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Nitrati di origine agricola

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Il Consiglio regionale ha approvato martedì 18 dicembre i criteri generali per l'individuazione in Piemonte di nuovi territori vulnerabili da nitrati di origine agricola, sostanze normalmente presenti  nei fertilizzanti e negli effluenti zootecnici, che, in assenza di misure preventive, potrebbero causare fenomeni di inquinamento delle acque.
La deliberazione del Consiglio, che demanda a un prossimo provvedimento della Giunta la delimitazione di dettaglio delle aree, risponde a un vincolo imposto dalla direttiva comunitaria in materia (la n. 676 del 1991) che fissa soglie massime di concentrazione dei nitrati, e agli indirizzi fissati dal Piano regionale di tutela delle Acque. Permette inoltre di avviare a conclusione la procedura di infrazione comunitaria, aperta da anni nei confronti dell'Italia e delle Regioni interessate. Si tratta di una problematica che interessa l'intera pianura padana, area ad alta densità per le attività agricole e di allevamento.
Nell'ottobre scorso, la Giunta Regionale ha adottato il regolamento sull'utilizzo agronomico di liquame e letami e delle acque reflue, che stabilisce le condizioni per la corretta distribuzione sul terreno degli effluenti zootecnici nella concimazione, e norme più restrittive per le zone vulnerabili da nitrati.
"Esprimo soddisfazione per l'approvazione di un provvedimento – afferma l'assessore all'agricoltura Mino Taricco - con il quale si conclude l'iter di recepimento della normativa comunitaria, e si avvia a conclusione una procedura di infrazione che aveva messo pesantemente a rischio l'applicazione del Programma di Sviluppo Rurale. Nella fase attuale sarà importante sostenere le aziende agricole nei necessari adeguamenti e accompagnare l'intero sistema zootecnico nella gestione dei reflui, per coniugare sostenibilità ambientale e semplificazione delle procedure. Il PSR sarà strumento in questo lavoro di adeguamento. "
"Con la nuova deliberazione approvata dal Consiglio - afferma l'assessore all'Ambiente Nicola De Ruggiero - la Regione, in base ad un impegno preciso del nuovo Piano di tutela delle acque, ha scelto la strada di intervenire preventivamente per non arrivare a situazioni di pericolosità. Il nostro compito, aldilà di evitare la procedura d'infrazione da parte dell'UE, è quello di conciliare l'esigenza di adottare provvedimenti di tutela della risorsa acqua senza penalizzare eccessivamente il comparto agricolo, ridando a quest'ultimo quel ruolo, avuto per secoli, di gestione oculata del territorio che ne rappresenta garanzia di salvaguardia".

va

19/12/2007