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Bollettino Ufficiale n. 48 del 29 / 11 / 2007

Deliberazione della Giunta Regionale 20 novembre 2007, n. 2-7520

Parere di competenza regionale sulla compatibilita’ ambientale ai sensi dell’art. 6 della legge 349/1986 e valutazioni regionali di cui all’art. 167, comma 5 del D.Lgs. 163/2006 in merito al progetto definitivo: “T4 Traforo del Frejus Galleria di Sicurezza diametro=8 metri”.

A relazione degli Assessori Borioli, De Ruggiero:

In data 26.03.2007 la SITAF S.p.A. - Società Italiana Traforo Autostradale del Frejus, ha depositato presso l’Ufficio di deposito progetti regionale di Via Principe Amedeo, 17 - Torino, ai sensi dell’articolo 5 del d.p.c.m. 377/1988, copia degli elaborati relativi al progetto definitivo e allo studio di impatto ambientale “T4 Traforo del Frejus Galleria di Sicurezza (.=8 metri”, per l’avvio della procedura di VIA nell’ambito della quale la Regione esprime il proprio parere ai sensi dell’art. 6 della legge 349/1986 nonchè le valutazioni di cui all’art. 167, comma 5 del D.Lgs. 163/2006.

Successivamente in data 28.03.2007 la SITAF ha pubblicato l’avviso al pubblico sui quotidiani La Stampa e Il Corriere della Sera.

La documentazione presentata (essendo di competenza statale la procedura di Valutazione d’Impatto ambientale) è rimasta a disposizione per la consultazione da parte del pubblico presso l’Ufficio di deposito progetti regionale, per trenta giorni a partire dalla data di deposito del progetto, secondo quanto previsto dal DPCM 377/88 e s.m.i.

Con nota n. 4319/22.2 del 04.04.2007 il Nucleo centrale dell’Organo tecnico regionale ha individuato nella Direzione Trasporti la struttura regionale competente nonché le strutture regionali interessate all’istruttoria.

La comunicazione di avvenuto deposito degli elaborati e di avvio del procedimento per l’espressione del parere regionale di compatibilità ambientale ex art 6 della L. 349/86, nonché della valutazione sulla localizzazione dell’opera ai sensi dell’art. 167, comma 5 del D.Lgs 163/2006, è avvenuta sul B.U.R. n. 16 del 19.04.2007.

A seguito del deposito degli elaborati progettuali e dello studio di VIA sono pervenute alla Direzione Tutela e Risanamento Ambientale le seguenti osservazioni da parte del pubblico:

* in data 25.05.2007 da parte della società Colomion S.p.A. e sottoscritta da: Associazione albergatori di Bardonecchia, Associazione commercianti di Bardonecchia, Scuola di sci di Bardonecchia, Sci club di Bardonecchia e Scuola sci nord-ovest Bardonecchia;

* in data 28.05.2007 da parte dell’Associazione Montagna Nostra.

Il Responsabile del Procedimento ha convocato per il giorno 24.04.2007 la prima riunione della Conferenza di Servizi istruttoria alla quale sono intervenuti i soggetti interessati di cui all’art. 9 della L.R. 40/1998, i componenti dell’Organo Tecnico nominati dalle Direzioni competenti per l’istruttoria del progetto e SITAF S.p.A., in qualità di proponente. Sempre per il giorno 24.04.2007 si è svolta la prima riunione dell’Organo Tecnico.

In data 10.05.2007 si è svolto il sopralluogo tecnico sia presso il sito della nuova galleria di sicurezza che presso i vari siti alternativi proposti per la deponia dello smarino.

In data 17.05.2007 si è svolta la seconda riunione della Conferenza di Servizi istruttoria, nonché la seconda riunione dell’Organo Tecnico.

In data 21.05.2007 è avvenuta la riunione con i Comuni, finalizzata all’espressione della valutazione regionale sulla localizzazione dell’opera, ai sensi art. 167, comma 5 del D.Lgs 163/2006 e dell’Allegato A della D.G.R. n. 44-8734 del 17 marzo 2003.

In data 31.05.2007 si è tenuto un tavolo tecnico informativo (per tecnici regionali e rappresentanti Enti locali interessati) con la presenza del Presidente del Comitato di Sicurezza, che opera in seno alla Conferenza Intergovernativa, e di un funzionario del Comando dei Vigili del Fuoco che opera in seno al Comitato di Sicurezza.

In data 11.06.2007 si è svolta la terza riunione di Conferenza dei Servizi istruttoria e dell’Organo Tecnico, al termine della stessa, alla luce di quanto emerso dagli approfondimenti condotti dall’Organo Tecnico con il supporto tecnico-scientifico dell’ARPA Piemonte, formalizzati nei contributi tecnici formulati dalle Direzioni regionali competenti, dalle risultanze delle sedute della Conferenza di Servizi, tenuto conto dei pareri degli Enti e dei soggetti interessati, concordemente si è ritenuto che per la realizzazione dell’intervento in oggetto, sussistano i presupposti per un parere di compatibilità ambientale favorevole da parte della Giunta Regionale, sottolineando in merito, anche con riferimento alle osservazioni pervenute, le seguenti significative motivazioni:

Quadro di riferimento programmatico

Per quanto attiene il Quadro di riferimento programmatico la legge 21.12.2001 n° 443 (abrogata e sostituita dal D.Lgs. 163/2006) ha delegato il Governo ad individuare le infrastrutture pubbliche e private di preminente interesse nazionale da realizzare per la modernizzazione e lo sviluppo del Paese. Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nell’ambito delle proprie attribuzioni, ha avviato la preparazione di detto Programma raccogliendo le proposte dei Ministeri competenti e delle Regioni. Successivamente il CIPE con la Deliberazione n° 121 del 21.12.2001 - “ Legge obiettivo: 1° Programma delle infrastrutture strategiche” ha individuato ed elencato le infrastrutture prioritarie nel complesso e suddivise per territorio interessato e gli stanziamenti necessari alla loro realizzazione.

