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Bollettino Ufficiale n. 01 del 4 / 01 / 2007

Deliberazione della Giunta Regionale 11 dicembre 2006, n. 55-4877

Approvazione del bando regionale “Programmi territoriali integrati” per gli anni 2006-2007. Prenotazione della somma di Euro 1.750.000,00 sul cap. 22714/2006 (cofinanziamento I Atto integrativo Accordo di Programma Quadro Sviluppo Locale. Studi di fattibilita’ per programmi integrati di sviluppo locale - Delibera CIPE n. 20/2004), del bilancio pluriennale 2006-2008 (annualita’ 2007) UPB 08032

(omissis)

LA GIUNTA REGIONALE

a voti unanimi...

delibera

- di approvare il Bando regionale sui “Programmi territoriali integrati per gli anni 2006 - 2007", di cui all’Allegato A alla presente deliberazione per farne parte integrante e sostanziale;

- di prenotare la somma di Euro 1.750.000,00, sul capitolo n. 22714/2007 (Cofinanziamento I Atto integrativo Accordo di Programma Quadro Sviluppo Locale. Studi di fattibilità per programmi integrati di sviluppo locale - Delibera CIPE n. 20/2004), del bilancio pluriennale 2006-2008 (P. n. 100091) (annualità 2007) UPB 08032, relativa al cofinanziamento regionale previsto dall’Atto integrativo dell’APQ citato in premessa;

- di dare atto che le risorse statali per 2.347.480,92 Euro, necessarie per far fronte agli impegni finanziari assunti in attuazione del bando, iscritte sul capitolo n. 22228 del Bilancio pluriennale 2006-2008 (annualità 2007-2008), saranno accantonate con successivi provvedimenti.

La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 61 dello Statuto e dell’art. 14 del D.P.G.R. n. 8/R/2002.

(omissis)

Allegato A

BANDO REGIONALE

Programmi territoriali integrati per gli anni 2006-2007

Premessa

L’Intesa Istituzionale di Programma sottoscritta il 22 marzo 2000 tra la Regione Piemonte e il Governo individua i settori di intervento da sostenere mediante la stipulazione di Accordi di Programma Quadro.

Il nuovo Programma di legislatura, presentato dal Presidente della Giunta regionale al Consiglio Regionale il 16 maggio 2005, si propone di favorire la programmazione integrata sul territorio regionale, sia con riferimento agli obiettivi di sviluppo economico, sia agli obiettivi di sostenibilità ambientale e di coesione sociale.

In data 11 luglio 2006 è stato approvato il Regolamento n. 1083/2006 recante disposizioni generali per l’utilizzo delle risorse europee 2007/2013.

In data 6 ottobre 2006 il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato gli orientamenti strategici comunitari in materia di coesione, quale contesto indicativo per gli Stati membri per l’elaborazione dei quadri strategici di riferimento nazionali ed i programmi operativi per il periodo 2007-2013.

In data 5 luglio 2006 è stato approvato il Regolamento 1080/2006 relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale che prevede come campo di applicazione del suo intervento tre obiettivi:

a) convergenza;

b) competitività regionale e occupazione;

c) cooperazione territoriale europea.

Il nuovo Programma Operativo Regionale del Piemonte, in relazione all’obiettivo Competitività regionale e occupazione prevede, per l’utilizzo dei finanziamenti FESR, una concentrazione più rigorosa degli interventi su tre temi prioritari: innovazione ed economia della conoscenza, ambiente e prevenzione dei rischi, accesso ai servizi di trasporto e di telecomunicazioni di interesse economico generale.

In data 5 luglio 2006 è stato approvato il Regolamento n. 1081/2006 relativo al Fondo sociale europeo con il quale si propone di intensificare l’attuazione delle raccomandazioni in materia di occupazione e di rafforzare l’inserimento sociale. L’art. 3 elenca i seguenti obiettivi:

a) accrescere l’adattabilità dei lavoratori, delle imprese e degli imprenditori, al fine di migliorare l’anticipazione e la gestione positiva dei cambiamenti economici;

b) migliorare l’accesso all’occupazione e l’inserimento sostenibile nel mercato del lavoro;

c) potenziare l’inclusione sociale delle persone svantaggiate ai fini della loro integrazione sostenibile nel mondo del lavoro e combattere ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro, potenziare il capitale umano;

d) promuovere partenariati, patti e iniziative tramite la creazione di reti di soggetti interessati, quali parti sociali e organizzazioni non governative, a livello transnazionale, nazionale, regionale e locale, al fine di promuovere riforme nei settori dell’occupazione e dell’integrazione nel mercato del lavoro.

