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Supplemento Ordinario n. 1 al B.U. n. 39

Codice 26.2
D.D. 30 luglio 2007, n. 361

Provvedimento conclusivo della Fase di verifica della procedura di VIA , di cui all’art. 10 L.R. 40/98, inerente il progetto preliminare dal titolo: “S.S. 21 del colle della Maddalena. Variante stradale compresa tra gli Abitati di Demonte e Vinadio”. Necessita’ di sottoporre il progetto alla fase di valutazione di cui all’art. 12 della L.R. 40/98

(omissis)

IL DIRIGENTE

(omissis)

determina

a) di considerare le premesse parte integrante della presente Determinazione Dirigenziale;

b) di concludere il procedimento relativo alla Fase di Verifica, di cui all’art. 10 della L.R. n. 40/98, relativo al progetto “S.S. 21 del colle della Maddalena. Variante stradale compresa tra gli Abitati di Demonte e Vinadio”, presentato dall’ANAS S.p.A. - Compartimento della Viabilità per il Piemonte, con sede legale in Torino, C.so Matteotti 8, con nota n. 14395 del 03.05.2007, e di sottoporre il progetto medesimo alla fase di valutazione e giudizio di compatibilità ambientale ai sensi dell’art. 12 L.R. 40/1998, che potrà avvenire anche per singoli lotti;

c) di richiedere all’Ente proponente Anas S.p.A. - Compartimento della Viabilità per il Piemonte, che nel corso della redazione del progetto definitivo siano rispettate le condizioni e le richieste di approfondimento emerse in Conferenza dei Servizi preliminare ed elencate nel seguito, finalizzate all’ottenimento in sede della successiva Conferenza dei Servizi sul progetto definitivo, dei necessari atti di consenso da parte delle Amministrazioni interessate:

Aspetti Ambientali

In fase di progettazione definitiva si dovrà approfondire l’aspetto relativo all’impatto visivo causato dal viadotto Stura 1, sia in relazione all’estensione dei rilevati di accesso sia in ordine alle caratteristiche delle strutture previste in progetto.

In fase di progettazione definitiva venga approfondita progettualmente la collocazione dello svincolo relativo a Demonte in quanto la soluzione prospettata in corrispondenza del sistema di terre armate risulta un poco azzardata e dal punto di vista paesaggistico un poco artificiosa.

Per quanto attiene l’attraversamento del rio Kant, ancorché in area apparentemente poco visibile, in fase di progettazione definitiva si dovrà approfondire la progettazione del viadotto al fine di comprendere meglio la natura e la qualità delle spalle o strutture portanti, anche in associazione alla struttura che verrà prescelta come travatura di sostegno dell’impalcato.

In fase di progettazione definitiva venga approfondita la progettazione del sistema di svincolo risultante a monte di Aisone, in quanto sembra apportare un eccessivo impatto globale. Le soluzioni dovranno essere controllate anche in funzione della possibilità di tenere sotto controllo gli aspetti formali attendibili ed, in ogni caso, predisporre valide opere di reintegrazione verso il contesto e nelle aree risultati intercluse.

Lo Studio di Impatto Ambientale dovrà contenere la caratterizzazione delle diverse componenti ambientali potenzialmente interferite dalla realizzazione delle opere in progetto (fauna omeoterma, ittiofauna, anfibi, rettili, habitat ripariali, habitat fluviali, vegetazione, suolo, ecc.), l’analisi degli impatti potenziali su tali componenti, l’individuazione e la definizione progettuale degli interventi di mitigazione da porre in atto sia in fase di cantiere, sia in fase di esercizio dell’opera.

Lo Studio di Impatto Ambientale dovrà essere corredato da una prima quantificazione indicativa, anche in base alle tipologie forestali interferite, della consistenza del taglio di vegetazione arborea ed arbustiva necessario per la realizzazione delle opere in progetto. Si raccomanda, inoltre, di trovare soluzioni che consentano di limitare il taglio al minimo indispensabile.

Lo Studio di Impatto Ambientale dovrà indicare, anche cartograficamente, i corridoi faunistici presenti nell’area di intervento relativamente all’intero tracciato stradale e dovrà individuare, a livello di progettazione preliminare, gli interventi di mitigazione che si intendono realizzare sull’intero tracciato. Per quanto riguarda invece gli interventi di mitigazione relativi al singolo lotto, la progettazione dovrà avere carattere definitivo.

