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Bollettino Ufficiale n. 43 del 25 / 10 / 2007

Codice 23.1
D.D. 30 luglio 2007, n. 132

L.R. 40/1998 - Fase di verifica della procedura di VIA inerente al progetto “Consolidamento del versante delle Rocche di Barbaresco (evento alluvionale del novembre 1994)”, nel comune di Barbaresco (CN), presentato dal comune di Barbaresco - Necessita’ di sottoporre il progetto alla Fase di valutazione di cui all’art. 12 della L.R. 40/1998.

(omissis)

IL DIRIGENTE

(omissis)

determina

di ritenere che il progetto Consolidamento del versante delle Rocche di Barbaresco (evento alluvionale del novembre 1994)", presentato dal comune di Barbaresco (CN), localizzato nel comune di Barbaresco (CN), debba essere sottoposto alla fase di valutazione di cui all’articolo 12, in quanto le problematiche evidenziate in premessa rendono necessario un approfondimento dell’analisi tecnico-progettuale ed ambientale, dando soluzione alle criticità ed ai problemi emersi in fase di verifica, con particolare riguardo ai seguenti aspetti:

1. In fase di progettazione definitiva, dovrà essere effettuata la verifica delle eventuali interferenze conseguenti alla realizzazione dell’intervento sull’assetto delle fasce fluviali del fiume Tanaro.

2. In fase di progettazione definitiva, dovrà essere effettuata la verifica, sia da un punto di vista idraulico, sia per ciò che riguarda i processi morfologici legati alla dinamica fluviale, dell’assenza di interazioni negative rispetto alle due aree R.M.E. poste sul fondovalle Tanaro ed interessanti i comuni di Alba, Guarene, Castagnito e Neive, anche in relazione alle opere idrauliche di difesa previste dall’assetto di progetto del corso d’acqua che risultano già progettate ed approvate.

3. Il progetto definitivo dovrà contenere un’analisi del rischio residuo, finalizzata anche ad un’eventuale futura ridefinizione dell’area R.M.E. vigente.

4. Il progetto definitivo dovrà contenere la verifica delle condizioni di deflusso in corrispondenza delle opere nella condizione più sfavorevole (presenza di guado a monte, rilevati arginali provvisionali a protezione della scogliera e barra di sedimento in sponda sinistra ancora presente) per una piena con tempo di ritorno 20 anni.

5. In fase di progettazione definitiva, dovrà essere valutata, per la difesa spondale di tipo B, la possibilità di realizzare una berma di maggiori dimensioni in massi non cementati.

6. In fase di progettazione definitiva, dovrà essere effettuata, per la difesa spondale di tipo C, la verifica di stabilità della berma così come dimensionata, ed eventualmente valutata la possibilità di aumentarne la profondità al fine di ridurre possibili fenomeni di scalzamento.

7. In fase di progettazione definitiva, dovrà essere adeguatamente motivata, in relazione alle caratteristiche tecniche e funzionali del diaframma previsto in sponda destra, la necessità delle ulteriori opere di consolidamento previste a tergo del medesimo al di sotto della suola di fondazione della difesa spondale di tipo A.

8. Lo Studio di Impatto Ambientale dovrà approfondire l’analisi degli habitat ripariali, con particolare attenzione al corso d’acqua minore, al bosco ripariale e all’area umida presenti in sponda destra, e delle popolazioni di anfibi che li popolano, individuando le idonee misure di mitigazione ambientale da applicare a tutela di tali componenti. Dovrà inoltre essere effettuata una prima quantificazione della sottrazione di habitat e della consistenza del taglio della vegetazione arborea/arbustiva necessaria per l’esecuzione delle opere in progetto. La progettazione delle opere in progetto e la pianificazione della fase di cantiere dovranno essere improntate alla minimizzazione delle possibili interferenze con gli habitat ripariali presenti nell’area di intervento.

9. Lo Studio di Impatto Ambientale dovrà valutare le possibili interferenze con la colonia di gruccioni, localizzata poco a monte del guado provvisorio previsto in progetto in corrispondenza della concavità della sponda, nel tratto a parete verticale/sub verticale, e dovrà individuare le misure di mitigazione da mettere in atto in fase di cantiere.

10. Lo Studio di Impatto Ambientale dovrà individuare i periodi in cui interrompere o limitare le lavorazioni più impattanti nei confronti delle specie di avifauna maggiormente sensibili presenti nell’area di intervento.

11. Lo Studio di Impatto Ambientale dovrà individuare le misure di mitigazione da attuare in fase di cantiere nei confronti dell’ittiofauna.

