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Bollettino Ufficiale n. 16 del 21 / 04 / 2005
Deliberazione della Giunta Regionale 17 marzo 2005, n. 94-15098
L.R. n. 21/97 e s.m.i. - Capo VI - Artigianato Artistico e Tipico di Qualita - Art. 27 - Approvazione del Disciplinare di Produzione del Settore Metalli Comuni
A relazione dellAssessore Laratore:
La L.R. 21/97: Norme per lo sviluppo e la qualificazione dellartigianato al Capo VI prevede il sostegno ad iniziative volte alla tutela, alla qualificazione, alla innovazione, alla valorizzazione e alla promozione delle lavorazioni dellartigianato artistico, tradizionale o che estrinsecano valori economici collegati alla tipicità dei prodotti e degli ambiti territoriali;
con la D.G.R. n. 27-24980 del 6 luglio 1998 la Giunta Regionale ha provveduto, avvalendosi della Commissione Regionale per lArtigianato, a fissare i criteri ed i settori di attività (legno; restauro; cuoio e tappezzeria; decorazioni; fotografia e riproduzione disegni; metalli comuni; metalli pregiati, pietre dure e lavorazioni affini; strumenti musicali; tessitura, ricamo ed affini, abbigliamento; vetro, ceramica, pietra ed affini; alimentare) al fine di individuare le lavorazioni dellartigianato artistico e tipico da tutelare;
con successive Deliberazioni di Giunta sono state apportate modifiche e integrazioni;
tenuto conto dellart. 27 della L.R. 21/97 che prevede, per le lavorazioni dellartigianato artistico tradizionale e tipico, la predisposizione di appositi disciplinari di produzione con i quali sono descritti i caratteri delle tecniche produttive adottate, dei materiali impiegati e di quanto altro concorre ad individuare e qualificare le lavorazioni con contenuti artistici e legati alla tradizione e alla tipicità;
ritenuto che i disciplinari delle lavorazioni dellartigianato artistico e tipico sono predisposti da apposite Commissioni e approvati dalla Giunta Regionale, sentita la Commissione Regionale per lArtigianato (C.R.A.);
tenuto conto che nel dare attuazione al disposto legislativo la Regione si avvale della collaborazione dei Rappresentanti delle Associazioni di Categoria (Confartigianato, C.N.A, C.A.S.A.);
vista la deliberazione n. 30-26382 del 28 dicembre 1998 nella quale sono stati definiti i criteri per lindividuazione dei componenti le Commissioni per i disciplinari di Produzione e le modalità per la redazione degli stessi con la precisazione che a garanzia di un adeguato svolgimento dei lavori da parte delle Commissioni, che hanno valenza tecnica, il Settore competente svolge unattività di supporto alle Commissioni medesime, anche al fine di garantire il necessario raccordo con la Commissione Regionale per lArtigianato per perseguire unefficace verifica dei risultati raggiunti, volta al miglioramento della qualità dei prodotti offerti e alla tutela delle professionalità dellartigianato artistico e tipico;
considerato che con L.R. 24/99 sono state previste delle modifiche alla composizione delle Commissioni per i Disciplinari di Produzione;
visto che con la determinazione n. 205 del 6/06/2003 e s.m.i. della Direzione Commercio e Artigianato è stata costituita la Commissione per il Disciplinare di Produzione per il Settore Metalli Comuni, prevista ai sensi dellart. 27 della L.R.21/97 come modificato dalla L.R. 24/99;
considerato che la suddetta Commissione, insediatasi nel mese di giugno 2003, ha terminato i lavori relativi alla predisposizione del Disciplinare di Produzione per il Settore metalli Comuni;
considerato che le fasi di lavoro per la predisposizione del Disciplinare suddetto sono state portate avanti con lottica di non limitarsi a chiudere le lavorazioni del settore individuato in un ambito ristretto, regolato a precise tecniche di intervento e dai materiali impiegati, ma dare spazio adeguato allaccoglimento di quelle attività che, pur nella salvaguardia della tradizione, presentano elementi innovativi, in grado di sperimentare nuovi sistemi di ideazione e nuovi modelli di produzione;
considerato che con tale criterio il disciplinare di produzione diviene un importante strumento per il raggiungimento dellobiettivo della tutela e della promozione dellartigianato artistico e tipico e in questo modo si potranno salvaguardare e rilanciare professionalità in via di estinzione e comunque ad elevato contenuto di manualità e, nel contempo offrire diverse opportunità occupazionali che, pur nel rispetto della tradizione, possono cogliere ed esprimere la capacità di reinterpretare il passato attraverso le tendenze culturali ed estetiche del presente;
considerato che, ai sensi della suddetta normativa, i Disciplinari di produzione devono essere approvati con atto deliberativo della Giunta Regionale.
tutto ciò premesso e considerato;
vista la L.R. 21/97, s.m.i. (L.R. 24/99, L.R. 7/2002)
visto lart. 8 della L.R. 51/97;
vista la D.G.R. n. 27-24980 del 6/07/1998;
vista la D.G.R. n. 30-26382 del 28/12/1998;
vista la Determinazione n. 205 del 6/06/2003;
la Giunta Regionale, unanime,
delibera
di approvare, sentito il parere favorevole della Commissione Regionale per lArtigianato e sentite le Associazioni di Categoria (Confartigianato, C.N.A., CASA), il Disciplinare di Produzione dei metalli Comuni allegato alla presente deliberazione quale parte integrante, predisposto dalla apposita Commissione di Disciplinare di Produzione.
La presente deliberazione verrà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi dellart. 65 dello Statuto e dellart. 14 del D.P.G.R. n. 8/R/2002.
(omissis)
Allegato
DISCIPLINARE DI PRODUZIONE
METALLI COMUNI
INTRODUZIONE
Fuoco, forza ed estro sono gli elementi primordiali che racchiudono da sempre larte della lavorazione del metallo e che danno il senso, sia tecnologico che temporale, di questa espressione dellattività umana. A questi elementi si accompagnano pochi, ma essenziali strumenti guidati dalla mano e dalla sensibilità delluomo. La possibilità di produrre oggetti con un forte significato artistico, dalla fusione delle campane di bronzo a complementi darredo in ferro battuto, dai paioli in rame ai sottopiatti cesellati in ottone, nel campo dei nuovi prodotti e in quello della produzione e/o riproduzione per il restauro di manufatti depoca, si accosta con rinnovata vivacità al mercato.
Nel tempo larte della lavorazione dei metalli, specialmente nel caso delle produzioni artistiche, non ha registrato cambiamenti significativi dal punto di vista della tecnica produttiva. Ancora adesso un buon manufatto con caratteristiche di originalità non può prescindere dallintervento prettamente manuale dellartigiano. Forza di braccia, capacità tecnica e sensibilità artistica continuano ad essere tuttora i fattori fondamentali su cui si basa lesecuzione di un buon manufatto.
CENNI STORICI
La scoperta dei metalli e delle tecnologie per estrarli e lavorarli costituisce uno degli eventi più significativi della storia delluomo.
Lavvento del metallo permette di disporre di un materiale ad elevata efficienza e resistenza, consentendo nuove e più durevoli forme di accumulazione dei beni, indipendenti dalla deperibilità cui sono soggetti i prodotti sia vegetali che animali, favorendo di conseguenza la concentrazione della ricchezza e quindi la stratificazione sociale.
Sin dalla protostoria chi si dedica alla lavorazione dei metalli si affranca dalla necessità di procacciarsi quotidianamente il cibo: il nutrimento gli è fornito dalla comunità che lo ospita e a cui offre, in cambio, i prodotti della sua arte.
Chi è dedito alla lavorazione dei metalli conserva gelosamente i segreti dellarte tramandati da padre in figlio o da maestro ad apprendista. I metallurgisti medioevali, riuniti in confraternite, costituiscono ovunque nuclei a parte, isolati dal contesto sociale, temuti e rispettati per laurea di misteriosa sacralità che avvolge la loro attività. Già presso i Longobardi, ad esempio, i fabbri assurgono al rango di arimanni e ciò sottolinea la loro importanza sociale.
Nella mitologia gli esseri connessi alla metallurgia sono diversi dalla gente comune. Solitamente vengono rappresentati con caratteristiche fisiche che ne sottolineano la natura di figure estranee, marginali, magicamente potenti e potenzialmente pericolose: i Ciclopi sono monoftalmi, Vulcano è zoppo, mentre nelle saghe nordiche i fabbri per eccellenza sono i nani.
È stato il rame il primo materiale che luomo ha imparato a lavorare e usare. La scoperta dei processi di riduzione dei metalli è probabilmente legata alle tecniche di cottura della ceramica.
La messa a punto delle tecniche della lavorazione del rame e stata una vera e propria rivoluzione tecnologica e sociale in quanto questo metallo riunisce in sé i pregi della pietra e dellargilla, eliminandone i difetti: una volta fuso si può plasmare in mille forme come largilla, ma quando si raffredda diventa più resistente della pietra.
