Intorno al Monviso alla riscoperta dell’antico “Tunnel del Sale” il progetto

Ripristino dello storico “Buco di Viso” e valorizzazione del Gran Tour del Monviso

Verso una soluzione di ripristino definitiva:

Il tunnel, tutt'ora ostruito in corrispondenza dell’uscita sul lato francese, continua a essere in qualche modo frequentato anche se in condizioni decisamente aleatorie: un’uscita di fortuna di tipo “speleologico” obbliga difatti gli escursionisti che vi si avventurano a guadagnare la luce sul lato francese in arrampicata; senza parlare della presenza, a volte fino a stagione inoltrata, di neve e ghiaccio che rendono il transito ancor più problematico, per cui, l’importanza di un passaggio in sicurezza che non obblighi a salire sul colle delle Traversette è ancor oggi, a distanza di 500 anni, di piena attualità.
Pertanto, la necessità di risolvere il problema del transito all'interno del tunnel in maniera definitiva, unita al contesto escursionistico in cui è inserito il “Buco di Viso” quale punto nodale di due itinerari di interesse internazionale come il Tour del Monviso e la Via Alpina hanno spinto la Regione Piemonte a lanciare un progetto transfrontaliero per il ripristino e la riqualificazione dell'opera. A tal scopo, la Regione Piemonte, par una convenzione transfrontaliera è stata sottoscritta nell’estate del 2013 tra Regione Piemonte, partner capofila, il Parco del Po, il “Parc Régional du Queyras”, la “Réserve Nationale Ristolas-Monviso e i comuni sui due versanti opposti di Crissolo e Ristolas.  Infine, tramite gara, é stato individuato un pool di professionisti locali, con esperienza in materia di lavori in quota, per la progettazione degli interventi in questione.

Il Progetto 
altAl fine di comprendere meglio gli interventi che si andranno a realizzare occorre suddividere il Buco di Viso in 3 parti: l’entrata italiana, il tunnel vero e proprio, scavato nella roccia naturale e il cunicolo in muratura artificiale al termine del quale vi é l’entrata sul lato francese.
Sul lato italiano i lavori sono di entità minore e consistono essenzialmente nella messa in sicurezza della parete rocciosa sovrastante l’entrata del tunnel mediante il disgaggio di alcuni blocchi considerati instabili e la posa di apposite reti a basso impatto visivo atte a trattenere eventuale materiale roccioso. L’interno del tunnel è invece rimasto pressoché intatto. E’ prevista solo la pulizia del suolo dai detriti in minima parte sulla parte italiana e in misura maggiore man mano che ci si avvicina all’uscita francese.
Il più dei lavori sono invece previsti, viste le criticità più in alto illustrate, sulla parte francese, e in modo particolare, mirano al rifacimento della galleria artificiale in muratura, raccordata con il tunnel naturale, che già storicamente aveva la funzione di preservare l’uscita da problemi di ostruzione.
Dopo aver valutato diversi scenari d’intervento si è optato infine per la soluzione che offriva le maggiori garanzie in termini di sicurezza, durata dell’opera e, in particolar modo, in termini d’impatto ambientale e visivo, tenendo conto che la parte francese del tunnel cade in una zona a doppia tutela ambientale: non solo ci troviamo nel “Parc Régional du Queyras” ma anche nella “Réserve Nationale Ristolas-Monviso” , zona a particolare tutela ambientale, gestita direttamente dallo Stato per cui il progetto, dopo una fase di condivisione con le autorità francesi (Prefettura e rappresentanti suddette aree protette) ha dovuto affrontare e superare l’esame di 2 commissioni composte di esperti a livello ambientale.
altL’intervento previsto mira quindi innanzitutto a risolvere in modo definitivo il problema dell’ostruzione sul lato francese, causata dalla perenne azione di spinta esercitata dalla conoide di deiezione sita sulla destra della galleria: sin dal principio si era copmpresa l’importanza di difendere l’uscita occidentale dall’ostruzione di pietrame e neve che, per effetto della morfologia del luogo e delle dinamiche dei venti tende a formare accumuli proprio in quel punto, prolungando artificialmente il tunnel naturale nella roccia viva tramite un cunicolo artificiale in muratura. Il passaggio però, da un lato non aveva la struttura adatta a resistere a lungo sotto la spinta di tali forze naturali, dall’altro non era abbastanza lungo da permettere di sbucare in una zona non più a rischio ostruzione.
Per ovviare a tali criticità si è quindi pensato di realizzare una galleria artificiale dalla struttura in cemento armato, sormontata da una volta prefabbricata che si prolungherà per circa 17 metri dall’uscita del tunnel naturale. Il tutto sarà infine ricoperto con materiale reperito in loco, compresa l’entrata, unico elemento che resterà chiaramente visibile dell’opera, la quale sarà realizzata in pietra a secco, reperita anch'essa sul posto. Degli appositi giunti elastici uniti ad sistema di drenaggio laterale elimineranno infine eventuali rischi di infiltrazioni verticali garantendo il corretto deflusso delle acque meteoriche.  alt A tale soluzione si è approdati passando inizialmente dall’idea di introdurre un tubo sider composto di più elementi; sono però successivamente emerse alcune criticità: il tubo essendo a sezione circolare avrebbe consentito di camminare soltanto al centro dando a chi lo percorreva un senso di chiusura poco gradevole senza contare che la sua posa avrebbe comportato volumi di scavo e movimentazioni decisamente più importanti.
La soluzione adottata consente in effetti di disporre, al contrario del tubo, di una buona larghezza per camminare agevolmente su un fondo che resta quello naturale e originale, senza rischi di scivolamento come potrebbe invece accadere su fondo metallico.
I lavori di realizzazione del cunicolo artificiale dovranno però essere armonizzati con le fasi di scavo della campagna archeologica prevista.

