Supplemento Ordinario n. 1 al B.U. n.
09
Codice DA1404
D.D. 3 ottobre 2008, n. 2283
L.R. 40/1998 − Fase di verifica della procedura di VIA inerente il progetto "Sistemazione Torrente Borbera localita' Rosano ed altre e Torrente Liassa in Comune di Cabella Ligure (AL)" presentato dal Comune di Cabella Ligure (AL), ricadente nella categoria progettuale Tip. B1 13 − Pos. 28/ver/2008. Esclusione del progetto dalla Fase di valutazione di cui all'art. 12 della L.R. 40/1998.
(omissis)
IL DIRIGENTE
(omissis)
determina
di ritenere che il progetto "Sistemazione Torrente Borbera loc. Rosano ed altre e Torrente Liassa in comune di Cabella Ligure (AL)", presentato dal Comune di Cabella Ligure (AL), sia escluso dalla fase di valutazione di cui all'articolo 12, per le ragioni dettagliatamente espresse in premessa e subordinatamente al rispetto delle seguenti condizioni, vincolanti ai fini dei successivi provvedimenti necessari alla realizzazione dell'intervento.
Condizioni di natura idraulica.
- Sulla base delle avvenute adozioni della variante al P.A.I. pubblicate sul BUR del 29/5/2008 che coinvolgono il T. Borbera, nonché di una perimetrazione RME interessante il concentrico di Cabella, il progetto definitivo dovrà essere redatto in funzione dei disposti delle norme di salvaguardia, in particolare dell'art. 38 delle N.T.A. del P.A.I. Inoltre dovrà essere prodotta una valutazione del beneficio prodotto dagli interventi sul T. Liassa rispetto al rischio attribuito alla perimetrazione RME.
- Intervento n.6 − si suggerisce d'approfondire il taglione a termine della nuova platea;
- Intervento n.7 − il posizionamento plano altimetrico della scogliera dovrà essere rivisto in funzione della morfologia esistente senza modifiche alle altimetrie; in corrispondenza della platea la quota di fondazione della scogliera dovrà essere adeguata alla profondità della stessa;
- Intervento n.8 − la difesa spondale a monte del ponte prevista con muro in c.a., dovrà essere dimensionata sulla base di verifiche idrauliche e tracciata tenendo conto delle indicazioni fornite dalla variante Pai, adottata recentemente; si rammenta che le difese al piede sono da dimensionare con portate a tempo di ritorno 30 anni. Inoltre la lunghezza della nuova difesa dovrà essere riveduta considerando il punto d'immorsamento prossimo alla strada ( circa 40 m); si valuti l'opportunità di mitigare la struttura la quale potrà essere rivestita in massi; ovvero costituita da scogliere.
- Interventi n.5 − la realizzazione di briglie in gabbioni, dovrà garantire la possibilità di manutenzione periodica delle stesse.
- Intervento n.11 − dovrà essere effettuata un'analisi idraulica dell'asta del T. Liassa con approfondimento del trasporto solido e del profilo di fondo al fine di mirare la progettazione degli interventi alla mitigazione e riduzione del rischio massimizzando la capacità di invaso delle pulsazioni torrentizie e la possibilità di intervenire con opere di manutenzione nonchè all'assenza di contrasto con le norme vigenti (RD 523/1904);
- Intervento n.13 − per il Rio di Casellina deve essere valutato l'impiego di tecniche di consolidamento spondale più consone alla formazione detritica interessata dai dissesti, previo intervento di preconsolidamento delle infrastrutture da proteggere; inoltre le opere dovranno essere raccordate alle esistenti (confluenza rio sponda dx t. Borbera);
- Intervento n.12 le platee di dissipazione dovranno essere disposte secondo la pendenza di stabilità del corso d'acqua e munite di taglione antiscalzamento al termine delle stesse.
- Si raccomanda di ripristinare prontamente al termine dei lavori le piste di cantiere realizzate.
