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Supplemento Ordinario n. 1 al B.U. n. 12

Codice DA1202
D.D. 21 dicembre 2007, n. 159

Progetto preliminare “Interventi di riqualificazione Vallone Rio Nero, localizzato nell’omonimo vallone compreso tra gli spartiacque delle alte valli di Susa e Chisone”. Fase di Verifica della compatibilita’ ambientale, ex L.R. n. 40/98 e contestuale fase di valutazione d’incidenza, ai sensi del Regolamento Regionale 16/11/01, n. 16/R" - Esclusione del progetto dalla Fase di valutazione di cui in art. 12 L.R. 40/1998.

(omissis)

IL DIRIGENTE

(omissis)

determina

di escludere dalla fase di valutazione di cui all’articolo 12 della l.r. 40/98, il progetto preliminare “Interventi di riqualificazione Vallone Rio Nero, localizzato nell’omonimo vallone compreso tra gli spartiacque delle alte valli di Susa e Chisone”, presentato dalla Sestrieres S.p.A., localizzato nei tre Comuni di Cesana Torinese, Oulx e Sestriere, per le ragioni dettagliatamente espresse in premessa e facenti parte integrante del dispositivo, subordinatamente al rispetto delle seguenti prescrizioni, vincolanti ai fini dei successivi provvedimenti necessari alla realizzazione dell’intervento:

- regime urbanistico -

- in sede di progetto definitivo, verificare puntualmente la conformità degli interventi rispetto alle indicazioni della strumentazione urbanistica comunale in genere, procedendo, se del caso, di concerto con l’Amministrazione Comunale, all’eventuale adeguamento delle previsioni urbanistiche. A tal fine il progetto definitivo dovrà essere accompagnato da un’apposita relazione urbanistica, comprensiva degli estratti di PRG vigenti riferiti al territorio interessato dal progetto definitivo, e dalla certificazione di conformità rilasciata dai competenti uffici comunali. In caso di difformità del progetto definitivo rispetto agli strumenti urbanistici vigenti, tenuto conto della limitata incidenza strutturale delle opere l’eventuale variante urbanistica potrebbe assumere carattere parziale e pertanto potrà essere approvata dal comune interessato secondo le procedure di cui al 7°comma dell’art. 17 della L.R. n. 56/77;

- dovrà essere accertata l’eventuale presenza di vincoli di uso civico attivando eventualmente le relative procedure autorizzative di legge;

- atmosfera -

- l’impresa dovrà, in fase di costruzione, adottare tutti gli accorgimenti atti a ridurre la produzione e la propagazione di polveri; a tal fine sarà necessario mantenere umide le strade utilizzate e mantenere umide le aree interessate da movimentazione di terreno e dei cumuli di materiale stoccati nelle aree di cantiere;

- risorse idriche -

- prima dell’inizio dei lavori, qualora dovessero essere interessati corsi d’acqua iscritti nell’elenco delle acque pubbliche della Provincia di Torino e/o aventi sedime demaniale dovrà essere richiesta e ottenuta l’autorizzazione idraulica e l’eventuale concessione rispettivamente a norma del RD. 25/07/1904 n. 523, della L.R 18/05/2004 e del D.P.G.R 06/12/2004 n. 14/R, presentando alla Direzione regionale Opere Pubbliche, difesa del Suolo, Economia Montana e Foreste, Settore Decentrato OO.PP e Difesa Assetto Idrogeologico di Torino, gli elaborati tecnici di rito;

- relativamente all’approvvigionamento di acqua per i nuovi due impianti di innevamento artificiale, dovrà essere verificato che anche nel progetto definitivo non vengano variati i parametri di concessione;

