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Bollettino Ufficiale n. 06 del 9 / 02 / 2006

Deliberazione della Giunta Regionale 16 gennaio 2006, n. 22-1987

Legge 25 febbraio 1992, n. 215. Disposizioni in merito alla presentazione del programma regionale 2005/2006 ai sensi dell’art. 21 del D.P.R. n. 314/2000

(omissis)

LA GIUNTA REGIONALE

a voti unanimi...

delibera

Di approvare il programma allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e di demandare alla Direzione regionale Formazione Professionale-Lavoro la presentazione, entro i termini fissati dal decreto ministeriale citato in premessa, al Ministero delle Attività produttive.

Agli indirizzi per la gestione del programma regionale allegato si provvederà, dopo l’approvazione del Ministero delle Attività Produttive con apposita deliberazione della Giunta regionale che prevederà anche l’accantonamento e l’assegnazione delle risorse statali e regionali stanziate sugli appositi capitoli, di cui avvalersi per la realizzazione del programma regionale 2005/2006.

La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell’ art. 61 dello Statuto e dell’art. 14 del D.P.G.R. n. 8/R/2002.

(omissis)

Allegato

LEGGE 215/1992
PROGRAMMA REGIONALE 2005/2006

EX ART. 12

RIFERIMENTI NORMATIVI

L. 215/1992 - art. 1

La presente legge è diretta a promuovere l’ uguaglianza sostanziale e le pari opportunità per uomini e donne nell’ attività economica e imprenditoriale.

Le disposizioni di cui alla presente Legge sono, in particolare, dirette a:

a) favorire la creazione e lo sviluppo dell’ imprenditoria femminile, anche in forma cooperativa;

b) promuovere la formazione imprenditoriale e qualificare la professionalità delle donne imprenditrici;

c) agevolare l’accesso al credito per le imprese a conduzione o a prevalente partecipazione femminile;

d) favorire la qualificazione imprenditoriale e la gestione delle imprese familiari da parte delle donne;

e) promuovere la presenza delle imprese a conduzione o a prevalente partecipazione femminile nei comparti più innovativi dei diversi settori produttivi.

L. 215/1992 - art. 2, comma 1, lett. b)

Possono accedere ai benefici previsti dalla presente Legge i seguenti soggetti:

b) le imprese, o i loro consorzi, le Associazioni, gli Enti, le Società di promozione imprenditoriale, anche a capitale misto pubblico e privato, i Centri di formazione e gli Ordini professionali che promuovono corsi di formazione imprenditoriale o servizi di consulenza e di assistenza tecnica e manageriale riservati per una quota non inferiore al 70 per cento a donne.

L. 215/1992 - art. 12

Le Regioni, anche a Statuto speciale, nonché le Province autonome di Trento e di Bolzano attuano per le finalità coerenti con la presente Legge, in accordo con le Associazioni di categoria, programmi che prevedono la diffusione di informazioni mirate, nonché la realizzazione di servizi di consulenza e di assistenza tecnica, di progettazione organizzativa, di supporto alle attività agevolate della Legge.

D.p.r. 314/2000 - art. 21

Le Regioni e le Province autonome possono predisporre, in coerenza con i propri obiettivi e strumenti di programmazione regionale e con le proprie normative generali e di settore, un programma per la promozione ed il coordinamento delle iniziative previste dall’ art. 2, comma 1, lettera b) e dall’ art. 12 della Legge, diretto a:

a) promuovere la formazione imprenditoriale delle donne;

b) sviluppare servizi di assistenza e consulenza tecnica e manageriale a favore dell’ imprenditorialità femminile;

c) attuare iniziative di informazione e di supporto per la diffusione della cultura d’ impresa tra le donne.

PRESENTAZIONE

L’ attuazione del programma regionale- V bando ha richiesto impegno nella gestione, ma ha dato anche molte soddisfazioni in quanto tutti gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti.

È stata realizzata un’ indagine mirata ad identificare:

- i settori trainanti del territorio,

- le tipologie giuridiche ritenute più idonee per l’imprenditorialità femminile,

- il numero delle imprese esistenti sul territorio formate da donne.

L’ indagine non solo ha confermato la forza produttiva dell’ universo femminile, ma ne ha evidenziato la sua significativa crescita negli ultimi quindici anni.

La ricerca ha contribuito a far conoscere lo sviluppo dell’ imprenditoria femminile sul territorio regionale; infatti è emerso il dato significativo che l’ impegno delle donne è diverso per settore: limitato nell’ industria, dove si occupano prevalentemente delle aziende di famiglia per “successione generazionale”, si articola nelle società di persone e imprese individuali nell’ agricoltura, nel commercio e nel turismo.

È emerso inoltre che un cospicuo numero di donne imprenditrici sono coinvolte nelle società di capitali che si occupano di servizi e terziario avanzato, dall’ informatica ai servizi immobiliari.

La lunga esperienza della Regione a sostegno del sistema produttivo ha permesso di appurare che alle imprese femminili occorrono non solo strumenti di mera incentivazione finanziaria, ma anche servizi di supporto e di promozione della cultura imprenditoriale.

L’ indagine ha dato anche indicazioni utili sullo stato di attuazione degli interventi a favore delle imprese femminili, verificandone così il grado di incidenza sul territorio regionale.

Anche la sperimentazione della particolare forma di sostegno offerta dal mentoring, inteso come relazione tra una neo imprenditrice e un’ imprenditrice “mentore” è stata un’ esperienza molto positiva nella realizzazione del programma regionale - V bando.

Con tale strumento si è inteso attivare un processo di apprendimento da parte delle nuove imprenditrici attraverso la condivisione di conoscenze ed esperienze di chi, avendo una posizione già affermata sul mercato, è in grado di fornire suggerimenti sulla gestione dell’ impresa sia dal punto di vista tecnico sia personale (anche emotivo).

