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Bollettino Ufficiale n. 22 del 31 / 05 / 2007

Codice 25.3
D.D. 19 marzo 2007, n. 442

L.R. 40/1998, art. 10 - Fase di verifica della procedura di VIA inerente il progetto “Canale Scolmatore Ovest” presentato dal Comune di Settimo Torinese - Esclusione del progetto dalla Fase di valutazione di cui all’art. 12 della L.R. 40/1998.

(omissis)

IL DIRIGENTE

(omissis)

determina

di non sottoporre il progetto “Canale scolmatore ovest”, presentato dal Comune di Settimo Torinese, alla fase di valutazione di cui all’articolo 12 della L.R. 40/1998, per le ragioni dettagliatamente espresse in premessa, subordinatamente al rispetto delle seguenti condizioni vincolanti ai fini della realizzazione dell’intervento:

1. dovranno essere recepite tutte le indicazioni e le prescrizioni, relative alle successive fasi progettuali, di cantiere e di esercizio dell’opera, contenute nel verbale della Conferenza di Servizi, allegato al presente atto per farne parte integrante, nonché nei contributi tecnici precedentemente citati e di seguito riportati:

- nota della Direzione regionale Territorio Rurale (prot. n. 2096/13.1 del 15/03/2007):

“.............. siano realizzate le misure di recupero e di mitigazione ambientale di cui al capitolo 5 della relazione ambientale allegata al progetto preliminare e siano recepite le seguenti prescrizioni progettuali e gestionali:

* Poiché gli interventi in progetto interessano il reticolo irriguo e alcuni corsi d’acqua minori, dovranno essere adottati tutti i provvedimenti necessari per limitare l’intorbidamento delle acque e soprattutto per evitare sversamenti accidentali di materiali, in modo da eliminare tutte le possibilità d’inquinamento delle acque. A tal fine dovrà essere predisposto un piano di intervento rapido per il contenimento e l’assorbimento di eventuali sversamenti accidentali che interessino le acque e/o il suolo.

* Nelle fasi di predisposizione del progetto definitivo ed esecutivo, il proponente dovrà verificare con il consorzio irriguo Sturetta - Bealera Nuova - Freidano operante nell’area di intervento le soluzioni individuate per risolvere le interferenze con il reticolo irriguo esistente e il cronoprogramma relativo alla realizzazione delle opere, in modo da assicurare la funzionalità della rete irrigua e da permettere l’effettuazione delle operazioni di manutenzione della rete stessa in maniera agevole e in sicurezza.

* Poiché l’intervento in progetto interferisce con le aree agricole esistenti, durante la fase di cantiere dovrà essere sempre consentito l’accesso ai fondi.

* Il terreno agrario derivante dalle operazioni di scotico dovrà essere adeguatamente accantonato, avendo cura di separare i diversi orizzonti pedologici, e conservato in modo da non alterarne le caratteristiche chimico-fisiche. Per quanto riguarda lo stoccaggio, i cumuli dovranno avere forma trapezoidale e non dovranno superare i 2 metri di altezza e i 3 metri di larghezza di base, in modo da non danneggiare la struttura e la fertilità del suolo accantonato. I cumuli dovranno essere protetti dall’insediamento di vegetazione infestante e dall’erosione idrica superficiale, procedendo subito al rinverdimento degli stessi con la semina di un miscuglio di specie foraggiere con presenza di graminacee e leguminose. Il terreno di scotico dovrà quindi essere utilizzato nelle operazioni di ripristino ambientale delle aree interessate dagli interventi. Gli strati terrosi prelevati in fase di cantiere dovranno essere ricollocati secondo la loro successione originaria. Tutte le operazioni di movimentazione dovranno essere eseguite con mezzi e modalità tali da evitare eccessivi compattamenti del terreno. I volumi di terreno agrario eventualmente non utilizzati per gli interventi di recupero ambientale nell’ambito del progetto in questione dovranno comunque essere impiegati per il recupero di superfici degradate presenti nell’area vasta.

* Il taglio di vegetazione arborea dovrà essere limitato al minimo indispensabile. Dovrà inoltre essere posta particolare cura nella gestione della fase di cantiere al fine di evitare danneggiamenti agli alberi esistenti.

* Poiché la documentazione presentata spontaneamente dal proponente (nota n. 14531 del 7 marzo 2007) prevede la stesura di soli 10 cm di terreno agrario sul fondo del bacino di laminazione, senza fare cenno alcuno alla sistemazione superficiale dell’area, e poiché il ridotto spessore di terreno agrario non consente di attuare gli interventi di ripristino volti al riutilizzo agricolo dell’area previsti inizialmente nel progetto preliminare presentato, la superficie della vasca di laminazione non dovrà essere interessata da coltivazioni, ma dovrà essere inerbita in modo da ottenere un prato stabile polifita, la cui manutenzione preveda l’esecuzione periodica degli sfalci ed escluda l’uso di fertilizzanti, diserbanti e fitofarmaci, al fine di preservare la qualità del sistema idrico. Si raccomanda al proponente del progetto di porre particolare attenzione agli aspetti relativi alla gestione della vasca di laminazione, in modo da evitare fenomeni di abbandono e di degrado dell’area che limiterebbero la funzionalità stessa della vasca.

