Torna al Sommario Indice Sistematico

Bollettino Ufficiale n. 03 del 17 / 01 / 2008

Deliberazione della Giunta Regionale 14 gennaio 2008, n. 11-8003

Diniego della Concessione mineraria della cava di calcare sita in localita’ Moleto del Comune di Ottiglio (AL), richiesta ai sensi dell’art. 11 della l.r. 69/1978 dalla Societa’ Cementi Victoria S.p.A., con sede in Trino (VC). Codice E17A.

A relazione del Vicepresidente Peveraro:

In data 28 settembre 2006 la Società Cementi Victoria S.p.A., con sede in via Monte Santo 17, Trino (VC), ha chiesto la Concessione mineraria ai sensi dell’art. 11 della l.r. 69/1978 sulla cava di calcare da cemento, sita in località “Moleto”, in territorio del Comune di Ottiglio (AL).

L’articolo 11 della l.r. 69/1978 prevede la possibilità, per l’amministrazione regionale, in conformità a quanto già previsto per le miniere dall’art. 45 del R.D. 1443/1927, di applicare per le cave il “regime di concessione”, includendo nel patrimonio indisponibile della regione la cava, e darla in concessione per lo sfruttamento.

L’attività estrattiva nella località “Moleto” è stata attiva sino alla metà degli anni ‘90 ed autorizzata fino al 1999 alla Società Cementeria di Merone S.p.A., divenuta poi Holcim Cementi S.p.A., infine Holcim (Italia) S.p.A.. La predetta, a fine 1999, aveva presentato istanza di rinnovo dell’autorizzazione di cava al Comune; tale domanda non era procedibile, in quanto l’intervento rientrava nell’elenco dei progetti di cui all’allegato B della l.r. 40/1998, per i quali doveva essere preliminarmente attuata la procedura di Verifica di Impatto Ambientale. A seguito di domanda di Verifica di Impatto Ambientale, presentata da Holcim (Italia) S.p.A., ai sensi dell’art. 10 della l.r. 40/1998 alla Regione Piemonte, il procedimento si era concluso con determinazione dirigenziale n° 87 del 5 maggio 2000 che escludeva dalla fase VIA il progetto. Successivamente, a seguito del conferimento alle province, con la l.r. 44/2000, di funzioni istruttorie in materia di attività estrattiva di cava, la provincia di Alessandria richiedeva che il progetto venisse assoggettato alla procedura di VIA.

Successivamente con scrittura privata in data 18 febbraio 2002 la Cementeria di Merone concedeva in affitto il ramo d’azienda costituito dalla cava di Moleto e dalle sue pertinenze alla Cementi Victoria S.p.A., e negli atti di proroga di tale contratto, venivano premesse le intenzioni di Holcim Cementi di vendere e di Cementi Victoria di acquistare il complesso produttivo con l’intesa che l’atto di vendita sarebbe stato effettuato in concomitanza all’autorizzazione per la coltivazione della Cava di Moleto.

La Società Cementi Victoria ha provveduto a presentare l’istanza di avvio della fase VIA alla Provincia di Alessandria per il progetto della cava in loc. Moleto; il procedimento si è concluso con Deliberazione della Giunta provinciale n° 499 del 16 settembre 2004, con la quale è stato espresso giudizio positivo di compatibilità ambientale sul progetto.

Successivamente, il Comune di Ottiglio ha autorizzato la Cementi Victoria S.p.A. alla coltivazione della cava con deliberazione del Consiglio Comunale n. 14 del 9 maggio 2005, subordinando l’efficacia dell’autorizzazione alla stipula di convenzione e alla dimostrazione della disponibilità delle aree di cava da parte della Cementi Victoria; in seguito, con deliberazione del 24 dicembre 2005 e ulteriore determinazione n. 108 del 28 dicembre 2005, il Comune di Ottiglio ha concluso negativamente il procedimento, in quanto la Cementi Victoria non presentava idoneo titolo di disponibilità delle aree di cava e non poteva pertanto né essere autorizzata alla coltivazione né venire stipulata la prevista convenzione.

L’atto di vendita dei terreni di cava dalla Holcim (Italia) alla Cementi Victoria non è infatti stato stipulato; la Cementi Victoria ha successivamente promosso ricorso presso il TAR Piemonte avverso il diniego del Comune di Ottiglio, nonché giudizio presso il Tribunale di Milano - sezione civile - contro la Holcim (Italia) in relazione alla mancata vendita: entrambi i procedimenti sono tuttora pendenti.

A seguito di tali presupposti viene richiesta la Concessione mineraria, ìn applicazione dell’art. 11 della l.r. 69/1978, per la cava in località Moleto, motivando la medesima in quanto la proprietà non ha acconsentito alla vendita o alla proroga del contratto di affitto dei terreni su cui insiste il giacimento di cava.