L’opera in oggetto risulta compresa nell’elenco contenuto nella succitata deliberazione del CIPE, tra quelle che interessano il territorio piemontese e riveste quindi un carattere di preminente interesse nazionale in quanto consente di elevare i livelli di sicurezza del Traforo del Frejus che costituisce, all’interno del corridoio di interconnessione europea est-ovest, un segmento strategico delle reti di collegamento transnazionali.

Per quanto attiene la pianificazione regionale il Piano Territoriale Regionale, approvato nel 1997, individua - nelle proprie cartografie di piano - uno specifico corridoio per l’interconnessione con i sistemi internazionali. Anche i successivi approfondimenti del Piano Territoriale Regionale vigente, in particolare quello riguardante l’area della Valle di Susa, non prevedono specifiche indicazioni, ma definiscono politiche mirate di tutela e di uso del territorio.

Peraltro l’intervento non presenta elementi di incompatibilità con gli indirizzi del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Torino.

Per quanto concerne invece la pianificazione urbanistica si riscontra che il Comune di Bardonecchia è dotato di P.R.G.C. approvato con D.G.R. n. 27-41717 del 5.3.1985 e di Piano Particolareggiato approvato con D.G.R. n. 138-26491 del 01.07.1983. Le opere civili esterne insistono all’interno della fascia di rispetto dell’infrastruttura esistente ed in parte all’interno della fascia di rispetto di una sorgente idropotabile posta sul versante opposto della valle ai sensi degli art. 39 e 36 della N.T. P.R.G. Comune di Bardonecchia; l’area di stoccaggio definitivo del materiale di scavo ricade in aree considerate agricole ai sensi dell’art. 22 della N.T. P.R.G. Comune di Bardonecchia, così come la proiezione verticale della galleria in progetto; inoltre il progetto interessa un’area definita di ricognizione ai sensi dell’art. 13 bis delle suddette norme, ed interseca il reticolo idrografico minore; in relazione alla Variante Generale del P.R.G. (di adeguamento ai sensi della C.P.G.R. 8/5/96 n. 7/LAP), le aree di intervento ricadono nella classe III indifferenziata (per potenziali instabilità).

In particolare, per quanto attiene la compatibilità urbanistica l’infrastruttura in esame risulta complessivamente non conforme alle prescrizioni dello Strumento Generale vigente, sia per quanto riguarda la realizzazione della galleria di sicurezza, sia relativamente alle infrastrutture tecniche poste al di fuori del piazzale esistente nonché al nuovo ponte sul Rochemolles ma, tenuto conto dell’importanza strategica dell’opera, comunque si ritiene che l’intervento sia in linea di massima compatibile con il contesto territoriale interessato e con le infrastrutture preesistenti.

Per quanto attiene i vincoli ambientali l’area di progetto è soggetta a vincolo idrogeologico (R.D. 3267/23) ex L.R. 45/89, a vincolo paesistico ai sensi del D.Lgs. n. 42/04 nonché rientra tra le aree di cui al Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.).

Quadro di riferimento progettuale

Per quanto riguarda il quadro di riferimento progettuale, il progetto di realizzazione della galleria di sicurezza nasce dall’esigenza di migliorare la sicurezza del traforo a seguito dei recenti incidenti che si sono sviluppati all’interno di gallerie stradali europee (ad es. Traforo del Monte Bianco, Galleria del San Gottardo), che hanno posto come prioritaria la necessità di innalzare i livelli di sicurezza delle infrastrutture in sotterraneo, attraverso l’adattamento delle strutture e degli impianti di sicurezza esistenti.

La discussione all’interno del gruppo di lavoro istituito dal Comitato di Sicurezza ha permesso di evidenziare per il traforo del Frejus una soluzione con diametro della galleria di sicurezza di 8.00 m che permette l’accesso ai veicoli di soccorso normalmente in uso (Titan e navetta Orthros delle società concessionarie e dei veicoli di soccorso pubblici francesi e italiani). Inoltre, è prevista la realizzazione di bypass e una gestione della ventilazione senza le SAS ai portali per permettere strategie d’intervento efficaci e flessibili per far capo a varie situazioni di rischio.

Per quanto attiene le alternative progettuali relative al tracciato della galleria, l’opzione zero è considerata non perseguibile, in quanto è pressante l’esigenza della “messa in sicurezza” dell’esistente Traforo e la localizzazione della nuova opera “in parallelo” a quella esistente è in pratica una scelta “obbligata”.

La sistemazione dello smarino ha preso in considerazione quattro diverse alternative:

* alternativa 1 - sito in destra orografica del torrente Rochemolles in zona a monte dell’imbocco

* alternativa 2 - sito in Comune di Chiomonte in località “La Maddalena”

* alternativa 3 - sito in comuni di Meana e Gravere (Cantalupo e Pianbarale)

* alternativa 4 - riutilizzo delle rocce da scavo (art.186 Dlgs 152/06) in siti idonei esterni alla valle di Susa.

