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Bollettino Ufficiale n. 08 del 23 / 02 / 2006

Codice 23.1
D.D. 10 ottobre 2005, n. 75

L.R.40/1998 - Fase di verifica della procedura di VIA inerente il progetto “Sistemazione idraulica del torrente Scrivia con interventi di ricalibratura e opere di difesa”, presentato dall’AIPO, localizzato nei comuni di Castelnuovo Scrivia e Alzano Scrivia ( AL ). Esclusione del progetto dalla Fase di valutazione di cui all’art. 12 della L.R.40/1998.

(omissis)

IL DIRIGENTE

(omissis)

determina

di ritenere che il progetto “Sistemazione idraulica del torrente Scrivia con interventi di ricalibratura e opere di difesa” presentato dall’AIPO, localizzato nei comuni di Castelnuovo Scrivia e Alzano Scrivia (AL), sia escluso dalla fase di valutazione di cui all’articolo 12, per le ragioni dettagliatamente espresse in premessa, subordinatamente al rispetto delle seguenti condizioni, vincolanti ai fini dei successivi provvedimenti necessari alla realizzazione dell’intervento:

1) Il progetto definitivo nel confermare la demolizione dell’argine golenale presente in sponda sinistra a valle del ponte di Castelnuovo nei termini già ipotizzati, dovrà prevedere la sua ricostruzione nella posizione che, compatibilmente con le attuali preesistenze, consenta la maggiore espansione possibile dei deflussi, sulla base delle risultanze finali del modello bidimensionale, come rappresentata in via preliminare nella tavola grafica prodotta dall’AIPO stessa ed allegata alla presente deliberazione di cui costituisce parte integrante.

2) Per quanto attiene alle ricalibrature dell’alveo, qualora riguardino materiali per i quali sia accertata la natura demaniale, dovranno essere previste in fase di redazione del progetto definitivo, nell’ambito delle norme per l’affidamento dei lavori, le procedure di concessione individuate dalla D.G.R. n. 44-5084 del 2002 ed in particolare si dovrà prevedere una doppia offerta, una, in ribasso, sui lavori e l’altra, in aumento, sul valore del materiale posto a base d’asta, con aggiudicazione alla migliore offerta complessivamente considerata. Per la cessione del materiale dovrà essere effettuata la regolare procedura di concessione, con versamento alla Regione Piemonte del canone derivante dall’offerta.

3) Sempre per quanto riguarda l’asportazione del materiale d’alveo, ma per materiali estratti non appartenenti all’alveo stesso e che pertanto non si configurano come beni demaniali ed ai quali non sono applicabili i disposti della D.G.R. n. 44-5084 del 2002, il progetto definitivo e i conseguenti atti di gara dovranno evidenziare, sempre al fine di non costituire depositi, ancorché temporanei, la necessità di allontanamento dei materiali stessi. A questo proposito dovranno essere quantificati dettagliatamente i volumi da movimentare e valutata la qualità, definendone il loro valore economico. Il materiale che risulterà di valore nullo potrà essere utilizzato per interventi di bonifica, mentre per quello avente valore, dovrà essere previsto l’obbligo di acquisizione ed allontanamento a carico dell’impresa aggiudicataria, la quale formulando offerta in sede di gara d’appalto, valuterà il beneficio che potrà trarre dalla disponibilità dei suddetti materiali.

4) L’intervento di ricalibratura non dovrà andare ad interessare l’attuale alveo di magra e le barre di sedimento che lo caratterizzano, bensì dovrà essere effettuato esclusivamente abbassando e rimodellando le sponde dei piani golenali.

5) In sede di progetto definitivo, sulla base delle risultanze finali del modello bidimensionale e tenuto conto dei benefici indotti dagli interventi di cui al presente progetto, si dovranno comunque evidenziare le eventuali residue criticità presenti nel tratto di corso d’acqua in questione ed in particolare l’adeguatezza delle opere poste in corrispondenza dei limiti della fascia B di progetto e destinate a contenere, con un adeguato franco, i livelli di piena.

