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Migranti: un tavolo permanente sul “decreto sicurezza”. Almeno 5.000 persone destinate a diventare irregolari

C’è preoccupazione in Piemonte per il futuro degli Sprar (la quarantina di centri gestiti dai Comuni che costituiscono oggi il sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati e di 5.000 persone oggi ospitate.

Per monitorare l’evoluzione della situazione e per discutere delle conseguenze del “decreto sicurezza” dopo l’approvazione in Consiglio dei ministri, il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, l’assessora all’Immigrazione, Monica Cerutti, il presidente dell’Anci, Alberto Avetta, ed i responsabili degli Sprar del Piemonte hanno concordato, durante una riunione alla quale hanno partecipato anche molti sindaci e assessori, sulla necessità di istituire un tavolo permanente. E’ anche stata espressa l’intenzione di proporre degli emendamenti allo stesso decreto che il Piemonte farà pervenire alla Conferenza delle Regioni, che l’assessora intende condividere con i parlamentari.

“Il decreto - annota Cerutti - prevede una riforma che di fatto smantella gli Sprar per come li conosciamo adesso. Perché non contempla più la possibilità di offrire ospitalità ai richiedenti asilo o a chi aveva ottenuto il permesso umanitario. D’ora in poi vi potranno essere ospitati solo i rifugiati e i minori non accompagnati. Inoltre, è prevista l’abrogazione stessa del permesso di soggiorno per motivi umanitari. Così, secondo i nostri dati, solo in Piemonte ci sono oggi almeno 5.000 persone che rischiano di diventare irregolari delle 10.380 accolte in questo momento nei Centri di accoglienza straordinaria. Alcuni di loro rischiano di finire per giunta con l’essere arruolati dalla criminalità organizzata”.

Quello piemontese è un modello di accoglienza diffusa che funziona, e che spesso uso come esempio quando mi capita di parlare di immigrazione - afferma Chiamparino - Non va dimenticato che l'esigenza di integrazione, che è la peculiarità del sistema Sprar, c'è e rimane per tutte le persone straniere che sono in Italia e che hanno diritto alla protezione o che sono in attesa di vederselo riconosciuto. Coinvolgeremo tutti i parlamentari piemontesi perché, in fase di conversione del decreto, apportino modifiche migliorative, anche in sintonia con quanto richiesto dall'Anci”.

Fino ad oggi le persone richiedenti asilo e rifugiate soggiornavano nei Centri di accoglienza straordinaria in attesa di valutazione da parte delle Commissioni per il riconoscimento dello status o di un passaggio alla seconda accoglienza (Sprar). In genere, qui dimoravano per un anno e mezzo. “Valutiamo, in base alla nostra esperienza, che la metà dei richiedenti asilo non otterrà con le nuove regole il permesso di soggiorno - fa presente Cerutti - Inoltre, se prima quelle a cui veniva rinnovato per motivi umanitari potevano stare abbastanza tranquille, adesso dovranno preoccuparsi, in quanto non sarà rinnovabile. Sembra irrealistico che possano essere rimpatriate, e quindi staranno per le nostre strade in balia dei criminali o nel migliore dei casi impiegati nel lavoro nero. Con l’aggravante che se prima i centri Sprar, gestiti dai Comuni, accompagnavano queste persone in un percorso di inclusione sul territorio, ora diverse migliaia di migranti non avranno più punti di riferimento”.

L’assessora rileva infine che “fino ad oggi, almeno qui in Piemonte, il sistema Sprar è stato gestito in modo virtuoso e ha consentito di lavorare bene all’inclusione di uomini e donne in diversi Comuni del nostro territorio. In due anni abbiamo più che raddoppiato le accoglienze, arrivando ad avere circa 2000 posti, attivati volontariamente dai Comuni piemontesi. Ma adesso è urgente riflettere insieme su quanto sta accadendo, sull’impatto sul territorio e su future iniziative da prendere per evitare il peggio”.

Author Gianni Gennaro Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.