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Bollettino Ufficiale n. 32 del 11 / 08 / 2005

Codice 21
D.D. 18 luglio 2005, n. 457

L.R. 40/98 - Programma regionale delle infrastrutture turistiche e sportive, art. 21 L. 166/2002 - Fase di verifica della procedura di VIA inerente il progetto: “Miglioramento della pista di discesa in localita’ Palit e miglioramento ed estensione della pista di fondo in localita’ Cima Bossola”, da localizzarsi nei comuni di Trausella, Traversella e Rueglio (TO), presentato dalla Comunita’ Montana Valchiusella

Vista l’istanza presentata in data 27/04/2005 al Nucleo centrale dell’Organo tecnico regionale, con la quale la Comunità Montana Valchiusella ha chiesto, ai sensi dell’art. 10 della L.R. 40/1998, l’avvio della Fase di verifica della procedura di V.I.A. relativamente al progetto “Miglioramento della pista di discesa in località Palit e miglioramento ed estensione della pista di fondo in località Cima Bossola”, da localizzarsi nei Comuni di Trausella, Traversella e Rueglio (TO), in quanto rientrante nella categoria progettuale n. 24 dell’Allegato B1 della L.R. 40/1998 “Piste da sci e relative strutture ed infrastrutture connesse, aventi lunghezza superiore a 1,5 km oppure superficie complessiva superiore a 5 ettari”;

preso atto che il Proponente, contestualmente alla presentazione dell’istanza, ha provveduto, ai sensi dell’art. 10, comma 2 della L.R. 40/1998, al deposito di copia della documentazione, di cui al comma 1 del medesimo articolo, presso l’Ufficio di deposito progetti regionale di Via Principe Amedeo n. 17, Torino;

considerato che:

il progetto rientra nel Piano degli interventi inerente la Provincia di Torino, stralcio del “Programma regionale delle infrastrutture turistiche e sportive Piemonte 2006", ex art. 21 della L. 166/2002 e D.G.R. n. 38-8210 del 13/01/2003;

il progetto - complessivamente finalizzato al miglioramento della funzionalità e percorribilità, con riguardo alla sicurezza, sia delle piste di sci alpino esistenti in località Palit sia della pista di sci nordico esistente il località Cima Bossola, nonché all’estensione di quest’ultima - comprende rispettivamente le seguenti opere:

a) Località Palit - “Miglioramento della pista di discesa in localit Palit”:

L’area di intervento della località “Palit” ricade nei Comuni di Trausella e Traversella e prevede, sinteticamente, la realizzazione dei seguenti interventi: opere di livellamento, spianamento e spietramento lungo il tracciato della pista; allestimento opere di sicurezza e interventi di sistemazione della zona di arrivo delle piste;

b) Località Cima Bossola - “Miglioramento ed estensione della pista di fondo in località Cima Bossola”:

L’area di intervento della località “Cima Bossola” ricade nel Comune di Rueglio ad una quota variabile da 1.050 mt. a 1.110 mt. s.l.m. Le opere previste, di seguito sinteticamente riportate, perseguono l’obiettivo di rendere la pista effettivamente fruibile per lo sci di fondo e al contempo completamente integrata nell’ambiente e utilizzabile in ogni periodo dell’anno. Gli interventi più significativi sono: l’ampliamento del piazzale di partenza; la realizzazione del nuovo tratto di raccordo tra strada e piazzale di partenza della pista; la sistemazione dell’area di pertinenza del fabbricato situato a nord-ovest del tracciato sciistico - non oggetto del presente intervento - ai fini della creazione di un parcheggio; il raccordo tra la strada esistente e la pista di fondo; la realizzazione di una piazzola di sosta; il ripristino completo della pista in dismissione; opere di ampliamento, sistemazione e inerbimento della pista esistente e dei pendii;

il sito di intervento ricade in area sottoposta a:

- vincolo paesistico-ambientale ai sensi del D.Lgs. 42/2004 (Località Palit e Cima Bossola),

- vincolo idrogeologico ai sensi della L.R. 45/1989 (Località Palit e Cima Bossola),