Gli interventi di mitigazione relativi alla permeabilizzazione dell’infrastruttura viaria al passaggio della fauna selvatica (mammiferi, anfibi e rettili) dovranno essere progettati e realizzati secondo le indicazioni contenute nel manuale “Fauna selvatica ed infrastrutture lineari. Indicazioni per la progettazione di misure di mitigazione degli impatti delle infrastrutture lineari di trasporto sulla fauna selvatica” (Regione Piemonte e ARPA Piemonte, 2005), concordandone la localizzazione e la definizione dei criteri costruttivi con la Direzione Territorio Rurale (Corso Stati Uniti 21 - Torino - tel. 011-4324036). Particolare attenzione dovrà essere posta anche nella progettazione degli inviti e della vegetazione localizzata in prossimità dei passaggi. Dovrà infine essere predisposto un piano di manutenzione di tali interventi.

Il progetto definitivo dovrà sviluppare la progettazione degli interventi di ripristino delle superfici interessate dalla realizzazione dei lavori in progetto, di inserimento paesaggistico, di mitigazione e di compensazione ambientale, indicando le diverse tipologie di intervento e la loro localizzazione. Il computo metrico dovrà comprendere le relative voci di spesa.

Nell’individuazione delle diverse tipologie di intervento dovrà essere posta particolare attenzione alla presenza e alla necessità di ricostituzione dei corridoi faunistici e degli ambienti ripariali.

La progettazione dovrà prevedere anche il recupero delle aree di cantiere e delle superfici utilizzate per lo stoccaggio temporaneo del terreno di scotico, dello smarino e dei materiali di costruzione.

Le opere a verde dovranno essere eseguite nelle stagioni idonee (primavera ed autunno), utilizzando specie erbacee, arbustive ed arboree autoctone adatte alle condizioni stazionali. Al fine di garantire l’attecchimento del materiale vegetale utilizzato, il proponente dovrà predisporre un piano di manutenzione di tali opere, da svolgersi almeno nel triennio successivo alla realizzazione delle stesse, che preveda la risemina delle superfici ove si sia verificato un mancato o un ridotto sviluppo della copertura erbacea e la sostituzione delle fallanze nell’ambito delle formazioni arbustive ed arboree ricostituite.

Aspetti Idraulici, Idrici

Nel corso della progettazione definitiva, dovrà essere valutata, in accordo con la Provincia di Cuneo e con l’Autorità Idraulica competente sul fiume Stura (AIPO), la possibilità di prevedere la demolizione del ponte esistente a servizio dell’attuale strada provinciale per il Colle della Lombarda al fine di mantenere un solo manufatto stradale di attraversamento del fiume Stura in un’area idraulicamente critica, considerata la vicinanza con gli sbocchi del Rio Sant’Anna e del Rio Freddo. Si potrebbe in merito prevedere eventualmente la realizzazione di due rotatorie di scambio, una in destra e una in sinistra Stura, o di uno svincolo a livelli sfalsati.

In considerazione del fatto che nel tratto terminale della Variante di Vinadio (prog. 13+900 - 14+200) il tracciato si sviluppa in corrispondenza della confluenza del Rio Freddo con il fiume Stura e, di conseguenza, interferisce con le aree esondabili di entrambi i corsi d’acqua, nella progettazione definitiva dovrà essere effettuato uno studio idraulico puntuale ed approfondito per verificare, anche in caso di eventi di piena catastrofici, la compatibilità idraulica delle opere in progetto.

Al fine di consentire la valutazione puntuale degli aspetti idraulici e demaniali inerenti sia il R.D. 523/1904 che il Regolamento Regionale n. 14/R del 6/12/2004, nella progettazione definitiva, oltre alla documentazione progettuale di cui all’art. 25 del Regolamento 554/99, dovrà essere predisposto un apposito elaborato progettuale (planimetria su base catastale) che individui, anche per i tratti in galleria e per il tratto dove sono previsti interventi di adeguamento in sede, tutte le interferenze del tracciato con i corsi d’acqua iscritti nell’elenco delle acque pubbliche o aventi sedime demaniale.

Per i viadotti denominati Stura 1 e Stura 2 dovranno essere effettuate le verifiche idrauliche nel dettaglio tenendo conto della tendenza alla divagazione del torrente, del trasporto solido, comprendendo anche le verifiche allo scalzamento delle fondazioni, l’eventuale rigurgito, ecc..

Nella verifica dovranno essere tenuti in conto anche i rilevati di accesso all’opera, che dovranno risultare trasparenti per il torrente.

