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Bollettino Ufficiale n. 45 del 08 / 11 / 2007

Deliberazione della Giunta Regionale 5 novembre 2007, n. 40-7359

L.R. 40/1998 - Giudizio positivo di compatibilita’ ambientale ai sensi dell’art. 12 della L.R. 40/1998 inerente il progetto “Regimazione reticolo idrografico capoluogo. Vasca di laminazione - secondo lotto funzionale”, localizzato nel Comune di Candelo (BI), presentato dal Comune di Candelo.

A relazione degli Assessori Sibille, De Ruggiero:

In data 23 maggio 2007, il Comune di Candelo (BI) ha perfezionato la domanda di pronuncia di compatibilità ambientale, presentata il 23 marzo 2007 al Nucleo centrale dell’Organo tecnico regionale ai sensi dell’articolo 12, comma 1 della legge regionale 14 dicembre 1998, n. 40, relativamente al progetto “Regimazione reticolo idrografico capoluogo. Vasca di laminazione - 2° lotto funzionale”, localizzato in Comune di Candelo (BI), allegando la documentazione prevista dal medesimo comma.

Contestualmente, il proponente ha provveduto, ai sensi dell’art. 12, comma 2 della l.r. 40/1998, al deposito di copia degli elaborati progettuali, dello studio di impatto ambientale e della sintesi in linguaggio non tecnico, presso l’Ufficio di deposito progetti regionale di Via Principe Amedeo, n. 17 in Torino, alla pubblicazione dell’avviso al pubblico di avvenuto deposito degli stessi sul quotidiano “La Stampa”, nonché agli ulteriori adempimenti prescritti dal medesimo comma 2, determinando così l’inizio della fase valutativa.

Il progetto presentato rientra nella categoria progettuale n. 13 dell’Allegato B1 alla l.r. 40/1998 ed è sottoposto alla fase di valutazione in esito a quanto disposto dalla fase di verifica, precedentemente espletata, conclusasi con determinazione n. 1762 dell’11 novembre 2005 del Settore Decentrato OO.PP. e difesa assetto idrogeologico di Biella della Direzione regionale Opere Pubbliche.

La notizia dell’avvenuto deposito degli elaborati e del conseguente avvio del procedimento inerente la fase di valutazione della procedura di VIA è stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione n. 27 del 5 luglio 2007.

Ai fini dell’istruttoria tecnica, è stato attivato lo specifico Organo tecnico regionale di cui all’art. 7 della l.r. 14 dicembre 1998, n. 40, con il compito di condurre gli approfondimenti tecnici necessari alla predisposizione del giudizio di compatibilità ambientale, secondo quanto disposto dagli artt. 12 e 13 della l.r. 40/1998, con il supporto tecnico-scientifico di ARPA-Piemonte.

I lavori previsti in progetto ricadono nel territorio del Comune di Candelo e consistono nella costruzione di due vasche di laminazione e di trattamento di fitodepurazione relativi al progetto del 2° lotto, successivo al progetto del 1° lotto consistente in un canale scolmatore, localizzato a nord dell’abitato, avente il compito di convogliare nella vasca di laminazione le portate di piena caratterizzanti i corsi d’acqua che attraversano l’abitato di Candelo, i cui lavori sono in fase di ultimazione. Con il 3° lotto si concluderà la realizzazione della vasca con le rimanenti tre vasche. L’area interessata dalle opere in progetto è una superficie agricola in stato di abbandono, localizzata in una piana esterna all’abitato, separata da questo mediante il rilevato ferroviario.

Il bacino di laminazione delle vasche in progetto risulta in terra, totalmente a cielo aperto, non impermeabilizzata, se non per la porzione destinata al trattamento di fitodepurazione, con una superficie della vasca di 13.500 m² circa e un volume di 16.000 m³ circa. La portata in ingresso è data dagli interi contributi del canale scolmatore (oggetto del primo lotto), del Rio Mina e da una porzione dei deflussi nel Rio Flacetta.

In conseguenza del fatto che le caratteristiche qualitative delle acque incanalate risultano degradate ed in molte situazioni inaccettabili, il progetto prevede la creazione di un sistema di trattamento di fitodepurazione, al fine di apportare un miglioramento qualitativo delle acque incanalate. Il progetto delle vasche prevede, tramite movimenti terra, la realizzazione di depressioni del suolo sagomate, dotate di manufatti di immissione e di svuotamento. Nel comparto più frequentemente interessato dai fenomeni di allagamento è previsto il trattamento di fitodepurazione, che prevede l’impiego delle piante per contribuire ai processi autodepurativi dell’acqua.