* Nel caso in cui nel corso della progettazione definitiva ed esecutiva o durante la realizzazione dei lavori emergessero elementi che facciano prevedere la permanenza di acqua nel bacino di laminazione dovrà essere predisposta apposita variante al progetto relativamente alla sistemazione superficiale del bacino orientata alla creazione di un’area ad elevata naturalità con utilizzo di specie vegetali igrofile e relativo piano di manutenzione. Tale variante dovrà essere sottoposta al Nucleo centrale dell’Organo Tecnico regionale per le valutazioni di merito.

* I progetti definitivo ed esecutivo dovranno sviluppare la progettazione degli interventi di ripristino e di mitigazione ambientale delle superfici interessate dalla realizzazione dei lavori in progetto e il computo metrico dovrà comprendere le relative voci di spesa. Le opere a verde dovranno essere eseguite nelle stagioni idonee (primavera ed autunno), utilizzando specie erbacee, arbustive ed arboree autoctone adatte alle condizioni stazionali e funzionali alla creazione di luoghi di rifugio e di alimentazione idonei per l’avifauna. Al fine di garantire l’attecchimento del materiale vegetale utilizzato, il proponente dovrà prevedere un periodo di manutenzione di tali opere, da svolgersi almeno nel triennio successivo alla realizzazione delle stesse, che preveda la risemina delle superfici ove si sia verificato un mancato o un ridotto sviluppo della copertura erbacea e la sostituzione delle fallanze nell’ambito delle formazioni arboree ed arbustive ricostituite.

* Al termine dei lavori i cantieri dovranno essere tempestivamente smantellati e dovrà essere effettuato lo sgombero e lo smaltimento dei materiali utilizzati per la realizzazione dell’opera, evitando la creazione di accumuli permanenti in loco. Per quanto riguarda le aree di cantiere, quelle di deponia temporanea, quelle utilizzate per lo stoccaggio dei materiali, le eventuali piste di servizio realizzate per l’esecuzione dei lavori, nonché ogni altra area che risultasse degradata a seguito dell’esecuzione dei lavori in progetto, dovrà essere effettuato quanto prima il recupero e il ripristino morfologico e vegetativo dei siti".

- nota della Direzione regionale Pianificazione delle risorse idriche (prot. n. 2091/24.2 del 14/03/2007):

“............... dovranno essere poste in atto adeguate misure di salvaguardia degli insediamenti esistenti e dei diritti acquisti.

Durante la fase di cantiere dovranno inoltre essere utilizzati metodi di lavoro che non costituiscano fonte di contaminazione delle acque.

In presenza di risultanze che indichino la necessità di attuare misure di tutela delle risorse idriche questa Direzione si riserva di presentare ulteriori prescrizioni".

- nota della Direzione regionale Industria (prot. n. 2091/24.2 del 14/03/2007):

“................il progetto esecutivo preveda l’individuazione dei siti di discarica per il materiale che non può essere reimpiegato nella costruzione dell’opera”.

- nota della Provincia di Torino, Servizio valutazione impatto ambientale e attività estrattiva, prot. n. 303373/LC4/MP del 12/03/2007:

“................ l’intervento dovrà nella successiva fase progettuale attivare idonei momenti di confronto con le Società interessate e gli Enti competenti (comune, provincia e regione) per coordinate e definire le opere/interventi che interagiscono con l’intervento in esame (strade regionali, provinciali, tracciato dell’alta capacità, realizzazione di centri commerciali ecc...), al fine di definire nel corso della progettazione i dettagli tecnici e quant’altro si rendesse necessario per una corretta esecuzione dei lavori.

............. relativamente agli aspetti programmatici

* a livello generale si sottolinea la criticità derivante dalla previsione della realizzazione di un collettore principalmente interrato, rispetto alla tipologia a cielo aperto prevista dal PRUSST, tenuto conto che quest’ultima tipologia consente maggiore opportunità di qualificazione ambientale e conservazione di habitat semi naturali. Si ritiene pertanto che tale scelta debba essere adeguatamente supportata da motivazioni relativa alle valutazioni tecniche che hanno condotto a tali scelte e che a livello di progetto definitivo la tipologia a cielo aperto venga privilegiata là dove è possibile.

