Vetta

La presenza dei bivacchi e la loro diversa funzione. Un patrimonio strutturale da valorizzare e da recuperare

altI bivacchi alpini, nati nei primi anni venti del secolo scorso su impulso del CAI (Club Alpino Accademico Italiano) rappresentano oggi una presenza familiare e confortante, quasi amichevole, sulle nostre montagne.

La loro funzione, dapprima semplicemente utilitaristica e concepita allo scopo di “…fornire riparo ad alpinisti ed escursionisti…”, si è evoluta nel tempo sino a comprendere concetti ben più complessi e relativi a valori quali l’esperienza interiore del soggiorno in un posto isolato e lontano dalla civiltà.
Analogamente si è sviluppata l’esigenza di sicurezza e confort che, seppure in qualche modo in aperto contrasto con la voglia di esperienze “selvagge”, sono oggi istanze primarie permolti escursionisti che frequentano la montagna e quindi i bivacchi.
Tutto questo ha portato da una parte allo sviluppo di una attenzione architettonica e di compatibilità ecologica relativamente alle strutture dei bivacchi e dall’altra al ripensamento, da parte della proprietà di tali strutture, circa le dotazioni di cui necessita e le modalità di manutenzione.
Oggi l’età e le condizioni di molte delle strutture esistenti ci pongono forse di fronte a un bivio: mantenere le vecchie strutture con la filosofia con cui sono state concepite in origine o muoversi verso nuove strutture implementate con tecnologie d’avanguardia e dotate di confort anche estetici.
Al momento entrambe le posizioni contano numerosi e agguerriti sostenitori: un’occasione di proficuo e interessante confronto.