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Supplemento Ordinario n. 1 al B.U. n. 41

Codice 24.3
D.D. 3 giugno 2004, n. 188

XX Giochi Olimpici Invernali Torino 2006 - Opere connesse - Progetto di “Potenziamento del servizio idrico integrato. Programma di infrastrutturazione dei territori delle Comunità Montane Alta e Bassa Valle di Susa - Sistema acquedottistico di valle” presentato dalla SMAT S.p.A. - Parere ex art. 11, comma 3 della L.R. 40/98, in conformità a quanto previsto dall’art. 9, comma 2, della legge 285/2000

(omissis)

IL DIRIGENTE

(omissis)

determina

che, verificata la documentazione presentata dalla proponente Società Metropolitana Acque Torino S.p.A. (SMAT Spa) con sede in Torino, inerente il progetto “Potenziamento del servizio idrico integrato. Programma di infrastrutturazione nei territori delle Comunità Alta e Bassa Valle di Susa - Sistema acquedottistico di valle”, a fronte dell’istruttoria tecnica condotta, da cui emergono alcune criticità, siano recepite dal proponente le considerazioni, le indicazioni e gli approfondimenti formulati nei successivi punti (dalla lettera A alla lettera O), ai fini della corretta redazione dello Studio di Impatto Ambientale e dei relativo progetto ai sensi dell’art. 12 della L.R. 40/98 nonché le indicazioni di cui al successivo periodo dispositivo relative al progetto definitivo per gli adempimenti di cui all’art. 9 della legge 285/00:

A - Problematiche generali.

1. Ai fini della redazione degli elaborati di cui all’art. 12 della L.R. n.40/1998 e ai sensi dell’art. 4, comma 5 della medesima legge, devono essere redatti e forniti elaborati progettuali di tutte le infrastrutture e opere relative sia alle opere principali che a quelle ad essa funzionalmente legate siano esse a carattere definitivo o provvisorio; in particolare dovrà essere evidenziata la relazione tra le opere e gli interventi stessi previsti in un concetto di analisi dell’area vasta intesa come intorno territoriale rilevante, di complesso delle opere da realizzare e di fasi di realizzazione. Le predette opere funzionalmente legate all’opera principale, di cui non si ritrovano elementi progettuali significativi nella documentazione prodotta, sono infatti parte integrante dell’opera da un punto di vista della fattibilità tecnica e del suo esercizio.

2. Risulta comunque necessaria la progettazione definitiva per tutte quelle opere principali o funzionali di cui il proponente intenda richiedere, in sede di Conferenza dei Servizi Definitiva, gli atti di consenso, comprese le varianti urbanistiche , necessari ai fini della realizzazione, come previsto dall’art. 9 della L. 285/2000 e dalla D.G.R. n. 42-4336 del 5/11/2001.

B - Valutazioni ed approfondimenti sulle alternative progettuali

1. Nel corso dell’istruttoria effettuata sono state evidenziate da vari Enti, dal pubblico e dal Comune territorialmente interessato specifiche situazioni di criticità sul posizionamento del bacino di demodulazione sviluppato nel progetto preliminare; risulta quindi necessario un più approfondito studio del sito ove collocare detto bacino eventualmente ricercando delle ulteriori soluzioni integrative o modificative alle soluzioni già studiate. Tali soluzioni dovranno tenere anche in considerazione le successive indicazioni relativamente agli aspetti ambientali rispetto ai quali sono state evidenziate le più significative criticità. Le diverse soluzioni analizzate dovranno essere tra loro comparate sia per quanto attiene la compatibilità ambientale sia per quanto attiene gli aspetti di sostenibilità economica.

C - Compatibilità idraulica e idrogeologica

1. Dovrà essere sviluppata sotto questo profilo la problematica relativa all’opera di presa presso il Torrente Rochemolles marginalmente richiamata negli elaborati con un più approfondito sviluppo delle interferenze con l’assetto idrogeologico.

2. Nello studio di cui al precedente punto B si dovranno approfondire e comparare le criticità idrauliche e geologiche dei siti con le prescritte verifiche idrauliche e del trasporto solido nonché con appropriate verifiche di stabilità dei versanti .