* Si informa che nell’ambito dei lavori dell’Osservatorio Ambientale di adeguamento e ammodernamento dell’autostrada To-MI, sono state concordate delle varianti agli interventi di compensazione in alternativa a quelli approvati in sede di Conferenza dei Servizi sul progetto definitivo di adeguamento e ammodernamento dell’autostrada, valutati non più attuabili per sopravvenuta indisponibilità delle aree. L’Osservatorio Ambientale ha approvato un elenco di interventi ritenuti attuabili e di interesse ambientale, specificandone la priorità e la valutazione economica. In alcuni casi, come nello specifico di cui oltre, la compensazione assume la forma di contributo vincolato da parte di SATAP S.p.A. a soggetti realizzatori di opere di valenza ambientale ed in diretta relazione con il territorio interessato dal sedime autostradale.

In particolare la realizzazione del bacino di laminazione presente nel progetto in esame, è un intervento inserito nell’elenco delle proposte di compensazioni con priorità alta, per l’interesse sovra-comunali dell’opera di salvaguardia idrogeologica del territorio e l’indubbia relazione con l’interferenza territoriale della autostrada.

Allo stato attuale, da un punto di vista amministrativo, l’elenco approvato dall’Osservatorio è stato posto da SATAP S.p.A. all’attenzione di ANAS (che risulta l’amministrazione concedente per la A4) per la sua approvazione ed inserimento nel quadro economico dei lavori in fase di realizzazione. L’approvazione delle compensazioni genererà quindi l’obbligo da parte di SATAP S.p.A. di erogare il contributo economico vincolato stabilito ed approvato.

Si invita pertanto il proponente, in una fase progettuale successiva ed opportuna a volere contattare la segreteria Generale dell’Osservatorio Ambientale A4 c/o Regione Piemonte, Direzione Trasporti, per il necessario raccordo degli aspetti tecnico-finanziari relativi all’utilizzo del contributo di SATAP S.p.A. quando approvato e disponibile.

Relativamente agli aspetti progettuali

* valutare, tecnicamente ed economicamente con tutti gli Enti e le Società interessate, tutte le interferenze del tracciato con eventuali servizi per i quali sarà necessario procedere con spostamenti e/o adeguamenti. Le variazioni dei tracciati, per renderli compatibili con l’opera, sono subordinate all’ottenimento delle autorizzazioni di Legge Regionali e Ministeriali e all’acquisizione delle necessarie servitù.

Viabilità

In merito all’attraversamento della S.P. n.3 - Strada Cebrosa - al km 1+125 mediante scavo in trincea

Si ribadisce l’importanza di quanto evidenziato al paragrafo 2.3.5 della “Relazione di sintesi”, circa la condizione di evitare qualsiasi preclusione al traffico della S.P. n.3, al km 1+125 legata alla realizzazione dell’attraversamento, contestualizzando l’intervento con la cantierizzazione del progetto del sovrappasso sull’Autostrada Torino - Milano da parte della S.A.T.A.P. S.p.A.

In particolare il ripristino dovrà essere condotto secondo le seguenti specifiche tecniche:

a. Taglio della pavimentazione stradale con fresa a disco rotante o klipper.

b. Vista la profondità del piano di posa della condotta, lo scavo sulla sede stradale dovrà essere eseguito tramite la posa in opera di idonee sbadacchiature verticali di protezione al fine di ridurre la larghezza di scasso della sede stradale.

c. In fase di ripristino, la stratigrafia della sovrastruttura stradale bitumata deve essere adeguata negli spessori a quella esistente e comunque secondo la seguente stratigrafia:

* tappeto d’usura cm 4, previa sua estensione ad almeno mt 5.00 per parte oltre allo scavo, con fresatura e incassatura a livello e saldatura al manto esistente mediante colatura a caldo di legante bituminoso;

* binder cm 6;

* tout-venant bitumato cm 20;

* il sottofondo stradale, (previsto in progetto in misto naturale di cava di cm 30) deve essere sostituito con misto cementato debitamente costipato e vibrato, con posa di rete metallica elettrosaldata; il materiale deve essere steso in strati di spessore finito non superiore a cm 20 e non inferiore a cm 10 e deve presentarsi, dopo il costipamento, uniformemente miscelato in modo da non presentare segregazione dei suoi componenti; in ogni caso deve essere garantito un valore del modulo di deformazione (CNR- 146 - 1992), al primo ciclo di carico e nell’intervallo compreso tra 0,15-0,25 MPa, in un tempo compreso fra 3-12 h dalla compattazione, superiore o uguale a 150 MPa.

