che nel nostro caso in genere corrisponde a una valle o a più valli vicine, è importante che ci stiano i comuni di fondo valle, anche quelli non classificati montani".

L'assessore regionale al Decentramento e agli Enti locali, Sergio Deorsola, ha invece sottolineato che "la Regione è favorevole alle Comunità montane, ma riteniamo che ci siano margini per aumentare l'efficienza e l'efficacia di questi organismi. La riduzione dei costi ed il miglioramento dell'azione amministrativa sono obiettivi condivisi, anche dalla stessa Uncem, che vanno perseguiti a tutti i livelli".

pb

Torino, 24/07/2007