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Bollettino Ufficiale n. 43 del 27 / 10 / 2005

Codice 22.8
D.D. 10 ottobre 2005, n. 251

Progetto relativo al “Metanodotto Cherasco - Cuneo DN 500 mm (20"), 75 BAR”, presentato dalla Societa’ Snam Rete Gas S.p.A. - tip. B1 20 - pos. 32/VER/2005. Esclusione del progetto dalla fase di valutazione di impatto ambientale di cui all’art. 12 della l.r. 40/1998

(omissis)

IL DIRIGENTE

(omissis)

determina

- di ritenere che il progetto relativo al “Metanodotto Cherasco - Cuneo DN 500 mm (20"), 75 bar”, da localizzarsi nei comuni di Cherasco, Cervere, Fossano, Centallo, Cuneo e Castelletto Stura (CN), presentato dall’ing. Alfeo Goglio, in qualità di procuratore della società Snam Rete Gas S.p.A., con sede legale in S. Donato Milanese, p.zza Santa Barbara n. 7, possa essere escluso dalla fase di valutazione di cui all’art. 12 della l.r. 40/98 per le ragioni espresse in premessa, a condizione che siano osservate le seguenti prescrizioni e raccomandazioni vincolanti ai fini dei successivi provvedimenti necessari alla realizzazione dell’intervento.

Al fine di contenere le emissioni derivanti dai cantieri, nell’ambito della progettazione definitiva, devono essere definite dettagliate procedure di gestione delle attività svolte. Tali procedure dovranno far proprie le seguenti prescrizioni:

- devono essere utilizzati mezzi omologati rispetto ai limiti di emissione stabiliti dalle norme nazionali e comunitarie in vigore alla data di inizio lavori del cantiere;

- i gruppi elettrogeni utilizzati, quale fonte primaria e continuativa di energia elettrica per il cantiere, se equipaggiati con motori a ciclo diesel devono essere dotati di specifici sistemi di contenimento delle emissioni di particolato;

- i programmi di manutenzione devono prevedere interventi specificatamente finalizzati a mantenere a livelli ottimali le prestazioni emissive delle apparecchiature utilizzate. In particolare tali interventi devono interessare gli impianti di abbattimento polveri, gli apparati di bagnatura, i generatori di calore (bruciatori) e i motori a combustione interna installati su mezzi mobili o impianti fissi nonché, in generale, lo stato di efficienza di ogni altro apparato che possa incidere sulle emissioni complessive del cantiere;

- le piste di cantiere devono essere periodicamente bagnate al fine di limitare l’emissione di polveri per sollevamento; nei periodi di scarsa piovosità deve essere effettuata anche la bagnatura periodica del materiale proveniente dallo scavo della trincea e accantonato a fianco della pista;

- devono essere realizzati idonei dispositivi di lavaggio delle ruote dei mezzi pesanti all’uscita delle aree di cantiere;

- devono essere utilizzati teli protettivi a chiusura dei cassoni degli autocarri utilizzati per il trasporto dei materiali polverulenti;

- gli eventuali impianti di betonaggio, di frantumazione-vagliatura e recupero di inerti devono essere autorizzati per le emissioni in atmosfera ai sensi della normativa vigente;

- devono essere concordati con i Comuni di volta in volta interessati i punti di accesso al cantiere nonché i percorsi ottimali al fine di minimizzare gli impatti locali sulla qualità dell’aria, sul clima acustico e sulla viabilità.

Per quanto riguarda i rifiuti connessi alla realizzazione dell’opera devono essere effettuate le verifiche necessarie ad evidenziare la presenza o meno di amianto nei materiali al fine individuare, in caso affermativo, le soluzioni adeguate. In ogni caso si raccomanda di osservare le previste procedure autorizzative e la normativa vigente al fine di una corretta gestione dei rifiuti.

