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Bollettino Ufficiale n. 31 del 3 / 08 / 2006

Codice 25.6
D.D. 20 marzo 2006, n. 456

L.R. 40/98 - Fase di verifica della procedura di VIA inerente il progetto “ Alluvione 14/15 luglio 2002 - Interventi di sistemazione idraulica ed idrogeologica - T. Josina in loc. Madonnna dei Boschi e Rio Bedale in loc. La Verna in comune di Peveragno” - Proponente: Comune di Peveragno - Esclusione del progetto dalla Fase di valutazione di cui all’art. 12 della L.R. 40/1998 -

(omissis)

IL DIRIGENTE

(omissis)

determina

1. di considerare le premesse parte integrante della presente Determinazione Dirigenziale;

2. di concludere il procedimento relativo alla Fase di Verifica di compatibilità ambientale (ex art. 10- L.R. 40/1998) del progetto: “Alluvione 14-15 luglio 2002 - Interventi di sistemazione idraulica ed idrogeologica - Ricostruzione ponte e difese spondali in località Madonna dei Boschi sul T. Josina - IV lotto funzionale - Regimazione superficiale delle acque e realizzazione di difese spondali in località ”La Verna" sul Rio Bedale", da localizzarsi nel Comune di Peveragno (CN) e di non sottoporre il progetto alla fase di valutazione e giudizio di compatibilità ambientale ai sensi dell’art. 12 della L.R. 40/1998;

3. di richiedere al Comune di Peveragno che nel corso della redazione del progetto definitivo vengano recepite le prescrizioni vincolanti nel seguito elencate, finalizzate all’ottimizzazione del progetto dal punto di vista ambientale:

* Poiché gli interventi in progetto interessano dei corsi d’acqua (torrente Josina e rio Bedale), dovranno essere adottati tutti i provvedimenti necessari per limitare, durante la fase di cantiere, l’intorbidamento delle acque e soprattutto per evitare sversamenti accidentali di materiali, in modo da eliminare tutte le possibilità d’inquinamento delle acque.

* Al termine dei lavori l’alveo dei corsi d’acqua interessati dalla realizzazione degli interventi in progetto dovrebbe essere ripristinato in maniera tale da presentare caratteristiche morfologiche di naturalità (quali irregolarità planimetriche del fondo, presenza residua di materiale lapideo di pezzatura rappresentativa e caratterizzante) analoghe a quelle precedenti all’intervento, in modo da non determinare effetti di “banalizzazione” dell’alveo stesso che penalizzerebbero il rapido recupero delle caratteristiche dell’habitat originario.

* Al fine di ridurre al minimo gli impatti sulla fauna acquatica, durante l’esecuzione degli interventi in alveo dovrà essere garantito il deflusso delle acque del torrente Josina e del rio Bedale attraverso la realizzazione di opere provvisionali e il cantiere dovrà essere organizzato in modo da ridurre allo stretto indispensabile le tempistiche relative alle operazioni di disalveo e alle deviazioni dei corsi d’acqua.

* Qualora risultasse la necessità di effettuare il taglio di vegetazione arborea, questo dovrà essere limitato al minimo indispensabile. Laddove sia previsto l’abbattimento della vegetazione esistente, dovrebbe essere prevista la piantumazione compensativa di essenze arboree e arbustive autoctone per avviare il processo di rinaturalizzazione dell’area oggetto dei lavori. Dovrà inoltre essere posta particolare cura nella gestione della fase di cantiere al fine di evitare danneggiamenti agli alberi esistenti.

* Qualora nella redazione del progetto definitivo/esecutivo risultasse la possibilità di effettuare lo scotico di terreno vegetale nelle superfici interessate dall’intervento, si dovrà provvedere all’accantonamento, alla conservazione e al riutilizzo del terreno di scotico per la sistemazione superficiale delle aree interessate dai lavori.