6) Per quanto riguarda le opere di compensazione ambientale da realizzare ai fini della tutela della fauna selvatica, si evidenziano i seguenti punti che dovranno essere adeguatamente sviluppati nella progettazione definitiva ed esecutiva:

a) Teriofauna: pur non evidenziandosi presenze particolarmente significative o rare da proteggere, si richiede comunque di porre attenzione alla tutela dei vari ambienti presenti per non modificare gli equilibri ecologici che si sono instaurati.

b) Avifauna: poiché molte delle specie elencate nella relazione “Verifica di compatibilità ambientale” del 12 luglio 2005 presentata dal proponente sono tutelate dalla Direttiva Uccelli a vario titolo, si richiede di provvedere ad un pronto ed attento ripristino degli ambienti adatti a queste specie che risultino danneggiati in seguito ai lavori in progetto. Poiché una parte della sponda fluviale è utilizzata come sito di nidificazione da parte del gruccione e presenta le caratteristiche adatte alla nidificazione anche del topino e del martin pescatore, si richiede di valutare la possibilità di riadattare a zona per la nidificazione di queste specie, almeno per tratti significativi, l’arginello già esistente in prossimità di Castelnuovo Scrivia di cui è previsto lo smantellamento. Questo intervento, oltre a presentare un minor impatto paesaggistico e a comportare una quantità inferiore di materiale di scavo da ricollocare rispetto a quanto previsto nel progetto, rappresenterebbe una soluzione ecologicamente più adatta alle specie in questione rispetto alla costruzione di un manufatto ex novo. Nel caso in cui quanto sopra richiesto non fosse possibile, si dovrà provvedere alla realizzazione di un habitat sostitutivo ex novo. La realizzazione di questo intervento di compensazione dovrà precedere la distruzione delle aree naturalmente vocate e di quelle in cui sono già presenti nidi di gruccione.

c) Erpetofauna: poiché nell’area di intervento sono segnalate 8 specie, di cui 5 presenti in allegato alla direttiva Habitat (rana di Lessona, lucertola muraiola, lucertola campestre e biacco), si richiede di valutare la possibilità di mantenere le aree umide naturali e l’area dei budri che costituiscono gli habitat di elezione di alcune specie di erpetofauna. Prima di procedere alla distruzione degli habitat esistenti idonei alle diverse specie segnalate, dovranno essere approntati habitat sostitutivi, in modo da permettere lo spostamento spontaneo degli animali da una zona all’altra. Per questo stesso motivo le aree in questione devono essere rese accessibili alle specie suddette.

d) Ittiofauna: sono presenti, nell’area di intervento, specie elencate negli allegati della Direttiva Habitat e sono quindi soggette ad un regime di protezione importante, si dovranno adottare nel corso dei lavori tutte le cautele possibili per il mantenimento degli ambienti idonei a queste specie, ovvero, ove ciò risultasse localmente impossibile, alla loro ricostituzione.

7) Nelle fasi di predisposizione del progetto definitivo ed esecutivo, il proponente dovrà concordare con l’Osservatorio Regionale sulla Fauna selvatica (Direzione Territorio Rurale - Corso Stati Uniti 21 - Torino) e con ARPA Piemonte la localizzazione e la definizione dei criteri costruttivi degli interventi di compensazione ambientale di cui al precedente punto n. 6, al fine di renderne massima l’efficacia.

8) Dovrà essere realizzato un monitoraggio relativamente all’avifauna e all’erpetofauna presenti nell’area interferita dalla realizzazione delle opere in progetto, per valutare il comportamento delle diverse specie in relazione agli habitat sostitutivi. Il piano di monitoraggio dovrà essere concordato e dettagliato con l’Osservatorio Regionale sulla Fauna selvatica (Direzione Territorio Rurale - Corso Stati Uniti 21 - Torino) e con l’ARPA Piemonte prima dell’inizio dei lavori. I dati del monitoraggio dovranno essere trasmessi a tutti gli Enti sopra citati.

9) Per quanto riguarda la caratterizzazione ittiofaunistica, in fase di progettazione definitiva essa dovrà essere integrata con i dati disponibili nella Carta ittica elaborata nel 2003 dalla Provincia di Alessandria e con quelli del monitoraggio effettuato nel 2004 dalla Regione Piemonte.

10) Prima di ogni intervento che interessa l’alveo bagnato, dovrà essere interpellato il Settore preposto della Provincia di Alessandria, il quale provvederà alla rimozione dell’ittofauna presente e alla sua traslocazione in altro sito e dovranno essere realizzate idonee opere provvisionali nell’ambito dell’area di intervento per limitare le interferenze con la fauna ittica. Dovranno, inoltre, essere messe in pratica le misure di mitigazione nei confronti dell’ittiofauna indicate nella Relazione “Verifica di compatibilità ambientale”, che prevedono un periodo di fermo biologico nei mesi di aprile, maggio e giugno, in concomitanza con il periodo riproduttivo dei Ciprinidi.