Nel Rinascimento il rame si impone quale grande protagonista nelle cucine e sulle tavole di quasi ogni casa. Lutensileria da cucina si rinnova notevolmente e trova nel rosso metallo il componente ideale: duttile, malleabile, ottimo conduttore di calore, antiaderente, il rame si presta ad essere plasmato per adattarsi ad ogni necessità di conservazione o di cottura.
Allaspetto utilitaristico si aggiunge quello estetico: zuppiere, rinfrescatoi, caffettiere e quantaltro appaia in tavola si arricchisce di motivi decorativi, cesellati o sbalzati, che spesso trasformano un utensile comune in una piccola opera darte.
La scoperta del bronzo, derivante dalla combinazione del rame con lo stagno, è legato alla definizione di grandi rotte commerciali di dimensioni continentali che conducono lo stagno dallIran o dalla Cornovaglia in tutti gli abitati europei. Questo fatto ha definito una nuova epoca: il nuovo materiale viene utilizzato prima per la produzione di vasellame, utensili e soprattutto armi, poi in età classica anche nellarte per realizzare statue e pezzi unici ed irripetibili con la tecnica della fusione a cera persa.
Fra le qualità principali del bronzo ci sono lottima struttura della lega, la grande compattezza e solidità, la facilità e le buone capacità di fusione. I produttori di bronzo scoprono ben presto che aggiungendo un piccola quantità di altri metalli è possibile migliorare alcune delle sue qualità: aggiungendo, per esempio, del piombo è più facile ripararlo e lucidarlo, mentre lo zinco rende più facile la fusione e permette una miglior cesellatura.
Allinizio del 400, in area piemontese, il bronzo viene impiegato per la creazione di campane e di cannoni.
A Valduggia, nella bassa Valsesia, sono tuttora conservate campane del XV secolo. Le fusioni avvengono in genere direttamente sul posto, essendo difficile il trasporto soprattutto in zone di montagna. E da allora si sono susseguite generazioni di produttori di campane a perpetuare un lavoro sempre identico e raffinato, immutato nel tempo per quanto riguarda i procedimenti costruttivi, dalla scelta dellargilla, del carbone e del bronzo da fondere al procedimento stesso della fusione. In Piemonte un grande utilizzo del bronzo è poi costituito, a partire dal XVI secolo, dalle attività produttive dellArsenale torinese che fonde centinaia di cannoni allanno.
Letà del ferro coincide per gli storici con il periodo più recente nella nostra preistoria nella seconda meta del secondo millennio a.C.
Questo metallo sostituisce gradatamente il bronzo divenuto introvabile per la crisi delle grandi rotte commerciali che impediscono allo stagno di raggiungere i mercati.
Il ferro viene trattato nella preistoria con tecniche molto simili a quelle del rame. In età più recente, moderni metodi per la sua raffinazione ne hanno favorito la diffusione: si riscontrano in questo periodo importanti innovazioni come la cementazione e la tempra, descritta dal passo dellOdissea sullaccecamento di Polifemo Come un fabbro una gran scure o unascia / nellacqua fredda immerge, con sibilo acuto, / temprandola: e questa è appunto la forza del ferro; / così strideva locchio del mostro intorno al palo dolivo
Impiegato inizialmente per produrre utensili di uso quotidiano, attrezzi da lavoro o armi da guerra, il ferro dopo le invasioni barbariche trova nuove applicazioni nelledilizia: per aumentare la sicurezza delle abitazioni imponenti inferriate vengono applicate a porte e finestre e i portoni in legno sono rinforzati con chiodi e bandelle.
Nel Basso Medioevo il ferro conosce il suo primo periodo di splendore destinato a durare fino alletà industriale: inizia la produzione di oggetti che allutilità uniscono dignità di prodotto artistico.
Dallevoluzione dei rinforzi dei portoni medievali nascono, durante il Rinascimento, i cancelli interamente in ferro e, con essi, vere e proprie opere darte.
I fabbri ferrai del Rinascimento, primo fra tutti Niccolò Grosso, soprannominato il Caparra, perché era solito farsi lasciare un acconto prima di creare il manufatto commissionato, creano manufatti artistici di alto pregio: cancelli, lanterne, segnavento, picchiotti, anelli per le porte dei palazzi patrizi, portabandiere, reggilampade per esterno.
Gli armaioli lombardi creano oggetti di grande raffinatezza, le impugnature di spade e di armi sono cesellate con tale maestria da rendere questo metallo rude simile a materiali più preziosi come loro e largento e la raffinatezza delle opere è tale da far sembrare oreficeria un manufatto creato per scopi bellici.
Nel Barocco si abbandona la sobrietà delle linee rinascimentali a favore di eccessi ornamentali: in questepoca, scrive Melani, storico del ferro: Si lavorò il ferro come la latta, sforzandolo sopra ogni ragione. Le decorazioni a motivi vegetali, che in epoche precedenti erano sempre contenute in fasce orizzontali poste nella parte superiore delle cancellate, vengono sostituite in età barocca da un tripudio di fogliame e di fiori che invade lopera e ne avvolge tutte le parti. Persino le chiavi che in epoca gotica erano estremamente semplici, sono finemente traforate: dalle impugnature su cui vengono scolpite le iniziali o lo stemma del proprietario si arriva a esemplari in cui la decorazione si estende anche al fusto e allingegno.
Durante il XIX secolo, caratterizzato dal ritorno della sobrietà classicistica unito a una freddezza di esecuzione e povertà di fantasia, decorazioni, fregi, linee curve e sinuose tornano a trionfare nello stile Liberty delle opere di Mazzucotelli: egli esercita la sua arte creando oggetti di ogni genere: dai cancelli alle lampade, dalle sculture alle ringhiere di scale, alle lanterne. Protagonista principale delle sue opere è la natura, figure animali e vegetali popolano i suoi oggetti.
Anche nellarredo la lavorazione del ferro ha manifestato la propria creatività: non vi è oggetto usato dalluomo che il fabbro ferraio non abbia forgiato, spesso decorandolo con arte e fantasia pur mantenendone invariata nei secoli la struttura di base: attrezzi, alari e griglie da camino, parafuoco, candelieri e candelabri, porta fiaccole, chiavi e chiavette, ferri da porta e maniglie, ferri da pozzo, appendiabiti, bilance, applique, fioriere, lampade, ma anche letti e testiere di letto.
La lavorazione del ferro ha subito due duri colpi: il primo con lausterità imposta dalle guerre mondiali in cui si fa scempio di cancellate e inferriate, in ottemperanza al decreto del 5-4-40 Ferro per la difesa nazionale per poter così utilizzare il ferro per scopi bellici; il secondo con linvenzione della plastica. Solo negli ultimi anni ha conosciuto nuova fortuna, grazie allapporto innovativo di progettisti nostri contemporanei.
Oggi è utilizzato soprattutto a fini ornamentali e di arredo, pur conservando sempre il proprio carattere utilitario. Nellarredare o rimodernare linterno della propria casa troveremo sempre modo di ricorrere, almeno in qualche particolare, al ferro battuto che anche nello stile moderno, ha ritrovato oggi una nuova primavera. Se luso di manufatti come lanterne, portafiaccole e anelli da cavallo è ormai tramontato per levoluzione degli usi e costumi della società moderna, esistono oggetti come cancellate, inferriate e numerosi elementi darredo che sono sempre richiesti.
Il recupero e una nuova progettazione di questi elementi sono le attuali tendenze dellarte della lavorazione dei metalli, arte affidata ancora oggi ad un ristretto numero di operai innamorati del loro mestiere e perciò veri e propri artisti.
I MAGNIN DEL CANAVESE
La lavorazione del rame in Piemonte fa capo alla zona ben definita del Canavese, in particolare nelle valli Orco e Soana, nei centri principali di Cuorgnè e Pont Canavese, dove sin dal primo dopoguerra questarte costituisce il motore delleconomia locale. È una tradizione remota, legata alla presenza di piccoli giacimenti di rame in queste montagne, tra borghi antichi e casolari remoti, dove il dialetto è ancora il franco-provenzale e le tracce del passato sopravvivono con nitidezza. Quella dei calderai e degli stagnai delle Valli Orco e Soana è una storia complessa, di migrazione, ditineranza. I magnin sono figure tipiche di unepoca passata, così importanti tuttavia da trasformare il nome del mestiere in nome di famiglia: il cognome Magnino è tuttora molto diffuso nel Canavese.
