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Bollettino Ufficiale n. 49 del 6 / 12 / 2007

ANNUNCI LEGALI


Provincia di Cuneo
Servizio Valutazione Impatto Ambientale

Progetto di impianto idroelettrico denominato “il Podio” sul Torrente Stura di Demonte nel Comune di Demonte. Giudizio negativo di compatibilità ambientale

(omissis)

Sulla base delle predette controdeduzioni, permangono i motivi ostativi così come più sopra esplicitati e non sussistono le condizioni per l’espressione di un giudizio positivo in relazione alla compatibilità ambientale ed alla Valutazione di Incidenza ecologica del progetto né i presupposti per il rilascio della concessione a derivare ex D.P.G.R. 29 luglio 2003, n. 10/R, nonché per il rilascio dell’assenso del Comune di Demonte a realizzare l’intervento.

(omissis)

La Giunta provinciale

delibera

1. Di considerare le premesse e le controdeduzioni ivi esplicitate in merito alle osservazioni formulate dal proponente con nota pervenuta in data 02.03.07 con prot. di ric. n. 11632 (Allegato 2), parte integrante della presente Deliberazione.

2. Di esprimere giudizio negativo di compatibilità ambientale e contestuale valutazione di incidenza negativa in merito al progetto di impianto idroelettrico denominato “il Podio” sul Torrente Stura di Demonte nel Comune di Demonte, presentato da parte del Sig. Gallo Marco, (omissis), in qualità di Amministratore Unico della S.I.F. S.r.l. con sede in Strada Cascina Cauda, 14100 Asti, in quanto non sussistono le condizioni per l’espressione di un giudizio positivo in relazione alla compatibilità ambientale e di positiva Valutazione di Incidenza dell’intervento né i presupposti sostanziali per il rilascio della connessa concessione di derivazione ai sensi del D.P.G.R. 29.07.2003 n. 10/R e s.m.i., essenziale per la realizzabilità del progetto, nonché per il rilascio dell’assenso del Comune di Demonte a realizzare l’intervento per i motivi di seguito espressi:

(omissis)

Ciò premesso, queste le motivazioni del diniego del giudizio positivo di compatibilità ambientale:

Sottrazione di portata all’habitat “Tratti di corsi d’acqua a dinamica naturale o seminaturale (letti minori, medi e maggiori) in cui la qualità dell’acqua non presenta alterazioni significative”.

Uno degli effetti maggiormente visibili e significativi della realizzazione del progetto sugli habitat presenti è senza dubbio la riduzione delle biocenosi acquatiche, in particolare di quelle ittiche, a seguito della realizzazione della derivazione. Tale sottrazione agisce attraverso diversi impatti quali la diminuzione di alveo bagnato e conseguente minore disponibilità di habitat per le biocenosi acquatiche, l’eventuale abbassamento del livello piezometrico che potrebbe influnzare l’evoluzione delle fitocenosi attualmente presenti, la modifica degli attuali equilibri naturali che rendono l’habitat di buona naturalità come popolamenti ittici e marcobentonici, morfologia dell’alveo e regime idraulico, formazioni vegetali presenti e funzionalità ecosistemica.

Le caratteristiche dell’alveo dello Stura, generalmente molto largo e con potente materasso alluvionale, portano a supporre un disseccamento esteso del greto che la minore velocità della corrente non potrà colmare. A ciò si aggiunga la lunghezza del tratto sotteso interessato dalla captazione, circa 3 km, che rappresenta una quota consistente del tratto di fiume all’interno del S.I.C.. Si consideri inoltre che le femmine di trota depongono le uova proprio su tratti con ghiaia grossolana e con lama d’acqua costante quali quello in esame.

