Torna al Sommario del Supplemento ordinario n. 1

Supplemento Ordinario n. 1 al B.U. n. 32

Codice 25.3
D.D. 1 giugno 2006, n. 873

L.R. 40/1998 - Fase di verifica della procedura di VIA inerente il progetto “Lavori di difesa e regimazione idraulica del Rio Santena - 2° stralcio funzionale - Sistemazione idraulica” presentato dal Comune di Poirino - Esclusione del progetto dalla Fase di valutazione di cui all’art. 12 della L.R. 40/1998.

(omissis)

IL DIRIGENTE

(omissis)

determina

1. di non sottoporre il progetto “Lavori di difesa e regimazione idraulica del Rio Santena - 2^ stralcio funzionale - Sistemazione idraulica ”, presentato dal Comune di Poirino, alla fase di valutazione di cui all’articolo 12 della L.R. 40/1998, per le ragioni dettagliatamente espresse in premessa, subordinatamente al rispetto delle seguenti prescrizioni, vincolanti ai fini del rilascio dei successivi provvedimenti necessari alla realizzazione dell’intervento:

Aspetti ambientali:

* nelle fasi successive di progettazione dovranno essere seguiti criteri finalizzati alla riduzione dell’impatto visivo delle opere, cercando di ricreare un contesto planoaltimetrico il più omogeneo possibile, riducendo al minimo le possibilità di creazione di aree intercluse, di difficile accesso e gestione;

* le eventuali aree intercluse non utilizzabili ai fini agricoli siano indirizzate alla realizzazione della fascia arborea - arbustiva di competenza fluviale, anche ai fini di una compensazione ambientale delle opere in progetto;

* nel realizzare la demolizione dell’attuale ponticello devono essere adottate procedure per il corretto smaltimento delle macerie; le stesse non devono essere impiegate per la realizzazione dell’argine in progetto;

* occorre valutare la fattibilità del maggior arretramento possibile dell’argine rispetto all’asse del corso d’acqua, compatibilmente con le preesistenze locali e l’andamento morfologico del terreno;

* per i lavori in prossimità di ricettori sensibili, o di insediamenti anche isolati posti nell’intorno dell’area di intervento, occorre effettuare una previsione dei livelli acustici indotti e verificare il rispetto dei limiti della zonizzazione acustica vigente, se disponibile, adeguando di conseguenza il cronoprogramma dei lavori e la durata delle operazioni di cantiere;

* in caso di periodi particolarmente siccitosi, favorevoli al sollevamento delle polveri in atmosfera, durante le lavorazioni si dovrà provvedere alla bagnatura del piazzale di cantiere e delle strade percorse dai mezzi operativi; tale operazione è effettuabile con apposite macchine attrezzate con apparecchiature irroratrici;

* occorre predisporre tutte le misure e le manutenzioni dei mezzi d’opera atte a scongiurare il rischio di immissione di sostanze inquinanti (olii e idrocarburi, polveri e sfridi, residui bituminosi e cementiti) nel corso d’acqua ed un piano di intervento rapido per il contenimento e l’assorbimento di eventuali sversamenti accidentali;

* nelle successive fasi di progettazione dovrà essere approfondita l’analisi relativamente alla presenza di specie ittiche nel tratto di corso d’acqua oggetto di intervento. Nel caso in cui si evidenziasse la presenza di ittiofauna, prima dell’esecuzione degli interventi in alveo dovranno essere effettuate, in accordo con la Provincia di Torino, le operazioni di allontanamento della stessa;

* al fine di ridurre al minimo gli impatti sulla fauna acquatica, durante l’esecuzione degli interventi in alveo dovrà essere garantito il deflusso delle acque del rio Santena attraverso la realizzazione di idonee opere provvisionali e il cantiere dovrà essere organizzato in modo da ridurre allo stretto indispensabile le deviazioni del corso d’acqua;

* al termine dei lavori, l’alveo dovrà essere ripristinato in maniera da presentare caratteristiche morfologiche di naturalità (quali irregolarità planimetriche del fondo) analoghe a quelle precedenti all’intervento, in modo da ridurre il più possibile gli effetti di “banalizzazione” dell’alveo stesso che penalizzerebbero il rapido recupero delle caratteristiche dell’habitat originario;

* il terreno agrario derivante dalle operazioni di scotico dovrà essere adeguatamente accantonato, avendo cura di separare i diversi orizzonti pedologici, e conservato in modo da non alterarne le caratteristiche chimico-fisiche. Per quanto riguarda lo stoccaggio, i cumuli dovranno avere forma trapezoidale e non dovranno superare i 2-3 metri di altezza e i 2-3 metri di larghezza di base, in modo da non danneggiare la struttura e la fertilità del suolo accantonato. I cumuli dovranno essere protetti dall’insediamento di vegetazione infestante e dall’erosione idrica superficiale, procedendo subito al rinverdimento degli stessi con la semina di un miscuglio di specie foraggiere con presenza di graminacee e leguminose o coprendoli con rete di juta. Il terreno di scotico dovrà quindi essere utilizzato nelle operazioni di ripristino ambientale delle aree interessate dagli interventi. Gli strati terrosi prelevati in fase di cantiere dovranno essere ricollocati secondo la loro successione originaria. Tutte le operazioni di movimentazione dovranno essere eseguite con mezzi e modalità tali da evitare eccessivi compattamenti del terreno;