Nel rapporto tra l’ impresa “mentore” e l’ impresa “mentee” i benefici non sono stati solo per quest’ ultima: infatti, anche l’ imprenditrice “mentore” è venuta a contatto con problematiche e metodologie nuove, che l’ hanno arricchita nel consolidamento o nello sviluppo della sua attività.

L’ esperimento ha avuto molto successo e molte donne nei vari seminari hanno richiesto di riprendere lo strumento su scala più ampia rispetto all’ esperienza fatta come obiettivo del precedente programma.

Con l’ ultimo obiettivo del programma, di cui è appena stata conclusa la realizzazione, si cercato si sviluppare la prestazione di servizi di assistenza e consulenza tecnica e manageriale, su tutto il territorio piemontese, a favore dell’ imprenditorialità femminile. In particolare, si è voluto proseguire, migliorando ed aumentando i servizi di assistenza tecnica e gestionale già attivati con il primo programma regionale, nel sostegno alla creazione di nuove imprese od al consolidamento di imprese già esistenti rispondendo alla forte richiesta delle imprese di servizi che aiutino le imprenditrici non solo nelle decisioni che precedono la costituzione dell’ impresa, ma anche e soprattutto in quelle che seguono, essenziali per garantire la sopravvivenza e assicurare lo sviluppo delle imprese costituite.

Il programma regionale 2005/2006 intende dare continuità ad alcune delle azioni promosse dai primi due programmi regionali e di cogliere anche i suggerimenti, alcuni obbligatori, proposti dal Ministero delle Attività produttive nel documento “linee guida”, prodotto in data 26 ottobre 2004 soprattutto in relazione al monitoraggio delle imprese che hanno beneficiato delle agevolazioni finanziarie previste dalla l. 215/1992.

Anche per la gestione del presente programma regionale, la Regione Piemonte intende continuare la proficua collaborazione avviata, in occasione delle precedenti edizioni,con Unioncamere Piemonte (dopo l’ acquisizione del parere positivo del Comitato Direttivo).

Unioncamere ha collaborato e collabora con la Regione Piemonte nella realizzazione dei programmi per il ruolo di promozione e animazione svolto dalle Camere di commercio nel processo di radicamento della cultura imprenditoriale tra le donne. Da tempo, infatti, il sistema camerale ne ha intuito l’ importanza per il tessuto imprenditoriale, istituendo i Comitati provinciali per la promozione dell’ imprenditoria femminile che operano per favorire lo sviluppo delle imprese femminili.

A) OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI CHE SI INTENDONO RAGGIUNGERE

Con il programma regionale 2005/2006 la Regione Piemonte, in coerenza con i propri obiettivi e strumenti di programmazione regionale e tenuto conto dell’ attività svolta dall’ Assessorato al lavoro e in particolare dal Settore Sviluppo dell’ Imprenditorialità, intende promuovere i seguenti obiettivi:

PRIMO OBIETTIVO DEL PROGRAMMA: MONITORAGGIO DEI PROGRAMMI REGIONALI A PARTIRE DA IV BANDO.

I programmi regionali realizzati hanno contribuito ad attivare importanti servizi sul territorio piemontese a favore dell’ imprenditoria femminile ed inoltre hanno dato impulso e indirizzo per la definizione di nuovi strumenti legislativi.

Da qui la necessità per il Ministero di conoscere e valutare l’ impatto degli interventi e dei servizi creati sul territorio e le sinergie poste in essere.

SECONDO OBIETTIVO DEL PROGRAMMA: MONITORAGGIO DELLE IMPRESE BENEFICIARIE DELLE AGEVOLAZIONI PREVISTE DALLA L. 215/1992

Questo monitoraggio prevede la realizzazione di un’ indagine sulle imprese beneficiarie delle agevolazioni sulla base di elenchi trasmessi dalla Finpiemonte S.p.A. (ente convenzionato per la gestione della l.215/1992).

L’analisi è rivolta a soddisfare il “monitoraggio delle imprese beneficiarie” obbligatorio così come previsto dalle linee guida previste dal Ministero.

TERZO OBIETTIVO DEL PROGRAMMA: AGGIORNAMENTO DELLA RICERCA REALIZZATA CON IL PROGRAMMA REGIONALE V BANDO

Dalla ricerca 2004 “Piccole imprese, grandi imprenditrice”, che ha fornito una rappresentazione completa del fenomeno imprenditoria femminile in Piemonte, a due anni di distanza, si vuole sondare l’universo imprenditoriale femminile per scattare una fotografia nel 2006.

La fotografia diventa “film” e la conoscenza delle donne che intraprendono si affina, così come la conoscenza dei loro bisogni cui le istituzioni potrebbero rispondere.

QUARTO OBIETTIVO DEL PROGRAMMA: LO STRUMENTO DEL MENTORING

Nel programma regionale V bando lo strumento del mentoring è stato utilizzato per la prima volta e ha avuto un successo strepitoso rispetto alle esigue risorse (euro 48.000,00) utilizzate e spesso, soprattutto nei convegni e seminari, è richiesto dalle imprenditrici di rinnovare l’ esperimento sul territorio regionale coinvolgendo più imprese.

QUINTO OBIETTIVO DEL PROGRAMMA: SERVIZI DI ASSISTENZA E CONSULENZA TECNICA E MANAGERIALE ALLE IMPRESE FEMMINILI IN CRISI.

In particolare si vuole allacciare questo obiettivo al secondo obiettivo del programma e precisamente al monitoraggio delle imprese beneficiarie del IV e V bando della l. 215/1992, che sono andate in crisi per molteplici cause.

Dopo la constatazione dello stato di crisi e l’ analisi delle cause devono scattare le azioni di politica attiva del lavoro a sostegno delle imprese.

Si vuole proporre servizi di assistenza e consulenza alle imprese in difficoltà per superare la crisi o per procedere alla chiusura dell’ impresa in modo più indolore possibile per le imprenditrici.

