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Bollettino Ufficiale n. 07 del 15 / 02 / 2007

Codice 21.4
D.D. 29 dicembre 2006, n. 1150

L.R. 40/1998. Fase di verifica della procedura di VIA inerente il progetto “Opere di sistemazione pista Monte Moro - Alpe Bil”, presentato dal Comune di Macugnaga (VCO) e da localizzarsi nel medesimo Comune. Rinvio del progetto alla Fase di VIA di cui all’art. 12 della L.R. 40/1998 ed alla contestuale valutazione d’incidenza di cui al D.P.R. 357/1997

(omissis)

IL DIRIGENTE

(omissis)

determina

1. di considerare la premessa parte integrante della presente determinazione dirigenziale;

2. di concludere il procedimento relativo alla Fase di verifica della procedura di VIA, di cui all’art. 10 della L.R. 40/1998, inerente il progetto “Opere di sistemazione pista Monte Moro - Alpe Bil”, presentato dal Comune di Macugnaga (VCO) e da localizzarsi nel medesimo Comune, stabilendo di sottoporre il progetto alla Fase di valutazione e giudizio di compatibilità ambientale di cui all’art. 12 della L.R. 40/1998 ed alla contestuale valutazione d’incidenza di cui al D.P.R. 357/1997;

3. di prescrivere che il progetto definitivo e lo studio di impatto ambientale rispettino le condizioni, raccomandazioni e prescrizioni riportate nell’allegato “A”, che è parte integrante della presente determinazione.

Copia della presente determinazione verrà inviata al Proponente ed ai soggetti interessati di cui all’art. 9 della L.R. 40/1998 e depositata presso l’Ufficio di deposito progetti della Regione Piemonte - Direzione Regionale Tutela e Risanamento Ambientale, Programmazione e Gestione Rifiuti, Via Principe Amedeo n. 17 - Torino.

Contro il presente provvedimento è ammesso, da parte dei soggetti legittimati, proposizione di ricorso giurisdizionale avanti il Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte entro il termine di sessanta giorni dalla data d’avvenuta pubblicazione o della piena conoscenza del presente atto, secondo le modalità di cui alla Legge 6 dicembre 1971 n. 1034, ovvero ricorso straordinario al Capo dello Stato entro centoventi giorni dalla data di cui sopra, ai sensi del D.P.R. 24 novembre 1971 n. 1199.

La presente determinazione sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 61 dello Statuto e dell’art. 16 del D.P.G.R. n. 8/R/2002.

Il Dirigente responsabile
Franco Ferraresi

Allegato A

Elenco delle condizioni, raccomandazioni e prescrizioni vincolanti per la compatibilità ambientale del progetto “Opere di sistemazione pista Monte Moro - Alpe Bil”, presentato dal Comune di Macugnaga (VCO) e da localizzarsi nel medesimo Comune, sottoposto alla Fase di Verifica della procedura di VIA e rinviato alla Fase di Valutazione e giudizio di compatibilità ambientale di cui all’art. 12 della L.R. 40/1998 ed alla contestuale valutazione d’incidenza di cui al D.P.R. 357/1997.

A) CANTIERISTICA

1) Il trasporto in quota di tutto il materiale e dei mezzi meccanici per l’alimentazione ed il funzionamento del cantiere dovrà avvenire prioritariamente mediante elicottero, stante l’inaccessibilità del sito e l’assenza di piste trattorabili di dimensioni idonee al passaggio dei mezzi. Poiché l’elicottero genera un forte impatto su alcune componenti ambientali (atmosfera, fauna e clima acustico), si richiede una stima puntuale del numero di rotazioni e del tempo complessivo di utilizzo, unitamente all’individuazione di periodi e fasce orarie di effettuazione dei voli, i quali dovranno essere pianificati in modo tale da arrecare il minor disturbo possibile.

2) L’abbattimento delle polveri in aria dovrà essere costantemente garantito mediante bagnatura periodica dei cumuli di terra, da realizzarsi con maggiore frequenza nei periodi secchi e ventosi.

