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Bollettino Ufficiale n. 38 del 22 / 09 / 2005

Deliberazione della Giunta Regionale 12 settembre 2005, n. 39-822

Approvazione del Programma di intervento ai sensi dell’art. 3 della Legge regionale 23 novembre 2004, n. 35, “Provvedimenti in materia di castanicoltura”

A relazione dell’Assessore Taricco:

Nell’anno 2002 è stata accertata per la prima volta in provincia di Cuneo la presenza di Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu, imenottero cinipide originario della Cina, annoverato tra i più dannosi insetti del castagno a livello mondiale e fino ad allora non segnalato in Europa. Questo insetto determina la formazione di galle a carico dei germogli del castagno, deprimendo lo sviluppo vegetativo delle piante e causando una drastica riduzione della fruttificazione.

La L.R. 29 novembre 2004, n. 35, “Provvedimenti in materia di castanicoltura”, prevede che la Regione Piemonte promuova con le associazioni dei produttori, gli istituti universitari ed altri soggetti idonei l’attività tecnico scientifica necessaria ad individuare le forme di intervento utili per fronteggiare l’emergenza.

In particolare l’articolo 3 prescrive che la Giunta regionale stabilisca con atto amministrativo i contenuti tecnici inerenti l’attuazione della stessa, per cui è prevista per gli anni 2005 e 2006 una spesa complessiva di un milione di euro.

La Regione, ai sensi dell’art. 47 della L.R. 12 ottobre 1978, n. 63, può attuare studi, indagini, ricerche e programmi di sperimentazione agraria applicata, di attività dimostrativa o di lotta fitosanitaria per i singoli comparti produttivi, allo scopo di favorire lo sviluppo delle produzioni nonché una più razionale utilizzazione di tutte le risorse impiegate in agricoltura nel comparto della lotta contro i parassiti animali e vegetali.

La Legge 18 giugno 1931, n. 987 “Recante disposizioni per la difesa delle piante coltivate e dei prodotti agrari dalle cause nemiche e sui relativi servizi” ed il relativo regolamento di applicazione, regio decreto 12-X-1933 n° 1700, attribuiscono, tra l’altro, agli Osservatori per le malattie delle piante i compiti di vigilare sul territorio, controllare i vivai, organizzare le operazioni di difesa, studiare e seguire le avversità delle piante per divulgare le istruzioni pratiche per combatterle e prevenirle.

Il D.lgs 30 dicembre 1992, n. 536 “Attuazione della direttiva 91/683/CEE concernente le misure di protezione contro l’introduzione negli Stati membri di organismi nocivi ai vegetali e ai prodotti vegetali” modifica la denominazione degli Osservatori per le malattie delle piante in Servizi Fitosanitari regionali ed attribuisce loro, tra gli altri compiti, anche vigilanza sullo stato fitosanitario delle colture agrarie, forestali ed ornamentali nonché sui loro prodotti.

La Direttiva 2000/29/CE del 10 luglio 2000 all’articolo 16, punto 2, prevede che gli Stati membri possano adottare misure volte a prevenire i rischi di diffusione di organismi nocivi non di quarantena, ossia non indicati negli allegati I o II della citata direttiva, di cui sino ad allora non era stata riscontrata la presenza sul proprio territorio.

Con la D.C.R. n. 442 - 14210 del 30-09-1997 la Regione si è dotata di un settore specifico denominato Settore Fitosanitario Regionale, facente parte della Direzione Regionale Sviluppo dell’Agricoltura ed avente tra le proprie attribuzioni il coordinamento degli interventi correlati all’attuazione della legislazione regionale, nazionale, comunitaria e internazionale nel campo fitosanitario, la consulenza specializzata per l’attuazione di programmi di produzione integrata e di agricoltura ecocompatibile nonché l’esecuzione di ricerche e sperimentazioni fitosanitarie.

