Torna al Sommario Indice Sistematico

Bollettino Ufficiale n. 36 del 6 / 09 / 2007

Deliberazione della Giunta Regionale 30 luglio 2007, n. 43-6575

Linee di indirizzo per l’internazionalizzazione e la promozione all’estero del sistema Piemonte - Assegnazione per l’anno 2007 alla Direzione Commercio e Artigianato con conseguente accantonamento di Euro 1.200.000,00 sul cap. 17850/07 (UPB 17041), Euro 100.000,00 sul cap. 11595/07 (UPB 17041), Euro 850.000,00 sul cap. 16806/2007 (UPB 17041).

(omissis)

LA GIUNTA REGIONALE

a voti unanimi...

delibera

- di adottare ai sensi dell’art. 3 comma 2 della L.R. n. 13/06 le linee di indirizzo per l’internazionalizzazione dell’economia piemontese e la promozione commerciale all’estero, allegate alla presente per farne parte integrante, valide per il 2007 e fino alla successiva modifica;

- di fornire le suddette linee di indirizzo al Centro Estero per l’internazionalizzazione affinché l’attività della società si uniformi alle stesse;

- di demandare alla Direzione “Commercio e Artigianato”, “Settore Promozione e Credito al Commercio”, la realizzazione degli interventi di propria competenza;

- di assegnare alla Direzione Commercio e Artigianato le risorse finanziarie per l’anno 2007 con conseguente accantonamento di Euro 1.200.000,00 sul cap. 17850/07 (UPB 17041), Euro 100.000,00 sul cap. 11595/07 (UPB 17041);

Euro 850.000,00 sul cap. 16806/07 (UPB 17041);

- di disporre la registrazione degli accantonamenti contabili sui capitoli di spesa:

cap. 17850/07 (accantonamento n. 101195) per la somma di Euro 1.200.000,00

cap. 11595/07 (accantonamento n. 101194) per la somma di Euro 100.000,00

cap. 16806/07 (accantonamento n. 101202) per la somma di Euro 850.000,00

La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 61 dello Statuto, dell’art. 8 della LR. n. 51/97 e dell’art. 14 del D.P.G.R. 29.7.2002, n. 8/R.

(omissis)

Allegato

LINEE DI INDIRIZZO REGIONALI IN MATERIA DI INTERNAZIONALIZZAZIONE

Premessa

Il contesto economico internazionale continua a registrare cambiamenti estremamente significativi. Nuovi attori si affacciano sullo scenario politico. Potenze emergenti spostano l’asse del confronto economico in nuove regioni del mondo. Si sviluppano mutamenti che chiamano in causa la nostra capacità di adattamento al nuovo contesto geo-economico puntando su di una internazionalizzazione che deve essere governata, indirizzata e che deve portare a partecipare pienamente alla ripresa dell’economia mondiale.

Le condizioni di accesso al mercato europeo e mondiale evolvono continuamente, a misura dei grandi cambiamenti prodotti dalla globalizzazione. Molti fattori - dalla diminuzione dei costi di trasporto, allo sviluppo delle comunicazioni, alla conseguente integrazione delle economie - hanno contribuito ad abbassare la soglia dimensionale necessaria ad ogni azienda per accedere sui mercati esteri, ma la crescita dimensionale è altrettanto strettamente legata alla capacità di essere su questi mercati.

D’altra parte, alle imprese è richiesto di superare la tradizionale via mercantile del commercio con l’estero (import-export), per sperimentare forme più articolate di inserimento economico, indispensabili per stabilire ed ampliare le proprie quote di mercato.

L’internazionalizzazione è un percorso complesso che implica innanzitutto una scelta strategica del o dei Paesi di destinazione. Accanto a Paesi più vicini, o di sbocco naturale, si presentano Paesi e mercati nuovi con vantaggi non limitati al basso costo del lavoro, ma estesi alla crescente capacità d’acquisto, alla disponibilità di materie prime, o di know how, o di infrastrutture logistiche.

