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Supplemento Ordinario n. 1 al B.U. n. 39

Codice 17.1
D.D. 6 giugno 2006, n. 253

L.R. n. 40/1998 - Fase di verifica della procedura di Via inerente il progetto “Realizzazione di un centro commerciale classico e di due centri commerciali sequenziali” presentato dalla Soc. Nikefin S.r.l., localizzato nel Comune di Isola d’Asti (AT) - Esclusione del progetto dalla Fase di valutazione di impatto ambientale di cui all’art. 12 della l.r. n. 40/1998

(omissis)

IL DIRIGENTE

(omissis)

determina

- di ritenere che il progetto “Realizzazione di un centro commerciale classico e di due centri commerciali sequenziali”, localizzato nel Comune di Isola d’Asti presentato in data 03.03.2006 dalla Società Nikefin S.r.l., con sede in Via San Biagio n. 75, Castelnovo Sotto (RE) allo stato degli atti e sulla base degli elaborati depositati, possa essere escluso dalla fase di valutazione di cui all’art. 12 della l.r. 40/1998 per le ragioni espresse in premessa, a condizione che il progetto municipale recepisca tutte opere di compensazione e mitigazione previste dal progetto esaminato nel presente procedimento e le prescrizioni e le raccomandazioni di seguito elencate:

1. Acque - Si rammenta che le “opere di riassetto territoriale”, che minimizzano il rischio geologico sull’area, sono considerate tali soltanto dopo regolare collaudo e soltanto se mantenute nel tempo in condizioni di piena efficacia ed efficienza. Si prescrive che il Progetto Municipale dell’intero intervento commerciale sia accompagnato da:

* Relazione geologica che entri nel merito di valutazioni di dettaglio relativamente al rischio residuo ricadente nell’area, evidenziando le scelte progettuali da mettere in atto sulla scorta dei diversi scenari ipotizzabili. Inoltre, dovrà definire aspetti e modalità operative da considerare nel piano di Protezione Civile specifico, che dovrà risultare pienamente coerente con quello operativo comunale.

* Relazioni geologica e geotecnica previste dal D.M. 11.03.1988, che evidenzino l’interazione del progetto dell’insediamento commerciale con le criticità connesse al rischio geologico residuo.

* Studio idraulico di dettaglio sul Rio Bragna, in riferimento alle criticità connesse col Canale dei Mulini, che in particolare valuti l’adeguatezza della sezione del ponte-canale in caso di piogge intense (deve essere affrontata la possibilità di un riversamento per troppo pieno delle acque del rio Bragna nel sottostante Canale dei Mulini; qualora fosse confermata tale ipotesi devono essere previsti gli interventi necessari per la riduzione del problema e del rischio per le opere in progetto).

* Relazione idraulica-idrogeologica dell’area, che riporti precise indicazioni circa le oscillazioni della falda (mediante indicazioni bibliografiche e periodiche misurazioni freatimetriche condotte nei piezometri presenti nell’area per un periodo ritenuto significativo) e consenta di capire l’idrodinamica della falda (la cui soggiacenza è di appena 3,5 m) ed in particolare la sua capacità di ricezione delle acque di ruscellamento che investono l’area in caso di piogge con Tr = 20 anni; la valutazione deve tenere presente il fatto che il Tanaro in caso di piena alimenta la falda, determinando un’ulteriore riduzione della soggiacenza. Si consiglia di rivedere i calcoli per la quantificazione dei volumi d’acqua utilizzando un coefficiente di deflusso più cautelativo.

* Tutti gli studi sopra elencati dovranno essere sottoposti al vaglio dell’ARPA, della Direzione Opere Pubbliche della Regione Piemonte e del Comune di Isola D’Asti, che dovranno verificare la funzionalità e l’efficacia del sistema di smaltimento delle acque di ristagno presentato in progetto. Qualora da questa verifica emergesse che il sistema di smaltimento non è idoneo a smaltire correttamente le acque, l’ARPA, la Direzione Opere Pubbliche della Regione Piemonte ed il Comune di Isola d’Asti dovranno concordare il migliore sistema di smaltimento delle acque di ristagno, alternativo a quello presentato in progetto. La progettazione del sistema di smaltimento è da allegare al Progetto Municipale che sarà presentato con l’istanza di Autorizzazione regionale ex art. 26 della L.U.R. 56/1977; il Progetto Municipale dovrà, inoltre, essere adeguato a tutte le prescrizioni architettoniche, strutturali e costruttive che dovessero evidenziarsi necessarie a seguito degli studi di approfondimento sopra elencati.