3. Dovrà essere approfonditamente indagata la zona del serbatoio finale a Caselette sotto il profilo delle caratteristiche strutturali e di stabilità correlate alle condizioni idrogeologiche superficiali e subsuperficiali della zona.

4. Poiché il tracciato della condotta interseca con tubazioni di consistente diametro numerosi settori esondabili per effetto del reticolo idrografico principale e settori di conoide spesso attivi, tutte le opere previste dovranno essere poste a quote tali da evitare che volumi idraulici elevati e di elevata energia incidano sulle infrastrutture in progetto.

5. Più in generale nel contesto dell’intero progetto dovranno essere approfonditi e dettagliati gli studi idraulici per le aree di competenza fluviale con valutazioni sui tempi di ritorno di 200 e 500 anni considerando altresì il trasporto solido; dovranno altresì essere sviluppate valutazioni modellistiche in tutti i casi in cui il tracciato della condotta o le opere singolari interferiscano con settori di conoide.

6. Lo studio di compatibilità ambientale dovrà essere accompagnato dagli stralci degli elaborati geologici, redatti dai Comuni a supporto della verifica di compatibilità del quadro di dissesto con le previsioni di PRGC, prevista dalle norme di attuazione del PAI.

D - Aspetti geologico-tecnici

1. Per quanto concerne le aree oggetto di intervento, il quadro morfologico locale dovrà essere coerentemente rapportato con il quadro generale anche con l’elaborazione di una carta di dettaglio alla scala 1:1.000 che evidenzi l’assetto geostrutturale e i principali oggetti morfologici, gli affioramenti in superficie, le contropendenze, le zone di ristagno e le venute d’acqua

2. Nell’ambito della caratterizzazione geotecnica dei terreni il proponente dovrà definire anche gli indici di qualità del substrato, sia attraverso analisi geotecniche di laboratorio delle carote di sondaggio che attraverso lo studio degli affioramenti più vicini.

3. Il cronoprogramma dei lavori dovrà essere formulato in modo da evitare di abbandonare fronti di scavo o opere temporanee, non verificate ai sensi del D.M. 11.3.88, per lunghi periodi, come ad esempio l’intera stagione invernale; tutti gli interventi di scavo dovranno pertanto risultare oggetto di preconsolidamento mediante la realizzazione di paratie o più opportune opere, le aree sede di riporto dovranno essere opportunamente predisposte ed i materiali depositati immediatamente consolidati.

E - Aspetti paesaggistici

1. Sul fronte paesistico-ambientale si rileva che il contesto in cui è previsto l’inserimento delle infrastrutture, più in particolare di quelle emergenti, è caratterizzato da rilevanti valenze naturalistiche localizzate nonché dalla presenza di ambiti di elevato valore storico-architettonico e culturale ; l’area d’intervento risulta in gran parte sottoposta a vincolo di tutela paesistico-ambientale ai sensi del D.Lgs 22 gennaio 2004 n. 42; pertanto in linea generale risulta indispensabile il recupero morfologico e vegetativo dei siti a conclusione degli interventi per cui è indispensabile che in sede di progetto definitivo siano predisposti elaborati di dettaglio con indicazione delle tipologie di intervento di recupero previste; in considerazione dell’impatto sul contesto interferito di eventuali interventi di realizzazione di piste di cantiere necessarie per la posa delle condotte e per la realizzazione delle opere puntuali, il progetto definitivo dovrà essere corredato dagli elaborati relativi ad eventuali tracciati viari a servizio del cantiere, con sezioni significative di scavo e riporto e opere di recupero e ripristino dei siti interessati da tali interventi.

2. Riguardo agli interventi individuati per ogni Comune si evidenziano le opere che paiono costituire motivo di impatto paesaggistico per la localizzazione proposta e per le modalità di realizzazione previste nel progetto preliminare, in riferimento alla soluzione prescelta AO:

- Comune di Bardonecchia: opere previste nell’area adiacente al torrente Rochemolles

- Comune di Oulx : bacino di demodulazione in frazione Beaulard che risulta in parte ricompreso nell’Oasi xerotermica di Puys-Beaulard - S.I.C. IT1110052, in un contesto di interesse paesistico-ambientale caratterizzato da ambiti prativi ancora integri delimitati da cortina arborea e posti in adiacenza al corso d’acqua della Dora di Bardonecchia.

