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Bollettino Ufficiale n. 21 del 22 / 05 / 2008
Deliberazione della Giunta Regionale 28 aprile 2008, n. 3-8669
Attuazione della D.G.R. n. 31-12387 del 26 aprile 2004, avente per oggetto Approvazione linee di indirizzo per la definizione di un progetto di promozione delle attivita di prevenzione e sicurezza nelle strutture sanitarie relativamente alla Area tematica 7 (Sicurezza e salute nei laboratori analisi e di anatomia patologica).
(omissis)
LA GIUNTA REGIONALE
a voti unanimi...
delibera
- di approvare lavvio da parte dellA.O. San Giovanni Battista e della Città di Torino del progetto Sicurezza e salute nei laboratori di analisi e di anatomia patologica di cui allallegato A) che costituisce parte integrante e sostanziale della presente deliberazione.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dellart. 61 dello Statuto e dellart. 14 del D.P.G.R. n. 8/R/2002.
(omissis)
Allegato A
AREA TEMATICA 7
SICUREZZA E SALUTE NEI LABORATORI ANALISI E DI ANATOMIA PATOLOGICA
Contesto e razionale
Lospedale è uno dei luoghi lavorativi in cui si concentra il maggior numero di tipologie di rischi e, in particolare, lambiente dei laboratori presenta i due rischi potenzialmente più gravi tra quelli specifici dellattività ospedaliera, quello biologico e quello chimico. La criticità dei locali, spesso sottodimensionati, lesigenza di apparecchiature sempre più complesse e sofisticate, lintroduzione di nuove metodiche di analisi, la necessità di un aggiornamento continuo causato dallessere la realtà diagnostica in continuo divenire, possono creare nuove situazioni di pericolo aumentando, di conseguenza, i potenziali rischi per i lavoratori. Si rende così necessario un doppio approccio alla riduzione del rischio: da una parte la definizione di procedure lavorative che possano essere continuamente adattate ai continui cambiamenti delle realtà operative, dallaltra lorganizzazione di un sistema di valutazione del rischio che abbia, come caratteristica principale, la versatilità e ladattabilità a situazioni in continua evoluzione.
Progetto
Il progetto si suddivide in due fasi, in parte cronologicamente sovrapponibili e organicamente correlate e conseguenti:
PRIMA FASE: fornire procedure concrete stabilizzate e condivise, con particolare riferimento al rischio chimico, da adottare da parte dei Responsabili di Laboratorio (RdL) dopo averne verificato la corrispondenza con le attività svolte.
I RdL saranno così in grado, scegliendo e adattando alla singola realtà lavorativa le procedure proposte, assemblare un Manuale della Sicurezza specificatamente dedicato alla particolare conformazione di ogni servizio.
Questo Manuale della Sicurezza potrà essere conservato a portata di mano nei locali dei laboratori e potrà costituire la base della formazione/informazione specifica da fornire ad ogni lavoratore.
Listituzione di un documento specifico per la singola realtà lavorativa dovrebbe così sostituire la raccolta di grande quantità di materiale informativo, cartaceo e non, spesso non corrispondente con le reali esigenze, che generalmente si accumula nei luoghi più inaccessibili e dimenticati dei laboratori.
SECONDA FASE: con lemanazione del decreto legislativo 2 febbraio 2002, n° 25 (inserito nel D.L.gs 626/94 al Titolo VII - Bis) si sono stabiliti i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza, derivanti dagli effetti degli agenti chimici utilizzati e presenti nel luogo di lavoro o prodotti nel corso delle attività lavorative svolte, superando ed abrogando le norme relative del vecchio DPR 303/56.
Il D.L.gs 25/02 impone le stesse procedure di valutazione del rischio, di prevenzione tecnica ed individuale, di sorveglianza sanitaria previste dal D.L.gs. 626/94 per tutti gli altri fattori di rischio.