2. fase di cantiere - L’allestimento e la gestione del cantiere devono essere previsti nell’ottica di mitigare il più possibile l’impatto sul territorio; a questo fine nell’ambito della redazione del Progetto Municipale, si predisponga un “Piano di Autoregolamentazione”, in cui si evidenziano gli accorgimenti tecnici e operativi atti a minimizzare il disturbo da rumore, nonché le misure di mitigazione finalizzate alla minimizzazione degli impatti derivanti dalle attività di cantiere; si sottolinea, inoltre, che:

* lo stoccaggio di sostanze pericolose per l’ambiente e le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria dei mezzi d’opera dovranno essere effettuati garantendo tutte le condizioni di sicurezza per i lavoratori e l’ambiente, inoltre, si dovrà garantire l’idonea procedura di raccolta e smaltimento dei rifiuti e degli eventuali reflui civili prodotti, secondo le normative vigenti;

* al fine di tutelare acque superficiali, acque sotterranee, suolo e sottosuolo a fronte di sversamenti accidentali di sostanze pericolose per l’ambiente, il cantiere deve essere dotato di idonei sistemi tecnologici, quali ad esempio panne adsorbenti o sepiolite, e di adeguate procedure operative di intervento al verificarsi dell’emergenza; per le aree di cantiere prive di superficie pavimentata, nel caso di sversamenti accidentali di sostanze impregnanti, il terreno dovrà essere asportato e smaltito nel rispetto della normativa vigente e conseguentemente il sito dovrà essere ripristinato.

3. impatto acustico - Predisporre una verifica in fase di esercizio della valutazione previsionale del clima acustico, come previsto dalla normativa vigente considerando tutte le sorgenti esterne presenti e caratterizzando le sorgenti sonore fisse presenti (direttività, componenti tonali), nell’area oggetto dell’intervento in relazione ai recettori sensibili nelle fasce temporali diurna e notturna.

4. Inserimento paesaggistico, interventi di mitigazione e compensazione ambientale - Benché l’area oggetto dell’intervento sia “interclusa” si ritiene opportuno cogliere l’occasione per associare al riutilizzo della medesima un’importante azione di riqualificazione ambientale; a questo scopo si prescrive quanto segue:

* nell’impianto delle specie arboree e arbustive, la scelta delle varietà di specie per il rinverdimento deve utilizzare specie autoctone, non esotiche o di esclusivo valore ornamentale, e tenere conto del clima e del disturbo antropico; le specie devono essere messe a dimora secondo i corretti canoni della forestazione urbana, già sufficientemente mature e deve esserne prevista la sostituzione in caso di mancato attecchimento; inoltre, deve essere previsto un piano di manutenzione delle aree verdi che ne garantisca l’efficacia;

* prevedere, fatti salvi gli aspetti relativi alle norme di sicurezza stradale, una attenuazione automatica delle sorgenti luminose esterne a servizio dei centri commerciali e dei parcheggi nel periodo notturno 22:00(6:00 per limitare l’inquinamento luminoso e ridurre i consumi energetici;

* realizzare la pavimentazione dei parcheggi posti nei pilotis e a servizio dei centri commerciali con superfici impermeabili che garantiscano il convogliamento delle acque al sistema di pre-trattamento prima dell’immissione in fognatura;

* tutte le superfici esterne ai centri commerciali, escluse strade e piste ciclabili, dovranno essere permeabili e rinverdite (prato per le aree verdi e autobloccanti forati per eventuali parcheggi esterni o altre aree).