11) Per quanto riguarda il previsto taglio del meandro posto nella zona terminale di valle del tratto d’intervento, con realizzazione di un by-pass, poiché il meandro stesso presenta caratteristiche naturalistiche ed ambientali di grande pregio, dovrà essere dimostrata, in fase di progettazione definitiva, la reale necessità ai fini idraulici dei lavori di risagomatura del meandro medesimo.

12) Dovranno essere adottati tutti i provvedimenti necessari per limitare l’intorbidamento delle acque e soprattutto per evitare sversamenti accidentali di materiali, in modo da eliminare tutte le possibilità d’inquinamento delle acque.

13) Dovranno essere costantemente tenute in cantiere sostanze o apparecchiature dedicate all’immediata gestione e bonifica rispetto ad eventi incidentali che dovessero comportare sversamenti di sostanze inquinanti.

14) Al fine di ridurre al minimo gli impatti sulla fauna acquatica, il cantiere dovrà essere organizzato in modo da ridurre allo stretto indispensabile i tempi delle lavorazioni che interessano direttamente l’alveo.

15) Le opere previste all’interno dell’alveo dovranno essere realizzate nei periodi di magra adottando le più idonee misure gestionali finalizzate al massimo contenimento degli impatti sulle acque e sulla fauna.

16) Le difese spondali dovranno essere progettate, in fase definitiva ed esecutiva, in modo da permettere una buona presenza di rifugi per ittiofauna, garantendo tra i massi e/o i prismi un consistente interspazio dimensionalmente diversificato, tale da consentire una facile colonizzazione da parte di pesci di taglia differente.

17) La progettazione definitiva ed esecutiva deve garantire che l’alveo del torrente Scrivia, al termine dei lavori, sia ripristinato in maniera tale da presentare caratteristiche morfologiche di naturalità (quali irregolarità planimetriche dell’area che determina ampliamento della sezione di deflusso, presenza residua di materiale lapideo di pezzatura rappresentativa e caratterizzante), in modo da non determinare effetti di “banalizzazione” dell’alveo stesso che penalizzerebbero il rapido recupero delle caratteristiche dell’habitat originario.

18) Nelle fasi di progettazione definitiva ed esecutiva dell’opera dovrà essere quantificata la reale consistenza del taglio di vegetazione arborea, che dovrà essere limitato al minimo indispensabile. Dovrà inoltre essere posta particolare cura nella gestione della fase di cantiere, al fine di evitare danneggiamenti agli alberi esistenti.

19) I progetti definitivo ed esecutivo dovranno sviluppare la progettazione degli interventi di recupero ambientale delle superfici interessate dalla realizzazione dei lavori in progetto, ed in particolare degli interventi di ricostituzione della fascia di vegetazione ripariale. Le opere a verde dovranno essere eseguite nelle stagioni idonee (primavera ed autunno) utilizzando specie erbacee, arbustive ed arboree autoctone adatte alle condizioni stazionali. Dovrà inoltre essere previsto un periodo di manutenzione obbligatoria di tali opere, da svolgersi almeno nell’anno successivo per le superfici rinverdite mediante specie erbacee, e nei primi tre anni successivi la realizzazione delle opere stesse per le formazioni boscate ricostruite con specie arboree e arbustive, in modo da garantire l’attecchimento del materiale vegetale.

20) Il terreno agrario derivante dalle operazione di scotico dovrà essere adeguatamente accantonato, avendo cura di separare i diversi orizzonti pedologici, e conservato in modo da non alterarne le caratteristiche chimico-fisiche. Dovrà quindi essere utilizzato nelle operazioni di ripristino ambientale delle aree interessate dagli interventi. Gli strati terrosi prelevati in fase di cantiere dovranno essere ricollocati secondo la loro successione originaria.

21) Al termine dei lavori i cantieri dovranno essere tempestivamente smantellati e dovrà essere effettuato lo sgombero e lo smaltimento dei materiali utilizzati per la realizzazione dell’opera, evitando la creazione di accumuli permanenti in loco. Per quanto riguarda le aree di cantiere, quelle di deponia temporanea, quelle utilizzate per lo stoccaggio dei materiali, le piste di servizio eventualmente realizzate per l’accesso alla zona di intervento, nonché ogni altra area che risultasse degradata a seguito dell’esecuzione dei lavori in progetto, dovrà essere effettuato quanto prima il recupero e il ripristino morfologico e vegetativo dei siti.

