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Bollettino Ufficiale n. 08 del 23 / 02 / 2006

Codice 23.1
D.D. 7 novembre 2005, n. 84

L.r. n. 40/1998 - Fase di verifica della procedura di Via e contestuale valutazione di incidenza inerente al progetto “ Sistemazione idraulica ai fini della laminazione naturale delle piene e della riduzione del rischio idraulico lungo l’asta del fiume Toce”, presentato dall’A.I.PO.. Necessita’ di sottoporre il progetto alla Fase di Valutazione di cui all’art. 12 della L.r. 40/1998

(omissis)

IL DIRIGENTE

(omissis)

determina

di ritenere che il progetto “Sistemazione idraulica ai fini della laminazione naturale delle piene e della riduzione del rischio idraulico lungo l’asta del fiume Toce” presentato dall’AIPO, localizzato nei comuni di Montecrestese, Masera, Ornavasso, Mergozzo e Gravellona Toce (VCO), debba essere sottoposto alla fase di valutazione di cui all’articolo 12 della L.R. 40/1998, in quanto le problematiche evidenziate in premessa, legate in particolare al reperimento del materiale necessario per la costruzione degli argini all’interno dell’area interessata dall’intervento di bonifica dell’ex stabilimento Enichem di Pieve Vergonte, rendono necessario un approfondimento dell’analisi tecnico-progettuale ed ambientale, dando soluzione alle criticità e problematiche emerse in fase di verifica con particolare riguardo ai seguenti aspetti:

1. Per il materiale che si intende prelevare dall’alveo in zona perimetrata è necessario, prima di un suo eventuale riutilizzo, un accertamento volto ad escluderne la contaminazione ai sensi della vigente normativa (cfr. limiti allegato A al D.M. 471/1999).

2. Nel piano di caratterizzazione, tra i potenziali inquinanti presenti all’interno delle sabbie, dovranno essere ricercati in un elenco non esaustivo: DDT, arsenico, mercurio, solventi cloroaromatici ed esaclorobenzene.

3. Il piano per la caratterizzazione volta a verificare il grado di contaminazione del terreno che si intende mobilizzare in zona perimetrata dovrà essere sottoposto all’approvazione tecnica del Ministero competente per la bonifica.

4. Qualsiasi lavorazione in alveo dovrà garantire di evitare la mobilitazione di sedimento contaminato per escludere ogni ulteriore apporto di inquinanti al lago, anche per via indiretta, quale la ricaduta di polveri contaminate, tale da compromettere, oltre all’ecosistema lacustre (laghi Maggiore e Mergozzo), le attività economiche locali basate sulla pesca.

5. Nel caso in cui il materiale da utilizzare per la costruzione dei rilevati arginali non potesse essere prelevato in alveo nel tratto di fiume tra Pieve Vergonte e Gravellona Toce, ma dovesse essere reperito in altro luogo, poiché il tratto di fiume Toce posto tra Domodossola e Vogogna è individuato come Sito di Importanza Comunitaria e Zona di Protezione Speciale, denominato “Greto del torrente Toce tra Domodossola e Villadossola” IT1140006, tutelato ai sensi delle direttive comunitarie 92/43/CEE “Habitat” e 79/409/CEE “Uccelli”, lo Studio di Impatto Ambientale dovrà contenere la caratterizzazione ambientale delle aree interessate, l’analisi degli impatti sulle diverse componenti e l’individuazione delle misure di mitigazione, degli interventi di ripristino e delle opere di compensazione ambientale necessarie in relazione alle specie e/o agli habitat tutelati dalle suddette direttive comunitarie, che risultassero eventualmente interferiti dagli interventi in progetto.

6. In particolare nel caso in cui il materiale da utilizzare per la costruzione dei rilevati arginali non potesse essere prelevato in alveo nel tratto di fiume tra Pieve Vergonte e Gravellona Toce, se l’eventuale localizzazione per l’estrazione di materiale in alveo sarà individuata nel vicino SIC “Greto torrente Toce tra Domodossola e Villadossola”, lo studio di incidenza da redigere ai sensi del DPR 357/97 e s.m.i. dovrà tener conto di tutte le possibili mitigazioni e compensazioni per rendere l’intervento compatibile con gli obiettivi di conservazione del SIC, con particolare attenzione al fatto che l’habitat del greto è quello di maggior interesse specifico del Sito, per la nidificazione di specie appartenenti all’avifauna al limite del proprio areale biogeografico.