L’impianto di fitodepurazione in progetto prevede una vasca di circa 500 m² impermeabilizzata con un telo in HDPE e riempita per un’altezza di 85 cm con zeolite piantumato. Il sistema, dopo qualche mese dalla realizzazione, appare alla vista come un canneto asciutto.

Per quanto riguarda il resto del sistema delle vasche, si prevede di asportare 30 cm di terreno di coltivo sull’intera superficie dell’intervento e, una volta completata la conformazione delle casse d’espansione, di ripristinarne lo strato originale sul fondo e sugli argini delle vasche. Sulle sponde degli argini sarà utilizzata la tecnica dell’idrosemina con georeti biodegradabili in modo da garantirne rapidamente la stabilità. Considerata la modalità progressiva di riempimento ed i lunghi tempi che possono intercorrere fra le piene, l’interno delle vasche potrà essere coltivato a prato, tranne la porzione destinata alla fitodepurazione, occupata dalla Phragmites.

Il territorio interessato dagli interventi in progetto non risulta soggetto ad alcuna prescrizione o vincolo, ovvero alle norme volte alla tutela di aspetti territoriali di tipo ambientale, paesaggistico e idrogeologici regolati dal d.lgs. 42/2004 e dalla l.r. 45/1989, come anche confermato durante la conferenza di servizi dall’Amministrazione comunale. L’opera è finanziata con i contributi della Regione Piemonte per l’importo complessivo di euro 400.000,00 relativi al secondo lotto funzionale. Il finanziamento regionale è stato integrato dal CORDAR Biellese con un contributo complessivo di euro 200.000,00.

Nell’ambito dei lavori istruttori dell’Organo tecnico regionale è stata indetta ai sensi dell’art. 13 della l.r. 30/1998 una Conferenza di servizi al fine di effettuare l’esame contestuale dei vari interessi pubblici coinvolti nella procedura di VIA o di interessi coinvolti in più procedimenti amministrativi ad essa connessi, nonché per coordinare l’acquisizione di autorizzazioni, nulla-osta, pareri o altri atti di analoga natura necessari per la realizzazione del progetto.

Alla conferenza di servizi hanno partecipato i soggetti istituzionali e territoriali interessati di cui all’art. 9 della l.r. 40/1998, l’ARPA Piemonte in quanto supporto tecnico-scientifico dell’Organo tecnico regionale, nonché i funzionari nominati dalle singole Direzioni regionali coinvolte nell’istruttoria tecnica.

In data 23 luglio 2007 si è svolta la prima riunione della conferenza di servizi in cui è stato definito il cronoprogramma dell’istruttoria; successivamente in data 4 settembre 2007 è stato eseguito un sopralluogo sull’area ed un ulteriore conferenza dei servizi. Alle riunioni ed al sopralluogo sono stati invitati ed hanno partecipato anche il proponente ed i progettisti che hanno fornito specifici chiarimenti in merito al progetto, in risposta a richieste di precisazioni formulate dai presenti.

A seguito del deposito degli elaborati progettuali e dello studio di impatto ambientale non sono pervenute osservazioni da parte del pubblico.

Sulla base delle valutazioni formulate nelle sedute della Conferenza dei Servizi, dei pareri ricevuti, degli approfondimenti svolti nell’ambito dell’istruttoria dell’Organo Tecnico e sulla base del contributo tecnico e scientifico dell’ARPA, tenuto conto della documentazione presentata dal proponente e in relazione a quanto disposto dalla l.r. 40/1998, si ritiene che, per la realizzazione dell’intervento proposto, sussistano i presupposti per il rilascio di un giudizio positivo di compatibilità ambientale, per le seguenti motivazioni e subordinatamente all’osservanza delle prescrizioni di seguito specificate:

* nella fase di esercizio della vasca di laminazione si avrà un’alterazione del regime naturale delle piene per tutti i corsi d’acqua affluenti con l’abbattimento dei picchi di piena ad una valore tale da non pregiudicare la sicurezza delle infrastrutture di valle; l’intervento dei differenti stadi della vasca sarà modulato in modo tale da garantire il deflusso fino ad un valore soglia, al di sopra del quale inizierà l’abbattimento della piena mediante invaso di una frazione degli afflussi; sarà pertanto garantito, anche in funzione delle necessità di fitodepurazione, un deflusso permanente per quanto consentito dal regime naturale delle magre;

* ad opera conclusa non si prevedono effetti negativi sull’ecosistema esistente; si può invece supporre che l’inserimento di un’area umida le cui dimensioni variano con il variare delle condizioni di piena dei corsi d’acqua, contribuisca a incrementare la biodiversità locale oltre ai benefici che avrà il territorio a valle dopo la messa a regime dell’impianto di fitodepurazione.

