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Supplemento Ordinario n. 1 al B.U. n. 30

Deliberazione della Giunta Regionale 21 luglio 2008, n. 29-9248

Programma d’Azione per il Re-Impiego di lavoratori svantaggiati P.A.R.I. 2007 - modalita’ di attuazione programmazione e riparto fondi. Spesa prevista euro 3.968.929,36 sul capitolo 147900 del bilancio 2008.

A relazione dell’Assessore Migliasso:

Visto il decreto direttoriale n. 1844 del 27.09.2007, con cui è stato approvato il programma “P.A.R.I. 2007 - Programma d’Azione per il Re-Impiego di lavoratori svantaggiati”;

vista la nota del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, Direzione Generale degli Ammortizzatori Sociali e Incentivi all’Occupazione prot. n. 14/0013314 del 5.12.2007, di comunicazione del trasferimento della somma di euro 3.968.929,36, da utilizzare dalla Regione Piemonte per realizzare azioni di politiche attive del lavoro volte a sostenere lavoratori in condizioni di precarietà e/o disoccupati a seguito delle crisi del territorio regionale;

vista la nota del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, Direzione Generale degli Ammortizzatori Sociali e Incentivi all’Occupazione prot. n. 14/0000596 dell’ 11.01.2008, con cui veniva comunicato lo stanziamento di nuove risorse finanziarie, ancora da quantificare, per l’attuazione del progetto P.A.R.I. 2007, e l’invito a predisporre un’adeguata programmazione territoriale, avvalendosi dell’assistenza tecnica di Italia Lavoro;

vista la nota del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, Direzione Generale per le Politiche per l’Orientamento e la Formazione, prot. n. 17/VI/0002357 del 24.01.2008, di autorizzazione all’utilizzo per la Programmazione P.A.R.I. 2007 di eventuali risorse residue dalla precedente programmazione, per la realizzazione di percorsi formativi sottoforma di voucher o doti;

considerato che le risorse residue dalla precedente programmazione per la realizzazione di percorsi formativi sottoforma di voucher o doti, risultano essere pari ad euro 1.226.000,00, e sono già disponibili in quanto in dotazione ad Italia Lavoro;

vista la nota del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, Direzione Generale degli Ammortizzatori Sociali e Incentivi all’Occupazione prot. n. 14/0002313 del 14.02.2008, di trasmissione della convenzione, per la realizzazione di politiche attive del lavoro e nel settore dell’assistenza familiare;

vista la nota del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, Direzione Generale degli Ammortizzatori Sociali e Incentivi all’Occupazione prot. n. 14/0002470 del 20.02.2008, con cui sono state rese disponibili per la Regione Piemonte risorse pari ad euro 800.000,00, come prima tranche per i contributi all’inserimento di lavoratori svantaggiati;

vista la DGR 48-8300 del 25.02.2008 di approvazione dello schema di convenzione tra il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e la Regione Piemonte per l’utilizzo della somma di euro 3.968.929,36 trasferiti dal Ministero da utilizzare per programmi di azioni di politica attiva del lavoro, con priorità per le misure volte a sostenere l’emersione ed il riconoscimento sociale del lavoro di assistenza familiare;

considerato che in merito alla Programmazione P.A.R.I. 2007, è stata data comunicazione alla Commissione Regionale per l’impiego nella seduta del 19.12.2007 ed al Comitato al lavoro nella seduta del 10.04.2008;

vista la proposta di programmazione regionale del Programma d’Azione per il Re-Impiego di lavoratori svantaggiati, predisposta con l’assistenza tecnica di Italia Lavoro, allegato A, parte integrante alla presente deliberazione, trasmessa per l’approvazione al Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale con nota prot. n. 771/UC/wel dell’8.05.2008;

considerata la necessità di procedere alla ripartizione delle risorse stanziate dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e dalla Regione Piemonte da destinare alle Province per l’attuazione della Programmazione P.A.R.I. 2007, al fine di procedere alla liquidazione;

vista la legge regionale 11 aprile 2001, n. 7: “Ordinamento contabile della Regione Piemonte”;

vista la legge regionale 23/05/2008, n. 12: “Legge finanziaria regionale per l’anno 2008";

vista la legge regionale 23/05/2008, n. 13: “Bilancio di previsione per l’anno 2008 e pluriennale per gli anni 2008/2010";

vista la legge regionale 8 agosto 1997, n. 51 relativamente alle funzioni dell’Organo di direzione politica;

vista la deliberazione della Giunta regionale n. 3-8950 del 16.6.2008 di approvazione del programma operativo dei Direttori regionali per l’anno 2008, con la quale sono stati assegnati euro 3.968.929,36 sul capitolo 147900 del bilancio 2008 per la realizzazione del Programma d’Azione per il Re-Impiego di lavoratori svantaggiati P.A.R.I. 2007;

la Giunta Regionale, a voti unanimi, resi ai sensi di legge,

delibera

Di approvare il Programma d’Azione per il Re-Impiego di lavoratori svantaggiati, P.A.R.I. 2007, allegato A, parte integrante alla presente deliberazione, con gli obiettivi e le modalità in esso indicate, trasferendo le risorse finanziarie necessarie per la realizzazione alle Province, con le modalità che saranno individuate in un successivo atto dirigenziale.

Di stabilire che le risorse pari ad euro 3.968.929,36, siano utilizzate per programmi di azioni di politica attiva del lavoro, e per sostenere l’emersione ed il riconoscimento sociale del lavoro di assistenza familiare, come stabilito dalla convenzione sottoscritta tra il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, Direzione Generale degli Ammortizzatori Sociali e Incentivi all’Occupazione e la Regione Piemonte, repertorio n. 13348 del 5.03.2008.

Di stabilire che le azioni saranno realizzate in accordo con i Centri per l’Impiego provinciali, suddivisa per Provincia come indicato in progetto, allegato A, parte integrante alla presente deliberazione.

