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Bollettino Ufficiale n. 42 del 20 / 10 / 2005

ANNUNCI LEGALI


Comune di Barolo (Cuneo)

Deliberazione del Consiglio Comunale n. 25 del 30/09/2005 “Regolamento edilizio comunale. Rettifica art. 2 comma 2 e art. 32, 1° comma”

Il Consiglio Comunale

(omissis)

1. di modificare come segue, per le motivazioni esposte in premessa e che qui si intendono richiamate, l’art. 2 comma 2 e l’art. 32 del vigente regolamento edilizio comunale:

Art. 2 comma 2 Nuovo Testo

2. La Commissione è composta da un numero di componenti pari a 5 (cinque) o 7 (sette), eletti dal Consiglio comunale. Nella deliberazione di nomina il Consiglio Comunale designa tra i componenti il presidente della Commissione.

Art. 32 Nuovo Testo

Art. 32 Inserimento ambientale delle costruzioni

1.a) Ogni intervento edilizio dovrà armonicamente essere inserito nell’ambiente circostante, evitando impatti visivi contrastanti e compromissioni della continuità di percezione e dell’ampiezza del paesaggio. Nelle aree agricole e nuclei rurali il modo di costruire dovrà essere coerente con quello della struttura agricola tradizionale senza sconvolgere l’assetto delle strade e delle colture. Le tipologie dovranno essere intonate alla semplicità dell’edificato tradizionale sia nell’impianto, nell’articolazione volumetrica e nell’uso dei materiali sia per i nuovi insediamenti che per l’ampliamento di quelli esistenti. Questi ultimi dovranno adottare criteri di ampliamento con partiture architettoniche non contrastanti con le preesistenze.

Anche in tutte le altre aree di P.R.G.C., gli interventi di completamento edilizio o di nuova edificazione si dovranno attenere alle prescrizioni in precedenza esposte, facendo riferimento, in generale, ai modelli tipologici dell’edificazione tradizionale presenti di vecchio impianto. Si dovrà comunque, nei tessuti insediativi esistenti: non stravolgere la tipologia insediativa del contesto in cui si deve ristrutturare, od ampliare o completare; inserire i nuovi volumi in modo armonico nel profilo dell’insediato; eseguire gli ampliamenti e le pertinenze in sintonia con i caratteri dell’insediamento esistente orientando le parti in ampliamento lungo gli insediamenti dominanti.

Le progettazioni delle nuove aree, sia destinate alla residenza che alle attività produttive, devono essere finalizzate a creare un aggregato urbano organico ed integrato, dotato di tutte le infrastrutture e servizi ben coordinati con i lotti edificabili, ossia l’insediamento deve essere progettato come “un borgo” con il suo contesto e le sue caratteristiche; i margini e perimetri di detti insediamenti non dovranno assumere un aspetto di abbandono di periferia ossia “di non finito”.

b) Sui fabbricati rurali che conservano un discreto valore documentario della “vecchia cascina” gli interventi dovranno essere volti alla salvaguardia di tutti gli elementi architettonici, tipologici e caratterizzanti quali: copertura in coppi vecchi o frammisti a nuovi in laterizio, comignoli tradizionali, cornicioni “a pantalera” con passa fuori in legno senza tavolato, serramenti in legno con persiane gelosie, intonaci tradizionali ecc. Vale quanto riportato ai punti c) e d) successivi.

Dovranno esclusivamente essere sottoposti a manutenzione e restauro conservativo le cappelle, le chiesette ed i piloni votivi lungo le strade anche non evidenziati in cartografia.

c) Gli edifici per attività produttive in area agricola e quelle in area produttiva (compresi i cosiddetti capannoni) dovranno essere realizzati aderenti ai modelli presenti rappresentati dai rustici tradizionali per quanto riguarda le partiture architettoniche (facciate, porte, finestre) le pendenze delle falde di copertura ed i materiali di copertura e di rifinitura. Dovranno essere evitate le strutture prefabbricate “in vista”. Le facciate, quando prefabbricate a pannelli in calcestruzzo, dovranno essere rivestite ed intonacate e risolte con tinteggiatura chiara tradizionale. Sono vietati i sistemi di apertura, per finestre o luci, “a nastro” tipicamente derivate dai prefabbricati industriali.