5. Opere connesse/interferenze - La variante urbanistica da adottare dal Comune di Isola d’Asti che consente la realizzazione di ulteriore viabilità originariamente non prevista (strada dei Roveri, rotatoria lungo strada dei Roveri, collegamento da quest’ultima all’area oggetto dell’intervento), deve essere accompagnata da una Relazione geologico-tecnica e idraulica al fine di definire se da realizzarsi a raso o in rilevato e, tenuto conto che ricade in classe di edificabilità geologica “III indifferenziata”, deve essere richiesta l’autorizzazione del Presidente della Giunta Regionale, ai sensi dell’art. 31 della L.U.R. n. 56/1977 e s.m.i., prima dell’attivazione delle opere necessarie;

6. Piano di sicurezza ed evacuazione - In considerazione delle problematiche intrinseche dell’area gli stessi progettisti hanno previsto di predisporre nel Piano di Sicurezza un Piano di Emergenza/Evacuazione, che si prescrive prenda in considerazione tutte le possibili situazioni critiche riportate nel punto 2. acque, o che potrebbero ancora emergere dagli approfondimenti richiesti al medesimo punto, ed individui idonee soluzioni operative per consentire la salvaguardia e la sicurezza degli operatori e degli utenti. L’area dovrà inoltre essere inserita nel Piano di Protezione Civile del Comune di Isola d’Asti, col quale il Piano di Sicurezza ed il Piano di Emergenza/Evacuazione dovranno risultare pienamente coerenti.

7. Rifiuti - Il Progetto Municipale, relativamente all’esatta collocazione delle isole ecologiche opportunamente previste per consentire la raccolta differenziata in fase di esercizio del centro commerciale, dovrà riportare sia nella relazione sia in una cartografia:

a. le aree da adibire ed attrezzare con cassoni di dimensioni adatte allo stoccaggio temporaneo (in funzione dei volumi prodotti e della prevista frequenza di svuotamento) di materiale differenziabile (RSA, carta e cartone, vetro, materiali metallici, organico, legno, plastica);

b. dei cassonetti per la raccolta differenziata (lattine, plastica e vetro) ad uso del pubblico nelle aree a questo accessibili;

c. un’idonea canalizzazione di raccolta e recapito in fognatura del percolato derivante dai cassoni dedicati alla frazione organica;

* relativamente ai rifiuti organici (Codice CER 20 01 08) che si verrebbero a produrre soprattutto all’interno degli esercizi di ristorazione collettiva, dovrà essere prevista una raccolta differenziata ad hoc, da concordare col Comune, in considerazione soprattutto di due elementi: il primo concerne l’importanza di questa raccolta differenziata nel permettere di superare il 35 % di raccolta differenziata (% prevista dal D.Lgs. 22/97 all’art. 24, e che se non verrà raggiunta farà applicare al Comune la sanzione regionale di cui all’art. 17 comma 2 della L.R. 24/2002); il secondo riguarda il recente recepimento della direttiva 31/99 (c.d. direttiva discariche), avvenuta col D.Lgs. 36/2003, che nel tempo determinerà una progressiva e drastica riduzione del rifiuto biodegradabile (nella fattispecie, il rifiuto organico e cartaceo) che potrà essere conferito in discarica solo dopo essere stato sottoposto a trattamento; al fine di ciò il proponente, in sede di progetto definitivo, dovrà:

a. fornire la stima quantitativa della composizione merceologica e della produzione in base a coefficienti di produzione previsti dalla tab. 4° DPR 158/99;

b. valutare, sulla base dei regolamenti comunali vigenti, la quantità di ciascuna tipologia di rifiuti che può essere gestita nell’ambito del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani;

c. individuare i soggetti autorizzati, ai sensi della normativa vigente, cui affidare lo smaltimento della quota di rifiuti non gestibile nell’ambito del servizio pubblico;