La scelta degli strumenti di internazionalizzazione è critica. Si parte dai tradizionali accordi commerciali, attraverso accordi di cooperazione produttiva e tecnologica, per arrivare ad alleanze, joint-ventures, partecipazioni in imprese estere in modo da assicurare una propria presenza efficace nei mercati con sussidiarie, filiali commerciali e industriali, con centri di servizio e di assistenza tecnica.

La sfida dell’internazionalizzazione richiede quindi, sempre più sofisticazione nell’approccio ai mercati. Perché è una sfida che si gioca principalmente sui talenti, e su competenze che le aziende devono in molti casi costruire: dal dominio delle tecnologie informatiche, all’abilità nel creare alleanze, alla capacità di comunicazione in contesti culturali e linguistici diversi.

Le Linee di indirizzo devono essere improntate ad un uso più selettivo delle risorse per :

1. Aumentare la focalizzazione geografica creando una più forte capacità di azione soprattutto su Paesi ad alto tasso di sviluppo e su quelli che risultano più interessanti per le aziende ed i prodotti piemontesi.

2. Concentrare l’attività di supporto fieristico sulle manifestazioni fondamentali nelle diverse aree geografiche, prevalentemente quelle a carattere settoriale, cercando di non disperdere le risorse in un numero troppo elevato di manifestazioni.

3. Aumentare gli investimenti a supporto dei settori innovativi e diretti alla formazione di competenze orientate all’internazionalizzazione.

INTERNAZIONALIZZAZIONE IN USCITA

Strategia Geografica

Dalla necessità di ottenere risultati più tangibili e di accelerare il processo di internazionalizzazione del sistema produttivo, in particolare con riguardo a Paesi e mercati di grande dimensione e ad alto tasso di crescita, nasce l’esigenza di una maggiore focalizzazione geografica degli investimenti considerando prioritarie le seguenti Macro Aree :

PAESI “BRIC” (BRASILE, RUSSIA, INDIA, CINA):

In tutti questi Paesi va mantenuto il sostegno alle attività già avviate e vanno attivate ulteriori azioni mirate, per continuare a cogliere le opportunità offerte da questi mercati, il cui tasso di crescita rimane rilevante e sostenuto.

EUROPA (UE) E AREA DI VICINATO

L’Europa rappresenta ancora il maggiore sbocco commerciale per le nostre imprese: la promozione in questa area va quindi sostenuta adeguatamente. In particolare, programmi specifici dovrebbero essere concepiti per migliorare l’accesso ai mercati scandinavi, che vedono uno scambio con l’Italia non in linea con il tradizionale apprezzamento di quei popoli per la cultura, lo stile di vita ed i prodotti italiani.

La Turchia, con i suoi tassi di crescita ed il processo di adesione alla UE, rappresenta un mercato di investimento di particolare interesse.

I Paesi dell’area balcanica, relativamente accessibili anche per le imprese piccole (se adeguatamente sostenute), sono da ritenere tra i Paesi di interesse prioritario.

I Paesi del Sud del Mediterraneo, anche per la loro prossimità geografica, presentano opportunità che, ancorché in un contesto regionale scosso da tensioni ricorrenti, vanno valutate e perseguite adeguatamente. Alcuni di questi Paesi possiedono tassi di sviluppo significativi e infrastrutture moderne, altri dispongono di rilevanti nicchie di innovazione in settori diversi, altri ancora offrono crescente capacità d’acquisto.

Grazie alla loro rilevanza geo-economica ed alla intensificazione dei loro rapporti in area mediterranea sono da considerare in quest’area anche gran parte dei Paesi del Golfo, in particolare gli Emirati, che presentano ottime potenzialità di sbocco per i prodotti italiani.

USA E GIAPPONE

Questi Paesi, nonostante presentino notevoli difficoltà di penetrazione per le nostre imprese, restano mercati importanti per la notevolissima capacità e propensione al consumo, in cui è importante sostenere la presenza delle nostre aziende e a cui va dedicata un’attenzione particolare per favorire l’internazionalizzazione delle nostre aziende high tech.