Il 70% delle imprese che saranno indirettamente beneficiarie (o meglio i destinatari finali del programma) dei servizi ( vedi art. 2, comma 1, lett. b) della l. 215/1992) dovranno essere formate da donne secondo quanto previsto dall’ art. 2, comma 1, lett. a) della legge medesima.

SESTO OBIETTIVO DEL PROGRAMMA: APPLICAZIONE DELLA L. 53/2000.

La creazione, su tutto il territorio piemontese, di sportelli per l’ assistenza e consulenza alle imprese femminili che intendono usufruire degli interventi previsti dall’ art. 9 della l. 53/2000 “Azioni positive per la flessibilità” e creazione di un elenco regionale di soggetti candidati alla “figura di sostituzione ”.

B) DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI PROPOSTI, ARTICOLATI PER OBIETTIVO

PRIMO OBIETTIVO DEL PROGRAMMA: MONITORAGGIO DEI PROGRAMMI REGIONALI A PARTIRE DA IV BANDO.

Nella Regione Piemonte la realizzazione del primo programma regionale che consisteva principalmente nello sviluppare la prestazione di servizi di assistenza e consulenza tecnica e manageriale a favore dell’ imprenditorialità femminile, su tutto il territorio piemontese, ha permesso di appurare che alle imprese occorrono non solo strumenti di mera incentivazione finanziaria, ma anche e soprattutto servizi di supporto e di promozione della cultura imprenditoriale per accompagnare le donne dalla nascita dell’ idea imprenditoriale alla scelta tipologica dell’ impresa e anche per dare servizi mirati alle imprese femminili già consolidate come ad esempio l’ assistenza nella richiesta e nella gestione (rendicontazione) di finanziamento agevolato, aiuti dell’ Unione Europea.

Dalla gestione dei servizi di accompagnamento è emersa anche preponderante la difficoltà di accesso al credito delle imprenditrici .

Nel monitoraggio del programma IV bando sarà evidenziata la sinergia che ha portato all’ approvazione da parte del Consiglio regionale del Piemonte dell’ art. 8 della l.r. 12/2004 che prevede “il Fondo di garanzia per l’ accesso al credito a favore dell’ imprenditoria femminile”, strumento specifico che ha come obiettivo l’ abbattimento degli ostacoli che creano difficoltà all’ accesso al credito da parte delle imprese femminili.

Il monitoraggio del programma regionale V bando consentirà di verificare l’ importanza che può avere un’ indagine, realizzata da Unioncamere Piemonte e denominata “”Piccole imprese, grandi imprenditrici" mirata a conoscere e comprendere meglio l’ imprenditoria femminile esistente sul territorio regionale per ottenere indicazioni utili sullo stato di attuazione degli interventi a favore.

Sarà valutato anche il positivo impatto sul territorio dello strumento denominato “mentoring”, di cui si è già scritto.

Infine si valuteranno le richieste di servizi di assistenza e consulenza tecnica manageriale richiesti dalle imprese ai soggetti individuati come soggetti in grado di garantire la prestazione dei servizi predetti su tutto il territorio piemontese. Si verificherà se la seconda esperienza ha sviluppato e migliorato i servizi di supporto, di promozione e di radicamento della cultura imprenditoriale soprattutto si evidenzieranno i servizi più richiesti dalle imprenditrici distinguendo tra le necessità delle nuove imprese da quelle già operanti.

SECONDO OBIETTIVO DEL PROGRAMMA: MONITORAGGIO DELLE IMPRESE BENEFICIARIE DELLE AGEVOLAZIONI PREVISTE DALLA L. 215/1992

La Regione Piemonte intende cogliere l’obbligo previsto dalle linee guida redatte dal Ministero come un’ occasione per prevedere un’ azione finalizzata alla verifica dell’ andamento delle imprese beneficiarie del IV e V bando della l. 215/1992, che consenta una riflessione sulle cause che hanno portato molte imprese, ammesse ai benefici di legge, a rinunciare ai contributi, ad essere oggetto di revoche e ad arrestare la realizzazione del progetto agevolato.

Si prevede un’ indagine mirata che consenta di ottenere informazioni utili tramite:

* l’ analisi dei progetti decaduti o per le quali ci sia stata una rinuncia o un provvedimento di revoca;

* l’analisi delle cause che hanno rallentato o anche arrestato la realizzazione del progetto agevolato distinguendo tra le difficoltà di ordine burocratico, amministrativo, finanziario, produttivo o dovute ad eventi personali o esterni;

* l’analisi dei servizi di assistenza e consulenza tecnica e manageriale di cui hanno usufruito le imprenditrici dallo start up all’ accompagnamento nella presentazione della domanda, nella rendicontazione e nella gestione del progetto;

* l’ analisi dei casi di cambiamento della titolarità o della compagine societaria dell’ impresa agevolata con riferimento alle motivazioni distinguendo tra le varie modalità di cambiamento: cessioni, affitti ect;

* l’ analisi delle cause che hanno determinato la cessazione dell’ attività delle imprese agevolate.

Per l’ attività sopra delineata si intende coinvolgere, oltre ad UnioncamerePiemonte, la Finpiemonte S.p.A.

In particolare per l’ attività di monitoraggio si prevedono le seguenti fasi:

- predisposizione degli strumenti di monitoraggio (schede di rilevazione, software),

- attività di rilevazione dati;

- elaborazione dati;

- redazione della relazione di monitoraggio.

TERZO OBIETTIVO DEL PROGRAMMA: AGGIORNAMENTO DELL’ INDAGINE REALIZZATA CON IL PROGRAMMA REGIONALE V BANDO

Il programma intende dare continuazione all’ Osservatorio dell’ imprenditoria femminile in Piemonte creato con l’ indagine svolta nell’ambito del Programma regionale - V bando: “Piccole imprese, grandi imprenditrice”, infatti l’imprenditoria femminile rappresenta un segmento assai interessante dell’economia locale. Essa presenta caratteristiche di specializzazione settoriale e dinamismo imprenditoriale uniche, che vale la pena sottoporre a valutazione nel tempo.

