L'Alta Via Canavesana e il Sentiero di Caccia

Autore // Giovanni Castellana - Regione Piemonte

altI recenti lavori di recupero e sistemazione finanziati con la Misura 313 azione 1 del P.S.R. 2007-2013 sono stati realizzati dalla Comunità Montana Valli Orco e Soana e hanno riguardato l’Alta Via Canavesana e il Sentiero di Caccia. Questi sentieri fanno parte della fitta rete escursionistica offerta dal Parco Nazionale del Gran Paradiso, adatta ad escursionisti esperti e non,  con ogni ordine di difficoltà all’interno di un quadro paesaggistico di rara bellezza e maestosità.

In particolare la Comunità Montana è intervenuta sul tratto che collega la zona dei laghetti Losere, e il fondovalle dell'alpe Pilocca, in Comune di Ceresole Reale, con il rifugio Pontese nei pressi del Lago Teleccio in Comune di Locana, percorso che taglia le pendici nord della valle che ha avuto la sua genesi dall’azione erosiva attuata nel tempo dal Torrente Orco.

Sentieri che richiedono passione per la montagna e un po’ di allenamento, ma regalano scenari magnifici e soddisfazione in particolare a chi raggiunge le quote più alte, dove lo sguardo si apre sulle vallate vicine.

I meno avvezzi ai trekking impegnativi, grazie alle opere compiute, potranno più agevolmente riscoprire l’antica strada reale (sentiero n. 537) realizzata durante il "Regno Sabaudo", nella prima metà dell'ottocento, per consentire al Re di raggiungere le aree di caccia.

In questo tratto si trovano diversi interventi sui muretti a secco e sulle caratteristiche opere di attraversamento che impediscono alle numerose venute d’acqua di erodere il sentiero.

I lavori sono stati ottimamente realizzati e vanno al di là della semplice manutenzione, ma si possono considerare veri e propri recuperi e ricostruzioni di antiche tipologie caratteristiche del posto e di epoche ormai perdute.

Oltre alla manutenzione e l’implementazione della segnaletica lungo l’intero itinerario, si segnala un altro corposo insieme di interventi consistenti nella riapertura di un tratto franato e nella  manutenzione del sentiero che si inerpica fino alla bocchetta del Ger (detta anche del Ges) in Comune di Noasca.

Questi ultimi sono sicuramente più tradizionali ma sicuramente apprezzabili, in particolare per le difficoltà che hanno dovuto affrontare progettisti e operai, costretti a lavorare a quote elevate (da 2.500 fino a quasi 2.700 m s.l.m.) e su pendii rocciosi molto ripidi.

In sede di sopralluogo di verifica dei lavori eseguiti, complice la tersa e soleggiata giornata di fine ottobre, lasciate le macchine in località Balmarossa abbiamo iniziato a salire all’interno di un bosco misto. Lasciate le ultime rade betulle al limitare della fascia boscata si affronta la fascia dei pascoli, dove è meno agevole seguire il tracciato, ma la giornata serena non lasciava dubbi sulla direzione della meta da raggiungere.

In compagnia di diversi stambecchi e di qualche camoscio che faceva capolino un po’ più distante, lungo il sentiero 552 siamo saliti in direzione Gran Piano mentre sotto di noi, a discapito del nome, scorreva tranquillo l’Orco in fondo alla vallata, delimitata dalla catena di vette appena spolverate di neve nella notte.

Giunti al pianoro dominato dalla casa del Parco abbiamo approfittato di tavole e panche per fare una sosta al sole mentre attorno a noi tra l’erba scintillavano gli aghi di ghiaccio. Da qui il sentiero si inerpica sempre più ripido fino a quota 2.692 m di Bocchetta del Ger da dove si spalanca un nuova panorama sulle vallate limitrofe.

Il percorso è sicuramente impegnativo per dislivello e lunghezza, ma se la giornata consente di spaziare con lo sguardo la vista è sicuramente impagabile.

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