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Bollettino Ufficiale n. 41 del 13 / 10 / 2005

Codice 26.2
D.D. 11 luglio 2005, n. 333

L.R. 40/1998 art. 10 - Provvedimento conclusivo della fase di verifica della procedura di VIA inerente al progetto per la costruzione della seggiovia quadriposto ad ammorsamento fisso, “Sagnalonga - Colle Bercia” (m 1999 - 2293 s.l.m.) in Comune di Cesana Torinese (TO). Richiedente la Societa’ “Sporting Club Sestrieres” s.r.l. a.s.u. di Sestriere (TO)

(omissis)

IL DIRIGENTE

(omissis)

determina

A) Di considerare le premesse parte integrante della presente Determinazione Dirigenziale.

B) Di concludere il procedimento relativo da Fase di Verifica, di cui all’art. 10 L.R. n° 40/98 relativo al progetto per la costruzione della seggiovia quadriposto ad ammorsamento fisso “Sagnalonga - Colle Bercia” (m. 1999 - 2293 s.l.m.) ricadente nel territorio del Comune di Cesana Torinese (TO) e di sottoporre il progetto definitivo alla fase di Valutazione e Giudizio di Compatibilità Ambientale ai sensi dell’art. 12 della L.R. n° 40/98.

C) Di richiedere alla Società proponente, “Sporting Club Sestrieres” s.r.l. a.s.u., con sede in Via del Colle n° 13 - Fraz. Borgata - Sestriere (TO), che nel corso della redazione del progetto definitivo e dello studio di Impatto Ambientale siano rispettate le condizioni e le richieste di approfondimento elencate nel seguito, conseguenti all’espletamento della procedura di verifica della compatibilità ambientale e dei pareri pervenuti.

Parere Direzione Pianificazione e Gestione Urbanistica -Settore Beni Ambientali-.

1. Si richiede un approfondimento progettuale mirato al ristudio della soluzione proposta per la stazione di monte dell’impianto in oggetto che presenta la costruzione di una struttura muraria di altezza rilevante e di elevato impatto visivo particolarmente evidenziato anche dalla scarsa presenza vegetazionale. Occorre valutare soluzioni alternative eventualmente intesa a rimodellare parzialmente la morfologia dell’area interessata dalla realizzazione della stazione di monte, raccordando il più possibile il nuovo piano di sbarco con l’andamento morfologico esistente e limitando la realizzazione di manufatti in muratura, sebbene rivestiti in pietra a spacco.

2. Si richiedono approfondimenti progettuali circa le opere di recupero e di mitigazione da prevedere per gli interventi in oggetto, finalizzati a consentire un adeguato inserimento delle opere nel contesto paesaggistico interferito; con approfondimenti relativi alle operazioni di compensazione paesistico - ambientale da attuare in conformità a quanto previsto dalla normativa di tutela in vigore.

3. Riguardo alle aree di cantiere, le aree di stoccaggio temporaneo degli inerti e per l’eventuale viabilità da realizzare a servizio del cantiere dovranno essere predisposti elaborati di progetto che individuino la localizzazione delle opere in progetto, oltre agli interventi di recupero e di ripristino morfologico e vegetativo dei siti interessati dagli interventi.

Parere Direzione Tutela e Risanamento Ambientale.

4. Attesa la possibilità che nell’ambito delle attività di cantiere e di scavo, con particolare riferimento al sito della stazione di monte, venga rinvenuta la presenza di amianto all’interno dei materiali movimentati, si prende atto della documentazione di progetto trattante tali problematiche prescrivendo quanto segue:

a) Dovrà essere valutata ogni ulteriore soluzione progettuale che permetta la massima riduzione delle attività di scavo e riporto nella zona di arrivo dell’impianto;

b) nel corso dei lavori e nell’eventuale predisposizione degli elaborati relativi alla pianificazione della sicurezza ai sensi del D.Lgs. 494/1996, si dovrà tenere conto dei disposti di cui al D.Lgs. 277/1991 e s.m.i. , nonché per quanto applicabili dei decreti ministeriali emanati in forza della legge 257/1992, ai fini della loro immediata attuazione in caso di necessità;