- per l’intera durata dei lavori dovranno essere adottate a cura, carico e sotto la diretta e completa responsabilità dell’Impresa tutte le precauzioni e messi in atto gli interventi necessari ad assicurare la tutela dall’inquinamento da parte dei reflui originati direttamente e indirettamente dalle attività di cantiere, delle acque superficiali e sotterranee e del suolo, nel rispetto delle vigenti normative comunitarie, nazionali e regionali, nonché delle disposizioni che potranno essere impartite dalle Autorità competenti in materia di tutela ambientale. In particolare le acque reflue dei cantieri e delle aree di lavorazione, andranno sottoposte a processi di chiarificazione e depurazione che consentano la loro restituzione in conformità al Decreto Legislativo 152/06. In ogni caso qualsiasi scarico dovrà essere preventivamente autorizzato dall’Autorità competente in materia;

- suolo e sottosuolo -

- realizzazione di adeguate indagini geognostiche per le stazioni di valle e di monte delle due seggiovie, con approfondimento delle indagini fino a profondità sufficienti a ricostruire con dettaglio l’assetto litostratigrafico del terreno;

- sulla base delle conoscenze geologiche disponibili dovranno essere individuate la collocazione e la profondità ottimale per la realizzazione di un sondaggio profondo, da strumentarsi con inclinometro, finalizzato al monitoraggio delle condizioni di stabilità della Deformazione gravitativa profonda attraversata dalla linea della seggiovia Rio Nero- Fraiteve;

- il dissesto rappresentato nella carta geologica e geomorfologica come “settori di versante interessati da flussi o colate che coinvolgono depositi sciolti per spessori variabili da metrici a pluridecametrici” presso la loc. Chamusies, potenzialmente interessante la linea del nuovo impianto Rio Nero-Sauze d’Oulx, dovrà essere oggetto di specifiche indagini al fine di escludere possibili evoluzioni del fenomeno che possano interessare i sostegni di linea; in tale contesto il profilo di linea dovrà essere studiato in modo da ridurre al minimo l’interazione con il dissesto e dovrà essere valutata la necessità di adozione di opere di consolidamento e drenaggio profondo o di accorgimenti tecnici specifici per garantire la sicurezza dell’impianto;

- le criticità rappresentate da dissesti idrogeologici minori interferenti con la linea degli impianti di risalita dovranno essere rappresentate su apposita cartografia, con specifici approfondimenti di carattere geologico o idraulico, e con relativa progettazione a livello di progetto definitivo delle opere e delle soluzioni progettuali adottate;

- la progettazione definitiva della pista da sci lungo la dorsale M. Fraiteve - Colle Basset dovrà essere supportata da un’indagine di terreno dell’assetto strutturale dell’ammasso roccioso, finalizzata all’individuazione di eventuali discontinuità che possano compromettere la stabilità del versante in scavo sia nel corso dei lavori che a lungo termine; nel caso in cui si riscontrassero criticità, dovranno essere definite e progettate eventuali opere di consolidamento utili a garantire la stabilità dei fronti di scavo;

- appositi elaborati progettuali dovranno rappresentare tipologia, dimensionamento e localizzazione delle canalette di scolo delle acque superficiali lungo la pista di nuova realizzazione, con l’identificazione dei corpi idrici recettori;

- al fine di limitare il trasporto solido in occasione di eventi meteorici rilevanti, occorre procedere ad un sollecito ripristino delle superfici interessate dai lavori di sistemazione o riporto di terreno, assicurando la ricostituzione di un manto erboso stabile e la realizzazione di canaline rompitratta per l’intercettazione delle acque piovane; allo stesso tempo può essere attuata, come misura di mitigazione, la posa di vasche di accumulo/decantazione delle acque piovane, individuando apposite aree sulle principali linee di deflusso. Le acque così raccolte potranno essere impiegate nelle bagnature delle superfici di cantiere;

- per le opere di compensazione previste come intervento di sistemazione su un fenomeno dissestivo attivo localizzato in loc. Fontanafredda dovrà essere approfondita la documentazione del fenomeno dal punto di vista della caratterizzazione geologica, al fine di individuare correttamente le tipologie, il dimensionamento ed il posizionamento delle opere più idonee alla bonifica del terreno in dissesto;