Inoltre, il regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), stabilisce all’art. 4 tre obiettivi strategici, da realizzare attraverso altrettanti assi:

a) accrescere la competitività del settore agricolo e forestale sostenendo la ristrutturazione, lo sviluppo e l’innovazione;

b) valorizzare l’ambiente e lo spazio naturale sostenendo la gestione del territorio;

c) migliorare la qualità della vita nelle zone rurali e promuovere la diversificazione delle attività economiche.

Il Quadro Strategico Nazionale, in attuazione di quanto stabilito dalla Conferenza Stato-Regioni del 3 febbraio 2005, prevede che ogni Regione debba predisporre un Documento di Programmazione strategico-operativa i cui obiettivi devono essere realizzati attraverso i piani operativi regionali, riferiti ai diversi fondi europei.

In coerenza con gli orientamenti dell’Unione europea per la programmazione dei fondi strutturali nel periodo 2007-2013, il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato, con deliberazione 26-31183 dell’11 ottobre 2005, il nuovo Documento strategico preliminare per l’elaborazione del Quadro Strategico Nazionale per la politica di coesione 2007-2013, in cui sono individuati gli obiettivi strategici fondamentali, verso i quali sviluppare la programmazione regionale:

* mettere il Piemonte nelle condizioni di partecipare al processo europeo di costruzione della società e dell’economia della conoscenza e dell’innovazione,

* integrare il Piemonte nelle reti europee,

* affrontare la globalizzazione e aumentare la competitività del sistema produttivo,

* qualificare la popolazione e il lavoro,

* valorizzare le risorse e le progettualità locali,

* garantire la sostenibilità dello sviluppo,

* costruire il Piemonte come spazio attraente per investire e lavorare,

* porre lo sviluppo e l’occupazione al servizio della coesione sociale.

La Giunta regionale ha approvato, in data 14 Novembre 2005, il Documento programmatico “Per un nuovo Piano Territoriale Regionale” che fa proprie le opzioni politiche individuate dallo Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo e innova radicalmente l’impostazione della pianificazione territoriale regionale.

Il documento individua nelle politiche territoriali della Regione una chiave importante della competitività e dello sviluppo e interpreta il tema dello sviluppo locale nella sua accezione più ampia, che comprende:

* la capacità degli attori locali di sviluppare le relazioni e le potenzialità economiche, sociali, culturali e ambientali con un approccio integrato all’interno di un dato territorio,

* la capacità di sviluppare relazioni di cooperazione con altri territori,

* l’assunzione come valori di fondo della coesione territoriale, dello sviluppo policentrico, della co-pianificazione,

* l’importanza del ruolo dell’economia della conoscenza sia nell’integrazione tra ambiti disciplinari differenti sia nell’osmosi tra mondo accademico e imprenditoriale,

* il sostegno allo sviluppo di sistemi locali territoriali all’interno di un quadro strategico nel quale alcuni di essi svolgono un ruolo di cooperazione e di cerniera con altre regioni italiane ed europee (in particolare sugli assi Genova - Rotterdam e Lisbona - Venezia - Kiev).

E’, inoltre, in fase di approvazione il Quadro Strategico Nazionale (QSN) per la politica di coesione 2007-2013, che rappresenta la cornice strategica nazionale in cui si inserisce la previsione di uno stretto coordinamento tra i futuri fondi europei e le risorse del Fondo aree sottoutilizzate (FAS).

Il 12 dicembre 2005 è stato sottoscritto dalla Regione Piemonte, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti l’"Atto integrativo dell’Accordo di Programma Quadro in materia di promozione dei programmi integrati di sviluppo locale".