Entrando nel merito dei contenuti della documentazione presentata, si rileva in generale un sufficiente approfondimento per l’opera principale e un limitato livello di definizione delle opere connesse, parte integrante dell’intero progetto e ad essa strettamente funzionali.

Per quanto attiene le alternative riferite all’opera principale si prende atto che la Società ha ricevuto il preciso mandato dalla CIG a progettare una galleria di sicurezza con diametro definito in 8.00 m; comunque si rileva che tale dimensionamento risolve le problematiche relative al tempestivo intervento dei mezzi di soccorso e a un loro più agevole utilizzo ma non apporta alcun miglioramento della sicurezza della galleria principale rispetto al rischio di incidente.

In merito alle alternative relative ai siti di stoccaggio si evidenziano criticità di vario genere rispetto all’utilizzo dei siti proposti. Si evidenzia comunque che a seguito delle perplessità subito emerse in sede di istruttoria regionale, la SITAF ha individuato e proposto un nuovo sito per lo stoccaggio dei materiali di scavo della Galleria di Sicurezza in località Cascina Goretta nel Comune di Torrazza Piemonte (TO) dove è stata realizzata una cava di prestito di tout-venant, utilizzata per l’ammodernamento dell’Autostrada Torino-Milano ed attualmente in attesa di ripristino ambientale.

Tale sito anche se abbastanza lontano dalla zona di intervento presenta il vantaggio di poter essere raggiunto attraverso viabilità autostradale; tuttavia per potersi esprimere sulla percorribilità di questa ipotesi sarà necessario disporre di un’adeguata progettazione a livello definitivo.

Per quanto riguarda l’opera principale, lo scavo della galleria, attraversando ampie zone appartenenti alla formazione dei calcescisti con pietre verdi (Complesso del Lago Nero), non si può escludere che all’interno di essi siano inclusi olistoliti serpentinitici, che potrebbero contenere amianti. Dovrà pertanto essere previsto un controllo in tal senso in fase di avanzamento e il piano di sicurezza dovrà prevedere le attività da porre in essere per la protezione dei lavoratori e degli ambienti circostanti.

Dal punto di vista geologico ben più delicato è l’assetto dell’imbocco della galleria, peraltro oggetto di una minore attenzione dal punto di vista progettuale che non permette di pervenire all’autorizzazione ai fini del vincolo idrogeologico.

Difatti, anche se le cartografie a livello territoriale (PAI e IFFI) non mostrano la presenza di dissesti, nel corso del sopralluogo, in corrispondenza del punto indicato come ingresso della galleria si è osservato un ampio accumulo di diamicton che verosimilmente può subire delle dinamiche gravitative; inoltre tutto il versante a monte dell’imbocco presenta una acclività notevole.

Relativamente alle opere interferenti con il sedime del Torrente Rochemolles, il livello di approfondimento degli elaborati non è tale da consentire il rilascio dell’autorizzazione in linea idraulica ai sensi del R.D. 523/1904.

Quadro di riferimento ambientale

Per quanto attiene il quadro di riferimento ambientale si evidenzia che buona parte della realizzazione dell’opera principale avviene in galleria, all’esterno vi è solo la sistemazione del piazzale con la realizzazione di nuovi corpi fabbrica e il mascheramento dell’esistente.

Diverso il discorso per i siti di stoccaggio dello smarino, infatti quelli localizzati in zona presentano tutti criticità ambientali, con particolare riferimento alle problematiche connesse con difficoltà di accesso, polveri, rumore.

Rilevando in generale che il SIA contiene in alcuni casi rimandi poco chiari alle precedenti documentazioni prodotte dal Proponente, entrando nel merito delle specifiche componenti ambientali interessate dall’intera realizzazione si ritiene utile suddividere le considerazioni riguardanti la zona del tunnel e dell’imbocco da quelle dei siti di stoccaggio.

ZONA IMBOCCO

Atmosfera

Gli impatti più significativi sulla componente atmosfera relativi alla costruzione della galleria di sicurezza sono sostanzialmente riconducibili all’aumento della concentrazione di polveri in fase di realizzazione dell’opera.

Le emissioni di polveri sono dovute principalmente ai lavori di preparazione delle aree di cantiere, allo scavo per la realizzazione della galleria di sicurezza, ai lavori per la realizzazione delle opere connesse, alla movimentazione e stoccaggio del materiale di smarino, agli impianti fissi presenti all’interno del cantiere industriale ed al traffico di mezzi pesanti lungo le piste di cantiere.

Ambiente idrico

Per quanto concerne le acque sotterranee i principali impatti sono legati alle attività di scavo della galleria che possono comportare un’alterazione qualitativa e quantitativa delle falde sotterranee e delle risorse esterne all’area di scavo (sorgenti, pozzi, corsi d’acqua) in connessione diretta con tali falde.

Le conoscenze idrogeologiche acquisite nello scavo del tunnel stradale consentono di ritenere poco probabile l’intercettazione di rilevanti vene d’acqua.

Ecosistemi

Le opere di sistemazione idraulica previste sul torrente Rochemolles mirano anche a raggiungere un incremento di naturalità dell’asta torrentizia tramite il miglioramento della circolazione dell’ittiofauna attualmente ostacolata dalla presenza di soglie in cemento tramite la sistemazione di step-pool lungo l’alveo. Si ritiene l’assetto progettuale previsto tecnicamente ed ecologicamente valido come mitigazione delle discontinuità attualmente presenti in quanto consente una parziale rinaturalizzazione di un alveo ad oggi fortemente artificializzato dalle sistemazioni idrauliche.