La domanda e il piano topografico sono stati pubblicati per 15 giorni consecutivi all’Albo Pretorio del Comune di Ottiglio dal 26 ottobre 2006 e, contemporaneamente è stato dato annuncio sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.

A seguito della pubblicazione, con nota n. 1475 del 16 novembre 2006 e DGC n. 61 dell’11 novembre 2006, il Comune di Ottiglio ha presentato le proprie osservazioni sfavorevoli alla concessione, motivando le medesime in riferimento alle politiche di conservazione e valorizzazione del territorio sulle quali è impegnata l’amministrazione, riferendo in particolare sulla valorizzazione dell’interesse turistico del Borgo di Moleto, della Grotta dei Saraceni e dell’antico insediamento termale esistente nell’area.

Il Comune di Trino (VC), nel cui territorio è in attività il Cementificio esercito dalla Cementi Victoria, con nota n. 19072 del 2 novembre 2006 si è espresso favorevolmente alla ripresa dell’attività estrattiva della cava in oggetto, motivando il proprio parere in relazione alla salvaguardia dell’attività produttiva dello stabilimento e alla conseguente occupazione. Analoghe espressione favorevoli alla ripresa della cava e alla concessione mineraria sono state comunicate dalla Camera di Commercio della provincia di Vercelli, con nota del 20 novembre 2006, e dalle OO.SS. di Vercelli, con nota del 27 novembre 2006, in relazione alla sicurezza dell’impiego del personale della Cementi Victoria nello stabilimento di Trino.

Per l’istruttoria della domanda, la Direzione Industria ha convocato in data 30 novembre 2006 una prima riunione con le parti interessate, il Comune e la Provincia di Alessandria, nel corso della quale le Società Holcim (Italia) S.p.A. e Cementi Victoria S.p.A. sono state invitate ad addivenire ad una idonea soluzione per la salvaguardia dell’interesse estrattivo e per le necessità di riqualificazione dell’area.

Con nota n. 14269/16.4 del 13 dicembre 2006 la Direzione Industria ha invitato la Cementi Victoria ad inoltrare alla Società Holcim (Italia) formale offerta per acquisto o affitto pluriennale del giacimento e delle sue pertinenze; la Cementi Victoria ha provveduto in data 12 gennaio 2007, e la Holcim (Italia) ha respinto la proposta ribadendo le tesi di improponibilità dell’offerta per contrasto con i diritti e le pretese avanzate dalla Cementi Victoria nei giudizi avanti al tribunale di Milano ed al TAR Piemonte; non si è pertanto addivenuti ad un accordo tra le parti.

Inoltre, a seguito di osservazioni in merito al procedimento di Concessione mineraria, presentate dalla Holcim (Italia), in data 8 novembre 2006 sono state successivamente esposte controdeduzioni da parte della Cementi Victoria in data 30 novembre 2006, repliche della Holcim (Italia) in data 27 dicembre 2006, e ulteriori interventi, da parte della Società Fonti Curella, in data 8 gennaio 2007, controdedotti da Cementi Victoria in data 27 febbraio e 23 marzo 2007 e, in ultimo, ulteriore memoria da parte della Holcim in data 3 maggio 2007.

Sulla medesima area di cava oggetto della richiesta di applicazione dell’art. 11 della l.r. 69/1978 è stata presentata alla provincia di Alessandria, da parte dalla Soc. Fonte Curella a.r.l., domanda di permesso di ricerca, estesa anche a Comuni limitrofi, per la ricerca di acqua minerale e termale; l’istruttoria di tale istanza si è conclusa con il conferimento, da parte della provincia di Alessandria, del permesso di ricerca con determina dirigenziale n. 521-2007 del 29 agosto 2007.

In data 15 marzo 2007 funzionari del Settore Pianificazione e Verifica Attività estrattiva ai fini dell’istruttoria della domanda, hanno eseguito il sopralluogo all’area congiuntamente con l’Amministrazione Comunale di Ottiglio e la Società Cementi Victoria verificando lo stato attuale dei luoghi.

Con provvedimenti dei propri Consigli e con successive memorie, i Comuni di Ottiglio, Olivola, Rosignano Monferrato e Cellamonte hanno espresso parere sfavorevole alla ripresa dell’attività estrattiva in località Moleto e, per contro, hanno manifestato interesse all’utilizzo delle risorse minerali e termali invitando l’amministrazione regionale a respingere o a sospendere la richiesta di Concessione presentata dalla Cementi Victoria; anche la provincia di Alessandria (con deliberazione di Giunta n. 714 del 13 dicembre 2006) si è espressa in modo sospensivo in merito alla richiesta di Concessione e a favore della ricerca e utilizzo delle fonti minerali.