L’Atto integrativo, inserendosi nella nuova politica regionale, propone di finanziare la redazione di Programmi territoriali integrati presentati dagli Enti territoriali, selezionati sulla base della loro coerenza con i predetti documenti strategici europei e nazionali, creando in tal modo un parco progetti di pronta realizzazione.

In esecuzione dell’Atto integrativo citato, la Regione Piemonte finanzia la definizione di Programmi territoriali integrati la cui successiva attuazione verrà finanziata in parte a valere sulle future risorse nazionali e regionali, in parte con fondi strutturali europei.

I futuri finanziamenti riguardano:

a) opere pubbliche o di interesse pubblico, interventi e azioni finanziabili a valere su FAS, FESR e FEASR,

b) interventi sulle risorse umane a valere sul FSE,

c) ulteriori opere pubbliche, interventi e azioni finanziabili sul bilancio regionale.

Indice degli articoli:

I FASE Contributi per la redazione dei Programmi territoriali integrati

Art. 1 - Dotazione finanziaria

Art. 2 - Definizione, caratteristiche e requisiti

Art. 3 - Soggetti beneficiari

Art. 4 - Ruolo delle Province

Art. 5 - Termini e modalità di presentazione dei dossier di candidatura

Art. 6 - Contenuto dei dossier di candidatura

Art. 7 - Criteri per la selezione delle richieste di finanziamento

Art. 8 - Concessione dei contributi

Art. 9 - Tavoli di confronto progettuale

Art. 10 - II fase - Programma operativo

I FASE - PROGRAMMA STRATEGICO

Contributi per la redazione dei Programmi territoriali integrati

§ 1

(Dotazione finanziaria)

1. Per gli anni 2006-2007 la Regione Piemonte finanzia la redazione di Programmi territoriali integrati con propri fondi pari a 1.750.000,00 euro (unmilionesettecentocinquantamila euro), a valere sul bilancio di previsione 2006 e pluriennale 2006-2008 (L.R. n. 15/2006) e con 2.347.480,92 euro (duemilionitrecentoquarantasettemilaquattrocentottanta, 92 euro), a valere sulle risorse che il CIPE ha assegnato con la deliberazione n. 20/2004.

2. Le risorse sono concesse alle idee progettuali migliori per la redazione del programma operativo - II fase, di cui al successivo art. 10.

3. I finanziamenti per la redazione del programma operativo - II fase, di cui all’art. 10, sono concessi agli Enti calcolando lo 0,75% del costo di realizzazione degli investimenti pubblici inseriti nel programma stesso. Di tale costo la Regione Piemonte finanzia l’80% fino ad un massimo di 200.000,00 euro (duecentomila euro) ciascuno.

4. Saranno considerate ammissibili unicamente le spese sostenute in data successiva a quella di presentazione della domanda.

§ 2

(Definizione, caratteristiche e requisiti)

1. I Programmi territoriali integrati promuovono lo sviluppo sotto il profilo economico, ambientale, culturale e sociale.

2. Sono lo strumento con cui un insieme di attori interessati allo sviluppo strategico dei territori elaborano e realizzano progetti condivisi per valorizzare le potenzialità locali.

3. Sono costituiti da un insieme di interventi, servizi ed azioni, compresi i fabbisogni formativi e gli interventi per garantire le pari opportunità, concepiti in modo organico e coordinato tra di loro.

4. Si realizzano in un arco di tempo pluriennale di norma non superiore a 6 anni.

5. Sono lo strumento per favorire l’integrazione delle politiche regionali in funzione delle differenti vocazioni dei territori e dell’organizzazione policentrica della Regione.

6. Sono riferiti ad una popolazione di almeno 15.000 abitanti, ad esclusione delle Comunità montane e collinari di cui all’art. 3, comma 1, lettera b).

7. Sono presentati da Enti locali associati che rappresentano il partenariato istituito a livello territoriale.

8. Sono concepiti di regola con riferimento alle vocazioni dei territori e in coerenza con le linee progettuali di cui all’allegato 1. Devono riferirsi almeno a tre priorità dello stesso allegato.

