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Bollettino Ufficiale n. 20 del 18 / 05 / 2006
Corte Costituzionale
Sentenza n. 173/2006
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE COSTITUZIONALE
composta dai signori:
- Annibale Marini Presidente
- Franco Bile Giudice
- Giovanni Maria Flick Giudice
- Francesco Amirante Giudice
- Ugo De Siervo Giudice
- Romano Vaccarella Giudice
- Paolo Maddalena Giudice
- Alfio Finocchiaro Giudice
- Alfonso Quaranta Giudice
- Franco Gallo Giudice
- Gaetano Silvestri Giudice
- Sabino Cassese Giudice
- Maria Rita Saulle Giudice
- Giuseppe Tesauro Giudice
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
nel giudizio di legittimità costituzionale dellart. 4, comma 1, della legge della Regione Piemonte 24 dicembre 2004, n. 39 (Costituzione dellAzienda Sanitaria Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino), promosso con ricorso del Presidente del Consiglio dei ministri notificato il 25 febbraio 2005, depositato in cancelleria il 7 marzo 2005 ed iscritto al n. 31 del registro ricorsi 2005.
Visto latto di costituzione della Regione Piemonte;
udito nelludienza pubblica del 21 febbraio 2006 il Giudice relatore Annibale Marini;
uditi lavvocato dello Stato Paolo Cosentino per il Presidente del Consiglio dei ministri e lavvocato Anita Ciavarra per la Regione Piemonte.
Ritenuto in fatto
1.- Con ricorso ritualmente notificato e depositato il Presidente del Consiglio dei ministri, rappresentato e difeso dallAvvocatura generale dello Stato, ha sollevato questione di legittimità costituzionale dellart. 4, comma 1, della legge della Regione Piemonte 24 dicembre 2004, n. 39 (Costituzione dellAzienda Sanitaria Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino), per contrasto con gli artt. 42, secondo e terzo comma, 97, primo comma, 117, secondo comma, lettera l), e 120 della Costituzione.
La norma impugnata, nel disporre lattribuzione, a titolo non oneroso, alle Aziende sanitarie locali territorialmente competenti, dei beni immobili sedi dei presidi ospedalieri di Lanzo Torinese e Valenza, eccederebbe lambito delle competenze regionali in quanto tali immobili farebbero parte del patrimonio della Fondazione Ordine Mauriziano, costituita con lart. 2, comma 1, del decreto-legge 19 novembre 2004, n. 277 (Interventi straordinari per il riordino e il risanamento economico dellEnte Ordine Mauriziano di Torino), convertito in legge, con modificazioni, dallart. 1 della legge 21 gennaio 2005, n. 4.
La disposizione ablatoria del diritto di proprietà della Fondazione sugli immobili de quibus violerebbe sia lart. 42, secondo e terzo comma, della Costituzione, per 1illegittima lesione dell autonomia patrimoniale della Fondazione, realizzata senza indennizzo e senza le garanzie procedimentali proprie dello strumento espropriativo; sia lart. 117, secondo comma, lettera l), della Costituzione, incidendo nella materia dellordinamento civile, riservata allo Stato; sia il principio di leale collaborazione di cui allart. 120, secondo comma, della Costituzione, contravvenendo al protocollo dintesa stipulato nel 2003 tra la Regione Piemonte e lOrdine Mauriziano, con il quale la Regione si era impegnata ad assumere in conduzione ovvero ad acquistare a titolo oneroso gli immobili di cui si tratta, al prezzo determinato sulla base di criteri individuati nello stesso protocollo.
Ne conseguirebbe - ad avviso dellAvvocatura - la violazione del principio di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione, di cui allart. 97, primo comma, della Costituzione, e del connesso affidamento ingenerato nellOrdine Mauriziano.
2.- La Regione Piemonte si è costituita in giudizio concludendo per la declaratoria di non fondatezza della questione, con riserva di ulteriori deduzioni e memorie.
3.- Nellimminenza delludienza pubblica lAvvocatura dello Stato ha depositato una memoria illustrativa, sottolineando innanzitutto che la legge regionale, dichiaratamente volta a disciplinare linserimento dellEnte Ospedaliero Ordine Mauriziano di Torino nellordinamento giuridico sanitario regionale ai sensi dellart. 1 del decreto-legge 19 novembre 2004, n. 277", è stata frettolosamente ed inopportunamente emanata nelle more della conversione in legge del suddetto decreto-legge, quando ancora non era dato conoscere se esso sarebbe stato effettivamente convertito in legge e con quali modifiche.
Osserva quindi la parte ricorrente che lEnte Ordine Mauriziano di Torino non è soltanto un ente ospedaliero - tale qualificato in primis dal comma terzo della XIV disposizione transitoria e finale della Costituzione - in quanto le sue finalità statutarie ricomprendono anche attività di beneficenza e sostegno, di valorizzazione del patrimonio storico e artistico dellOrdine e correlata attività di promozione culturale, attività di culto [...] e attività di istruzione.