Ma, soprattutto in tema di valutazione del rischio e di sorveglianza sanitaria, il mondo tecnico-scientifico si è fatto cogliere un po alla sprovvista ed è subito iniziato un lungo e complesso dibattito su questi due temi controversi.
La Regione Piemonte ha quindi costituito, nel 2002, un gruppo di lavoro multidisciplinare con lobiettivo principale di fornire indicazioni operative, immediatamente applicabili sul campo per ottemperare a quanto previsto nel decreto. In particolare è stato proposto e reso disponibile (nel maggio 2003) un modello applicativo per la valutazione del rischio, che partendo da dati di tipo qualitativo/semiquantitativo, permette un approccio in grado di stratificare il rischio da esposizione ad agenti chimici, e, quindi, di programmare le conseguenti azioni di prevenzione tecnica e sanitaria, secondo una scala di priorità.
A tre anni di distanza dalla proposta, dopo le sperimentazioni e le esperienze maturate in molte aziende sanitarie piemontesi in cui il metodo è stato applicato, proprio e soprattutto nei laboratori, si ritiene opportuno effettuare una valutazione dellefficacia del metodo stesso cercando di valutarne, nel concreto, applicabilità e limiti, in un contesto lavorativo così complesso e peculiare, e per molti aspetti diverso da altri ambiti industriali o produttivi genericamente intesi.
Altro elemento da valutare, soprattutto in relazione alla numerosità delle sostanze utilizzate, seppur in dosi minime, ed alla presenza di sostanze sensibilizzanti per la cute e le vie aeree, è lo schema (ed i parametri) proposto per lattivazione della sorveglianza sanitaria.
Su questi due elementi -valutazione del rischio e sorveglianza sanitaria - si intende condurre un percorso di revisione critica.
Obiettivi
PRIMA FASE:
* costruzione di un contenitore in cui siano definite le attività dei laboratori, queste attività saranno i capitoli in cui saranno inserite le diverse procedure e indicazioni relative alla sicurezza
* raccolta, sotto forma di schede, di procedure chiare, univoche, aderenti alla realtà, condivisibili da tutti gli operatori. Sarà compito del RdL scegliere e adattare le procedure individuate nei capitoli delle attività, mantenendo così un continuo aggiornamento, aggiungendo e togliendo le schede delle procedure a seconda del modificarsi delle attività.
* elaborazione di due sistemi aperti: quello del contenitore generale, ad opera del gruppo di lavoro, continuamente in aggiornamento a seconda del variare delle normative e della messa a punto di nuove metodiche e analisi di laboratorio, e quello del Manuale di Laboratorio, assemblato dai vari RdL, strettamente dipendente dal modificarsi dellattività caratteristica di ogni singola unità operativa.
Per ottenere quanto prefissato sarà quindi necessario:
* Individuare le attività tramite confronto degli elenchi dettagliati delle attività e dei diagrammi di flusso elaborati dallA.S.O. San Giovanni Battista di Torino e facenti parte del Documento di Valutazione dei Rischi, con analoghi processi lavorativi degli altri ospedali regionali.
* Organizzare il Raccoglitore in capitoli e sottocapitoli.
* Ricercare, raccogliere, confrontare ed eventualmente integrare i documenti relativi alle diverse procedure predisposti da realtà significative a livello regionale o interregionale. Il Gruppo di Lavoro dovrà ottenere una visione quanto più completa di ciò che è stato già elaborato dai vari organi competenti e società scientifiche a tutela degli operatori del laboratorio.
* Inserire, in ogni capitolo (attività), le schede relative alle varie procedure volte alla riduzione di tutti i rischi presenti in quella particolare attività.
* Elaborare della parte aperta delle singole schede, parte che dovrà essere predisposta per la compilazione da parte del RdL in funzione della particolare realtà operativa
* Assemblare il Raccoglitore con indicazioni sulle modalità di consultazione, costruzione del Manuale di Laboratorio, compilazione della parte aperta delle schede, suggerimenti a fini dellutilizzo in ambito formativo/informativo ecc.