Per quanto riguarda il manto di copertura si prescrive:

- per il centro storico vale quanto riportato alla lettera g);

- per tutte le aree produttive dovrà essere realizzato in coppi laterizi piemontesi vecchi o frammisti vecchi e nuovi, o nuovi, oppure ove occorra, per motivi tecnici, in altro laterizio o altro materiale tipico (es. rame); per la manutenzione straordinaria e/o il rinnovo delle coperture degli edifici produttivi esistenti, la Commissione Edilizia potrà sempre imporre l’uso di materiale più tradizionale e tipico;

- per tutte le altre aree dovrà essere realizzato in coppi laterizi piemontesi; a fronte di comprovate difficoltà tecniche, la Commissione Edilizia potrà autorizzare l’uso di laterizio di altra forma.

La forma del tetto, per garanzia di un corretto inserimento ambientale, può essere risolta del tipo “a capanna” composto da due falde inclinate unite al colmo o del tipo “a padiglione”. I cornicioni dovranno essere inclinati come la pendenza della falda ossia “a pantalera in legno” senza tavolati in legno in vista od eseguiti, fuori dal centro storico, con solette sottili anche in calcestruzzo “a vista”, o intonacato o tinteggiato. Il cornicione potrà sempre essere realizzato sagomato in calcestruzzo o in mattoni a vista. L’inclinazione delle falde, elemento importante per il paesaggio, dovrà osservare pendenze comprese fra il 30 ed il 40% ed essere uguale per tutte le falde, ad eccezione dei fabbricati produttivi localizzati in aree a destinazione specifica (aree produttive) i quali potranno ridurre la pendenza per esigenze particolari derivanti dalla tipologia strutturale e/o di lavorazione. Gli abbaini dovranno avere forma tradizionale a due falde, con pendenza anche maggiore rispetto all’inclinazione sopra indicata. La Commissione Edilizia potrà di volta in volta giudicare la soluzione proposta ed imporre eventuali modifiche.

d) Per i materiali di rifinitura delle facciate (vedere per il Centro Storico le ulteriori puntualizzazioni) si potrà usare l’intonaco a cemento o a calce. Molta prudenza deve essere usata per rivestimento in mattone “a vista”: se usato non dovrà essere a mattoni rossi o scuri con sabbiatura grossa. Dovranno essere usati mattoni fatti a mano di colore naturale chiaro, non sabbiati o con sabbiatura fine con giunti di malta tenuti “a raso” e non resi di colore bianco. La Commissione Edilizia dovrà valutare, caso per caso, l’utilizzo del mattone chiaro “a vista” suddetto.

Sono vietati i rivestimenti di facciata tipo ceramicato, piastrelle in gres, Klinker e similari, e la perlinatura o il rivestimento in legno.

Le finestre dovranno avere altezza maggiore della larghezza e non essere del tipo “a nastro”; sono vietate le vetrate a campo unico di grande ampiezza. Quando le finestre suddette sono indispensabili e necessarie per interventi su fabbricati esistenti o su fabbricati nuovi, la commissione edilizia potrà valutare, di volta in volta, il loro impiego.

Per le abitazioni gli infissi esterni dovranno essere in legno, o in altro materiale che garantisca gli stessi effetti visivi, e dovranno sempre e comunque rispettare nelle forme e nelle linee la tipologia tradizionale della zona (persiane - gelosie o ante). Gli avvolgibili, se preesistenti sull’immobile, possono essere rinnovati solo in assenza di contestuali interventi edili di ampliamento o di ristrutturazione. In occasione di questi interventi si deve provvedere all’intera rimozione degli avvolgibili e all’adozione delle gelosie o ante tipiche. Tutti gli infissi dovranno essere messi in opera verso il filo interno delle murature ad eccezione dei portoni e delle porte.

