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Bollettino Ufficiale n. 08 del 23 / 02 / 2006

Codice 23.1
D.D. 5 dicembre 2005, n. 99

L.R. n. 40/98 - Fase di verifica della procedura di Via inerente al progetto “ Sistemazione idraulica del fiume Borbore con interventi di ricalibratura e tecniche di ingegneria naturalistica”, presentato dall’AIPO, localizzato nei comuni di Celle Enomondo, San Damiano d’Asti e Canale ( AT e CN). Necessita’ di sottoporre il progetto alla Fase di valutazione di cui all’art. 12 della L.R. n. 40/1998

(omissis)

IL DIRIGENTE

(omissis)

determina

di ritenere che il progetto “Sistemazione idraulica del fiume Borbore con interventi di ricalibratura e tecniche di ingegneria naturalistica” presentato dall’AIPO, localizzato nei comuni di Celle Enomondo (AT), San Damiano d’Asti (AT) e Canale (CN), debba essere sottoposto alla fase di valutazione di cui all’articolo 12 della L.R. 40/1998, in quanto le problematiche evidenziate in premessa rendono necessario un approfondimento dell’analisi tecnico-progettuale ed ambientale, dando soluzione alle criticità e problematiche emerse in fase di verifica con particolare riguardo ai seguenti aspetti:

1. In fase di progettazione definitiva, dovranno essere effettuati approfondimenti in relazione alla compatibilità dell’intervento con l’assetto della tratta di corso d’acqua oggetto di intervento , considerati in particolare gli attraversamenti stradali esistenti e con l’assetto della tratta di valle, anche alla luce delle segnalate necessità di manutenzione in corrispondenza del tratto di attraversamento della città di Asti. In particolare, ai fini di verificare se il progetto risponde alla finalità di migliorare e potenziare la capacità di laminazione del reticolo minore nelle aree agricole e naturali comprese, si fa rilevare l’opportunità di rappresentare la delimitazione delle aree allagabili per le piene con tempo di ritorno di progetto, nell’attuale situazione ed in quella di progetto.

2. In fase di progettazione definitiva, dovranno essere effettuati approfondimenti in relazione alla compatibilità dell’intervento con il raggiungimento degli obiettivi di qualità delle acque individuati nel PTA dalla Regione Piemonte.

3. In fase di progettazione definitiva, dovrà essere effettuata una puntuale valutazione delle aree sotto l’aspetto urbanistico, con la predisposizione di cartografie che evidenzino in modo puntuale le aree normative dei PRGC interessate e le eventuali interferenze, deducibili anche dai certificati di destinazione urbanistica rilasciati dai Comuni sui mappali coinvolti dagli interventi. Dovrà anche essere analizzata l’eventuale presenza di vincoli di carattere comunale o sovra comunale nonché le indicazioni di pianificazione territoriale deducibili dal PTR e dal PTP della Provincia di Asti, che eventualmente interessano le zone coinvolte dagli interventi.

4. Poiché il consistente allargamento dell’alveo potrebbe determinare, in condizioni di magra, un significativo abbassamento del livello dell’acqua e della velocità della corrente e un aumento della temperatura dell’acqua, con il rischio di creare condizioni non idonee alla vita della fauna acquatica, si richiede di orientare la progettazione degli eventuali interventi di risagomatura verso la realizzazione di una sezione d’alveo a due stadi, laddove sussistano idonee condizioni di differenza di quota tra fondo alveo e piano campagna, in modo da contenere i flussi di magra in una porzione più profonda e garantendo il deflusso delle portate di piena nell’alveo più ampio.

5. Nei tratti di riprofilatura dell’alveo, dovrà essere conservata una certa diversità morfologica, che caratterizza i corsi d’acqua naturali, predisponendo buche e raschi, al fine di evitare l’eccessiva omogeneizzazione con conseguente scomparsa dei microhabitat, indispensabili invece per conservare la funzionalità ecologica.

6. Sempre nella fase di riprofilatura dell’alveo, si dovrà cercare di aumentare la diversità ambientale delle sponde adottando scarpate il meno ripide possibile e favorendo l’insediamento della vegetazione ripariale, mediante piantumazione, in successioni naturali (salice, ontano, acero, sambuco, nocciolo, ecc.).

