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Supplemento Ordinario n. 2 al B.U. n. 35

Codice 23.1
D.D. 22 maggio 2006, n. 32

L.R. n. 40/1998 - Fase di verifica della procedura di VIA inerente al progetto “Progetto esecutivo in fascia B naturale - Lavori di adeguamento al franco di sicurezza - torrente Terdoppio sponda destra a valle di c.so Trieste” presentato dal Comune di Novara. Esclusione del progetto dalla fase di valutazione di cui all’art. 12 della L.R. n. 40/1998

(omissis)

IL DIRIGENTE

(omissis)

determina

di ritenere che il progetto “Progetto esecutivo in fascia B naturale - Lavori di adeguamento al franco di sicurezza - Torrente Terdoppio sponda destra, a valle di c.so Trieste” presentato dal Comune di Novara, sia escluso dalla fase di valutazione di cui all’articolo 12, per le ragioni dettagliatamente espresse in premessa, subordinatamente al rispetto delle seguenti condizioni, vincolanti ai fini dei successivi provvedimenti necessari alla realizzazione dell’intervento:

1. Poiché tutte le autorizzazioni già rilasciate in precedenza, ai sensi dell’art. 21 della L.R. 40/1998, sono nulle, le stesse dovranno essere confermate dopo la conclusione della presente fase procedurale.

2. Viste le incongruenze presenti nel progetto circa il valore della pendenza da assegnare alle scarpate arginali (al paragrafo 3.2 della “Relazione ambientale”, risulta che la scarpata lato alveo avrà una pendenza 1/3 e quella lato campagna 3/2, mentre nella “Relazione tecnica” al capitolo 5 si dice che le scarpate avranno pendenza 1/2 sia sul lato campagna che sul lato alveo e la tavola “Particolare costruttivo” evidenzia una pendenza 2/3 su entrambe le scarpate), nell’aggiornamento del progetto esecutivo dovranno essere chiariti i valori delle pendenze delle scarpate arginali.

3. Considerato che dalla descrizione del pacchetto antierosivo non sono chiare né le modalità né le fasi sequenziali di realizzazione di tale pacchetto (al paragrafo 3.2 della “Relazione ambientale” risulta che il terreno sul lato alveo sarà rivestito con una stuoia vegetale in fibra naturale preseminata, mentre nel Computo metrico estimativo e nella Relazione tecnica si parla sempre di inerbimento tramite idrosemina; inoltre al paragrafo 3.2 della “Relazione ambientale”, il pacchetto antierosivo ha anche una funzione antinfiltrazione grazie alla posa di una

geomembrana sintetica di polietilene impermeabile, che non è però citata né nella Relazione tecnica, né nella voce 9.35 del Computo metrico estimativo; infine nel Computo metrico estimativo si evidenzia che sulla sponda del lato alveo, dove è prevista la posa del pacchetto antierosivo, sarebbero ripetute due volte la posa e lo spandimento di terra agraria e la realizzazione dell’inerbimento mediante idrosemina), nell’aggiornamento del progetto esecutivo dovrà essere riprogettato il pacchetto antierosivo, chiarendo esattamente le fasi e le modalità di realizzazione ed evitando la ripetizione di talune operazioni (stesura del terreno agrario, inerbimento). Dovranno inoltre essere aggiornati di conseguenza il Computo metrico estimativo e il Capitolato speciale d’appalto. Tale documentazione dovrà essere trasmessa alla Direzione Regionale Territorio Rurale.

4. Poiché in sede di Conferenza di Sevizi dell’8 maggio 2006, il proponente ha dichiarato che nell’area interessata dall’intervento è stata verificata la presenza di nutrie, che, con la loro attività di scavo di tane e gallerie sulle sponde dei corsi d’acqua, possono ridurre la funzionalità dell’argine previsto in progetto, si suggerisce di sistemare, all’interno del pacchetto antierosivo, un sistema di protezione meccanica antintrusiva mediante la posa di una rete metallica zincata a maglia fitta.

5. Si sconsiglia l’impiego di materiale preseminato per l’inerbimento delle scarpate arginali a causa degli scarsi risultati in termini di attecchimento vegetale.

6. Considerato che la palificata semplice ad un corrente prevista è descritta come tale alla voce 6.29 del Computo metrico estimativo, mentre nella tavola “Particolare costruttivo” è rappresentata come palificata a due correnti realizzata con utilizzo di sciaveri (mezzi tronchi),

per la realizzazione della palificata stessa non dovranno essere utilizzati sciaveri, come indicato nella tavola “Particolare costruttivo”, in quanto, oltre a non essere previsti nella voce di computo, da un punto di vista tecnico hanno una scarsa funzionalità perché si degradano rapidamente.

7. Considerato che nella “Relazione tecnica” è prevista e commentata la messa a dimora di materiale arbustivo ed arboreo, che non è stata progettata (tramite definizione di localizzazione, tipologia di impianto, lineare o a gruppi, numero complessivo di esemplari da mettere a dimora,

costi relativi) e di cui non è prevista la fornitura e la posa in alcuna voce del Computo metrico estimativo né del Capitolato Speciale d’ appalto e che, anche per gli interventi di manutenzione successiva all’impianto, previsti nella Relazione suddetta, non sono previste voci di costo nel Computo metrico estimativo, dovrà essere effettuato l’aggiornamento del progetto esecutivo, che dovrà essere approvato dal Comune di Novara, in cui dovranno essere descritti, rappresentati e collocati planimetricamente gli interventi di recupero ambientale previsti, tenendo conto che l’ eventuale presenza della geomembrana sintetica in polietilene impermeabile nell’ambito del pacchetto antierosivo non consente lo sviluppo dell’apparato radicale delle piante che verrebbero messe a dimora, che nel caso in cui le radici delle piante riuscissero invece a penetrare tale geomembrana, verrebbe meno la sua funzionalità antinfiltrazione e che risulta incompatibile la messa a dimora di materiale arboreo ed arbustivo con la presenza ad una profondità bassa (20 cm) del “non tessuto”, in quanto la crescita dell’apparato radicale delle piante minerebbe la funzionalità e l’omogeneità del non tessuto stesso.