I colori da adottarsi per tutti gli esterni (muri e pareti, infissi, portoni, cancellate, ecc.) dovranno fare stretto riferimento ai campionari definiti, ispirandosi alla tradizione, dall’Amministrazione per ogni settore d’impiego. Tali campionari di colori sono visionabili presso l’Ufficio Tecnico del Comune che, di volta in volta, controllerà e autorizzerà preventivamente le singole richieste d’uso. Prima di autorizzare l’ adozione di colori per pareti e muri esterni sarà necessario, d’intesa con l’Ufficio Tecnico medesimo, effettuare più campionature di prova (di almeno cm. 50x50 cadauna) di diverso colore, al fine di favorire scelte oculate che tengano conto delle dimensioni e delle caretteristiche degli edifici interessati e del contesto ambientale.

Tutti gli infissi dovranno essere messi in opera verso il filo interno delle murature ad eccezione dei portoni e porte.

I balconi (vedere per il Centro Storico le specifiche puntualizzazioni) dovranno essere di tipologia tradizionale realizzati con solettina in c.a. di spessore ridotto (cm. 12) opportunamente intonacate, oppure in lastre di pietra, oppure a voltini ad arco in mattoni a vista. Le zoccolature dei fabbricati, quando necessarie, dovranno essere in pietra di Luserna o similari o pietra locale messa in opera a lastre verticali e non “ad opus incertum”. La zoccolatura potrà essere finita a vista con intonaco a spruzzo o mattoni a vista.

La Commissione Edilizia potrà, a suo insindacabile giudizio, negli interventi di completamento, od ampliamento dei fabbricati esistenti, quando sia accertata l’impossibilità tecnica di applicare le norme di cui ai punti a), b), c), d), valutare caso per caso le soluzioni tipologiche ed i materiali da imporre e/o da autorizzare.

e) Per la tutela dell’ambiente e della stabilità idrogeologica del terreno sono vietati disboscamenti, livellamento incontrollato del suolo e la perturbazione dell’idrografia degli impluvi minori se non finalizzati a ridurre fenomeni erosivi o ad interventi di bonifica e gestione forestale e agraria.

Per la tutela del paesaggio, dell’ambiente, della fauna e delle acque nelle aree agricole non è ammesso aprire cave, eseguire movimenti di terra incontrollati senza l’autorizzazione comunale, modificare il regime idrogeologico dei rivi, addurre le acque di falda, modificare il regime di convogliamento e di raccolta delle acque piovane, costruire gli scarichi e riporti di macerie e altri materiali di rifiuto.

f) I muri di contenimento, per la parte, fuori terra, dovranno essere sempre adeguatamente rivestiti con pietra a vista di “Langa” o mattoni pieni “chiari” anche alternati tra loro con possibile intonacatura delle parti realizzate in sfondato.

I muri potranno essere anche interamente eseguiti in pietra di Langa “tipo muro a secco” con giunti non visibili. Dovranno quindi essere eliminate le ampie superfici di cemento in vista.

I muri potranno anche essere eseguiti a cemento in vista purché ricoperti di vegetazione sempre verde (edera ecc.) o nascosti da piantumazioni eseguite pari all’altezza del muro. Tali prescrizioni dovranno essere controllate al momento della ultimazione dei lavori. Il Responsabile dell’Ufficio Tecnico potrà, con apposite ordinanze anche successive, prescrivere l’adempimento del suddetto rivestimento.

g) nel centro storico devono essere osservate le seguenti prescrizioni (intese a ulteriore tutela di quanto regolato nei precedenti punti):

- le coperture devono essere ricostruite in coppi laterizi piemontesi vecchi di recupero secondo la sagoma ed i particolari architettonici che conservino le caratteristiche tipologiche esistenti dell’edificio interessato dall’intervento e piu’ in generale della zona;