12. In fase definitiva dovrà essere sviluppata la progettazione degli interventi di recupero e di mitigazione ambientale da attuare sia in sponda sinistra che in sponda destra. Tale progettazione dovrà tener conto anche della necessità di compensare la sottrazione di habitat ripariali. In particolare, per quanto riguarda la sponda destra, al piede del versante nel settore di rinterro posto tra la difesa spondale destra e la scarpata delle Rocche di Barbaresco dovrà essere realizzato un impianto di bosco naturaliforme utilizzando specie arboree ed arbustive quali farnia, ciliegio selvatico, frassino maggiore, acero montano, pioppo bianco, carpino bianco, biancospino. Nel settore compreso tra la difesa spondale e la sponda destra del Tanaro dovrà essere prevista la realizzazione di un’area a vegetazione ripariale a Salix spp. e la superficie di campagna dovrà essere profilata in modo tale da ricreare la varietà morfologica attuale e da creare piccole zone umide adatte ad ospitare le popolazioni di anfibi. In queste aree dovrà essere prevista la messa a dimora di specie erbacee tipiche di ambienti umidi.

13. Nell’ipotesi in cui il progetto di consolidamento delle Rocche sia sviluppato e realizzato in più lotti successivi, il progetto definitivo dovrà contenere una chiara e completa progettazione degli interventi di ripristino, mitigazione e compensazione ambientale dell’intera area, indicando le tempistiche di realizzazione dei singoli interventi di natura ambientale in relazione all’esecuzione di ogni lotto.

14. Al fine di garantire l’attecchimento del materiale vegetale utilizzato negli interventi di ripristino, mitigazione e compensazione ambientale, dovrà essere predisposto il piano di manutenzione delle opere a verde, da svolgersi almeno nel triennio successivo alla realizzazione delle stesse.

15. Il materiale terroso derivante da operazioni di scotico dovrà essere adeguatamente accantonato, conservato in modo da non alterarne le caratteristiche chimico-fisiche e riutilizzato per gli interventi di recupero ambientale. Il progetto definitivo dovrà indicare le aree destinate allo stoccaggio del terreno di scotico e dovrà specificare le modalità di stoccaggio, conservazione e manutenzione dei cumuli in relazione ai tempi di stoccaggio del materiale e di ripristino ambientale dei luoghi.

16. La progettazione degli interventi dovrà essere sviluppata tenendo conto che, al termine dei lavori, l’alveo dovrà essere ripristinato in maniera tale da presentare caratteristiche morfologiche di naturalità, quali irregolarità planimetriche del fondo, analoghe a quelle precedenti all’intervento, in modo da non determinare effetti di banalizzazione dell’alveo stesso che penalizzerebbero il rapido recupero delle caratteristiche dell’habitat originario. In particolare l’alveo, nella fascia oggetto di disalveo, dovrà risultare morfologicamente e granulometricamente coerente con gli altri tratti fluviali, al fine di mantenere aree adatte alla sopravvivenza e alla mobilità di macroinvertebrati bentonici e dell’ittiofauna

17. In fase di progettazione definitiva, dovranno essere chiaramente individuate e localizzate le aree cantiere per le lavorazioni e lo stoccaggio dei materiali da utilizzarsi durante la realizzazione degli interventi, in un’ottica di minimizzazione degli impatti connessi, prevedendo le opportune mitigazioni in corso d’opera e definendo tempi e modi della fase di ripristino ambientale.

18. In fase di progettazione definitiva, dovrà essere stabilito il cronoprogramma delle attività, valutando anche l’eventuale interferenza, nella fase esecutiva dei lavori, con progetti in corso di istruttoria relativi a derivazioni idroelettriche, in corrispondenza della traversa esistente subito a valle delle rocche di Barbaresco, al fine di evitare la sovrapposizione delle fasi di cantiere. Inoltre dovrà essere effettuato un confronto con i cronoprogrammi operativi degli altri interventi già autorizzati o in via di autorizzazione sul medesimo corso d’acqua sia a monte sia a valle, al fine di programmare gli interventi in modo tale da minimizzare la sommatoria degli impatti sul corso d’acqua. I lavori dovranno essere realizzati, per quanto possibile, in periodo di asciutta o di magra.

19. In fase di progettazione definitiva, dovrà essere precisata la provenienza del materiale inerte (granulati e blocchi da scogliera) da utilizzare senza interventi di lavorazione e/o selezione, destinato all’opera in oggetto, individuando cave in attività la cui produzione sia compatibile con le caratteristiche richieste. In alternativa, in carenza di cave già attive con disponibilità di materiale idoneo, il progetto esecutivo dovrà individuare i siti delle cave di prestito.

20. In fase di progettazione definitiva dovrà essere previsto, in concomitanza delle attività di disalveo e di posa in opera delle difese spondali, un punto di monitoraggio delle acque fluviali immediatamente a valle dell’intervento e di eventuali punti di restituzione di acque di aggottamento. Le frequenze e le modalità del monitoraggio, che dovrà riguardare almeno i parametri pH, conducibilità e solidi sospesi, dovranno essere concordate con A.R.P.A. Piemonte, che procederà al controllo dell’attuazione di tale monitoraggio ed alla valutazione dei relativi dati.

Copia della presente determinazione verrà inviata al proponente ed ai soggetti interessati di cui all’articolo 9 della L.R. 40/1998 e depositata presso l’Ufficio di deposito progetti della Regione.

Avverso la presente determinazione è ammesso ricorso al tribunale amministrativo regionale entro il termine di sessanta giorni dalla notificazione.

La presente determinazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 61 dello Statuto.

Il Dirigente responsabile
Carlo Pelassa