Rumore

Il clima acustico locale è già attualmente fortemente condizionato dalla presenza dell’autostrada A32 e dall’ imbocco del tunnel del Frejus.

Per quanto riguarda gli impatti prodotti dall’opera in progetto in fase di cantiere le principali emissioni sono originate dalle sorgenti di seguito elencate:

* operazioni di scavo della galleria, che prevedono per i primi 1600 m lo scavo con metodo tradizionale con uso di cariche esplosive (successivamente si procede con scavo meccanizzato mediante l’impiego di TBM a fronte aperto del tipo doppio scudata, con testa fresante);

* impianto di ventilazione a funzionamento continuo localizzato nella zona di imbocco della galleria, con portate d’aria che aumentano all’avanzare dello scavo;

* impiego di macchine e attrezzature rumorose nelle lavorazioni di cantiere con impianto di betonaggio, carico/scarico materiali con nastro trasportatore.

* montaggio carpenterie e prefabbricazione conci;

* funzionamento delle apparecchiature mediante l’impiego di gruppi elettrogeni ;

* la presenza di officine, uffici e alloggiamenti per il personale.

La valutazione dell’impatto acustico di tali sorgenti prevede che le interferenze siano per lo più concentrate in periodo diurno, ma in virtù delle distanze dei primi ricettori abitati (800 m) esse rientrano nell’ambito dei riferimenti di legge della zonizzazione acustica del Comune di Bardonecchia (classe III).

In periodo notturno, cessando l’attività di cantiere di prefabbricazione, l’emissione dovuta alle operazioni nelle fasi iniziali di scavo (con utilizzo di escavatore dotato di martello) provocherebbe il superamento del limite di immissione notturno nei confronti dei primi ricettori (entro i 900 m).

Suolo e sottosuolo

Le problematiche geologiche relative allo scavo della galleria in profondità sono essenzialmente geotecniche e riguardano l’avanzamento, e quindi hanno relativamente una modesta influenza nei confronti dell’assetto idrogeologico locale.

Siti di stoccaggio

Riguardo ai possibili siti di stoccaggio dello smarino l’alternativa 1 collocato in prossimità dell’imbocco del tunnel del Frejus, già utilizzato per lo stoccaggio dello smarino della galleria del Traforo Autostradale, risulta ormai rinaturalizzata pertanto non è consigliabile un suo ulteriore utilizzo.

Il sito La Maddalena, denominato alternativa 2, è ubicato nel fondovalle del rio Clarea nei pressi della confluenza con la Dora Riparia, in comune di Chiomonte, presso il viadotto “Ramat” dell’autostrada A32 a circa 35 km da tunnel del Frejus. Anche questa area già utilizzata durante i lavori di realizzazione della A32, nel 1996 è stata interessata da un intervento di recupero ambientale che ha portato alla rinaturalizzazione.

Considerato altresì che l’area è visibile dal vicino sito archeologico della Maddalena, oggetto di fruizione pubblica, e che non risulta sufficiente per stoccare tutto lo smarino si ritiene non opportuno un suo ulteriore utilizzo.

Il sito di Meana, denominato alternativa 3, è ubicato nei comuni di Meana di Susa e Gravere a circa 50 km dell’area dell’imbocco ed è composto da due siti oggetto di varie attività strettamente collegati e interconnessi denominati Cantalupo e Pianbarale.

La zona di stoccaggio, oggi individuata nel progetto presentato da SITAF S.p.A., confina con una zona d’interesse comunitario (S.I.C.) ed è molto vicina ad alcune frazioni abitate del Comune di Meana di Susa.

L’area si presenta degradata, ma assai vicina ad un contesto antropizzato caratterizzato dalla presenza di coltivi e da zone a maggior pregio rappresentate da lembi boscati e praterie xeriche.

La via d’accesso alla zona di stoccaggio prevede l’utilizzo, dopo l’uscita autostradale di Susa est di un tratto della SS n°24 che prevede l’attraversamento della zona sud dell’abitato di Susa.

Peraltro il Proponente, ha presentato un’alternativa di percorso che prevederebbe l’utilizzazione di strade secondarie da adeguare, per garantire il passaggio dei mezzi d’opera per il trasporto dello smarino, e che comunque interferirebbe direttamente con formazioni naturali già ricadenti nel S.I.C.

L’attività di trasporto dall’uscita autostradale al sito di discarica creerebbe in entrambi i casi problemi di rumore, polveri e disagi di viabilità ai residenti dei due comuni interessati.

Gli elaborati agli atti non forniscono simulazioni relative a quanto possa incidere il traffico previsto specie sui recettori più sensibili posti lungo la viabilità provinciale.

Per quanto riguarda l’alternativa 4 in Torrazza Piemonte (TO) pur non essendoci, al momento, elementi di analisi ambientale in quanto trattasi di una semplice ipotesi che necessita di tutti gli approfondimenti necessari e della conseguente adeguata progettazione, si ritiene una soluzione percorribile.