L’analisi relativa all’impatto acustico generato dalle fasi di cantiere e l’individuazione di tutti gli accorgimenti tecnici e operativi atti a minimizzare il disturbo, dovrà essere affrontata in sede locale attraverso la presentazione di apposita relazione previsionale di impatto acustico, redatta secondo le disposizioni regionali emanate con D.G.R. 2 febbraio 2004, n. 9-11616 (Criteri per la redazione della documentazione di impatto acustico), che approfondisca gli aspetti predetti.

Dovranno essere osservate le disposizioni relative ai regolamenti edilizi dei comuni interessati e dovranno essere adottati tutti gli accorgimenti ed effettuate opere di mitigazione, da concordare con le amministrazioni, al fine di limitare gli impatti, anche acustici e visivi. In particolare, in fase di progettazione definitiva, dovranno essere previste misure dirette a limitare il disturbo acustico unitamente al sollevamento di polveri nel cantiere relativo ai tratti del tracciato più vicini ad abitazioni rurali.

Con riferimento al Comune di Fossano, per le opere fuori terra come il PIL (punto di intercettazione di linea) e il PIDI (Punto di intercettazione di derivazione importante), che prevedono opere in muratura, si raccomanda di osservare -tra l’altro- quanto disposto dall’art. 52 del Regolamento edilizio di Fossano a proposito delle recinzioni.

In relazione al territorio del comune di Cuneo, nelle successive fasi di progettazione:

-devono essere previste opere di mitigazione specifiche su tutto il perimetro dell’Impianto n. 9 in località Bombonina, comprensivo di Punto di intercettazione di derivazione importante (PIDI) e Stazione di Lancio e Ricevimento PIG, data la prossimità alla frazione e alla prevista nuova area di espansione residenziale ATF2.BO2;

-devono essere realizzate le fasce di ambientazione stradale previste dal Progetto Definitivo del P.R.G. di cui all’art. 66 delle NdA in corrispondenza dell’impianto n.9 e dell’impianto n.10 mediante opportune tipologie di ambientazione e mitigazione (fasce alberate, dune alberate - art. 66.03) finalizzate alla qualificazione del paesaggio e dell’abbattimento dell’inquinamento acustico;

-devono essere previste ulteriori opere di mitigazione degli impianti di linea 8, 8/A, e 10 in quanto in corrispondenza di insediamenti abitati isolati;

-per gli impianti ricadenti all’interno delle fasce di rispetto stradale, deve essere osservata la prescrizione contenuta all’art. 65.04 delle NdA del Progetto Definitivo del PRG, secondo cui “nelle fasce di rispetto stradale è consentita la realizzazione di recinzioni costituite da semplici paline infisse a terra con rete metallica”.

Per quanto riguarda le opere di mitigazione e ripristino:

-prima dell’avvio dei lavori dovranno essere effettuate indagini di tipo vegetazionale su aree campione rappresentative (con particolare riferimento alle specie arboree ed arbustive), nelle aree boscate e nelle fasce ripariali dei corsi d’acqua interferiti dalla realizzazione del progetto, che dovranno essere utilizzate quale riferimento per la scelta delle specie da utilizzare nel recupero ambientale;

-nelle fasi successive di progettazione dell’opera dovrà essere quantificata la reale consistenza del taglio della vegetazione arborea spontanea e degli impianti legnosi (frutteti, vigneti, impianti di pioppicoltura specializzata a rapido accrescimento), che dovrà essere limitato al minimo indispensabile. Dovrà inoltre essere posta particolare cura nella gestione della fase di cantiere, al fine di evitare danneggiamenti agli alberi esistenti; il proponente dovrà concordare con i proprietari o i gestori dei fondi le modalità e le tempistiche degli interventi di ripristino;

- dovranno essere altresì sviluppati adeguatamente gli interventi di ripristino e di mitigazione ambientale e paesaggistica, per la cui realizzazione dovranno essere utilizzate specie erbacee e, in base ai rilievi vegetazionali sopraccitati, specie arbustive ed arboree autoctone adatte alle condizioni stazionali. Al fine di assicurarne la riuscita, tali interventi dovranno essere eseguiti nel rispetto della stagionalità delle opere a verde. Dovrà inoltre essere eseguito il programma di manutenzione obbligatoria di tali opere previsto nel progetto preliminare presentato dal proponente, da svolgersi nei tre anni successivi la realizzazione delle opere stesse, in modo da garantire l’attecchimento del materiale vegetale;