Con la centrale attiva si avrebbero ripercussioni sulle popolazioni ittiche autoctone, sia dal punto di vista della biomassa e densità sia dei rapporti percentuali tra le differenti specie (ad esempio le escursioni di livello associate alla produzione idroelettrica influirebbero particolarmente su una specie bentonica e a bassa vagilità come lo scazzone). La diminuzione di portata è particolarmente negativa negli stadi adulti dal momento che vengono a mancare le aree a maggior profondità occupate dai soggetti di taglia superiore già sfavorite dalla naturale povertà di pozze. La ridotta profondità favorisce inoltre le attività predatorie sull’ittiofauna degli aldeidi.

La diminuzione della capacità ittiogenica è stata valutata nelle integrazioni con un indice fisico di produttività che non si presta a confronti su brevi tratti di corso d’acqua, ma solo a caratterizzazioni di bacino, come gli stessi autori hanno ribadito. Infatti esso è sensibile a parametri che cambiano molto poco in una sezione di soli 3 km, quali l’altitudine mediana del bacino e la pendenza. Quindi non sono da considerarsi valide (e probabilmente sottostimate) le previsioni di variazioni medie annue di capacità ittiogenica del 10% dichiarate nello studio.

Inoltre non è corretto basare la significatività di questo impatto su un raffronto di 40 km di cui non è ben precisata l’ubicazione come citato a pag 112 del volume 4 - aria/acqua - “Dei 40000 m di asta complessiva solo 3000 metri saranno interessati ad un decremento dell’ indice”.

La proposta di compensare la prevedibile diminuzione di capacità biogenica con la realizzazione di un incubatoio di valle per potenziare le popolazioni autoctone appare come una misura certamente opportuna per favorire la reintroduzione in un tratto altamente idoneo del temolo, ma sembra una contraddizione per le altre specie pregiate (trota mormorata e scazzone) di cui si altererebbe una popolazione equilibrata per poi cercare di reintrodurle.

Riduzione fisica dell’alveo bagnato

La riduzione della portata causerà una variazione della superficie d’alveo bagnato. Il proponente ha descritto mediante curve portata/larghezza tale riduzione in 4 sezioni lungo il tratto sotteso al prelievo, rappresentative di 4 tipi di configurazione d’alveo omogenei individuati in tale tratto.

Nel periodo di riferimento aprile-settembre sono state riscontrate le seguenti riduzioni:

sezione 1: variazione sezione bagnata alveo 31%

sezione 2: variazione sezione bagnata alveo 19 %

sezione 3: variazione sezione bagnata alveo 13%

sezione 4: variazione sezione bagnata alveo 28,6%

Il proponente, nella fase di quantificazione della perdita di habitat che ne consegue, invece di riferirsi a queste mensilità, in cui si verifica la maggior riduzione della percentuale della sezione bagnata, fa riferimento al mese di gennaio, come scritto a pag. 47 della Valutazione di Incidenza in cui “nel mese di gennaio, in cui si registra la minima portata mensile, si stima una diminuzione della superficie bagnata nelle 4 sezioni rispetto alla situazione attuale, pari a circa 7830 mq, circa un ettaro della superficie totale del S.I.C. la cui superficie totale ammonta a 1.123 ha, per cui nella globalità del Sito non ha una grande rilevanza”.

Tale scelta desta perplessità, pur essendo gennaio un mese particolarmente critico come minimo di magra. Non si capisce inoltre come sia stato ricavato il dato dei 7830 mq.

ARPA Piemonte ha calcolato la riduzione di alveo bagnato sulla base dei dati sopra esposti applicando le riduzioni percentuali ai tratti omogenei che le sezioni rappresentano, sulla base del più recente e aggiornato rilievo dell’habitat acquatico, derivandone informazioni divergenti da quelle del proponente.

A fronte di un habitat acquatico di 11,33 ha, se ne perderebbe il 26% con una riduzione di circa 3 ha di alveo bagnato. Tale dato è certamente sottostimato in quanto occorrerebbe aggiungere anche i bracci secondari ad acque lentiche che saranno i primi a scomparire in caso di sottrazione di portata, ma che risultano nella cartografia considerata appartenenti ad un altro habitat che è quello di “greto”.

