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Bollettino Ufficiale n. 41 del 12 / 10 / 2006

Codice 27.1
D.D. 31 agosto 2006, n. 121

Piano Nazionale della Prevenzione 2005-2007. Approvazione progetto esecutivo e relativo finanziamento

(omissis)

IL DIRIGENTE

(omissis)

determina

- di approvare il piano esecutivo ed il relativo cronoprogramma del progetto, previsto dal Piano Nazionale della Prevenzione, “Prevenzione delle recidive nei soggetti che hanno già avuto accidenti cardiovascolari”, di cui all’Allegato A che fa parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;

- di erogare, quale primo acconto, all’Ente di appartenenza del Responsabile Tecnico del progetto, I.R.C.C.S. Fondazione S. Maugeri - Istituto Scientifico di Veruno, di cui all’Allegato B, la somma di Euro 222.000,00= indispensabile per l’attivazione dello stesso, già impegnata con D.D. n. 152 del 14 ottobre 2005, sul capitolo 12280/2005 ora capitolo 15086 - Cod. Siope 1538, Impegno n. 4307;

- di vincolare l’erogazione del secondo acconto alla presentazione entro il 31 gennaio 2007 della relazione sullo stato avanzamento del progetto, che evidenzi, oltre il quadro economico delle spese sostenute, la rispondenza ai criteri richiesti nella formulazione del piano, in particolare:

* l’integrazione delle azioni preventive su determinanti comuni;

* la modalità di valutazione ed intervento in merito alle disuguaglianze rispetto agli accessi ai servizi e agli esiti;

* l’attivazione di interventi secondo i principi EBP.

- di dare atto che, qualora si rendesse necessario erogare ulteriori finanziamenti o apportare eventuali modifiche o integrazioni al progetto citato in premessa, si procederà all’adozione di una ulteriore determinazione.

Avverso la presente determinazione è ammesso ricorso entro il termine di 60 giorni innanzi al T.A.R. per il Piemonte.

La presente determinazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi dell’articolo 61 dello Statuto.

Il Dirigente responsabile
Michela Audenino

Allegato A

Progetto: “Prevenzione delle recidive nei soggetti che hanno giàavuto accidenti cardiovascolari”

Contesto e razionale

Le malattie cardiovascolari sono la causa principale di morte in tutti i paesi del mondo occidentale, inclusa l’Italia, e sono la causa più frequente di disabilità.

Secondo gli ultimi dati disponibili (Ministero della Salute - anno 2003) si stima che in Italia vengono dimessi vivi circa 100.000 pazienti l’anno dopo un infarto miocardio; quelli sottoposti ad interventi di bypass aortocoronarico sono circa 29.000, cui vanno aggiunti i pazienti coronaropatici sottoposti ad angioplastica coronarica (87.000 procedure nel 2003, di cui 11.800 in corso di infarto miocardico.

In Regione Piemonte, nell’anno 2004 sono stati registrati 8.909 ricoveri ospedalieri per infarto miocardico acuto, il 73% con diagnosi di primo infarto e prevalentemente in reparti di cardiologia (83%).

L’assorbimento di risorse economico-sanitarie indotte dalle malattie cardiovascolari (in particolare quelle legate alle ospedalizzazioni, alla spesa farmaceutica e al ricorso alle prestazioni ambulatoriali) ne fa la principale fonte di spesa sanitaria nel nostro Paese, senza peraltro considerare la perdita di produttività in una popolazione spesso ancora in età lavorativa.

Negli ultimi anni, il trattamento della fase acuta di queste patologie ha registrato progressi molto significativi che si sono tradotti in un sostanziale aumento della sopravvivenza dei pazienti. Analoghi progressi si sono osservati anche nella ricerca clinica per la cura dei cardiopatici post-acuti e per la prevenzione secondaria a lungo termine dei pazienti cronici, ma il loro trasferimento nella pratica risulta ancora largamente inadeguato. Studi condotti a livello internazionale e confermati da esperienze locali, hanno dimostrato come, dopo un episodio cardiovascolare acuto, la prescrizione di uno stile di vita corretto e di raccomandazioni volte al controllo dei fattori di rischio non viene fatta sistematicamente, e la pratica della prevenzione secondaria risulta decisamente insufficiente.

Di fatto, circa il 60% dei pazienti con documentata malattia coronaria continua ad avere valori di colesterolemia troppo elevati e giudicati a rischio, oltre il 50% presenta ipertensione arteriosa non controllata, il 25% continua a fumare, il 35% è obeso e una consistente proporzione di pazienti non riceve i trattamenti farmacologici raccomandati.

Per converso, numerosi studi hanno documentato l’efficacia di interventi di prevenzione secondaria, soprattutto attraverso programmi strutturati di riabilitazione cardiovascolare, fortemente orientati alla correzione di stili di vita inadeguati e a migliorare l’aderenza ai trattamenti farmacologici raccomandati per la riduzione del rischio cardiovascolare, ma è stato anche documentato che gli interventi efficaci sono largamente sottoutilizzati nella prevenzione secondaria dopo infarto miocardico acuto.