- vincolo per usi civici ai sensi della L. 1766/1927 (Località Cima Bossola);

preso atto che il Nucleo centrale dell’Organo tecnico regionale, costituito con D.G.R. n. 21-27037 del 12/04/1999 e s.m.i., ha individuato con nota prot. 6464/22.2 del 03/05/2005 nella Direzione Turismo Sport Parchi la struttura regionale competente, nonché quali strutture regionali interessate all’istruttoria le Direzioni: Tutela e Risanamento Ambientale - Programmazione e Gestione Rifiuti, Pianificazione e Gestione Urbanistica - Settore Beni Ambientali, Sanità Pubblica, Trasporti, Patrimonio e Tecnico - Settore Attività negoziale e contrattuale - espropri - usi civici;

vista la determinazione n. 606 del 03/11/2003 e la determinazione integrativa n. 30 del 27/01/2004 assunte dal Direttore della Direzione Turismo Sport Parchi, con le quali viene designata l’arch. Marzia Baracchino quale Responsabile del procedimento, ai fini dell’espletamento delle procedure di V.I.A. di cui all’art. 4, commi 1 e 2 della L.R. 40/1998 per le opere di competenza della medesima Direzione comprese nei “Piani degli interventi” inclusi nel “Programma regionale delle infrastrutture sportive e turistiche Piemonte 2006", nonché per le opere non comprese in tale Programma ma strettamente connesse e integrate a quelle in esso contemplate;

preso atto che la competente Direzione Turismo Sport Parchi ha provveduto a pubblicare sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 20 del 19/05/2005 l’avviso dell’avvenuto deposito del progetto e del conseguente avvio del procedimento inerente la fase di verifica della procedura di V.I.A.;

preso atto che il Responsabile del procedimento, in attuazione di quanto previsto dall’art. 10 della L.R. 40/1998, ha indetto la Conferenza dei servizi convocando i soggetti interessati di cui all’art. 9;

preso atto che i lavori della Conferenza si sono svolti nei giorni 09/06/2005 e 04/07/2005, come da verbali di pari data, e che nel corso della prima riunione il Proponente ha illustrato il progetto presentato;

preso atto che nel corso della 1^ riunione della Conferenza dei servizi del 09/06/2005 i soggetti presenti delegati a partecipare alla Conferenza hanno ritenuto unanimemente di non procedere a sopralluogo tecnico;

preso atto che l’istruttoria dell’Organo tecnico regionale è stata svolta con il supporto tecnico-scientifico dell’AR.P.A. Piemonte e che il medesimo Organo si è riunito collegialmente il giorno 04/07/2005 - immediatamente prima della seduta della Conferenza dei Servizi - a seguito di specifica convocazione del Responsabile del procedimento;

preso atto che il Responsabile del procedimento ha dato attuazione, nell’ambito delle proprie competenze, a quanto previsto dall’art. 14 della L.R. 40/1998 in materia di partecipazione e che, a seguito del citato avviso e del deposito del progetto presso l’Ufficio di deposito progetti regionale di Via Principe Amedeo, 17 - Torino, non sono pervenute osservazioni - entro i termini prescritti - da parte del pubblico, fatta salva la nota citata nel verbale relativo alla 2^ riunione della Conferenza dei Servizi del 04/07/2005 - presentata nel medesimo giorno - a cui si rinvia per opportuna e completa informazione in merito, non avente le modalità e i tempi nonché i contenuti ascrivibili alle “osservazioni” di cui all’art. 14 della L. R. 40/98;

visti i contributi tecnici ed i pareri di:

- Direzione regionale Tutela e Risanamento Ambientale - Programmazione Gestione Rifiuti (prot. n. 10238/22 del 13/07/05),

- Direzione regionale Pianificazione e Gestione Urbanistica (prot. n. 0024200/19 del 04/07/05),

- Direzione regionale Economia Montana e Foreste (prot. n. 22776/14 del 13/07/2005),

- ARPA Piemonte - Area Previsione e Monitoraggio Ambientale (prot. n. 85952/05 del 07/07/05),

- S.S.N. - A.S.L. 9 - Dipartimento di prevenzione, Servizio di igiene e sanità pubblica ( prot. nn. 3335/27297 del 07/06/2005 e 3438/31657 del 01/07/05)

