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Ex Acna di Cengio

Cengio

La Regione Piemonte ha partecipato  a Cengio, rappresentata dall’Assessorato all’Ambiente, alla riunione convocata dal Commissario del Governo delegato per la bonifica del sito ex Acna.

Nella riunione è stato illustrato lo stato di avanzamento dei lavori di bonifica ed il cronoprogramma relativo, che fissa al 31 dicembre 2007 (con uno sforamento a marzo 2008 per alcune parti accessorie) la fine dei lavori di ripristino delle aree interessate.

In particolare l’area di Pian Rocchetta, totalmente ricadente in Piemonte, nel territorio del Comune di Saliceto (Cuneo), secondo quando dichiarato dal Commissario, sarà ripristinata, come da progetto, entro il mese di ottobre del 2007, con la totale asportazione delle scorie stoccate, trasferite nel sito ex-Acna a Cengio. Inoltre il muro di contenimento dell’area aziendale sul lato del fiume Bormida sarà completato da un ulteriore tratto, lungo la ferrovia e ai piedi della collina, così da racchiudere totalmente con una barriera di protezione l’area dell’ex stabilimento e dei lagoons.

Da parte della Regione Liguria sono state illustrate le volontà di riutilizzare l’area ex-Acna con attività di carattere logistico assolutamente eco-compatibili, relative al sistema dei porti di Savona e Genova, nell’ambito di un più ampio progetto riguardante l’intera valle Bormida ligure.

Da parte della Regione Piemonte si è detto che sia il cronoprogramma, sia il progetto per Pian Rocchetta, sia le ipotesi di riutilizzo dell’area di Cengio sono condivisibili in linea di massima. Ma non si deve dimenticare, secondo l’Assessorato all’Ambiente della Regione Piemonte, che non si possono lasciare assolutamente indietro le questioni relative alla bonifica ed al rilancio complessivo della parte piemontese della valle Bormida che, in tutta la storia centenaria dell’inquinamento causato dall’azienda, oggi di proprietà della Syndial del gruppo Eni, ha pagato pesantemente in termini di disagi ambientali, sanitari, economici e sociali.

La Regione Piemonte ritiene che il processo di bonifica non si esaurisca con una data precisa, ma continui attraverso una costante attività di monitoraggio sia a Cengio, sia lungo il corso del Bormida. Si tratta di trovare la massima condivisione sulle attività economiche di tipo sostenibile che possono trovare sede a Cengio, così come si deve stare molto attenti a come riutilizzare il fiume non più come scarico, ma come una risorsa per la popolazione che vive sulle sue rive. Da qui la necessità di elaborare un contratto di fiume relativo al rilancio complessivo del territorio della valle, con il recepimento delle direttive europee in materia di deflusso minimo vitale dell’acqua, in modo da ricreare un ecosistema accettabile. Il contratto deve anche essere volano di molteplici iniziative che interessano, tra le altre cose, il turismo, l’agricoltura, la gestione ambientale, la crescita complessiva ed armonica del territorio, in cui tutti i soggetti interessati diventano attori dello sviluppo.

Torino, 6 marzo 2006