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Scarti di lavorazione tessili come rifiuti

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Preoccupato dalle conseguenze che comporterebbe sulle aziende tessili biellesi la riforma del decreto che classifica gli scarti di lavorazione come rifiuto, l'assessore regionale all'Ambiente, Nicola de Ruggiero, ha scritto al ministro per l'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, una lettera con la quale chiede di individuare "una soluzione coerente con la normativa europea, rispettosa dell'ambiente e delle legittime esigenze di competitività dei settori imprenditoriali coinvolti".

Secondo l'ipotesi di revisione dello "schema di decreto legislativo 2° correttivo del D.Lgs 152/06, parte IV relativa ai rifiuti, con particolare riferimento all'eliminazione della definizione di sottoprodotto e materie prime secondarie fin dall'origine", gli scarti di lavorazione di un'azienda, che da sempre sono utilizzati da altre imprese come materie prime secondarie per la produzione di materiali e beni, dovranno essere assoggettati alla disciplina dei rifiuti.

L'assessore si è fatto così portavoce dei rappresentanti del tessile biellese, incontrati nei giorni scorsi su iniziativa del consigliere regionale Wilmer Ronzani e dell'assessore provinciale all'Ambiente di Biella, Davide Bazzini, fortemente allarmati per le ricadute che deriverebbero dall'applicazione del nuovo testo del decreto.

"Gli industriali biellesi - osserva l'assessore - hanno segnalato di non essere in grado di sopportare gli appesantimenti burocratici ed economici conseguenti. Nell'ambito della Conferenza unificata, le Regioni hanno già proposto modifiche in tal senso che, tuttavia, non hanno ricevuto riscontro dai rappresentanti del ministero".

Torino, 10/01/2007