8. Nel caso in cui il proponente decidesse di realizzare l’impianto sulla scarpata arginale lato alveo, come dichiarato in sede di Conferenza di Sevizi dell’8 maggio 2006, dovranno essere prese in considerazione le problematiche relative alla sicurezza idraulica e, all’atto della riconferma dell’ autorizzazione idraulica di sua competenza, l’AIPO dovrà esplicitare i termini di eventuale ammissibilità delle piantumazioni in progetto.

9. Poiché al fine di una buona riuscita delle opere a verde e della loro funzionalità nel tempo, sono di fondamentale importanza gli interventi di manutenzione da svolgersi successivamente alla realizzazione delle stesse, il progetto esecutivo dovrà chiarire i soggetti che si dovranno fare carico della manutenzione delle opere a verde realizzate nell’ambito degli interventi in progetto, nei 5 anni successivi all’impianto delle specie e per le successive manutenzioni ordinarie e straordinarie.

10. Il Computo metrico estimativo dovrà essere aggiornato inserendo le voci relative alla fornitura e alla messa a dimora delle specie arboree ed arbustive e alla relativa manutenzione successiva

all’impianto.

11. Il terreno agrario derivante dalle operazioni di scotico dovrà essere adeguatamente accantonato, avendo cura di separare i diversi orizzonti pedologici, e conservato in modo da non alterarne le caratteristiche chimico-fisiche. Per quanto riguarda lo stoccaggio, i cumuli dovranno avere forma trapezoidale e non dovranno superare i 2-3 metri di altezza e i 2-3 metri di larghezza di base, in modo da non danneggiare la struttura e la fertilità del suolo accantonato. I cumuli dovranno essere protetti dall’insediamento di vegetazione infestante e dall’erosione idrica superficiale, procedendo subito al rinverdimento degli stessi con la semina

di un miscuglio di specie foraggiere con presenza di graminacee e leguminose o coprendoli con rete di juta. Il terreno di scotico dovrà quindi essere utilizzato nelle operazioni di ripristino ambientale delle aree interessate dagli interventi. Gli strati terrosi prelevati in fase di cantiere dovranno essere ricollocati secondo la loro successione originaria. Tutte le operazioni di movimentazione dovranno essere eseguite con mezzi e modalità tali da evitare eccessivi compattamenti del terreno.

12. Il taglio di vegetazione arborea dovrà essere limitato al minimo indispensabile e, al fine di evitare danneggiamenti agli alberi esistenti, dovrà essere posta particolare cura nella gestione della fase di cantiere.

13. Poiché gli interventi in progetto interessano il torrente Terdoppio, durante la fase di cantiere dovranno essere adottati tutti i provvedimenti necessari per limitare l’intorbidamento delle acque e soprattutto per evitare sversamenti accidentali di materiali, in modo da eliminare tutte le possibilità d’inquinamento delle acque.

14. Al fine di tutelare acque superficiali, suolo e sottosuolo a fronte di eventuali sversamenti accidentali di sostanze pericolose per l’ambiente, si dovrà dotare il cantiere di idonei sistemi tecnologici e di adeguate procedure operative di intervento al verificarsi dell’emergenza; lo stoccaggio di sostanze pericolose per l’ambiente, la manipolazione di tali sostanze e le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria dei mezzi di cantiere dovranno essere effettuati garantendo tutte le condizioni di sicurezza per i lavoratori e l’ambiente.

15. Si dovrà garantire l’idonea procedura di raccolta e smaltimento dei rifiuti prodotti, secondo le normative vigenti.

16. Al termine dei lavori i cantieri dovranno essere tempestivamente smantellati e dovrà essere effettuato lo sgombero e lo smaltimento dei materiali utilizzati per la realizzazione dell’opera, evitando la creazione di accumuli permanenti in loco. Per quanto riguarda le aree di cantiere, quelle di deponia temporanea, quelle utilizzate per lo stoccaggio dei materiali, eventuali piste di servizio realizzate per l’esecuzione dei lavori, nonché ogni altra area che risultasse degradata a seguito dell’esecuzione dei lavori in progetto, dovrà essere effettuato quanto prima il recupero e il ripristino morfologico e vegetativo dei siti.

17. Al Dipartimento ARPA territorialmente competente dovrà essere comunicato l’inizio ed il termine dei lavori, onde permettere il controllo dell’attuazione delle prescrizioni ambientali nella fase realizzativa dell’opera, ai sensi dell’art. 8 della L.R. 40/98.

18. Il Direttore dei lavori dovrà trasmettere all’ARPA Piemonte, Dipartimento di Novara, una dichiarazione, accompagnata da una relazione esplicativa, relativamente all’attuazione di tutte le misure prescritte, compensative, di mitigazione e di monitoraggio, incluse nella presente determinazione.

Copia della presente determinazione verrà inviata al proponente ed ai soggetti interessati di cui all’articolo 9 della L.R. 40/1998 e depositata presso l’Ufficio di deposito progetti della Regione.

Avverso la presente determinazione è ammesso ricorso al tribunale amministrativo regionale entro il termine di sessanta giorni dalla notificazione.

La presente determinazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 61 dello Statuto.

Il Dirigente responsabile
Carlo Pelassa