Di stabilire che la quota di 800.000,00 euro, resa disponibile dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, di contributo all’inserimento di lavoratori svantaggiati ed in mobilità (l. 236/93) inseriti in percorsi di reimpiego, come sostegno al reddito o incentivi alle imprese, ed alla successiva integrazione che si rendesse necessaria fino al raggiungimento della richiesta di progetto pari ad euro 1.575.000,00, come di seguito indicato sarà erogata dall’INPS regionale, stipulando apposita convenzione con la Regione Piemonte:



Interventi su soggetti svantaggiati e mobilita’ L. 236/93

Province    Fondo Ministeriale complessivo    Fondo Ministeriale prima tranche disponibile
Alessandria    135.000,00    68.571,43
Asti    135.000,00    68.571,43
Biella    135.000,00    68.571,43
Cuneo    225.000,00    114.285,71
Novara    180.000,00    91.428,58
Torino    540.000,00    274.285,71
Verbano Cusio Ossola    90.000,00    45.714,28
Vercelli    135.000,00    68.571,43
Totale    1.575.000,00    800.000,00



Di stabilire che Italia Lavoro gestisca le risorse del programma P.A.R.I. indicate come voucher o doti formative, nel rispetto delle regole previste dalla Formazione Professionale della Regione Piemonte; qualora la richiesta di intervento risultasse essere superiore alla attuale disponibilità residua dalla precedente programmazione per euro 1.226.000,00, venga fatta richiesta di integrazione al Ministero, fino al raggiungimento della somma di euro 1.400.000,00, come indicato in progetto, vista anche la nota del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, Direzione Generale per le Politiche per l’Orientamento e la Formazione, prot. n. 17/VI/0002357 del 24.01.2008.

Di stabilire che al riparto per le azioni di ricollocazione della somma di euro 2.368.929,36, si è provveduto prendendo come riferimento i dati sui lavoratori in mobilità e in CIGS, relativi alle Province come segue:

Provincia    Mobilita’    Cigs    Totale    Riparto
Alessandria    2.748    394    3.142    204.634,64
Asti    1.328    309    1.637    106.615,82
Biella    1.973    1.724    3.697    240.781,12
Cuneo    1.865    546    2.411    157.025,51
Novara    2.055    1.001    3.056    199.033,58
Torino    16.071    4.061    20.132    1.311.172,73
Verbano Cusio Ossola    543    306    849    55.294,34
Vercelli    1.320    129    1.449    94.371,62
Totale    27.903    8.470    36.373    2.368.929,36



Di stabilire il riparto per la sperimentazione sull’assistenza familiare, disponendo che lo stanziamento sia destinato per le azioni di sostegno al reddito ed incentivi ed alle azioni e servizi, come di seguito indicato:



Sperimentazione assistenza familiare

Provincia    Fondo sostegni al reddito / incentivi    Fondo azioni e servizi    Totale
Alessandria    108.000,00    20.000,00    128.000,00
Asti    108.000,00    20.000,00    128.000,00
Biella    108.000,00    20.000,00    128.000,00
Cuneo    135.000,00    25.000,00    160.000,00
Novara    108.000,00    20.000,00    128.000,00
Torino    621.000,00    115.000,00    736.000,00
Verbano Cusio Ossola    54.000,00    10.000,00    64.000,00
Vercelli    108.000,00    20.000,00    128.000,00
Totale    1.350.000,00    250.000,00    1.600.000,00



Di consentire alle Province, la possibilità di compensare le somme assegnate per gli interventi programmati qualora si rendesse necessario, rimanendo invariato il totale assegnato, in base all’effettivo fabbisogno verificato da parte delle Province stesse.

Di stabilire che la sperimentazione sia collegata ad obiettivi coerenti con le indicazioni del POR 2007/2013, sostenendo:

- l’integrazione tra azioni di politica attiva del lavoro ed azioni formative, in particolare nell’ambito delle attività finalizzate alla formazione individuale, poiché evidenzia la necessità di massima integrazione tra i servizi per l’impiego, i servizi di formazione professionale ed i servizi volti alla tutela delle pari opportunità. Tale integrazione deve prevedere l’individuazione e l’utilizzo in via sperimentale di risorse gestite in modo integrato da destinare alle azioni formative rivolte ai soggetti in cerca di occupazione.

- l’integrazione con le azioni di tutela e promozione delle pari opportunità per tutti individuando risorse specifiche per la conciliazione di sostegno alla partecipazione a percorsi di adeguamento dell’occupabilità, di inserimento o reinserimento nel mercato del lavoro di soggetti, in particolare donne, con carichi di cura familiare e parentale.

Di stabilire che con riferimento alla sperimentazione del libretto formativo e della certificazione delle competenze acquisite, gli interventi su quest’area sono da considerarsi funzionali e di supporto alla definizione di percorsi formativi e profili professionali.

Di approvare lo schema di Convenzione, proposto dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, per la realizzazione del programma “P.A.R.I. 2007 - Programma d’azione per il Re-Impiego di lavoratori svantaggiati” così come indicato nell’allegato B parte integrante alla presente deliberazione.

Di autorizzare il Direttore regionale della Direzione Istruzione, Formazione Professionale e Lavoro, Dott. Ludovico Albert alla firma della Convenzione oggetto del presente provvedimento, così come indicata nello schema allegato alla presente deliberazione, nonché dei relativi atti.

Alla spesa di euro 3.968.929,36, si fa fronte con le risorse assegnate con Deliberazione della Giunta Regionale n. 3-8950 del 16.6.2008, sul capitolo 147900/08 del bilancio 2008, Assegnazione n. 100674.

La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 61 dello Statuto e dell’art. 14 del D.P.G.R. 8/R/2002.

(omissis)

Allegato

PARI 2007

Programma d’Azione per il Re-Impiego di lavoratori svantaggiati

PROPOSTA REGIONE PIEMONTE

1 LA RIPROGETTAZIONE DEL PROGRAMMA PARI 2007 PER IL PIEMONTE

1.1 PROGRAMMI DI POLITICA ATTIVA DEL LAVORO DELLA REGIONE PIEMONTE E SPERIMENTAZIONE CON IL MINISTERO DEL LAVORO

Il Ministero del lavoro e la Regione Piemonte hanno firmato il 29 Febbraio 2008 una convenzione che assegna risorse per 3.968.929,36 euro per programmi di politica attiva del lavoro con priorità per le misure volte a sostenere l’emersione ed il riconoscimento sociale del lavoro di assistenza familiare. I programmi saranno realizzati dalle province attraverso lo sviluppo di azioni e servizi integrati dedicati, con il coordinamento della Regione Piemonte.