7. Si dovranno analizzare alternative che prevedano il ricorso anche ad aree esterne al SIC “Greto torrente Toce tra Domodossola e Villadossola”.

8. Si dovrà fornire un quadro esaustivo delle disponibilità di habitat fluviali (in particolare i greti) in tutto il SIC stesso.

9. Si dovranno reperire informazioni bibliografiche e/o dirette sulla presenza delle specie e degli habitat di interesse comunitario, in particolare dati ornitologici sulle aree di nidificazione accertate, al fine di localizzare gli ambiti di maggior pregio.

10. Si dovrà effettuare la scelta delle aree dove effettuare i prelievi di inerti in funzione del minor rischio di incidenza con specie/habitat prioritari anche sulla base di possibili ed eventuali alternative.

11. Si dovrà valutare l’incidenza della sottrazione di habitat in relazione alla disponibilità effettiva di habitat idoneo per l’avifauna nell’ambito del SIC e del disturbo arrecato dalle varie opere connesse all’ habitat fluviale, con particolare riguardo alle aree di nidificazione.

12. Si dovrà effettuare una caratterizzazione ecologica delle singole aree di prelievo attenta alle micromorfologie e microhabitat dei depositi di greto e produrre inoltre una documentazione di ciascuna area di prelievo con annessa cartografia e documentazione fotografica.

13. Si dovrà fornire la delimitazione delle aree di greto oggetto di estrazione con particolari informazioni in merito alla tipologia di matrice del substrato prelevato, al quantitativo di materiale che si intende estrarre ed alle previsioni di evoluzione della configurazione dell’alveo, nonché identificare e circoscrivere le aree di vagliatura e le piazzole di sosta.

14. Si dovranno individuare le aree e le piste di cantiere e la nuova viabilità annessa con una stima dell’aumento del traffico veicolare sulla viabilità ordinaria e su quella temporanea.

15. Si dovrà descrivere la realizzazione e l’ubicazione di eventuali guadi necessari per il trasporto del materiale.

16. Lo Studio di Impatto Ambientale dovrà porre un’accurata attenzione per non compromettere lo stato di qualità ambientale del corpo idrico nelle sue singole componenti (IBE, LIM e Stato Chimico) come stabilito all’art. 18, comma 3 delle Norme del Piano di Tutela delle Acque, attualmente adottato dalla Giunta Regionale.

17. Il progetto definitivo dovrà contenere una prima quantificazione indicativa, anche in base alle tipologie forestali interferite, della consistenza del taglio di vegetazione arborea necessario per la realizzazione delle opere in progetto. Si raccomanda di limitare il taglio al minimo indispensabile.

18. Per quanto riguarda le aree agricole interferite dalla realizzazione dei rilevati arginali in progetto, già a partire dalla redazione del progetto definitivo il proponente dovrà considerare la necessità di assicurare la funzionalità della rete irrigua eventualmente esistente e di consentire l’accesso ai fondi agricoli sia durante la fase di cantiere, sia in relazione alla persistenza delle opere sul territorio.

19. Per quanto riguarda il terreno agrario derivante dalle operazioni di scotico, si richiede che questo sia adeguatamente accantonato, avendo cura di separare i diversi orizzonti pedologici, e conservato in modo da non alterarne le caratteristiche chimico-fisiche. Il proponente dovrà considerare la soluzione di riutilizzarlo nelle operazioni di ripristino ambientale delle aree interessate dagli interventi, tenendo conto che gli strati terrosi prelevati durante lo scotico dovranno essere ricollocati secondo la loro successione originaria. Il progetto definitivo dovrà inoltre indicare le aree destinate allo stoccaggio del terreno di scotico e dovrà specificare le dimensioni e la geometria dei cumuli, nonché le modalità di conservazione e manutenzione degli stessi in relazione ai tempi di stoccaggio del materiale e di ripristino ambientale dei luoghi.

20. Il progetto definitivo dovrà essere corredato da un cronoprogramma di massima che indichi le tempistiche dei lavori, con particolare riferimento alle operazioni di deviazione del corso d’acqua e di disalveo, in quanto particolarmente impattanti sull’ambiente fluviale e con l’indicazione dei tempi di fermo biologico.