L’ attività non consisterà solo in un mero aggiornamento della predetta indagine, ma la verifica di cosa è cambiato in questi due anni: i nuovi indirizzi, la voglia di internazionalizzazione (informazioni sulle prospettive e i metodi per penetrare i mercati esteri), la voglia di rete, il rapporto con il credito alla luce di Basilea 2, la qualità dei servizi, dei prodotti e del management.

La ricerca prodotta nel 2004 ha confermato la forza produttiva dell’ universo femminile e ne ha evidenziato la crescita negli ultimi quindici anni; occorre verificare se nell’ anno 2006, dove si prospettano cambiamenti soprattutto nel rapporto imprese/sistema finanziario, la tendenza di crescita dell’ imprenditoria femminile sarà confermata, quale sarà l’ impegno imprenditoriale delle donne (in quali settori)e quale sarà la loro partecipazione (la scelta sarà sempre la micro-impresa).

Nella rilevazione aggiornata si accerterà lo stato delle politiche esistenti in materia di conciliazione e di sviluppo d’ impresa mettendo in rilievo la necessità di creare nuove azioni, in base ai fabbisogni delle imprese femminili.

Per la raccolta dei dati e delle rilevazioni, si intende coinvolgere, oltre ad UnioncamerePiemonte, le Camere di Commercio e i Comitati per l’ imprenditoria femminile presenti sul territorio.

Si prevedono le seguenti fasi di attività:

* introduzione quantitativa sullo stato dell’imprenditoria femminile in Piemonte, sulla base delle statistiche e dei dati in possesso del sistema camerale (Unioncamere-stockview);

* confronti con il 2004;

* articolazione delle statistiche per provincia.

QUARTO OBIETTIVO DEL PROGRAMMA: LO STRUMENTO DEL MENTORING

Ancora una volta la Regione Piemonte intende cogliere l’ occasione del presente programma per utilizzare la particolare forma di sostegno offerta dal mentoring, inteso come formazione integrata più completa rispetto al tradizionale accompagnamento d’ impresa in quanto si apprende sul campo, sulla base di esperienze vissute (elementi di forza ).

Sulla base di quanto riscontrato con il primo esperimento, si può affermare che l’esperienza ha avuto degli ottimi risultati ed ha ottenuto il massimo apprezzamento da parte di tutte le partecipanti, sia mentori che neo-imprenditrici.

L’elenco delle attività che era stato inizialmente previsto dal piano di mentoring è stato arricchito con alcune attività significative, mostrando come la libertà d’azione lasciata alle partecipanti sia stata anche di stimolo per le stesse imprenditrici.

Le imprenditrici “mentori” saranno censite sulla base di una scheda che definisca le caratteristiche dell’ impresa gestita, il settore di attività, la disponibilità di tempo concessa.

Anche le imprenditrici “nuove” saranno censite sulla base di una scheda analoga.

Ci si avvarrà nuovamente dei Comitati per l’ Imprenditoria femminile che sceglieranno le imprenditrici “mentori” e degli sportelli provinciali che gestiscono l’ accompagnamento d’ impresa (Misura D3 del P.O.R., ob.3 del F.S.E. 2000/2006) che sceglieranno le neo imprenditrici

Come si può evidenziare l’ attività di accompagnamento d’ impresa è già stata fatta dai tutors degli sportelli provinciali, le mentori dovranno fornire formazione integrata successiva al decollo dell’ attività.

Le neo imprenditrici saranno indicate dagli sportelli provinciali sulla base delle scelte effettuate dai Comitati per l’ imprenditoria femminile (analogia di attività svolta dalle imprenditrici coinvolte in ogni singolo rapporto).

La scelta di far censire e scegliere le neo imprenditrici agli sportelli provinciali è nell’ ottica di dare continuità all’ azione di accompagnamento d’ impresa, prevista dalla predetta Misura D3, raccordandola alle azioni previste dal programma regionale ex l. 215/1992.

Sulla base della precedente esperienza si può dire che i vantaggi per le neo imprenditrici saranno la possibilità di apprendere, di formarsi senza mediazioni, acquisendo competenze economico produttive, ma soprattutto la possibilità di misurare concretamente le proprie qualità, eccellenze e mancanze.

La mentore avrà anche Lei i suoi vantaggi incrociando una nuova esperienza, nuove possibilità anche per rimotivarsi e/o esercitare una responsabilità sociale rispetto allo sviluppo del territorio (infatti l’esperienza si rivolge a tutto il territorio regionale).

Nell’ ambito della realizzazione dell’ obiettivo si cercherà di sviluppare anche un processo di internazionalizzazione che coinvolga mentori e neo imprenditrici di tutte le otto province.

Sarà riconosciuto un compenso per l’ attività che l’ imprenditrice mentore sosterrà (ore a disposizione per formazione ect) nel mettersi a disposizione della neo imprenditrice.

E’ previsto un arco temporale di 12 mesi per seguire lo sviluppo dello strumento su tutto il territorio regionale.

Nel raggiungimento dell’ obiettivo oltre ai soggetti sopra indicati saranno anche coinvolti Unioncamere Piemonte e le Associazioni interessate.

QUINTO OBIETTIVO DEL PROGRAMMA: SERVIZI DI ASSISTENZA E CONSULENZA ALLE IMPRESE FEMMINILI IN CRISI.

Si intende attivare una nuova azione per dare una mano alle piccole imprese femminili in crisi.

I numeri che esprimono il fenomeno imprenditoriale si riferiscono in genere alle nascite e ai fallimenti, non si conosce molto della vita e delle difficoltà durante la vita delle stesse.

Un dato di Unioncamere affermava che il 50% delle partite Iva veniva chiuso nell’arco dei primi cinque anni di vita.