Queste risorse saranno utilizzate in sinergia con quelle assegnate ad Italia lavoro per il Programma PARI 2007.

Una comunicazione sull’utilizzo di queste risorse e sulla riprogettazione di PARI in Piemonte è stata fatta dalla Regione alle Parti sociali (Commissione Regionale per l’impiego del 19/12/2007) ed alle province e alle rappresentanze istituzionali degli enti locali (Comitato al lavoro del 10/4/2008).

In definitiva le risorse a bilancio della Regione Piemonte e quelle destinate al Programma PARI convergeranno in un’unica dimensione programmatica ed operativa.

1.2 IL PROGRAMMA P.A.R.I. 2007 IN PIEMONTE

Con Decreto direttoriale del 27 settembre 2007, viene approvata la convenzione tra Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale - Direzione Generale Ammortizzatori sociali e incentivi all’occupazione - ed Italia Lavoro s.p.a., per l’affidamento di risorse destinate allo sviluppo del Programma P.A.R.I. 2007 - Programma d’Azione per il ReImpiego -. Il Programma prevede la realizzazione di azioni concordate sul territorio con le Regioni, finalizzate al potenziamento delle politiche occupazionali a favore di soggetti che hanno difficoltà ad inserirsi o reinserirsi nel mercato del lavoro.

Seguendo la logica integrativa degli interventi posti in opera, in sinergia con i programmi e le linee strategiche della Regione e d’intesa con le Province, che hanno competenza nell’organizzazione dei servizi e degli interventi territoriali, rispondendo alla necessità di proseguire con azioni mirate per far fronte alla crisi complessiva, P.A.R.I. 2007 in Piemonte si propone di sostenere azioni di ricollocazione e azioni sperimentali di welfare-to-work su target specifici, in conformità con quanto già attuato con la progettazione 2005-2007.

Seguendo infatti la logica di complementarietà, nel 2005 il programma P.A.R.I. è stato coprogettato e sviluppato territorialmente, andando a rafforzare ed integrare azioni e servizi specifici soprattutto nell’ambito della ricollocazione.

La finalità complessiva è di rafforzare gli interventi di ricollocazione per rispondere ad una emergenza complessiva, arrivando a strutturare un sistema integrato in grado di rispondere tempestivamente alle situazioni di crisi, con un obiettivo il più possibile anticipatorio: attraverso la costruzione di un dialogo tra istituzioni, servizi e sistema delle imprese, si intende infatti costruire un percorso virtuoso in grado di intervenire prima che le situazioni di crisi abbiano completato il loro corso.

I bacini di intervento individuati con le Parti sociali sono quelli delle crisi con definizione di esuberi, con riferimento al ricorso all’utilizzo della Cassa integrazione straordinaria e in deroga, per i quali viene definito un percorso di ricollocazione in raccordo con i servizi pubblici per l’impiego locali e il sistema della formazione professionale. Una parte del Programma si rivolge anche a soggetti svantaggiati privi di ammortizzatori sociali, ai quali verrà offerto un servizio integrato di welfare-to-work per favorire il loro reinserimento nel mercato del lavoro.

Inserito in una programmazione articolata della Regione, ad integrazione ed in continuità con i programmi già avviati, si pensi al Progetto Piemonte, all’articolazione dei Por e dei progetti Equal attivati sui diversi territori, il Programma P.A.R.I. vuole continuare a contribuire a rinforzare la logica di sperimentare politiche del lavoro centrate sul welfare attivo, in risposta agli obiettivi definiti dalla Strategia di Lisbona e nell’ambito del confronto sulla riforma degli ammortizzatori sociali e sulla creazione di un modello funzionale alla loro gestione.

Il finanziamento a disposizione verrà quindi utilizzato per sostenere: azioni per l’incrocio domanda/offerta, forme di sostegno al reddito per i soggetti svantaggiati privi di ammortizzatori sociali, incentivi alle imprese, sviluppo di strumenti e servizi dedicati.

Obiettivi generali

Rinforzare ed incrementare sul territorio del Piemonte interventi di welfare to work che coniughino politiche passive e politiche attive a favore degli interventi di ricollocazione e dell’inserimento/reinserimento di lavoratori svantaggiati, anche in funzione della riforma degli ammortizzatori sociali, attraverso:

* lo sviluppo di luoghi di governance delle politiche attive del lavoro, che favoriscano la cooperazione fra attori istituzionali, l’integrazione e l’attivazione di politiche e risorse

* il potenziamento dei servizi per il lavoro, anche in funzione della riforma degli ammortizzatori sociali

* la realizzazione di azioni di reimpiego in un’ottica preventiva o curativa, finalizzate al rientro nel mercato del lavoro di persone che percepiscono ammortizzatori sociali o altri sussidi e all’aumento dell’occupazione di specifici target di popolazione - giovani, donne, over 50, stranieri

* il monitoraggio dei lavoratori percettori di ammortizzatori sociali e di altri sussidi e della relativa spesa

* la promozione di un sistema di monitoraggio quanti-qualitativo in quanto strumento utile alla rilevazione e revisione, in tempo reale, degli interventi proposti

* lo sviluppo di politiche di contrasto alle crisi e alle pre-crisi

Obiettivi specifici

* Potenziare coordinamento della Regione costituito nel corso della prima fase del programma, prevedendo anche rappresentanti delle politiche formative e sociali, rafforzandone la funzione di governance delle politiche attive del lavoro a livello locale

* Implementare forme di raccordo sistematico fra Tavolo regionale di governance, tavoli preposti alla stipula degli accordi di concessione degli ammortizzatori sociali e Inps regionale