Il calendario degli interventi
altI lavori previsti dispongono di un arco temporale di realizzazione strettissimo, limitato essenzialmente alla stagione estiva. Oltre a sperare in condizioni meteo ottimali, sarà quindi necessario coordinare al meglio le varie fasi dell’intervento.
I lavori avranno inizio a fine giugno sul lato italiano con la messa in sicurezza della falesia soprastante l’imbocco del tunnel, dove la neve, per effetto di una migliore esposizione fonde prima, proprio come nell’antico doppio cantiere pre-rinascimentale. Anche all’epoca i lavori erano iniziati prima sul lato dell’alta valle Po per poi proseguire sul lato francese; ne è la prova il fatto che il tratto scavato a partire dal versante italiano è un po’ più lungo di quello scavato dal Queyras.
Solo a inizio agosto, dopo avere ultimato gli interventi sul lato italiano, si passerà sul versante francese dove i lavori termineranno a fine settembre- inizio ottobre, con il ricoprimento con materiale reperito i loco del cunicolo artificiale realizzato e infine la rimozione ultima e la pulizia della zona del cantiere.
Per ciò che concerne l’utilizzo di mezzi motorizzati per l’effettuazione dei lavori sarà necessario l’impiego dell’elicottero e di un escavatore-ragno.
Le rotazioni d’elicottero sono indispensabili per lo svolgimento di alcune operazioni tra luglio e agosto quali la preparazione dei 2 cantieri, quello base sul lato italiano, a Pian Mait, poco sotto l’imbocco del tunnel e quello sul lato francese, il trasporto del cemento che preparato a valle che dovrà in tempi estremamente rapidi essere utilizzato, della volta prefabbricata del tunnel, degli operai, a inizio di ogni settimana e dello stesso escavatore-ragno. Per rispettare inoltre la doppia area protetta sul lato francese l’elicottero non si poserà mai a terra verricellando pertanto tutto il materiale necessario.
Si cercherà tuttavia di contenere al massimo i sorvoli dell’elicottero sia a causa dei problemi legati all’impatto ambientale che allo scopo di contenere i costi.


Didascalia immagini (ordine dall'alto verso il fondo pagina)

- Foto n.1: entrata Buco di Viso sul lato italiano. E' evidente la faglia geologica che si diparte sulla sinistra del foro di entrata, utilizzata nell'apertura del 1480
- Foto n..2:e 3: simulazione del tunnel in progetto sul lato francese a lavori ultimati prima e dopo il ricoprimento con il materiale reperito in loco
- Foto n. 4:inquadramento cartografico del Buco di Viso


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