- dovrà essere prodotta, nell’’ambito della successiva fase progettuale, la documentazione prevista dalla D.G.R. del 3 ottobre 1989, n. 112-31886;

- la progettazione definitiva delle opere di difesa attiva (reti fermaneve) dalle valanghe dovrà avvenire con l’osservanza delle specifiche dettate dalle “Direttive per la costruzione di opere di premunizione valanghiva nella zona di distacco” dell’Istituto Federale Svizzero per lo studio della neve e delle valanghe - SLF - di Davos. La progettazione degli argini di deviazione delle valanghe dovrà essere basata su calcoli della dinamica valanghiva attraverso l’impiego di modelli che permettano di definire altezza del flusso di scorrimento e pressione della valanga con tempo di ritorno definito dalla normativa vigente. Si dovrà riferirsi, in fase di progettazione definitiva, alla cartografia aggiornata pubblicata sul servizio webgis “Sistema Informativo Valanghe” di Arpa Piemonte per la documentazione di base dei fenomeni valanghivi;

- per garantire la sicurezza degli impianti e delle piste di discesa in relazione al pericolo da valanghe dovrà essere elaborato un Piano di gestione della sicurezza, ai sensi del D.M. 5 dicembre 2003, n. 392, che contenga un piano di intervento per il distacco programmato delle valanghe (PIDAV) e le procedure da adottare per la gestione del rischio attraverso la chiusura temporanea delle piste; il Piano dovrà individuare anche le figure professionali in possesso dei titoli AINEVA, necessarie per la gestione del Piano di sicurezza;

- tutte le aree di cantiere oggetto di movimentazione del terreno, dovranno essere recuperate al più presto al fine di ricostituire il manto erboso previsto a copertura finale anche al fine di evitare l’innesco di dissesti superficiali;

- relativamente a tutte le superfici acclivi dovranno essere valutati, a livello di progettazione, lo spietramento, il riporto di terreno fertile, nonché la protezione con reti in fibra naturale (juta) in funzione antierosiva;

- gli strati terrosi prelevati in fase di scavo dovranno essere ricollocati secondo la loro successione originaria, anche nel caso in cui la preesistente copertura erbacea si presenti rada, e, alle operazioni di riprofilatura, dovranno seguire al più presto quelle di ripristino e rivegetazione;

- il proponente dovrà produrre una chiara progettazione degli interventi di rinaturalizzazione, recupero e compensazione ambientale. Di preferenza saranno da adottare le tecniche di Ingegneria Naturalistica, per la ricostruzione morfologica dei siti, per il consolidamento e la sistemazione superficiale dei terreni, nonché per il contenimento e la mitigazione dell’impatto ambientale e per il reinserimento paesaggistico dei luoghi alterati durante i lavori e delle infrastrutture edificate;

- relativamente agli interventi di rinaturalizzazione, recupero e compensazione ambientale dovranno essere prodotti elaborati completi (relazioni tecniche, planimetrie, sezioni, assonometrie, particolari costruttivi ecc.), propri della progettazione definitiva, atti a descrivere le opere progettate, e le opportune valutazioni sul loro dimensionamento. Dovranno inoltre essere verificate le opere di drenaggio delle acque superficiali, di ruscellamento e di infiltrazione. In particolare dovranno essere evidenziati in planimetria a e accuratamente dettagliati gli interventi di recupero da effettuarsi nei varchi derivanti dallo smantellamento degli impianti dimessi;

- nella fase di progettazione definitiva dovrà essere verificata (ai sensi dei parametri di legge), la stabilità delle scarpate realizzate in riporto e scavo e delle relative opere di sostegno;

- è necessario inoltre evitare in fase di cantiere, con apposite difese, lo scoscendimento di materiale lungo il versante;

- al fine i limitare i rischi di inquinamento del suolo, l’impresa dovrà adottare particolare cautela nella gestione dei mezzi di cantiere e soprattutto per le seguenti operazioni: rifornimenti di carburante e lubrificanti ai mezzi meccanici nonché controllo dei circuiti oleodinamici dei mezzi operativi (da effettuarsi giornalmente). Il responsabile del cantiere in fase esecutiva dovrà predisporre protocolli di gestione per sversamenti accidentali di sostanze considerate pericolose per l’ambiente;