Le motivazioni espresse negli atti dei Comuni e della provincia di Alessandria riguardano la tutela e la salvaguardia del pubblico interesse relativo allo sviluppo e al rilancio del territorio, anche attraverso le fonti minerali, per mezzo di attività ricettivo turistiche e la contestuale tutela paesaggistica del territorio; per contro, le amministrazioni suddette ritengono difficilmente conciliabile con i propri obiettivi la ripresa dell’attività estrattiva nella cava Moleto.

È doveroso richiamare il fatto che il progetto approvato in sede di giudizio di compatibilità ambientale, per il quale Cementi Victoria richiede la Concessione mineraria, prevede lo sfruttamento della cava per una durata minima decennale e la coltivazione di circa un milione di metri cubi, con notevoli modifiche morfologiche, ribasso del piazzale di base e riassetto ambientale finale dei versanti.

In data 6 settembre 2007, presso la Direzione Industria si è tenuta la riunione di Conferenza dei Servizi in attuazione del I comma dell’art. 11 della l.r. 69/1978, durante la quale la suddetta ha preso atto non solo che la Giunta Provinciale di Alessandria, con ulteriore deliberazione n° 434 del 22 agosto 2007, ha espresso il proprio dissenso alla procedura di acquisizione al patrimonio indisponibile della regione della cava ed alla successiva Concessione mineraria ma anche della successiva Determinazione Dirigenziale n. 521-2007 del 29/8/2007, con la quale è stato conferito il permesso di ricerca per acqua minerale e termale, della durata di anni 3, alla Società Fonte Curella s.r.l.

Nella medesima riunione la Conferenza di Servizi, prendendo anche atto dei pareri espressi dai Comuni Olivola, Rosignano Monferrato e Cellamonte, ha ritenuto prevalente la salvaguardia della fonte termale e la tutela delle attività ricettive e turistiche della zona, rispetto alla prosecuzione della coltivazione cava in Località Moleto, attraverso la Concessione mineraria da rilasciare ai sensi dell’art. 11 della l.r. 69/1978, e ha pertanto espresso parere sfavorevole alla Concessione.

Inoltre, i partecipanti Conferenza di Servizi, constatato che l’attività di cava è stata interrotta senza procedere al riassetto ambientale del sito, hanno ritenuto indispensabile la redazione di un progetto di riassetto ambientale che preveda movimenti di terra e asportazione di minerale ai fini dell’effettivo recupero ambientale e della riqualificazione morfologica, paesaggistica ed ambientale dell’area.

Per la valutazione e il bilanciamento dei pubblici interessi nell’area è opportuno richiamare le previsioni del Documento di Programmazione dell’Attività Estrattiva III stralcio (DPAE), approvato dalla Giunta regionale con D.G.R. n. 79-6592 dell’8 luglio 2002 in merito al Polo estrattivo di Moleto: In proposito le Norme di indirizzo esprimono le seguenti considerazioni: “La cava di Moleto, un tempo molto importante nel quadro produttivo del cemento in Piemonte, ha accusato negli ultimi anni una sensibile recessione produttiva, dovuta sia al rapido ridursi della frazione calcarea più pregiata presente (”Pietra da Cantoni", con tenore di CaCO3 90%) - contestualmente al crescere di quella francamente marnosa (“tufo blu”, con meno del 40% in carbonato) - sia alla sempre più difficile gestione selettiva di un cantiere ormai troppo esteso, in relazione alla relativamente modesta produzione, come richiesto dalla vicina (25 km) cementeria di Morano sul Po. La coltivazione, interamente con macchine operanti su una morfologia ormai pianeggiante, a seguito di estesi spianamenti del rilievo collinare originario, ha proceduto per ribassi progressivi lasciando, semi lateralmente, pendenze piuttosto dolci (30-35°) e subito rinverdite con tecniche ormai affermate. Il problema principale, come osservato, deriva dalla necessità permanente di una miscelazione piuttosto complessa - con almeno quattro componenti di materiali miocenici scavati - e dal mantenimento conseguente di vaste aree in simultanea coltivazione: il controllo delle acque d’accumulo e la loro risorgenza nelle zone più depresse; al contatto stratigrafico tra marne e calcari, non adeguatamente smaltibili da terreni assai poco permeabili; la continuità produttiva dei cantieri risulta notevolmente ridotta. D’altra parte il ridimensionamento della cubatura calcarea utile, disponibile in cava, non ha giustificato un adeguamento tempestivo degli impianti della collegata cementeria, con conseguente riduzione dei margini operativi dell’azienda, sino alla recente conversione, nella stessa cementeria, della produzione di clinker alla sua semplice macinazione, come attualmente avviene. La produzione, sino a qualche tempo fa superiore ai 100.000 m3/anno di calcare in posto (corrispondente alla metà della volumetria complessiva scavata nella cava), è ora molto ridotta, venendo utilizzato il calcare soprattutto nella miscelazione, da crudo, col clinker importato da fuori regione. Allo stato attuale delle cose, mancando un preciso piano al riguardo da parte della ultima azienda operante, risulta oltremodo incerto prevedere una ripresa produttiva di questo polo, in corso di recupero ambientale, anche se, nel complesso, esisterebbero tuttora in sito notevoli quantità di materie prime".