3) Eventuali interventi di sbancamento e riporto che lascino aree di terreno nude dovranno essere realizzati progressivamente in piccole porzioni ed immediatamente recuperati in armonia con le caratteristiche dell’intorno, al fine di limitare il sollevamento di polveri.

4) Tutti i macchinari in servizio dovranno essere a norma CE e soggetti a manutenzione ordinaria regolare e straordinaria in caso di necessità.

5) Lo stoccaggio, la manipolazione ed il rifornimento di carburante e lubrificanti per i mezzi di cantiere potrà avvenire solo in condizioni di massima sicurezza per l’ambiente e gli operatori.

6) Il rischio di contaminazione di acque superficiali e sotterranee, suolo e sottosuolo dovrà essere controllato mediante l’utilizzo, in caso di evento accidentale, di panne assorbenti, le quali devono essere sempre disponibili per un intervento rapido e tempestivo.

7) Nel caso risulti necessario adeguare in alcuni punti la viabilità di accesso esistente di cui si prevede l’utilizzo in fase di cantiere, gli interventi relativi dovranno essere progettati ai fini della fase definitiva e comportare esclusivamente operazioni di sistemazione, consolidamento e risanamento conservativo, senza procedere ad allargamenti o alla bitumazione del manto stradale.

8) Gli inerti di scavo derivanti dalle operazioni di cantiere dovranno essere destinati prioritariamente al riutilizzo in loco o in cantieri di lavoro limitrofi alle aree interessate dal progetto in oggetto: dovrà quindi essere limitato alle sole fasi di cantiere l’uso di aree di deponia temporanea ed esclusi stoccaggi provvisori di tali materiali; nel caso di smaltimento degli stessi o di altri materiali di rifiuto direttamente in discariche autorizzate ai sensi della normativa vigente, queste dovranno essere già esplicitamente individuate in fase progettuale definitiva.

B) ASPETTI GEO-IDROGEOLOGICI E VALANGHIVI

9) Dovranno essere approfondite le indagini in relazione alla reale disponibilità in situ di materiale idoneo per operare gli interventi di riempimento previsti in alcuni settori critici della pista ove si intendono operare allargamenti della sezione, nonché le modalità della loro messa in opera e delle eventuali opere di stabilizzazione e consolidamento.

10) Gli interventi comportanti rimodellamenti sostanziali del profilo attuale del terreno dovranno essere corredati già nel progetto definitivo da adeguati dimensionamenti delle opere di consolidamento delle scarpate con tecniche di ingegneria naturalistica e l’esecuzione di apposite verifiche di stabilità, condotte secondo le norme definite dal D.M. 11/03/1988, specifiche sia delle opere singole che dell’insieme versante-opere.

11) Ai fini delle valutazioni di merito per il rilascio dell’autorizzazione ex L.R. 45/1989, il progetto definitivo dovrà essere corredato dagli elaborati previsti dalla D.G.R. n. 112-31886 del 3 ottobre 1989.

12) Ai fini delle valutazioni di merito per il rilascio dell’autorizzazione idraulica ex R.D. 523/1904, la progettazione definitiva dovrà essere completa della documentazione richiesta dalla competente Direzione regionale Opere Pubbliche (elaborati grafici riportanti l’esatta ubicazione degli attraversamenti, piante, prospetti e sezioni quotati degli attraversamenti, relazione idraulica, ecc.).

13) Dovrà essere predisposto un dettagliato Piano di Gestione del Rischio Valanghe, comprendente una completa e dettagliata cartografia di scala adeguata a rappresentare tutte le criticità dell’area e completa di tutte le aree soggette a problematiche valanghive interferenti con la pista in esame. Tale documento, realizzato anche nell’ottica di fornire un manuale operativo per il soggetto gestore del comprensorio e basato sul monitoraggio continuo delle condizioni nivometeorologiche dell’area, dovrà individuare delle idonee procedure per la chiusura preventiva della pista o delle porzioni di questa soggette a pericolo in condizioni critiche e dovrà definire dei criteri scientifici di riferimenti e le altre informazioni ritenute utili per determinare le condizioni necessitanti la chiusura e quelle per la successiva riapertura a fine emergenza.