Ai fini dell’ottimizzazione della realizzazione dell’opera si è ritenuto di subordinare la validità del parere regionale sulla compatibilità ambientale ai sensi dell’art. 6 della legge 349/1986 e delle valutazioni regionali di cui all’art. 167, comma 5 del D.Lgs. 163/2006 all’osservanza delle condizioni e prescrizioni di seguito riportate nei pareri pervenuti dalle seguenti Direzioni Regionali:

DIREZIONE REGIONALE OPERE PUBBLICHE

Ai fini dell’autorizzazione in linea idraulica, ai sensi del R.D. 523/1904, per gli interventi sul T. Rochemolles si rilevano le seguenti carenze:

- la portata considerata per le verifiche idrauliche non tiene conto del contributo del trasporto solido, ma soltanto della parte liquida;

- sulla tavola rappresentante la planimetria di rilievo del corso d’acqua (Tav. 6145.2-P-406A) è indicata anche in sponda orografica sinistra una platea in massi cementati che in sede di sopralluogo è parsa non essere presente;

- sulla tavola riportante il profilo longitudinale (Tav. 6145.2-P-409A) non è chiaro cosa rappresenti l’indicazione grafica (campitura) posta sul fondo alveo lungo tutta la tratta di intervento; sulle sezioni trasversali di progetto (Tavv. 6145.2-P-410A, 6145.2-P-411A) non è specificato cosa rappresenti la doppia linea orizzontale tratteggiata disegnata sul fondo alveo; nelle sezioni trasversali di rilievo (Tavv. 6145.2-P-407A, 6145.2-P-408A) non è indicata la platea in massi di cava cementati di cui alla planimetria di rilievo; sulla sezione trasversale di rilievo n. 11 (Tav. 6145.2-P-408A) non è rappresentata la scogliera esistente in sponda destra; sulla sezione trasversale n. 2 non è rappresentata in maniera congruente, rispetto al progetto del ponte, la spalla in sponda orografica sinistra del nuovo ponte da realizzare sul Torrente Rochemolles; sulle sezioni trasversali di rilievo e di progetto non sono rappresentati i limiti catastali del corso d’acqua desunti dai fogli di mappa catastali ufficiali, ma sono stati erroneamente indicati come coincidenti con i cigli di sponda;

- le opere definite negli elaborati progettuali scogliere in massi vincolati poste a protezione delle difese esistenti sembrerebbero essere delle vere e proprie soglie di rivestimento del fondo alveo larghe nel caso di alcune sezioni anche 5-6 m e che per alcune sezioni trasversali (n. 10 e n. 13) vanno a restringere la sezione idraulica; si sottolinea che dovranno essere meglio rappresentate le modalità di vincolo dei suddetti massi ai manufatti esistenti, soprattutto per quelli previsti in sponda sinistra; inoltre il piano di posa di tali soglie non è posto ad una profondità maggiore di almeno 1 m rispetto alle quote più depresse di fondo alveo sistemato nelle sezioni trasversali interessate;

- la rappresentazione grafica del particolare costruttivo degli step pool in progetto (Tav. 6145.2-P-414A) posti a protezione dei salti di fondo esistenti non sembrerebbe essere congruente con l’indicazione delle medesime opere nella planimetria di progetto e nel profilo longitudinale, inoltre anche per detti manufatti il piano di posa dei massi non è posto ad una profondità maggiore di almeno 1 m rispetto alle quote più depresse di fondo alveo sistemato;

- non è stato specificato il numero dei manufatti di scarico nel corso d’acqua previsti nelle aree oggetto di intervento, in fase di cantiere e al termine dei lavori; inoltre non sono stati rappresentati i particolari costruttivi dei suddetti manufatti;

- non è specificato se il materiale demaniale in esubero (circa mc 6055) proveniente dagli scavi in alveo sarà oggetto di acquisizione da parte del proponente ovvero si intende stoccarlo in luogo prefissato.

DIREZIONE PIANIFICAZIONE E GESTIONE URBANISTICA - SETTORE GESTIONE BENI AMBIENTALI

Rispetto all’area di deposito dello smarino si ritiene sia da privilegiare l’utilizzo dell’area già compromessa in località Cascina Goretta nel comune di Torrazza Piemonte. Tale scelta consente non solo di interessare un ambito ad oggi già oggetto di profonde trasformazioni, disponibile per il riempimento, facilmente accessibile e ben collegato alla viabilità autostradale, così come si evince dalla nota della S.I.T.A.F., bensì di poter dar luogo a conclusione degli interventi di deponia ad operazioni di adeguato recupero paesaggistico di tale area sotto il profilo morfologico e vegetativo.

Rispetto all’area di Bardonecchia già interessata dalla presenza di manufatti e strutture connessi al traforo in merito alle trasformazioni evidenziate, si ritiene di poter condividere la soluzione progettuale proposta per la sistemazione dell’imbocco all’esistente galleria. Riguardo alla riqualificazione della centrale di ventilazione esistente ed alla complessiva sistemazione dell’asta torrentizia non si evidenziano particolari problematiche in merito alle ipotesi di intervento avanzate, pur ritenendo opportuni approfondimenti progettuali di dettaglio intesi a verificare il corretto inserimento delle opere nel contesto paesaggistico, in particolare finiture esterne e scelte cromatiche per la centrale di ventilazione da verificare in rapporto alle altre volumetrie in progetto.

In riferimento alle nuove volumetrie proposte destinate ad accogliere locali di servizio, per le quali in sede di conferenza di servizi sono state evidenziate alcune perplessità, dal Settore scrivente, riguardo alle soluzioni compositive adottate per le coperture, si riconfermano tali dubbi, ritenendo opportuna la predisposizione di approfondimenti progettuali in sede esecutiva.

Si richiede, inoltre, in considerazione dell’entità dell’intervento in progetto ed in ottemperanza alla normativa di tutela paesaggistica, l’individuazione di adeguate opere di compensazione da attuare nelle stesse aree di intervento o comunque nei territori dei comuni interessati dai lavori in progetto, da individuare con le stesse amministrazioni comunali interessate.