- vegetazione -

- poiché la realizzazione degli interventi previsti richiede l’eliminazione di vegetazione arborea d’alto fusto interferente con i lavori in progetto, in ossequio con le disposizioni di cui all’ art. 4 del D.lgs. 18 maggio 2001 n. 227 “Orientamento e modernizzazione del settore forestale a norma dell’art. 7 della legge 5 marzo 2001 n. 57", si dovranno prevedere nella successiva fase progettuale, in rapporto agli abbattimenti necessari, interventi di compensazione eventualmente anche mirati alla riqualificazione di aree degradate all’interno dell’ambito di riferimento. I tagli boschivi dovranno essere compensati con opere di sistemazione e miglioramento forestale delle aree boscate esistenti e/o attraverso il rimboschimento, con specie autoctone di provenienza locale, di porzioni di territorio montano anche ricadenti in zone limitrofe a quella interessata dalle infrastrutture in progetto;

- relativamente all’intervento di rimboschimento di 14.000 mq in corrispondenza dei varchi lasciato dagli impianti dimessi, il progetto definitivo dovrà dettagliare gli interventi previsti specificando le aree oggetto di intervento, le specie ed il numero di impianti previsti, la densità ed il numero di interventi di semina delle specie erbacee, avendo cura di utilizzando specie in coerenza fitosociologica con l’attuale vegetazione contestuale; gli interventi di recupero dovranno contenere un piano di gestione;

- relativamente agli interventi di ripristino del manto erboso in corrispondenza di tutti gli interventi di movimento terra, si dovrà avere particolare cura nella movimentazione delle zolle erbose, limitando il periodo di accantonamento procedendo per tratti brevi rapidamente recuperati. In particolare, in corrispondenza della realizzazione della pista di collegamento Fraiteve-Col Basset, dovranno essere seguite le mitigazioni già individuate dal proponente al punto 6.2 e 6.3 dell’elaborato n. 8 (Valutazione d’incidenza), limitando il ricorso al prelievo di zolle erbose al di fuori dell’area occupata dalla pista stessa. A seguito delle operazioni di riporto del terreno vegetale, per ricostituire il manto erboso si sottolinea la necessità, ove necessario, di ripetere ed eventualmente differenziare i trattamenti di semina al fine di garantire l’attecchimento di una formazione stabile;

- S.I.C. “Col Basset” -

- i lavori non dovranno iniziare prima di metà giugno, al fine di tutelare il periodo riproduttivo delle specie di interesse segnalate per il SIC, e dovranno terminare nel periodo autunnale (fine novembre);

- dovrà essere prevista la periodica aspersione di acqua con autobotte lungo le piste di trasferimento, al fine di limitare la dispersione delle polveri nell’ambiente;

- dovrà essere posta particolare attenzione al massimo recupero di tutti i materiali in loco e alla loro conservazione destinata al riutilizzo: orizzonti organici del suolo, zolle/piote erbose, materiale terroso e pietroso;

- non dovranno essere utilizzate aree naturali al di fuori delle aree di intervento previste in progetto per depositi temporanei di materiali o manovre dei mezzi;

- dovranno essere posti in atto tutti gli accorgimenti previsti in progetto per evitare lo scoscendimento di materiali di scavo verso valle e il conseguente danneggiamento di vaste superfici;

- dovranno essere allontanati a discarica tutti i materiali di risulta delle demolizioni degli impianti in dismissione e ripulite scrupolosamente tutte le superfici dalla presenza di macerie e rifiuti;

- nel corso della realizzazione della nuova pista di collegamento Monte Fraiteve Col Basset, si dovrà:

* procedere con brevi tratte partendo dal basso con gli scavi (tratte di 15-20 m);