C) ASPETTI AMBIENTALI

14) La riformulazione dell’intervento ai fini di una sua riproposizione, dovrà contemplare una riduzione e rivisitazione delle soluzioni prospettate miranti in particolare:

a) a una massima salvaguardia possibile della copertura arbustiva/erbacea, dove essa comincia ad affermarsi al di sotto dell’orizzonte a rocce e macereti, poiché a tali quote la successiva colonizzazione di terreni nudi da parte della vegetazione sarà molto lenta, anche in presenza di interventi di ingegneria naturalistica (semina, posa di georeti in fibra naturale, ecc.); nel caso in cui si renderà necessario rimuovere la cotica erbosa, essa dovrà essere opportunamente conservata e successivamente riposizionata in loco;

b) al massimo rispetto della morfologia locale riducendo il più possibile gli interventi di sbancamento e demolizione delle emergenze rocciose presenti, identificando quindi il tracciato della pista in maniera tale da limitare al massimo l’alterazione anche “paesaggistica” dei luoghi.

15) Il Proponente dovrà produrre una chiara progettazione onde rappresentare e collocare planimetricamente gli interventi di rinaturalizzazione e recupero ambientale previsti, con la preferenziale adozione di tecniche di ingegneria naturalistica, per la ricostruzione morfologica dei siti, per il consolidamento e la sistemazione superficiale dei terreni, nonché per il contenimento e la mitigazione dell’impatto ambientale e per il reinserimento paesaggistico dei luoghi alterati durante i lavori e delle infrastrutture edificate. A tal proposito dovranno essere prodotti elaborati completi (relazioni tecniche, planimetrie, sezioni, assonometrie, particolari costruttivi, ecc.), propri della progettazione definitiva, atti a descrivere le opere progettate, nonché le opportune valutazioni sul dimensionamento delle opere di drenaggio delle acque superficiali da prevedere negli interventi di recupero e sistemazione. Ai fini di una corretta valutazione quali-quantitativa delle medesime, esse devono trovare riscontro negli elaborati relativi all’analisi prezzi e nel computo metrico del progetto definitivo, nonché negli allegati relativi alla definizione dei piani di manutenzione delle opere previsti ai sensi delle vigenti normative di legge.

16) Considerata la situazione attuale e i movimenti terra prospettati, relativamente al complesso delle opere necessarie per il drenaggio e il consolidamento delle superfici già esistenti, nonché di quelle di neo formazione, nel ribadire che queste dovranno essere realizzate il più possibile con l’impiego di tecniche di ingegneria naturalistica, particolare cura dovrà essere impiegata nella progettazione delle opere di regimazione delle acque superficiali nelle zone di eventuale riporto di materiale, al fine d’impedire l’innesco di fenomeni erosivi concentrati. Il progetto dovrà individuare tecniche risolutive tenendo in debito conto le problematiche derivanti dalla nuova morfologia attribuita al sito con i lavori in oggetto: partendo dalle indicazioni del progetto preliminare, nella fase definitiva dovranno trovare maggiore dettaglio e trattazione le valutazioni sul dimensionamento e sulla concezione delle opere di drenaggio, il loro puntuale posizionamento e la zona di recapito delle acque, nonché dovrà essere verificata la stabilità ai sensi dei parametri di legge delle scarpate realizzate in riporto e scavo.

17) Al fine della progettazione definitiva si dovrà prevedere che tutte le attività di sistemazione e recupero ambientale, nonché drenaggio delle superfici, dovranno procedere per lotti funzionali parallelamente all’avanzamento del cantiere, secondo un cronoprogramma che tenga conto della stagionalità delle opere a verde e della necessità di riposizionare nel più breve tempo possibile il materiale di scotico (piote erbose, ecc.) precedentemente accantonato.