- Comune di Chiomonte serbatoio nell’ambito d’intervento ubicato in area prativa posta a margine del versante boscato.

- Comune di Caselette serbatoio nell’ambito d’intervento, area di particolare interesse naturalistico posta all’interno del sito di interesse comunitario Monte Musinè e i Laghi di Caselette S.I.C. IT1110081, in ambito boscato, in adiacenza ad un percorso viario di interesse turistico.

Pertanto ai fini della compatibilità paesaggistica dell’opera il progetto definitivo dovrà essere accompagnato da

- ampia documentazione fotografica di tipo puntuale e panoramico, relativa agli ambiti interessati da ogni singolo intervento e predisposta in modo da consentire la comparazione, mediante l’inserimento virtuale delle opere previste, tra lo stato attuale e le modificazioni prodotte al contesto paesaggistico- ambientale con l’inserimento delle strutture olimpiche;

- elaborati relativi alle sezioni di progetto predisposti in scala opportuna, al fine di poter valutare le soluzioni progettuali adottate, rispetto all’andamento morfologico del versante, alla sistemazione del piazzale, all’ambito fluviale, nonché relative alle aree in sponda prospicienti eventuale fronte di intervento e interessate da opere accessorie, relative ad ogni singolo intervento e all’assetto complessivo e finale dell’area;

- planimetria della copertura vegetazionale riferita allo stato attuale ed ulteriore planimetria che comprenda le soluzioni progettuali previste;

- elaborati progettuali relativi alle operazioni di rimboschimento compensativo, che deve essere attuato in riferimento alle prescrizioni VAS ed ai sensi del D.Lgs 227 del 18.5.01;

F - Siti di Importanza Comunitaria

1. II progetto interferisce con i seguenti S.I.C. individuati ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (“Habitat”) per la costituzione della Rete Natura 2000:

- SIC IT1110052 “Oasi xerotermica Puys-Beaulard”: interessato dal bacino di demodulazione, da fabbricati per le centrali idroelettriche, impianti di potabilizzazione e serbatoi di accumulo, regolazione e disconnessione idraulica, situati in frazione Beaulard nel Comune di Oulx;

- SIC IT1110040 “Oasi xerotermica di Ouix-Auberge”: interessato dal passaggio della condotta per una parte del tratto ricadente nel Comune di Oulx; SIC IT1 110081 “Monte Musinè e Laghi di Caselette interessato dal passaggio del tratto di condotta terminale e dal serbatoio di accumulo, situati nel Comune di Caselette;

- per quanto attiene la documentazione presentata si rileva che il dettaglio della cartografia fornita non consente di stabilire con esattezza se la condotta principale rientra anche nel S.I.C. “Ardonera - Colle di Montabone” IT1110055.

2. Poiché sono stati ipotizzati diversi scenari di intervento, identificati con le alternative AO, A1,, A2, A3, A4, la scelta dell’alternativa 0 come soluzione tecnica ritenuta ottimale sotto l’aspetto realizzativo e gestionale, presenta le criticità ambientali più elevate; infatti la localizzazione di un bacino aperto di demodulazione nel SIC “Oasi xerotermica Puys-Beaulard”, potrebbe causare impatti difficilmente prevedibili legati alla possibile alterazione dei microclima.

3. Lo studio proposto appare esaustivo del quadro ambientale e risulta completo per quanto riguarda l’elenco delle specie vegetali ed animali presenti nei SIC; tuttavia in fase di valutazione d’incidenza le informazioni disponibili dovranno essere correlate e dovrà essere approfondita l’ecologia delle specie di particolare interesse, così da poter valutare in modo dettagliato i possibili impatti, diversificati in relazione alla zona di esecuzione ed alla tipologia di opera, e trarre specifiche indicazioni per le misure di mitigazione e compensazione a tutela del SIC; occorre infine che siano individuate le superfici occupate temporaneamente e i relativi tempi di occupazione, le superfici occupate definitivamente, quelle parzialmente compromesse e di nuova acquisizione, qualificandole per valenza naturalistica. A tal fine dovrà essere presentata una cartografia, in adeguata scala di rappresentazione, che metta in relazione gli habitat presenti e le opere previste, in fase di cantiere e in fase di esercizio; inoltre, in relazione alla sottrazione di habitat per la fauna lo studio dovrà approfondire gli impatti sugli invertebrati, la cui presenza è di particolare importanza nelle oasi xerotermiche; a corredo di tali elaborati dovrà essere definito un calendario integrato dei lavori di realizzazione dell’opera e dei ripristini successivi, con riferimento specifico ai criteri di protezione delle specie obiettivo.