Tradotto in cifre significa che, al netto delle partite Iva nate e morte per motivi “non imprenditoriali”, ogni anno alcune decine di migliaia di persone che avviano una impresa, e fra esse molte donne, sperimentano il tema della crisi.

Esiste una scarsa considerazione sociale del fatto descritto. Se una impresa con 100 dipendenti è in crisi, si muovono istituzioni, forze politiche e sociali; se 100 imprese con un socio lavoratore vanno in crisi, il problema è degli imprenditori .

Il risultato sociale è uguale, ma le reazioni sono diverse. E’ un approccio culturale radicalmente diverso. In parte inspiegabile.

Quando una azienda va in crisi entra in un tunnel oscuro spesso senza ritorno nel quale le dominanti sono le seguenti:

- diminuisce la percezione reale dei problemi: l’imprenditrice è comunque convinta di potercela fare, è solo questione di tempo e di un “buon affare” che certamente verrà a risolvere i problemi, è portato a sottovalutare i pericoli che incombono;

- diminuisce la sua capacità di valutare le opportunità “vere”, sia in termini finanziari (l’ imprenditrice tende ad affidarsi a ulteriori linee di credito, spesso rischiose), sia in termini di mercato (coglie difficilmente nuove linee di business)

- ha difficoltà a rappresentare i suoi problemi all’esterno (una impresa in difficoltà diventa immediatamente un soggetto “a rischio” per clienti e fornitori), deve continuare ad “apparire” senza problemi: cresce la solitudine dell’imprenditrice;

- le banche, appena hanno sentore dei problemi, voltano le spalle esponendo l’impresa a pericolose avventure nel terreno dell’usura.

In questa situazione il rischio di un avvitamento progressivo su se stessi è reale e spesso diventa la reale dimensione dell’impresa in difficoltà: si lavora in perdita, si fanno nuovi debiti, si vive nell’attesa di un miracolo che non viene. Non è infrequente la compromissione del patrimonio personale nel tentativo di inutili risanamenti.

Le cause che possono aver generato tale situazione sono molteplici, alcune improvvise, altre che hanno origini lontane e sono oggetto dell’ attività prevista dal secondo obiettivo del presente programma.

Ad oggi le istituzioni per parte loro e le associazioni di categoria non dispongono di strumenti adeguati per interventi mirati sulle imprese di piccole dimensioni in crisi.

Si propone con il presente programma di sperimentare un servizio di sostegno alle imprese femminili in difficoltà in Piemonte mediante la prestazione dei seguenti servizi di assistenza e consulenza:

* accoglienza ed informazioni preliminari;

* realizzazione di un check-up finalizzato a valutare le possibilità residue di rilancio;

* assistenza e consulenza per l’attivazione delle azioni di rilancio;

* assistenza e consulenza per il riposizionamento (analisi costi/benefici- finanziamenti-marketing- consulenza per usufruire delle leggi di salvataggio e consolidamento dei debiti);

* valutazione di possibili azioni di internazionalizzazione dell’ impresa;

* assistenza per l’ azione di contro spin-off (ricerca di una partner verso cui far confluire l’ impresa) o di mentoring;

* consulenza legale e contabile per l’ accompagnamento alla liquidazione “non traumatica” dell’ azienda.

MODALITÀ DI ATTUAZIONE DELL’ OBIETTIVO

Scelta dei soggetti che devono prestare i servizi

La Giunta Regionale darà indicazione alla Direzione regionale Formazione Professionale-Lavoro circa il soggetto attuatore (UNIONCAMERE PIEMONTE) di cui avvalersi, stabilendo altresì i criteri relativi al bando pubblico e alla convenzione da stipularsi.

La Regione Piemonte predisporrà un bando pubblico (dopo l’ approvazione da parte del Ministero delle Attività Produttive del presente programma) che abbia come destinatari imprese, o loro consorzi, associazioni, enti, società di promozione imprenditoriale a capitale misto pubblico e privato, centri di formazione e ordini professionali (soggetti previsti dall’ art. 2, lett. b) della l. 215/1992) che siano in grado di garantire la prestazione dei servizi sopra elencati alle imprese in crisi su tutto il territorio piemontese.

Coloro che daranno garanzie di affidabilità e consolidata esperienza in materia e che saranno organizzati per operare sul territorio regionale presenteranno apposita domanda per la realizzazione dell’ obiettivo, confluendo così in un apposito elenco regionale a disposizione delle imprese, di cui verrà data adeguata informazione.

Un nucleo di valutazione, così composto: due rappresentanti di UNIONCAMERE PIEMONTE e un funzionario regionale in rappresentanza del Settore Sviluppo dell’ Imprenditorialità, dopo aver valutato le domande, individuerà i soggetti idonei alla prestazione dei servizi sopra elencati e l’ entità del contributo ammissibile per ogni destinatario ( si prevede di dividere lo stanziamento per il programma di formazione imprenditoriale, previsto per la Regione Piemonte, in parti uguali fra tutti i soggetti beneficiari idonei); il Soggetto attuatore stipulerà con i predetti soggetti i necessari atti di adesione nei quali, in ottemperanza all’ obiettivo, l’ Amministrazione regionale prevederà la concessione e l’ erogazione di un primo contributo a fondo perduto pari al 40% del contributo concedibile per la prestazione dei servizi sopra elencati.

Presentazione delle istanze

I soggetti previsti dall’ art. 2, comma 1, lett. b) della l. 215/1992 dovranno presentare domanda di contributo redatta in carta da bollo, secondo l’ imposta vigente, ed indirizzarla, con raccomandata A.R., a UNIOCAMERE PIEMONTE, allegando il progetto in cui il soggetto dovrà indicare dettagliatamente come intende organizzarsi per la prestazione dei servizi di assistenza e consulenza alle imprese femminili in crisi su tutto il territorio piemontese.