18) La scheda descrittiva della ZPS “Monte Rosa” attribuisce particolare importanza agli ambienti rocciosi e glaciali e definisce come ben rappresentati anche gli ambienti di landa, gli arbusteti di salice d’altitudine e la vegetazione dei ghiaioni silicei. Nella ZPS compaiono 13 tipi di habitat di interesse comunitario, tra cui uno prioritario (6230 - Formazioni erbose a Nardus, ricche di specie, su substrato siliceo delle zone montane e delle zone submontane dell’Europa continentale). Si richiede di rappresentare in cartografia tali ambienti, in un intorno significativo dell’area di intervento, stimando l’estensione delle superfici interessate dalle modifiche morfologiche, con particolare riferimento all’eventuale presenza di nardeti.

19) Sarà necessario individuare dei percorsi preferenziali per la movimentazione dei mezzi di cantiere, possibilmente lontani da aree vegetate, al fine di non comprometterne la sopravvivenza a causa del passaggio continuo.

20) Ove sia necessario rimuovere la cotica erbosa, si richiede la zollatura, la conservazione delle zolle radicate ed il successivo riposizionamento.

21) In caso di inerbimento delle superfici nude, deve essere utilizzata una miscela di sementi di essenze erbacee autoctone, meglio se provenienti dalla raccolta di erbe fiorite nelle vicinanze, da seminare e ricoprire di erba secca locale, per fornire la giusta quantità di sostanza organica, e mantenere in posto con fibra vegetale fissata al terreno.

22) Nella realizzazione delle opere di ingegneria naturalistica si dovrà cercare di utilizzare prioritariamente il legname proveniente dai tagli effettuati in cantiere.

23) Tutte le opere di ingegneria naturalistica dovranno essere effettuate con essenze arbustive ed arboree autoctone, da reperirsi preferibilmente in sito ove possibile.

24) L’abbattimento delle piante e la rimozione della vegetazione non dovranno essere effettuati nel periodo compreso tra maggio e luglio, periodo di nidificazione della maggior parte delle specie di avifauna. Nello stesso periodo le rotazioni dell’elicottero dovranno essere effettuate nelle ore centrali della giornata, quando il disturbo per la fauna è minimo.

25) La progettazione definitiva dovrà contenere un adeguato piano di manutenzione delle opere realizzate, con particolare riferimento a quelle di recupero e sistemazione idrogeologica ed i derivanti oneri economici dovranno trovare rispondenza nel progetto.

26) Si raccomanda che nella progettazione definitiva delle opere di sistemazione e recupero siano coinvolti professionisti esperti nelle problematiche inerenti la rinaturalizzazione e il recupero ambientale dei siti, la sistemazione idrogeologica, nonché le tecniche di mitigazione, di inserimento paesaggistico e di ingegneria naturalistica nel rispetto della normativa vigente in materia di competenze professionali.

27) Si raccomanda che la progettazione definitiva contenga specifiche previsioni e clausole dedicate alle modalità di realizzazione dei lavori nella logica della massima attenzione alla riduzione della alterazione dei luoghi (ad. es. tipologia dei mezzi, stagionalità delle opere, ecc.), nonché relative alla garanzia dei risultati delle opere a verde, intesa sia come garanzia di attecchimento del materiale vegetale che come periodo di manutenzione obbligatoria a seguito dell’ultimazione dei lavori.

28) Contestualmente alla Fase di valutazione e giudizio di compatibilità ambientale di cui all’art. 12 della L.R. 40/1998 il Proponente dovrà richiedere l’avvio della valutazione d’incidenza di cui al D.P.R. 357/1997 relativa alla ZPS IT1140019 “Monte Rosa”, presentando la documentazione di legge prevista.