Prescrizioni

Il giudizio positivo di compatibilità ambientale è subordinato all’osservanza delle seguenti prescrizioni per la mitigazione degli impatti, per la compensazione ambientale e per i monitoraggi:

a) Vegetazione, Fauna, Ecosistemi

1. L’intervento comporterà l’eliminazione della vegetazione esistente su una superficie di 52.000 m² circa per fare posto a tutte le vasche di laminazione. Il taglio dovrà essere effettuato solo nelle aree immediatamente interessate dalle attività di realizzazione delle prime due vasche di laminazione previste in questo 2° lotto. Le piante che occupano le superfici in cui è prevista la realizzazione delle ultime tre vasche (3° lotto) non dovranno essere oggetto di taglio fino all’effettivo inizio delle attività del 3° lotto. Il taglio di vegetazione arborea dovrà essere in ogni caso limitato al minimo indispensabile. Dovrà inoltre essere posta particolare cura nella gestione della fase di cantiere al fine di evitare danneggiamenti agli alberi esistenti.

2. Il progetto esecutivo dovrà sviluppare la progettazione degli interventi di recupero ambientale delle superfici interessate dalla realizzazione dei lavori in progetto ed in particolar modo dell’area interessata dalla vasca di laminazione, inserendo nel quadro economico l’importo dei tali interventi. Le modalità realizzative degli interventi di recupero ambientale dovranno essere concordate con ARPA Piemonte, Coordinamento Centrale VIA-VAS e Dipartimento provinciale di Biella.

3. Date le caratteristiche di seminaturalità dell’area, il ripristino della copertura vegetazionale dovrà garantire il completo rinverdimento degli argini e del fondo delle vasche. Il fondo della vasca dovrà essere inerbito utilizzando in prevalenza leguminose, in modo da contrastare efficacemente le specie infestanti, e prevedendo delle piccole depressioni posizionate a random sul fondo della vasca, con fondo impermeabilizzato in argilla e trapianto di altri rizomi di Phragmites al fine di favorire il ristagno dell’acqua di piena e la creazione di piccole aree umide.

4. Considerando che per motivi idraulici non possono essere collocate all’interno della vasca specie arboree e arbustive, nelle aree esterne agli argini dovranno essere effettuati impianti arborei ed arbustivi compensativi della perdita di patrimonio arboreo locale.

5. Le opere a verde dovranno essere eseguite nelle stagioni idonee (primavera ed autunno) utilizzando specie vegetali autoctone adatte alle condizioni stazionali. Al fine di garantire l’attecchimento del materiale vegetale utilizzato, dovrà essere previsto un periodo di manutenzione obbligatoria delle opere a verde, da svolgersi almeno nel triennio successivo la realizzazione delle opere stesse, che preveda la risemina delle superfici ove si sia verificato un mancato o un ridotto sviluppo della copertura erbacea e la sostituzione delle fallanze nell’ambito delle formazioni arboree ed arbustive ricostituite.

b) Acque sotterranee e superficiali

1. Per quanto riguarda la canaletta che convoglia la portata di magra dall’uscita dell’impianto di fitodepurazione al rio Mina, questa dovrà svilupparsi in modo meno artificiale e rettilineo rispetto a quanto indicato negli elaborati del progetto definitivo. Il fondo della canaletta, qualora idrologicamente possibile, dovrà prevedere un rivestimento di terra, riutilizzando in loco parte del materiale terroso di scavo in esubero destinato a discarica, intasando per almeno 15 cm gli interstizi appositamente creati tra i massi annegati nel calcestruzzo, in modo che possa crearsi nell’alveo un habitat più favorevole all’insediamento di comunità acquatiche. L’andamento del canale dovrebbe avere un andamento meandriforme con profilo asimmetrico delle sponde e pendenza minore all’interno delle curve, in modo da poter trapiantare sul lato interno anche rizomi di Phragmites, presente in abbondanza nel sito.

2. Si raccomanda al proponente del progetto di porre particolare attenzione agli aspetti relativi alla gestione della vasca di laminazione, in modo da evitare fenomeni di abbandono e di degrado dell’area che limiterebbero la funzionalità stessa della vasca. Nel caso di utilizzo a scopi agricoli dell’area, dovrà essere valutato con attenzione l’apporto di concimi e di fitofarmaci al fine di garantire la qualità del sistema idrico.