9. I programmi sono finanziati con risorse pubbliche e private. Il finanziamento statale e regionale previsto per la realizzazione di quanto contenuto nel programma non può superare il 50% del costo complessivo, in particolare quello richiesto a valere sulle risorse dell’Intesa Istituzionale di Programma per la realizzazione delle opere pubbliche strategiche non può superare il 25% del costo predetto. Pertanto il finanziamento locale, pubblico e privato, a carico degli Enti proponenti non può essere inferiore al 50% del costo complessivo, con almeno il 10% di investimento pubblico locale. Sono assimilati agli investimenti privati gli investimenti effettuati da soggetti interamente in mano pubblica o a capitale misto nell’esercizio dell’attività di impresa.

10. A pena di inammissibilità della richiesta di finanziamento e della esclusione del programma territoriale integrato, gli Enti associati devono garantire la permanenza della composizione originaria sino al completo espletamento delle procedure di assegnazione dei contributi.

§ 3

(Soggetti beneficiari)

1. Le richieste di finanziamento per la redazione dei programmi territoriali integrati sono presentate da:

a) Comuni associati con altri Comuni o con Comunità montane o collinari o con soggetti gestori di aree protette istituite con legge regionale, la cui popolazione complessiva sia superiore a 15.000 abitanti,

b) Comunità montane e collinari;

c) Comune di Torino, che può partecipare autonomamente e può presentare fino a due richieste di contributo.

2. Gli Enti locali si associano ai sensi del Titolo II, Capo V, del D.Lgs 267/2000.

3. Ogni associazione di Comuni, ogni Comunità montana e collinare può presentare una sola richiesta di contributo per la redazione e realizzazione del programma territoriale integrato. I singoli Comuni possono partecipare ad un solo programma integrato. Le associazioni di Comuni, le Comunità montane e collinari possono partecipare ad un solo programma.

4. I Comuni appartenenti alle Comunità montane e collinari non possono presentare proposte senza la partecipazione della Comunità montana o collinare di appartenenza.

§ 4

(Ruolo delle Province)

1. Alle Province è assegnato il compito di:

a) condurre un’azione di promozione e supporto nei confronti degli Enti Locali e degli altri soggetti che intendono partecipare alla definizione di un programma territoriale integrato,

b) favorire la concertazione e l’aggregazione tra tutti i soggetti interessati allo sviluppo dell’area,

c) definire, di concerto con i soggetti interessati, gli obiettivi di sviluppo sulla base delle principali caratteristiche vocazionali del territorio, in coerenza con gli obiettivi strategico-operativi definiti a livello regionale.

§ 5

(Termini e modalità di presentazione dei dossier di candidatura)

1. Le richieste di contributo sono presentate dall’Ente capofila entro 120 giorni a partire dal giorno successivo alla pubblicazione del bando sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.

2. Le richieste devono pervenire direttamente o a mezzo del servizio postale (farà fede il timbro dell’ufficio postale accettante) in plichi chiusi recanti la dicitura “Programmi territoriali integrati” alla Regione Piemonte, Direzione Programmazione e Statistica, Settore Valutazione Progetti e Atti di programmazione Negoziata, Via Lagrange 24 - 10123 Torino, e al Presidente delle Province interessate.

3. La documentazione deve essere fornita dall’Ente capofila in una copia cartacea ed in due copie su CD-ROM. Il materiale contenuto nei CD-Rom dovrà essere in formato PDF.

4. Gli Enti capofila debbono inoltre inserire l’intera documentazione sul proprio sito web entro la data di consegna del dossier di candidatura.

5. La richiesta è presentata utilizzando la modulistica predisposta dalla Direzione Regionale Programmazione e Statistica (scaricabile dal sito web della Regione Piemonte al seguente indirizzo: http://www.regione.piemonte.it/programmazione/accordi/sviluppo_loc.htm).

6. Le domande pervenute alla Regione oltre i termini prescritti e le domande presentate incomplete o redatte non conformemente agli appositi moduli sono inammissibili.

7. La documentazione obbligatoria da allegare alla domanda è indicata nel successivo art. 6 ed è considerata indispensabile ai fini della valutazione del dossier di candidatura.