- Provincia di Torino - Servizio Valutazione Impatto Ambientale e Attività Estrattiva (prot. n. 332946/LC4 del 05/07/05)

preso atto che le opere previste nel progetto in argomento risultano conformi con le previsioni della strumentazione urbanistica dei rispettivi Comuni di Trausella, Traversella e Rueglio, come risulta dai relativi certificati di conformità rilasciati dai Responsabili degli Uffici Tecnici Comunali interessati e allegati alla nota della Direzione regionale Pianificazione e Gestione Urbanistica sopra citata, con la quale la medesima Direzione si è espressa in merito al progetto;

preso atto che il Corpo Forestale dello Stato - Comando provinciale di Torino, presente ad entrambe le riunioni della Conferenza dei Servizi, nel corso della 2^ seduta del 04/07/05, si è espresso favorevolmente, come risulta da relativo verbale redatto nella medesima data, ritenendo non necessario sottoporre il progetto in questione alla Fase di V.I.A. e riservandosi, al contempo, la facoltà di esprimere eventuali prescrizioni progettuali, ai sensi della L.R. 45/89, nella successiva fase di autorizzazione;

preso atto che la Direzione regionale Economia Montana e Foreste, si è espressa favorevolmente, come risulta dal sopraccitato parere, ritenendo non necessario sottoporre il progetto in questione alla Fase di V.I.A. e riservandosi, al contempo, la facoltà di esprimersi circa la verifica di compatibilità dell’intervento rispetto all’assetto idrogeologico locale, ai sensi della L.R. 45/89, nella successiva fase di autorizzazione;

visti i verbali delle riunioni della Conferenza dei Servizi e valutato tutto quanto complessivamente emerso nel corso dell’istruttoria svolta, tenuto conto dei contributi tecnici e dei pareri di cui sopra nonché degli elementi di verifica di cui all’allegato E della L.R. 40/1998, si ritiene che il progetto non necessiti di essere sottoposto alla Fase di valutazione e giudizio di compatibilità ambientale di cui all’art. 12 della L.R. 40/1998, purchè nel rispetto delle prescrizioni e delle raccomandazioni di seguito elencate.

Nello specifico si ritiene che le problematiche evidenziate nel corso dell’istruttoria possano essere risolte con appropriate prescrizioni, vincolanti ai fini: della predisposizione della progettazione definitiva da sottoporre alla relativa fase autorizzativa, del rilascio delle autorizzazioni e della realizzazione delle opere, quali quelle di seguito riportate e raccolte per aree tematiche.

Si precisa che le prescrizioni sotto elencate, raggruppate per aree tematiche, concernono unicamente la compatibilità ambientale delle opere in oggetto e non si riferiscono ad aspetti connessi con la corretta funzionalità degli interventi, né all’adozione di eventuali provvedimenti tecnici tesi a garantire la sicurezza e la pubblica e privata incolumità - sia in fase di costruzione che di esercizio delle opere - in quanto di esclusiva competenza del progettista, del direttore dei lavori, del collaudatore e infine del soggetto gestore delle piste e degli impianti; a tal fine si richiama il Proponente sulla necessità che nelle fasi di progettazione e di successiva gestione delle opere in argomento siano rispettate tutte le norme vigenti in materia di piste da sci, nel caso specifico quelle applicabili agli impianti per lo sci di fondo.

Sono fatti salvi, inoltre, i diritti e gli interessi di terzi nonché le eventuali competenze di altri Organi, Amministrazioni o Enti.

Cantieristica

1) Sul sito d’intervento non dovrà essere previsto alcun tipo di stoccaggio di sostanze pericolose per l’ambiente se non in condizioni di sicurezza. In ogni caso, nell’area di rispetto della captazione idrica in località Cima Bossola, non dovrà essere previsto alcun tipo di stoccaggio di sostanze pericolose.

2) Nel caso in cui le operazioni richiedessero l’allestimento di una o più aree destinate alla manutenzione ordinaria e straordinaria dei mezzi di cantiere (sostituzione olio lubrificante, riparazioni, rifornimento/rabbocco, ecc.), ovviamente escludendo a priori l’area di rispetto della captazione idropotabile succitata, dovranno venire garantite tutte le condizioni di sicurezza per i lavoratori e l’ambiente.