PAESI DI INTERESSE SPECIFICO

Al di là dei paesi inseriti nelle Macro Aree Prioritarie, attenzione e risorse adeguate vanno dedicate a quei Paesi che rispondano ad almeno una delle seguenti caratteristiche:

ricchezza di materie prime, in particolare di materie prime energetiche, che generano crescita economica sostenuta ed in qualche caso spettacolare: che si tratti del Caucaso, dell’Asia Centrale o del Golfo.

una vasta comunità di origine piemontese, che renda il contesto culturalmente propizio agli scambi;

Paesi in cui è prevedibile una crescita della domanda legata a particolari opportunità o ad eventi straordinari: per es. i Campionati Mondiali di calcio in Sud Africa del 2010 o le Olimpiadi Invernali del 2010 a Vancouver (l’indicazione vale ovviamente anche per le Olimpiadi di Pechino del 2008 e per l’Expo’ di Shanghai del 2010 riguardanti la Cina, già inserita fra i Paesi prioritari.)

Strategia Settoriale

C’è bisogno di incrementare la promozione in nuovi settori tramite programmi a sostegno delle aziende a carattere marcatamente innovativo e che rappresentano la punta avanzata nei vari settori tecnologici soprattutto nei settori elettromeccanico, lavorazione agroalimentare, ICT, Nano-Bio-Tech, Aereospazio etc.

Altri settori che meritano attenzione sono quelli suscettibili di promuovere riscontri positivi anche sul turismo abbinato al prodotto, intesi come un concetto unico di “life style” italiano; nonché altri settori di eccellenza piemontese quali le tecniche cinematografiche.

Un ulteriore ambito su cui concentrare l’azione è quello della grande distribuzione: il sistema italiano e piemontese sono in questo senso carenti a causa dell’assenza pressoché totale di grandi catene di distribuzione a livello internazionale.

Bisogna orientare in misura crescente le attività verso progetti innovativi, contenendo l’attività tradizionale di tipo fieristico, che andrebbe auspicabilmente concentrata sul sostegno a quegli eventi che nelle rispettive macro aree geografiche sono così importanti da definire il mercato o che, specialmente se situati in Paesi identificati come strategici, aiutano a caratterizzare la strategia/Paese.

L’orientamento generale è quello di limitare la frammentazione degli eventi, a favore di una presenza a maggior impatto.

La situazione del Piemonte attualmente evolventesi in modo positivo su fronte dell’export e dell’internazionalizzazione (vedi ultimo rapporto Unioncamere/Regione Piemonte), rende quanto mai utile far tesoro delle best practice che hanno consentito alle aziende, supportate dal sistema pubblico, di uscire da pericolose secche causate dai cambiamenti dell’economia globale per cercare nuove strade.

E’ emerso, peraltro, che le esportazioni hanno beneficiato della ripresa internazionale, con una crescita in valore, ma una stasi nelle quantità. L’incremento è stato comunque inferiore alla media nazionale.

E’ altresì da osservare come l’export sia cresciuto maggiormente nei confronti dei paesi al di fuori dell’area euro, in risposta a un miglioramento delle loro condizioni economiche e, in particolare, come sia stata rilevante la crescita sul mercato cinese, che stentava a manifestarsi.

Alcuni settori di tradizionale specializzazione della regione hanno manifestato una dinamica molto vivace. Fra questi, soprattutto, quello dei prodotti di metallo e la componentistica per autoveicoli, che mantiene il suo trend di costante crescita nell’ambito di un settore in persistente difficoltà. Anche la meccanica strumentale è risultata in qualche misura stimolata dalla ripresa internazionale. Le aree distrettuali e di piccola e media impresa della regione, per quanto sottoposte da anni a una fase di stagnazione e interessate in molti casi da trasformazioni strutturali impegnative, sono state generalmente interessate dalla ripresa, con un aumento nel valore della produzione esportata.

Una platea più ampia di imprese è stata coinvolta in processi di internazionalizzazione, con una estensione globale dei cicli produttivi grazie all’incremento degli investimenti all’estero, che ora caratterizzano in modo assai diffuso il tessuto economico regionale, interessando un numero sempre maggiore di imprese e, soprattutto, coinvolgendo di più, rispetto al passato, la piccola e media impresa.