Di siffatta specificità dellOrdine sarebbe segno la disposizione transitoria citata, che alla fine del terzo comma prevede che esso funzioni nei modi stabiliti dalla legge, con ciò marcandone la differenza dagli enti ospedalieri in genere.
A tale disposizione costituzionale - e non certo ai generali limiti dellattività legislativa regionale - farebbe, appunto, riferimento lart. 1, comma 2, del decreto-legge n. 277 del 2004, come sostituito dalla legge di conversione n. 4 del 2005 (successiva alla legge regionale), nel prevedere che la Regione Piemonte disciplinerà lattività dellEnte nel rispetto della previsione costituzionale.
Da tali premesse discende - ad avviso dellAvvocatura - la sicura illegittimità costituzionale di una disposizione, come quella impugnata, che incide pesantemente sul patrimonio immobiliare dellOrdine, in un senso del tutto difforme dal disegno sotteso alla normativa statale.
Innanzitutto la Regione sarebbe priva di potestà normativa, in quanto gli immobili di cui si tratta sono stati devoluti dallart. 2, comma 2, del decreto-legge n. 277 del 2004 alla Fondazione Ordine Mauriziano, cosicché la materia ricadrebbe nella disciplina delle persone giuridiche, di pertinenza statale ai sensi dellart. 117, secondo comma, lettera l), della Costituzione.
Inoltre la previsione di trasferimento a titolo gratuito si porrebbe in contrasto con lart. 42, secondo e terzo comma, della Costituzione.
Sarebbero, infine, lesi sia il principio di buon andamento della pubblica amministrazione, di cui allart. 97, primo comma, della Costituzione, sia il principio di leale collaborazione, trattandosi di materia non esclusivamente sanitaria ma congiunta ad altre di natura non sanitaria.
4.- Anche la Regione Piemonte ha depositato una memoria illustrativa, nella quale innanzitutto ricorda che il decreto-legge n. 277 del 2004, convertito dalla legge n. 4 del 2005, costituendo, allart. 2, la Fondazione Ordine Mauriziano, cui sono stati trasferiti tutti i beni già appartenenti allOrdine, esclusi i presidi ospedalieri Umberto I di Torino e Istituto per la ricerca e la cura del cancro (IRCC) di Candiolo (Torino), ha separato - con operazione, peraltro, di dubbia legittimità costituzionale alla luce della XIV disposizione transitoria e finale della Costituzione - le attività sanitarie, rimaste in capo allEnte Ordine Mauriziano, da tutte le altre attività dellOrdine, attribuite alla Fondazione.
Il medesimo decreto-legge, tuttavia, avrebbe erroneamente omesso di considerare tra i beni inerenti allattività sanitaria anche i presidi ospedalieri di Lanzo Torinese e Valenza, che viceversa la legge regionale ha preso in considerazione nel disciplinare lintera organizzazione di beni, personale e servizi costituenti il complesso funzionale ed indivisibile dell Ente Ospedaliero Ordine Mauriziano" inserito nellordinamento giuridico sanitario regionale".
Il ricorso del Governo, che pretenderebbe di sottrarre allordinamento giuridico sanitario regionale i due presidi ospedalieri di cui si tratta, sarebbe pertanto frutto di una prospettazione incongruente ed irrazionale, che porterebbe a violare lunitarietà costituzionalmente stabilita dellEnte ospedaliero Ordine Mauriziano, in capo al quale - secondo la Regione - sarebbe rimasta la proprietà dei suddetti presidi ospedalieri, in quanto funzionalmente collegati allattività sanitaria, nonostante lomissione nella quale è incorso il legislatore statale.
Non vi sarebbe, dunque, violazione dellart. 42, secondo e terzo comma, della Costituzione, in quanto lEnte ospedaliero Ordine Mauriziano è inserito, con tutte le sue strutture ospedaliere, ivi compresi i presidi ospedalieri di Lanzo Torinese e di Valenza, nellordinamento giuridico sanitario regionale.
Nemmeno sarebbe violato, di conseguenza, lart. 117, secondo comma, lettera 1), della Costituzione, proprio in quanto i suddetti presidi non appartengono alla Fondazione Ordine Mauriziano.
Non sussisterebbe, daltro canto, alcuna violazione del principio di leale collaborazione tra Stato e Regione né del principio di buon andamento della pubblica amministrazione, in quanto la legge regionale impugnata ha dato attuazione alle previsioni del decreto-legge 19 novembre 2004, n. 277, e della legge di conversione 21 gennaio 2005, n. 4, che hanno evidentemente travolto e superato ogni precedente intesa tra Stato e Regione riguardo alla stipulazione di convenzioni.
