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Bollettino Ufficiale n. 48 del 29 / 11 / 2007

Deliberazione della Giunta Regionale 19 novembre 2007, n. 40-7483

Applicazione in Piemonte del Decreto Ministeriale 23 febbraio 2006 “Misure per la lotta obbligatoria contro il fitoplasma del melo Apple Proliferation Phytoplasma”. Programma d’intervento.

A relazione dell’Assessore Taricco:

Notizie sulla malattia

Con il termine “Apple Proliferation Phytoplasma” (APP) viene indicato il fitoplasma responsabile della malattia denominata “Scopazzi del melo”.

La fitopatia, trasmessa da alcuni insetti vettori, tra i quali le psille Cacopsilla melanoneura e Cacopsilla picta, è attualmente presente solo in parte del territorio nazionale, quasi esclusivamente nelle regioni alpine.

L’ APP, che alterna fasi epidemiche con altre endemiche, è trasmissibile anche per moltiplicazione vegetativa. La lunghezza del ciclo e il ripresentarsi di fasi epidemiche dipendono da vari fattori, ancora non del tutto chiariti, legati all’ecologia dell’area.

Ai fini del suo contenimento, non essendo noti allo stato attuale metodi di lotta diretta per frenare la diffusione della patologia, risulta particolarmente efficace intervenire sugli insetti vettori, sul potenziale di inoculo costituito dalle piante ammalate e sul materiale vivaistico, garantendone la sanità.

La pericolosità di questa fitoplasmosi, in grado di produrre gravi danni alla frutticoltura piemontese, comporta la necessità di definire e rendere pubbliche le procedure e gli obblighi per la lotta.

La situazione in Piemonte

La coltivazione del melo riveste particolare importanza in alcune aree del Piemonte, sia sotto il profilo economico sia per gli aspetti sociali legati alla tutela del territorio ed al mantenimento dell’attività agricola.

La malattia è presente da tempo in alcune aree del territorio regionale su piante isolate in zone pedemontane. Infatti era stata rinvenuta nel 1996 in un meleto nel comune di Valperga Caluso (TO) e nel 2001 in altro meleto nel comune di Mercenasco (TO). In entrambi i casi le piante infette erano state estirpate.

Negli anni 2002 - 2004 nell’ambito dei Programmi di Ricerca, Sperimentazione Dimostrazione Agricola finanziati dalla Regione Piemonte, sono stati condotti da parte del CReSO (Consorzio di Ricerca, Sperimentazione e Divulgazione per l’Ortofrutticoltura Piemontese), del Crab (Centro di Riferimento per l’Agricoltura Biologica) e del Di.V.A.P.R.A - Settore Entomologia e Zoologia applicate all’ambiente “C. Vidano”, Università degli Studi - Torino studi e monitoraggi sulla presenza della malattia. Questa è stata rilevata nei seguenti comuni:

in Provincia di Cuneo: Busca, Caraglio, Costigliole Saluzzo, Dronero, Pagno, Piasco, Saluzzo, Verzuolo;

in Provincia di Torino: Bibiana, Bricherasio, Campiglione Fenile, Candia Canavese, Canischio, Castellamonte, Cavour, Chiesanuova, Cossano Canavese, Courgnè, Cumiana, Frossasco, Garzigliana, Maglione, Mazzé, Mercenasco, Osasco, Pertusio, Pinerolo, Prascorsano, Pratiglione, Riva di Pinerolo, San Colombano Belmonte, San Secondo di Pinerolo, Scalenghe, Valperga, Vische;

in Provincia di Vercelli: Borgo d’Ale.

Nei sopra citati comuni la diffusione raggiunta dalla malattia è tale da non far ritenere tecnicamente possibile un’eventuale azione di eradicazione; in tali zone il concetto di focolaio risulta inadeguato, infatti esso è realistico solo se riferito ad aree di prima introduzione o ritrovamento e quindi non troverebbe efficace applicazione nella situazione venutasi a creare.

In Piemonte l’insetto vettore è rappresentato da Cacopsilla melanoneura presente soprattutto nella fascia montana e pedemontana.