* realizzare le opere di contenimento terra a valle con le rastrelliere in legname in modo da evitare che il materiale di scavo rotoli verso valle in aree caratterizzate dall’habitat “Ghiaioni calcarei e scisto-calcarei montani e alpini (Thlaspietea rotundifolii)”;

* caricare il materiale di scavo direttamente su un autocarro e depositato per la parte eccedente presso l’area di riporto nel Vallone Rio Nero per la realizzazione dell’opera paravalanghe;

- relativamente allo smantellamento della telecabina Col Basset per evitare ulteriori interferenze con la vegetazione del S.I.C., che è particolarmente rilevante per la sopravvivenza delle specie di Lepidotteri tutelati nell’area protetta, si richiede di limitare la realizzazione di piste provvisorie;

- come intervento di compensazione ambientale oltre a quelli previsti da progetto, dovrà essere prevista la realizzazione e la posa di pannelli informativi che illustrino le caratteristiche peculiari del SIC da posizionare nei punti di ritrovo e di aggregazione dei fruitori della pista da sci e del Sito Natura 2000. Il contenuto e il posizionamento di tale segnaletica dovrà essere concordata con il Settore Pianificazione Aree protette della Regione Piemonte;

- lo studio per l’approfondimento delle conoscenze naturalistiche degli habitat all’interno dell’area SIC, previsto da progetto come opera di compensazione ambientale, dovrà essere redatto da esperti riconosciuti in materia e concordato con il Servizio VIA/VAS di ARPA Piemonte. Tale studio dovrà essere concluso all’interno del tempo utile previsto per la realizzazione delle opere, ovvero del collaudo finale;

- fauna -

- al fine di limitare la possibilità di collisione dell’avifauna contro i cavi della seggiovia nel periodo in cui viene effettuata la manutenzione dell’impianto e vengono smontate le seggiole, si richiede che il cavo venga adeguatamente segnalato, ad esempio utilizzando fettucce di colore bianco e rosso da annodare al cavo stesso e da rimuovere al termine della manutenzione. A tal fine si richiede che il proponente si interfacci con l’Osservatorio Regionale sulla Fauna Selvatica (Direzione regionale Agricoltura), onde valutare congiuntamente le succitate e/o ulteriori mitigazioni dell’impatto sull’avifauna;

- paesaggio -

- in generale tutti gli interventi in progetto dovranno prevedere modalità operative atte a garantire il massimo rispetto e salvaguardia delle caratteristiche paesaggistiche proprie del contesto montano interessato, mediante il ricorso a forme di mitigazione e recupero ambientale atte a favorire l’idoneo inserimento delle opere con i lineamenti dell’ambiente naturale circostante. La documentazione relativa al progetto definitivo, da predisporre in stretta osservanza dei contenuti del D.P.C.M. 12/12/2005 (Allegato 3), in considerazione del contesto montano interessato, dovrà comunque prevedere modalità d’intervento atte ad assicurare un idoneo inserimento paesaggistico dei lavori previsti. Gli atti progettuali dovranno pertanto documentare puntualmente tutti gli interventi di nuova realizzazione previsti, le opere di cantierizzazione occorrenti per la realizzazione dei lavori in oggetto, seppure a carattere temporaneo, lo smantellamento degli impianti e delle strutture ad essi connessi, gli interventi di recupero ambientale e di rinaturalizzazione dei siti interessati. Nel sottolineare pertanto che la cosiddetta relazione paesaggistica dovrà essere aggiornata con maggiore aderenza ai contenuti del D.P.C.M. 12/12/2005 e risultare altresì completa di fotosimulazioni in cui siano rappresentate tutte le opere in progetto in relazione alla loro ipotizzata collocazione nel contesto paesaggistico interessato, atte ad evidenziare lo stato dei luoghi prima e dopo l’esecuzione, il progetto definitivo dovrà evidenziare puntualmente quanto segue.