- Condizioni di natura ambientale
- Poiché gli interventi in progetto interessano il torrente Borbera e altri corsi d'acqua minori, dovranno essere messe in atto durante le fasi di cantiere in alveo, tutte le cautele gestionali ed esecutive finalizzate al contenimento dei rischi in termini di possibile contaminazione e intorbidimento delle acque superficiali e soprattutto per evitare sversamenti accidentali di materiali. A tal fine dovrà essere predisposto un piano di intervento rapido per il contenimento e l'assorbimento di eventuali sversamenti accidentali che interessino le acque e/o il suolo.
- Prima dell'esecuzione degli interventi in alveo dovranno essere effettuate le operazioni di allontanamento dell'ittiofauna presente. In base a quanto disposto dall'articolo 12 della legge regionale n. 37 del 29 dicembre 2006 "Norme per la gestione della fauna acquatica, degli ambienti acquatici e regolamentazione della pesca", il recupero e la successiva reimmissione della fauna ittica dovranno essere autorizzati dalla Provincia di Alessandria e i costi di esecuzione di tali operazioni sono a carico del proponente.
- L'articolo 12 della l.r. 37/2006 dispone che i progetti relativi alla realizzazione, alla manutenzione straordinaria e alla ristrutturazione di opere trasversali che costituiscono un ostacolo agli spostamenti della fauna ittica prevedano, quale intervento di mitigazione, la costruzione di idonee scale di risalita per i pesci. Nell'ambito dell'intervento 6 sul torrente Borbera, si segnala pertanto la necessità di prevedere la costruzione e la successiva manutenzione di una rampa di risalita per l'ittiofauna in un settore della briglia esistente in cui sia garantito il deflusso minimo delle acque anche in condizioni di magra. In particolare il proponente dovrà valutare, anche in relazione alla dinamica del corso d'acqua, la possibilità di realizzare un sistema semi−naturale a bacini successivi attraverso il posizionamento di massi sporgenti in modo tale da creare dei dislivelli con altezza non superiore ai 20 − 30 cm e dovrà trovare idonea copertura finanziaria in modo da consentirne la realizzazione in concomitanza con l'esecuzione degli interventi previsti in progetto. Si ritiene che tale manufatto possa essere opportunamente collocato in un settore pressochè mediano della briglia. I bacini potrebbero essere sviluppati con tecniche costruttive analoghe a quelle previste per la formazione della platea di dissipazione dell'energia del corso d'acqua (massi cementati), costituendo un dedalo di bacini aventi le seguenti caratteristiche di riferimento:
dislivello tra i bacini < 0.3 m
larghezza dei bacini > 1.5 m
lunghezza di bacini > 2.5 m
profondità dei bacini > 1.0 m
I parametri di riferimento sono pertanto indicativi. Ai fini di un migliore inserimento paesaggistico ed ambientale i bacini dovranno avere sagoma irregolare e proporzioni diverse l'uno dall'altro. Occorre ricordare, sia ai fini della cantierizzazione sia della gestione di tali opere, che il periodo riproduttivo della fauna ittica individuata è indicativamente quello compreso tra maggio e luglio, pertanto in tale periodo dovranno essere evitate le interferenze del cantiere con l'ittiofauna. La manutenzione del corso d'acqua e delle infrastrutture dovrà invece essere predisposta al fine di garantire il deflusso delle acque nella scala/rampa di risalita proprio in tale periodo.
Al fine di renderne massima l'efficienza, il proponente potrà concordare le modalità realizzative e la definizione dei criteri costruttivi di tale struttura con le Direzioni regionali Agricoltura e Ambiente, che dovranno essere invitate a partecipare alla Conferenza di Servizi di approvazione del progetto definitivo.
- Al fine di ridurre al minimo gli impatti sulla fauna acquatica, durante l'esecuzione degli interventi in alveo le attività di escavazione e rimodellamento in alveo dovranno essere condensate nel più breve arco temporale possibile, in periodo di asciutta o di magra. Nel caso sia presente un flusso idrico persistente, dovrà essere garantito il deflusso delle acque attraverso la realizzazione di idonee opere provvisionali e il cantiere dovrà essere organizzato in modo da ridurre allo stretto indispensabile le tempistiche delle deviazioni del corso d'acqua e dei lavori in alveo. I lavori che interessano direttamente l'alveo del torrente Borbera, comprese le operazioni di scavo, non dovranno essere eseguiti nel periodo riproduttivo della fauna ittica presente nel tratto di corso d'acqua oggetto di intervento, che per i ciprinidi corrisponde al periodo tardo primaverile−estivo.