Considerata quindi la necessità, ai sensi dell’art. 3 della L.R. 29 novembre 2004, n. 35, di adottare il programma di intervento per il biennio 2005 - 2006 che stabilisce i contenuti tecnici così come indicati nell’allegato alla presente deliberazione per farne parte integrante,

rilevato che l’art. 4 della L.R. 29 novembre 2004, n. 35, prevede che il finanziamento avvenga su base annuale con uno stanziamento di euro 500.000 sul capitolo 13151 per l’anno 2005 e uno stanziamento di euro 500.000 sul capitolo 13151 per l’anno 2006 e che l’attivazione dei finanziamenti previsti è subordinata alla decisione di approvazione della L.R. 35 del 29 novembre 2004 da parte dell’Unione Europea,

visto che la Commissione Europea, con nota C(205) 3252 del 19 luglio 2005, ha ritenuto di non dover sollevare obiezioni alla luce degli art. 87 e 88 del trattato CE in relazione alle misure notificate,

il Comitato ex art. 8 della L.R. n° 17/1999 ha espresso il proprio parere favorevole in data 12 luglio 2005,

tutto ciò premesso, la Giunta regionale, unanime,

delibera

1) di approvare, come previsto dalla L.R. 29 novembre 2004, n. 35, “Provvedimenti in materia di castanicoltura”, il programma 2005-2006 di intervento contro il cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu), allegato alla presente deliberazione per farne parte integrante;

2) di conferire alla Direzione Regionale 12 “Sviluppo dell’Agricoltura” - Settore Fitosanitario il compito di provvedere all’attuazione del programma;

3) di provvedere con successiva deliberazione della Giunta Regionale all’accantonamento dei fondi necessari sul capitolo 13151 del Bilancio 2005, assegnandoli alla Direzione Regionale 12 “Sviluppo dell’Agricoltura” per la realizzazione del programma.

La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 61 dello Statuto e dell’art. 14 del D.P.G.R. n. 8/R/2002.

(omissis)

Allegato

Programma d’intervento in attuazione della L. R. 35 del 29 novembre 2004 (Provvedimenti in materia di castanicoltura).

Divulgazione

Vista la recente introduzione in Piemonte del cinipide galligeno del castagno, è necessario mettere in atto iniziative volte a far conoscere le problematiche inerenti questo nuovo insetto dannoso ai castanicoltori ed agli altri operatori del settore (vivaisti, tecnici di Organismi di assistenza tecnica, Associazioni di Produttori, Enti pubblici), in modo da diffondere le conoscenze su sintomi, danni, metodi di lotta. La divulgazione sarà realizzata attraverso incontri tecnici, pubblicazioni su riviste riguardanti il settore agricolo-forestale, depliant, Internet.

Vigilanza sull’attività vivaistica

Occorre assolutamente evitare che l’insetto venga introdotto in zone indenni attraverso il materiale di moltiplicazione. Si tratta di un obiettivo molto impegnativo in quanto gli astoni infestati sono asintomatici. Il Settore Fitosanitario Regionale ha tra i suoi compiti istituzionali la vigilanza sull’attività vivaistica, ai fini della prevenzione della diffusione di parassiti particolarmente nocivi (Legge 987 del 18/06/31 e relativo regolamento di attuazione approvato con R. D. del 12 ottobre 1933 n. 1700). Il Settore realizzerà attività di controllo della filiera vivaistica non solo nel Cuneese ma in tutto il territorio regionale, intensificando l’azione intrapresa subito dopo il rinvenimento di D. kuriphilus nel 2002. In particolare verranno compiute periodiche ispezioni nei vivai di castagno ritenuti più a rischio per verificare che non vengano commercializzate piante eventualmente infestate dal cinipide, adottando le necessarie misure fitosanitarie, compresi trattamenti specifici, distruzione del materiale contaminato e adozione di particolari tecniche di coltivazione. Si opererà in diretto raccordo con il Servizio Fitosanitario Nazionale e con quelli delle altre regioni.

Monitoraggio

La delimitazione del territorio infestato costituisce un elemento importante di conoscenza per la definizione di strategie d’intervento. Contemporaneamente all’accertamento della diffusione dell’insetto, da effettuare annualmente mediante una rete di punti di monitoraggio, è importante verificare la tipologia degli impianti colpiti (coltivazioni specializzate di castagno europeo o di ibridi eurogiapponesi, boschi di castagno selvatico, ecc.) e l’entità dell’attacco. Per ciascun punto di monitoraggio devono essere rilevati i riferimenti territoriali (GPS), la presenza o assenza di sintomi visibili dell’infestazione, l’entità dell’attacco, la tipologia di impianto.

Studio del ciclo biologico dell’insetto.

Lo studio del ciclo biologico dell’insetto esotico nel nuovo contesto ambientale in provincia di Cuneo costituisce un presupposto fondamentale per la messa a punto di possibili strategie di lotta. In particolare è importante definire periodo di comparsa e durata dei vari stadi preimmaginali, come pure l’epoca di sfarfallamento delle femmine, la capacità di volo attivo o di trasporto passivo, le differenze fenologiche tra zone di pianura e di montagna.