3. Considerata la ridotta soggiacenza della falda freatica si ritiene opportuno che gli interventi di scavo e movimentazione terra vengano effettuati in periodo di scarse precipitazioni privilegiando il periodo invernale. Si ritiene inoltre necessario che, durante tutta la realizzazione degli interventi, il livello di falda sia mantenuto sotto stretto controllo tramite monitoraggio con frequenza settimanale al fine di garantire il rispetto di un franco di almeno 0,5 m rispetto alla falda in condizioni di minima soggiacenza. Nel caso di risalita della falda fino ad avvicinarsi a tale livello si richiede tempestiva comunicazione ad ARPA Piemonte per valutare le iniziative da intraprendere.

4. Si richiede che l’impianto di fitodepurazione venga attentamente monitorato attraverso una verifica dell’effettivo afflusso di acque trattate e del rendimento depurativo mediante analisi comparativa di campioni di acque in ingresso ed in uscita dall’impianto con particolare attenzione ai carichi inquinanti di prima pioggia in corrispondenza di eventi piovosi dopo periodi siccitosi. Le modalità e le tempistiche di attuazione delle attività di monitoraggio e di consegna dei relativi risultati devono essere concordate con ARPA Piemonte, Coordinamento Centrale VIA-VAS e Dipartimento provinciale di Biella. I risultati di tale monitoraggio devono essere resi noti ad ARPA Piemonte nonché alla Direzione regionale Ambiente.

5. A fine lavori vengano messi in atto tutti provvedimenti opportuni sul sito atti a impedire e contenere, mediante interventi di bonifica, la proliferazione degli insetti ed in particolare zanzare.

c) Suolo e sottosuolo

1. Per quanto riguarda i circa 6500 m³ di inerti per i quali è previsto il conferimento in discarica, si suggerisce di valutare proposte di recupero e riutilizzo in loco, che limiterebbero l’aggravio di traffico e di inquinamento sulla viabilità esistente. In tale caso, si ricorda che dovrà essere sottoposto ad ARPA Piemonte un piano di movimentazione delle terre di scavo con individuazione dei siti di destinazione.

2. Dovranno essere apportate le opportune mitigazioni lungo le scarpate degli argini.

d) Fase di cantiere

1. Poiché gli interventi in progetto interessano corsi d’acqua naturali ed artificiali, durante la fase di cantiere dovranno essere adottati tutti i provvedimenti necessari per limitare l’intorbidamento delle acque e soprattutto per evitare sversamenti accidentali di materiali, in modo da eliminare tutte le possibilità d’inquinamento delle acque. A tal fine dovrà essere predisposto un piano di intervento rapido per il contenimento e l’assorbimento di eventuali sversamenti accidentali che interessino le acque oppure il suolo.

2. Per quanto riguarda le aree agricole interferite dalla realizzazione delle opere in progetto, dovrà essere consentito l’accesso ai fondi agricoli sia durante la fase di cantiere, sia in relazione alla persistenza delle opere sul territorio.

3. Relativamente alla manutenzione dei cumuli di terreno di scotico da riutilizzare negli interventi di recupero ambientale, se le fasi di cantiere avranno breve durata, non dovranno essere eseguite lavorazioni sui cumuli, per evitare emissioni di CO2 in atmosfera; qualora invece la realizzazione dell’opera si protraesse per lunghi periodi, dovrà essere eseguita la semina di specie erbacee sulla superficie dei cumuli, per evitare che le piogge causino il dilavamento della componente più fine e dei nutrienti del suolo.

4. Al termine dei lavori i cantieri dovranno essere tempestivamente smantellati e dovrà essere effettuato lo sgombero e lo smaltimento dei materiali utilizzati per la realizzazione dell’opera, evitando la creazione di accumuli permanenti in loco. Per quanto riguarda le aree di cantiere, quelle di deposito temporaneo, quelle utilizzate per lo stoccaggio dei materiali, le eventuali piste di servizio realizzate per l’esecuzione delle opere, nonché ogni altra area che risultasse degradata a seguito dell’esecuzione dei lavori in progetto, dovrà essere effettuato quanto prima il recupero e il ripristino morfologico e vegetativo dei siti.