* il cassonetto residuo, dovrà essere totalmente riempito con materiale anidro di cava steso in strati di spessore finito non superiore a 20 cm e non inferiore a 10 cm e dovrà presentarsi, dopo il costipamento, uniformemente miscelato in modo da non presentare segregazione dei suoi componenti; nei tratti di riempimento in corrispondenza della sede stradale prima della stesa del manto bituminoso dovrà essere garantito un compattamento del materiale di sottofondo con un modulo di deformazione superiore od uguale a 80 MPa da verificarsi con prove di piastra, in corso d’opera, da richiedere al Servizio Programmazione Viabilità della Provincia di Torino.

La qualità dei materiali e delle miscele impiegate, nonché la loro posa in opera, devono comunque rispettare i requisiti indicati nelle norme tecniche di capitolato in uso dalla Provincia di Torino sia per la costruzione di opere stradali che per lavori di pavimentazione stradale.

In merito all’attraversamento della S.R. n.11 al km 10+500 circa mediante varo a spinta di monolite in c.a.

Particolare attenzione dovrà essere posta nella conduzione delle operazioni di scavo delle scarpate laterali della S.R. n.11, provvedendo al loro contestuale consolidamento, al fine di prevenire fenomeni di smottamento che potrebbero compromettere la funzionalità della suddetta arteria viaria, a lavori ultimati.

L’eventuale ripristino del sistema di raccolta e smaltimento delle acque piovane di superficie non deve compromettere il regolare funzionamento dei sistemi di smaltimento delle acque meteoriche esistenti e pertinenziali alle SS.PP. interessate dall’intervento, evitando in particolare, interferenze idrauliche con la nuova opera.

In merito all’attraversamento della S.P. n.93 - Via San Mauro - al km 1+650 mediante scavo in trincea.

Nelle more della sottoscrizione da parte del Comune di Settimo Torinese del verbale di consegna della S.P n.93 dal km 0+960 al km 1+620, il ripristino deve tenere conto delle indicazioni già formulate per l’attraversamento in trincea sulla S.P. n.3 al km 1+125 di cui al primo paragrafo.

In linea generale

Eventuali interruzioni o spostamenti dei sottoservizi localizzati nel sottosuolo del tratto della S.P. interessata dall’intervento dovranno essere preventivamente concordati con le rispettive Società concessionarie o Enti gestori, così come saranno a carico dell’Ente appaltante il ripristino dei manufatti privati e delle opere accessorie pertinenti alle SS.PP. eventualmente danneggiati durante l’esecuzione dei lavori, lasciando indenne la Provincia di Torino da ogni responsabilità per danni derivanti dall’esecuzione dei lavori

Al fine di evitare interferenze tra le aree di cantiere e la normale circolazione stradale sulle SS.PP. interessate dai suddetti interventi, dovrà essere richiesto al competente Servizio Esercizio Viabilità, distintamente per ciascun cantiere, specifico provvedimento volto a disciplinare il transito veicolare sulla viabilità provinciale nel tratto stradale interessato. Per quanto concerne l’allestimento del cantiere stradale si richiamano le disposizioni di cui al Decreto Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti 10/07/2002 “Disciplinare tecnico relativo agli schemi segnaletici, differenziati per categoria di strada, da adottare per il segnalamento temporaneo”.

relativamente alle flora, fauna ed ecosistemi

* da un punto di vista naturalistico/ecosistemico l’interferenza delle opere in progetto si concentra prevalentemente in due punti coincidenti con la zona di localizzazione del bacino di laminazione, e con il tratto terminale del canale scaricatore del Freidano interno alla fascia del Parco del Po, in entrambi i casi si chiede che vengano valutate soluzioni tipologiche di Ingegneria Naturalistica.

* vista la localizzazione di parte dell’intervento all’interno di un’area sensibile (Parco Fluviale del Po) si richiede, nella realizzazione dell’intervento, di porre particolare attenzione alla salvaguardia della qualità dell’ambiente e dovranno essere adottati metodi di realizzazione tali da non compromettere in modo irreversibile le funzioni biologiche dell’ecosistema locale e da minimizzare gli impatti sulle comunità vegetali ed animali presenti, rispettando i valori paesaggistici dell’ambiente fluviale: particolare attenzione dovrà essere posta alla verifica delle eventuali interferenze (in fase di cantiere) con l’ittiofauna e con la vegetazione riparia;

relativamente alle risorse idriche sotterranee

* si ritiene necessario che, vista l’alta soggiacenza della falda e la vicinanza del Fiume PO, venga valutata con maggiore precisione sia la soggiacenza minima che l’oscillazione della falda nel tempo estendendo il monitoraggio;

* valutare le problematiche relative ai rapporti tra la profondità della vasca di laminazione in progetto e la soggiacenza della falda, attraverso un’indagine idrogeologica;