-nei casi in cui le superfici alterate dai lavori di movimento terra abbiano una pendenza media superiore ai 15° si richiede l’inerbimento immediato di tali superfici in funzione antierosiva, nel rispetto della stagionalità delle opere a verde;

- per quanto riguarda le aree agricole interferite dall’opera in progetto, la fase di cantiere dovrà essere organizzata e gestita in modo tale da consentire l’accesso alle proprietà;

- il terreno agrario ottenuto dalle operazioni di scotico dovrà essere adeguatamente accantonato, avendo cura di separare i diversi orizzonti pedologici, e dovrà essere utilizzato nelle operazioni di ripristino ambientale. Il progetto definitivo dovrà specificare le dimensioni e la geometria dei cumuli, nonché le modalità di conservazione e manutenzione degli stessi (coprendoli eventualmente con rete di juta) in relazione ai tempi di stoccaggio del materiale e di ripristino ambientale dei luoghi. Gli strati terrosi prelevati in fase di cantiere dovranno essere ricollocati secondo la loro successione originaria;

- al fine di tutelare la fauna acquatica, deve essere evitato, in corrispondenza degli attraversamenti dei numerosi canali d’acqua, il dilavamento dei solidi sospesi dalle aree di cantiere che determinerebbero l’intorbidimento dei medesimi corsi d’acqua, attraverso l’adozione delle più idonee misure di mitigazione (sistemi di drenaggio e decantazione delle acque piovane, ecc.);

- durante la fase di cantiere, dovranno inoltre essere adottati tutti i provvedimenti necessari per evitare sversamenti accidentali di materiali nelle acque, in modo da eliminare tutte le possibilità d’inquinamento;

- nelle fasi di predisposizione del progetto definitivo, il proponente dovrà verificare con i consorzi irrigui operanti nell’area di intervento le soluzioni individuate per risolvere le interferenze con il reticolo irriguo esistente e il cronoprogramma relativo alla realizzazione delle opere, in modo da assicurare la funzionalità della rete irrigua e da permettere l’effettuazione delle operazioni di manutenzione della rete stessa in maniera agevole e in sicurezza.

- Dovrà altresì essere approfondito lo studio delle eventuali interferenze del tracciato con le infrastrutture afferenti al servizio idrico integrato per delineare, con i responsabili dei singoli servizi, le opportune azioni di prevenzione e compensazione o mitigazione, anche in fase di cantiere.

- Dovranno inoltre essere considerate in modo dettagliato le interferenze del tracciato con opere di captazione idrica a servizio delle abitazioni rurali e dei coltivi circostanti, anche mediante l’esame critico della documentazione idrogeologica afferente i piani regolatori.

- In corrispondenza di canali di grande dimensione (riva sinistra del F. Stura con il canale “La Nuova” e scarpata in destra presso C.na S. Anselmo con il canale “Cherasco”) e nei luoghi dove si prevedono cospicui movimenti di terra, in fase di progettazione definitiva devono essere eseguiti rilievi di dettaglio al fine di quantificare le effettive volumetrie di scavo e di prevedere eventuali opere di sostegno provvisorie. Si ribadisce l’esigenza di analoga progettazione circostanziata anche per gli interventi di sostegno definitivi dei pendii e le opere di recupero ambientale necessarie alla sistemazione dell’area.

Nella fascia ripariale del fiume Stura di Demonte eventualmente ancora interessata dalla realizzazione del metanodotto in progetto, la tempistica dei ripristini dovrà assicurare la rivegetazione più rapida possibile delle superfici interessate dai lavori;

L’opera deve essere interrata ad adeguata profondità di sicurezza con la previsione di opere di difesa antierosione della condotta in tutto il tratto ricadente nelle fasce fluviali.