- Al termine dei lavori, l'alveo dovrà essere ripristinato in maniera tale da presentare caratteristiche morfologiche di naturalità (es. irregolarità planimetriche del fondo, presenza di materiale lapideo di pezzatura rappresentativa e caratterizzante) analoghe a quelle precedenti all'intervento, in modo da non determinare effetti di banalizzazione dell'alveo stesso che penalizzerebbero il rapido recupero delle caratteristiche dell'habitat originario.
- Il taglio della vegetazione arborea dovrà essere limitato al minimo indispensabile e dovrà essere effettuato preferibilmente nel periodo di riposo vegetativo. Dovrà inoltre essere posta particolare cura nella gestione della fase di cantiere al fine di evitare danneggiamenti agli alberi esistenti.
- Il proponente dovrà produrre una chiara progettazione onde rappresentare e collocare planimetricamente gli interventi di rinaturalizzazione e recupero ambientale previsti, con la preferenziale adozione di tecniche di Ingegneria Naturalistica, per la ricostruzione morfologica, il consolidamento e la sistemazione superficiale dei terreni, per il contenimento e la mitigazione dell'impatto ambientale e per il reinserimento paesaggistico dei luoghi alterati durante i lavori e delle infrastrutture edificate. Ai fini di una corretta valutazione qualitativa e quantitativa delle medesime, esse devono trovare riscontro negli elaborati relativi all'analisi prezzi e nel computo metrico del progetto definitivo, nonché negli allegati relativi alla definizione dei piani di manutenzione delle opere previsti ai sensi delle vigenti normative di legge. Le opere a verde dovranno essere eseguite nelle stagioni idonee (primavera ed autunno), utilizzando specie autoctone adatte alle condizioni stazionali. Al fine di garantire l'attecchimento del materiale vegetale utilizzato, il proponente dovrà prevedere un periodo di manutenzione di tali opere, da svolgersi almeno nell'anno successivo alla realizzazione delle stesse, che preveda la risemina delle superfici ove si sia verificato un mancato o un ridotto sviluppo della copertura erbacea e la sostituzione delle fallanze nell'ambito delle formazioni arboree ed arbustive eventualmente ricostituite.
- Gli inerti di scavo derivanti dalle operazioni di cantiere dovranno essere destinati prioritariamente al riutilizzo in loco: dovrà quindi essere limitato alle sole fasi di cantiere l'uso di aree di deponia temporanea; nel caso di smaltimento degli stessi o di altri materiali di rifiuto direttamente in discariche autorizzate ai sensi della normativa vigente, queste dovranno essere già esplicitamente individuate in fase progettuale definitiva.
- I siti destinati allo stoccaggio temporaneo del materiale necessario per la realizzazione delle opere o derivante dall'esecuzione degli interventi in progetto dovranno preferibilmente essere localizzati nell'ambito di superfici già degradate, evitando così di compromettere aree con un buon grado di naturalità.
- Relativamente a tutte le superfici acclivi dovranno essere valutati, a livello di progettazione, lo spietramento, il riporto di terreno fertile, nonché la protezione con reti in fibra naturale (juta) in funzione antierosiva.
- Ai fini della progettazione definitiva si dovrà prevedere che tutte le attività di sistemazione e recupero ambientale, nonché drenaggio delle superfici, dovranno procedere per lotti funzionali parallelamente all'avanzamento del cantiere, secondo un cronoprogramma che tenga conto della stagionalità delle opere a verde e della necessità di riposizionare nel più breve tempo possibile il materiale di scotico (piote erbose ecc.) precedentemente accantonato.