* dovranno essere indicate tutte le possibili precauzioni e gli accorgimenti tecnici (tenendo anche conto della vulnerabilità delle falde acquifere) da adottare sia durante la fase di cantiere che di esercizio, volti a limitare gli eventuali rischi di contaminazione della falda sotterranea;

relativamente alla tutela delle risorse idriche superficiali

* verificare l’interferenza dello scolmatore in progetto con le zone di rispetto di eventuali pozzi ad uso potabile o industriale,

* il progetto definitivo dovrà disporre le misure utili al mantenimento della funzionalità dell’esistente reticolo irriguo in termini sia qualitativi che quantitativi delle attuali disponibilità idriche: in particolare gli eventuali lavori di adeguamento del reticolo irriguo non dovranno pregiudicarne l’utilizzo nei mesi compresi tra aprile e ottobre. Per assicurare gli approvvigionamenti irrigui e il ripristino delle infrastrutture di adduzione, si ritiene necessario siano consultati i consorzi gestori delle reti;

* la prevista interazione del progetto con la Balera Nuova e i canali presenti nell’area in esame, deve avvenire garantendo il ripristino della funzionalità idraulica evitando, durante la fase di cantiere, il rilascio di sostanze pericolose e/o il rilascio di getti di malta cementizia nelle acque eventualmente presenti.

* relativamente ai tratti dello scolmatore a cielo aperto, dovranno essere preferite modalità realizzative afferenti alle tecniche di Ingegneria Naturalistica (es. canalette in terra inerbite e rinaturalizzate),

relativamente alla tutela della componente suolo

* si rileva che il collettore, presentando uno sviluppo lineare rilevante, possa comportare impatti significativi nella fase di cantiere sulla componente suolo e sul sistema agricolo locale, aspetti questi cui il progetto definitivo/esecutivo dovrà dare adeguato approfondimento e riscontro;

* si raccomanda che, nella predisposizione del progetto definitivo e nella fase realizzativa, sia assicurata o programmata l’accessibilità ai fondi. Il calendario dei lavori, inoltre, dovrebbe essere comunicato ai conduttori dei terreni con largo anticipo, per consentire loro di programmare le colture e le attività di campo;

relativamente alle opere di cantierizzazione

* dovranno essere individuate e localizzate cartograficamente le aree di cantiere, le eventuali piste necessarie e le aree di stoccaggio materiale previste per i lavori di movimento terra relativi ai vari interventi in progetto. In particolare non sono stati quantificati e debitamente valutati tutti i cantieri definiti temporanei o mobili collegati alla realizzazione dello scolmatore e l’effettiva necessità per la logistica di cantiere; non sono definite le aree atte ad ospitare officine e depositi di tubazioni, manufatti e attrezzature

* La predisposizione della fase cantiere deve essere effettuata con un’accurata revisione di tutte le aree disponibili cercando di ottimizzare gli spazi disponibili e le occupazioni permanenti sulla base di reali esigenze lavorative, gestionali e di sicurezza, valutando, la presenza di recettori sensibili in un contorno significativo ad esse.

* per tutte le aree interessate dalle operazioni di cantiere e di stoccaggio temporaneo degli inerti dovrà essere effettuato il rimodellamento morfologico;

* il progetto definitivo dovrà approfondire le previsioni di approvvigionamento di materiali inerti provvedendo a elaborare un’analisi dei volumi di scavi e riporti con i necessari approfondimenti circa il reperimento dei materiali, le modalità di esecuzione e gli impatti creati dal loro posizionamento in opera: tali dati dovranno pertanto chiarire i quantitativi riutilizzati nei cantieri, quelli acquistati, i conferimenti in impianti di trattamento ed in discarica;

* considerato che le operazioni di scavo determinano la necessità di gestire, sia in modo transitorio sia in modo definitivo un quantitativo ritenuto rilevante di inerti, provenienti dalle attività di scavo delle sezioni utili ad ospitare i collettori dello scolmatore, occorre valutare la possibilità di riutilizzo delle terre e rocce da scavo, ad esclusione dei rifiuti speciali provenienti dalla demolizione di manufatti in cemento armato, costruzioni e demolizioni di strutture stradali, direttamente presso i siti di cantiere e/o altri siti ove sia previsto un recupero ambientale o un rimodellamento morfologico.

* Gli inerti classificati come rifiuti devono essere smaltiti seguendo le procedure previste dal D.Lgs. 152/06 . Nel caso sia previsto il riutilizzo delle terre e rocce da scavo si ricorda che le stesse vengono escluse dall’applicazione della normativa rifiuti solo se sono destinate ad effettivo utilizzo, non necessariamente nel sito dove vengono prodotte, ma “secondo le modalità previste in un progetto sottoposto e approvato dall’autorità amministrativa competente previo parere dell’ARPA”, sempreche’ la composizione media dell’intera massa non presenti una concentrazione di inquinanti superiore ai limiti massimi previsti dalle norme vigenti.

relativamente alla qualità dell’aria

* Gli impatti sulla componente atmosfera, che possono derivare dalla fase di cantiere, sono sostanzialmente riconducibili all’emissione di polveri durante i movimenti terra per la posa dei collettori a sezione circolare e di manufatti scatolari e all’emissione di inquinanti aereodispersi provenienti dai mezzi d’opera.