G - Recupero, mitigazione e compensazione ambientale

1. La documentazione dovrà essere corredata di una chiara rappresentazione e collocazione planimetrica degli interventi di recupero ambientale previsti per il consolidamento e la sistemazione superficiale dei terreni, nonché per il contenimento e la mitigazione dell’impatto ambientale e per il reinserimento paesaggistico dei luoghi alterati durante i lavori e delle infrastrutture edificate, con il corredo di particolari costruttivi delle opere progettate e delle necessarie valutazioni sul dimensionamento e sulle verifiche di stabilità delle opere di sostegno impiegate negli interventi di recupero e sistemazione (palificate doppie, terre rinforzate, scogliere ecc.): le stesse opere di recupero devono essere chiaramente individuabili nel computo metrico di progetto. Per le stesse opere di recupero e sistemazione dei terreni dovrà essere inoltre illustrato un dettagliato piano di manutenzione.

H - Bilancio, reperimento e gestione degli inerti

1. Per le opere concernenti i Giochi olimpici è stato predisposto da parte del TOROC un Piano di inerti in conformità alla D.G.R. n. 45-2741 del 9 aprile 2001; detto piano non prevede l’apertura di nuove cave; pertanto i materiali occorrenti per riempimenti e rilevati devono essere reperiti all’interno dei cantieri o presso cave esistenti, oppure, relativamente i volumi occorrenti per riempimenti e rilevati presso le discariche minerarie di sfridi di cave e pietre ornamentali del bacino estrattivo di Bagnolo Piemonte, Luserna S.G. e Rorà; in ogni caso ove sia necessario il reperimento di ulteriore materiale, oltre a quello proveniente dagli scavi effettuati per la stessa opera, dovrà essere privilegiato il materiale in esubero derivante da interventi interessanti l’evento olimpico;

I - Componenti ambientali particolarmente interessate e loro monitoraggio

1. Si riscontra la concreta possibilità di un discreto impatto dovuto all’interferenza di polveri, rumore e vibrazioni generate dalle attività cantiere, e di quelle ad esse connesse, con possibile pregiudizio della qualità della vita umana considerata l’estrema vicinanza degli abitati Fatta salva quindi la completa trattazione dei contenuti dello Studio di impatto ambientale di cui all’art. 5 della L.R. 40/1998 e nel conseguente rispetto dell’alt. D della medesima legge, a fronte di quanto sopra evidenziato il proponente deve effettuare una serie di valutazioni e previsioni dei possibili impatti, anche in relazione a scenari critici, che orientino sin da subito all’adozione di specifiche misure di mitigazione, e attuare uno specifico sistema di monitoraggio delle componenti interessate durante le fasi di cantiere, onde evitare il superamento di valori soglia imposti dalla normativa vigente e come tali non derogabili. Lo studio dovrà quindi evidenziare le fonti generatrici degli impatti e dei livelli di disturbo (anche in relazione all’orario di lavorazione del cantiere), individuare i recettori degli impatti e prevedere le misure volte a ottenere il minimo disturbo nei confronti degli stessi.