In particolare le opere di attraversamento in sub - alveo devono essere poste ad una profondità di almeno 1,50 metri dal fondo alveo -valutando di volta in volta situazioni particolari che richiedono maggiore profondità- e le eventuali opere lungo le sponde devono essere poste ad una distanza maggiore di metri 10 dal ciglio di sponda.

Si richiede che vengano acquisiti, ove necessari, i provvedimenti autorizzativi in linea idraulica, come nei casi del Rio Grione, del Canale Naviglio di Bra e del Canale Mellea, unitamente al provvedimento di concessione relativo all’occupazione di sedime demaniale.

Tenuto conto delle marginali interferenze del tracciato del metanodotto in progetto con la fascia B del PAI, devono essere osservate le Norme di Attuazione del PAI (approvato con DPCM in data 24/05/2001). Il progetto definitivo, pertanto deve considerare i seguenti aspetti:

- modifiche indotte sul profilo inviluppo di piena;

- riduzione della capacità di invaso dell’alveo;

- interazioni con le opere di difesa idrauliche (opere di sponda e argini) esistenti;

- opere idrauliche in progetto nell’ambito dell’intervento;

- modifiche indotte sull’assetto morfologico planimetrico e altimetrico dell’alveo di inciso e di piena;

- modifiche indotte sulle caratteristiche naturali e paesaggistiche della regione fluviale;

- condizioni di sicurezza dell’intervento rispetto alla piena.

Eventuali interferenze con opere di difesa idraulica devono comunque essere autorizzate dall’Autorità idraulica competente, ai sensi del R.D. n. 523/1904.

Le opere di ripristino devono essere eseguite preferibilmente secondo le tecniche di ingegneria naturalistica descritte nel Manuale Tecnico di Ingegneria Naturalistica della Regione Piemonte.

- Per quanto riguarda la tipologia “Muro gradinato in gabbioni” (dis. LC-D-83434), si raccomanda di prediligere l’impiego delle palificate doppie di sostegno (denominate in progetto “muro cellulare in legname a doppia parete” dis. LC-D-83427) in luogo dei gabbioni. Considerato il noto basso livello di attecchimento delle talee nel corpo dei gabbioni, si richiede che il paramento esterno degli stessi sia ricaricato di terra ed inerbito;

- per quanto riguarda la tipologia “Muro cellulare in legname a doppia parete” (dis. LC-D-83427), si raccomanda che il materiale legnoso impiegato come traversi e correnti non sia mai di diametro inferiore ai 20 cm. Si raccomanda inoltre che il materiale vegetale messo a dimora nel corpo della struttura sia in contatto con la parete interna dello scavo, onde permettere l’ottimale radicazione e fare in modo che il materiale vegetale concorra realmente nel tempo al sostegno del terreno;

- per quanto riguarda la tipologia “Ricostituzione spondale con rivestimento in massi” (dis. LC-D-83473), la messa a dimora degli arbusti tra i massi dovrà avvenire durante la costruzione della struttura, previo riporto di un congruo quantitativo di terra a costituire un ottimale letto di posa;

- al termine dei lavori i cantieri devono essere tempestivamente smantellati e deve essere effettuato lo sgombero e lo smaltimento dei materiali utilizzati per la realizzazione dell’opera, evitando la creazione di accumuli permanenti in loco. Per quanto riguarda le aree di cantiere, quelle di deponia temporanea, quelle utilizzate per lo stoccaggio dei materiali, le piste di accesso alle aree di lavoro, nonché ogni altra area che risultasse degradata a seguito dell’esecuzione dei lavori in progetto, dovrà essere effettuato quanto prima il recupero e il ripristino morfologico e vegetativo dei siti.

Quando risulta necessario attraversare con il metanodotto in progetto la viabilità provinciale, devono essere adottare tutte le soluzioni tecniche necessarie tali da garantire la piena funzionalità della viabilità stessa. In particolare dove essere utilizzata la tecnica dello spingitubo - trivellazione per l’attraversamento della Strada Provinciale n. 318 (tronco: bivio SS231 - S. Biagio - Centallo). Per nessuna ragione, comunque, si dovrà giungere alla chiusura delle strade provinciali al traffico veicolare.