* Definire le modalità di divulgazione.
SECONDA FASE:
* coinvolgimento di operatori dei SPP e MC di aziende sanitarie piemontesi che hanno maturato esperienze di valutazione del rischio chimico in questi ambiti e costituzione di un sottogruppo di lavoro che avvii una revisione critica della metodologia di valutazione del rischio proposta dalla Regione Piemonte, con particolare riferimento alle problematiche relative alla misurazione degli agenti chimici ed alla valutazione degli effetti cumulativi.
* proposta di un documento di revisione della metodologia di valutazione del rischio da divulgare a tutti i soggetti interessati per le verifiche e critiche;
* successivo coinvolgimento dei MC che hanno partecipato alla prima attività, di esperti in tossicologia ed in allergologia, per valutare le ricadute in termini di sorveglianza sanitaria delle problematiche sopra accennate.
* divulgazione di un documento di Linee Guida per la valutazione del rischio da agenti chimici nei lavoratori analisi delle strutture sanitarie e, se necessario, modifica ed integrazione del software, misure di prevenzione e sorveglianza sanitaria;
Risorse necessarie
* Risorse umane: il progetto può contare su un gruppo di lavoro con alto grado di professionalità nel campo della sicurezza e in special modo in ambito di attività di laboratorio. Il gruppo potrà essere ulteriormente integrato a seconda della necessità di ulteriori professionalità, competenze e conoscenze. In allegato è fornito lelenco iniziale dei partecipanti
Cognome Nome ASL/ASO - Posiz.
Guerrizio Loretta ASO Molinette RSPP capogruppo
Giachino Gian
Mario Osp. Mauriziano MC
Pagliaro Giantommaso Osp. Mauriziano MC
Paradisi Luciana Università
di Torino RLS
Coggiola Maurizio CTO MC
Manconi Maria Paola ASO S.Croce (CN) RSPP
Prandi
Cristina ASL 3 Torino RSPP
Gaviani Guglielmo ASO Novara Med del Lav
Battaglio Silvano ASO
Molinette SPP
* Le riunioni di lavoro si svolgeranno per lo più in aule dotate di sistemi informatici, accessi alla rete internet, videoproiezione, site presso lOspedale Molinette
Esempio dei possibili obiettivi nelle singole realtà
In unarea di rischio quale lAnatomia Patologica ci si prefigge di raggiungere alcuni obiettivi sostanziali.
Obiettivo 1
Fornire un elenco requisiti strutturali e impiantistici indispensabili al buon funzionamento. Luso obbligatorio delle cappe in talune preparazioni (formalina, xilolo) comporta, oltre alle procedure di utilizzo, pulizia ecc., anche un programma di adeguata manutenzione, la definizione dei filtri appropriati, le modalità di verifica della loro efficacia ecc.