Alla domanda dovrà essere allegata, oltre al progetto sopraindicato, la seguente documentazione:

- curriculum rispetto all’ attività svolta o che si intende svolgere rispetto ai servizi oggetto dell’ obiettivo;

- copia conforme all’ originale dello Statuto;

- copia conforme all’ originale dell’ ultimo bilancio depositato.

La documentazione e la domanda dovranno essere prodotte a norma di quanto previsto dal d.p.r. 445/2000 e s.m.i. in materia di documentazione amministrativa.

Alla domanda dovrà essere allegata copia della carta d’ identità del legale rappresentante dei soggetti predetti.

Indicazione della misura delle agevolazioni a favore dei soggetti terzi

I soggetti destinatari del programma dovranno prestare servizi di assistenza e consulenza alle imprese in crisi rispettando i tetti massimi di costo dei servizi stabiliti nel bando pubblico e nell’ atto di adesione predetto.

Il tetto massimo di contributo concedibile ammonterà al 50% dei costi dei servizi da loro prestati a favore delle imprese.

Il 35% del contributo dovrà coprire proporzionalmente il costo dei servizi per l’ impresa destinataria (soggetto terzo), quindi l’ impresa in crisi per usufruire dei servizi godrà dei seguenti benefici:

tetto massimo del costo dei servizi contenuto rispetto ai costi di mercato;

a suo carico solo il 65% del costo del servizio.

Si dovrà rispettare il limite “de minimis” per le agevolazioni previste.

Le spese ammissibili e soggette a contributo sono rappresentate dal costo dei servizi di consulenza ed assistenza (oneri fiscali compresi); sono escluse diarie, trasferte e costi di personale.

Tempi previsti per l’attuazione del programma

A seguito dell’ approvazione del presente programma da parte del Ministero delle Attività Produttive, la Giunta regionale delibererà i criteri per il bando pubblico, l’ indicazione del soggetto attuatore ed i criteri per la stipula della convenzione tra Regione ed il citato soggetto.

Le istanze degli eventuali beneficiari dovranno essere trasmesse entro 30 giorni a decorrere dal giorno successivo la data di pubblicazione del bando.

Il nucleo di valutazione dovrà valutare le domande sulla base dei criteri stabiliti dal bando e dalla convenzione sopra citata.

Entro 60 giorni dalla conclusione del bando devono essere individuati i soggetti che presteranno i servizi; dopo aver diviso lo stanziamento in parti uguali tra i soggetti ammissibili, si deve provvedere all’ atto di ammissione ai benefici del programma e all’erogazione del 40 % del contributo spettante.

Dall’ atto di erogazione del contributo è previsto l’ arco temporale di 12 mesi per prestare i servizi di assistenza e consulenza alle imprese.

Allo scadere dei primi sei mesi occorre procedere ad una prima rendicontazione dello stato di avanzamento lavori, da documentare mediante presentazione di apposite tabelle.

Allo scadere dei dodici mesi si procede alla verifica dei servizi prestati alle imprese.

Entro 30 giorni occorre fornire rendicontazione finale al Soggetto attuatore.

Entro i 30 giorni successivi, il Soggetto attuatore dovrà verificare la suddetta rendicontazione finale e consegnare il tutto alla Regione affinchè possa relazionare al competente Ministero in merito ai risultati (numero esatto delle imprese assistite, indicazione dei servizi richiesti, totale del costo dei servizi prestati da ogni soggetto beneficiario).

Sarà previsto un supporto informatico per la raccolta delle tabelle di rendicontazione.

SESTO OBIETTIVO DEL PROGRAMMA: FAVORIRE LE OPPORTUNITÀ OFFERTE DALLA LEGGE 8 MARZO 2000, N. 53, ART. 9 “AZIONI POSITIVE PER LA FLESSIBILITÀ”.

Si rilevano difficoltà di attuazione della vigente l. 53/2000 sul territorio regionale sia per quanto riguarda il sostituto d’ impresa che per le altre azioni.

Occorre quindi realizzare un progetto che sia un vero punto di incontro tra le esigenze delle piccole imprese e la problematica della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

Per molti anni la l. 53/2000 ha inutilizzato i finanziamenti a lei destinati a causa sia della mancanza delle domande che per l’ errata compilazione dei modelli richiesti per i finanziamenti.

La Regione Piemonte intende attivare con il presente programma la creazione di sportelli su tutte le otto province che si occupino di accogliere le imprese che avessero bisogno di assistenza e consulenza sulla formulazione di progetti da presentare al Ministero per le attività produttive per accedere agli incentivi della l. 53/2000.

LA “FIGURA DI SOSTITUZIONE”

La figura di sostituzione è la sperimentazione di nuove figure professionali in grado di rispondere alle esigenze delle lavoratrici autonome e delle imprenditrici che desiderano allontanarsi temporaneamente dalla vita professionale per esigenze di varia natura (cura dei figli, malattia, formazione, aggiornamento, ecc.).

L’ applicazione del sistema di congedi parentali alle figure imprenditoriali e di lavoro autonomo, coinvolgendo ruoli di particolare responsabilità gestionale e manageriale comporta ovviamente particolari difficoltà e occorrono approfondimenti sulle modalità di attuazione della sostituzione.

Si evidenzia che:

i soggetti che possono subentrare in “sostituzione” devono essere a loro volta imprenditrici o lavoratrici autonome;

la sostituzione può essere totale o parziale .

Sulle modalità operative di applicazione dello strumento della “sostituzione” recenti indagini svolte tra le Associazioni di categoria hanno evidenziato quanto segue:

* le imprenditrici sembrano preferire l’ ipotesi di organizzazione del servizio di sostituzione sul tipo della banca del tempo, organizzare una banca dati delle sostitute individuate tra: ex imprenditrici, lavoratrici appositamente professionalizzate, imprenditrici in attività che offrono parte del loro tempo alle colleghe, nei periodi di assenza dal lavoro (sostituzioni parziali) di queste ultime;

* le imprenditrici ritengono indispensabile la stipulazione di un patto di non concorrenza (ad esempio attraverso l’ inserimento obbligatorio nel contratto di sostituzione del diritto/dovere di garantire la privacy e la riservatezza sui dati acquisiti e trattati).