* Garantire presso i Centri per l’Impiego un sistema di monitoraggio delle crisi e delle pre-crisi - aziendali, settoriali e territoriali - attive sul territorio della Regione Piemonte, curandone il rapporto con il sistema informativo regionale

* Rinforzare il sistema di monitoraggio, volto a verificare l’andamento, la qualità e l’efficacia di tutti gli interventi di politica del lavoro che si realizzano sul proprio territorio

* Rinforzare il sistema di indicatori per un monitoraggio delle azioni che garantisca la tracciabilità individuale dei percorsi attivati, la rilevazione dei dati per una verifica costante e una eventuale riprogettazione in itinere

* Sostenere la realizzazione di azioni di reimpiego finalizzate a ridurre al minimo i tempi di permanenza fuori dal mercato del lavoro, prevedendo la sperimentazione di interventi estesi a tutti i percettori di sostegno al reddito, che anticipino la riforma degli ammortizzatori sociali

* Sostenere la realizzazione di azioni indirizzate: a) al rientro delle donne nel mercato del lavoro, con attenzione alla specificità di genere e della necessità di conciliazione e condivisione dei tempi di vita; b) a sostenere l’occupazione e il miglioramento dell’occupabilità degli over 50; c) alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro dei giovani con carriere discontinue; d) a sostenere l’occupazione e il miglioramento dell’occupabilità attraverso azioni che favoriscano l’emersione dal lavoro nero dei lavoratori stranieri

* Sostenere la capacità dei Centri per l’Impiego della Regione ad attivare servizi di ricollocazione rivolti ai lavoratori percettori di ammortizzatori sociali e altri sostegni al reddito, anche con il concorso di operatori privati del mercato del lavoro

* Potenziare il raccordo fra Centri per l’Impiego e Inps, mediante la definizione e l’implementazione di flussi di comunicazione sistematica inerenti ai lavoratori percettori di sostegni al reddito

2 DESTINATARI DIRETTI DEGLI INTERVENTI

Il bacino complessivo di intervento sarà di circa 1400 persone, di cui 800 tra i percettori di ammortizzatori sociali (provenienti da situazioni di crisi aziendali, fallimenti e chiusura unità produttive, mobilità ordinaria o giuridica, indennità di disoccupazione), e 600 tra soggetti svantaggiati non percettori di reddito ( tra questi soggetti la quota prevalente è rappresentata da assistenti familiari).

Si propone di seguito una distribuzione indicativa degli interventi che verranno concordati e definiti in accordo fra la Regione e le Province coinvolte ad integrazione delle azioni già implementate o previste sui territori:



    N. CPI coinvolti    Interventi su percettori di    Interventi su
        ammortizzatori sociali    soggetti Svantaggiati
Alessandria    5    100    60
Asti    1    80    50
Biella    1    150    50
Cuneo    3    100    90
Novara    2    120    80
Torino    4    200    200
Vco    1    —    30
Vercelli    2    50    40
Totale    19    800    600



3. STRUMENTI, DOTI E INCENTIVI

La logica integrativa dell’intervento, con i programmi e le linee strategiche delle istituzioni locali, ha permesso di inquadrare le azioni del Programma PARI all’interno della specifica programmazione delle politiche attive del lavoro della Regione Piemonte, e più in generale degli interventi sulle crisi aziendali del territorio, permettendo di ampliare gli strumenti di reimpiego e il sistema delle convenienze per i lavoratori percettori di ammortizzatori sociali, anche attraverso l’attività di assistenza tecnica ai CPI fornita da Italia Lavoro.

Dote formativa

La dote formativa si compone di due strumenti tra loro integrati: la dote formativa PARI e il voucher alla persona della Regione Piemonte:

a) dote formativa PARI: è uno strumento integrativo messo a disposizione dal Programma PARI, rispetto alle misure già presenti sui territori per migliorare l’occupabilità delle persone (Voucher formativi), inteso come dote personale da utilizzare nelle diverse modalità previste, di valore massimale pari a 1.000 euro (per tutti i 1400 utenti potenziali), nel rispetto dei parametri utilizzati dalla Regione Piemonte.

b) voucher alla persona: è lo strumento ordinario della Regione Piemonte per la formazione, che si configura nell’ambito delle azioni a favore di persone, quale sostegno alla partecipazione ad azioni di politica del lavoro e di inserimento lavorativo. Il voucher è un bonus spendibile per l’accesso ai servizi pubblici e privati mediante il quale viene autorizzato il rimborso delle spese sostenute e regolarmente documentate, fino a un massimo di 1.000 euro a persona (disponibile anche per tutti i 1400 utenti potenziali di questo Programma).

Il Programma PARI mette quindi a disposizione di ogni persona coinvolta nei progetti di reimpiego una dote formativa, di valore complessivo pari a 2.000 euro, nel rispetto dei parametri utilizzati dalla Regione Piemonte.

Essa sarà disponibile per tutti i lavoratori che abbiano formalmente aderito, attraverso la firma del Patto di servizio, al programma di reinserimento e avrà lo scopo di consentire al lavoratore stesso l’accesso ad un percorso di adeguamento delle competenze flessibile e modulabile, legato allo specifico progetto di inserimento individuato con e per il lavoratore. L’erogazione della dote formativa è infatti vincolata alla formulazione di un piano di azione individuale condiviso tra l’operatore del reimpiego e il lavoratore. Ad integrazione degli strumenti già messi a disposizione dalla formazione professionale, e sempre nel rispetto dei parametri della Regione Piemonte, verranno definite le diverse modalità di utilizzo, a seconda delle esigenze emerse, a partire da quelle già sperimentate:

a) voucher formativi, come contributo assegnato ai singoli individui per attività di formazione professionale legate alle azioni di re-impiego, da spendere presso Enti di Formazione riconosciuti e/o accreditati o in azienda per periodi di specializzazione, ove previsto dalle singole offerte formative regionali;

b) doti formative, come contributo da utilizzare in azienda per azioni di adattamento al lavoro (adattamento delle competenze), finalizzate all’assunzione del lavoratore e sempre inerenti le azioni di reimpiego;

c) voucher integrativi, come contributo assegnato ai singoli individui per sostenere spese accessorie (rimborso spese per viaggi, pranzi, etc..) inerenti la partecipazione a percorsi formativi e/o tirocini, già iniziati o da cominciare “ex novo”, (inerenti le azioni di re-impiego) e finanziati con risorse previste nell’ambito di altri progetti regionali o provinciali.

d) Indennità di tirocinio finalizzato all’assunzione, come contributo al lavoratore a fronte della sua partecipazione a un tirocinio formativo o di orientamento in azienda, o vanno all’azienda quale rimborso in ragione delle spese sostenute per oneri sociali o tutoraggio.