c) nel corso dei lavori e nella citata eventuale attività di pianificazione della sicurezza dovrà essere posta particolare attenzione alla necessità che, a fronte del monitoraggio visivo condotto dal geologo in cantiere e del sospetto che il materiale così monitorato contenga amianto, le procedure di lavoro nonché le misure di tutela necessarie vengano attuate anche in assenza del relativo riscontro con i risultati del monitoraggio ambientale di cui al successivo punto d);

d) qualora nelle attività lavorative si individuasse un rischio di dispersione di fibre di amianto, le azioni e le precauzioni da mettere in atto dovranno comprendere comunque sia la protezione dei lavoratori che della popolazione: in particolare dovrà essere accertato l’effettivo e corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale;

e) ai fini di un continuo monitoraggio ambientale della componente “aria” dovrà essere predisposto un sistema di campionamento per il rilevamento di fibre aerodisperse nell’area interessata dal cantiere ed in corrispondenza di alcuni recettori potenzialmente sensibili: le modalità ed il programma di monitoraggio dovranno essere obbligatoriamente concordate con ARPA Piemonte - Centro Regionale Amianto, a cui dovranno anche essere comunicati con idonea frequenza i dati rilevati adeguatamente commentati;

f) il progetto definitivo dovrà indicare le strutture incaricate dei campionamenti e delle analisi nel rispetto dell’All. 5 del D.M. 14.05.1996;

g) ai materiali comunque derivanti da attività di scavo dovranno essere applicate le disposizioni di cui alla normativa vigente con attuale riferimento ai commi 17, 18 e 19 dell’art. 1 della L. 443/2001;

h) si dovranno identificare su appositi elaborati planimetrici l’area di probabile presenza di minerali e materiali asbestiformi affioranti e dovrà essere identificato un preciso quadro delle modalità di cantiere che impedisca la dispersione di fibre asbestiformi nell’aria, conseguenti a movimenti e attività dei mezzi di cantiere che debbano svolgersi su terreni con presenza di minerali asbestiformi,.

5. Il manufatto di contenimento (muro) del terrapieno della stazione di monte si giudica di forte impatto paesaggistico - ambientale: a fronte di ciò si richiede la valutazione di soluzioni alternative a quella prospettata in fase preliminare.

6. Tutte le attività di sistemazione, drenaggio, recupero, demolizione, mitigazione e compensazione ambientale previste nella documentazione esaminata dovranno essere puntualmente trattate e trovare copertura finanziaria al fine della redazione progettazione definitiva, in quanto costituiscono il presupposto indispensabile alla compatibilità dell’intervento in oggetto; in particolare si richiedono ulteriori opere di compensazione ambientale in quanto i rimboschimenti compensativi a tutt’oggi individuati non sono ritenuti sufficienti.

7. Nella redazione degli elaborati progettuali dovranno essere considerate le modalità di salvaguardia di tutte le aree umide, con particolare riferimento alla torbiera in località Sagna Longa, presenti nelle zone del tracciato di progetto della pista e in quelle limitrofe: nessuna azione di cantiere dovrà pregiudicare la loro sopravvivenza.

8. Nel corso dei lavori dovrà essere evitata il più possibile l’estirpazione degli apparati radicali degli esemplari abbattuti e, in caso di necessità, oltre alla massima riduzione delle ceppaie con l’ausilio della motosega, le ceppaie stesse potranno essere eliminate con una eventuale fresatura in loco.

9. Relativamente agli interventi di taglio di soggetti arborei dovrà essere valutata ulteriormente la possibilità di contenere la sottrazione di vegetazione arborea.

10. Se idoneo e giuridicamente possibile, il legname abbattuto per la realizzazione dell’impianto dovrà essere impiegato nell’ambito degli interventi di recupero e sistemazione, mitigazione e compensazione ambientale previsti nel progetto o in cantieri limitrofi, nel contestuale rispetto della normativa e delle prescrizioni sugli usi civici.