§ 6

(Contenuto dei dossier di candidatura)

1. I dossier di candidatura devono essere corredati da:

a) La documentazione attestante la forma associativa adottata ai sensi dell’art. 3, comma 2, nonché l’atto di approvazione del dossier di candidatura da parte dell’Ente capofila;

b) la relazione illustrativa che, a partire da un’analisi preliminare del contesto socio-economico ed ambientale individui le potenzialità locali in funzione dello sviluppo strategico del territorio, come specificato in allegato 2;

c) il quadro finanziario;

d) la planimetria generale (in scala adeguata) indicante il perimetro dell’ambito interessato dal programma e quello delle aree oggetto di intervento;

e) il nome del Dirigente responsabile del programma;

f) il numero dei residenti;

g) una sintesi in lingua italiana e inglese.

2. La Regione si riserva di richiedere qualsiasi ulteriore documentazione che si rendesse necessaria per istruire il procedimento, con riferimento al contenuto del primo comma.

§ 7

(Criteri per la selezione delle richieste di finanziamento)

1. Le domande sono esaminate dalla Direzione Regionale Programmazione e Statistica, Settore Valutazione Progetti e Atti di programmazione Negoziata, che ne valuta preliminarmente l’ammissibilità, sentite le Province.

2. Le richieste di finanziamento sono valutate tenendo conto dei seguenti criteri:

a) rilevanza e contenuto strategico degli obiettivi socioeconomici di sviluppo locale, in rapporto alle priorità ed agli orientamenti definiti nei documenti programmatici per il governo del territorio regionale; coerenza fra il programma territoriale integrato e le vocazioni, i vincoli e le potenzialità offerte dal contesto territoriale in vista di realizzare vantaggi competitivi; individuazione dell’aggregazione territoriale di dimensione idonea e di adeguata capacità di programmazione integrata: punti 30;

b) approfondimento e delle analisi sui punti di forza e di debolezza relativi al sistema locale individuato: punti 10;

c) coerenza rispetto a piani e accordi di settore regionali e nazionali: punti 10;

d) specificazione dei risultati attesi e attendibilità del programma in termini di effetti indotti di sviluppo economico unitario sull’intero ambito di intervento, di qualità sociale, ambientale e paesaggistica in rapporto alla situazione attuale; disponibilità di indicatori statistici o quantitativi per la valutazione di impatto del programma: punti 15;

e) livello di integrazione del programma (soggetti, finanziamenti, azioni, ecc.), evitando la frammentarietà degli interventi: punti 20;

f) incidenza del cofinanziamento privato: punti 15;

3. Saranno ammessi al finanziamento per la redazione del programma territoriale integrato, fino alla concorrenza delle risorse di cui all’art. 1, soltanto quegli Enti che avranno conseguito un punteggio pari o superiore a 50 punti.

§ 8

(Concessione dei contributi)

1. La graduatoria finale delle proposte da finanziare è approvata dalla Giunta Regionale in base alle risultanze della valutazione effettuata dal Nucleo di Valutazione da costituirsi presso la Direzione Regionale Programmazione e Statistica e composto da funzionari regionali e da esperti, tra cui due nominati dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, un esperto in materia di valutazione di programmi europei indicato da qualificate strutture europee, un esperto nominato d’intesa tra le Province (accompagnato da un tecnico responsabile della Provincia di riferimento del programma in valutazione) e da un esperto designato dalle associazioni rappresentative degli Enti Locali.

2. La Giunta Regionale assegna i contributi per la redazione del programma operativo, di cui al successivo art. 10, entro 90 giorni dalla scadenza per la presentazione delle richieste.

3. Il contributo viene erogato in più soluzioni: un acconto iniziale nella misura del 30% del finanziamento concesso al momento dell’assegnazione, un ulteriore 30% a titolo di pagamento intermedio in ragione dello stato di avanzamento delle attività pari almeno al 50% del lavoro da svolgere, il restante 40% a consuntivo, sulla base della presentazione di un rendiconto analitico finale di spesa.