7. In fase di predisposizione del progetto definitivo, il proponente dovrà verificare con le province competenti per territorio l’eventuale presenza di derivazioni ad uso irriguo, in modo da poterne assicurare la funzionalità anche a seguito della realizzazione degli interventi in progetto.

8. Il progetto definitivo dovrà contenere una prima quantificazione indicativa, anche in base alle tipologie vegetazionali interferite, della consistenza del taglio di vegetazione arborea necessario per la realizzazione delle opere in progetto. Il taglio di vegetazione arborea dovrà essere limitato al minimo indispensabile, prevedendo di mantenere quelle di maggior pregio, e, al fine di evitare danneggiamenti agli alberi esistenti, dovrà essere posta particolare cura nella gestione della fase di cantiere. Nell’ambito delle attività di taglio della vegetazione arborea ed arbustiva presente sulle sponde del tratto di Borbore oggetto di intervento, si suggerisce di verificare la possibilità di impiegare i salici per la produzione di talee da utilizzare negli interventi di ingegneria naturalistica.

9. Il progetto definitivo dovrà essere corredato da una planimetria in cui sia indicata la localizzazione degli interventi di ingegneria naturalistica che prevedono l’impiego di copertura diffusa con salici e di ogni altra tipologia di intervento di ingegneria naturalistica che risultasse eventualmente necessaria a seguito dello sviluppo della progettazione.

10. Dovrà essere prevista una fascia di arbusti costituita con specie autoctone, nelle zone in cui è prevista solo l’inerbimento delle scarpate, in quanto è necessario il contenimento nei nutrienti P ed N e trasporto nel suolo.

11. Nel progetto definitivo dovranno essere individuati i siti destinati allo stoccaggio temporaneo del materiale proveniente dalle operazioni di disalveo e dovranno essere indicati gli interventi di recupero ambientale da effettuare in queste aree al termine dei lavori.

12. Il progetto definitivo dovrà prevedere la costituzione di tratti significativi di fascia tampone arboreo-arbustiva polifita con funzione di ombreggiamento al fine di limitare l’aumento della temperatura dell’acqua, di corridoio ecologico lungo il Borbore e di filtro nei confronti dei nutrienti derivanti dall’attività agricola (sia come run off, sia percolazione), utilizzando specie autoctone adatte alle condizioni stazionali. Al fine di renderne massima l’efficienza, nelle successive fasi progettuali il proponente dovrà concordare la localizzazione e la composizione specifica di tale fascia di vegetazione con le Direzioni regionali Pianificazione risorse idriche e Territorio rurale e con l’ARPA Piemonte. La piantumazione delle essenze arboree autoctone dovrà essere effettuata in tutti i punti in cui è previsto l’abbattimento della vegetazione esistente e in tutti quei punti in cui si individuano delle criticità ambientali. La disposizione della vegetazione dovrà essere effettuata cercando di evitare eccessive geometrizzazioni, prevedendo una siepe multiplanare lungo il corso del torrente, alternando l’impianto sui diversi tratti di sponda (sinistra e destra) in modo tale da consentire un efficace ombreggiamento dell’alveo e un apporto trofico adeguato.

13. Il dimensionamento della fascia tampone verrà definito in sede di progettazione definitiva congiuntamente ad ARPA, Direzione Pianificazione risorse idriche e Territorio rurale, una volta acquisite le parcelle catastali e identificate le proprietà. Laddove verrà identificata una proprietà demaniale sufficientemente ampia la fascia dovrà essere estesa fino a 10 metri per sponda, in linea con l’indirizzo della normativa nazionale e del Piano di Tutela delle Acque della Regione Piemonte (art. 41 del D.lgs. 152/1999 e art. 33 delle Norme di Piano).

14. Le opere a verde di recupero e di riqualificazione ambientale dovranno essere eseguite nelle stagioni idonee (primavera ed autunno), utilizzando specie erbacee, arbustive ed arboree autoctone adatte alle condizioni stazionali. Il progetto definitivo dovrà indicare le tempistiche con cui si intendono realizzare gli interventi di ripristino ambientale in un’ottica di realizzazione per lotti funzionali significativi con il procedere delle opere di sistemazione idraulica e nel rispetto della stagionalità delle opere a verde.