* Nel progetto definitivo/esecutivo dovranno essere sviluppati adeguatamente gli interventi di ripristino ambientale delle aree degradate a seguito dell’esecuzione dei lavori. Le opere a verde dovranno essere eseguite nelle stagioni idonee (primavera ed autunno) utilizzando specie erbacee autoctone adatte alle condizioni stazionali. Dovrà inoltre essere previsto un periodo di manutenzione obbligatoria di tali opere, da svolgersi almeno nell’anno successivo alla realizzazione delle opere stesse, in modo da garantire l’attecchimento del materiale vegetale.

* Dovrà essere comunicato al Dipartimento ARPA territorialmente competente l’inizio ed il termine dei lavori, onde permettere il controllo dell’attuazione delle prescrizioni ambientali nella fase realizzativa dell’opera ai sensi dell’art. 8 della L.R. 40/98.

* Al termine dei lavori i cantieri dovranno essere tempestivamente smantellati e dovrà essere effettuato lo sgombero e lo smaltimento dei materiali utilizzati per la realizzazione delle opere,evitando la creazione di accumuli permanenti in loco. Per quanto riguarda le aree di cantiere,quelle di deponia temporanea,quelle utilizzate per lo stoccaggio dei materiali,le eventuali piste di servizio realizzate per l’esecuzione delle opere,nonché ogni altra area che risultasse degradata a seguito dell’esecuzione dei lavori in progetto,dovrà essere effettuato quanto prima il recupero e il ripristino morfologico e vegetativo dei siti.

* Prima dell’esecuzione degli interventi in alveo dovranno essere effettuate, in accordo con la Provincia di Cuneo, le operazioni di allontanamento dell’ittiofauna eventualmente presente.

* le attività di escavazione e rimodellamento in alveo siano condensate nel più breve arco temporale possibile, in periodo di asciutta o di magra. Qualora il regime idrico e la conformazione dell’alveo non consentano di operare a secco, sarà cura del proponente assicurarsi che le riprofilature d’alveo siano effettuate in modo tale da non interrompere del tutto la continuità ecologico-funzionale del corso d’acqua attraverso, ad esempio, la diversione temporanea delle acque o la loro canalizzazione in savanelle; in tale evenienza, qualora sia presente, nei tratti di torrente interessati da opere in alveo, una ittiofauna locale, dovranno essere mantenute o realizzate aree idonee alla sopravvivenza della stessa;

* si eviti di conferire al fondo del letto torrentizio un eccessivo grado di regolarità e artificiosità; a tal fine, siano mantenute, laddove non indispensabile intervenire, residue aree di naturalità del corso d’acqua; nei punti oggetto di disalveo il nuovo profilo sia realizzato in modo da essere coerente con queste ultime anche da un punto di vista litologico;

* le attività di manutenzione, rabbocco, rifornimento e lavaggio dei mezzi di cantiere, così come il deposito temporaneo dei prodotti chimici in uso ai cantieri siano svolti esternamente all’alveo, in luogo dedicato e opportunamente impermeabilizzato;

* siano predisposte tutte le misure atte a scongiurare il rischio di immissione accidentale di sostanze inquinanti nei due corsi d’acqua. A tal fine, dovrà essere predisposto un piano di intervento rapido per il contenimento e l’assorbimento di eventuali sversamenti, anche sul terreno.

* Siano adottati i più accurati ed efficienti sistemi cautelativi finalizzati a garantire eventualmente la tutela di ogni infrastruttura acquedottistica presente in quell’area.

* Il progetto dovrà essere integrato da una relazione geologica, accompagnata da approfondimenti cartografici, redatta da tecnico abilitato, che contenga un’analisi dettagliata della situazione geologica, geomorfologia e idrogeologica locale, e delle possibili interferenze delle opere in progetto in particolare con la dinamica torrentizia.

Copia della presente determinazione verrà inviata al proponente ed ai soggetti interessati di cui all’articolo 9 della l.r. 40/1998 e depositata presso l’Ufficio di deposito progetti della Regione.

Avverso la presente determinazione è ammesso ricorso al tribunale amministrativo regionale entro il termine di sessanta giorni.

La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 65 dello Statuto.

Il Dirigente responsabile
Carlo Giraudo