Fra le numerose motivazioni che spingono le imprese all’investimento all’estero sembrano finora aver prevalso quelle volte a ottimizzare l’organizzazione produttivo-logistico-commerciale e a perseguire un’effettiva strategia di sviluppo, per sfruttare vantaggi competitivi specifici sui mercati esteri, per poter crescere su mercati maturi attraverso l’acquisizione di imprese esistenti e delle loro corrispondenti quote di mercato, per inserirsi su nuovi mercati in cui sussistono barriere all’esportazione, oppure anche per seguire il proprio cliente (una dinamica di rafforzamento che ha caratterizzato la vicenda di molti componentisti auto) o per acquisire particolari competenze tecnologiche e mantenere osservatori i mercati strategici.

Appare quindi rilevante il ruolo che, in un’ottica di sviluppo della società della conoscenza, svolge la proiezione internazionale del sistema piemontese dell’istruzione e della formazione, che nel contesto universitario regionale vanta iniziative di crescente dinamismo, ma che richiede al tempo stesso una più incisiva proiezione internazionale in un’ottica di sistema integrato con l’economia e la società regionali.

Alla luce del nuovo quadro che si sta delineando e che vede un miglioramento delle performance dei settori cosiddetti maturi le priorità di intervento, anche al fine di concludere azioni pluriennali a supporto di quelli maggiormente in crisi, vengono individuate in:

* high tech;

* filiera dell’automotive;

* creative industries “made in Piemonte”;

* accesso alla grande distribuzione estera;

* distretti.

Gli obiettivi generali cui fare riferimento sono:

* prestare particolare attenzione alle regioni estere con cui la Regione ha sottoscritto, o intende farlo, protocolli di collaborazione;

* favorire l’accesso del Piemonte a fonti di finanziamento sovranazionali e la partecipazione a Programmi dell’Unione Europea;

* favorire la partecipazione ad eventi interregionali proposti a livello nazionale e internazionale per dare maggiore visibilità al sistema Italia, di cui il Piemonte è elemento costitutivo dell’eccellenza in diversi settori produttivi;

* realizzare interventi su base pluriennale.

Le aree di intervento prioritarie per l’export e per una ulteriore spinta al processo di internazionalizzazione, alla luce dei dati e dei riscontri operativi con il tessuto imprenditoriale, risultano:

* Paesi dell’Est Europa, ed in particolare quelli di nuovo ingresso nell’Unione Europea;

* Area MEDA;

* Russia;

* Cina, India e Sud Est Asiatico, con particolare riferimento a regioni con le quali si sono siglate intese, collaborazioni e protocolli;

* Giappone;

* Sud America, in particolare Argentina e Brasile;

Importanti restano, comunque, i mercati già consolidati, come quelli dell’Europa continentale.

I progetti dovranno promuovere i prodotti nel modo più integrato possibile (in collegamento con altre iniziative), allo scopo di rendere più efficace l’impatto sui mercati di riferimento.

Occorre anche coinvolgere il sistema consortile (consorzi export e agroalimentari e turistico/alberghieri) nelle azioni di sistema valorizzando le specifiche risorse pubbliche ad essi destinate.

Per quanto riguarda specificatamente il settore della promozione turistica si fa riferimento alle Schede Paese analisi mercato turistico, allegate alla presente D.G.R. (Allegato 1).

INTERNAZIONALIZZAZIONE IN ENTRATA

Il processo di internazionalizzazione non consiste soltanto nel predisporre politiche mirate all’irrobustimento della presenza imprenditoriale all’estero, ma anche nel facilitare l’insediamento di aziende e di capitali esteri sul territorio.

La capacità di attrarre investimenti stranieri mirati e di alto profilo è, infatti, un importante forte fattore di competitività di un sistema economico territoriale che mira ad un posizionamento internazionale.

La cosiddetta internazionalizzazione “in entrata” si concretizza in azioni diversificate tese a favorire l’incremento dei flussi finanziari esterni il cui impatto viene misurato tipicamente in base alla quantità di investimenti diretti esteri (Ide).

I flussi degli Ide sono tradizionalmente oscillanti sia per motivi intrinseci (in un contesto competitivo di livello planetario, i capitali di investimento si indirizzano infatti di volta in volta verso quei Paesi dove le condizioni sono più favorevoli), sia per motivi tecnici (quasi la totalità dell’investimento diretto - acquisizione di partecipazioni o “greenfield” - si concentra subito nel primo anno, mentre negli altri anni ci sono movimenti assolutamente residuali).