- relativamente alla nuova seggiovia biposto “Fraiteve - si dovranno valutare le possibili soluzioni atte a minimizzare e migliorare l’inserimento della stazione di monte al Monte Fraiteve, area già fortemente interessata e compromessa dalla presenza di diversificati manufatti e strutture di indubbia incidenza e forte impatto;

- relativamente alla Pista “Cresta”:

* per quanto riguarda il I^ tratto, al fine di limitare il più possibile l’impatto derivante dal tracciato, le barriere frangivento, elementi ad elevata visibilità data la collocazione in cresta, dovranno essere previste del tipo abbattibile;

* relativamente al II^ tratto, i lavori di apertura del tracciato, le opere di contenimento previste a valle della pista e le attività di contestuale recupero ambientale dovranno risultare puntualmente descritti, evidenziando ogni attenzione da adottare al fine di assicurare un idoneo inserimento paesaggistico della pista, lungo tutto il suo sviluppo;

* le barriere di protezione anticaduta lungo la pista sul ciglio di valle dovranno essere di tipo mobile per consentirne la rimozione a fine di ogni stagione sciistica. In relazione ai cromatismi della paleria, siano prodotte proposte atte a garantire il migliore effetto mimetico; la possibile risultanza dei lavori di cui sopra dovrà essere evidenziata da fotosimulazioni relative all’intero sviluppo e raffigurare tutte le opere in progetto;

* in generale, relativamente alle opere di protezioni antivento e di reti anticaduta della pista Cresta, è necessario valutare l’impatto paesaggistico di tali protezioni considerando le tipologie che meglio si inseriscono nell’ambiente circostante; come complemento delle reti si potrebbero prevedere specifiche segnaletiche sulla presenza del S.I.C. “Col Basset” per scoraggiare le discese fuoripista all’interno dell’area protetta.

- relativamente agli interventi di messa in sicurezza, al fine della valutazione di competenza esclusivamente riferita all’inserimento paesaggistico di tali opere e all’impatto che le stesse possono determinare sul territorio, si richiedono approfondimenti che specifichino oltre alla planimetria con ubicazione e indicazione di tipologia di tutti gli impianti attualmente presenti, le nuove collocazioni e le eventuali rimozioni previste, completi di rilievo fotografico dei siti interessati e fotoinserimento delle opere. Poichè in alcuni casi si prevede l’installazione di opere di difesa attiva con barriere fermaneve di tipo monoancoraggio, si invita a valutare l’ipotesi di utilizzo di barriere fermaneve di tipo tradizionale che detreminano un minore impatto visivo rispetto al sistema ad ombrello. Si sottolinea la necessità che, per quanto possibile compatibilmente con le finalità, gli argini antivalanga privilegino linee il più possibile morbide e naturali, evitando forme rigide e geometriche del tutto innaturali;

- sistema antropico -

- si dovrà produrre una cartografia che comprenda tutte le piste da discesa fruibili nell’area mediante gli impianti di risalita in progetto. Sulla medesima cartografia dovranno essere anche riportati tutti i servizi di supporto agli sciatori (dotazione di servizi igienici e punti di ristoro eventualmente presenti);

- dovrà essere riportata planimetricamente la disposizione delle reti di protezione e individuando i tipi di rete ed i dispositivi di supporto della stesse idonei aI grado di protezione da assicurare;

- su tutte le aree destinate alla pratica dello sci devono essere assolutamente rimossi i materiali ferrosi, rifiuti di qualsiasi genere e quant’altro possa arrecare pericolo per gli sciatori;

- per quanto attiene alle potenziali interferenze con l’attività di aeronavigazione si richiama la necessità di dover rispettare, in linea generale, le disposizioni contenute nella circolare dello Stato Maggiore Difesa n° 146/394/4422 in data 09/08/2000 “Opere costituenti ostacolo alla navigazione aerea, segnaletica e rappresentazione cartografica”, la quale, ai fini della sicurezza dei voli a bassa quota, impone obblighi già con riferimento ad opere: di tipo verticale con altezza dal piano di campagna uguale/superiore a 15 metri (60 metri nei centri abitati), di tipo lineare con altezza dal piano di campagna uguale/superiore a 15 metri, elettrodotti, a partire da 60 Kv, piattaforme marine e relative sovrastrutture (Qualora non disponibile, la suddetta circolare potrà essere richiesta tramite fax al n° 02/73903409, fornendo contestualmente un indirizzo e-mail ove poterla inoltrare);

