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Nuova legge sulle tossicodipendenze

Medico

Anche la Regione Piemonte, dopo la Toscana, l'Emilia Romagna, la Liguria, il Lazio e l'Umbria, ha impugnato la legge Fini sulle tossicodipendenze davanti alla Corte costituzionale.

Il provvedimento riguarda alcune disposizioni della legge, che comportano modifiche al testo unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione degli stati di tossicodipendenza.

Oggetto del ricorso, in primo luogo, il fatto che le nuove disposizioni non siano mai state sottoposte all'esame della Conferenza Stato-Regioni.

Ulteriore punto di contestazione è quello della parità fra strutture pubbliche e private. Le nuove norme, infatti, estendono a queste ultime compiti in precedenza propri delle strutture pubbliche del servizio sanitario, senza verifica da parte delle aziende sanitarie locali sulle necessità degli interventi e sulla validità dei percorsi riabilitativi e di reinserimento.

Una scelta legislativa che comporta una palese violazione dell'autonomia di spesa delle Regioni, che si vedono da una parte comprimere l'attività normativa e di programmazione delle attività di prevenzione, cura e riabilitazione delle tossicodipendenze e dall'altra vengono chiamate ad accollarsi le spese di prestazioni che vengono decise dalle strutture private senza alcun filtro da parte delle Asl. Una compressione messa in evidenza dal terzo punto contestato, cioè dal fatto che, una volta stabilita la parità tra strutture pubbliche e private abilitate ad operare in questo settore, la legge nazionale "fissa in modo dettagliato i requisiti, soggettivi ed oggettivi che tali soggetti devono possedere" e in modo altrettanto tassativo "le condizioni che possono giustificare il diniego all'autorizzazione". La competenza legislativa delle Regioni è così relegata a ruolo di mera esecuzione di una normativa compiutamente definita a livello statale.

Torino, 15/05/2006