Le aree attraversate dalla viabilità di servizio e da eventuali piste di cantiere di nuova realizzazione, dovranno essere ripristinate a conclusione dei lavori con recupero morfologico e vegetativo dei siti d’intervento; le aree destinate a cantiere dovranno essere sottoposte ad operazioni di ripristino morfologico e vegetativo a conclusione degli interventi, così come le aree destinate alla deponia temporanea dei materiali di scotico e di scavo.

Per le murature a vista si richiede che sia previsto un rivestimento, per quanto possibile, con pietra a spacco di origine locale, di adeguato spessore e pezzatura, da posare con giunti aperti, con malta solo nella parte retrostante; qualora si dovesse far ricorso a rivestimenti prefabbricati, siano privilegiate soluzioni che prevedano spessori adeguati per le pietre, da posare comunque in analogia con le tecniche costruttive locali, a corsi regolari e non ad opus incertum; l’eventuale utilizzo di manufatti in c.a. a vista dovrà comunque prevedere un trattamento di irruvidimento delle superfici del getto. Per gli interventi lungo l’asta del torrente e di consolidamento e sostegno dei versanti si ritiene che per un più adeguato inserimento paesaggistico debba essere privilegiato il ricorso a tecniche di ingegneria naturalistica.

Tutte le aree interessate dai lavori in progetto dovranno essere oggetto di interventi di recupero e mitigazione paesaggistica, volti alla rinaturalizzazione degli ambiti sottoposti alle trasformazioni prospettate; al fine tuttavia di consentire un adeguato inserimento delle opere nel contesto territoriale in oggetto, si richiede di integrare, anche in considerazione degli ambiti di intervento ad elevata percezione visiva, le operazioni di recupero e mitigazione, prevedendo l’inserimento di quinte verdi con messa a dimora di soggetti arborei di specie autoctone ad accrescimento già effettuato, disposte a macchia o a filare.

DIREZIONE INDUSTRIA - SETTORE PIANIFICAZIONE E VERIFICA ATTIVITA’ ESTRATTIVA

Dall’esame dell’elaborato “Piano di reperimento e smaltimento inerti - l.r. 30/99" contenuto nel Progetto Definitivo emerge che sono da conferire a discarica, perché non riciclabili circa 585.000 mc; mentre necessitano circa 140.000 mc di inerti da reperire in cava. Premesso che per il reperimento dei materiali di cava dovranno comunque essere attivate le procedure in ottemperanza ai dettami di cui alla l.r. 30/99, si evidenzia che:

- l’area in località Tignai del Comune di Bussoleno, indicata come seconda eventuale cava per l’approvvigionamento è un sito già individuato nel progetto “Cantierizzazione - Piano Inerti” del potenziamento linea Bussoleno e cintura merci;

In merito invece ai siti di deposito indicati emergono le seguenti considerazioni:

- per quanto attiene l’alternativa 1 “imbocco del tunnel”, viste le caratteristiche dimensionali e geomorfologiche, questa può essere considerata valida nell’ipotesi di un eventuale utilizzo quale polmone di deposito temporaneo.

- per l’alternativa 2 “la Maddalena Comune di Chiomonte” si esprimono invece molte riserve e perplessità, legate essenzialmente ad un aspetto ambientale, in quanto area rinaturalizzata in modo ottimale e ben integrata nell’ambiente. Inoltre esistono problematiche tecniche rilevanti in merito alla viabilità da e per le zone di deposito.

- Infine, per l’alternativa 3 “discariche di proprietà privata ubicate nei Comuni di Meana di Susa e Gravere” e per l’alternativa 4 “sito di cava di prestito ex l.r. 30/99 a servizio degli interventi di adeguamento ed ammodernamento della autostrada TO-MI in Comune di Torrazza Piemonte”, si rileva che entrambe le proposte sono percorribili, pertanto si richiede un’analisi comparativa che tenga conto degli impatti ambientali, dei costi, dei vantaggi, dei tempi e delle disponibilità. In ogni caso deve preventivamente essere verificata, presso le Amministrazioni territoriali competenti, la situazione amministrativa, al fine di accertare che non esistano situazioni pendenti.

DIREZIONE REGIONALE TERRITORIO RURALE

Misure di mitigazione ambientale sul torrente Rochemolles

Lo Studio di Impatto Ambientale non individua e non descrive le misure di mitigazione ambientale che si intendono attuare per limitare gli impatti negativi sugli ambienti e sulla fauna acquatica durante la fase di realizzazione degli interventi di sistemazione che interessano il torrente Rochemolles.

In sede di sopralluogo era emersa, da parte del progettista, la possibilità di realizzare il sistema step - pool non utilizzando la tecnica dei massi vincolati indicata nello Studio di Impatto Ambientale - Parte III A. Il progetto dovrebbe pertanto individuare ed illustrare le tecniche alternative che si intendono utilizzare nell’ambito degli interventi di sistemazione idraulica del torrente Rochemolles.

Ai sensi dell’articolo 12, commi 6 e 7, della legge regionale n. 37 del 29 dicembre 2006 “Norme per la gestione della fauna acquatica, degli ambienti acquatici e regolamentazione della pesca”, gli interventi relativi al rifacimento delle opere trasversali in alveo devono essere progettati in modo tale da eliminare gli elementi di discontinuità esistenti nel tratto del corso d’acqua oggetto di sistemazione che non permettono gli spostamenti della fauna ittica lungo il torrente Rochemolles.