Incentivi alle imprese per l’inserimento di lavoratori provenienti dai bacini percettori di ammortizzatori sociali

Il sistema delle convenienze per i lavoratori percettori di ammortizzatori sociali sia avvarrà anche di risorse destinate alle imprese per incentivi all’assunzione che verranno messe a disposizione dalla Regione.

Sostegno al reddito e contributi all’inserimento per persone non percettrici di ammortizzatori sociali

A supporto delle azioni di ricollocazione rivolte ai destinatari che non siano percettori di indennità o sussidi legati allo stato di disoccupazione o inoccupazione saranno erogati contributi all’inserimento.

In particolare, nell’ambito della presente proposta progettuale, i contributi al reinserimento saranno erogati ad un max di 600 destinatari appartenenti in particolare al target delle assistenti domiciliari che aderiscano al percorso di reinserimento. Il contributo sarà pari a complessivi 4.500 euro, erogati in tranches mensili di euro 450, per un periodo non superiore ai 10 mesi, in caso di inserimento presso una azienda, o in una o più tranches nel caso in cui gli stessi lavoratori intendano intraprendere una attività autonoma individuale o associata.

Il Programma PARI prevede per questi target incentivi alle imprese, in forma di contributi all’inserimento, nella misura dei residui dei 4500 euro del sostegno al reddito, per datori di lavoro che assumano a tempo indeterminato o determinato superiore ai 12 mesi.

Le risorse destinate ai contributi all’inserimento potranno essere utilizzate interamente anche nella forma di “bonus assunzionale”, destinandole direttamente ai datori di lavoro che assumano a tempo indeterminato lavoratori appartenenti a ciascuna delle categorie di lavoratori sopra indicate - percettori o non percettori di indennità o sussidi legati allo stato di disoccupazione.

4. EMERSIONE DEL LAVORO NERO NELL’AMBITO DELL’ASSISTENZA FAMILIARE

La proposta delle azioni sperimentali per l’emersione e la qualificazione delle assistenti familiari costituisce un tentativo di risposta alle problematiche occupazionali che investono i cittadini immigrati, anche se il problema dell’assistenza domiciliare non riguarda necessariamente lavoratrici o lavoratori stranieri.

Nel corso degli ultimi anni è esponenzialmente cresciuta la richiesta da parte delle famiglie di assistenti familiari per fronteggiare i bisogni di cura, in particolare, degli anziani non autosufficienti o non pienamente autosufficienti.

La contrazione della natalità, il più alto tasso di occupazione femminile, con la presenza di coppie coniugali a doppia carriera, l’invecchiamento progressivo della popolazione, sono fattori che hanno messo in evidenza la debolezza del nostro sistema di welfare che, per ragioni storiche e culturali, demanda il soddisfacimento dei bisogni di cura di anziani e bambini alla famiglia con gravi difficoltà ad intervenire in modo significativo quando la famiglia non sia in grado di fare fronte da sola ai bisogni di cura.

Il sistema pubblico trova in questo momento grande difficoltà a fornire risposte a problematiche dell’anzianità e della non autosufficienza quali il bisogno di un rapporto di vicinanza e confidenza tra assistente e assistito, un’erogazione di servizi continuativi e il rapido e facile accesso a tali servizi.

Tutte queste richieste, unitamente alla necessità di ottenere servizi a costi ridotti, tendono a trovare una risposta nelle prestazioni offerte nell’ambito del mercato privato del welfare, con un trend in continua crescita. Basti pensare che, secondo il dossier statistico della Caritas, un anziano ultra75enne su 4 ricorre ad un aiuto esterno, mentre il nostro sistema sanitario riesce a raggiungere solo l’1% degli anziani con più di 65 anni di età.

La peculiarità di questo rapporto di lavoro, svolto all’interno dello spazio domestico e caratterizzato da una forte carica di ambiguità, dato il rapporto che si instaura tra le due parti in causa, più di tipo familiare che datoriale, porta con sé alcune problematiche: scarsa informazione su diritti e doveri di entrambe le parti riguardo a competenze e caratteristiche che le assistenti familiari dovrebbero possedere; situazioni di irregolarità e abusi, soprattutto nel caso di lavoratrici migranti e di situazioni di co-residenza.

L’ampia diffusione dell’irregolarità è un aspetto che incide sulle condizioni di vita e di lavoro delle badanti, sulla qualità e sulla tenuta dei rapporti di cura, sulle possibilità formative e quindi di professionalizzazione ed empowerment delle lavoratrici di cura.

La situazione di isolamento, la solitudine di anziani e badanti, specie se co-residenti e straniere, le difficoltà di relazione e la delicatezza delle dinamiche che si instaurano tra assistente, assistito e i familiari di quest’ultimo, la scarsa chiarezza sulle regole e sui ruoli, la mancanza di un riconoscimento del ruolo sociale dell’impegno delle famiglie verso i propri anziani e del lavoro delle assistenti domiciliari sono alcune delle problematicità che caratterizzano questa forma di welfare privato.

Il lavoro privato di cura si presenta dunque come un mercato del lavoro esteso e in crescita, con una forte percentuale di rapporti di lavoro nero o grigio (si stima che nei servizi domestici e di assistenza alla persona siano occupati in nero 37 lavoratori su 100 -dati Censis) e con specificità uniche.

Da questo quadro emerge il forte bisogno di acquisire maggiori informazioni sulle regole del rapporto di lavoro, sulla possibilità di fare emergere rapporti non regolari, di dare vita ad un incrocio domanda/offerta, di pensare a modalità di qualificazione o riqualificazione riconosciuta per l’assistente familiare attraverso il supporto dei servizi.