- dovranno essere segnalate all’ENAV SpA le due nuove seggiovie in progetto, nel caso in cui il loro franco verticale massimo (altezza massima della fune rispetto al suolo) dovesse risultare uguale o superiore a 100 mt AGL; ciò ai fini della conseguente pubblicazione nella concernente documentazione aeronautica;

- la realizzazione degli interventi in progetto dovrà avvenire in osservanza delle leggi e prescrizioni, per quanto attiene la tutela dei preesistenti impianti di RPC, che prevedono il rilascio del nulla asta alla costruzione, ai sensi dell’ art. 95 D.lgs. n. 259 del 01/08/2003 pubblicato sul S.O. alla G.U. 214 del 15/09/2003, da parte del Ministero delle Comunicazioni-Ispettorato P.V.A.-II^ Sez. Ufficio Interf. Elettriche, che sarà rilasciato, nei termini previsti dalla Legge su istanza del soggetto proponente, secondo la prevista procedura, la cui modulistica è stata acquisita agli atti dalla Direzione Regionale Trasporti, Logistica, Mobilità e Infrastrutture;

- fase di cantiere -

- si raccomanda che la progettazione definitiva contenga specifiche previsioni e clausole dedicate alle modalità di realizzazione dei lavori nella logica della massima attenzione alla riduzione della alterazione dei luoghi (ad. es. tipologia dei mezzi, stagionalità delle opere ecc.), e relative alla garanzia dei risultati delle opere a verde, intesa sia come garanzia di attecchimento del materiale vegetale che come periodo di manutenzione obbligatoria a seguito dell’ultimazione dei lavori;

- poiché la fase di cantiere presenta alcune criticità si ritiene che il progetto definitivo dovrà contenere: il cronoprogramma delle attività evidenziando la fasi principali, l’individuazione in tavole in scala adeguata dell’ubicazione dei cantieri fissi e della viabilità interessata dai mezzi d’opera per le varie fasi progettuali, l’individuazione di eventuali scarichi idrici provenienti dai cantieri e l’individuazione di eventuali aree di manutenzione/parcheggio dei mezzi, stoccaggio di sostanze pericolose e/o di rifiuti;

- si rende obbligatoria la realizzazione di tutte le attività di sistemazione, demolizione, drenaggio, recupero, mitigazione e compensazione ambientale previste nella documentazione esaminata. Queste dovranno essere puntualmente eseguite e dovranno procedere per lotti funzionali parallelamente all’avanzamento del cantiere, secondo un cronoprogramma che tenga conto della stagionalità delle opere a verde e della necessità di riposizionare nel più breve tempo possibile il materiale di scotico (piote erbose ecc.) precedentemente accantonato;

- in merito allo smantellamento degli impianti il proponente dovrà produrre un preciso cronoprogramma, da rendere vincolante nella fase autorizzativa;

- considerato che il progetto prevede una importante fase di scavo e movimentazione di inerti, per volumi prossimi ai 10000 m³, si richiede che venga attentamente valutata l’entità delle operazioni di scavo e riporto previste e delle eventuali possibili alternative che possano essere attuate variando le quote di partenza e arrivo della nuova pista di collegamento. In ragione quindi dell’effettiva necessità di materiale da utilizzare per l’adeguamento dell’argine paravalanghe ed in ragione delle condizioni di stabilità delle opere di contenimento a valle della pista in progetto, potrà valutarsi l’opportunità di una riduzione delle sezioni di scavo. L’uso di aree di deponia temporanea dovrà essere limitato alle sole fasi di cantiere e dovranno essere esclusi stoccaggi provvisori di tali materiali;