2. In particolare per quanto riguarda le eventuali interferenze con materiali asbestiferi nel caso in cui si accerti le presenza di quest’ultime in zone affette da scavi di qualsiasi natura si dovrà tenere conto delle seguenti indicazioni::

- dovrà essere redatto un adeguato piano per la messa in sicurezza di tutte le aree interessate dalla movimentazione di terra e per la protezione degli addetti ai lavori e dell’ambiente circostante;

- si dovrà quindi tenere conto dei disposti di cui al D.lgs. 277/1991 e s.m.i., nonché per quanto applicabili dei decreti ministeriali emanati in forza della L. 257/1992, ai fini della loro puntuale immediata attuazione in caso di necessità;

- è necessario che l’eventuale materiale contenente amianto sia movimentato in ottemperanza con le norme in vigore e che ai materiali comunque derivanti da attività di scavo dovranno essere applicate le disposizioni di cui alla normativa vigente con attuale riferimento ai commi 17, 18 e 19 dell’art. 1 della L. 443/2001;

- ai fini di un continuo monitoraggio della componente aria dovrà essere predisposto un sistema di campionamento per il rilevamento delle fibre aerodisperse nell’area interessata dai movimenti terra ed in corrispondenza di recettori potenzialmente sensibili: nel progetto esecutivo dovranno quindi essere esplicitate le modalità ed il programma di monitoraggio a seguito di opportuno confronto con ARPA Piemonte, a cui in seguito dovranno anche essere comunicati con idonea frequenza i dati rilevati adeguatamente commentati.

3. In particolare per la componente rumore si richiede invece quanto segue:

- corretta individuazione nelle planimetrie di progetto delle sorgenti di emissione di rumore più rilevanti ed i punti delle misurazioni;

- localizzazione dei recettori (compresi eventuali insediamenti abitativi isolati) su carta tematica in scala 1:1.000 e loro descrizione comprensiva della tipologia del ricettore, della distanza dall’impianto, dell’altezza di gronda, del numero di piani abitati e di documentazione fotografica;

- descrizione delle caratteristiche tecniche dei macchinari utilizzati per la realizzazione delle opere nonché, come già detto, delle eventuali opere di mitigazione previste rispetto alle attività di cantiere.

4. Particolare attenzione dovrà essere rivolta alle problematiche di mobilità locale e valliva connesse con l’aumento del traffico veicolare presente conseguente le attività di cantiere: tali valutazioni del proponente, che dovranno tra l’altro contenere la previsione di scenari critici e la soluzione degli impatti derivanti, dovranno essere correlate con il “Piano complessivo della mobilità sostenibile” previsto nell’ambito del “Programma di attività relativo agli adempimenti in materia ambientale per la realizzazione del programma olimpico” pubblicato sul B.U.R.P. - 2° supplemento al n. 37 del 12/9/2001, coordinando e considerando la coesistenza delle varie attività che hanno ed avranno luogo nel contesto vallivo e mitigando nel complesso la sommatoria degli impatti derivanti in termini di rumore, inquinamento atmosferico e incidenza sulle attività socio - economiche - turistiche esistenti.

5. Lo studio di impatto ambientale dovrà contenere un esame più dettagliato delle possibilità di contaminazione delle matrici suolo, sottosuolo, acque sotterranee, acque superficiali a causa delle attività di cantiere e di quelle ad esse connesse. Tale sezione dovrà inoltre descrivere le misure e gli accorgimenti atti ad evitare sversamenti, accumuli, scarichi di sostanze inquinanti ed altre azioni che possano creare situazioni di contaminazione e di conseguente riduzione delle caratteristiche qualitative e quantitative delle matrici ambientali. Nel caso in cui, da. tale studio risulti la possibilità, anche accidentale, di pregiudizio di tali matrici, lo studio dovrà illustrare i sistemi di intervento nelle ipotesi di manifestarsi di situazioni di emergenza.

L. Bilancio energetico

1. Nell’ambito dello Studio di impatto ambientale dovranno essere inseriti e commentati i dati relativi alle previsioni di consumo energetico e di impegno di potenza determinati dai nuovi impianti connessi alle opere progettate, anche con riferimento all’attuale bilancio energetico locale correlati all’eventuale produzione aggiuntiva di energia ove prevista.

M . Uso e tutela delle risorse idriche

1. II progetto in questione prevede tre punti di approvvigionamento idrico: dal canale di scarico dell’impianto ENEL di Rochemolles, per una portata max di 3.5 m3/s, e dalle opere di presa sui T. Galambra e Clarea dell’impianto AEM di Chiomonte, per una portata complessiva di 150-300 Vs.