3) Il rischio di contaminazione chimica delle acque superficiali e sotterranee, del suolo e del sottosuolo, dovrà essere controllato mediante l’utilizzo, in caso di evento accidentale, delle tecnologie disponibili sul mercato (panne contenitive, sepiolite) che dovrebbero essere presenti in cantiere per un intervento rapido e tempestivo in caso di incidente. Dovranno essere, pertanto, individuati tutti gli accorgimenti atti a scongiurare attività di cantiere che possano causare intorbidimento dei corpi idrici superficiali e immissione negli stessi di sostanze inquinanti.

4) Occorrerà definire precisamente in progetto la viabilità di cantiere da utilizzarsi, che dovrà essere possibilmente limitata a quella esistente, e non dovranno essere previsti scavi e riporti non strettamente inerenti i movimenti terra previsti.

5) Dovranno essere individuate aree idonee alla localizzazione del cantiere, considerato che gli impatti più significativi sulle componenti ambientali si verificheranno nella fase costruttiva. Si raccomanda che l’individuazione delle aree di cantiere e delle piste - che permetteranno l’accesso ai mezzi pesanti - sia opportunamente documentata e cartografata.

6) Gli inerti di scavo derivanti dalle operazioni di cantiere dovranno essere destinati prioritariamente al riutilizzo in loco o in cantieri di lavoro limitrofi alle aree interessate dal progetto in oggetto: dovrà quindi essere limitato alle sole fasi di cantiere l’uso di aree di deponia temporanea ed esclusi stoccaggi provvisori di tali materiali; nel caso di smaltimento degli stessi o di altri materiali di rifiuto direttamente in discariche autorizzate ai sensi della normativa vigente, queste dovranno essere già esplicitamente individuate in fase progettuale definitiva.

7) Per limitare il più possibile l’impatto sulla componente acustica, si consiglia di valutare in fase di progetto esecutivo le tecnologie che consentano le migliori insonorizzazioni dei mezzi operativi.

8) Riguardo all’accessibilità alle aree di intervento si privilegino soluzioni di viabilità di cantiere che individuino percorsi su tracciati viari esistenti; eventuali opere di modifica dei tracciati viari esistenti o di consolidamento dei versanti con interventi strutturali anche di bioingegneria dovranno essere opportunamente documentate nell’ambito del progetto definitivo e dovranno comportare esclusivamente operazioni di sistemazione, consolidamento e risanamento conservativo, senza procedere ad allargamenti o alla bitumazione del manto stradale.

9) Dovranno essere esaminate e quantificate le emissioni in atmosfera originate dalle attività di cantiere previste (tra i quali le soprattutto le attività svolte con l’uso di escavatori, autocarri, autogrù e utilizzo di gruppi elettrogeni mobili) nonché la calendarizzazione delle attività di cantiere per evitare che la presenza di mezzi (polveri ma soprattutto rumore) interferisca con i periodi più delicati dal punto di vista riproduttivo per la fauna locale.

10) Per le aree di cantiere e per quelle di stoccaggio temporaneo degli inerti dovrà essere effettuato il recupero e il ripristino morfologico e vegetativo dei siti interessati dagli interventi.

11) Dovranno essere dettagliati i volumi di scavo e riporto e le modalità operative del trasporto dei materiali da un’area all’altra del cantiere con l’identificazione di siti di deponia temporanea dei materiali, compreso quello di scotico.

12) Dovrà essere stimata la quantità di mezzi pesanti in termini di viaggi giornalieri necessari per il trasporto di materiale nelle fasi di scavo e riporto.

13) La fase di cantiere dovrà essere attentamente sorvegliata ed il ripristino dei luoghi e degli habitat, peraltro non sufficientemente dettagliato nel progetto presentato, dovrà essere attuato puntualmente, con particolare osservanza alla presenza nell’area Palit - Cima Bossola della specie faunistica del gallo forcello (Tetrao Tetrix), cercando di ridurre al minimo l’impatto e le modificazioni.

14) Dovranno essere descritte le misure e gli accorgimenti atti ad evitare sversamenti, accumuli, scarichi di sostanze inquinanti ed altre azioni che possano creare situazioni di contaminazione e di conseguente riduzione delle caratteristiche qualitative e quantitative delle matrici ambientali. Nel caso in cui da tale studio risulti la possibilità, anche accidentale, di pregiudizio di tali matrici, lo studio dovrà illustrare i sistemi di intervento nel caso che si manifestino situazioni di emergenza. Qualora si dovessero verificare situazioni di contaminazione dovranno essere messe in atto le procedure previste dalla normativa vigente (D.Lgs. 22/1997 e s.m.i. e D.M. 471/99) procedendo innanzitutto ad una tempestiva messa in sicurezza d’emergenza del sito, mettendo in atto ogni intervento necessario ed urgente per rimuovere le fonti inquinanti e contenerne la diffusione.