§ 9

(Tavoli di confronto progettuale)

1. La Regione, in cooperazione con la Provincia di riferimento, organizzerà forme di assistenza tecnica e tavoli di confronto finalizzati ad ottimizzare la capacità progettuale degli Enti Locali per la presentazione del dossier di candidatura. Al fine di assicurare un coordinamento dei programmi a scala provinciale e interprovinciale coinvolgerà la rappresentanza delle Province di riferimento e degli Enti operanti sul territorio.

§ 10

(II fase - Programma operativo)

1. I soggetti che hanno ottenuto il finanziamento sono tenuti a presentare il programma operativo che sviluppa l’idea progettuale selezionata nella I fase (Programma strategico) dalla Regione Piemonte.

2. I piano operativo contiene:

a) la relazione descrittiva della fase di attuazione;

b) il piano di fattibilità, comprensivo degli studi di fattibilità delle opere pubbliche o di interesse pubblico, e le schede relative a ciascun intervento, servizio, azione;

c) il quadro finanziario.

3. Entro 90 giorni dalla pubblicazione del presente bando, la Giunta Regionale approverà le indicazioni per la redazione del programma operativo.

Allegato 1

LINEE PROGETTUALI DI RIFERIMENTO

LA PROGRAMMAZIONE INTEGRATA TERRITORIALE. VERSO UNA POLITICA DI COESIONE A SOSTEGNO DELLA COMPETITIVITÀ E DELL’OCCUPAZIONE, 2007-2013.

In attuazione della strategia di Lisbona, la politica di coesione 2007-2013 assume alcune priorità, qui brevemente sintetizzate:

1. Investimenti nei settori ad alto potenziale di sviluppo e nei “motori di crescita e di occupazione”. Se il successo di questi investimenti dipende in misura crescente dallo scenario internazionale, esso discende altresì dalle condizioni di contesto, dalle identità, dalle cosiddette pre-condizioni allo sviluppo.

2. Una progettualità integrata, in coerenza con la dimensione di medio-lungo termine propria della strategia comunitaria. Ciò prevede la ricerca di sinergie e complementarietà fra i diversi fondi (FESR, FSE, FEASR, FAS ecc.), le altre politiche comunitarie, le risorse supplementari mobilitabili.

3. Il miglioramento del sistema della governance e della valutazione, prevedendosi partenariato pubblico-privato, cooperazione interistituzionale, trasparenza e scambio delle pratiche migliori.

Ne consegue che per il successo degli obiettivi saranno decisive:

- la concentrazione delle risorse, la quale dovrà rappresentare una costante del processo di progettazione, sia per quanto riguarda le attività materiali che quelle immateriali;

- la cooperazione fra università e imprese, gli investimenti nella conoscenza e nella ricerca;

- la diversificazione dell’economia, con particolare attenzione alle aree rurali (es. turismo);

- il rafforzamento delle capacità istituzionali, il miglioramento della qualità delle reti di partenariato;

- lo sviluppo di rapporti sinergici fra tutela dell’ambiente e crescita dell’economia;

- il sostegno e il miglioramento dell’efficienza energetica e lo sviluppo delle tecnologie rinnovabili e alternative (eolica, solare, biomassa ecc.);

- la creazione di poli di eccellenza di adeguata “massa critica”, prevedendosi quindi concentrazione geografica tra organismi di ricerca pubblici e imprese e il rafforzamento delle possibilità di cooperazione (tramite soprattutto i servizi di trasferimento tecnologico, gli incubatori e i servizi connessi, l’assistenza tecnica e gestionale, l’adeguamento dei sistemi di istruzione e formazione oltre che il miglioramento degli investimenti in capitale umano).

Di seguito sono riportate le linee progettuali di riferimento, che sottendono forme e modalità di integrazione reciproca in ragione delle specificità e delle identità territoriali di riferimento, del coinvolgimento attivo di una pluralità di soggetti portatori di interessi locali, difficilmente evidenziabili attraverso mediazioni politico-burocratiche, su una conoscenza continua del territorio, sull’idea di indivisibilità del patrimonio territoriale (coerentemente con quanto definito in sede comunitaria, come precondizione necessaria alla programmazione e all’utilizzo dei fondi).