2. Secondo la vigente normativa di settore il suddetto prelievo si configura come una grande derivazione e, per quanto concerne l’aspetto autorizzativo, è necessario conseguire dalla Provincia la concessione di derivazione d’acqua superficiale soggetta a fasi di valutazione ambientale di competenza provinciale. Risulta quindi necessario che il proponente presenti tempestivamente alla Provincia la domanda di concessione di derivazione d’acqua, ai sensi del D.P.G.R. n. 10/R del 29.7.2003, e i relativi allegati tecnici in conformità all’Allegato A del citato decreto.

3. Le valutazioni concernenti la compatibilità del prelievo idrico dovranno tenere in considerazione i prelievi esistenti nel tratto a valle di Bardonecchia in cui si risente degli effetti legati all’assenza in alveo della portata prelevata, in relazione anche al rilascio dei DMV.

4. L’utilizzo a scopo idropabile delle risorse idriche anzidette è subordinato alla preventiva classificazione a norma dell’art. 7 del D.Lgs 152/99 e s.m.i.

5. Si ritiene infine necessario che venga considerata l’interferenza tra i programmati prelievi dai torrenti Galambra e Clarea con la volontà del Comune di Chiomonte e comuni limitrofi di riutilizzo degli impianti AEM valutando l’eventuale possibilità di un uso plurimo idroelettrico e potabile, utilizzando le infrastrutture AEM, che concilierebbe le manifestate esigenze locali.

6. Relativamente alla tutela delle risorse idriche sotterranee-dovranno essere illustrati i tipi di acquifero presenti nell’area, le relative caratteristiche di permeabilità nonchè gli eventuali rapporti con il reticolo idrografico di superficie, valutando le interferenze tra la realizzazione dell’opera e la situazione idrica presente.

N - Aspetti urbanistici

1. Da un esame della documentazione in rapporto ai PRG vigenti nei Comuni interessati risulta che varie opere non risultano indicate in cartografia e, in particolare in molti casi interferiscono con aree di rispetto di varia natura o anche con aree a diversa destinazione anche se in generale sotto il profilo urbanistico il progetto presenta elementi di rilievo principalmente in relazione alle realizzazioni dei serbatoi, dei bacini di demodulazione e di tutti i nuovi elementi edificati fuori terra ne derivano le seguenti indicazioni di carattere generale:

- appare opportuno limitare le interferenze con aree di nuova espansione previste dalle strumentazioni urbanistiche comunali, attestandosi, per quanto possibile, a lato delle infrastrutture esistenti (reti principali urbane, quali strade e/o altre opere lineari pubbliche esistenti) ed evitando nuove interferenze con ambiti non ancora compromessi;

- si evidenzia inoltre la necessità di garantire, nella realizzazione delle opere previste, il rispetto dei disposti legislativi vigenti, in particolare per quanto riguarda le fasce di rispetto relative alle nuove opere di presa dell’acquedotto, nonché dei nuovi bacini di demodulazione, ponendo particolare attenzione alle eventuali interferenze con l’edificato circostante.

2. In sede di elaborazione del progetto definitivo si dovrà provvedere ad accertare la conformità urbanistica delle opere previste; nei casi di difformità si dovranno modificare gli strumenti urbanistici secondo le procedure previste dalle normative vigenti. In caso di ricorso ai. disposti di cui al comma 4, dell’art. 9 della L. 285/2000 e s.m.i., il proponente dovrà predisporre le Variazioni Urbanistiche agli strumenti urbanistici vigenti ed anche le Variazioni Urbanistiche agli strumenti eventualmente adottati dai Comuni interessati, in ottemperanza a quanto stabilito dalla D.G.R. n. 42 - 4336 del 5.11.2001 e s.m.ì. nonché delle indicazioni della D.G.R. del 7 ottobre 2002 n. 41-7279 in caso di presenza di strumenti urbanistici adottati. In sede di redazione e pubblicazione delle Variazioni Urbanistiche è necessario integrare gli elaborati con uno schema generale degli interventi previsti in ciascun Comune interessato.