Sulla base di quanto sopra indicato la Regione Piemonte intende cogliere l’ occasione con il presente programma di creare una banca dati in cui inserire i nominativi ed i curricula di ogni aspirante sostituta, con distinzione dei nominativi in base alle esperienze dei candidati e alla cultura professionale.

Per la raccolta dei dati e delle rilevazioni, si intende coinvolgere, oltre ad UnioncamerePiemonte, le Camere di Commercio, i Comitati per l’ imprenditoria femminile e le Associazioni interessate.

In particolare si prevedono le seguenti fasi:

* predisposizione degli strumenti di rilevazione (schede);

* attività di rilevazione dati;

* elaborazione dati e creazione del data base.

C)DURATA DEL PROGRAMMA REGIONALE

Per la realizzazione dei sei obiettivi del presente programma è previsto il conseguimento entro i 18 mesi dalla data di approvazione, così come previsto dall’ art. 22, comma 6, del d.p.r. 314/2000.

D)FORME DI PROMOZIONE E PUBBLICITA’ DEGLI INTERVENTI

La pubblicizzazione degli interventi proposti con il presente programma regionale è attuata mediante i seguenti strumenti:

- gli ordinari canali di pubblicizzazione tramite il Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte;

- comunicati stampa su quotidiani di tiratura regionale;

- apposito spazio sul sito internet della Regione Piemonte:

www. Regione.piemonte.it/lavoro/incentivi/impresa/index.htm

e sul sito di UNIONCAMERE PIEMONTE:

www.pie.camcom.it

- l’ Ufficio regionale per le relazioni con il pubblico;

- C.C.I.A.A. delle Province;

- Comitati per l’ imprenditoria femminile;

- incontri territoriali;

- convegni a carattere regionale.

E) ASPETTI FINANZIARI CON L’ INDICAZIONE DEL PIANO DI COPERTURA DEL PROGRAMMA PROPOSTO, ARTICOLATO PER TIPOLOGIA DI INIZIATIVA, E DELLA QUOTA DI RISORSE REGIONALI DESTINATA AL COFINANZIAMENTO DEL PROGRAMMA

La disponibilità complessiva per lo svolgimento dell’ intero programma è pari a euro 700.000,00 di cui euro 407.060,00 stanziati dalla Regione Piemonte a fronte di una quota di contributo statale di euro 292.940,00.

F) RIPARTIZIONE DELLA SOMMA PER OGNI SINGOLO INTERVENTO

Per i servizi di assistenza e consulenza alle imprese in crisi euro 210.000,00.

Per l’ attività di aggiornamento della ricerca, di monitoraggio dei programmi regionali precedenti e delle imprese che hanno beneficiato della l. 215/1992 si prevede di stanziare una somma pari ad euro 80.000,00.

Per lo strumento del mentoring si prevede una somma pari ad euro 200.000,00.

Per l’ obiettivo inerente la l. 53/2000 si prevede una somma pari a euro 160.000,00

La somma rimanente sarà utilizzata per la gestione del presente programma.

Si allega schema predisposto dal Ministero delle Attività Produttive.

G) SCHEMA DI COPERTURA FINANZIARIA DEGLI INTERVENTI

COSTI PREVISTI PER LE ATTIVITA’ DEL PROGRAMMA REGIONALE 2005/2006

GESTIONE DEL PROGRAMMA (REALIZZAZIONE DEGLI OBIETTIVI, VALUTAZIONE DEI DATI CONCLUSIVI, ORGANIZZAZIONE INCONTRI, SEMINARI E CONVEGNI), RAPPORTI CON LE C.C.I.A.A. DEL TERRITORIO, CON I COMITATI PER L’IMPRENDITORIA FEMMINILE E CON LE ASSOCIAZIONI INTERESSATE, SUPPORTO INFORMATICO RELATIVO ALLA RENDICONTAZIONE DEI SERVIZI CONSEGUENTI ALLA REALIZZAZIONE DEGLI OBIETTIVI DA PARTE DI UNIONCAMERE PIEMONTE

euro 50.000,00

MONITORAGGIO PROGRAMMI, MONITORAGGIO IMPRESE BENEFICIARIE DELLA L.215/1992 E AGGIORNAMENTO RICERCA euro 80.000,00

MENTORING euro 200.000,00

INTERVENTI A FAVORE DEI SOGGETTI DI CUI ALL’ART. 2, COMMA 1, LETT. B) DELLA L. 215/1992: SERVIZI DI ASSISTENZA E CONSULENZA ALLE IMPRESE IN CRISI

euro 210.000,00

L. 53/2000: SERVIZI DI ASSISTENZA E CONSULENZA E FIGURA DI SOSTITUZIONE

euro 160.000,00

TOTALE euro 700.000,00*

COPERTURA FINANZIARIA:

CONTRIBUTO REGIONE euro 407.060,00

CONTRIBUTO STATO euro 292.940,00

* L’ ammontare di ogni voce di spesa potrebbe subire variazioni (a beneficio dell’ una o dell’ altra) nel corso della realizzazione del programma perchè ad oggi sono previsionali.

H) REGIME DELLE REVOCHE

L’ amministrazione regionale può effettuare controlli sull’ operato dei beneficiari di cui all’ art. 2, comma 1, lett. b) della l. 215/1992 in relazione alle attività relative al quinto e sesto obiettivo e ove rilevi gravi inadempienze ovvero che i contributi concessi ed erogati non siano stati utilizzati conformemente alle finalità del presente programma può disporre la revoca dei benefici.

Si ricorda che a norma della disciplina in materia di documentazione amministrativa si procederà ad una verifica della documentazione allegata alle istanze e a verifiche sulla rendicontazione secondo quanto previsto dall’ art. 71 del d.p.r. 445/2000 e s.m.i..