Considerato che buona parte degli interventi si colloca in un territorio fortemente urbanizzato occorre predisporre tutti gli accorgimenti atti a contenere il rilascio di polveri. Particolare cura deve essere rivolta nella preparazione delle superfici dei piazzali di stoccaggio in modo da evitare che con la movimentazione dei materiali con automezzi si determini il trasferimento di terra e fango lungo il percorso viario alle aree di utilizzo (posta in pieno centro cittadino) creando o incrementando la possibilità di rilascio di polveri trascinate dal flusso veicolare e disperse in atmosfera.

relativamente al rumore

* La documentazione presentata dal proponente non contiene indicazioni precise circa l’entità delle emissioni sonore derivanti dalla realizzazione dello scolmatore in progetto.

Pertanto, al fine di poter escludere preventivamente eventuali incompatibilità ambientali, il progetto definitivo dovrà prevedere, per le singole fasi di cantiere necessarie all’interramento delle condotte, una valutazione d’impatto acustico così come previsto dall’art. 10 della Legge Regionale 20/10/2000, n. 52.

La suddetta valutazione dovrà recepire pienamente quanto richiesto dalla D.G.R. 2 febbraio 2004, n. 9-11616 recante i “Criteri per la redazione della documentazione di impatto acustico” di cui all’art. 3, comma 3, lett. c) e art.10 della L.R. 25 ottobre 2000 n. 52, non tralasciando nessuno degli elementi indicati al paragrafo 4 (tra cui, a titolo esemplificativo e non esaustivo, la descrizione dei ricettori presenti nell’area di studio, la descrizione delle sorgenti rumorose connesse all’attività e loro ubicazione, nonché indicazione dei dati di targa relativi alla potenza acustica delle differenti sorgenti sonore, il calcolo previsionale dei livelli sonori generati dall’attività nei confronti dei ricettori e dell’ambiente esterno circostante, nonché l’indicazione del provvedimento regionale con cui il tecnico che ha predisposto la documentazione di impatto acustico è stato riconosciuto “competente in acustica ambientale”), condizione ammessa esclusivamente a patto che sia puntualmente giustificata l’inutilità di ciascuna informazione omessa, con esplicito riferimento alla numerazione del paragrafo cui si riferisce.

Mitigazioni

* il progetto interferisce con ambiti di interesse naturalistico: la vicinanza con l’ambiente ripario del fiume Po, la presenza di boschi misti di latifoglie, l’interferenza con corridoi ecologici. Si richiede pertanto, di dettagliare nelle successive fasi di progettazione gli interventi di mitigazione con adeguati elaborati tecnici (planimetrie, sezioni, particolari costruttivi) ad adeguata scala e dettaglio di approfondimento".

- nota di Terna S.p.A. - Rete elettrica nazionale - Area operativa trasmissione di Torino, rif. n. 295 in data 07/02/2007;

“................risulta però, in fase avanzata di progettazione, la realizzazione di un elettrodotto in cavo interrato a 220 kV, che interessa l’area su cui insisterà il Vs. manufatto: lo studio di fattibilità della suddetta linea è seguito dall’Ufficio Progettazione di Terna che potrete contattare al seguente indirizzo:

Terna S.p.A. UPRI - Corso Regiona Margherita, 267 - 10143 Torino all’attenzione del Sig. Marco Boninsegna.

Vi ricordiamo comunque che la compatibilità degli elettrodotti con le opere di viabilità è regolata dalle norme tecniche di cui al D.M. 21/03/1988 e s.m. e i.

Vi informiamo inoltre che i nostri elettrodotti sono permanentemente in tensione e l’avvicinamento ad essi, sia pure tramite l’impiego di attrezzature, materiali e/o mezzi mobili, a distanze inferiori a quelle previste dalle vigenti disposizioni di legge (art. 11 del D.P.R. 164 del 07/01/1956), anche tenuto conto delle possibili oscillazioni dei conduttori, costituisce pericolo mortale per l’incolumità delle persone e può causare gravi disservizi alla rete elettrica".