Nel progetto definitivo del primo lotto dovranno essere verificate nel dettaglio la localizzazione dell’area per lo stoccaggio temporaneo dello smarino e di quella di cantiere per valutare eventuali sensibilità ambientali, prima fra tutte la pericolosità in relazione alla esondabilità della Stura e gli eventuali accorgimenti necessari a garantirne la temporanea presenza sul territorio delle nuove occupazioni.

In analogia si dovrà procedere anche per la progettazione del secondo lotto, dove entrambi i previsti cantieri sembrano interferire con le aree di esondazione della Stura, ma in particolare appare critico il cantiere di monte che sembra incrociare il limite dell’area esondabile per piene con tempo di ritorno 200 anni, quelle che nel PAI verrebbero classificate come Eb. Anche per il terzo lotto sarà necessario prevedere il dettaglio dell’interferenza con la Stura per il cantiere di valle.

Nella progettazione definitiva dovrà essere approfondito lo studio delle possibili interferenze del tracciato con le infrastrutture afferenti al servizio idrico integrato per delineare eventuali azioni di compensazione o mitigazione da concordarsi con i responsabili dei singoli servizi.

In fase di progettazione definitiva dovrà essere valutata la possibilità che le venute d’acqua significative e persistenti eventualmente intercettate (di portata paragonabile alle emergenze sorgentizie della zona) possano essere captate e convogliate all’esterno, per l’eventuale utilizzo a vantaggio delle comunità locali, previa comunicazione all’ente gestore Ambito Territoriale Ottimale (A.T.O.) competente per territorio, il quale indicherà le opportune modalità operative al riguardo.

Raccolta Acque di Piattaforma

Per quanto riguarda l’intercettazione delle acque di piattaforma, il progetto definitivo dovrà indicare i recettori finali, individuando le soluzioni adatte ad evitare che, in corrispondenza dei punti di rilascio, nel caso di portate eccezionali, si creino problemi di erosione e di esondazione ora non esistenti. Dovrà essere approfondito, inoltre, l’aspetto relativo alle caratteristiche tecniche delle vasche di cattura delle acque di prima pioggia, previste dal progetto, e dei necessari accorgimenti per la separazione ed estrazione sia dei materiali sedimentabili che sospesi (es. sostanze oleose); in merito dovrà essere predisposto un piano di manutenzione finalizzato a mantenere il sistema funzionale nel tempo.

Impatto Acustico

In sede di progettazione definitiva, dovrà essere predisposta la “Documentazione d’Impatto Acustico” da redigersi in maniera conforme a quanto previsto dalla D.G.R. 2 febbraio 2004, n. 9-11616. Nell’ambito di tale documentazione dovrà essere valutato l’impatto acustico dell’opera sui recettori presenti, individuando, se necessario, idonei interventi di mitigazione/compensazione ambientale, quali asfalto fonoassorbente o barriere fonoassorbenti. Particolare attenzione dovrà essere posta, per il Lotto 2 nel tratto di adeguamento della strada esistente, visto l’incremento di traffico previsto pari a 6667 autoveicoli/giorno per ogni singola corsia; lungo tale tratto sono infatti presenti alcuni recettori, quali abitazioni, che potrebbero risentire negativamente dell’incremento del traffico. Durante la fase di cantiere, per tutti i Lotti, dovranno essere adottati dei sistemi di mitigazione sia sulla scelta sia sull’uso e localizzazione dei macchinari, al fine di ridurre le emissioni acustiche, così come già previsto in fase di progettazione preliminare.

Aspetti Relativi al Rischio Valanghe

Si ritiene opportuno che nel progetto definitivo del terzo lotto venga adeguatamente trattata la problematica legata alla valanga di Cima Crosa, in destra orografica del Torrente Stura, di fronte all’abitato di Vinadio (cfr. Atlante delle Valanghe, Capello, 1977), rappresentata anche nella Carta di localizzazione probabile delle valanghe della Provincia di Cuneo, provvedendo a realizzare le infrastrutture necessarie per la messa in sicurezza della nuova strada.

Interferenze con la Viabilita’ Locale

Il progetto definitivo dovrà puntualmente risolvere le interferenze con la viabilità provinciale ed in particolare con la SP 268 Demonte - San Giacomo ed SP 337 di destra Stura.

Qualora, a livello di progettazione definitiva, si ipotizzi l’utilizzo della viabilità provinciale, ed in particolare della SP 337 di destra Stura, si dovrà provvedere anche alla realizzazione di opere di messa in sicurezza, in quanto nella sua attuale configurazione la strada SP 337 non è in grado di accogliere una viabilità di tipo pesante per mancanza di portanza della pavimentazione, per le limitate dimensioni della carreggiata e per le caratteristiche delle opere di sostegno a mezza costa, spesso costituite da muri in pietrame.