Lattività dei magnin è assai strutturata e include varie specializzazioni principali, tra loro complementari e consequenziali, che si svolgono attraverso il lavoro minerario, per lestrazione e la prima preparazione del materiale dal sottosuolo, un successivo lavoro di tipo industriale per la raffinazione e la fusione, un terzo intervento per la sgrossatura del rame fuso mediante strumenti meccanici azionati dallacqua. Seguono lavorazioni più artigianali quali la battitura a mano e la rifinitura delloggetto, la sua stagnatura quando richiesta, e infine la sua commercializzazione, specializzazione strettamente legata al magnin che porta loggetto lavorato sul mercato, mostrandolo di casa in casa, garantendo agli acquirenti lassistenza tecnica per sopperire a guasti ed usure degli oggetti.
Oeeeh, l Magnin, è il loro grido quando vanno nei paesi e nelle piazze. Le contadine allora prendono le pentole rotte o rovinate e gliele portano ad aggiustare.
In una logica opposta a quella contemporanea dell usa e getta non si getta nulla finché si può: ecco perché ci sono gli arrotini, i materassai, gli ombrellai e appunto Ij magnin, specializzati nellaggiustare casseruole e, soprattutto, rifare il rivestimento di stagno nelle pentole di rame, assolutamente necessario perché con lutilizzo frequente di mestoli e pagliette la stagnatura si deteriora e il rame rimasto scoperto a contatto con sughi e grassi produce sali tossici. Il magnin allora con ferri, pinze, tenaglie, martelli, punteruoli, bottiglie di acido muriatico e mantice, scioglie lo stagno sul fuoco e lo fa aderire alle sponde della casseruola, creando al suo interno una veste di protezione.
Dopo la prima guerra mondiale sono nate le prime presse meccaniche a doppio effetto che consentono la produzione in serie: la manodopera specializzata è così assorbita nella produzione semi industriale di casalinghi e nelle carrozzerie della nascente industria automobilistica.
Subito dopo la guerra e ancora adesso, il ristretto numero di botteghe artigiane in attività si specializzano e producono articoli cesellati e manufatti di tipo artistico, senza tralasciare tuttavia la produzione di tipo alberghiero o industriale come caldaie speciali per margari e dolciari.
Con la nuova cultura del cibo e dellalta cucina, i pasticceri non hanno smesso di adoperare il rame: sanno bene che per la crema pasticcera non cè acciaio che tenga!
Bibliografia:
AG.I.RE. Artigiani dEccellenza - Alla conquista della fortezza Realizzazione editoriale Vittorio Sacco, Stendhal Edizioni, 2004
Baussano A.A. Indagine sulle attività di artigianato artistico e tipico di qualità. Settore Metalli Comuni. Rapporto finale di ricerca , 2001
Ceretto Castigliano E. Dalle miniserie alla pezza finita, ai Mastri ramai di Alpette e Pont, Dispense per la Scuola del Rame di Alpette".
Cima M. Mastri ramai in terra Canavesana. Il caso delle Valli Orco e Soana nelle Alpi Canavesane, Regione Piemonte, Torino, 1986
Cima M. Mastri ferrai in terra Canavesana. Firenze, 1986
Cima M. Archeologia del ferro. Torino, 1991
Flores I. Progetti di ferro battuto, De Vecchi Editore, 1994
Giardino C. I metalli nel mondo antico. Introduzione allarcheometallurgia, Editori Laterza, 1998
Jan Divis, Arte e storia di Bronzo Ottone Rame. Fratelli Melita Editori, 1993
Paviolo A. I Magnin delle Valli Orco e Soana, Comunita Montana Valle Orco e Soana, 1991
Perera O. Mani del Piemonte II, Musumeci Editore, Aosta, 2000
Perera O. Lartigiano curioso, Daniela Piazza Editore, 2002
Regione Piemonte, Lartigianato del Suono - Supplemento a Quaderni della Regione Piemonte - artigianato anno 2 n. 11, ottobre 1997.
Roffo S. Il ferro battuto. Edizione Libritalia, 1998
Collaborazioni
La stesura del presente disciplinare ha coinvolto soggetti diversi che hanno fornito in più fasi dellelaborazione indicazioni, suggerimenti e contributi tecnici.
Un particolare ringraziamento è rivolto a:
Elio Ceretto Castigliano, imprenditore artigiano e docente della Scuola di lavorazione del Rame di Alpette.
Marco Cima, Presidente del Cesma, per la supervisione della premessa storica
Fabio DAprile che ha effettuato uno stage presso il Settore Disciplina e Tutela dellArtigianato della Regione Piemonte.
PREMESSA
La stesura del presente Disciplinare di Produzione si inserisce nel quadro normativo - Titolo II Capo VI della L.R. 9 maggio 1997 n. 21 e s.m.i. L.R. 31 agosto 1999 n. 24 - predisposto dalla Regione Piemonte per la tutela e la valorizzazione delle lavorazioni artigiane che presentano elevati requisiti di carattere artistico o che estrinsecano valori economici collegati alla tipicità dei materiali impiegati, delle tecniche di lavorazione, dei luoghi di origine o alla cultura, anche di derivazione locale.
Secondo gli intendimenti della legge, la Regione Piemonte intende perseguire i seguenti obiettivi:
- quello della tutela e della salvaguardia di una tradizione artigiana con valenza culturale e storica accumulata nei secoli in Piemonte. Un patrimonio che, nonostante le difficoltà incontrate nel corso della sua evoluzione, è stato conservato, trasmesso e valorizzato con continuità, tenacia e valenza dagli operatori del settore di generazione in generazione fino ai giorni nostri;
- quello della promozione di un insieme di iniziative che riscoprano, consolidino e rinvigoriscano nei suoi diversi aspetti questo processo, adeguandolo alle esigenze di qualificazione e di innovazione che il contesto economico, sociale e tecnologico attuale pone.
Finalità
Per conseguire gli obiettivi previsti dalla L.R. 21/97 e s.m.i. - Capo VI, Artigianato Artistico, Tipico e di Qualità, art. 26 - è predisposto il presente Disciplinare di Produzione per il settore dei Metalli comuni.
Strumento
Il Disciplinare di Produzione per la lavorazione dei Metalli Comuni si propone di delineare delle regole, descrivere le caratteristiche e i requisiti, indicare le tecniche produttive adottate, sottolineare i materiali utilizzati e quanto altro occorre a individuare e specificare le lavorazioni in essere.
Riconoscimento
Possono ottenere il riconoscimento di Impresa dellEccellenza Artigiana e fregiarsi del marchio Piemonte Eccellenza Artigiana le imprese operanti nel settore della lavorazione dei metalli comuni e i consorzi di Impresa che, già iscritte allAlbo delle imprese artigiane, ai sensi della L. 443/85, dimostrino di possedere i requisiti richiesti dal presente disciplinare.
Il riconoscimento è attuato mediante idonea annotazione nellAlbo provinciale delle imprese artigiane, riportando lindicazione del settore specifico, la descrizione della tipologia di lavorazione, lattribuzione della denominazione di Eccellenza Artigiana, il conferimento del marchio Piemonte Eccellenza Artigiana.
Art. 1
Percorsi culturali
Limpresa deve saper riconoscere e collocare criticamente la propria attività nel rispetto dei percorsi culturali che hanno prodotto le esperienze storiche dellArtigianato Tradizionale, Tipico e di Qualità. Devono essere considerati quali caratteristiche peculiari dellimpresa che opera nel settore:
- il richiamo alla tradizione e con il territorio, inteso come capacità acquisita di una cultura specifica, non solo materiale, appartenente ad un ambito operativo e territoriale;
- linnovazione, intesa come volontà a ricercare e sperimentare nuove tecniche allinterno di un territorio, senza stravolgere i legami con la tradizione.
- laggiornamento professionale, ovvero la disponibilità a recepire stimoli e sollecitazioni provenienti dalle istituzioni preposte o che svolgono attività di tutela, ricerca e valorizzazione dei patrimonio culturale,
- il legame con le nuove generazioni, vale a dire la disponibilità ad offrire reali opportunità di formazione e apprendimento, investendo in risorse umane.
Art. 2
Definizione del settore
Il presente Disciplinare riguarda le lavorazioni dei metalli comuni che presentano requisiti di qualità in quanto possiedono peculiari caratteristiche tecniche, estetiche o capacità dideazione e di esecuzione, cioè che per la lavorazione stessa, da parte dellartigiano, sia stata adottata unattenzione particolare nella scelta della forma e dei materiali e nellapplicazione delle tecniche esecutive.
In particolare le lavorazioni possono essere distinte in:
Artigianato tipico
Tipica è la realizzazione di un lavoro che contiene uno o più caratteri tecnici e formali, peculiari e nel tempo divenuti comuni ai lavori della stessa categoria, realizzati nella medesima zona geografica, in modo tale che questo oggetto grazie a questi suoi caratteri propri e costanti sia esso stesso riconoscibile e la sua origine identificabile.
Artigianato tradizionale
Tradizionale è il prodotto che rispetta e ripropone una tradizione tecnica e formale che si è conformata nel corso del tempo in un particolare contesto storico e culturale.