- nota del Consorzio Irriguo Sturetta, Bealera Nuova, Freidano, in data 20/02/2007

“................qualora i lavori siano eseguiti nel periodo coincidente con l’esercizio irriguo (1 aprile - 30 settembre), dovrà essere assicurato l’apporto d’acqua nei canali”.:

- nota dell’ARPA Piemonte - Dipartimento Provinciale di Torino - Settore Attività istituzionali di produzione - Area metropolitana Torinese, prot. 37607/SC06 del 15/03/2007

“..............Per l’area in oggetto ricadente nell’area Parco Fluviale del Po non sono state considerate soluzioni alternative per le sistemazioni spondali, attraverso l’utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica, che permettano un intervento volto alla rinaturalizzazione e ricostituzione di un ambiente naturale, e all’inserimento paesaggistico dell’opera.

Per questo tratto si ritiene auspicabile, in sede di progettazione definitiva verificare se le sponde possano essere risistemate sfruttando tecniche di ingegneria naturalistica che permettano di limitare l’azione di erosione delle acque, di consolidare i terreni e al tempo stesso di favorire il recupero dei processi ecologici, evitando quindi il ricorso a scatolari in cemento.

Come ad esempio le opere di sostegno delle terre potranno essere realizzate con tipologie costituite da palificate in legname, con inserimento di talee o fascine o altre tecniche di ingegneria naturalistica (grate vive, gradonate orizzontali vive, terre rinforzate rinverdite).

A lavori di realizzazione del Canale Scolmatore dovranno seguire (anche nelle aree immediatamente limitrofe agli ambiti di stretta pertinenza del canale) interventi di miglioramento ambientale come ricostruzione di boschi, siepi e alberate, ed eventualmente dovranno essere vietate o regolamentate le zone destinate ad orti urbani.

Sarà necessario prevedere una manutenzione delle sponde del canale nei tratti a cielo aperto, continuativa nel tempo, per permettere una selezione degli alberi di origine autoctona di maggior pregio.

In merito alla scelta delle essenze arboreo-arbustive per le opere di recupero ambientale si invita il proponente a concordare con l’ente gestore dell’area parco, la tipologia e le modalità di impianto previste

L’intervento prevede la realizzazione di una parte di percorso ciclo - pedonale ma non è compiutamente descritto il piano della mobilità ciclopedonale complessivo previsto dai piani territoriali che insistono sulla zona (Tangenziale verde, Parco fluviale del Po,..).

Il tracciato del canale interseca opere di viabilità, per le quali sono previste ristrutturazioni; è necessario il coordinamento dei tempi di realizzazione degli interventi ( esempio svincolo autostrada Torino-Milano).

Nel caso in cui nelle fasi di progettazione definitiva ed esecutiva o durante la fase di realizzazione dei lavori del bacino di laminazione emergessero elementi che facciano prevedere la permanenza di acqua nel bacino di laminazione dovrà essere predisposta apposita variante al progetto relativamente alla sistemazione superficiale del bacino orientata alla creazione di un’area ad elevata naturalità con utilizzo di specie vegetali igrofile e relativo piano di manutenzione. Tale variante dovrà essere sottoposta al Nucleo Centrale dell’Organo Tecnico Regionale per le valutazioni di merito.

La superficie del bacino di laminazione non dovrà, comunque, essere utilizzata per colture agrarie e dovrà essere inerbita in modo da ottenere un prato stabile polifita la cui manutenzione preveda l’esecuzione periodica di sfalci e non siano utilizzati fertilizzanti, diserbanti, fitofarmaci al fine di preservare la qualità delle acque sotterranee.

E’ necessario eseguire un bilancio degli inerti, che permetta di verificare se vi siano eccedenze di materiale di scavo non riutilizzabile in loco; nel caso si dovrà prevedere la collocazione di tale materiale nel minor raggio di distanza possibile dal sito del progetto, evitando l’attraversamento di zone urbane, per poter ridurre gli impatti relativi al rumore, alla qualità dell’aria ed alla viabilità.

Deve essere definito un cronoprogramma ponendo attenzione al fatto che i lavori previsti nella zona che ricade nel Parco del Po e quelli relativi al bacino di laminazione non ricadano nel periodo di nidificazione dell’avifauna.

La presenza di tratti interrati e tratti a sezione aperta richiedano una manutenzione adeguata per evitare intasamenti che potrebbero originare rigurgiti durante i periodi di portata massima è necessario inoltre una verifica della possibilità di manutenzione nei tratti già esistenti, realizzati dalle Ferrovie.

Prescrizioni generali per l’attività di cantiere:

Tenuto conto degli impatti sulle singole componenti ambientali e dello stato di qualità ambientale relativo all’area di intervento, si ritiene che il progetto debba approfondire i seguenti argomenti.

Per quanto riguarda le interazioni con il corpo idrico superficiale considerando che la realizzazione dei lavori in alveo rappresenta l’evento di maggior criticità per il corpo idrico; il progetto deve prevede un piano per ridurre le interferenze dirette con l’alveo e minimizzare l’aumento di torbidità indotto dalle lavorazioni. Al fine di non interferire con il libero deflusso delle acque che scorrono nei corsi d’acqua interferenti con i lavori, l’Impresa dovrà garantire la funzionalità di tutti i corsi d’acqua interessati dai lavori.