8. Risparmio energetico: il progetto ricade nell’ambito di applicazione del D.Lgs. 192\2005 trattandosi di “edificio di nuova costruzione” e pertanto necessiterà di “Certificazione energetica” (art. 6, comma 1) e di “Relazione tecnica” (art. 8 comma 2), quest’ultima da redigere secondo le modalità dettagliate all’allegato E del decreto stesso e da presentarsi al comune a cura del costruttore al termine della costruzione contestualmente alla dichiarazione di fine lavori. Trasmettere copia di questa relazione ad ARPA Piemonte insieme alla Dichiarazione al termine dei lavori. Al fine di ottenere la citata “Certificazione energetica”, in attesa della pubblicazione dei decreti del Presidente della Repubblica previsti dall’art. 4 comma 1 del D.Lgs. 192/2005 (“i criteri generali, le metodologie di calcolo e i requisiti minimi finalizzati al contenimento dei consumi di energia e al raggiungimento degli obiettivi di cui all’articolo 1, tenendo conto di quanto riportato nell’allegato ”B" e della destinazione d’uso degli edifici. Questi decreti disciplinano la progettazione, l’installazione, l’esercizio, la manutenzione e l’ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici, per la preparazione dell’acqua calda per usi igienici sanitari e, limitatamente al settore terziario, per l’illuminazione artificiale degli edifici"), si suggerisce al proponente di adeguare il progetto il più possibile a quanto previsto dalla scheda 5N dello “Stralcio di piano per il riscaldamento ambientale e il condizionamento”, documento di aggiornamento del Piano Regionale per il risanamento e la tutela della qualità dell’aria, di prossima approvazione dal parte della Giunta della Regione Piemonte. Inoltre:

* con riferimento al periodo invernale, valutare soluzioni bioclimatiche atte a valorizzare gli apporti gratuiti di sistemi solari passivi e mediante l’impiego di vetri selettivi; con riferimento al condizionamento estivo, nella fase di progettazione e realizzazione dell’involucro edilizio e del sistema d’illuminazione artificiale degli interni, ricercare le soluzioni più idonee a ridurre il fabbisogno energetico relativo. In particolare, dotare le vetrate esposte a sud e le strutture opache con sistemi di ombreggiamento e controllo dell’insolazione (schermature, piantumazioni, aggetti di facciata e facciate ventilate). Ottimizzare la produzione del freddo, adottando sistemi frigoriferi centralizzati per il condizionamento estivo dell’aria e per i banchi surgelati (con recupero di calore);

* forme di produzione/generazione del calore: i generatori di calore devono garantire rendimenti non inferiori a quelli previsti nel D.M. 660/96 per la classe “4 stelle”, nonché essere caratterizzati da emissioni di ossidi di azoto (NOx) pari o inferiori a 80 mg/kWht e di particolato fine (PM10) =10 mg/kWh;

* sistema di illuminazione: prevedere per l’impianto di illuminazione artificiale la massima integrazione possibile con l’illuminazione naturale tramite l’installazione, ove necessario, di sensori a fotocellula e dimmer; utilizzare lampade col massimo rapporto tra flusso utile e potenza e del tipo a basso consumo energetico. Esplicitare le procedure di gestione dell’impianto di illuminazione in fase di progetto esecutivo, in modo che ARPA possa effettuare le opportune verifiche. Si suggerisce, inoltre, di valutare l’utilità di pannelli solari fotovoltaici: considerata l’ampia superficie piana delle coperture degli edifici (che in parte dovranno ospitare macchine e impianti), il contributo al soddisfacimento del fabbisogno elettrico del complesso potrebbe essere interessante;

* la valutazione di fattibilità di riutilizzo delle acque di seconda pioggia e di provenienza dai tetti per tutti gli scopi per i quali non è necessaria acqua potabile (lavaggio piazzali, servizi igienici, irrigazione, ecc.), soprattutto in relazione con le criticità emerse riguardo la componente ambientale “acqua” e sulla base della risultanze degli studi di approfondimento prescritti al punto 2. “acque”.

9. Verifica delle prescrizioni e monitoraggi - Deve essere rispettato quanto segue:

* fermo restando le competenze istituzionali in materia di vigilanza in capo ad altri Enti, si prescrive di affidare ad ARPA Piemonte, Dipartimento di Asti SC08 ai sensi dell’art. 8 della L.R. 40/1998 il controllo dell’effettiva attuazione di tutte le prescrizioni ambientali nella fase realizzativa dell’opera;

* si dovranno effettuare le seguenti attività di monitoraggio, in fase di costruzione e di esercizio, da concordare, per quanto riguarda tempistiche e modalità, preventivamente con ARPA: acustico, atmosferico;