Il prodotto tradizionale deve utilizzare materiali e tecniche che rispettino fedelmente modelli, forme, stili decori riscontrabili con gli archetipi presenti nei musei e nelle pubblicazioni più accreditate.
Nella lavorazione tradizionale non è consentita la lavorazione e luso di materiali diversi da quelli tramandati dalla tradizione.
Artigianato artistico e innovativo
E definita artistica e innovativa la realizzazione di un esemplare unico o a numero limitato, che sia eccellente da un punto di vista tecnico e comunichi una scelta stilistica che esprima loriginalità e la personalità del suo autore, o proponga, a livello sperimentale, nuove procedure di realizzazione con lutilizzo e la combinazione di materiali diversi da quelli convenzionali, dando origine a nuovi manufatti di alta professionalità e creatività.
Nella lavorazione innovativa e artistica è consentito lutilizzo di ogni tipo di materiale comunque riconducibile ai metalli comuni che assolva alle esigenze di progetto. Materiali innovativi o loro sperimentali combinazioni potranno essere utilizzati partendo da considerazioni di ricerca di nuova e diversa estetica o per la realizzazione di elementi a cui è richiesta una particolare funzione dettata da esigenze progettuali.
Art. 3
Comparti
Dalla più ampia definizione di Lavorazione Metalli Comuni sono identificati i seguenti comparti:
* Lavorazione del Ferro battuto
* Lavorazione del Rame
* Lavorazione dellOttone
* Fusione artistica del Bronzo e dellOttone
* Fusione artistica della Ghisa
* Lavorazione altri metalli
* Restauro
Per ogni comparto valgono le regole generali dettate dal presente Disciplinare di Produzione, con ladeguata interpretazione relativa alla produzione. Pertanto per manufatto si intenderà il prodotto finito dalla lavorazione di propria competenza.
Le imprese potranno, qualora ne posseggano i requisiti, essere annotate contemporaneamente in più settori o comparti.
LAVORAZIONE DEL FERRO BATTUTO
Lavorazione del ferro a caldo: la forgiatura:
La forgiatura è una fase di lavorazione importante e irrinunciabile che è rimasta nella sostanza immutata nei secoli.
Per eseguire la forgiatura è fondamentale essere in possesso del necessario ovvero di una forgia o di un forno, pinze, incudini con martelli di vario peso e mazze per poter battere anche in due o tre persone, eventualmente un maglio.
La forgiatura o fucinatura del ferro avviene ancora usando carbone di legna anche se il fuoco viene alimentato sovente da una ventola azionata elettricamente, mentre in origine la fiamma veniva tenuta viva da un mantice azionato a mano. La barra di ferro resa rovente dal fuoco diventa abbastanza tenera da poter essere sagomata secondo la volontà dellartigiano, che, movendola tra incudine e martello, la colpisce ripetutamente con ritmo scandito fino ad ottenere la forma desiderata.
La forgiatura richiede pratica, manualità, pazienza ed energia ed essenzialmente la capacità di usare con precisione il martello. Attraverso la forgia si ottengono tutte le forme ornamentali del ferro, come foglie, fiori, punte, terminali di volute, riccioli, ma anche attrezzi, coltelli, forbici, scuri, scalpelli, e naturalmente ferri di cavallo. Lartigiano esperto sa riconoscere dal colore del ferro rovente la temperatura più appropriata, non solo per la modellatura del pezzo, ma soprattutto per le operazioni di saldatura a fuoco (bollitura) e per la tempra degli attrezzi.
Tempra
E un procedimento che dona maggiore durezza al metallo e consiste nel raffreddare in modo repentino il pezzo di ferro o di acciaio dopo che, a seguito della lavorazione subita, ha assunto la forma desiderata. E principalmente eseguita per la realizzazione di attrezzi da lavoro, da taglio e stampi, e può essere eseguita ad acqua, ad aria o ad olio, a seconda del materiale usato e della durezza da raggiungere.
Lesecuzione ed il controllo della tempra tramite forni che ne regolano tempi e temperature di riscaldamento e di raffreddamento rientra in un procedimento industriale estraneo alla sensibilità empirica dellartigiano.
Lavorazione del ferro a freddo
Non occorre scaldare tutto il ferro per lavorarlo; grazie alla sua esperienza, il fabbro esperto sa come sagomare la lamiera o le volute anche a freddo, con lausilio di attrezzi fatti in proprio, sagome e leve.
Molti particolari di eleganti manufatti sono in lamiera sottile o latta e completamente martellati e sagomati a freddo con lausilio di martelline e tasselli di legno o piombo.
Anche la centina di barre di ferro e la curvatura di volute viene eseguita a freddo tramite sagome, leve e denti a U, così come la torsione delle barre stesse.
Spesso a freddo vengono eseguite anche particolari lavorazioni di modellatura come quelle accennate qui di seguito:
Martellatura
Tecnica con la quale una superficie metallica liscia viene decorata semplicemente producendovi una trama di sfaccettatura mediante file sovrapposte di colpi martello. Una sfaccettatura poca profonda si ottiene dando colpi leggeri e usando una superficie di appoggio dura; sfaccettatura più accentuate e profonde sono indice di una martellatura più forte e di superfici di appoggio più morbide.
Cesellatura
Consiste nellincidere un determinato motivo sulla superficie superiore di un oggetto metallico. Il disegno viene ottenuto con un cesello profilatore battuto in maniera leggera e regolare con un apposito martello, così da lasciare per compressione, un solco continuo più o meno uniforme.
Sbalzo
Tecnica simile alla precedente: la decorazione è ottenuta in maniera analoga, ma lavorando un foglio di metallo dal retro, in modo da far sporgere i rilievi sul davanti.
E una tecnica particolarmente usata nella lavorazione del rame e altre leghe più morbide.
Stampaggio
Consiste nellimprimere sulla superficie metallica, spesso di lamina, un figura, singola o costituente parte di un più complesso motivo decorativo, o un marchio. Viene eseguito pigiando la lamina dentro o sopra una forma, oppure stampando il metallo con un punzone, realizzato appositamente.
Tecniche di saldatura e di giunzione
La giunzione tra le varie parti distinte di quello che diventerà poi un unico pezzo può essere effettuata in diversi modi:
Sistemi tradizionali:
La conoscenza dei sistemi tradizionali è indispensabile qualora si debba realizzare un manufatto che debba avere dei requisiti particolari di qualità.
I modi per assemblare i pezzi di ferro variano a seconda del contesto.
Aggraffatura: tecnica per giuntare fogli metallici ripiegandone insieme gli orli.
Inchiodatura o rivettatura: prevede lutilizzo di rivetti, ribattini, o chiodi, che infilati in fori praticati sulle due parti in modo allineato e successivamente martellati alle estremità, uniscono i due pezzi di ferro.
Filettatura: in alternativa un pezzo può essere avvitato sullaltro; occorre pertanto predisporre la filettatura sui due pezzi che dovranno essere uno maschio e laltro femmina e possono essere lavorati con diversi passi (inglese o decimale).
Fascettatura: due elementi possono essere tenuti insieme nel punto di tangenza da un terzo elemento, una fascetta che come un anello abbraccia le due parti. La fascetta, preventivamente sagomata ad U e lunga quanto basta, accoglie i due pezzi e viene chiusa a freddo.
Bollitura: è il modo di unire i due pezzi portandoli vicino al punto di fusione con la forgia e martellandoli insieme in ununica forma. La differente composizione del ferro moderno e la scarsa reperibilità di accessori idonei (borace, tele, etc,) rende questa operazione particolarmente ardua.
Incastri: attraverso diversi accorgimenti si incastrano i pezzi di ferro tra di loro senza ricorrere alla saldatura.
Sistemi moderni - la Saldatura:
La saldatura più diffusa oggi è la saldatura elettrica, che attraverso la creazione di un arco di corrente, porta alla fusione lelettrodo il quale costituisce il metallo da apporto e unisce i due elementi di metallo. Alcuni macchinari evoluti perfezionano questo sistema con lalimentazione automatica del metallo dapporto (saldatrici a filo continuo) o facendone anche a meno (TIG).
Un buon artigiano deve però saper limitare e curare particolarmente questi interventi per mantenere le qualità estetiche del manufatto.
Si possono rendere necessarie inoltre altre tecniche di saldatura come la saldatura a stagno, indicata per particolari sottili che non devono resistere a grosse sollecitazioni.
In questo caso il legante è lo stagno che viene sciolto da un tassello di rame scaldato elettricamente o a fiamma (ossigeno o forgia).
Utile è inoltre il cannello che, alimentato con una miscela di ossigeno e acetilene, produce una fiamma calda e precisa.
Con questa fiamma si possono scaldare i pezzi e utilizzare come legante anche lottone o sciogliere direttamente le due parti di ferro se si tratta di spessori ridotti.