Dovrà inoltre garantire la funzionalità degli argini esistenti, anche in situazioni transitorie, sia per quanto riguarda le caratteristiche di impermeabilità che per quanto attiene alla quota di sommità arginale che dovrà rimanere sempre la medesima.

L’Impresa dovrà altresì osservare le seguenti prescrizioni:

- si dovrà evitare qualsiasi danno di qualunque natura che possa compromettere il buon regime dei canali esistenti;

- nel corso dei lavori si dovranno attuare tutte le precauzioni necessarie affinché l’interferenza con la dinamica idraulica dei canali non determini aggravi di rischio idraulico e pericoli per l’incolumità delle persone e danni ai beni pubblici e privati; l’alveo non dovrà essere occupato da materiali, né eterogenei, né di cantiere;

- Per quanto riguarda la polverosità prodotta dalla fase di cantiere dovranno essere attuate particolari cautele atte a minimizzare il rilascio delle polveri e organizzando le attività secondo criteri che tengano conto dei periodi di maggior presenza di recettori sensibili.

In caso di periodi particolarmente siccitosi, favorevoli al sollevamento delle polveri in atmosfera, durante le lavorazioni si dovrà provvedere alla bagnatura delle strade e dei percorsi di cantiere utilizzati dai mezzi operativi; tale operazione è effettuabile con apposite macchine attrezzate con apparecchiature irroratrici.

- copertura con teloni dei materiali trasportati con autocarri;

Occorre inoltre predisporre tutte le misure precauzionali e le manutenzioni dei mezzi d’opera atte a scongiurare il rischio di immissione di sostanze inquinanti (olii e idrocarburi, in particolare) ed un piano di intervento rapido per il contenimento e l’assorbimento di eventuali sversamenti accidentali.

Nel caso di interventi in prossimità di ricettori sensibili, o di insediamenti anche isolati posti nell’intorno dell’area di intervento, occorre effettuare una previsione dei livelli acustici indotti e verificare il rispetto dei limiti della zonizzazione acustica vigente, e valutare la necessità di acquisire un’autorizzazione in deroga per i cantieri.

- Dovrà essere garantita l’accessibilità ai fondi, la viabilità interpoderale e la continuità del reticolo irriguo.

Si ritiene necessario che al Dipartimento ARPA territorialmente competente venga comunicato l’inizio ed il termine dei lavori, onde permettere il controllo dell’attuazione delle prescrizioni ambientali nella fase realizzativa dell’opera ai sensi dell’art. 8 della L.R. 40/98.

Si richiede, inoltre, di concordare con il Dipartimento ARPA di Torino le modalità e le tempistiche di attuazione delle attività di monitoraggio e di consegna dei risultati delle attività suddette.

Infine, si ritiene opportuno che il Direttore dei lavori trasmetta, secondo le tempistiche concordate in fase di progettazione del monitoraggio, all’ARPA Piemonte - Dipartimento di Torino una dichiarazione, accompagnata da una relazione esplicativa, relativamente all’attuazione di tutte le misure prescritte, compensative, di mitigazione e di monitoraggio, incluse nella documentazione presentata, e integrate da quelle contenute nella Determina Dirigenziale, conclusiva del procedimento amministrativo relativo all’opera in oggetto."

2. il soggetto proponente prima dell’inizio dei lavori dovrà richiedere ed ottenere dagli Enti competenti le necessarie autorizzazioni per la realizzazione dell’opera;

3. nelle successive fasi di progettazione e/o di esecuzione dell’opera, qualora il proponente rilevasse mutamenti delle condizioni idrauliche, idrogeologiche e tecnico-ambientali originarie che hanno indirizzato alla redazione del progetto preliminare esaminato, con particolare riferimento a ciò che attiene le problematiche relative alla portata idrologica in ingresso al bacino di laminazione, alla soggiacenza della falda ed alla eventuale interferenza con la “gronda merci” della linea ferroviaria Alta Capacità, ove detti mutamenti abbiano un’implicazione di carattere ambientale, dovrà essere predisposta dal Comune di Settimo Torinese apposita variante da sottoporre al Nucleo Centrale dell’Organo tecnico regionale, per le eventuali valutazioni di merito.

Avverso la presente determinazione è ammesso ricorso giurisdizionale, da parte dei soggetti legittimati, avanti al Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte entro il termine di sessanta giorni dal ricevimento della presente oppure ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla data di ricevimento secondo quanto previsto dal D.P.R. 24.11.1971 n. 1199.

La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte secondo quanto stabilito dallo Statuto.

Il Dirigente responsabile
Andrea Tealdi