21. Il progetto definitivo dovrà individuare le misure di mitigazione ambientale da adottare in fase di cantiere al fine di ridurre al minimo gli impatti sulla flora e sulla fauna selvatica, con particolare attenzione a quella acquatica per quanto riguarda l’esecuzione degli interventi in alveo e a quella ornitica. A questo proposito il proponente dovrà valutare la necessità di prevedere, quale misura di mitigazione, un periodo di fermo biologico in concomitanza con il periodo riproduttivo delle specie faunistiche di maggior valore ambientale presenti nell’area di intervento; in particolare, data l’importanza a livello biogeografico delle popolazioni ittiche esistenti, (alcune di interesse comunitario), si dovrà considerare che le specie maggiormente significative si riproducono in periodi diversi. Dovranno inoltre essere individuati i provvedimenti necessari per limitare l’intorbidamento delle acque (in considerazione di un IBE 10 corrispondente alla I classe di qualità biologica riscontrato negli anni 2003 e 2004) e per evitare sversamenti accidentali di materiali durante le attività di cantiere, in modo da eliminare tutte le possibilità d’inquinamento delle acque.

22. La progettazione degli interventi dovrà essere sviluppata tenendo conto che al termine dei lavori l’alveo dovrà essere ripristinato in maniera tale da presentare caratteristiche morfologiche di naturalità (quali pluricursalità, irregolarità planimetriche del fondo, presenza residua di materiale lapideo di pezzatura rappresentativa e caratterizzante) analoghe a quelle precedenti all’intervento, in modo da non determinare effetti di “banalizzazione” dell’alveo stesso che penalizzerebbero il rapido recupero delle caratteristiche dell’habitat originario.

23. Il progetto definitivo dovrà sviluppare adeguatamente le opere a verde di recupero ambientale, che dovranno essere eseguite nelle stagioni idonee (primavera ed autunno) utilizzando specie vegetali autoctone adatte alle condizioni stazionali.

24. Si dovranno prevedere idonei interventi di compensazione ambientale, commisurati al danno arrecato alle porzioni di habitat distrutto.

25. Vista l’importanza, sia da un punto di vista naturalistico che paesaggistico, della buona riuscita degli interventi di ripristino e delle opere a verde, al fine di garantire l’attecchimento del materiale vegetale utilizzato nelle attività di recupero ambientale, il proponente dovrà valutare la possibilità di prevedere un periodo di manutenzione di tali opere, da svolgersi almeno nell’ambito della prima stagione vegetativa successiva alla realizzazione delle stesse, anche adottando un idoneo sistema di irrigazione finalizzato a contribuire al rigoglio delle nuove essenze a partire dalle fasi iniziali considerate più delicate, come indicato alla pagina 46 del documento “Verifica di compatibilità ambientale e Valutazione di incidenza” dell’8 agosto 2005. Si suggerisce, inoltre, al proponente di valutare la possibilità di inserire nell’ambito del contratto di affidamento dei lavori opportune clausole, eventualmente con obbligo di idonee garanzie finanziarie, che vincolino l’impresa affidataria relativamente alla qualità del materiale vegetale utilizzato, alla corretta realizzazione della messa a dimora dello stesso e ad una prima manutenzione delle opere a verde con risarcimento delle fallanze.

26. Considerato che la Provincia del Verbano Cusio Ossola, in partenariato con i Comuni di Domodossola, Pieve Vergonte, Villadossola, Vogogna, ha ottenuto un finanziamento LIFE - Natura per azioni da svolgersi nel periodo 2003 - 2006 all’interno del Sito “Greto del Torrente Toce tra Domodossola e Villadossola” e che nell’ambito del progetto LIFE - Natura è prevista infatti la realizzazione di interventi di conservazione e miglioramento degli habitat di interesse comunitario, a favore di avifauna, ittiofauna e chirotterofauna di interesse comunitario nonché la stesura di piani di gestione degli habitat e di piani d’azione per le specie, sarà opportuno che il proponente prenda contatti con l’Assessorato provinciale competente, al fine di confrontare le previsioni degli interventi sul Sito con le azioni di conservazione del SIC stesso finanziate con il Life.

Copia della presente determinazione verrà inviata al proponente ed ai soggetti interessati di cui all’articolo 9 della l.r. 40/1998 e depositata presso l’Ufficio di deposito progetti della Regione.

Avverso la presente determinazione è ammesso ricorso al tribunale amministrativo regionale entro il termine di sessanta giorni dalla notificazione.

La presente determinazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 61 dello Statuto.

Il Dirigente responsabile
Carlo Pelassa