Tecniche di rifinitura e sistemi decorativi
Lattività di rifinitura del manufatto realizzato seguendo le tecniche e le fasi sopra descritte, comporta lutilizzo di strumenti particolari volti a completare la realizzazione artistica. Lime di diversa misura e taglio sono indispensabili per completare la modellatura, precisare i dettagli, rifinire e pulire le saldature.
Infine, per abbellire ed impreziosire la lavorazione di base, è possibile completare i manufatti metallici con la combinazione di materiali diversi: come laggiunta di particolari in ottone, bronzo, vetro, ceramica o altro.
Particolare importanza assume anche il trattamento finale delle superfici che possono essere lasciate grezze e trattate a cera o decorate finemente, con diversi strati di laccature a pennello per donare effetti cromatici vari e anticati.
Processi di brunitura e invecchiamento rendono caratteristici alcuni manufatti, mentre alcuni dettagli dorati in foglia impreziosiscono il prodotto finito.
Altre tecniche di finitura come la smaltatura, lintarsio e lageminatura sono riconducibili a prodotti sofisticati che intendono riproporre antichi modelli di manufatti pregiati.
LAVORAZIONE DEL RAME
I prodotti ottenuti dalla lavorazione del rame possono essere suddivisi in due macro categorie:
- vasellame (casseruole, padelle, pentole, secchi, paioli, forme per dolci e budini, alambicchi, caldaie)
- oggetti per l arredamento (candelieri, portaombrelli, portavasi, centrotavola, vassoi, orologi, caminetti).
La descrizione che segue delle tecniche lavorative rispecchia la tradizione della lavorazione tipica piemontese, anche nellutilizzo della terminologia propria del dialetto locale.
La battitura a mano (martellatura)
La prima battitura
Il rame è tra i metalli più malleabili a freddo, per cui esso può essere positivamente lavorato senza riscaldarlo; la ripetuta martellatura incrudisce il rame che diviene più sottile ma anche più duro. Per raddolcirlo, cioè evitare che con la martellatura la lamiera di rame si rompa, si provvede al riscaldamento del pezzo, portandolo a 500 gradi, lasciandolo poi raffreddare lentamente (ricottura) o immergendolo in acqua. Ogni volta che si riscalda un pezzo si ha la perdita di peso, in quanto si verificano fenomeni di ossidazione superficiale.
Le molecole del rame reagiscono al colpo del martello di legno (o Mazzuola), tendendo naturalmente a spostarsi dove trovano minore resistenza; quindi se vi è una parte della superficie che è già stata martellata e conseguentemente si è in incrudita, il metallo scorre verso la parte della lamiera che non è ancora stata battuta, che cioè non si è ancora incrudita.
Utilizzando queste caratteristiche lartigiano può quindi distendere la superficie oppure, al contrario riffolarne una parte, cioè ispessirla.
Le operazioni di battitura per curvare e/o per piegare la materia prima (la lastra di rame o il rame cavato, derivante dalla lavorazione effettuata in fucina) sono effettuate su differenti tipi di incudini (cavallo o palo). Quando si vogliono agganciare due superfici di rame tra loro si effettuano delle successive e reciproche piegature (aggraffatura).
Lartigiano, usando il solo martello in legno di bosso, riesce a dare alla lastra rilievi anche cospicui, ad allargare, a stringere e a spianare.
Un punto particolarmente delicato della lavorazione è il raccordo tra il fondo e il fianco, dove il rame più spesso del fondo cambia direzione e sarà soggetto a particolari tensioni fisiche, dovendo anche subire calore diretto della fiamma. Questo raccordo, a seconda dei casi, può essere ad angolo vivo oppure essere rotondo, con possibilità intermedie con raccordo formato da un tratto diagonale congiungente fondo e fianco (quara rotta), oppure senza spigoli vivi (mezza tonda). In questi punti, che costituiscono di norma una circonferenza, il battitore effettua non meno di tre giri concentrici di colpi, in modo da rinforzare le parti e nello stesso tempo dare gradualità al passaggio dal maggiore spessore del fondo al fianco del recipiente che va leggermente assottigliandosi verso lalto.
Limbutitura
E la lavorazione della lamiera che viene deformata a freddo per ottenere una forma cava. Si usano lamiere di rame (o ottone) che grazie alla loro malleabilità possono stirarsi e piegarsi a freddo senza rompersi. Si prepara un blocco di legno cavo secondo la forma desiderata, si appoggia sopra una lastra di rame (o ottone) e si martella con forza il centro della lastra, fino ad ammaccarlo progressivamente. Al termine di questa procedura si ottiene loggetto desiderato.
Pulitura
Loggetto viene pulito immergendolo dentro un bagno di acido solforico (40%) diluito con acqua (60%) (decapaggio) per togliere tutte le impurità derivanti dalle varie ricotture.
Viene quindi ulteriormente lavato con acqua, strofinato con paglietta e detersivo (nellantica lavorazione si utilizzava la cenere) e lasciato asciugare.
La martellatura conclusiva
Lultima lavorazione da effettuarsi con il martello ha soprattutto, anche se non soltanto, fini estetici. Questa martellatura può essere effettuata a colpi molto vicini luno allaltro, in pratica senza alcuna soluzione di continuità; in tal modo la superficie non presenta alcun rilievo, e di conseguenza questo tipo di lavorazione è detta liscia. La battitura incrudisce, cioè indurisce, ulteriormente il metallo; essa è sempre fatta sul fondo del recipiente, talora è anche ripetuta sui fianchi. Questi tuttavia possono essere lavorati a colpi, cioè con martellature distribuite in modo regolare, distanziate tra loro, a costruire un ornamento di tipo geometrico, oppure a formare fasi più o meno originali, a presentare motivi ben evidenziati. Se queste linee di martellatura costituiscono vere e proprie figure, lettere di parole e anche qualcosa di più, si usa dire che la lavorazione è a disegno a rabesco.
Le ultime lavorazioni
Terminate le operazioni di battitura, lartigiano provvede ad applicare al recipiente i vari accessori, come ad esempio i manici, e a realizzare lorlo secondo opportuni procedimenti. Viene applicato un tondino di ferro o di ottone di sezione proporzionata alla dimensione del recipiente sul suo bordo esterno, il quale è fornito di una aletta successivamente ribattuta con lausilio di pinze, tenaglie, mazzuola e martello sino ad aggraffare strettamente il tondino e a renderlo del tutto invisibile. Questa operazione rinforza il recipiente e lo rende adatto a resistere a elevate tensioni. Per gli oggetti in cui non è necessario questo rinforzo, ci si limita alla rifilatura dellorlo.
Per il vasellame lapplicazione di ansole (traversine per i paioli, asole per i polentini, manici, maniglie e ponticelli per le padelle) , si effettua in genere mediante chiodatura, ed è quindi necessario bucare con opportuni strumenti il recipiente al di sotto dellorlo rinforzato dal ferro.
La stagnatura
Se si tratta di utensili da cucina è necessaria la stagnatura, operazione mediante la quale lintero recipiente viene ricoperto da un sottile strato di stagno che da una parte aumenta la resistenza del rame alla corrosione, dallaltra evita il formarsi di velenosi composti derivati dal contratto del rame con acidi propri di alcuni alimenti.
Si cosparge di acido cotto il pezzo e si fa sciogliere lo stagno con un cannello del gas. Con del cotone lo si distende su tutto il pezzo; terminata questa operazione si sciacqua con acqua e si pulisce il pezzo dallesterno.
Alcuni oggetti (padelle e casseruole) vengono puliti con lutilizzo della pulitrice, stracci di cotone e pasta abrasiva.
La cesellatura
È una fase di lavorazione della lamiera di rame, ancora oggi fatta da alcune antiche botteghe con sistemi che danno pregio e valore al pezzo in lavorazione.
Sono tre i sistemi di cesellatura: a incisione, a semisbalzo e a sbalzo. In tutti il cesellatore procede nel seguente modo: prende un pezzo di lamiera di rame, fa un disegno e con un punzone (piatto o a biglia piccolo) traccia unincisione, utilizzando un platò di ferro come supporto. La differenza tra i tre sistemi consiste essenzialmente nella diversa profondita della cesellatura. Nel primo caso il cesellatore incide in modo leggero il tracciato, mentre negli altri due casi ne marca i punti più importanti per poi procedere allo sbalzo, raggiungendo da 1 sino anche a 5 centimetri di profondità.