I) RISULTATI ATTESI

La Regione Piemonte illustrerà in un’apposita relazione i risultati, le tipologie di attività delle imprese che hanno usufruito dei servizi di assistenza e consulenza per imprese in crisi e tutti quei dati che possono evidenziare le caratteristiche dell’ imprenditoria in difficoltà, il numero complessivo di ore di servizi prestati distinguendoli per tipologia, l’incidenza dei servizi prestati rapportando ogni provincia con l’intero territorio piemontese.

Per quanto riguarda il monitoraggio la Regione Piemonte prevede di avere un osservatorio aggiornato dell’ imprenditoria femminile attiva sul territorio. delle imprese beneficiarie della l. 215/1992, che hanno avuto difficoltà nel realizzare il progetto, .

Le indicazioni del monitoraggio delle imprese beneficiarie della l. 215/1992 potranno influire sull’ adozione dei criteri di priorità da adottare per la valutazione delle domande dei bandi successivi.

Con lo strumento del “mentoring” la Regione intende verificare il successo della prima esperienza con un nuovo esperimento sempre su scala regionale, ma con il coinvolgimento di più imprese.

Infine La Regione si propone di rendere più accessibile alle imprese femminili piemontesi la l. 53/2000 ed eventualmente gettare le basi per una possibile regionalizzazione degli interventi.

INIZIATIVE A FAVORE DELL’IMPRENDITORIA FEMMINILE

 ARTICOLO 8 DELLA LEGGE REGIONALE 12/2004 “FONDO DI GARANZIA PER L’ACCESSO AL CREDITO A FAVORE DELL’IMPRENDITORIA FEMMINILE”.

L’ accesso al credito rappresenta l’ ostacolo più difficile per un imprenditore e soprattutto per le imprenditrici.

Nessuna agevolazione, ancorchè pubblica, è efficace se non si affianca ad essa un Fondo di garanzia, tale strumento favorisce l’ accesso al credito delle imprese che non hanno alcun appoggio creditizio, nè familiare, nè personale.

Da evidenziare inoltre che dal gennaio 2006 andrà in vigore il New Basel Capital Agreement (accordo di Basilea).

La novità principale degli accordi tra gli istituti di credito, avvenuto a Basilea, è che le banche potranno determinare “modelli interni” di calcolo del patrimonio minimo che dovranno avere le imprese che vogliono accedere a finanziamenti bancari.

Le PMI saranno raggruppate in classi di rischio omogenee e l’ appartenenza alla specifica classe determinerà il rischio che intenderà assumere l’ azienda bancaria.

In altri termini il prezzo e la disponibilità del credito seguirà sempre di più il responso dei rating (merito creditizio) interni bancari.

Il rating deriverà certamente dalla valutazione di un insieme di elementi - qualità del management, bontà dei prodotti, concorrenzialità dell’azienda - tipicamente qualitativi, ma non potrà non prendere in considerazione anche, se non soprattutto, il livello del capitale proprio dell’azienda.

I finanziamenti bancari terranno conto delle scommesse che gli stessi imprenditori faranno aumentando il loro capitale e parametrandolo in modo efficiente al fatturato.

Il Fondo di garanzia è quindi uno strumento specifico che ha come obiettivo l’ abbattimento degli ostacoli che creano difficoltà all’ accesso al credito da parte delle imprese femminili e quindi è necessario istituirlo dove non esiste e potenziarlo dove è già istituito.

Con la nuova normativa, si è inteso costituire tale strumento, affinchè con nuovi accordi gli Istituti di credito, convenzionati per il sostegno della creazione d’ impresa, diano condizioni più favorevoli per l’ accesso al credito (Euribor 3 mesi + 1,25 punti spread) alle iniziative imprenditoriali femminili, soprattutto che sia utilizzato dalle piccole imprese per richieste modeste di aiuto (dai 5000,00 ai 20.000,00 euro di finanziamento da garantire) relative all’ acquisizione di investimenti, a problemi contingenti di liquidità dovuti a spese generali o in conto gestione, richieste che non possono essere accolte dagli strumenti di sostegno alle imprese attualmente in vigore.

La concessione delle garanzie è subordinata all’ esame delle richieste e delle allegate documentazioni da parte di un gruppo di valutazione, costituito da rappresentanti della Regione Piemonte e della Finpiemonte S.p.A..

L’agevolazione si sostanzia nella concessione di un finanziamento bancario a condizioni di particolare favore, erogato da un Istituto di credito convenzionato con Finpiemonte, che sarà garantito al 100% dal Fondo di garanzia a costo zero.

Per la gestione del Fondo di garanzia femminile, Finpiemonte ha concordato con il sistema bancario un moltiplicatore pari a 1 - 3; pertanto, a fronte di uno stanziamento di 1.400.000 Euro, i finanziamenti garantiti saranno pari a 3.200.000 Euro.

Occorre inoltre sottolineare che le risorse del fondo sono costituite da annuali quote di partecipazione della Regione e dai rientri conseguenti alle restituzioni del finanziamento garantito effettuate dalle imprese.

Il Fondo di garanzia sopra delineato risponde alla necessità di attivare progetti più adatti alle piccole imprese, dimensione caratteristica di molte realtà imprenditoriali femminili, le quali hanno bisogno di strumenti meno burocratizzati e che rispondano velocemente alle loro necessità finanziarie.

Dal 10 gennaio 2005 ad oggi sono state presentate n. 363 domande di cui: n. 342 esaminate, n. 274 approvate.

A conclusione della descrizione del citato strumento occorre sottolineare che l’ istituzione del Fondo di garanzia è stata il primo effetto della realizzazione dei primi due programmi regionali; infatti i servizi di assistenza e consulenza richiesti dalle imprese, l’ Osservatorio sull’ imprenditoria femminile e lo strumento del mentoring hanno evidenziato le difficoltà oggettive di accesso al credito delle donne.