- nel caso risulti necessario adeguare in alcuni punti la viabilità di accesso esistente di cui si prevede l’utilizzo in fase di cantiere, gli interventi relativi dovranno essere progettati ai fini della fase definitiva e comportare esclusivamente operazioni di sistemazione, consolidamento e risanamento conservativo, senza procedere ad allargamenti o alla bitumazione del piano viabile;

- poiché la viabilità interessata è aperta anche al traffico privato, si ritiene necessario valutare limitazioni del traffico lungo le strade di accesso al cantiere per garantire la sicurezza di tutti gli utenti;

- si ritiene necessario che al Dipartimento ARPA territorialmente competente venga comunicato l’inizio ed il termine dei lavori, onde permettere il controllo dell’attuazione delle prescrizioni ambientali nella fase realizzativa dell’opera ai sensi dell’art. 8 della L.R. 40/98. Si ritiene opportuno inoltre che il Direttore dei lavori trasmetta, secondo le tempistiche concordate in fase di progettazione del monitoraggio, all’ARPA Piemonte, Coordinamento Centrale VIA - VAS e Dipartimento competente per il territorio una dichiarazione, accompagnata da una relazione esplicativa, relativamente all’attuazione di tutte le misure prescritte, compensative, di mitigazione e di monitoraggio, incluse nella documentazione presentata, e integrate da quelle contenute nella Determina conclusiva del procedimento amministrativo relativo all’opera in oggetto;

- durante la costruzione degli impianti in progetto, si richiede l’assistenza archeologica continuativa a tutte le opere previste in progetto che comportino movimento terra da depositi in posto, in particolare: nell’area di posa dei nuovi piloni e nell’area di posizionamento delle stazioni di partenza e arrivo per l’intervento della seggiovia Fraiteve, nell’area dei posizionamenti delle nuove stazioni di partenza e di arrivo - nonché nell’area di smantellamento della stazione Chamonier e Rio Nero qualora vengano smantellate le fondazioni- per l’intervento di riposizionamento della seggiovia Rio Nero-Basset, durante la movimentazione del terreno per la regolarizzazione del tracciato e nello scavo per la realizzazione delle opere paravento -nonché durante la rimozione della telecabina Col Basset qualora vengano smantellate le fondazioni- per l’intervento di completamento della pista “Monte Fraiteve - Col Basset”, assistenza allo scavo eventuale per lavori di drenaggo se effettuati in terreno non di frana, per l’intervento di bonifica valanghe e infine assistenza a tutte le opere di scortico e scavo del terreno, per l’intervento di ampliamento delle linee di innevamento;

Infine:

- si raccomanda che nella progettazione definitiva delle opere di sistemazione e recupero siano coinvolti professionisti esperti nelle problematiche inerenti la rinaturalizzazione e il recupero ambientale dei siti, la sistemazione idrogeologica, nonché le tecniche di mitigazione, di inserimento paesaggistico e di ingegneria naturalistica nel rispetto della normativa vigente in materia di competenze professionali;

- la progettazione definitiva dovrà contenere un adeguato piano di manutenzione delle opere realizzate, con particolare riferimento a quelle di recupero e sistemazione idrogeologica;

- ai fini di una corretta valutazione istruttoria, si richiede di fornire il computo metrico e il disciplinare prestazionale di tutte le opere oggetto della documentazione propria del progetto che sarà presentato alla Comunità Montana competente per territorio al fine dell’espletamento delle procedure previste dal Regolamento approvato con D.P.G.R. 29.11.2004 n. 13/R computo.

Copia della presente determinazione verrà inviata al proponente ed ai soggetti interessati di cui all’articolo 9 della l.r. 40/1998 e depositata presso l’Ufficio di deposito progetti della Regione.

Avverso la presente determinazione è ammesso ricorso al tribunale amministrativo regionale entro il termine di sessanta giorni.

La presente determinazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 61 dello Statuto e dell’art. 16 del D.P.G.R. 8/R/2002 del 22/7/2002.

Il Dirigente responsabile
Giuseppe Iacopino