Aspetti geo- idrogeologici e idrici

15) In relazione alla situazione attuale e ai movimenti terra prospettati, relativamente al complesso delle opere necessarie per il drenaggio e il consolidamento delle superfici già esistenti , nonché di quelle di neo formazione, nel ribadire che queste dovranno essere realizzate il più possibile con l’impiego di tecniche di Ingegneria naturalistica, particolare cura dovrà essere impiegata nella realizzazione delle opere di regimazione delle acque superficiali nelle zone di eventuale riporto di materiale, al fine d’impedire l’innesco di fenomeni erosivi concentrati, attraverso l’adozione dei dispositivi già illustrati nel progetto presentato e il loro potenziamento alla luce di una approfondita valutazione del sito, che evidenzi anche la zona di recapito delle acque con gli idonei collegamenti al reticolo idrografico presente.

16) L’adeguamento della progettazione definitiva, a seguito della Fase di verifica di V.I.A., dovrà approfondire gli aspetti inerenti l’eventuale interferenza tra le opere in progetto e le sorgenti di approvvigionamento idropotabile dell’acquedotto presenti nei pressi delle aree destinate a pista di fondo in località Cima Bossola, località Marciana, Comune di Rueglio (in particolare con riferimento alla fascia di rispetto delle “Opere di presa acqua potabile comunale”). A tal fine si chiede che, in sede di adeguamento della progettazione definitiva, siano ricompresi i contributi presentati a titolo spontaneo sull’argomento, nel corso della Conferenza dei Servizi, da parte del Proponente.

17) Dovrà, in ogni caso, essere esclusa l’esecuzione delle attività vietate dall’art. 21, comma 5, del D. Lgs. 11/05/1999 n. 152 nella zona di rispetto delle sorgente idropotabile, presente a valle della pista in località Cima Bossola, interferente con quest’ultima.

18) La documentazione progettuale definitiva dovrà contenere gli elaborati progettuali relativi alle operazioni di scavo e riporto, con indicazione delle aree predisposte per la deponia temporanea, nonché le opere di rimodellamento morfologico e di ripristino vegetativo previste in progetto, anche in relazione agli interventi di cantiere.

19) Dovrà essere effettuato uno studio geomorfologico ed una caratterizzazione geologico-strutturale di dettaglio che attesti la compatibilità dell’intervento e le condizioni di stabilità del sito, in particolare alla luce delle criticità idrogeologiche emerse in località Palit.

20) Particolare cura dovrà essere impiegata nella progettazione delle opere di regimazione delle acque superficiali lungo tutta la pista da discesa e da fondo ed in particolar modo nelle zone di eventuale riporto di materiale, al fine d’impedire l’innesco di fenomeni erosivi. Il progetto dovrà individuare soluzioni risolutive che tengano conto delle problematiche derivanti dalla nuova morfologia attribuita al sito, fornendo dettagli sul dimensionamento e sulle verifiche di stabilità delle opere di sostegno eventualmente impiegate e descrivendo le opere di drenaggio, il loro puntuale posizionamento e la zona di recapito delle acque.

Pericolo valanghe

21) Per quanto riguarda il comprensorio sciistico “Palit” dovrà essere riportata correttamente la perimetrazione dell’area potenzialmente soggetta a pericolo valanghe, individuando conseguentemente i settori a rischio eventualmente da interdire al pubblico in occasione di condizioni nivometeorologiche critiche. E’ raccomandata la redazione e l’integrazione, negli elaborati progettuali del progetto definitivo-esecutivo, di un Piano di Gestione della Sicurezza in relazione al rischio da valanghe. Tale documento, basato sul monitoraggio continuo delle condizioni nivometeorologiche dell’area, dovrà individuare delle idonee procedure per la chiusura preventiva della pista o, se tecnicamente fattibile, della porzione di questa soggetta a pericolo in condizioni critiche e dovrà definire dei criteri scientifici di riferimento (modalità di acquisizione dati, altezze critiche di precipitazione, attività eolica, temperatura,...) e le altre informazioni ritenute utili per determinare le condizioni necessitanti la chiusura e quelle per la successiva riapertura a fine emergenza. Per la gestione del Piano di sicurezza, che andrà attuato a carico del soggetto gestore della pista, è altresì raccomandato l’affidamento ad un responsabile della sicurezza ed a un suo sostituto in possesso di specifico titolo professionale rilasciato dall’AINEVA.