Un fenomeno di tale rilevanza sociale non può essere ignorato e richiede ai servizi per l’impiego la messa a punto di soluzioni efficaci che tengano conto della complessità e della varietà di attori che sono coinvolti nel lavoro di cura.

Finalità e obiettivi

La sperimentazione ha come finalità quella di contribuire alla regolarizzazione del lavoro domestico, con il duplice scopo di aiutare le famiglie a sancire un rapporto di lavoro nella legalità con personale competente e qualificato e di restituire dignità e diritti alle lavoratrici del settore, prevenendo fenomeni di espulsione dal mercato del lavoro.

Punto di partenza è lo sviluppo di un sistema di servizi integrato che metta in rete tutti gli attori che a vario titolo sono coinvolti nel lavoro di cura: le assistenti familiari, gli anziani e le loro famiglie, il privato sociale, i CPI, gli enti formativi, le ASL, i servizi socio-assistenziali del territorio, i patronati ecc.

Nei territori l’efficacia delle azioni non è solo funzione di una precisa ripartizione/delimitazione delle attività di competenza, ma anche della collaborazione tra soggetti pubblici e privati e della capacità di creare condizioni e spazi collaborativi che governino ed integrino interventi di informazione, orientamento, formazione ed inserimento lavorativo.

Pertanto si intendono sostenere servizi informativi dedicati per favorire l’incrocio domanda/offerta con l’obiettivo di supportare famiglie e assistenti nell’iter del matching, della stipula del contratto e della soluzione di controversie e problematiche sorte nel corso della relazione assistente-assistito.

Per quanto riguarda le assistenti straniere il servizio può giocare un ruolo nell’ambito della mobilità internazionale dei lavoratori, in quanto osservatorio sui fabbisogni di manodopera straniera nel contesto di cura domiciliare sui territori. Sebbene per le assistenti siano previsti ingressi fuori quota, il servizio potrebbe contribuire, attraverso la rete territoriale, a intercettare le badanti arrivate in Italia ed inserirle in circuiti “virtuosi” per l’inclusione socio - lavorativa.

Una direzione di lavoro centrale dell’intervento consiste nella promozione della qualificazione delle badanti, con la programmazione di attività formative, nonché la promozione di una azione significativa per il riconoscimento delle competenze già acquisite (seguita con particolare attenzione dalla regione Piemonte nel quadro della sua sperimentazione sul libretto formativo del cittadino).

L’intervento complessivo ha una forma fortemente sperimentale, e dunque andrà tarato sulla base della verifica con gli operatori sul territorio della sua effettiva sostenibilità.

L’organizzazione delle azioni rivolte sia alla domanda che all’offerta di lavoro nel contesto di cura domiciliare è teso a fornire un servizio che sia in grado di assicurare trasparenza e qualità sia sul versante delle famiglie che delle assistenti familiari. Infatti, in questo particolare ambito le famiglie tendono ad appoggiarsi su canali informali di vario genere, rivolgendosi alla propria rete di relazioni, a parrocchie, sindacati, patronati o diversi tipi di associazioni e spesso si trovano a correre rischi legati al reclutamento improvvisato, all’affidabilità delle lavoratrici e alla continuità del loro impiego. Dall’altro lato le lavoratrici sono esposte a forme di sfruttamento da parte delle famiglie, così come di altre “agenzie” che organizzano l’incontro tra domanda e offerta con fini di lucro.

Gli operatori svolgeranno le funzioni di accoglienza e di valutazione dell’occupabilità e dell’autonomia della persona al fine di garantire il miglior incrocio possibile fra domanda e offerta di lavoro, supportando le famiglie e le lavoratici nel momento dell’inserimento lavorativo in collaborazione con un tutor dedicato che le seguirà durante l’intero percorso di inserimento lavorativo.

Formazione delle assistenti familiari

Le resistenze alla formazione al lavoro di cura sono note e diffuse, e sembrano accomunare i vari soggetti coinvolti. Tanto per le assistenti quanto per gli assistiti, il lavoro di cura è spesso percepito come qualcosa di “naturalmente femminile”, per questo la formazione è considerata superflua; inoltre, l’eventuale frequenza di corsi potrebbe minacciare il poco tempo libero a disposizione delle donne (se organizzati nei week - end), oppure andare a sovrapporsi all’orario di lavoro (se organizzati durante la settimana).

I percorsi di formazione professionale, inoltre, con i loro vincoli di orario e di periodo di inizio delle attività, non sempre riescono a rispondere alle esigenze formative di queste donne, che necessiterebbero di una formazione flessibile, erogabile in diversi momenti dell’anno, anche su richiesta da parte di piccoli gruppi.

La collaborazione con la Formazione Professionale sarà quindi centrale nell’individuare percorsi mirati e flessibili, che meglio rispondano alle richieste di qualità del servizio di cura e al riconoscimento di questa professionalità.

Particolare attenzione verrà data alla possibilità di “riconoscere le competenze acquisite in modo non formale” nell’ambito della sperimentazione del libretto formativo messa in atto dalla Regione Piemonte. Il riconoscimento delle competenze è infatti un nodo centrale nel rapporto con persone che già da tempo lavorano nel settore, e che quindi, pur non avendo seguito un percorso formativo strutturato, già possiedono gran parte delle competenze richieste dalla professione. Si farà comunque riferimento all’articolazione in competenze del profilo dell’Operatore Socio Sanitario. Il Programma si propone di sostenere la Regione Piemonte (lavoro, formazione, politiche sociali) nella costruzione di un’azione innovativa e significativa che permetta, anche per la compilazione del Libretto Formativo del cittadino, di riconoscere e certificare le competenze apprese in percorsi non formali, mantenendo il riferimento agli standard formativi della Regione.