Nonostante il flusso degli Ide - negli ultimi anni - si mantenga positivo, la capacità del nostro Paese di attrarre capitali di investimento esteri rimane scarsa, per motivi che riguardano la struttura economica dell’Italia, la sua debolezza infrastrutturale, il suo scarso appeal fiscale, un settore della ricerca ancora troppo slegato dal mondo delle imprese e una “immagine Paese” poco incline alla produttività.

Nel 2005, l’Italia è riuscita ad intercettare solo il 2,1% degli Ide internazionali, e rimane sede di poco più del 2% dello stock di Investimenti diretti esteri complessivamente impiegati a livello mondiale negli ultimi decenni.

Se si considera la media quadriennale 2002-2005, Lombardia, Piemonte e Lazio concentrano insieme un flusso di Ide esteri netti medi pari a poco meno del 60% del totale nazionale.

Fra le regioni italiane, il Piemonte si colloca al secondo posto per flusso di Ide in entrata - dopo la Lombardia e prima del Lazio - e, guardando al quadriennio 2002-2005, detiene circa il 16% del totale nazionale, con un fortissimo aumento rispetto alla media degli anni precedenti.

Oltre il 95% degli Ide in entrata in Piemonte proviene dai Paesi dell’Ue 15: in particolare, da Paesi Bassi e Francia (ma solo nel 2005) e, in misura minore, dal Lussemburgo, Paese pivot nello scambio di capitali internazionali. Per la Germania è interessante notare che i disinvestimenti in Piemonte hanno superato gli investimenti per circa 362 milioni di euro, annullando in pratica il dato positivo di due anni prima.

I maggiori flussi extraeuropei di Ide nella regione provengono da Svizzera e Giappone, mentre i capitali americani non sembrano aver privilegiato il territorio piemontese, almeno negli ultimi quattro anni.

Riguardo ai comparti produttivi, nel 2005 si è arrestato il forte flusso di Ide nel settore automotive, comparto nel quale il Piemonte esprime una competitività e un know-how con pochi eguali a livello internazionale.

Nonostante la battuta d’arresto, la media pluriennale rimane alta (964 milioni di euro). Con un valore medio quadriennale (2002-2005) pari a 725 milioni di euro di Ide in entrata, si conferma l’importanza dei servizi finanziari, settore nel quale gli Investimenti diretti esteri sono soggetti a forti oscillazioni da un anno all’altro.

All’interno della regione, la provincia di Torino sembra il principale, se non l’unico, catalizzatore degli investimenti esteri.

Le strategie regionali - alla luce di queste considerazioni - dovranno essere integrate, di sistema, e mirare al consolidamento dei mercati tradizionali nonché al miglioramento dei flussi da parte di paesi le cui economie stanno vivendo una fase di forte sviluppo.

E’ necessario, inoltre, creare i presupposti per una maggiore omogeneità nella distribuzione degli Ide sul territorio regionale.

Lo strumento idoneo per realizzare le suddette strategie è quello dei “contratti di insediamento”, consistenti in finanziamenti mirati ad una facilitazione “complessiva” (tecnica, logistica e procedurale) e rivolti ad imprese esterne interessate ad insediarsi in Piemonte.

L’obiettivo principale dei contratti di insediamento consiste nel favorire lo sviluppo di investimenti tesi a garantire, nel medio e lungo periodo, incremento della competitività, sviluppo ed innovazione del sistema economico-produttivo regionale.

Obiettivi secondari sono la creazione di sinergie con il tessuto locale, produttivo, dei servizi, della formazione professionale e specialistica, della ricerca, la crescita di opportunità per le risorse umane in termini di occupazione e di accrescimento delle conoscenze, la collaborazione nello sviluppare esternalità positive sul territorio, il pieno e qualificato utilizzo delle infrastrutture realizzate quali Parchi tecnologici, Poli di innovazione e simili.

Fonti: Ministero Commercio Internazionale, Unioncamere Piemonte, Ires Piemonte.

Allegato