- le finestre, balconi, cornicioni, gronde, comignoli, ingressi, luci, scale esterne e comunque ogni elemento progettuale non possono subire alterazioni contrastanti rispetto a quella originaria; in particolare è consentito soltanto l’uso dei serramenti in legno (o in altro materiale che garantisca gli stessi effetti visivi) e chiusure esterne a persiane gelosie alla piemontese (con aletta larga) o ante tipiche; inoltre i balconi dovranno essere eseguiti in lastre di pietra, o legno, se preesistevano di tale tipo oppure in solettina di cemento di spessore cm. 8-10 con modiglioni in pietra o cemento intonacato tradizionale; le finestre devono avere davanzali in pietra e stipiti ed architravi in muratura intonacata; i cornicioni devono essere realizzati in legno “a pantalera” con esclusione di rivestimenti in tavolato a vista, oppure in calcestruzzo o mattoni del tipo sagomato, essi devono avere la sporgenza minima di 50 cm; i canali devono essere in vista, in lamiera verniciata o in rame; i pluviali in lamiera verniciata, in rame o in ghisa; i camini nuovi dovranno essere eseguiti avendo a modello quelli presenti nel centro storico; i nuovi intonaci dovranno essere eseguiti con frattazzo “alla piemontese” sull’esempio di quelli presenti negli edifici di più antico impianto;

- le volte, se non in condizioni stabili precarie a tutela della pubblica incolumità, devono essere mantenute ed i solai in legno di pregevole fattura devono essere ripristinati con le caratteristiche tipologiche preesistenti;

- è prescritto il mantenimento della pietra a vista delle murature, ove preesistente, intonaci di finitura rustici, ringhiere in ferro conformi al preesistente o se mancanti, non contrastanti con le tipologie di zona;

- non è consentito l’uso, sulla facciata principale e sugli altri prospetti, di rivestimenti di muri o stipiti di finestre e porte in marmo, materiale ceramicato o similari. fa eccezione l’uso della pietra di Luserna o similare, martellinata per zoccolature, davanzali, soglie o gradini scale esterne;

- in caso di ricostruzione di muri perimetrali obsoleti non è consentita la modifica dei fili di fabbricazione preesistenti e l’incremento della superficie utili di calpestio;

- l’adozione dei colori per tutti gli elementi esterni occore rispettare quanto previsto al punto d) utilizzando prodotti con caratteristiche consone alla tradizione del luogo;

- in caso di interventi di risanamento e di manutenzione straordinaria delle facciate e delle coperture è fatto obbligo di eliminare i materiali contrastanti con quelli descritti ai punti precedenti, ponendo particolare attenzione alla rimozione degli avvolgibili e delle coperture anomale preesistenti..

2. L’Autorità comunale, sentito il parere della Commissione Edilizia, in sede di rilascio degli atti di assenso all’edificazione, ha facoltà di prescrivere, con congrua motivazione, soluzioni progettuali specifiche e di imporre direttive intese ad ottenere specifici risultati di inserimento ambientale.

3. L’Autorità comunale, sentita la Commissione Edilizia, può altresì disporre la sostituzione o la rimozione di elementi accessori esistenti - quali scritte, insegne, decorazioni, sovrastrutture, ecc. - che non si accordano con le caratteristiche ambientali.

4. I lavori e le opere necessarie per l’arredo complementare, secondo le prescrizioni imposte negli atti di assenso all’edificazione, devono essere totalmente compiuti allo scadere del periodo fissato.

2. di precisare che le modifiche al regolamento in oggetto disposte con la presente entreranno in vigore dopo la pubblicazione delle stesse per estratto sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte;

3. di incaricare il responsabile del servizio tecnico-urbanistico della pubblicazione di cui al precedente punto.

Barolo, 30 settembre 2005

Il Sindaco
Walter Mazzocchi