La legge regionale, infine, in quanto rispettosa dellunitarietà dellente Ordine Mauriziano, non si porrebbe neanche in contrasto con la XIV disposizione transitoria e finale della Costituzione.
Se dunque - conclude la Regione - nella vicenda normativa riguardante lOrdine Mauriziano sussiste un vizio di incostituzionalità, tale vizio non può che risalire alla normativa statale, nella parte in cui ha disposto la separazione delle attività sanitarie dalle altre attività svolte dallOrdine.
Considerato in diritto
1.- Il Presidente del Consiglio dei ministri ha sollevato questione di legittimità costituzionale dellart. 4, comma 1, della legge della Regione Piemonte 24 dicembre 2004, n. 39 (Costituzione dellAzienda Sanitaria Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino), per contrasto con gli artt. 42, secondo e terzo comma, 97, primo comma, 117, secondo comma, lettera 1), e 120 della Costituzione.
La norma impugnata - che attribuisce, a titolo non oneroso, al patrimonio delle Aziende sanitarie locali territorialmente competenti i beni mobili ed immobili costituenti i presidi ospedalieri di Lanzo Torinese e Valenza inciderebbe, in primo luogo, nella materia della disciplina delle persone giuridiche, di pertinenza statale ai sensi dellart. 117, secondo comma, lettera 1), della Costituzione, disponendo della proprietà di beni attribuiti alla Fondazione Ordine Mauriziano dallart. 2, comma 2, del decreto-legge 19 novembre 2004, n. 277 (Interventi straordinari per il riordino e il risanamento economico dellEnte Ordine Mauriziano di Torino), convertito in legge, con modificazioni, dallart. 1 della legge 21 gennaio 2005, n. 4.
Il trasferimento coattivo dei suddetti beni a titolo gratuito si porrebbe, altresì, in contrasto con lart. 42, secondo e terzo comma, della Costituzione, e violerebbe inoltre il principio di buon andamento della pubblica amministrazione, quello della leale collaborazione tra Stato e Regioni, trattandosi di materia non esclusivamente sanitaria ma congiunta ad altre di natura non sanitaria, nonché laffidamento ingenerato nell Ordine Mauriziano dallesistenza di un protocollo dintesa stipulato nel 2003 con la Regione Piemonte, con il quale la Regione stessa si era impegnata ad assumere in conduzione ovvero ad acquistare a titolo oneroso gli immobili di cui si tratta, al prezzo determinato sulla base di criteri individuati nello stesso protocollo.
2.- La questione è fondata.
Va premesso che i beni cui la norma impugnata fa riferimento, già appartenenti allente ospedaliero Ordine Mauriziano, sono stati attribuiti dallart. 2, comma 2, del decreto-legge n. 277 del 2004, convertito in legge, con modificazioni, dallart. 1 della legge n. 4 del 2005, alla Fondazione Ordine Mauriziano, costituita con lart. 2, comma 1, dello stesso decreto-legge, con lo scopo, tra laltro, di gestire il patrimonio e i beni trasferiti ai sensi del comma 2, nonché di operare per il risanamento finanziario dellEnte anche mediante la dismissione dei beni del patrimonio disponibile trasferito (art. 2, comma 4).
Il citato comma 2 dellart. 2 dispone, infatti, che sia trasferito alla Fondazione lintero patrimonio immobiliare e mobiliare dellEnte, con esclusione dei presidi ospedalieri di cui allart. 1, comma 1", vale a dire i presidi ospedalieri Umberto I di Torino e Istituto per la ricerca e la cura del cancro (IRCC) di Candiolo (Torino), cosicché non può esservi alcun dubbio riguardo allattribuzione alla Fondazione anche degli immobili sedi dei presidi di Lanzo Torinese e Valenza, di cui la norma regionale si occupa, non consentendo linequivoco dato testuale alcuna diversa interpretazione della richiamata disciplina.
Ciò posto, ne discende che la norma regionale impugnata, operando un diretto trasferimento di beni da una persona giuridica del tutto estranea all ordinamento sanitario regionale - qual è la Fondazione Ordine Mauriziano - ad una Azienda sanitaria locale, incide sul patrimonio della persona stessa e rientra quindi nella materia dellordinamento civile, riservata allo Stato, in via esclusiva, dallart. 117, secondo comma, lettera 1), della Costituzione.
Resta assorbita ogni altra censura.
PER QUESTI MOTIVI
LA CORTE COSTITUZIONALE
dichiara lillegittimità costituzionale dellart. 4, comma 1, della legge della Regione Piemonte 24 dicembre 2004, n. 39 (Costituzione dellAzienda Sanitaria Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino).
Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 20 aprile 2006.
Depositata in cancelleria il 28 aprile 2006