11. Il Proponente dovrà produrre una chiara progettazione definitiva onde rappresentare e collocare planimetricamente gli interventi di cui al punto 4, con particolare riferimento a quelli di rinaturalizzazione e recupero ambientale previsti, con la preferenziale adozione di tecniche di Ingegneria Naturalistica, per la ricostruzione morfologica dei siti, per il consolidamento e la sistemazione superficiale dei terreni, nonché per il contenimento e la mitigazione dell’impatto ambientale e per il reinserimento paesaggistico dei luoghi alterati durante i lavori e delle infrastrutture edificate. A tal proposito dovranno essere prodotti elaborati completi (relazioni tecniche, planimetrie, sezioni, assonometrie, particolari costruttivi ecc.), propri della progettazione definitiva, atti a descrivere le opere progettate, nonché le opportune valutazioni sul dimensionamento delle opere di drenaggio delle acque superficiali da prevedere negli interventi di recupero e sistemazione. Ai fini di una corretta valutazione quali-quantitativa delle medesime, esse devono trovare riscontro negli elaborati relativi all’analisi prezzi e nel computo metrico del progetto definitivo, nonché negli allegati relativi alla definizione dei piani di manutenzione delle opere previsti ai sensi delle vigenti normative di legge.

12. Considerata la situazione attuale e i movimenti terra prospettati, relativamente al complesso delle opere necessarie per il drenaggio e il consolidamento delle superfici già esistenti, nonché di quelle di neo formazione, nel ribadire che queste dovranno essere realizzate il più possibile con l’impiego di tecniche di Ingegneria Naturalistica, particolare cura dovrà essere impiegata nella progettazione delle opere di regimazione delle acque superficiali nelle zone di eventuale riporto di materiale, al fine d’impedire l’innesco di fenomeni erosivi concentrati. Il progetto dovrà individuare tecniche risolutive tenendo in debito conto le problematiche derivanti dalla nuova morfologia attribuita al sito con i lavori in oggetto: partendo dalle indicazioni del progetto preliminare, nella fase definitiva dovranno trovare maggiore dettaglio e trattazione le valutazioni sul dimensionamento e sulla concezione delle opere di drenaggio, il loro puntuale posizionamento e la zona di recapito delle acque, nonché dovrà essere verificata la stabilità ai sensi dei parametri di legge delle scarpate realizzate in riporto e scavo.

13. Gli inerti di scavo derivanti dalle operazioni di cantiere dovranno essere destinati prioritariamente al riutilizzo in loco o in cantieri di lavoro limitrofi alle aree interessate dal progetto in oggetto: dovrà quindi essere limitato alle sole fasi di cantiere l’uso di aree di deponia temporanea ed esclusi stoccaggi provvisori di tali materiali; nel caso di smaltimento degli stessi o di altri materiali di rifiuto direttamente in discariche autorizzate ai sensi della normativa vigente, queste dovranno essere già esplicitamente individuate in fase progettuale definitiva.

14. Ai fini della progettazione definitiva si dovrà prevedere che tutte le attività di sistemazione e recupero ambientale, nonché drenaggio delle superfici, dovranno procedere per lotti funzionali parallelamente all’avanzamento del cantiere, secondo un cronoprogramma che tenga conto della stagionalità delle opere a verde e della necessità di riposizionare nel più breve tempo possibile il materiale di scotico (piote erbose ecc.) precedentemente accantonato.

15. Relativamente a tutte le superfici acclivi di neo-formazione dovrà essere valutata a livello di progettazione definitiva la loro protezione con reti in fibra naturale (juta) in funzione antierosiva.

16. Nel caso risulti necessario adeguare in alcuni punti la viabilità di accesso esistente di cui si prevede l’utilizzo in fase di cantiere, gli interventi relativi dovranno essere progettati ai fini della fase definitiva e comportare esclusivamente operazioni di sistemazione, consolidamento e risanamento conservativo, senza procedere ad allargamenti o alla bitumazione del manto stradale.

17. La progettazione definitiva dovrà contenere un adeguato piano di manutenzione delle opere realizzate, con particolare riferimento a quelle di recupero e sistemazione idrogeologica ed i derivanti oneri economici dovranno trovare rispondenza nel progetto.

18. Dovrà essere effettuata una completa disamina ai sensi della L. 443/2001 della classificazione delle terre di riutilizzo prima della redazione del progetto definitivo che dovrà essere sottoposta ad ARPA e alla Direzione Tutela e Risanamento Ambientale - Programmazione e Gestione Rifiuti.

19. Dovrà essere prodotta dal progettista incaricato e dal Proponente una dichiarazione che attesti che il materiale che si intende riutilizzare sia conforme agli standard previsti dalla normativa vigente e che pertanto possa essere utilizzato a tale scopo ai sensi della L. 443/2001.