* deve essere comunicato al Dipartimento ARPA Piemonte, Dipartimento di Asti SC08 l’inizio ed il termine dei lavori, ai sensi dell’art. 8 della L.R. 40/98;

* il Direttore dei lavori deve trasmettere, secondo le tempistiche concordate in fase di progettazione del monitoraggio, all’ARPA Piemonte, Dipartimento di Asti SC08, una dichiarazione, accompagnata da una relazione esplicativa, relativamente all’attuazione di tutte le misure prescritte, compensative, di mitigazione e di monitoraggio, incluse nella documentazione presentata, ed integrate da quelle contenute nella Determina della Giunta Regionale, conclusiva del procedimento amministrativo relativo all’opera in oggetto;

* i risultati dei rilevamenti effettuati devono essere trasmessi all’ARPA Piemonte, Dipartimento di Asti SC08;

* in caso di significativo aumento dei parametri di inquinamento dovranno essere individuati ulteriori sistemi di mitigazione volti alla riduzione degli impatti, a carico del proponente e da concordare col Comune;

* sono fatti salvi i diritti e gli interessi di terzi, nonché le competenze di altri Organi, Amministrazioni o Enti in senso autorizzativo ai fini della realizzazione dell’intervento in oggetto.

10. Il rilascio dell’autorizzazione regionale ex art. 26 L.R. 56/1977 dovrà essere subordinato all’acquisizione dei seguenti elementi:

* dichiarazione del Comune di Isola d’Asti che con atto ufficiale proprio prende atto che le “opere di riassetto territoriale” che minimizzano il rischio geologico sull’area sono realizzate, collaudate e mantenute in condizioni di piena efficienza ed efficacia nel tempo e che conseguentemente attesta l’avvenuta minimizzazione del rischio geologico associato con l’area allo stato attuale in caso di piena del fiume Tanaro; inoltre, il Comune deve dichiarare che la realizzazione del sistema di smaltimento delle acque di ristagno concordate col proponente e a carico di quest’ultimo sono tali e sufficienti da minimizzare anche il rischio residuo connesso all’utilizzazione futura dell’area secondo il progetto in esame;

* gli studi di approfondimento prescritti al punto 2. ACQUE: Relazione geologica dell’area, Relazioni geologica e geotecnica previste dal D.M. 11.03.1988, per il progetto dell’insediamento commerciale e le opere connesse, Studio idraulico di dettaglio sul Rio Bragna e Relazione idraulica-idrogeologica dell’area;

* il progetto del migliore sistema di smaltimento delle acque di ristagno concordato tra ARPA, Direzione Opere Pubbliche della Regione Piemonte e Comune di Isola d’Asti;

* il Progetto Municipale adeguato a tutte le prescrizioni architettoniche, strutturali e costruttive che dovessero evidenziarsi necessarie a seguito degli studi di approfondimento sopra elencati e che avrà recepito le prescrizioni contenute nel presente atto e a quanto previsto nel cronoprogramma.

11. Il Comune dovrà verificare, prima del rilascio del Permesso di Costruire, il rispetto di tutte le prescrizioni riportate nel presente dispositivo ed il provvedimento comunale dovrà contenere interamente le prescrizioni di cui al punto 9, nonché quelle che verranno riportate nell’atto di autorizzazione regionale ex art. 26 L.R. 56/1977.

12. Si invita il proponente a prendere visione interamente dei pareri pervenuti a codesto settore per quanto di competenza di ogni organo interessato ai sensi dell’art. 9 della L.R. 40/1998 e gli si ricorda che è entrato in vigore il D.Lgs. 152/2006, Testo Unico in materia ambientale, cui dovrà verificare di attenersi.

Copia della presente determinazione verrà inviata al proponente ed ai soggetti interessati di cui all’art. 9 della l.r. 40/98 e depositata presso l’Ufficio di deposito progetti della Regione Piemonte.

Avverso la presente Determinazione é ammesso ricorso innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte entro il termine di 60 giorni a decorrere dalla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione o in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla data di cui sopra.

La presente determinazione sarà pubblicata sul Bollettino della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 65 dello Statuto ed ai sensi dell’art. 12, comma 8 della l.r. n. 40/1998.

Il Dirigente responsabile
Patrizia Vernoni