Lotta biologica con limitatori naturali.

Considerati i buoni risultati ottenuti con la lotta biologica in Giappone attraverso l’introduzione del parassitoide Torymus sinensis si ritiene opportuno sperimentare anche in Piemonte l’introduzione di limitatori naturali di Dryocosmus kuriphilus, diffusi nella zona di origine del cinipide del castagno.

A tal fine si rende necessario realizzare uno specifico programma di lotta biologica nell’ambito del quale stabilire contatti con ricercatori di altri Paesi per ottenere le specie di parassitoidi più efficaci, selezionare gli esemplari sfarfallati in laboratorio e procedere alla loro immissione in ambiente confinato nelle prime fasi e poi in pieno campo, una volta verificate le capacità di adattamento e l’efficacia di parassitizzazione delle specie introdotte.

La lotta biologica, basata sull’equilibrio tra insetto fitofago e relativi parassitoidi o predatori, necessita in genere di tempi medio lunghi per esplicare la sua efficacia, tuttavia essa rappresenta la soluzione migliore sotto il profilo della tutela dell’ambiente, inoltre presenta caratteristiche uniche di stabilità nel tempo. Nel frattempo deve essere indagato anche il fenomeno di adattamento di parassitoidi indigeni alla specie fitofaga di nuova introduzione (shifting) e valutate le possibili conseguenze sulle biocenosi esistenti derivanti dall’introduzione di parassitoidi esotici.

Misure di lotta

Sarà necessario sviluppare la ricerca sulle possibili forme di lotta attiva e passiva, valutando tra l’altro l’applicabilità e l’efficacia anche di tecniche di coltivazione che consentano di escludere il contatto tra parassita ed ospite al fine di ottenere materiale di moltiplicazione sicuramente sano.

Nei Paesi in cui in passato il cinipide galligeno è stato accidentalmente introdotto non sono state individuate strategie efficaci di intervento con insetticidi. Poiché queste prove risalgono agli anni 60-70 si ritiene opportuno effettuare sperimentazioni con nuovi principi attivi e con altre sostanze di più recente messa punto, con la finalità di proteggere principalmente le piante di castagno in vivaio o in impianti giovani. La difesa di piante di castagno di grande sviluppo con mezzi chimici pare invece non praticabile, anche per l’inevitabile impatto ambientale.

L’obiettivo è saggiare l’efficacia di diversi principi attivi nei confronti delle larve e degli adulti di Dryocosmus kuriphilus, quindi in diversi stadi fenologici delle piante.

Saranno realizzate prove sperimentali anche in vivaio per valutare la possibilità di coltivazione delle piante sotto tunnel nel periodo di possibile infestazione, verificando anche l’efficacia di eventuali sostanze repellenti nei confronti delle femmine ovideponenti.

Verifica della sensibilità varietale

Vista la recente introduzione dell’insetto, sono ancora da chiarire molti aspetti legati alla sensibilità di diverse varietà e popolazioni di castagno presenti nell’area infestata. E’ pertanto utile affiancare all’attività di monitoraggio del cinipide sul territorio la valutazione del grado di infestazione a seconda delle diverse specie, varietà o popolazioni di castagno interessate.

Per la valutazione di resistenza/sensibilità all’insetto in cultivar piemontesi e negli ibridi eurogiapponesi di maggior interesse colturale, saranno realizzate ricerche che prevederanno osservazioni sia negli impianti ove è presente il cinipide, sia su piante di castagno di 1-2 anni coltivate in ambiente confinato con introduzione dell’insetto. Il lavoro consisterà nel valutare se quest’ultimo abbia preferenze nei confronti dell’una o dell’altra cultivar e se esistano livelli diversi di resistenza/sensibilità nel germoplasma di castagno coltivato in Piemonte.

Le osservazioni saranno condotte prioritariamente su varietà autoctone sia piemontesi che di altre regioni italiane, comprendendo però anche i principali ibridi di rilevanza colturale. Per garantire la massima precisione a questa fase del lavoro, le piante presenti nei frutteti e tutto il materiale vegetale in prova saranno identificati con sicurezza mediante analisi del DNA.

I risultati consentiranno di indirizzare le future scelte varietali per uso frutticolo e anche selvicolturale e, nel caso si dovessero individuare fattori di resistenza in Castanea sativa, costituiranno le basi per il miglioramento genetico della specie.