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Documentazione:

Il popolo del balon

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Ci sono ancora alcune zone, tra il basso Piemonte e la Liguria di Ponente, dove se si parla di pallone la gente non pensa subito al calcio, ma alla pallapugno, disciplina nota fino al 2000 come pallone elastico e che in dialetto piemontese e ligure suona allo stesso modo: balon. Un gioco antico, profondamente legato alle tradizioni e alla vita della gente, nato nelle piazze e nelle strade dei paesi, che quasi miracolosamente ha conservato la sua dimensione vitale di sport, senza scadere mai nel semplice folklore.

Questa apparente marginalità ha permesso alla pallapugno di mantenere la propria vitalità, una tradizione che il regista Alessandro Cocito racconta nel documentario "Il popolo del balon", che sarà proiettato venerdì 26 gennaio nel cinema Massimo Tre di Torino con una doppia proiezione: ore 20,30 (ingresso ad inviti) e ore 22,30 (ingresso libero fino ad esaurimento dei posti in sala). Saranno presenti Giuliana Manica, assessore regionale allo Sport, Enrico Costa, presidente della Federazione italiana pallapugno, Gianluca Favetto, scrittore e giornalista, e lo stesso Cocito.

Il documentario è strutturato in un viaggio continuo tra passato e presente. Ecco allora la vicenda sportiva di Paolo Danna, campione d'Italia 2005, e dei suoi antagonisti, Roberto Corino e Alberto Sciorella, che raccontano in prima persona cosa significhi essere giocatori di pallapugno ai giorni nostri. E le grandi sfide del passato: Augusto Manzo e Franco Balestra, Felice Bertola e Massimo Berruti, sfide capaci di riempire all'inverosimile i due sferisteri piemontesi più famosi, il "Mermet" di Alba e il "De Amicis" di Torino. Viene indagata anche una dimensione sociologica, con l'intenzione di comprendere le ragioni della lenta ma inesorabile perdita di tradizioni legate al mondo contadino, di cui il pallone elastico è parte importante e vitale.

Torino, 24/01/2007