5. I SISTEMI INTEGRATI DI MONITORAGGIO DEGLI INTERVENTI

“Il monitoraggio è la verifica continua dell’implementazione di una politica, con riferimento alle risorse assorbite, ai processi avviati, ai prodotti forniti, ai risultati ottenuti”1 mediante un processo di raccolta di dati e informazioni sul suo stato di avanzamento. Il monitoraggio è uno strumento informativo in funzione del processo di programmazione, gestione e valutazione delle politiche (programmi, progetti, interventi). Il ricorso a tale strumento in alcuni contesti attuativi agevola il coordinamento tra attori nel perseguimento di uno o più obiettivi comuni, quali ad esempio la risoluzione di problemi legati alla disoccupazione. Il coordinamento viene migliorato attraverso la produzione periodica di informazioni e la promozione di sedi di discussione sull’adeguatezza e la coerenza degli stati di avanzamento. Importante è stabilire cosa può e cosa non può fare un sistema di monitoraggio.

Le Amministrazioni delegate a promuovere interventi di politica attiva del lavoro (nelle Regioni, come nelle diverse Province) hanno visto in questi due anni il moltiplicarsi delle iniziative e dei fondi messi a disposizione, in concomitanza con l’emergere e poi l’aggravarsi della crisi della produzione manifatturiera in settori trainanti per i territori, quali automotive, tessile, orafo e metalmeccanico in genere.

La molteplicità delle azioni e degli investimenti ha reso ancora più complesso il già difficile ruolo di regia delle politiche del lavoro che le Regioni e le Province devono esercitare, in un mercato del lavoro sempre più aperto alla partecipazione di soggetti di altra natura.

Nasce da questo contesto, e dalla previsione di una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali, la necessità di sviluppare strumenti di lettura organica delle azioni implementate da soggetti pubblici e privati del mercato del lavoro, per creare un’anagrafe dinamica dei progetti e monitorarne in maniera omogenea l’implementazione e gli esiti con fini di indirizzo per la futura programmazione delle politiche medesime.

Il dispositivo di monitoraggio dovrà valorizzare la strumentazione esistente, proporsi di ottimizzarla, individuando modalità ulteriori a complemento e ad integrazione al sistema informativo per l’incrocio domanda/offerta già in uso presso i servizi pubblici della Regione. I criteri adottati nella fase di progettazione dovranno dotare lo strumento della flessibilità necessaria a renderlo agevolmente integrabile a diversi sistemi informativi.

Questa attività risponde al bisogno diffuso nelle Pubbliche Amministrazioni di rendere riconoscibili e comunicabili i risultati della propria azione di governo. In particolare, la delega alle Province per la promozione e la gestione delle politiche del lavoro ha introdotto elementi di complessità difficilmente controllabili senza una puntuale attività di raccolta ed elaborazione dei dati sulla spesa e le modalità d’intervento promosse dalle Amministrazioni.

Il sistema di monitoraggio di 2° livello che si propone di sperimentare, sulla base di una coprogettazione e condivisione, mira a dotare i diversi livelli di governo, che caratterizzano l’intervento pubblico in ottica di sussidiarietà, di uno strumento comune per la lettura delle azioni di ricollocazione sviluppate su di uno stesso territorio, anche se promosse e finanziate da enti diversi.

Ad oggi sono infatti osservabili i risultati dell’adozione di sistemi di monitoraggio di 1° livello, atti a veicolare le informazioni relative a singoli progetti con un notevole grado di approfondimento. Non è usuale, invece, la predisposizione di strumenti che consentano l’aggregazione di tutte le informazioni (politiche passive e politiche attive) relative ad uno specifico ambito d’intervento (in questo caso i progetti di ricollocazione connessi alla crisi della produzione), in un dato territorio. Il sistema progettato è di natura partenariale e valenza territoriale, dovrà permettere di governare e coordinare le informazioni relative alle azioni di ricollocazione attive al momento della sperimentazione e di rendere conoscibile il quadro dei loro processi realizzativi e delle prestazioni ottenute.

L’obiettivo diretto dell’azione è quindi la costruzione di uno strumento comune a più livelli di governo; obiettivo indiretto è la semplificazione dei processi che agevolano l’integrazione tra politiche pubbliche, favorendo la conoscenza, la condivisione di un linguaggio e il confronto tra azioni simili, con analoghe finalità e obiettivi.

La sperimentazione prevede la costruzione di un monitoraggio fisico-realizzativo che permetterà di “seguire” l’andamento delle azioni e di misurarne l’avanzamento, in modo da consentire una lettura complessiva dei risultati ottenuti, che non si addentrerà in uno studio di valutazione sugli effetti delle azioni, ma potrà eventualmente costituirne la base informativa.

6. IL BUDGET

Il budget è composto da una parte di finanziamento richiesto al Ministero, e da una parte di risorse a disposizione dalla Regione Piemonte in materia di politiche attive del lavoro (azioni di politica attiva, formazione e incentivi), che ricadono anche sui bacini gestiti nell’ambito del Programma PARI, previa verifica loro disponibilità.












Prospetto costi del progetto

Tipologia risorse    Fondi Nazionali    Fondi Nazionali    Risorse
    (Ministero del Lavoro)    (Risorse Piemonte già     complessivamente
        attive sui bacini)    attivabili

Sostegni al reddito
(euro 450 per 10 mesi per
n°600 soggetti svantaggiati)    1.575.000    1.125.000 (1)    2.700.000

Dote formativa
(euro 2000 per 1400 persone)    1.400.000    1.400.000 (2)    2.800.000

Azioni e incentivi        2.843.929 (3)    2.843.929

Totale    2.975.000    5.368.929    8.343.929



(1) e (3) fanno riferimento alle risorse a bilancio della Regione Piemonte citate in premessa

(2) fa riferimento ai “voucher alla persona” della Regione Piemonte

Di seguito descriviamo le singole voci di costo, la cui entità potrà variare in base alla specificazione di dettaglio del programma con le Province, fermi restando i totali di riferimento:

Sostegni al reddito (contributi all’inserimento): è il sostegno al reddito di 4.500euro a persona (450 euro al mese per un massimo di 10 mesi) destinato ai soggetti svantaggiati privi di ammortizzatori sociali, valido anche come incentivo alle imprese, come da Programma.

