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Bollettino Ufficiale n. 39 del 25 / 09 / 2008

Deliberazione della Giunta Regionale 9 settembre 2008, n. 22-9573

Linee di indirizzo in materia di consumerismo.

A relazione dell’Assessore Ricca:

Le iniziative che in ambito consumeristico l’Amministrazione regionale ha intrapreso nel corso del 2007 (per la maggior parte ancora in corso di realizzazione) hanno interessato gli aspetti della comunicazione e della formazione (DGR del 4 giugno 2007 n. 26-6049), dell’assistenza ai consumatori per il tramite delle associazioni di tutela e dell’educazione al consumo consapevole (DGR del 7 maggio 2007, n. 14 - 5821).

Non vi è dubbio che quella fra le iniziative realizzate che più ha suscitato interesse, sia per l’originalità dell’idea progettuale sia per la sua diffusa ricaduta a livello territoriale, è stata “La Scuola del Consumo Consapevole” volta a sensibilizzare capillarmente, attraverso la autorealizzazione di una rete laboratoriale presso alcune scuole regionali coordinate a livello centrale, il mondo studentesco sulle conseguenze (spesso occulte e celate) delle pratiche di consumo.

Per programmare le iniziative da realizzare nell’esercizio in corso occorre dunque partire dall’esigenza di salvaguardare e potenziare questa esperienza tenendo peraltro conto del fatto che le risorse finanziarie che ne hanno consentito l’avvio erano di provenienza statale mentre quelle che ne dovranno garantire la prosecuzione saranno - stante la perdurante incertezza sull’an, il quantum ed il quomodo di nuovi finanziamenti statali - certamente regionali.

Si tratterà allora, in primis, di colmare quelle lacune territoriali che ancora ne caratterizzano l’ordito e dunque di attivare nuove sedi in quelle province che ancora ne sono sprovviste (Vercelli, VCO e Alessandria) ma si tratterà anche di orientare più decisamente il network alla formazione di una “cultura del consumo” attenta e sensibile alle tematiche ambientali e sociali.

Appare infatti evidente a questo esecutivo che il ruolo delle Amministrazioni pubbliche in materia di consumerismo non possa più rimanere confinato in una logica “mercatistica”, cioè essere principalmente orientato al sostegno e alla tutela del contraente debole di un “rapporto di consumo” (ruolo questo da riconoscere e riconfermare alle associazioni di tutela), ma debba invece sostanziarsi nel sostenere, agevolare e diffondere un nuovo approccio al consumo, permeato ed intriso non più soltanto di calcoli di convenienza economica ma anche di sensibilità etico-sociale.

Se anche (e persino) il mondo imprenditoriale sta scoprendo che l’adeguamento a standard di comportamento etico-sociali e l’adesione a programmi internazionali e comunitari che certificano e favoriscono la diffusione di best practices arrecano vantaggi apprezzabili sul piano economico, risulterebbe perlomeno paradossale che le politiche pubbliche, anziché incentivare e irrobustire lo sviluppo dei processi di responsabilizzazione etico-sociale che sul versante consumeristico quel fenomeno hanno contribuito (in misura non secondaria) a determinare, rimanessero al riguardo inerti e passive. Risulta allora fondamentale che quell’idea-guida posta alla base della Scuola del Consumo Consapevole (vale a dire l’enfatizzazione e valorizzazione del ruolo attivo del consumatore) non soltanto venga ulteriormente qualificata e connotata sotto l’aspetto etico-ambientale ma soprattutto che venga declinata anche al di fuori del mondo scolastico.

Basti pensare a quali siano i margini di sensibilizzazione rinvenibili su questi temi all’interno della Pubblica Amministrazione e quali effetti virtuosi- anche di carattere emulativo - potrebbero derivare dall’introduzione, al suo interno, di regole e pratiche contrattuali che si dimostrassero rispetto ad essi sensibili privilegiando, ad esempio, “consumi” ethically correct ovvero soltanto prediligendo (pur nel pieno rispetto della concorrenza) imprese che risultino in possesso di certificazione ambientale e sociale.

Dunque l’allargamento del contesto di sensibilizzazione (non più soltanto scolastico) e della platea dei destinatari dell’attività di formazione (da individuare soprattutto all’interno della Pubblica Amministrazione) dovranno fare della Scuola del Consumo Consapevole una struttura organizzativa “plurale” capace di parlare linguaggi diversi a soggetti diversi.