Un’ulteriore perplessità riguarda il raffronto eseguito dal proponente del dato di habitat acquatico perso, 7830 mq., con un’entità non comparabile, l’intera superficie del S.I.C. Condividendo il parere di ARPA Piemonte, per ottenere una corretta significatività di questo impatto, si dovrebbe comparare il dato di perdita di habitat con la disponibilità di habitat acquatico in tutto il S.I.C.

A questo proposito, considerando il dato ricavato da ARPA Piemonte, risulta una percentuale di alveo bagnato perso del 5,35% rispetto a tutta superficie del S.I.C., valore non trascurabile. A ciò occorre aggiungere che il tratto interferito è, sia dagli studi effettuati dalla Provincia di Cuneo sia dai campionamenti ittici, morfologici e vegetazionali effettuati per lo studio di incidenza, un tratto particolarmente significativo e pregiato.

Riduzione dell’ecosistema ripariale ed impatti sugli habitat correlati

L’effetto dell’opera sull’habitat “Fiumi alpini e loro vegetazione riparia legnosa di Salix eleagnos” potrebbe manifestarsi attraverso l’abbassamento della falda di subalveo indotto dalla riduzione di portata e l’alterazione del regime annuale delle portate. La conformazione morfologica stessa di questo tratto fluviale, caratterizzata da un letto largo e da un potente materasso alluvionale su cui si sono sviluppati popolamenti ripariali arbustivi e boschivi predispone ad un disseccamento che favorirebbe l’espansione di specie meno igrofile che si diffonderebbero in queste fitocenosi.

Lo studio di incidenza ha rilevato che la diminuzione di portata, pari in certi mesi a più della metà di quella presente naturalmente in alveo, indurrebbe un abbassamento medio della superficie piezometrica di 15 cm, ben tollerabile dai salici che, secondo lo studio, sembrano dimostrare un buon adattamento a oscillazioni di almeno 60 cm compensando con l’allungamento dell’apparato radicale. Nulla è stato detto però circa l’adattabilità di Myricaria germanica, la cui presenza in questo tratto viene mantenuta stabile nel tempo dal regime torrentizio del fiume Stura alla cui dinamica è strettamente legata. La sua diffusione nelle bassure sabbiose del greto lascia intravedere lo stretto legame con la presenza di acqua in subalveo.

Merita ricordare che questa stazione di Myricaria germanica della Stura è l’unica in Piemonte oltre a quella della Val Pellice, dove è stato istituito appositamente un SIC per tutelare la specie (SIC IT 1110033). Inoltre nella Direttiva Comunitaria 92/43/CEE è presente il riferimento all’habitat “Fiumi alpini e loro vegetazione riparia legnosa di Myricaria germanica” che quindi va ad incrementare il valore dell’elevata biodiversità di questo tratto dello Stura. Le caratteristiche generali del suo habitat sono rappresentate da greti ciottolosi con numerosi bracci d’acqua a limitata escursione stagionale di profondità, che è proprio la caratteristica della porzione di asta fluviale di Stura che sarebbe interferita dall’intervento in progetto.

L’impoverimento delle portate che, seppur con la modulazione prevista, sarebbe provocato dalla realizzazione del progetto, altererebbe irreversibilmente gran parte dell’habitat a cui la specie è legata, riducendo la frequenza delle piene ripetute e occasionali, a basso e medio tempo di ritorno, che mantengono l’ambiente fluviale estremamente attivo.

Inoltre l’habitat della Myricaria germanica verrebbe direttamente interferito per sottrazione di superficie a causa della posa della condotta forzata per una superficie di 920 mq circa.