La tecnica di sbalzo vera e propria prevede le seguenti fasi di lavorazione: anzitutto si imbutisce a proprio piacimento la figura con la mazzuola semitonda di legno di bosso, poggiandosi su un cuscino di sabbia, sino a ottenere la profondita voluta. Durante questa operazione la lamiera viene ricotta più volte. Poi viene fatta una cassetta di legno grande quanto il quadro, ci si cola della pece greca, quindi vi si appiccica il pezzo di rame e si rifinisce lo sbalzo o il semisbalzo con dei punzoni di legno di bosso o di ferro non taglienti. Si toglie dalla pece, si ricuoce e si immerge in un bagno di decapaggio, quindi lo si asciuga. Si riempie la parte sbalzata con della pece greca molto dura, si staffa il tutto su un pezzo di legno con delle strettoie, quindi si lascia raffreddare e con dei punzoni si decora la figura a piacere del cesellatore. Con un cannello del gas si scalda fino a far staccare la pece dal rame, lo si immerge in un bagno di decapaggio, si pulisce con paglietta di ferro e detersivo e lo si asciuga. Su un platò di ferro lo si tira in piano per gli ultimi ritocchi. Le ultime fasi della lavorazione prevedono limmersione in un bagno di brunitura per donare al lavoro la tinta voluta e la lucidatura con paglietta asciutta e lucido particolare.
Lavorazione al tornio e saldatura
Il tornio manuale (con esclusione del tornio semiautomatico e automatico, destinato alla produzione industriale) è utilizzato per la prima lavorazione del semilavorato (tornitura di piccole padelle, vasi, portaombrelli).
Il prodotto grezzo derivante dalla lavorazione al tornio viene quindi ricotto, immerso nel bagno di decapaggio e lavorato a mano.
In origine la giunzione di due lamiere di rame era effettuata con la aggraffatura saldata sulla forgia con granelli di ottone e con del borace, e martellata fino a ridurre la saldatura allo stesso spessore delle lamiere.
Ora questo sistema è sostituto dalla saldatura effettuata rame con rame: si avvicinano le due estremità delle parti da unire e con un cannello di ossigeno si saldano le due parti fino ad amalgamarle in un corpo unico.
Si rifinisce quindi la giunzione con successive martellature per ridurne lo spessore.
LAVORAZIONE DELLOTTONE
La lavorazione dellottone avviene secondo le stesse tecniche già descritte per il rame. Il metallo è difficile da lavorare perché poco malleabile e soggetto a rotture dopo i ripetuti riscaldamenti. I prodotti di tale lavorazione sono soprattutto oggetti artistici (ad esempio: portaombrelli, piatti, portavasi, maniglieria in stile per mobili e serramenti).
FUSIONE ARTISTICA DEL BRONZO E DELLOTTONE
Il bronzo è una lega costituita da rame e stagno che ha, sin dai tempi dellantichità, rivestito unimportanza essenziale, grazie alle sue svariate applicazioni: dalla creazione di utensili per il lavoro quotidiano alla realizzazione di vasellame, statue, decori ed oggetti di culto. Laggiunta di stagno al rame riduce il punto di fusione di questultimo, consentendo una maggiore fluidità della colata e migliorandone ulteriormente la malleabilità e la tenacità.
Fusione a cera persa
Consiste nel trasformare in metallo (bronzo nella maggior parte dei casi) i modelli di partenza realizzati in creta e gesso, attraverso un gioco di passaggi fra negativo e positivo per cui ad ogni tappa corrisponde un materiale diverso della scultura. A grandi linee tranne che per lutensileria elettrica e pneumatica il processo e i materiali sono quelli con cui furono realizzati i bronzi di Riace.
Questo sistema consente la fusione di pezzi unici e comporta la perdita del modello di partenza: altre tecniche simili permettono invece il suo riutilizzo più volte per la realizzazione di un maggior numero di pezzi.
A) Stampo:
E un negativo in gomma, sostenuto da un esoscheletro in gesso, che ha la funzione principale nel copiare perfettamente il modello realizzato dallartista. La struttura in gesso deve essere concepita in modo tale da permettere di sgusciare il positivo e le future cere creando loro i minor impacci possibili.
B) Tiratura cere:
Dallo stampo si ottengono il numero desiderato di copie in cera del modello originale. Queste avranno uno spessore di circa 5 mm e saranno internamente cave. Ogni cera dovrà essere ritoccata onde cancellare le inevitabili linee di giunzione dello stampo, correggere eventuali errori e ridonare freschezza al modellato. Si ottiene quindi un positivo in cera per lo più identico alloriginale da cui si è partiti.
C) Copertura cere:
Le cere vengono riempite e coperte interamente da materiale refrattario composto da una miscela di argilla rossa, derivante dalla macinatura di mattoni, scagliola, acqua e lutto. Prima di tale operazione è necessario predisporre un sistema di alimentazione che permetta lentrata del metallo e la fuoriuscita dellaria. Ogni scultura a seconda delle sue caratteristiche e della sua forma va analizzata e preparata in modo diverso.
D) Deceratura:
Lo scopo è quello di fare evaporare lacqua dalle forme e di sciogliere la cera e bruciarne i gas derivanti. Una deceratura può durare da un minimo di 3 ad un massimo di 8 giorni a seconda della grossezza dei pezzi; la temperatura massima che si raggiunge è di circa 600°.
Scomparsa la cera allinterno del mattone refrattario si ottiene una sottile intercapedine vuota dello spessore della cera che riempita dal metallo attraverso il sistema di alimentazione sarà la futura scultura in bronzo.
Per collegare e sostenere la parte interna di refrattario (chiamata anima in gergo) con la parte esterna nel momento in cui la cera evacuata non esercita più alcuna funzione di supporto si è provveduto a inserire nel positivo in cera una serie di chiodi. Sono questi che ora mantengono la distanza fra il refrattario e ne reggono le parti.
F) Fusione:
Il bronzo liquido a 1100° colato allinterno del mattone refrattario e opportunamente distribuito dallalimentazione andrà a riempire tutte le cavità formando lultimo positivo della scultura.
G) Pulitura:
Le forme vengono sterrate e i getti prima lavati con un idropulitrice ed in un secondo momento sabbiati.
H) Sbavatura:
Occorre riportare allonor del mondo la fusione: è uno dei passaggi più delicati. Attraverso utensili elettrici nella sgrossatura iniziale lime e ceselli nella finitura occorre ripulire loggetto, cancellarne i difetti, chiudere i buchi dei chiodi, mascherare gli interventi.
I) Patinatura:
Il bronzo essendo all80% rame assume, se trattato con soluzioni acide, tutta una serie di colori il più naturale dei quali è il verde delle grondaie in rame. In questa fase della lavorazione si inducono le più disparate ossidazioni scaldando il metallo, usando queste soluzioni acide, correggendole con ossidi.
Fusione a staffa.
Il ciclo produttivo è molto più breve ed anche più semplice, ma il modello non deve presentare sottosquadri. Si tratta di stampare il modello su una forma di terra retta da una staffa e di colarvi allinterno il metallo fuso. E un po il gioco delle formine: il modello premuto nella terra deve uscirvi senza danneggiarsi né tanto meno danneggiare limpronta che ha lasciato nella terra.
Fusione delle campane
Il processo di costruzione di una campana inizia dalla sua formatura, realizzata con la tecnica della sagoma ruotante, attraverso la quale si riproducono il profilo esterno e quello interno della campana. Evidentemente ad ogni campana che dovrà riprodurre una certa tonalità musicale corrispondono profili, disegnati in base alle sue dimensioni e al suo peso: essi determineranno lo spessore della sua sezione tra la parte superiore (corona) e quella inferiore (bordo). La parte interna (anima) della forma in cui verrà fuso il manufatto è costituita da un nucleo di mattoni sulla quale si riporta dellargilla che viene poi modellata con una prima sagoma: in questo modo si otterrà il profilo della sua parte interna.
Nella parte superiore dellanima viene inserito (annegato) un anello metallico (ansola), sagomato appositamente, al quale verrà successivamente appeso il battaglio della campana: nel corso della colata, lanello verrà parzialmente inglobato nella massa fusa e formerà con essa un corpo unico.
Terminate queste operazioni, si procede alla costruzione della falsa campana ovvero di un modello in argilla delloriginale.
Lanima viene interamente ricoperta di grasso in modo tale che il successivo strato di argilla che costruisce la falsa campana non aderisca alla sua superficie. Lo strato di argilla sovrapposto allanima viene modellato esternamente con la seconda sagoma e sulla sua sommità viene sistemato il modello della parte superiore della campana (testa) che consentirà di ancorarla allincestellatura di sostegno.
La falsa campana viene rifinita in ogni particolare e completata con le decorazioni e le iscrizioni richieste in cera che risulteranno essere quelle riprodotte sulla superficie esterna del manufatto.
Questultima viene nuovamente cosparsa di grasso per ovviare allinconveniente prima ricordato e successivamente di grafite per permettere al bronzo fuso di penetrare in ogni suo piccola parte.
Ultimata la falsa campana si procede alla costruzione dellinvolucro (camicia) che dovrà contenere il bronzo fuso: sulla superficie esterna della falsa campana viene sovrapposto un nuovo e più consistente strato di argilla, consolidato (armato) con fibre di canapa, che costituisce appunto la camicia.