La dote formativa si compone di due strumenti tra loro integrati: la dote formativa PARI e il voucher alla persona della Regione Piemonte.

a) dote formativa PARI: è uno strumento integrativo messo a disposizione dal Programma PARI, rispetto alle misure già presenti sui territori per migliorare l’occupabilità delle persone (Voucher formativi), inteso come dote personale da utilizzare nelle diverse modalità previste, di valore massimale pari a 1.000 euro (per tutti i 1400 utenti potenziali), nel rispetto dei parametri utilizzati dalla Regione Piemonte.

b) voucher alla persona: è lo strumento ordinario della Regione Piemonte per la formazione, che si configura nell’ambito delle azioni a favore di persone, quale sostegno alla partecipazione ad azioni di politica del lavoro e di inserimento lavorativo. Il voucher è un bonus spendibile per l’accesso ai servizi pubblici e privati mediante il quale viene autorizzato il rimborso delle spese sostenute e regolarmente documentate, fino a un massimo di 1.000 euro a persona (disponibile anche per tutti i 1400 utenti potenziali di questo Programma). La cifra complessiva qui indicata fa riferimento alle risorse mobilitabili per il bacino in oggetto.

Allegato B

SCHEMA DI CONVENZIONE TRA

IL MINISTERO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI

E

LA REGIONE PIEMONTE

Programma P.A.R.I. 2007 - Regione Piemonte

Vista la Convenzione 14/10247 del 27 settembre 2007 stipulata tra il Ministero del Lavoro ed Italia Lavoro S.p.A. per la realizzazione del Programma PARI 2007 che, all’art. 2, comma 2.3, prevede la stipula di apposite convenzioni con le Regioni, nelle quali devono essere individuati:

1) le risorse finanziarie per realizzare le singole progettazioni esecutive regionali, fermo restando il budget finanziario complessivo [...];

2) le azioni da realizzare nei singoli territori regionali;

3) il target dei lavoratori destinatari delle azioni progettuali, nell’ambito delle categorie indicate[...];

4) eventuali ulteriori finanziamenti ai fini dell’implementazione del progetto regionale;

Visto il decreto direttoriale n. 1844 del 27 settembre 2007, con cui è stato approvato il programma “P.A.R.I. 2007 - Programma d’Azione per il Re-Impiego di lavoratori svantaggiati”;

Vista la progettazione esecutiva presentata dalla Regione con nota dell’8.05.2008 prot. n. 771/UC/WCC pervenuta presso il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali in data 15 maggio 2008;

Vista la nota del Ministero del Lavoro prot. n 14/0002470 del 20 febbraio 2008, con cui sono state rese disponibili per la Regione risorse pari ad euro 800.000,00 per i “contributi all’inserimento” di lavoratori svantaggiati;

Vista la nota prot. n. 0016432 del 6.06.2008 della Direzione Generale per le Politiche per l’Orientamento e la Formazione, con la quale si approva il progetto per la parte relativa ai percorsi di formazione e nel limite di budget costituito dalle risorse residue al 31 marzo 2008 rispetto alla originaria assegnazione effettuata nella prima edizione del Programma;

tutto ciò premesso, le parti convengono quanto segue:

Art. 1
Approvazione

Il Ministero del Lavoro approva la progettazione esecutiva indicata in premessa, che prevede le seguenti azioni:

* Sviluppo della Governance;

* Potenziamento dei servizi per il lavoro;

* Realizzazione di azioni di reimpiego finalizzate al rientro nel mercato del lavoro di persone che percepiscono ammortizzatori sociali o altri sussidi e all’aumento dell’occupazione di specifici target di popolazione - giovani, donne, over 50, stranieri;

* Monitoraggio degli ammortizzatori sociali;

* Sviluppo di politiche di contrasto alle crisi e alle pre-crisi.

Il Ministero, a norma dell’art. 30 della Legge 28 dicembre 2001, n. 448, si avvarrà di Italia Lavoro S.p.A. per la realizzazione delle azioni del progetto a valere sui fondi stanziati per il progetto PARI 2007.

Art. 2
Destinatari

Destinatari delle azioni sono i lavoratori individuati al punto 2 della progettazione esecutiva presentata dalla Regione Piemonte ed approvata dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Direzione Generale degli Ammortizzatori Sociali e Incentivi all’occupazione con nota n. del .

Art. 3
Risorse

Sono rese disponibili per la Regione Piemonte dalla Direzione Generale per gli Ammortizzatori Sociali e Incentivi all’Occupazione risorse destinate alla voce “Contributi all’inserimento” pari a euro 800.000,00, come da nota direttoriale n. 14/0002470 del 20.02.2008, a valere sul Fondo per l’Occupazione.

Per la parte relativa ai percorsi di formazione sono rese disponibili dalla competente Direzione Generale per le Politiche per l’Orientamento e la Formazione risorse nel limite di budget costituito dal residuo al 31 marzo 2008 rispetto alla originaria assegnazione effettuata nella prima edizione del Programma, come da nota n. 0016432 del 6.06.2008 che costituisce parte integrante del presente accordo.

La Regione Piemonte rende disponibili euro 3.968.929,36 e 1.400.000,00 qualora si rendesse necessario, a titolo di risorse aggiuntive per le azioni previste dal progetto.

Art. 4
Verifica di conformità

La Direzione Generale Ammortizzatori Sociali e Incentivi all’Occupazione supervisiona l’andamento del Programma e la sua rispondenza nell’attuazione delle azioni concordate, autorizza eventuali motivate variazioni al Programma e implementazioni/integrazioni che si ritengano opportune o che vengano richieste dalle Regioni.

Art. 5
Modifiche

Eventuali modifiche proposte dalla Regione alla progettazione esecutiva già approvata, dovranno essere formalmente approvate da parte del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.

Letto, approvato e sottoscritto

Roma, lì

Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali
Direzione Generale Ammortizzatori Sociali
e Incentivi all’Occupazione
Il Direttore Generale
Dott.ssa Matilde Mancini

Regione Piemonte
Direzione Istruzione, Formazione
Professionale e Lavoro
Il Direttore Regionale
Dott. Ludovico Albert