Contributo ARPA - Area Previsione e Monitoraggio Ambientale-.

20. Occorrerà porre particolare cura nelle fasi di progettazione definitiva-esecutiva e di quella realizzativa successiva nel non alterare la residua naturalità dei luoghi curando in ogni minimo dettaglio le opere di recupero e mitigazione ambientale.

21. In caso di interventi comportanti rimodellamenti sostanziali del profilo attuale del terreno, questi dovranno essere corredati nel progetto definitivo da adeguati dimensionamenti delle opere di consolidamento delle scarpate con tecniche d’ingegneria naturalistica e l’esecuzione di apposite verifiche di stabilità, condotte secondo le norme definite dal D.M. 11/3/88, specifiche sia delle opere singole che dell’insieme versante-opere.

22. Dovrà essere prodotta una cartografia completa, ad una scala di dettaglio non inferiore al rapporto 1: 5000, del versante orientale Colle Bercia - Punta Rascià, riportanti l’esatta distribuzione e configurazione delle opere di protezione attiva da valanghe in corso di messa in opera nell’ambito di un altro progetto finanziato sulla L. 285/00. Conseguentemente dovrà essere dichiarato dal progettista incaricato che l’impianto a progetto risulta, in funzione delle opere di difesa attiva realizzate, immune dal pericolo di valanghe.

23. Si richiede una planimetria in scala adeguata con l’indicazione della seggiovia in progetto contestualmente all’indicazione precisa delle fasce di rispetto previste in PRGC relativamente al bacino di accumulo idrico, alla torbiera esistente, alle varie infrastrutture presenti nell’area. A tal proposito si sottolinea che già in sede di Conferenza dei Servizi il Sindaco del Comune di Cesana Torinese ha dichiarato la volontà da parte dell’Amministrazione di procedere alla sistemazione degli elaborati e tavole di Piano Regolatore in relazione agli errori di ubicazione planimetrica delle strutture e di rappresentazione grafica dei vari vincoli gravanti sull’area.

24. Data la delicatezza del contesto ambientale ed idrogeologico ove verranno a collocarsi i cantieri, al fine di prevenire in fase di cantiere sversamenti accidentali nel suolo e nel sottosuolo di oli e carburanti, dovranno essere specificate in una apposita relazione località e modalità di rifornimento e manutenzione straordinaria dei mezzi d’opera e definite le procedure d’emergenza da attuarsi in caso di sversamenti accidentali, oltre alle modalità di smaltimento dei rifiuti di cantiere, nel rispetto della normativa vigente.

25. Dovrà essere fornita una descrizione dettagliata della viabilità di cantiere, delle modalità di montaggio della linea dell’ impianto di risalita e delle aree di stoccaggio idrocarburi; si rende inoltre necessaria la predisposizione di una valutazione degli impatti potenziali, in caso di evento accidentale, a cui far seguire adeguati protocolli di mitigazione di impatti e di interventi.

26. Occorrerà prevedere che i rifiuti derivanti dalle varie attività di cantiere ed in particolare quelli derivanti dallo smantellamento della seggiovia “Montanina” e della sciovia “Bercia”, dovranno essere conferiti a ditte autorizzate così come previsto dal D.Lgs 22/97 e s.m.i.

D) Di inviare il presente provvedimento al Proponente ed ai soggetti interessati di cui all’articolo 9 della L.R. 40/1998 e di depositare copia presso l’Ufficio di deposito della Regione.

Sono fatti salvi eventuali ulteriori adempimenti regolamentari e legislativi che esulano dalla competenza di questo Settore.

Contro il presente provvedimento è ammesso proposizione di ricorso Giurisdizionale avanti al Tribunale Amministrativo Regionale competente per il territorio entro 60 giorni dalla data d’avvenuta pubblicazione o della piena conoscenza secondo le modalità di cui alla legge 6.12.1971, n. 1034; ovvero Ricorso Straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla data d’avvenuta notificazione ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica 25.11.1971, n. 1199.

La presente Determinazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell’art 61 dello Statuto, della L.R. n. 51. dell’ 8 agosto 1997 e dell’art. 16 del D.P.G.R. 8/R/2002.

Il Dirigente responsabile
Giuseppe Iacopino