Sistemazioni ambientali

22) Dovrà essere previsto un completo ripristino delle aree interferite al fine di consentire la rinaturalizzazione del sito ed il suo inserimento nel circostante contesto paesaggistico, prevedendo un monitoraggio nel tempo dell’attecchimento dello strato erbaceo lungo le piste.

23) A proposito dei reimpianti compensativi, previsti in zone limitrofe a quelle di abbattimento di esemplari arborei, si suggerisce un monitoraggio nel tempo sia sulle condizioni di attecchimento degli stessi sia della cotica erbosa di nuovo impianto.

24) Si ritiene opportuno che durante le operazioni di movimentazione inerti, siano adottati opportuni accorgimenti e/o cautele atti a contenere l’insorgenza di fenomeni di intorbidamento del reticolo idrografico superficiale.

25) Dato che la volumetria dello scavo per lo spianamento di aree sarà reimpiegata nelle opere di progetto (scarpate, livellamento, sistemazione di aree, ecc..), si ritiene utile siano fornite, nello sviluppo della progettazione, informazioni riguardo alle caratteristiche litologiche, geotecniche e granulometriche dei materiali di scavo riutilizzati per gli interventi sopraindicati.

26) E’ necessario indicare le tecniche di rinforzo (realizzazione di barriere di sicurezza, consolidamento e sostegno delle scarpate) relative ai riporti di terreno da effettuare per la rimodellazione morfologica dell’area, indicandone i criteri di scelta e dimensionamento. Inoltre, risulta opportuna una valutazione circa la stabilità complessiva del versante, in seguito alla realizzazione di tali opere.

27) Dovranno essere forniti, nello sviluppo della progettazione, dettagli in merito alle opere di recupero ambientale dell’area con particolare riguardo ad aspetti quali: quantità, localizzazione e tipologie arboree e arbustive che si intende piantumare; modalità di realizzazione delle scarpate e soluzioni di ingegneria naturalistica adottate con descrizione degli interveti, localizzazione cartografica e rappresentazioni grafiche adeguate al fine di valutarne l’efficacia.

28) Per le opere di recupero ambientale si ritiene utile sia predisposta, in sede di progettazione definitiva, la quantificazione economica con dettaglio dei singoli interventi previsti.

29) Nella progettazione definitiva e nella realizzazione dell’intervento dovranno essere confermate ed eseguite tutte le attività di sistemazione e recupero ambientale, nonché drenaggio delle superfici, già previste nel progetto presentato. Queste dovranno procedere per lotti funzionali parallelamente all’avanzamento del cantiere, secondo un cronoprogramma che tenga conto della stagionalità delle opere a verde e della necessità di riposizionare nel più breve tempo possibile il materiale di scotico (piote erbose ecc.) precedentemente accantonato.

30) Relativamente a tutte le superfici terrose e acclivi di neo-formazione dovrà essere valutata a livello di sviluppo della progettazione la loro protezione con reti in fibra naturale in funzione antierosiva.

31) Le operazioni di scavo dovranno prevedere il preventivo accantonamento e conservazione del materiale scotico; gli strati terrosi prelevati in fase di scavo dovranno essere ricollocati secondo la loro posizione e successione originaria, anche nel caso in cui la preesistente copertura erbacea si presenti rada, e alle operazioni di riprofilatura dovranno seguire al più presto quelle di ripristino e rivegetazione.

32) Si raccomanda che le progettazioni definitiva ed esecutiva contengano specifiche previsioni e clausole dedicate alle modalità di realizzazione dei lavori nella logica della massima attenzione alla riduzione della alterazione dei luoghi (ad. es. tipologia dei mezzi, stagionalità delle opere ecc.), nonché relative alla garanzia dei risultati delle opere a verde, intesa sia come garanzia di attecchimento del materiale vegetale che come periodo di manutenzione obbligatoria a seguito ultimazione dei lavori.