Il quadro normativo

Il Decreto Ministeriale 23 febbraio 2006 “Misure per la lotta obbligatoria contro il fitoplasma ”Apple Proliferation Phytoplasma", pubblicato nella G.U. 14 marzo 2006 n. 61, prevede misure specifiche obbligatorie per il contenimento del fitoplasma responsabile della malattia denominata “Scopazzi del melo” e demanda ai Servizi fitosanitari regionali tra l’altro i compiti di individuare le aree infestate, di imporre le misure di lotta e definire gli interventi da adottare.

Per tale organismo nocivo presente nel territorio comunitario e contemplato dall’All. I, parte A, sez. II/d, punto 1 del D.Lgs. 19 agosto 2005 n. 214, l’art. 5 dello stesso D.Lgs. prevede il divieto di introduzione e di diffusione nel territorio della Repubblica italiana.

Il Decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 214 “Attuazione della direttiva 2002/89/CE concernente le misure di protezione contro l’introduzione e la diffusione nella Comunità di organismi nocivi ai vegetali e ai prodotti vegetali” all’art. 50 definisce le funzioni dei Servizi fitosanitari regionali.

La D.C.R. n. 442-14210 del 30 settembre 1997 prevede che al Settore Fitosanitario regionale, competa tra l’altro, il coordinamento degli interventi correlati all’attuazione della legislazione regionale, nazionale, comunitaria e internazionale nel campo fitosanitario.

La D.G.R. n. 38-2271 del 27/02/2006 affida alla Direzione 12 - Settore Fitosanitario Regionale i compiti attribuiti dal D.Lgs. 19 agosto 2005 n. 214 ai Servizi fitosanitari regionali.

Il programma d’intervento

Alla luce delle considerazioni sopra esposte si rende necessario adottare il programma d’intervento, allegato alla presente deliberazione per farne parte integrante, ed incaricare il Settore Fitosanitario Regionale di procedere all’attuazione dello stesso, delimitando le zone colpite e definendo le misure di lotta obbligatorie ai sensi del sopra citato D.M. 23 febbraio 2006.

La base giuridica è rappresentata dalla L.R. 12/10/1978 n. 63. In particolare l’art. 47 prevede tra l’altro che la Regione, allo scopo di favorire lo sviluppo delle produzioni nonché una più razionale utilizzazione di tutte le risorse impiegate in agricoltura nel comparto della lotta contro i parassiti animali e vegetali, può attuare studi, indagini, ricerche e programmi di sperimentazione agraria applicata, di attività dimostrativa o di lotta fitosanitaria per i singoli comparti produttivi.

Consultati i rappresentanti degli agricoltori e gli Uffici agricoli delle Province in data 11 aprile 2007.

Acquisito in data 24 luglio 2007 il parere favorevole del Comitato ex art. 8 della L.R. 17/1999.

Tutto ciò premesso, la Giunta regionale, unanime,

delibera

1) di applicare il D.M. 23 febbraio 2006 “Misure per la lotta obbligatoria contro il fitoplasma Apple Proliferation Phytoplasma”, incaricando il Settore Fitosanitario Regionale di delimitare le zone interessate e definire le misure di lotta secondo le modalità indicate nell’allegato alla presente deliberazione per farne parte integrante;

2) di adottare il programma allegato alla presente deliberazione per farne parte integrante, incaricando il Settore Fitosanitario della sua applicazione.

La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 61 dello Statuto e dell’art. 14 del D.P.G.R. n. 8/R/2002.

(omissis)

Allegato

PROGRAMMA DI APPLICAZIONE NELLA REGIONE PIEMONTE DEL D.M. 23 FEBBRAIO 2006 “MISURE PER LA LOTTA OBBLIGATORIA CONTRO IL FITOPLASMA DEL MELO APPLE PROLIFERATION PHYTOPLASMA”.

1 - Notizie sulla malattia.

Con il termine “Apple Proliferation Phytoplasma” (APP) viene indicato il fitoplasma responsabile della malattia denominata “Scopazzi del melo”.

La fitopatia, trasmessa da alcuni insetti vettori, tra i quali le psille Cacopsilla melanoneura e Cacopsilla picta, è attualmente presente solo in parte del territorio nazionale, quasi esclusivamente nelle regioni alpine.