Oltre a conferire maggiore resistenza allinvolucro, le fibre di canapa servono ad aumentare la porosità della forma e a favorire lespulsione dei gas prodotti dalla colata.
Lintera forma, nella quale ritroviamo unite lanima, la falsa camicia e le camicia, viene riscaldata sul fuoco vivo a più riprese per eliminare ogni traccia di umidità.
Al termine dellessicazione, la camicia viene dapprima sollevata per poter frantumare la falsa campana e poi risistemata nella sua posizione originaria, mentre nellintercapedine formatasi tra anima e camicia verrà colato il bronzo fuso per ottenere la campana.
Le forme vengono completate con appositi condotti di adduzione del materiale fuso e di sfiato dei gas che si sprigionano nel corso delle operazioni di colata della lega metallica, rinforzate esternamente con cerchi metallici e interrate per contenere la spinta metallostatica provocata dal materiale incandescente.
In unarea apposita della fonderia viene sistemato un certo numero di forme ( la quantità dipende dalle loro dimensioni) che vengono interamente ricoperte di terra.
Ognuna di esse viene collegata al canale principale di colata dal quale fluirà il materiale di riempimento, attraversi canali secondari.
Al termine della colata i getti vengono lasciati raffreddare lentamente per alcuni giorni in modo da evitare la creazione di lesioni interne che risulterebbero dannose (fragilità) per il loro successivo impiego.
Dopo il raffreddamento le campane sono tolte dalla loro forme, ripulite, sbavate, rifinite e accuratamente collaudate acusticamente.
FUSIONE ARTISTICA DELLA GHISA
Per le operazioni di fusione in generale, occorrono la competenza e la conoscenza necessaria per ottimizzare il lavoro e per non rendere vano, con una colata imperfetta, il lavoro precedentemente fatto: infatti, soprattutto nella fusione a cera persa, si ha solo un tentativo a disposizione.
Per le fusioni con modelli montati su staffe, il numero dei getti realizzabili è al contrario praticamente illimitato. Nella realtà tuttavia, non è raro che, specie con getti realizzati in terra con impianti tradizionali, almeno una parte dei pezzi venga scartata per difetti vari.
Classificazione della ghisa
La ghisa è una lega di ferro e carbonio che si ottiene a seguito della fusione di minerali ossidati di ferro con coke in un altoforno. La ghisa che esce dallaltoforno viene colata in appositi lingotti ed è denominata ghisa greggia o di prima fusione. Questa ghisa greggia è destinata alle fonderie che la sottopongo ad una seconda fusione. Essa verrà poi colata in appositi stampi per dare la forma desiderata a svariate tipologie di oggetti.
Esistono tre tipi principali di ghisa:
- la ghisa grigia,
- la ghisa bianca, più resistente allusura, ma difficile da lavorare,
- la ghisa malleabile, materiale intermedio tra la ghisa e lacciaio, con discrete caratteristiche meccaniche e di lavorabilità.
Fusione artistica della ghisa a staffa
La lavorazione della ghisa è unattività dura, ma non per questo vissuta con meno passione e dedizione dallartigiano. Nella fusione in ghisa vengono eseguite tecniche da applicare sia per la realizzazione del pezzo unico, che per la piccola e media serie.
Sono importantissime le conoscenze approfondite dei materiali, dei procedimenti e le malizie per raggiungere lobiettivo in qualità e sicurezza.
La fusione artistica della ghisa per la produzione di serie limitata di pezzi, richiede la preparazione di un modello in legno diviso in due metà, una cassa danima, di due telai di ferro detti staffe e dellapposita sabbia autoindurente. (Se si prevede di realizzare una serie consistente di pezzi, il modello è realizzato in alluminio).
Per la creazione di un manufatto, il modello in legno è posizionato entro i due telai detti staffe, nei quali viene compressa una terra di fonderia refrattaria (operazione di formatura). Quando occorre creare dei vuoti nella fusione, si inserisce nel modello lanima che a sua volta viene riempita con sabbia o resine.
Estratto il modello, nella cavita da esso lasciato, si cola il metallo.
Dopo la colata il pezzo viene sterrato, svuotato, sbavato e sabbiato.
Per la formatura dei getti di ghisa, si possono utilizzare: terra da fonderia oppure sabbie autoindurenti e materiali refrattari. La fusione della ghisa avviene dentro un forno fusorio rotativo con la combustione di aria, ossigeno e gas metano (si possono utilizzare anche forni elettrici). La temperatura di fusione della ghisa è di circa 1200° C.
Per la fusione di pezzi unici si usa il polistirolo che, rimanendo imprigionato nella sabbia e bruciando, lascia il posto alla ghisa. In passato si usava per fusioni uniche circolari la formatura a sagoma o affetto, oppure in fossa per fusioni di grandi dimensioni.
Viste le proprietà della ghisa, buona resistenza, anche alla corrosione, ed ottima conducibilità termica, si utilizza prevalentemente per le realizzazioni artigianali di stufe, forni, caldaie, caminetti, scale, ringhiere, pentole, arredo urbano e architettura.
LAVORAZIONE DI ALTRI METALLI
Possono ottenere il riconoscimento di Eccellenza artigiana, le imprese artigiane che producono o restaurano manufatti in metalli comuni non precedentemente specificati, a condizione che limpresa possieda i requisiti previsti dal presente disciplinare con riferimento in particolare gli artt. 4 (Ciclo produttivo), 5 (Manualità e tecnologia) e 6 (Requisiti).
Limpresa deve documentare e descrivere i materiali utilizzati e le tecniche lavorative impiegate con dettagliato curriculum da allegare alla domanda per il riconoscimento dell"Eccellenza artigiana".
A titolo esemplificativo rientra in questo settore la produzione di: timbri, targhe, coppe, medaglie, fabbricazione di oggetti di bigiotteria, armi bianche, articoli di coltelleria e posateria, oggettistica in peltro, modellismo.
RESTAURO
Allartigiano che ha il compito di restituire dignità ai manufatti depoca è richiesto di:
- avere una cultura storica e artistica generale unita ad una competenza specifica e una conoscenza approfondita dellambito e della tipologia di manufatti di cui si occupa;
- saper riconoscere e collocare nel tempo loggetto, il materiale con cui è stato fatto e le tecnologie adottate per la realizzazione, comprese le eventuali patine e finiture, essere in grado di condurre o commissionare una eventuale ricerca di fonti storiche per riceverne indicazioni utili al restauro, saper riconoscere un manufatto originale da più tarde imitazioni;
- saper individuare lo stato di degrado, le soluzioni e le tecniche più idonee per consolidare o ricostruire loggetto, interpretando anche le eventuali richieste del committente o le indicazioni di Soprintendenze;
- saper ricostruire, compatibilmente con la reperibilità degli stessi materiali, le parti danneggiate o mancanti nel rispetto delle soluzioni stilistiche e delle tecniche di esecuzione originarie;
- dedicare parte della propria attività alla continua formazione e allaggiornamento allo scopo di confrontarsi con le più recenti indicazioni delle Soprintendenze, degli organi preposti alla ricerca nel campo del restauro e di conoscere le nuove tecnologie di analisi e di intervento.
Gli ambiti relativi al restauro riconducibili al settore Metalli Comuni sono molteplici e si possono indicativamente individuare in:
- cancellate, ringhiere, recinzioni e lampioni;
- chiavi e serrature;
- reperti archeologici, monete e suppellettili;
- statue, monumenti, fontane e arredo urbano;
- anfore, piatti e vasellame;
- lampade e lampadari
- armature e armi antiche, bianche e da sparo;
- modernariato, biciclette e auto depoca.
Art. 4
Ciclo produttivo
Le lavorazioni devono essere eseguite allinterno dellazienda.
Fasi di lavorazione di tipo accessorio possono essere commissionate ad artigiani esterni, solo se anchessi riconosciuti dellArtigianato dEccellenza, o a soggetti di provata capacità, se di altre regioni, fermo restando che le lavorazioni dovranno essere eseguite nel rispetto dei criteri del presente Disciplinare.
4.1. Utilizzo di semilavorati
Non è assolutamente consentito rifinire, completare o utilizzare beni acquistati come semilavorati presso aziende che non possono fregiarsi dellEccellenza Artigiana o di comprovata capacità, se di altre regioni.
Non è contemplato lutilizzo di elementi realizzati con criteri industriali, fatta eccezione che per gli accessori di assemblaggio (quali ad esempio: viterie, cerniere, serrature, manici, applique ornamentali in ottone, guarnizioni e mostrine).
4.2. Serialità e assemblaggio
La preponderanza di lavorazioni seriali o di puro assemblaggio di elementi finiti non sono da considerarsi ai fini del riconoscimento.
Art. 5
Manualità e tecnologia
La percentuale di manualità nel processo produttivo deve essere preponderante in tutti i prodotti e nei processi di lavorazione.