Interferenze con il Territorio Agricolo

Nella predisposizione del progetto definitivo, il proponente dovrà verificare con i consorzi irrigui operanti nell’area interessata dagli interventi le soluzioni individuate per risolvere le eventuali interferenze con i canali irrigui esistenti, in modo da assicurare la funzionalità della rete irrigua e da permettere l’effettuazione delle operazioni di manutenzione della rete stessa in maniera agevole e in sicurezza. Al fine di individuare e risolvere le criticità relative a tali aspetti e di definire il cronoprogramma dei lavori, il proponente dovrà prendere contatto con l’Aggregazione Consorzi Irrigui Sinistra Stura di Demonte - Corso Nizza 37 - Cuneo.

Nella redazione del progetto definitivo il proponente dovrà considerare la necessità di consentire l’accesso ai fondi agricoli sia durante la fase di cantiere, sia in relazione alla persistenza delle opere sul territorio.

Aspetti Relativi ad altre Interferenze

Sono state individuate tre interferenze le linee elettriche a 132 kV della società Terna, precisamente:

- Linea T 721 Pietraporzio - Vinadio nelle campate 60-61 e 68-69;

- Linea T 757 Demonte - San Rocco nelle campate 0-1 e 5-6;

- Linea T 758 Demonte - San Rocco nella campata 1-2.

Nei punti di interferenza è necessario verificare che i conduttori rispettino la distanza minima di 8,98 m. dalla quota del piano stradale, nelle condizioni previste dal D.M. 21.03.1988 n. 28 art. 2.1.06 a). Si fa presente, inoltre, che i sostegni e le relative fondazioni non devono avere alcun punto fuori terra ad una distanza orizzontale minore di 15 m. dal confine della strada statale come da D.M. 21.03.1988 n. 28 art. 2.1.07 d).

Si ricorda che nella redazione del progetto definitivo si dovranno valutare tecnicamente ed economicamente, con gli Enti e con le Società interessate, tutte le ulteriori interferenze del tracciato con eventuali servizi.

Cantierizzazione dell’opera

Il materiale terroso derivante da operazioni di scotico dovrà essere adeguatamente accantonato, conservato in modo da non alterarne le caratteristiche chimico-fisiche e riutilizzato per gli interventi di recupero ambientale. Il progetto definitivo dovrà indicare le aree destinate allo stoccaggio del terreno di scotico e dovrà specificare le modalità di stoccaggio, conservazione e manutenzione dei cumuli in relazione ai tempi di stoccaggio del materiale e di ripristino ambientale dei luoghi.

Durante l’esecuzione degli interventi in alveo per la realizzazione dei viadotti dovrà essere garantito il libero deflusso delle acque, attraverso la realizzazione di idonee opere provvisionali (savanelle), per ridurre al minimo gli impatti sulla fauna acquatica.

Al termine dei lavori i cantieri dovranno essere tempestivamente smantellati e dovrà essere effettuato lo sgombero e lo smaltimento dei materiali utilizzati per la realizzazione dell’opera, evitando la creazione di accumuli permanenti in loco. Per quanto riguarda le aree di cantiere, quelle di deposito temporaneo, quelle utilizzate per lo stoccaggio dei materiali, le eventuali piste di servizio realizzate per l’esecuzione delle opere, nonché ogni altra area che risultasse degradata a seguito dell’esecuzione dei lavori in progetto, dovrà essere effettuato quanto prima il recupero e il ripristino morfologico e vegetativo dei siti.

In fase di costruzione dovranno essere predisposti tutti gli accorgimenti necessari per intercettare eventuali rilasci accidentali, evitando che essi possano pervenire nel reticolo irriguo e/o in falda.

d) di dare atto che la presente determinazione sarà inviata alla Società proponente ANAS S.p.A. - Compartimento della Viabilità per il Piemonte ed ai soggetti interessati di cui all’articolo 9 della L.R. 40/1998 e depositata presso l’Ufficio di deposito progetti della Regione Piemonte.

Avverso la presente determinazione è ammessa da parte dei soggetti legittimati, proposizione di ricorso Giurisdizionale avanti il Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte, entro il termine di 60 giorni dalla data di ricevimento del presente atto o dalla piena conoscenza, secondo le modalità di cui alla Legge n. 1034 del 6.12.1971 oppure Ricorso Straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla data di ricevimento, ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica 24.11.1971 n. 1199.

La presente determinazione dirigenziale sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 61 dello Statuto.

Il Dirigente responsabile
Giuseppe Iacopino