D) ASPETTI URBANISTICI E PAESAGGISTICI

29) Il progetto definitivo dovrà essere completo della documentazione cartografica e normativa attestante la conformità urbanistica dell’intervento al P.R.G.C. vigente e a quello adottato, nel caso sia in corso una variante allo strumento urbanistico. La conformità dovrà inoltre risultare da apposito certificato che dovrà essere rilasciato dal competente ufficio comunale.

30) Per le modificazioni a carico delle aree boscate si richiedono elaborati di rilievo con indicazione delle previsioni di taglio degli esemplari arborei.

31) In riferimento al complesso degli interventi previsti, in conformità con quanto indicato nella normativa di tutela paesistico-ambientale e dal D.Lgs. 227/2001, si richiede l’individuazione di opere di compensazione paesaggistica da realizzarsi nelle adiacenze dell’area d’intervento o comunque nel territorio comunale: per tali opere si richiede la predisposizione del progetto definitivo che dovrà costituire parte integrante del progetto della pista da sci.

32) Dovranno essere presentati elaborati di progetto a carattere definitivo comprensivi di approfondimenti di dettaglio circa le modificazioni di maggiore rilievo apportate al contesto di pregio paesaggistico interferito, con sezioni significative degli interventi di scavo-riporto.

33) Il progetto definitivo dovrà contenere gli elaborati relativi alle opere di recupero e di mitigazione da prevedere in relazione agli interventi proposti per consentire un adeguato inserimento delle opere nell’ambito interessato.

34) Si ricorda che la documentazione di progetto dovrà prevedere la predisposizione della “Relazione Paesaggistica” così come indicato dal D.P.C.M. 12/12/2005 e relativo allegato.

35) Riguardo alle aree di cantiere, alle aree di stoccaggio temporaneo degli inerti e per l’eventuale viabilità da realizzare a servizio del cantiere stesso, dovranno essere predisposti elaborati di progetto che individuino le aree interessate, gli interventi di recupero e di ripristino morfologico e vegetativo relativi a tali ambiti.

E) USI CIVICI

36) Preso atto che l’intervento in oggetto interessa alcuni terreni gravati da vincolo per uso civico, il Comune di Macugnaga dovrà richiedere alla Direzione regionale Patrimonio e Tecnico - Settore Attività Negoziale e Contrattuale, Espropri, Usi Civici lo svincolo dell’uso civico per il periodo invernale di tali terreni.

F) INTERVENTI COMPENSATIVI

37) L’eventuale riproposizione del progetto in oggetto dovrà rappresentare l’occasione per operare un riordino complessivo dell’intero territorio circostante gli interventi in progetto: si richiede quindi che venga previsto, e possibilmente operato prima della presentazione di qualsiasi altro progetto e a fronte di un attento censimento, lo smantellamento delle strutture non più utilizzate, quali basamenti in calcestruzzo di impianti dismessi, rottami e rifiuti metallici presenti in loco e in stato di abbandono, individuati durante il sopralluogo. Tali rifiuti dovranno essere conferiti a ditte autorizzate così come previsto dalla vigente normativa in materia di rifiuti.

38) I basamenti delle sciovie in calcestruzzo esistenti dovranno essere opportunamente mitigati addossandovi loro del materiale lapideo di riporto.

39) Il Proponente dovrà attivarsi per verificare la fattibilità tecnico-normativa ed economica al fine di installare dissuasori ottici (sfere colorate) e/o uditivi (spirali) di segnalazione dei cavi degli impianti di risalita e delle linee elettriche per evitare le collisioni con essi da parte dell’avifauna. La segnalazione delle seggiovie ed eventualmente delle sciovie non è necessaria se sedili e piattelli sono fissi al cavo per tutto l’anno. Nel caso la presente misura compensativa non fosse perseguibile, dovranno essere proposte soluzioni compensative alternative aventi efficacia pari o superiore a quella caldeggiata.

40) Dovrà essere valutata la possibilità di circoscrivere ed evitare l’attraversamento o l’avvicinamento alle aree particolarmente importanti per il ciclo riproduttivo di una specie (ad es. arene di fagiano di monte).