In merito all’impatto prevedibile che la realizzazione dell’opera comporterà sull’habitat “Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculus fluitantis e del Callitricho-Batrachion”, lo stesso studio del proponente dichiara che è molto verosimile che la riduzione di portata determinerà la scomparsa dei rami laterali ad acqua lentica e conseguentemente dei popolamenti di questi habitat. Non avendone però caratterizzato il pregio e l’estensione, non apporta elementi sulla significatività di questo impatto.

Sulla base delle evidenze riscontrate durante il sopralluogo di ARPA Piemonte, esiste la concreta possibilità che le formazioni appartenenti a questo habitat localizzate nel tratto che sarebbe interferito dall’intervento in progetto, rappresentino la quasi totalità di quelle presenti nel SIC. Infatti, ad eccezione di una breve porzione a valle del punto in cui è prevista l’opera di restituzione (che non è stata però oggetto del sopralluogo), questo è uno dei pochi tratti a possedere le caratteristiche morfologiche che ne consentono l’esistenza.

La scomparsa di questo habitat, che è qui rappresentato nella sua più tipica espressione e riveste un ruolo fondamentale per il mantenimento della biodiversità dell’ecosistema fluviale sotto il profilo sia floristico sia faunistico, risulta altamente probabile anche in considerazione del fatto che quasi sempre si tratta di ambienti creati da lame d’acqua debolmente fluenti su alture del profilo idraulico o da depressioni in cui emerge la falda di subalveo, situazioni queste che sono le più vulnerabili in caso di sottrazione di portata.

Sulla base delle predette considerazioni, l’intervento proposto manca dei presupposti necessari per la formulazione di un giudizio positivo di Compatibilità Ambientale, in quanto comporterebbe l’ulteriore, pesante alterazione del regime idrologico naturale, pur con l’adozione di cautele e attenzioni alla conservazione di un “minimo” vitale, in un tratto di corso d’acqua alpino che è stato individuato nelle rete europea Natura 2000 proprio per le eccezionali caratteristiche ecologiche del suo habitat acquatico.

Per quanto riguarda le motivazioni del contestuale giudizio negativo di Valutazione di Incidenza dell’intervento in progetto, pur essendo le stesse sostanzialmente riconducibili a quelle già sopra espresse, si rimanda al parere tecnico in merito dettagliatamente formulato con nota n. 12110 del 23.06.2006 e verbalmente ribadito al proponente nella Conferenza del 22 novembre 2006 da parte del competente Settore regionale Pianificazione Aree Protette, allegato al presente provvedimento per farne parte integrante e sostanziale (Allegato 1).

Circa la mancanza dei presupposti sostanziali per il rilascio della concessione di derivazione ex D.P.G.R. 29 luglio 2003, n. 10/R, queste -in sintesi- le motivazioni in merito addotte:

(omissis)

3. Di inviare il presente provvedimento al proponente e a tutti i soggetti interessati;

4. Di dare atto che la notifica del presente provvedimento al proponente si configura come chiusura di tutti i procedimenti autorizzativi e concessori connessi;

5. Di dare atto che in relazione al presente provvedimento è stato acquisito il parere tecnico di cui all’art. 49 del richiamato D. Lgs. 267/2000;

6. Di dare atto che il presente provvedimento non comporta spese e/o minori entrate a valere sul bilancio dell’anno in corso;

7. Di dichiarare il presente provvedimento, per l’urgenza, immediatamente eseguibile, ai sensi dell’art. 134, comma 4, del D.Lgs. n. 267/2000.

Al presente provvedimento sono allegate, per farne parte integrante e sostanziale:

(omissis)

La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 12, comma 8 della L.R. 40/1998 e s.m.i. e depositata presso l’Ufficio di Deposito di questa Provincia e presso l’Ufficio di Deposito della Regione Piemonte.

Avverso il provvedimento è possibile per chiunque vi abbia interesse esperire ricorso al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche entro 60 giorni o - in alternativa - al Capo dello Stato nel termine di 120 giorni dalla notifica dell’atto.

Allegati

(omissis)