Nel frattempo, anche lo scenario ospedaliero di riferimento, e in particolare quello cardiologico, si è fortemente modificato: la progressiva riduzione della durata dell’ospedalizzazione ha orientato la degenza, spesso molto breve, alla soluzione esclusiva del problema acuto. Questa situazione non consente un adeguato intervento di stratificazione del rischio residuo, la valutazione funzionale e globale, l’ottimizzazione terapeutica, l’educazione-informazione sanitaria, la ripresa di un’adeguata attività fisica in regime di sicurezza e l’impostazione di significative modificazioni dello stile di vita che si mantengano nel lungo periodo e si traducano in una effettiva e stabile riduzione del rischio cardiovascolare.

Lo studio GOSPEL (GIObal Secondary Prevention strategiEs to Limit event recurrence after myocardial infarction), appena concluso, è uno studio multicentrico italiano, randomizzato e controllato, che è stato condotto nell’ambito dei servizi di riabilitazione cardiovascolare proprio per rispondere a questa forte esigenza generale di ottimizzazione della prevenzione secondaria dopo infarto miocardico in Italia, valutando l’efficacia di un nuovo approccio di intervento integrato, basato su programmi educazionali multifattorali, strutturati e continuativi e su percorsi assistenziali individuali.

Avendo arruolato oltre 3200 pazienti, lo studio GOSPEL è il più grande studio di intervento sullo stile di vita e sui fattori di rischio che sia stato mai condotto dopo infarto del miocardio. L’intervento multifattoriale integrato e continuativo è risultato efficace nel migliorare lo stile di vita (attività fisica, abitudini alimentari, controllo del peso, gestione dello stress), l’aderenza ai trattamenti farmacologici raccomandati, nel ridurre il rischio cardiovascolare globale e, di particolare importanza, nel prevenire le recidive di infarto miocardico nel corso di tre anni di follow-up (riduzione del 48% delle recidive di infarto fatale e nonfatale).

Questi dati confermano ancora una volta l’efficacia degli interventi di prevenzione secondaria e indicano chiaramente che un intervento integrato di tipo educazionale, multifattoriale e continuativo sullo stile di vita e di ottimizzazione farmacologica dovrebbe essere offerto a tutti i pazienti dopo un evento coronarico.

Su queste basi, il Piano Regionale di prevenzione 2006-2008 nei soggetti che già hanno avuto accidenti cardiovascolari intende sviluppare gli obiettivi della prevenzione secondaria indicati dal Ministero della Salute attraverso programmi strutturati di documentata efficacia, gestiti sia in ambito degenziale che ambulatoriale come strumento di riferimento per un efficace intervento di prevenzione cardiovascolare sul territorio.

Obiettivi

1. Prevenzione delle recidive nei soggetti che già hanno avuto accidenti cardiovascolari attraverso la realizzazione di programmi che prevedano percorsi integrati tra ospedale, servizi territoriali e medico di medicina generale al fine di raggiungere nei singoli pazienti l’ottimizzazione del profilo di rischio cardiovascolare a lungo termine.

2. Costruzione di percorsi specifici a livello locale.

Piano operativo

a) Costituzione del gruppo di lavoro regionale. Il gruppo di lavoro vedrà coinvolte le competenze regionali nella prevenzione cardiovascolare con la collaborazione delle Società scientifiche dell’area cardiologica e della medicina generale.

b) Analisi della situazione esistente, a livello di tutte le strutture cardiologiche regionali, relativamente agli interventi di prevenzione secondaria sui pazienti ricoverati per sindrome coronarica acuta.

c) Definizione degli strumenti di rilevazione e dei contenuti, con particolare riferimento alle modalità in uso per la valutazione del rischio cardiovascolare e alle indicazioni per la correzione dei fattori di rischio.

d) Definizione, sulla base delle più recenti Linee guida sulla prevenzione secondaria cardiovascolare, di indirizzi operativi da adottare in modo uniforme sul territorio regionale, come parte integrante della lettera di dimissione, che evidenzi in modo semplice ed immediato le componenti del rischio cardiovascolare individuale e riporti le indicazioni specifiche per la correzione dei singoli fattori di rischio, la riabilitazione e la prevenzione secondaria in un percorso integrato con i servizi territoriali.

e) Applicazione delle linee guida con costruzione di percorsi specifici a livello locale a partire dai dati di contesto (vedi punto b).

f) Realizzazione di un sistema di indicatori di processo utili a misurare il reale livello di implementazione nelle strutture cardiologiche regionali e nei servizi territoriali degli strumenti individuati per ottimizzare l’attività di prevenzione secondaria cardiovascolare.

g) Realizzazione di materiale educativo da adottare già nella fase di ricovero ospedaliero e da estendere in modo capillare tra i servizi territoriali e gli ambulatori di medicina generale.

h) Realizzazione di piano di intervento rivolto al controllo dei fattori di rischio in stretta integrazione con iniziative già in atto e/o previste in ambito di prevenzione attiva.

i) Realizzazione di pacchetti formativi messi a punto con metodologia standardizzata da implementare su due livelli:

- operatori sanitari delle strutture ospedaliere;

- Medici di Medicina Generale.

j) Rilevazione e analisi dei dati e indicatori di monitoraggio.

Cronoprogramma

Vedi schema allegato.

Valutazione e monitoraggio

Ciascuna azione prevede un proprio sistema di indicatori di processo e di risultato.

Coordinamento

Dr. Pantaleo Giannuzzi Direttore S.C. Cardiologia Riabilitativa, Fondazione S. Maugeri I.R.C.C.S., Istituto Scientifico di Veruno.

Allegato