Interventi di recupero ambientale

La documentazione presentata non è corredata della progettazione definitiva degli interventi di recupero ambientale relativi ai siti di cantiere e ai siti di deposito temporaneo posti in prossimità dell’imbocco della galleria di sicurezza, indicati in maniera sommaria al punto 10.2.3 “Recupero ambientale” dello Studio di Impatto Ambientale - Parte III A.

Siti di stoccaggio dello smarino

Nel caso in cui il proponente individui ulteriori siti da utilizzare per lo stoccaggio definitivo dello smarino di galleria, dovrà essere fornita una progettazione a carattere definitivo trattante non solo le problematiche di compatibilità idrogeologica ed idraulica, ma anche quelle inerenti il reinserimento naturalistico e paesaggistico dei siti prescelti. Particolare attenzione dovrà essere posta alla cantieristica e al cronoprogramma dei lavori di sistemazione, prediligendo un’attività di recupero ambientale organizzata per lotti e l’adozione delle tecniche di Ingegneria Naturalistica per la soluzione delle problematiche di rivegetazione e consolidamento superficiale dei terreni, con l’impiego esclusivo di specie vegetali autoctone.

Impatti sull’avifauna

Si rileva una criticità nei confronti dell’avifauna, generata dalle ampie superfici vetrate degli edifici di nuova realizzazione previsti in prossimità dell’imbocco della galleria. In aree ad elevata naturalità ed in assenza di idonee misure di mitigazione (es. sagome o bande colorate da applicare sulle superfici trasparenti o a specchio), è stato verificato che le superfici vetrate risultano poco visibili all’avifauna e rappresentano una causa di mortalità degli uccelli a seguito degli impatti contro le stesse. Il progetto dovrà pertanto individuare le misure di mitigazione che si intendono mettere in atto per limitare tale criticità sia nel caso delle superfici vetrate, sia nel caso di barriere antirumore realizzate con pannelli fonoassorbenti trasparenti. Le misure di mitigazione ed un eventuale piano di monitoraggio volto alla verifica della loro efficacia dovranno essere concordate con l’Osservatorio regionale sulla fauna selvatica (Direzione Territorio Rurale - Corso Stati Uniti 21 - Torino).

DIREZIONE TURISMO, SPORT, PARCHI

Dall’esame della documentazione presentata ed a seguito dell’esito dell’istruttoria tecnica condotta dal Settore VIA-VAS dell’ARPA Piemonte si rileva che una delle quattro alternative di deposito dello smarino, risultante dalla costruzione della galleria di sicurezza del Traforo del Frejus, è costituita dai siti di Cantalupo e Pian Barale, nei Comuni di Meana e Gravere; tale ubicazione è parzialmente all’interno del S.I.C. “Arnodera - Colle Montabone” che, in tal modo, risulterebbe parzialmente interferito dall’opera in progetto.

Lo studio di incidenza non ha effettuato una vera e propria indagine tesa ad escludere l’interferenza tra il sito e la presenza di boscaglia a Colutea arborescens che rappresenta il fattore primario posto alla base dell’habitat del S.I.C.. Si afferma unicamente che a seguito dei sopralluoghi effettuati, si è constatato che l’habitat idoneo alla presenza di questa specie vegetale è costituito dal rilievo ubicato al centro dell’area tutelata che non è interessato quindi, in maniera diretta, dalla realizzazione degli interventi in progetto, senza però fornire indicazioni cartografiche dei rilievi eseguiti.

Per quanto riguarda gli effetti ambientali dell’intervento su habitat e specie tutelati, si ritiene condivisibile il principio che l’attuale pressione ambientale esercitata dal degrado ormai decennale del sito in esame tenderà a diminuire progressivamente con il riempimento ed i successivi interventi di rimodellamento morfologico e di recupero ambientale con impianto di alberi e arbusti autoctoni. Tuttavia, così come è stato configurato l’ingombro del riporto dello smarino, il progetto interferirà con un ambiente in cui ad oggi sono in atto fenomeni di ricolonizzazione della vegetazione che meriterebbero di essere conservati.

Si ritiene pertanto opportuna, nel caso di scelta di questo sito, una locale modifica progettuale dell’ingombro della discarica, provvedendo a sostituire le volumetrie sottratte con l’innalzamento del piazzale in corrispondenza della linea elettrica che ad oggi attraversa il sito, definendo con il gestore della rete l’allontanamento della linea e quindi il venir meno del condizionamento delle quote del riempimento.

Si ritiene inoltre che le caratteristiche di questo habitat vadano maggiormente potenziate nel progetto come occasione di rinaturalizzazione, prevedendo la realizzazione di piccole zone umide nell’ambito dell’impluvio che verrà a realizzarsi sul limite settentrionale dell’area di intervento.

Infatti, pur essendo prevista nello studio la possibilità di formazione di una zona umida, tale ipotesi viene scarsamente dettagliata; inoltre dalle curve di livello della sistemazione finale non si evidenziano vere e proprie superfici pianeggianti all’interno dell’impluvio che potrebbero dar luogo ad ecosistemi di questa natura. L’area sarà sede piuttosto di un bacino lungo e stretto che darà poche occasioni alle specie igrofile di insediarsi sulle sponde.