15. Vista l’importanza, sia da un punto di vista naturalistico che paesaggistico, della buona riuscita degli interventi di recupero e di riqualificazione ambientale, al fine di garantire l’attecchimento del materiale vegetale utilizzato, il proponente dovrà valutare la possibilità di prevedere un periodo di manutenzione di tali opere, da svolgersi almeno nell’ambito della prima stagione vegetativa successiva alla realizzazione delle stesse. Si suggerisce, inoltre, al proponente di valutare la possibilità di inserire nell’ambito del contratto di affidamento dei lavori opportune clausole, eventualmente con obbligo di idonee garanzie finanziarie, che vincolino l’impresa affidataria relativamente alla qualità del materiale vegetale utilizzato, alla corretta realizzazione della messa a dimora dello stesso e ad una prima manutenzione delle opere a verde con risarcimento delle fallanze.

16. Tutte le attività di sistemazione, recupero e mitigazione ambientale dovranno essere puntualmente eseguite e dovranno procedere per lotti funzionali parallelamente all’avanzamento del cantiere, in modo da ricreare quanto prima le condizioni di originaria naturalità, vista la lunghezza del tratto interessato dai lavori e la sua durata.

17. Dovrà essere verificato il posizionamento degli scarichi dei depuratori comunali lungo l’asta fluviale e dovranno essere previste delle azioni per garantire il loro corretto funzionamento durante la fase di cantiere.

18. Il terreno agrario derivante dalle operazioni di scotico dovrà essere adeguatamente accantonato, avendo cura di separare i diversi orizzonti pedologici, e dovrà essere utilizzato nelle operazioni di ripristino ambientale. Il progetto definitivo dovrà indicare le aree destinate allo stoccaggio del terreno di scotico e dovrà specificare le dimensioni e la geometria dei cumuli, nonché le modalità di conservazione e manutenzione degli stessi, in modo da non alterarne le caratteristiche chimico-fisiche, in relazione ai tempi di stoccaggio del materiale e di ripristino ambientale dei luoghi. Gli strati terrosi prelevati durante lo scotico dovranno essere ricollocati secondo la loro successione originaria.

19. Si richiede di prevedere, per quanto possibile, il riutilizzo del materiale terroso derivante dagli interventi di ricalibratura dell’alveo, limitando il più possibile il quantitativo da conferire a discarica. Il proponente dovrà valutare le possibilità di impiego dei volumi di terreno agrario non utilizzati per gli interventi di recupero ambientale nell’ambito del progetto in questione per il recupero di superfici degradate presenti nell’area vasta. In proposito il comune di Celle Enomondo (nota prot. n. 3232 del 30/11/05) informa che nel comune di Revigliasco d’Asti sono presenti diverse cave che necessitano di terreno di riempimento.

20. Poiché gli interventi in progetto interessano il fiume Borbore e le aree di cantiere sono poste in prossimità del fiume stesso, dovranno essere adottati tutti i provvedimenti necessari per limitare l’intorbidamento delle acque e soprattutto per evitare sversamenti accidentali di materiali, in modo da eliminare tutte le possibilità d’inquinamento delle acque, ponendo massima attenzione alle fuoriuscite accidentali di combustibili e oli nelle macchine operatrici durante la fase di cantiere.

21. Dovranno essere costantemente tenute in cantiere sostanze o apparecchiature dedicate all’immediata gestione e bonifica rispetto ad eventi incidentali che dovessero comportare sversamenti di sostanze inquinanti in particolare in occasione dell’attraversamento dei corpi idrici superficiali.

22. A tutela della fauna ittica, durante la fase di cantiere dovrà essere garantito il libero deflusso delle acque, realizzando una savanella temporanea.

Copia della presente determinazione verrà inviata al proponente ed ai soggetti interessati di cui all’articolo 9 della l.r. 40/1998 e depositata presso l’Ufficio di deposito progetti della Regione.

Avverso la presente determinazione è ammesso ricorso al tribunale amministrativo regionale entro il termine di sessanta giorni dalla notificazione.

La presente determinazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 61 dello Statuto.

Il Dirigente responsabile
Carlo Pelassa