- Al termine dei lavori i cantieri dovranno essere tempestivamente smantellati e dovrà essere effettuato lo sgombero e lo smaltimento dei materiali utilizzati per la realizzazione dell'opera, evitando la creazione di accumuli permanenti in loco. Per quanto riguarda le aree di cantiere, quelle di deponia temporanea, quelle utilizzate per lo stoccaggio dei materiali, le eventuali piste di servizio realizzate per l'esecuzione dei lavori, nonché ogni altra area che risultasse degradata a seguito dell'esecuzione dei lavori in progetto, dovrà essere effettuato quanto prima il recupero e il ripristino morfologico e vegetativo dei siti.
- Visti i risultati della discussione tecnica relativa alle soluzioni progettuali adottate per le difese spondali, la progettazione definitiva dei lavori dovrà verificare ed adottare le soluzioni concordate, che idraulicamente e ambientalmente perseguono il miglior risultato in termini di resistenza alle sollecitazioni dinamiche e di rispetto della naturalità e fruibilità del corso d'acqua; si rammenta la stretta osservanza dei disposti del R.D. 523/1904 in materia di fasce di rispetto spondale, da cui consegue l'obbligo di evitare ogni tipo di infrastrutturazione delle sponde e di garantire la manutenzione della copertura erbaceo−arbustiva di nuova formazione
- La progettazione definitiva dovrà contenere un adeguato piano di manutenzione delle opere realizzate, con particolare riferimento a quelle di recupero e sistemazione idrogeologica ed i derivanti oneri economici dovranno trovare rispondenza nel progetto.
- Si raccomanda che nella progettazione definitiva delle opere di sistemazione e recupero siano coinvolti professionisti esperti nelle problematiche inerenti la rinaturalizzazione e il recupero ambientale dei siti, la sistemazione idrogeologica, nonché le tecniche di mitigazione, di inserimento paesaggistico e di Ingegneria Naturalistica nel rispetto della normativa vigente in materia di competenze professionali.
- Si raccomanda che le progettazione definitiva contenga specifiche previsioni e clausole dedicate alle modalità di realizzazione dei lavori e relative alla garanzia dei risultati delle opere a verde, intesa sia come garanzia di attecchimento del materiale vegetale che come periodo di manutenzione obbligatoria a seguito dell'ultimazione dei lavori
- Si suggerisce di verificare l'ammissibilità degli interventi previsti con le finalità di difesa del suolo contemplate dalla legge di finanziamento (fondi delibera CIPE n. 35/2005 −D.G.R. n. 27−3424 del 17/07/2006− e fondi delibera CIPE n. 3/2006 −D.G.R. n. 25−7148 del 22/10/2007), con particolare riguardo all'intervento di rifacimento della pavimentazione bituminosa della strada comunale Rosano − Dovanelli (nell'ambito dell'intervento 1) e agli interventi di monitoraggio del versante previsti in aggiunta a quelli propedeutici alla progettazione esecutiva. Per questi ultimi si suggerisce di rivederne l'estensione limitando gli stessi all'area a maggior rischio, per la quale allo stato attuale non sia possibile prescindere da un controllo finalizzato alla salvaguardia della pubblica e privata incolumità.
Per quanto attiene gli aspetti sismici, il progetto dovrà attenersi alle disposizioni del D.M. 14/01/08 e della C.P.G.R. n. 1/DOP/04;
Si stabilisce infine di affidare al Coordinamento VIA−VAS dell'ARPA Piemonte il controllo dell'effettivo recepimento e attuazione di tutte le prescrizioni ambientali contenute ai punti precedenti relative alla fase realizzativa dell'opera e conseguentemente che il proponente dia tempestiva comunicazione dell'avvio dei lavori al Coordinamento suddetto ed al Dipartimento ARPA di Alessandria.
Copia della presente determinazione verrà inviata al proponente ed ai soggetti interessati di cui all'articolo 9 della l.r. 40/1998 e depositata presso l'Ufficio di deposito progetti della Regione.
Avverso la presente determinazione è ammesso ricorso al tribunale amministrativo regionale entro il termine di sessanta giorni.
La presente determinazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 61 dello Statuto.
Il presente atto verrà inviato alla Direzione Regionale opere Pubbliche della regione Piemonte ai sensi della L.R. 23/2008.
Il Dirigente responsabile
Mauro Forno