Un’altra possibile fonte di incidenza è l’ipotesi di una viabilità alternativa che consentirebbe l’accesso al sito di deposito dal settore est. Tale ipotesi prevederebbe, sempre in uscita dallo svincolo autostradale di Susa est, la percorrenza di un tratto della S.S. 24 di circa 900 m, la successiva immissione sulla strada per Bassa Meana e l’adeguamento di un tratto di pista all’interno del SIC da realizzarsi per una lunghezza complessiva di 600 m. Lo studio non definisce puntualmente quali tipo di formazioni verrebbero attraversate da quest’ultimo intervento e la conseguente sottrazione di habitat. Dall’esame di foto aeree della zona, dal tipo di copertura del suolo, si evincerebbe che tale intervento va ad incidere su un settore del S.I.C. dove le condizioni di naturalità sono discretamente evolute per la presenza di formazioni boscate. Si sconsiglia pertanto, in assenza di un quadro conoscitivo di dettaglio tale soluzione.

DIREZIONE PIANIFICAZIONE RISORSE IDRICHE

Dall’esame degli elaborati prodotti e in base a quanto emerso dalla prima Conferenza dei Servizi ed in sede di Organo Tecnico, si ritiene di confermare quanto già espresso nel parere in data 14 luglio 2003, prot. 6191/24.00 relativo al progetto preliminare.

Nello specifico laddove, in fase di scavo, venissero intercettate venute d’acqua significative e persistenti (di portata paragonabile alle emergenze sorgentizie della zona), dovranno essere previsti controlli delle stesse per verificare la compatibilità qualitativa dell’acqua con gli usi idropotabili e, in caso di esito positivo di tali controlli, queste dovranno essere captate e convogliate, mediante apposita conduttura, all’esterno, per l’eventuale utilizzo a vantaggio delle comunità locali.

Inoltre, in merito ai presupposti per l’intesa sulla localizzazione dell’opera nel suo complesso, comprensiva di tutte le opere connesse, a seguito di quanto emerso nelle riunioni con i Comuni interessati si rileva che:

Il Comune di Bardonecchia ha richiesto alla Regione di non esprimere alcun parere definitivo stante le criticità relative alla decisione di aumentare il diametro del traforo, l’assenza dell’analisi di rischio, l’assenza di un quadro di garanzie giuridico-istituzionali certe circa l’uso reale della galleria di sicurezza e le interferenze ambientali contenute nello studio di impatto allegato al progetto;

Il Comune di Gravere ha espresso parere negativo alla scelta della ex Cava Palli e della Loc. Pian Barale quale zona di deposito dello smarino;

Il Comune di Meana di Susa ha espresso parere negativo alla scelta della ex Cava Palli e della Loc. Pian Barale quale zona di deposito dello smarino;

Il Comune di Susa ha espresso parere negativo al transito dei mezzi d’opera per il trasporto del materiale di smarino sul proprio territorio comunale stante i forti disagi che ne deriverebbero per la popolazione riguardo alle polveri, al rumore e all’inquinamento;

Il Comune di Torrazza Piemonte rileva che la proposta di stoccare lo smarino nella ex cava in Loc. Cascina Goretta può essere presa in considerazione a condizione che venga presentata dal Proponente una valutazione che esamini gli impatti ambientali, i tempi, i costi, la disponibilità ed i vantaggi.

Quanto sopra premesso, i relatori propongono alla Giunta Regionale di inviare le considerazioni e le valutazioni sopra espresse al Ministero dell’Ambiente ed al Ministero delle Infrastrutture nonché al Responsabile del Procedimento della Conferenza dei Servizi indetta presso il Ministero delle Infrastrutture per il seguito di competenza.

Visto il D.P.R. n. 616/1977;

Vista la L. 349/1986 e s.m.i.;

Visto il DPCM 377/1988;

Visto il D. Lgs. 42/2004;

Visto il D.Lgs. 163/2006;

Visti i pareri pervenuti ed acquisiti agli atti della CdS;

Visti i verbali delle Conferenze di Servizi;

Per tutto quanto sopra esposto e accogliendo le proposte dei relatori la Giunta regionale, con voto unanime espresso nelle forme di legge,

delibera

di esprimere, per le motivazioni dettagliatamente evidenziate in premessa, parere regionale favorevole di compatibilità ambientale ai sensi dell’art. 6 della legge n. 349/1986 e parere favorevole sulla localizzazione ai sensi dell’art. 167 del D.Lgs. n. 163/2006 in merito al progetto definitivo “T4 Traforo del Frejus Galleria di Sicurezza ( = 8 metri” localizzato nel Comune di Bardonecchia parallelamente alla galleria esistente, subordinato al rispetto delle prescrizioni indicate nelle premesse e di quanto di seguito riportato:

- la galleria dovrà svolgere solo funzione di sicurezza e non di aumento della capacità del traforo, in quanto la geometria della galleria di sicurezza (diametro pari a 8 metri) è determinata da precise richieste pervenute dalle autorità pubbliche preposte alla sicurezza;

- venga avviato un accordo con la Francia al fine di mettere in atto forme di contingentamento del traffico attraverso il traforo;

- per garantire l’obiettivo del punto precedente, che sia attivato un organismo di controllo.

di inviare copia del presente atto al Ministero dell’Ambiente e al Ministero delle Infrastrutture per il proseguo di competenza, nonché al proponente e ai soggetti di cui all’art. 9 della L.R. n. 40/1998.

Avverso la presente deliberazione è ammesso ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale entro il termine di sessanta giorni.

La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 61 dello Statuto e dell’art. 14 del D.P.G.R. n. 8/R/2002.

(omissis)