Non considerando le osservazioni riportate dal DPAE relativamente allo stabilimento della Cementeria di Morano, non pertinenti al procedimento in oggetto, emerge che il materiale estraibile dalla cava ha caratteristiche di limitato pregio per l’attuale tecnologia della produzione del cemento.

È da precisare che in Piemonte la coltivazione di calcare e l’industria di produzione del cemento si sono da tempo concentrate nella provincia di Cuneo, in relazione alla presenza di un notevole affioramento calcareo di ottima qualità, posto tra la Valle del Grana a Nord e la Valle del Gesso a Sud. E’ pertanto in tale zona che sono al momento in attività e si sviluppano le cave di calcare di notevoli dimensioni e produttività che approvvigionano di materia prima i cementifici esistenti; per contro come si evidenzia anche dal DPAE, nel Casalese e in provincia di Alessandria la coltivazione dei giacimenti di marne calcaree, di minor purezza e pregio per la produzione di cemento, quali quello presente nella cava di Moleto, è andata via via esaurendosi dagli anni ‘70 del secolo scorso.

Inoltre, il Cementificio di Trino non si è mai approvvigionato di materia prima nella cava in località Moleto; la Cementi Victoria ha infatti avuto a disposizione altre fonti di produzione di calcare da cave o miniere e ordinariamente acquista materia prima da altri produttori. Non si ritiene pertanto fondata l’ipotesi di chiusura dell’impianto industriale a causa della mancata possibilità di sfruttamento della cava in questione.

Quanto espresso dalla Conferenza di servizi, riunita ai sensi dell’art. 11 in data 6 settembre 2007 della l.r. 69/1978, in merito al recupero ambientale della cava, può inoltre permettere, oltre all’effettiva riqualificazione ambientale dell’area necessaria anche per gli obiettivi di tutela evidenziati dagli Enti Locali, una limitata coltivazione mineraria, finalizzata al recupero morfologico dell’area di cava;

vista la l.r. 22 novembre 1978 n. 69 e s.m.i.;

per tutto quanto sopra esposto ed accogliendo le proposte del relatore, la Giunta regionale, con voto unanime espresso nelle forme di legge,

delibera

di rigettare l’istanza prodotta dalla Società Cementi Victoria S.p.A., con sede e stabilimento in via Monte Santo 17, Trino (VC), volta ad ottenere la Concessione mineraria della cava di calcare da cemento denominata “Moleto” in Comune di Ottiglio (AL) in applicazione dell’art. 11 della l.r. 69/1978, per le motivazioni espresse in premessa, ritenendo prevalente la tutela delle strutture ricettive e turistiche della zona e l’assoluta salvaguardia della ricerca e dell’eventuale sfruttamento di acque minerali e termali, rispetto alla prosecuzione dell’attività mineraria;

di richiedere alla Società Holcim (Italia) S.p.A. la presentazione di un progetto di riassetto ambientale dell’area di cava che preveda una limitata ma necessaria asportazione di minerale utile per l’effettivo recupero morfologico e paesaggistico dell’area, nel termine di 6 mesi dalla comunicazione del presente provvedimento; il progetto sarà sottoposto al procedimento di verifica ai sensi dell’art. 10 della l.r. 40/1998.

Copia della presente deliberazione sarà inviata a tutti i soggetti interessati al procedimento.

Avverso il presente atto deliberativo è ammesso, da parte dei soggetti legittimati, proposizione di ricorso giurisdizionale avanti il Tribunale amministrativo regionale per il Piemonte entro il termine di sessanta giorni dalla data di ricevimento del presente atto e della piena conoscenza secondo le modalità di cui alla legge 6 dicembre 1971 n. 1034, ovvero Ricorso Straordinario al Capo dello Stato entro centoventi giorni dalla data di cui sopra, ai sensi del DPR 24 novembre 1971 n. 1199.

La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 61 dello Statuto e dell’art. 14 del D.P.G.R. n. 8/R/2002.

(omissis)