33) La progettazione definitiva dovrà contenere un adeguato piano di manutenzione delle opere realizzate, con particolare riferimento a quelle di recupero e sistemazione idrogeologica ed i derivanti oneri economici dovranno trovare rispondenza nel progetto.

34) Ai fini del rispetto di quanto sopra, si raccomanda che le progettazione definitiva ed esecutiva e la Direzione dei Lavori delle opere in oggetto siano affrontatate da gruppi multidisciplinari che, nel rispetto della normativa vigente, esprimano competenze professionali relative a tutti gli aspetti tecnici interessati, con particolare riferimento alla presenza di professionisti esperti nelle problematiche inerenti la rinaturalizzazione e il recupero ambientale dei siti, nonché le tecniche di mitigazione, di inserimento paesaggistico e di Ingegneria naturalistica.

35) In merito all’esecuzione dei lavori si raccomanda che la realizzazione delle opere a verde -costituiscano esse il tutto o parte dei lavori oggetto di esecuzione - sia affidata a ditte specializzate nel rispetto e nelle forme della vigente normativa.

Aspetti urbanistico-territoriali

36) Nella progettazione delle opere previste, in relazione alle particolari condizioni idrogeologiche dei Comuni di Traversella, Trausella e Rueglio, si richiama l’attenzione su quanto indicato - per tali ambiti - dal P.A.I. rinviando comunque alle indicazioni eventualmente fornite dai soggetti istituzionali competenti in materia.

37) In relazione all’interferenza, evidenziata dalla cartografia di Piano nell’area del Comune di Rueglio, delle opere in progetto con una fascia di rispetto relativa alle “Opere di presa acqua potabile comunale”, si richiama l’attenzione sulle indicazioni eventualmente fornite - per tali ambiti - dai soggetti istituzionali competenti in materia.

Aspetti paesistici e naturalistico-ambientali

38) Riguardo al taglio di soggetti arborei previsto nell’area di arrivo delle piste e di partenza della seggiovia “Abetina”, si richiede di verificare la possibilità, in sede di progetto definitivo, di limitare il taglio della vegetazione arborea presente nell’ambito in oggetto o comunque di prevedere operazioni di mitigazione degli interventi proposti con individuazione di aree che consentano la messa a dimora di specie arboree autoctone a sostituzione dell’esistente.

39) Si richiede la predisposizione degli elaborati progettuali di dettaglio relativi alle opere di recupero e di mitigazione con l’individuazione delle localizzazioni prescelte e delle modalità di realizzazione proposte, documentate anche mediante supporto fotografico.

40) Si raccomanda nella redazione degli elaborati progettuali la attenta salvaguardia di tutte le aree umide, se dotate di vegetazione di pregio, presenti nelle zone limitrofe a quelle del tracciato di progetto della pista: nessuna azione di cantiere dovrà pregiudicare la loro sopravvivenza.

Aspetti floro-faunistici

41) Dovrà essere osservata una drastica riduzione dei tempi di intervento che, data la significativa presenza nell’area Palit - Cima Bossola del gallo forcello (tetrao tetrix) e per quanto noto in relazione alla biologia e all’etologia di tale specie, non possono precedere la prima metà del mese di Agosto. In questo senso, ribadendo che il successo e l’affermazione del gallo forcello nell’area del Palit è strettamente legato alle caratteristiche vegetazionali della zona, si raccomanda di attuare gli interventi di ripristino delle zone sottoposte a scotico erboso ed arbustivo intervenendo con ripiantumazioni di essenze locali (tecnica del fiorume e recupero dei semi e delle talee) escludendo piantumazioni e semine con essenze estranee o provenienti da altre località montane.

42) Si ricorda infine che la presenza di numerose specie vegetali oggetto di protezione totale o parziale (ciclamino, botton d’oro, genzianelle) deve determinare particolare attenzione nelle attività previste, escludendo scotichi o rimozioni estese laddove queste essenze sono presenti.