Obiettivo 2
Evidenziare la possibilita di utilizzo di apparecchiature a ciclo chiuso
Obiettivo 3
Fornire indicazioni, opportunamente documentate e referenziate, sulla sostituzione di sostanze pericolose con altre meno pericolose
Obiettivo 4
Individuare le migliori modalita di smaltimento rifiuti/reflui di laboratorio
Obiettivo 5
Verificare lapplicazione e lefficacia dei sistemi di valutazione del rischio (ad esempio quello proposto dalla Regione Piemonte) con eventuali proposte di modifica o integrazioni se necessarie
Pianificazione attività e cronoprogramma
Si prevede lo sviluppo della prima fase in quattro tempi:
* 1° : preparazione (durata 3 mesi)
a) Confronto delle fasi lavorative tra i componenti del gruppo di lavoro
b) Stesura di un elenco comprendente i rischi rilevati nelle diverse fasi lavorative
c) Suddivisione dei compiti tra i componenti del Gruppo
* 2° : ricerca (durata 3 mesi)
a) approfondimento delle problematiche emerse
b) confronto con altre Aziende e/o altre Regioni (procedure e sistemi di valutazione)
c) ricerca tramite banche dati informatiche e letteratura
* 3° : stesura e assemblaggio Schede/Linee Guida (durata 6 mesi)
a) Studio dellarticolazione delle schede
b) Studio di una metodologia di consultazione
c) Stesura delle schede
* 4° : divulgazione (durata 6 mesi)
a) Proposta di metodologia di diffusione delle schede
b) Studio delle modalità di verifica dellapplicazione pratica delle indicazioni operative
c) Messa a punto di un meccanismo di feed-back sulla reale efficacia del sistema operativo proposto
d) Presentazione dei risultati alla Regione Piemonte
Si prevede lo sviluppo della seconda fase in quattro tempi:
* 1° : preparazione (durata 3 mesi)
a) Costituzione del sottogruppo di lavoro per la revisione critica della metodologia di valutazione del rischio
b) valutazione delle esperienze e delle problematiche emerse;
c) valutazione delle proposte di correzione ed integrazione della metodologia, e dello schema di sorveglianza sanitaria con particolare riferimento alle problematiche relative alla misurazione degli agenti chimici, alla valutazione degli effetti cumulativi e dellesposizione a sostanze sensibilizzanti.
* 2° : ricerca (durata 6 mesi)
a) approfondimento delle problematiche emerse
b) confronto con altre Aziende e/o altre Regioni
c) ricerca tramite banche dati informatiche e letteratura
* 3° : stesura e assemblaggio di una proposta di revisione (durata 9 mesi):
a) della metodologia di valutazione del rischio ;
b) del software
c) della sorveglianza sanitaria
* 4° : divulgazione (durata 3 mesi)
e) Proposta di metodologia di diffusione delle Linee Guida
f) Studio delle modalità di verifica dellapplicazione pratica delle indicazioni operative
g) Messa a punto di un meccanismo di feed-back sulla reale efficacia del sistema proposto
h) Presentazione dei risultati alla Regione Piemonte
Risultati attesi
PRIMA FASE: la scelta, operata dai RdL di introdurre nel loro Manuale di Laboratoriosoltanto le procedure necessarie e validate, unitamente alla possibilità di adattarle alla realtà specifica, senza doverle necessariamente rielaborare completamente, porterà alla costruzione di uno strumento facilmente utilizzabile,versatile e aggiornato e aderente alle esigenze.
La banca dati delle procedure potrà essere disponibile non solo in forma cartacea, ma informatica, consultabile on-line sul sito della Regione. Inoltre la sua particolare articolazione permetterà linserimento anche successivo di procedure già in atto presso laboratori sia a livello regionale che extraregionale o di recente elaborazione da parte di Commissioni e Gruppi di lavoro o proposte da Società Scientifiche.
SECONDA FASE: partendo dalla proposta di metodologia divulgata dalla Regione Piemonte, sulla base della quale sono state condotte numerose e valide esperienze in molte aziende sanitarie piemontesi, ma considerando anche le problematiche e le difficoltà emerse e segnalate in questi anni e che hanno anche portato ad effettuare scelte diverse o integrazioni, si ritiene utile, a distanza di tre anni, attivare una sottogruppo di lavoro per la revisione/aggiornamento della metodologia proposta. Lo scopo è quello di produrre indicazioni di valutazione e di intervento aggiornate, condivise e applicabili direttamente in un ambito non del tutto equiparabile ad un contesto produttivo genericamente inteso.
Valutazione dellefficacia
La valutazione dellefficacia verrà effettuata verificando, dopo un periodo di tempo stabilito, il numero di laboratori che hanno utilizzato la raccolta di schede delle procedure proposte, limpatto che la costruzione di un manuale di laboratorio ha avuto sulla valutazione del rischio da agenti chimici, il numero di realtà operative che hanno utilizzato le modalità di valutazione del rischio proposte e come, dalla valutazione, si siano originati i criteri della sorveglianza sanitaria.