PRIORITÀ I - INNOVAZIONE E TRANSIZIONE PRODUTTIVA

1. Promozione della ricerca, del trasferimento tecnologico e dell’innovazione:

a. sostegno alla formazione di piattaforme innovative, laboratori e infrastrutture connesse;

b. creazione di reti di collaborazione tra imprese e tra imprese e istituzioni della ricerca: progetti di ricerca congiunta tra centri di ricerca e imprese e condivisione delle strutture, sostegno alle reti transnazionali di scambio e di azione formativa;

c. sostegno a progetti di innovazione delle PMI;

2. Promozione della ricerca, del trasferimento tecnologico e dell’innovazione per le fonti energetiche rinnovabili: sostegno alla formazione di piattaforme innovative, laboratori e infrastrutture connesse.

3. Sviluppo dei sistemi produttivi locali e rafforzamento delle filiere produttive (incluse filiere agro-industriali ed energie rinnovabili): poli innovativi, promozione dell’imprenditorialità, innovazione organizzativa e sostegno alla formazione di centri di competenza, offerta di servizi alle imprese, compresa l’ingegneria finanziaria e il sostegno della ricerca, percorsi formativi integrati per la creazione d’impresa.

4. Creazione di reti tecnologiche e collaborative transnazionali.

5. Internazionalizzazione del sistema economico e attrazione degli investimenti.

6. Sviluppo di reti di comunicazione e circolazione dell’informazione: interventi di sostegno per l’accesso all’ICT.

7. Promozione della formazione di eccellenza.

8. Valorizzazione della filiera agroalimentare, con particolare riguardo alle produzioni tipiche e di qualità, alla tracciabilità, identificazione e commercializzazione dei prodotti.

PRIORITÀ II - SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE, EFFICIENZA ENERGETICA, SVILUPPO DELLE FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI.

1. Promozione di fonti energetiche rinnovabili: sistema solare fotovoltaico, solare termico, eolico, biocombustibili, biogas, biocombustibili liquidi, energia idroelettrica, idrogeno.

2. Adozione di processi e tecnologie finalizzate all’efficienza e al risparmio energetico.

3. Gestione del ciclo dell’acqua, difesa e valorizzazione delle risorse idriche: interventi per il riuso delle acque reflue urbane e l’ammodernamento degli acquedotti.

4. Prevenzione dei rischi, difesa del suolo e assetto idrogeologico.

5. Promozione di aree industriali ecocompatibili, inclusa la bonifica e il riuso dei siti degradati e/o dismessi.

6. Conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale, gestione e valorizzazione delle risorse forestali, rivitalizzazione del sistema fluviale del Po e dei suoi affluenti.

PRIORITÀ III - RIQUALIFICAZIONE TERRITORIALE

1. Progetti di trasformazione urbana: infrastrutturazione, direzionalità, recupero ambientale.

2. Coesione sociale e qualità della vita (inclusione, sicurezza, salute, accesso alla conoscenza): rafforzamento della rete dei servizi socio-sanitari, culturali e sportivi, percorsi per l’integrazione socio-lavorativa dei soggetti svantaggiati.

3. Logistica, con particolare riferimento allo sviluppo dei servizi intermodali integrati.

4. Miglioramento dell’accessibilità aeroportuale, ferroviaria e stradale.

5. Mobilità sostenibile: sviluppo dei servizi di trasporto alternativi al mezzo privato e sistemi innovativi di gestione del traffico.

6. Valorizzazione del patrimonio architettonico e storico-culturale materiale e immateriale: promozione e valorizzazione dei sistemi turistico-culturali (beni “faro”, sistemi e reti territoriali), tutela e valorizzazione del paesaggio e del patrimonio architettonico, sviluppo dei prodotti tipici di qualità, realizzazione di interventi formativi.

7. Diversificazione delle attività economiche nelle zone rurali.

8. Progettazione integrata transfrontaliera.

PRIORITÀ IV - VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE

1. Promozione del sistema della formazione permanente per gli adulti, allargando le opportunità per le iniziative individuali.

2. Contenimento dell’abbandono scolastico dei giovani attraverso l’offerta di opportunità diversificate di formazione - qualificazione.