L’ APP, che alterna fasi epidemiche con altre endemiche, è trasmissibile anche per moltiplicazione vegetativa. La lunghezza del ciclo e il ripresentarsi di fasi epidemiche dipendono da vari fattori, ancora non del tutto chiariti, legati all’ecologia dell’area.

Ai fini del suo contenimento, non essendo noti allo stato attuale metodi di lotta diretta per frenare la diffusione della patologia, risulta essere particolarmente efficace intervenire sugli insetti vettori, sul potenziale di inoculo costituito dalle piante ammalate e sul materiale vivaistico, garantendone la sanità.

2 - La situazione in Piemonte

La malattia è presente da tempo in alcune aree del territorio regionale su piante isolate in zone pedemontane.

Infatti era stata rinvenuta nel 1996 in un meleto nel comune di Valperga Caluso (TO) e nel 2001 in altro meleto nel comune di Mercenasco (TO). In entrambi i casi le piante infette erano state estirpate.

Negli anni 2002 - 2004 nell’ambito dei Programmi di Ricerca, Sperimentazione Dimostrazione Agricola finanziati dalla Regione Piemonte, sono stati condotti da parte del CReSO (Consorzio di Ricerca, Sperimentazione e Divulgazione per l’Ortofrutticoltura Piemontese), del Crab (Centro di Riferimento per l’Agricoltura Biologica) e del Di.V.A.P.R.A - Settore Entomologia e Zoologia applicate all’ambiente “C. Vidano”, Università degli Studi - Torino, studi e monitoraggi sulla presenza della malattia. Questa è stata rilevata nei seguenti comuni:

in Provincia di Cuneo: Busca, Caraglio, Costigliole Saluzzo, Dronero, Pagno, Piasco, Saluzzo, Verzuolo;

in Provincia di Torino: Bibiana, Bricherasio, Campiglione Fenile, Candia Canavese, Canischio, Castellamonte, Cavour, Chiesanuova, Cossano Canavese, Courgnè, Cumiana, Frossasco, Garzigliana, Maglione, Mazzé, Mercenasco, Osasco, Pertusio, Pinerolo, Prascorsano, Pratiglione, Riva di Pinerolo, San Colombano Belmonte, San Secondo di Pinerolo, Scalenghe, Valperga, Vische;

in Provincia di Vercelli: Borgo d’Ale.

In questi comuni la diffusione raggiunta dalla malattia è tale da non far ritenere tecnicamente possibile un’eventuale azione di eradicazione; in tali zone infatti il concetto di focolaio risulta inadeguato e non può trovare efficace applicazione.

In Piemonte l’insetto vettore è rappresentato da Cacopsilla melanoneura presente soprattutto nella fascia montana e pedemontana.

3 - Monitoraggi

La delimitazione esatta del territorio infestato costituisce la premessa indispensabile per la definizione di efficaci strategie di intervento. A tal riguardo, ai sensi dell’art. 2 del D.M. 23 febbraio 2006 “Misure per la lotta obbligatoria contro il fitoplasma Apple Proliferation Phytoplasma”, il Settore Fitosanitario regionale disporrà controlli sul territorio al fine di accertare il diffondersi della malattia.

Il Settore Fitosanitario potrà avvalersi della collaborazione delle Organizzazioni Professionali Agricole, delle Organizzazioni dei Produttori e di altri Organismi di assistenza e di ricerca.

4 - Delimitazione delle aree colpite e specifiche misure di lotta

Sulla base dei risultati del monitoraggio, il Settore Fitosanitario provvederà alla delimitazione ed alla classificazione delle aree interessate dal fitoplasma nonché alla definizione delle misure di lotta ai sensi degli articoli 4, 5 e 6 del citato D.M. 23 febbraio 2006.

5 - Formazione, informazione e divulgazione

Il Settore Fitosanitario regionale, in collaborazione con le Organizzazioni dei Produttori e le Organizzazioni Professionali Agricole, attuerà iniziative di formazione ed aggiornamento dei tecnici e degli operatori agricoli direttamente o con il concorso delle Province.

Allo scopo potranno essere curati e realizzati seminari ed incontri tecnici nelle diverse realtà territoriali, articoli divulgativi, servizi e opuscoli sul patogeno, sui danni da esso prodotti, sul vettore e sulle strategie di contenimento.