Con riferimento al vincolo esistente ai sensi del d.p.r. 11 luglio 1980 , n. 753, l’Unità Opere Civili della Direzione Compartimentale Infrastruttura di Torino della Società RFI - Rete Ferroviaria Italiana, con nota in data 1 ottobre 2007, che si allega in copia alla presente deliberazione per farne parte integrante, ha specificato gli approfondimenti al progetto esecutivo e le condizioni necessarie per il rilascio dell’autorizzazione all’esecuzione degli interventi, ai sensi del citato d.p.r. 753/1980, che avverrà a seguito della trasmissione del progetto esecutivo da parte del proponente alla medesima Unità.

Il disciplinare di costruzione di cui all’art. 9 del Regolamento d.p.g.r. 9 novembre 2004, n. 12/R, attuativo della legge regionale 6 ottobre 2003, n. 25, verrà rilasciato dal competente Settore regionale Sbarramenti fluviali di ritenuta e bacini d’accumulo della Direzione Opere pubbliche, difesa del suolo, economia montana e foreste entro trenta giorni dall’emanazione del presente giudizio di compatibilità ambientale.

Vista la direttiva 85/337/CEE e s.m.i.;

vista la l.r. 14 dicembre 1998, n. 40;

visto il r.d. 25 luglio 1904, n. 523;

vista la l.r. 6 ottobre 2003, n. 25;

visto il d.p.g.r. 9 novembre 2004, n. 12/R;

visto il d.p.r. 11 luglio 1980 , n. 753;

per tutto quanto sopra esposto e accogliendo le proposte dei relatori la Giunta Regionale, con voto unanime espresso nelle forme di legge,

delibera

* di esprimere giudizio positivo di compatibilità ambientale, ai sensi dell’art. 12 della l.r. 40/1998, in merito al progetto “Regimazione reticolo idrografico capoluogo. Vasca di laminazione - 2° lotto funzionale”, localizzato nel Comune di Candelo (BI), presentato dal Comune di Candelo, per le motivazioni espresse in premessa, subordinatamente al rispetto delle prescrizioni ivi dettagliatamente descritte, inerenti le successive fasi di progettazione, di realizzazione e di esercizio, riguardanti principalmente i seguenti aspetti:

a) vegetazione, fauna, ecosistemi,

b) acque sotterranee e superficiali,

c) suolo e sottosuolo,

d) fase di cantiere.

* di dare atto che l’autorizzazione all’esecuzione degli interventi, ai sensi del d.p.r. 11 luglio 1980, n. 753, avverrà a seguito della trasmissione del progetto esecutivo all’Unità Opere Civili della Direzione Compartimentale Infrastruttura di Torino della Società RFI - Rete Ferroviaria Italiana, secondo le modalità descritte nella nota della medesima Unità in data 1 ottobre 2007, che si allega in copia alla presente deliberazione per farne parte integrante;

* di stabilire che il disciplinare di costruzione di cui all’art. 9 del Regolamento d.p.g.r. 9 novembre 2004, n. 12/R, attuativo della legge regionale 6 ottobre 2003, n. 25, verrà rilasciato dal competente Settore regionale Sbarramenti fluviali di ritenuta e bacini d’accumulo della Direzione Opere pubbliche, difesa del suolo, economia montana e foreste entro trenta giorni dall’emanazione del presente giudizio di compatibilità ambientale;

* di stabilire che il giudizio di compatibilità ambientale, ai fini dell’inizio dei lavori per la realizzazione degli interventi, ha efficacia per la durata di tre anni a decorrere dalla data del provvedimento amministrativo che consente in via definitiva la realizzazione del progetto;

* di stabilire che il proponente comunichi ad ARPA Piemonte - Dipartimento provinciale di Biella le date di inizio e termine dei lavori, al fine di consentire il corretto espletamento dell’attività di controllo prevista dall’art. 8, comma 2, della l.r. 40/1998; la data di inizio lavori deve essere comunicata con almeno quindici giorni di anticipo;

* di stabilire che il Direttore dei lavori trasmetta ad ARPA Piemonte, Coordinamento Centrale VIA-VAS e Dipartimento provinciale di Biella, secondo le tempistiche concordate in fase di progettazione del monitoraggio, una dichiarazione accompagnata da una relazione esplicativa, relativa all’attuazione di tutte le misure di compensazione, mitigazione e monitoraggio, previste dal proponente negli elaborati esaminati ed integrate da quelle prescritte con il presente provvedimento.

Contro il presente provvedimento è possibile il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte entro 60 giorni ovvero il ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla piena conoscenza dell’atto.

La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi dell’art. 61 dello Statuto e dell’art. 12, comma 8 della l.r. 40/1998 ed inviata al proponente e ai soggetti interessati di cui all’art. 9 della l.r. 40/1998.

(omissis)