In conclusione, per quanto attiene le indicazioni per la redazione del progetto definitivo, a complemento delle indicazioni già dianzi evidenziate, il proponente dovrà tenere conto altresì delle seguenti indicazioni:

1. Fermo restando il rigoroso rispetto della vigente normativa in tema di lavori pubblici, più in particolare degli articoli dal 25 al 34 del DPR 554/99, il progetto definitivo dovrà contenere opportuni elaborati che individuino le opere previste rispetto alla zonizzazione dei P.R.G.C.

2. La stima dei costi dell’opera proposta nel progetto preliminare non presenta il livello di approfondimento, benché sommario, previsto dalla normativa essendo più consono ad uno studio di fattibilità . In sede di progettazione definitiva, anche ai fini della valutazione tecnico amministrativa di competenza del Comitato Regionale Opere Pubbliche cui alla L.R. 18/84 e s.m.i., il costo complessivo dell’opera nonché dell’eventuale stralcio funzionale, dovrà essere determinato con utilizzo dei prezziari regionali con riferimento all’ultimo aggiornamento di cui alla D.G.R. n. 44-11649 dei 2.2.2004; qualora fosse necessaria l’introduzione di prezzi ivi non contemplati, dovranno essere prodotte accurate analisi di tali prezzi riferite al prezziario medesimo o a comprovate situazioni di valenza locale; per le opere specialistiche non contemplabili nel prezziario si potrà fare ricorso alla media dei costi tra almeno tre preventivate specifiche .

3. Prima di procedere alla progettazione definitiva dovranno essere approfondite agli opportuni livelli le interferenze e le indicazioni evidenziate dai Comuni e dagli Enti gestori dei servizi di interesse pubblico (quali servizi a rete di comunicazione, di erogazione o di trasporto) relativamente alle opere da questi esercite anche in riferimento a quanto emerso in Cds.

4. Per quanto riguarda le opere in alveo interessanti corsi d’acqua pubblici e/o aventi sedime demaniale (opere di captazione, ricalibrature, scogliere, attraversamenti, etc.), dovranno essere redatti, ai fini del rilascio da parte del competente settore regionale del parere idraulico ai sensi del R.D. 523/1904, idonei elaborati tecnici relativi al progetto definitivo che comprendano per ciascun’opera quanto segue: relazione tecnica; estratto di CTR; estratto di mappa catastale; planimetria; sezioni trasversali e longitudinali a tutto alveo debitamente quotate sia prima che dopo l’intervento ; particolari costruttivi; computo metrico e destinazione del materiale demaniale d’alveo; Per la parte a valle di Susa il parere idraulico compete all’Agenzia Interregionale per il Fiume Po (AIPO).

5. Per la parte a valle di Susa l’infrastruttura interferisce con le fasce fluviali, in prevalenza con la fascia tipo C. Per i tratti in cui siano interessate le fasce tipo A e B e non via sia possibilità di localizzazione alternativa, il progetto dovrà essere corredato da uno studio di compatibilità idraulica che documenti l’assenza di eventuali modifiche ai fenomeni idraulici naturali, ai sensi dell’art. 38 del Piano stralcio per l’assetto idrogeologico. Tale studio dovrà essere valutato dall’Autorità di Bacino.

6. In considerazione degli interventi delle opere principali e delle opere connesse ai XX Giochi Olimpici Invernali Torino 2006" nonché del Piano Regionale di Ricostruzione conseguente all’evento alluvionale dell’ottobre 2000, dovrà essere accertata l’esistenza di eventuali sovrapposizioni con altri interventi da effettuarsi o effettuati da Enti diversi, al fine di un corretto coordinamento nell’esecuzione delle opere.

7. Il progetto definitivo dovrà comprendere tutti gli elementi documentali relativi alle aree gravate da uso civico propedeutici al perfezionamento delle prescritte autorizzazioni.

La presente determinazione verrà inviata al proponente ed ai soggetti interessati di cui all’articolo 9 della L.R. 40/1998 e di cui all’art. 9 della legge 285/00.

Avverso la presente determinazione è ammesso ricorso al Tribunale amministrativo regionale entro il termine di sessanta giorni dalla piena conoscenza dell’atto ovvero ricorso straordinario al Presidente della Repubblica nel termine di centoventi giorni dalla piena conoscenza dell’atto.

Il Dirigente responsabile
Orazio Ruffino