* il progetto definitivo dovrà sviluppare la progettazione degli interventi di recupero (inerbimento, impianto di specie arboree ed arbustive) delle superfici interessate dalla realizzazione dei lavori in progetto, con particolare attenzione alle aree di cantiere e ai rilevati arginali che dovranno essere inerbiti, oltre che degli interventi di mitigazione e di compensazione ambientale. Gli importi relativi a tali interventi dovranno essere previsti in computo metrico estimativo;

* le opere a verde di recupero e di riqualificazione ambientale, di mitigazione e di compensazione dovranno essere eseguite nelle stagioni idonee (primavera ed autunno), utilizzando specie erbacee, arbustive ed arboree autoctone adatte alle condizioni stazionali. Vista l’importanza della buona riuscita degli interventi di recupero e di riqualificazione ambientale, al fine di garantire l’attecchimento del materiale vegetale utilizzato, il proponente dovrà prevedere un periodo di manutenzione di tali opere, da svolgersi nel primo triennio successivo alla realizzazione delle stesse, che preveda la risemina delle superfici ove si sia verificato un mancato o un ridotto sviluppo della copertura erbacea e la sostituzione delle fallanze nell’ambito delle formazioni arboree ricostituite;

* il Capitolato Speciale d’Appalto dovrà essere integrato con le indicazioni specifiche relative alla realizzazione di opere a verde (inerbimento, messa a dimora di specie arboree ed arbustive);

* al termine dei lavori i cantieri dovranno essere tempestivamente smantellati e dovrà essere effettuato lo sgombero e lo smaltimento dei materiali utilizzati per la realizzazione dell’opera, evitando la creazione di accumuli permanenti in loco. Per quanto riguarda le aree di cantiere, quelle di deponia temporanea, quelle utilizzate per lo stoccaggio dei materiali, le piste di servizio realizzate per l’esecuzione degli interventi, nonché ogni altra area che risultasse degradata a seguito dell’esecuzione dei lavori in progetto, dovrà essere effettuato quanto prima il recupero e il ripristino morfologico e vegetativo dei siti.

* Aspetti paesistico-ambientali:

* le caratteristiche del materiale lapideo da utilizzare per i lavori siano coerenti per cromatismo e tipologia a quelle delle pietre presenti nei luoghi di intervento;

* le parti in vista in cemento del nuovo ponte siano finite con trattamenti, tipo martellinatura, che ne renda uniforme la rugosità;

* le scogliere siano intasate a non completo rifiuto con baiacca cementizia, i giunti a vista siano riempiti con terreno vegetale per favorire il rapido inserimento della vegetazione spontanea al fine di mitigare la presenza del manufatto nel contesto ambientale.

* Aspetti tecnico-amministrativi:

* nelle successive fasi progettuali dovranno essere esaminate nel dettaglio le eventuali interferenze tra le opere e le tubazioni di due gasdotti presenti nell’area di intervento, nonché con la fognatura, in corso di realizzazione, che attraverserà in sub-alveo il Rio Santena;

* dovrà essere comunicato al Dipartimento ARPA Piemonte territorialmente competente l’inizio ed il termine dei lavori, onde permettere il controllo dell’attuazione delle prescrizioni ambientali nella fase realizzativa delle opere ai sensi dell’art. 8 della L.R. 40/1998;

* dovranno essere concordate con il Dipartimento ARPA di Torino le modalità e le tempistiche di attuazione delle attività di monitoraggio suddette;

* il Direttore dei lavori dovrà trasmettere, secondo le tempistiche da concordare in fase di progettazione del monitoraggio, All’ARPA Piemonte, Dipartimento di Torino una dichiarazione, accompagnata da una relazione esplicativa, relativamente all’attuazione di tutte le misure compensative, di mitigazione e di monitoraggio prescritte con il presente atto;

2. di stabilire che il soggetto proponente prima dell’inizio dei lavori dovrà richiedere ed ottenere l’autorizzazione in linea idraulica, ai sensi del R.D. n. 523/1904, da questo Settore per gli interventi di ricalibratura del Rio Santena e per il rifacimento del ponticello e dall’A.I.PO per l’argine sulla fascia B di progetto del Torrente Banna.

Copia della presente determinazione verrà inviata al proponente ed ai soggetti interessati di cui all’articolo 9 della l.r. 40/1998 e depositata presso l’Ufficio di deposito progetti della Regione.

Avverso la presente determinazione è ammesso ricorso giuristizionale, da parte dei soggetti legittimati, avanti al Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte entro il termine di sessanta giorni dal ricevimento della presente oppure ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla data di ricevimento secondo quanto previsto dal D.P.R. 24.11.1971 n. 1199.

La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte secondo quanto stabilito dallo Statuto.

Il Dirigente responsabile
Andrea Tealdi