La rifinitura del manufatto deve essere effettuata interamente a mano.
La manualità rappresenta lelemento distintivo che consente di differenziare limpresa artigiana dallimpresa industriale: durante le fasi di trasformazione è quindi indispensabile che la manualità sia non solo presente, ma determinante per la qualità finale del prodotto. La capacità e lesperienza dellartigiano sono infatti indispensabili nelle varie fasi del processo produttivo al fine di ottenere un prodotto deccellenza.
Lutilizzo dei macchinari e degli strumenti tecnologici deve essere di aiuto allartigianato deccellenza non solo in quei frangenti in cui si richieda la salvaguardia personale dei lavoratori, ma anche nei casi in cui il prodotto finale abbia fasi di lavorazioni iniziali o intermedie nelle quali lutilizzo dei macchinari (anche ad alto contenuto tecnologico) porti ad una velocizzazione di certe procedure senza rendere seriale la produzione e senza peraltro stravolgere gli originari e tradizionali sistemi di lavorazione.
Art. 6
Requisiti
Possono ottenere il riconoscimento di Impresa dellEccellenza Artigiana e fregiarsi del marchio Piemonte Eccellenza Artigiana le imprese operanti nel settore della lavorazione dei metalli comuni e i consorzi di Impresa che, già iscritti allAlbo delle imprese artigiane, ai sensi della L. 443/85, dimostrino di possedere i requisiti richiesti dal presente disciplinare.
Sono riconosciute solo le imprese che producono manufatti finiti.
Il titolare dellazienda o almeno un socio deve possedere i seguenti requisiti:
- avere unadeguata conoscenza del disegno per poter interpretare e tradurre eventuali progetti eseguiti da professionisti esterni o sviluppare progetti propri;
- avere una approfondita conoscenza delle tecniche di lavorazione tradizionali, dei processi produttivi, delle materie prime, unita a sensibilità artistica e conoscenza degli stili;
- essere in grado di partecipare direttamente alle fasi produttive;
- essere anche in grado di realizzare gli attrezzi e gli strumenti eventualmente necessari per eseguire lavorazioni specifiche o di estrema precisione.
Lattività dellimpresa deve essere orientata in prevalenza alla produzione di pezzi unici o a serie limitata.
E richiesta un esperienza di almeno 5 anni nel settore.
Qualora il periodo sia inferiore a quello sopra indicato, possono concorrere al raggiungimento del tetto dei cinque anni i periodi di attività produttiva nel settore (da documentare), in qualità di dipendente o di coadiuvante con mansioni lavorative adeguate.
E sufficiente un periodo di lavoro nel settore di 4 anni per chi avesse effettuato un percorso di formazione specifica presso scuole di formazione accreditate (per un minimo di 1200 ore) oppure sia in possesso di una formazione professionale nel settore.
Nel caso di consorzi di imprese, sarà indispensabile che almeno i 4/5 delle imprese che ne fanno parte siano riconosciute imprese dellEccellenza Artigiana.
6.1. Norme di ammissione
Le imprese artigiane dovranno provare la propria capacità compilando la domanda- questionario predisposta, allegando:
curriculum dettagliato in cui evidenziare:
esperienze produttive
eventuale partecipazione ad esposizioni, mostre, rassegne di settore
partecipazione attiva a percorsi formativi anche in collaborazione con associazioni di categoria e/o di settore
documentazione fotografica del laboratorio artigiano e dei prodotti realizzati.
6.2. Accettazione delle domande
Il riconoscimento viene effettuato dalla Commissione Provinciale per lArtigianato (C.P.A.) competente per territorio, supportata da esperti, ai sensi delle normative vigenti.
La C.P.A. esaminate le domande e la documentazione prodotta, potrà, qualora ne ravveda la necessità, richiedere specificazioni attraverso:
documentazioni aggiuntive
colloqui diretti
sopralluoghi presso le aziende dei richiedenti.
6.3. Attivita di commercio
Potranno essere riconosciute le aziende artigiane che svolgono in forma secondaria attività commerciale a condizione che non si generi confusione tra il manufatto regolarmente prodotto in azienda e quello unicamente commercializzato.
6.4. Titolarità dei riconoscimento
Il riconoscimento di Eccellenza artigiana è attribuito allimpresa ai sensi dellart. 28 L.R. 21/97 e s.m.i.
I requisiti richiesti dal presente disciplinare devono sussistere in capo al titolare o almeno ad uno dei soci prestatori dopera dellimpresa.
Ogni modifica e variazione dellimpresa deve essere comunicata alla competente Commissione Provinciale per lArtigianato (C.P.A). che valuta il permanere dei requisiti per lattribuzione del riconoscimento dell"Eccellenza".
6.5. Denominazione
E stata individuata la denominazione Eccellenza Artigiana con D.G.R. n. 30 - 322 del 29/06/2000 da attribuire alle imprese che hanno ottenuto il riconoscimento dellartigianato artistico, tipico, tradizionale di ogni settore e conseguente annotazione specifica allAlbo provinciale delle imprese artigiane.
A tali imprese viene attribuito il marchio Piemonte Eccellenza Artigiana approvato con D.G.R. n. 3 - 1713 del 14/12/2000.
Luso, lo sviluppo e la diffusione di tale marchio è disciplinato da regolamento approvato con D.G.R. n. 4 -1714 del 14/12/2000.
Il richiamo all Eccellenza Artigiana in Mostre, Esposizioni, Manifestazioni, potrà essere utilizzato solo se il 90% delle imprese partecipanti risulteranno essere in possesso del marchio di eccellenza.
I concessionari utilizzatori della denominazione in oggetto e dei rispettivi elementi identificativi, si impegnano a proteggere il marchio e la sua immagine e a compiere ogni sforzo per propagandarlo.
In ogni caso, proprietario esclusivo del marchio è la Regione Piemonte.
6.6. Iter procedurale
Al fine di riassumere e di meglio chiarire quanto sopra espresso, evidenziamo le procedure di riconoscimento, che risultano pertanto:
- Compilazione della domanda-questionario
- Primo grado di valutazione delle imprese sulla base della domanda-questionario
- Acquisizione di ulteriore documentazione
- Approfondimento con eventuale richiesta di colloquio
- Predisposizione di controlli in azienda
- Previsione della possibilità di ricorso
6.7. Ricorsi
I ricorsi dovranno essere presentati seguendo le stesse modalità per i ricorsi su iscrizioni e cancellazione dallAlbo delle Imprese Artigiane, alla Commissione Regionale per lArtigianato (C.R.A.) che potrà avvalersi della consulenza della Commissione per il Disciplinare del settore.
6.8. Controlli
La Regione potrà, nellambito delle revisioni degli Albi provinciali delle imprese artigiane, attuare procedure al fine di verificare il persistere dei requisiti, come previsto dallart. 44 della L.R. 21/97 e s.m.i.
Limpresa si impegna a dare alla Commissione Provinciale per lArtigianato competente ogni facoltà per procedere di volta in volta a controlli di accertamento dei requisiti e limpresa si impegna a dare spiegazioni rilasciando eventuale documentazione fiscale-contabile (fatture, registri, ecc). Le Commissioni Provinciali dellArtigianato, competenti per territorio, in qualsiasi momento lo ritenessero opportuno, potranno svolgere indagini ed ispezioni per verificare il permanere, in capo allimpresa che abbia ottenuto il riconoscimento di Eccellenza artigiana, dei requisiti richiesti dai rispettivi disciplinari di produzione.
6.9. Cancellazione del riconoscimento
Qualora si riscontri la non conformità dellutilizzazione del marchio secondo quanto previsto nel Regolamento Regionale n. 1/R del 15 gennaio 2001 recante disposizioni sulluso del Marchio Piemonte Eccellenza Artigiana e linosservanza delle prescrizioni previste dal presente disciplinare, la Commissione Provinciale per lArtigianato, competente territorialmente, diffida limpresa dallutilizzo in maniera irregolare del marchio, invitandola ad adeguarsi a quanto previsto dal regolamento stesso.
In caso di reiterazione dellinadempienza e/o perdita dei requisiti richiesti dai disciplinari, la C.P.A. competente territorialmente, provvede anche ai sensi dellart. 45 della L.R. 21/97 alla cancellazione dellannotazione di Eccellenza Artigiana dellimpresa dallAlbo, sentito in ogni caso linteressato.
Art. 7
Botteghe Scuola
Le imprese artigiane riconosciute sulla base dei criteri previsti nel presente Disciplinare e di quelli stabiliti dalla Regione Piemonte, sentito il parere della Commissione Regionale per lArtigianato (C.R.A.), potranno accedere ai sensi dellart. 29 della L.R. 21/97 e s.m.i., a tutti i vantaggi di cui usufruiscono le imprese riconosciute, tra cui la possibilità di partecipare al progetto formativo/lavorativo bottega scuola.