3. Accettazione delle diversità nei posti di lavoro e lotta alla discriminazione nell’accesso all’occupazione.

4. Aumento della partecipazione e dell’occupazione delle donne.

5. Inserimento lavorativo degli immigrati.

6. Rafforzamento delle capacità dei servizi per l’impiego di svolgere funzioni di attiva promozione e mediazione tra domanda e offerta di lavoro e di sviluppo e mantenimento dell’occupabilità.

Allegato 2

RELAZIONE ILLUSTRATIVA EX § 6, PUNTO A) - I FASE PROGRAMMA STRATEGICO

La relazione illustrativa deve contenere:

1) il titolo del programma;

2) l’Ente pubblico capofila e gli altri soggetti coinvolti nella realizzazione del programma;

3) l’indirizzo del sito web sul quale è inserito il programma, ai sensi dell’art. 5, comma 4;

4) il contributo richiesto, nei limiti indicati all’art. 1;

5) l’idea guida e gli obiettivi generali di sviluppo e/o di riqualificazione che si propone l’Amministrazione attraverso la valorizzazione delle vocazioni e delle potenzialità locali, con riferimento alle linee progettuali di cui all’Allegato 1. Qualora si intenda fare riferimento ad altre linee progettuali non indicate nell’Allegato 1, la scelta deve essere motivata ai sensi dei criteri contenuti nella lettera a) comma 2, art. 7;

6) una prima analisi del contesto socio-economico ed ambientale (preferibilmente corredata da cartografie tematiche), che, in un’ottica strategica, metta in luce i problemi più importanti da risolvere con riferimento alle potenzialità e agli elementi di declino, i punti di forza e di debolezza, i rischi da prevenire sotto il profilo sociale ed ambientale (eventi e fenomeni naturali o socioeconomici che possono compromettere una gestione equilibrata e sostenibile del territorio). Questa analisi deve evidenziare anche le opportunità e le potenziali risorse locali non ancora utilizzate come vantaggi competitivi. Ciò presuppone la capacità di posizionarsi in ambito territoriale più vasto, almeno regionale, che tenga conto dei possibili competitori;

7) le motivazioni che hanno condotto ad individuare la perimetrazione dell’ambito o degli ambiti su cui insiste il programma;

8) i risultati attesi mettendo in evidenza il contributo al raggiungimento degli obiettivi strategici regionali (PTR e DSR);

9) le modalità di adozione dell’approccio integrato utilizzato da iniziative comunitarie come “Leader” e “Urban” oppure dai Patti Territoriali;

10) il metodo che si intende seguire per il coinvolgimento degli attori socio-economici locali;

11) le motivazioni per cui vengono scelte le aree di intervento all’interno dell’ambito o degli ambiti individuati;

12) i vincoli a cui le aree sono sottoposte;

13) gli interventi, i servizi e le azioni, compresi i fabbisogni formativi, che si intendono realizzare con l’esplicitazione dei singoli obiettivi che si intendono raggiungere e la loro coerenza con l’idea guida;

14) la coerenza con gli strumenti di pianificazione territoriale, approvati a livello regionale e provinciale;

15) l’integrazione con i piani di settore e con precedenti programmi integrati;

16) eventuali collegamenti con programmi transfrontalieri e transnazionali e con i poli formativi di riferimento;

17) la coerenza degli interventi, servizi e azioni oggetto di richiesta di finanziamento, con gli indirizzi del Programma di Mandato, indicati nel Piano Generale di Sviluppo di cui all’art. 165, comma 7, del Testo Unico degli Enti Locali D.Lgs. 267/2000, ai fini della loro congruenza con il quadro delle risorse finanziarie disponibili nel periodo amministrativo considerato;

18) nel caso di servizi per la qualificazione delle risorse umane, dovranno essere, altresì, individuati i target di riferimento, le tipologie di azioni previste (corsi di formazione brevi per occupati, formazione superiore, tirocini, ecc.), gli obiettivi e i contenuti di massima dei percorsi; dovrà, inoltre, essere in particolar modo evidenziato il ruolo svolto da tali servizi all’interno del Programma integrato.