Di qui l’esigenza, da un lato, di recuperare alla Regione il ruolo e la funzione del Centro di documentazione (oggi allocato presso la Scuola di Amministrazione Aziendale) inteso non più soltanto quale luogo di accumulazione del sapere ma come motore di meccanismi di integrazione e sintesi positiva delle iniziative che si svilupperanno nei diversi ambiti e, dall’altro, di attribuire a soggetti distinti, ciascuno individuato per la sua specifica vocazione istituzionale, le distinte fasi attuative.

Poiché fra gli organismi a cui la Regione partecipa se ne annoverano di grande ed indiscusso prestigio la cui mission si attaglia perfettamente alle esigenze evidenziate, pare naturale rivolgersi preferenzialmente al COREP (Consorzio per la Ricerca e l’Educazione Permanente) per l’attività di formazione ed all’Associazione “ Museo A come AMBIENTE” per il completamento degli interventi nell’area scolastica.

Un arricchimento del patrimonio conoscitivo della Scuola potrà poi conseguire dall’acquisizione degli esiti dell’affidamento ad IRES (Istituto Ricerche Economico Sociali del Piemonte) di una attività di ricerca e approfondimento (dal punto di vista economico-sociale) su quelle pratiche di consumo “alternativo” capaci di coniugare l’attenzione alle problematiche sociali ed ambientali con l’intento di conseguire un risparmio di spesa. Ci si intende riferire a quell’insieme eterogeneo di comportamenti più o meno strutturati (quali i gruppi di acquisto solidali, il cohousing, il car sharing, il microcredito, il fair trade, ecc.), che si possono accomunare in un giudizio valoristico di “sobrietà” e che possono essere considerati, a valido titolo, riferimenti utili nel tentativo di perseguire una maturazione della società verso obiettivi di maggiore responsabilità e sensibilità.

In una contingenza economica quale quella attuale, che appalesa un trend che molti economisti non esitano a definire di declino “strutturale” del potere di acquisto delle classi a reddito fisso, appare utile vagliare la praticabilità e l’effettiva utilità di politiche pubbliche che le agevolino e valorizzino in funzione di un loro utilizzo a sostegno delle fasce più deboli della popolazione.

In particolare merita prioritaria attenzione l’esperienza dei gruppi di acquisto locali che potrebbe rappresentare, in contesti selezionati e circoscritti, un utile strumento di contrasto al caro vita nonché di valorizzazione delle piccole produzioni agro-alimentari presenti sul territorio.

A quest’ultimo proposito e così concludendo l’illustrazione degli indirizzi in materia consumeristica per l’anno in corso appare opportuno che l’attività di comunicazione si collochi nell’alveo e quale ideale continuazione di quella campagna (già iniziata) tesa alla valorizzazione delle produzioni agricole locali e stagionali, cercando tuttavia di utilizzare strumenti capaci di coinvolgere e sensibilizzare direttamente quegli interlocutori (in primis gli insegnanti) più naturalmente propensi a diffondere il messaggio ed arricchirne il significato.

Così definiti gli indirizzi fondamentali a cui attenersi nell’elaborazione delle strategie di intervento regionale in ambito consumeristico per l’anno 2008 e dato atto che essi vengono ad ovviare alla mancanza del programma triennale di attività 2008-2010 di recente sottoposto (DGR n. 21-9572 del 9.09.2008) dalla Giunta regionale (previo parere favorevole della Consulta per la Tutela del Consumatore) all’approvazione del Consiglio Regionale, con i cui contenuti peraltro risultano coerenti,

la Giunta regionale, ad unanimità dei voti espressi,

vista la L.R. 21/1985 s.m.i.;

visto l’art. 16 della L.R. 23/2008;

vista la D.G.R. n. 21-9572 del 9.09.2008;

delibera

- di formulare gli indirizzi, come descritti nella premessa del presente atto, a cui le strutture competenti dovranno attenersi nell’attuazione degli interventi regionali in ambito consumeristico.

La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 61 dello Statuto e dell’art. 14 del D.P.G.R. n. 8/R/2002.

(omissis)