Vigilanza e controllo

43) Fermo restando le competenze istituzionali in materia di vigilanza in capo ad altri Enti, si prescrive di affidare ad ARPA il controllo dell’effettiva attuazione di tutte le prescrizioni ambientali nella fase realizzativa dell’opera e di stabilire conseguentemente a tal fine che il proponente dia tempestiva comunicazione dell’avvio dei lavori all’ARPA Piemonte (coordinamento VIA/VAS) e trasmetta gli elaborati inerenti le attività di monitoraggio previo accordo sulle specifiche tecniche compatibili con il S.I.R.A. .

44) Si richiede che il Direttore dei Lavori e il Responsabile del Procedimento dell’opera in oggetto, per le rispettive competenze, trasmettano all’ARPA Piemonte (coordinamento VIA/VAS) una dichiarazione accompagnata da una relazione esplicativa relativa allo stato di attuazione di tutte le misure prescrittive, compensative, mitigative e di monitoraggio incluse nel progetto definitivo esaminato ed integrate da quelle ricomprese nell’atto conclusivo del presente procedimento amministrativo.

45) Si richiede che il Direttore dei Lavori e il Responsabile del Procedimento dell’opera in oggetto, trasmettano alla Regione Piemonte - Direzione Tutela e Risanamento Ambientale Programmazione Gestione Rifiuti - Settore Politiche di Prevenzione Tutela e Risanamento Ambientale una completa documentazione fotografica, anche in formato digitale, delle fasi realizzative dei lavori, dello stato dei luoghi a seguito dell’intervento e delle fasi di affermazione della vegetazione a seguito delle opere di recupero ambientale.

Per tutto quanto sopra esposto

IL DIRIGENTE

Vista la L.R. 40/1998 e s.m.i.

Vista la L. 109/1994 e s.m.i.

Visto il D.P.R. 554/1999

Vista la L.R. 45/1989

Visto il D. Lgs. 42/2004

Visto la L. 1766/1927

Vista la D.G.R. n. 21-27037 del 12/04/1999 e s.m.i.

Vista la D.G.R. n. 23-5879 del 22/04/2002, rettificata con D.G.R. n. 16-6446 del 01/07/2002

Visto il D.Lgs n.165/2001

Vista la L.R. 51/1997

determina

1. di considerare la premessa parte integrante della presente determinazione dirigenziale;

2. di concludere il procedimento relativo alla Fase di Verifica della Procedura di V.I.A., di cui all’art. 10 della L.R. 40/1998, inerente il progetto denominato “Miglioramento della pista di discesa in località Palit e miglioramento ed estensione della pista di fondo in località Cima Bossola”, da localizzarsi nei Comuni di Trausella, Traversella e Rueglio (TO) stabilendo di non sottoporre il progetto alla Fase di valutazione e giudizio di compatibilità ambientale di cui all’art. 12 della L. R. 40/1998 per le motivazioni espresse in premessa e a condizione che, nella progettazione definitiva ed esecutiva, il Proponente ottemperi alle condizioni e prescrizioni dettagliatamente riportate in tale premessa che si intendono integralmente richiamate secondo l’ordine di trattazione di seguito elencato:

- cantieristica

- aspetti geo-idrogeologici e idrici

- pericolo valanghe

- sistemazioni ambientali

- aspetti urbanistico-territoriali

- aspetti paesistici e naturalistico-ambientali

- aspetti floro-faunistici

- vigilanza e controllo

Copia della presente determinazione verrà inviata al Proponente ed ai soggetti interessati di cui all’art. 9 della L.R. 40/1998 e depositata presso l’Ufficio di deposito progetti della Regione Piemonte - Direzione Regionale Tutela e Risanamento Ambientale, Programmazione e Gestione Rifiuti, Via Principe Amedeo n. 17 Torino.

Contro il presente provvedimento è ammessa proposizione di ricorso Giurisdizionale avanti il Tribunale Amministrativo Regionale competente per il Piemonte, entro 60 giorni dalla data d’avvenuta pubblicazione o della piena conoscenza, secondo le modalità di cui alla legge 6.12.1971, n. 1034, ovvero Ricorso Straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla data d’avvenuta notificazione, ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica 25.11.1971, n. 1199.

La presente determinazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 61 dello Statuto e dell’art. 16 del D.P.G.R. n. 8/R/2002.

Il Dirigente responsabile
Marzia Baracchino