La metodologia a spingitubo dovrà altresì essere utilizzata per l’attraversamento delle strade vicinali “delle Tre Cascine” e “del Cunio”.

Dovranno essere concordate con la società European Crossing Italia le opere di attraversamento del cavidotto di telecomunicazioni esistente con riguardo ai seguenti punti:

1° Tronco Cherasco - Fossano S.P. 165, Km 7+100 lato sx nel Comune di Cervere (attraversamento in sottopasso);

2° Tronco Fossano-Cuneo S.S. 231, km. 78+600 lato dx nel Comune di Cuneo (parallelismo e attraversamento in sottopasso).

In caso di interferenze con preesistenti elettrodotti aerei e sotterranei e ad alta tensione dovrà essere ripettato quanto previsto dal DM 21.3.88, n. 449 e s.m.i. nonché dalle norme CEI 11-17 fasc- 558. Qualora si renda necessario provvedere a modificazioni e /o spostamenti dei sopra menzionati elettrodotti per renderli compatibili all’opera, dovrà essere data comunicazione rispettivamente ad ENEL distribuzione S.p.A. e a TERNA S.p.A. che chiede che le vengano trasmessi tempestivamente i progetti esecutivi dell’opera nonché i dati del soggetto al quale farà carico la spesa dei relativi eventuali interventi.

Dal momento che il territorio attraversato dal metanodotto è in più punti suscettibile di ritrovamenti di interesse archeologico, le ulteriori fasi di progettazione devono essere precedute da un programma di indagini e accertamenti archeologici, per la stesura di specifica cartografia relativa alla valutazione di rischio archeologico, ai sensi degli artt. 15, 17 e 18 del D.P.R. 554/99, dell’art. 28 del D.Lgs 42/04 e del D.L. 63/05 convertito dalla legge 25/6/05.

In caso di autorizzazione dell’opera devono essere comunicati al Dipartimento ARPA di Cuneo l’inizio ed il termine dei lavori, onde permettere il controllo dell’attuazione delle prescrizioni ambientali nella fase realizzativa dell’opera ai sensi dell’art. 8 della L.R. 40/98. Al momento del collaudo dell’opera, il Direttore dei lavori dovrà trasmettere, all’ARPA Piemonte, Coordinamento Centrale VIA - VAS e Dipartimento Arpa di Cuneo una dichiarazione, accompagnata da una relazione esplicativa, relativamente ai rilevamenti vegetazionali effettuati ante-operam e all’attuazione di tutte le misure prescritte, compensative, di mitigazione e di monitoraggio, incluse nella documentazione presentata, e integrate da quelle contenute in questo provvedimento.

Si raccomanda nelle fasi procedurali successive il rispetto della normativa vigente. A tale proposito si richiama, tra gli altri, il D.M. 24 novembre 1984 recante “Norme di sicurezza antincendio per il trasporto, la distribuzione, l’accumulo e l’utilizzazione del gas naturale con densità non superiore a 0,8". Parimenti , qualora gli interventi relativi alla realizzazione del metanodotto interessino ambiti territoriali sottoposti a vincolo di tutela paesaggistica ai sensi del D.lgs. 22 gennaio 2004 n. 42 - Codice dei beni culturali e del paesaggio, dovrà essere richiesta l’autorizzazione ai sensi dell’art. 159 dello stesso D. lgs. In ogni caso, ove previsto potranno essere seguite le modalità autorizzative contemplate dalla L.R.20/89 e s.m.i. inerenti la subdelega ai Comuni.

Copia della presente determinazione verrà inviata al proponente e ai soggetti interessati di cui all’art. 9 della l.r. 40/1998 e depositata presso l’Ufficio di deposito progetti della Regione.

Avverso la presente determinazione è ammesso ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale entro il termine di sessanta giorni.

La presente determinazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 61 dello Statuto.

Il Dirigente responsabile
Roberto Quaglia