22) Poiché la collocazione dei due cantieri previsti, in particolare il campo base in zona sud, risulta non opportuna in quanto prevista all’interno di aree golenali oggetto di esondazione in caso di piena, a livello di progettazione definitiva dovranno dunque essere rilocalizzati in aree non a rischio, anche in considerazione del fatto che presso le aree di cantiere saranno presumibilmente stoccate sostanze potenzialmente contaminanti, oltre che i normali mezzi operativi.

23) Dovranno essere rispettate tutte le norme di mitigazione correttamente indicate in progetto, in particolare quelle del Par. 4.5 dell’elaborato Verifica di compatibilità ambientale.

24) In fase di progettazione definitiva ed esecutiva dovrà essere concordato con ARPA il piano di monitoraggio relativamente alle acque superficiali e all’impatto acustico, che dovrà prevedere idonee misure di mitigazione e/o compensazione da mettere in atto qualora si riscontrassero situazioni di criticità.

25) In fase di progettazione definitiva, dovrà essere predisposto un adeguato piano viabilistico, da concordare con la Provincia ed i Comuni interessati, al fine di contenere gli effetti sulla viabilità ordinaria prodotti dai mezzi di trasporto durante la fase di realizzazione dei lavori. Nel caso in cui, dall’analisi dei percorsi previsti, emergessero particolari criticità in ordine alla presenza di eventuali ricettori abitativi, dovrà essere predisposto un monitoraggio di qualità atmosferica da concordare preventivamente con ARPA riguardo alle modalità e tempistiche di effettuazione.

26) Si dovranno inoltre adottare le seguenti misure operative e gestionali al fine di limitare l’impatto derivato dal sollevamento di polveri in fase di cantiere e di trasporto:

a) costante bagnatura del materiale estratto in modo tale da mantenere il più possibile umido lo strato superficiale;

b) lavaggio dei pneumatici di tutti i mezzi in uscita dal cantiere e dalle aree di approvvigionamento e conferimento materiali, prima dell’inserimento nella viabilità ordinaria;

c) utilizzo di teli protettivi a chiusura del cassone degli autocarri in transito;

d) lavaggio periodico dei tratti di strada prossimi ai cantieri e delle aree interne per limitare il sollevamento di polvere dalle piste di lavoro.

27) In fase di progettazione definitiva dovrà essere computata la quantità di materiale che sarà destinata ad eventuali interventi di bonifica e si dovrà approfondire la descrizione dello stato ambientale attuale e successivo allo stoccaggio e definirne le modalità, nei siti già individuati in accordo con le Amministrazioni comunali, evitando siti non idonei all’accoglimento dei suddetti materiali, come laghi di cava e terreni agricoli individuati nel PTP come terreni ad eccellente produttività.

28) Dovrà essere comunicato al Dipartimento ARPA territorialmente competente l’inizio ed il termine dei lavori e il luogo del deposito del Progetto esecutivo, onde permettere il controllo dell’attuazione delle prescrizioni ambientali nella fase realizzativa dell’opera ai sensi dell’art. 8 della L.R. 40/98.

29) Il Direttore dei lavori dovrà trasmettere ad ARPA, secondo le tempistiche concordate in fase di progettazione del monitoraggio, una dichiarazione, accompagnata da una relazione esplicativa, relativamente all’attuazione di tutte le misure prescrittive, compensative, di mitigazione e di monitoraggio previste nella documentazione presentata dal proponente per la fase di verifica unitamente a quelle disposte dalla presente determinazione, integrate da quelle contenute nel Provvedimento dell’Autorità Competente conclusivo del procedimento amministrativo relativo all’opera in oggetto.

Copia della presente determinazione verrà inviata al proponente ed ai soggetti interessati di cui all’articolo 9 della L.R. 40/1998 e depositata presso l’Ufficio di deposito progetti della Regione.

Avverso la presente determinazione è ammesso ricorso al tribunale amministrativo regionale entro il termine di sessanta giorni dalla notificazione.

La presente determinazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 61 dello Statuto.

Il Dirigente responsabile
Carlo Pelassa