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Bollettino Ufficiale n. 09 del 3 / 03 / 2005

Deliberazione del Consiglio Regionale 16 febbraio 2005, n. 411 - 5578

Ratifica, ex articolo 40 dello Statuto, della DGR 19-14598 del 24 gennaio 2005 “L.r. 64/1989. Approvazione del “Programma regionale di interventi in materia di immigrazione extracomunitaria. Triennio 2004-2006”

(omissis)

Tale deliberazione, nel testo che segue, è posta in votazione: il Consiglio approva.

IL CONSIGLIO REGIONALE

visto il decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394 (Regolamento recante norme di attuazione del Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero) a norma dell’articolo 1, comma 6, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero);

vista la legge regionale 8 novembre 1989, n. 64 (Interventi regionali in favore degli immigrati extracomunitari residenti in Piemonte) la quale prevede, all’articolo 3, che la Giunta regionale proponga al Consiglio regionale il programma degli interventi previsti dalla legge;

vista la legge regionale 8 novembre 2004, n. 1 (Norme per la realizzazione del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento);

vista la deliberazione del Consiglio regionale n. 209-35411 del 13 novembre 2001 con la quale veniva approvato il “Programma triennale degli interventi a favore degli immigrati extracomunitari per il triennio 2001-2003";

vista la deliberazione della Giunta regionale n. 38-13009 del 12 luglio 2004 che propone al Consiglio regionale l’approvazione del Programma regionale di interventi a favore di immigrati extracomunitari per il triennio 2004-2006, esaminata e licenziata con parere favorevole dalla 7^ Commissione consiliare permanente in data 29 luglio 2004;

vista la DGR n. 4-14155 del 23 novembre 2004 (Articolo 40 dello Statuto della Regione Piemonte. Approvazione del “Programma regionale di interventi in materia di immigrazione extracomunitaria - triennio 2004-2006”. Trasmissione al Consiglio regionale per la ratifica. Adozione di atti amministrativi conseguenti) adottata dalla Giunta regionale, sul medesimo oggetto, con i poteri del Consiglio regionale ai sensi dell’articolo 40 dello Statuto, e non ratificata nei termini statutariamente previsti;

vista la DGR n. 19-14598 del 24 gennaio 2005 (L.r. 64/1989. Approvazione del “Programma regionale di interventi in materia di immigrazione extracomunitaria. Triennio 2004-2006". Riadozione con i poteri del Consiglio regionale ai sensi dell’articolo 40 dello Statuto) e preso atto delle motivazioni in essa addotte;

- di ratificare, ai sensi dell’articolo 40 dello Statuto, la DGR n. 19-14598 del 24 gennaio 2005, concernente il “Programma regionale di interventi in materia di immigrazione extracomunitaria. Triennio 2004-2006", che si allega al presente atto deliberativo per farne parte integrante, con ciò confermando quanto disposto con DGR n. 4-14155 del 23 novembre 2004 ;

- di fare salvi i rapporti giuridici sorti sulla base delle citate DGR n. 4-14155 del 23 novembre 2004 e n. 19-14598 del 24 gennaio 2005 assunte dalla Giunta regionale con i poteri del Consiglio regionale.

PROGRAMMA REGIONALE DI INTERVENTI IN MATERIA DI IMMIGRAZIONE EXTRACOMUNITARIA TRIENNIO 2004-2006

Il presente atto fa seguito alla DCR 209-35411 del 13 novembre 2001 con cui il Consiglio regionale approvò il Programma triennale degli interventi a favore degli immigrati extracomunitaria per gli anni 2001-2003 e intende dare continuità e consolidare le politiche nel settore in un’ottica di programmazione concertata e di integrazione delle competenze tra soggetti diversi, sia pubblici che privati.

Premessa

I dati relativi alla presenza degli immigrati regolarmente soggiornanti sul territorio regionale, evidenziano che il fenomeno dell’immigrazione straniera è un fenomeno articolato, territorialmente diffuso e in crescita costante.

La presenza dei migranti nella nostra regione copre il 7,1 % del totale nazionale, collocando il Piemonte a fine del 2002 (secondo i dati del Dossier Statistico Caritas 2003, forniti dal Ministero dell’Interno) al quarto posto per numero di cittadini stranieri soggiornanti.

I permessi di soggiorno registrati al 31 dicembre 2002 erano in Piemonte 107.563, con un incremento del 12% rispetto l’anno precedente.

La procedura di emersione del lavoro irregolare prevista dalla legge 9 ottobre 2002, n. 189, che ha interessato oltre 700.000 persone straniere a livello nazionale, ha registrato poi circa 57.000 domande in Piemonte, confermando la forte capacità attrattiva del mercato del lavoro regionale.

Si è, inoltre, di fronte ad un fenomeno che presenta caratteri di stabilità, di inserimento definitivo e familiare, come da qualche anno a questa parte indicano gli incrementi delle pratiche di ricongiungimento familiare e di inserimenti scolastici, che porta di fatto alla crescita della domanda di servizi sanitari, sociali ed educativi.

Il problema dell’immigrazione si presenta oggi come una questione ineludibile e decisiva per lo sviluppo del Paese.

Questo documento programmatico è ispirato dalla consapevolezza che l’immigrazione non è più un’emergenza, e richiede decisive politiche di accoglienza, di inserimento sociale, di integrazione, in quanto comporta la sfida di costruire assieme una convivenza ordinata, giusta e coesa, fatta di dialogo, di confronto, di rispetto delle diverse culture, ad iniziare dal comune riconoscimento dei valori fondamentali della persona e dell’ordinamento democratico.

Il comma 5 dell’articolo 3 del Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero (D.lgs. 286/1998) stabilisce che i provvedimenti adottati dalle regioni devono essere diretti a rimuovere gli ostacoli che di fatto impediscono il pieno riconoscimento dei diritti e degli interessi riconosciuti agli stranieri nel territorio dello Stato, con particolare riguardo a quelli inerenti all’alloggio, alla lingua, all’integrazione sociale.

L’articolo 2 del suddetto Testo Unico espressamente dichiara che allo straniero presente nel territorio dello Stato sono riconosciuti i diritti fondamentali della persona umana previsti dalle norme di diritto interno, dalle convenzioni internazionali in vigore e dai principi di diritto internazionale generalmente riconosciuti.

Con la legge 10 aprile 1981, n. 158 il nostro Stato ha infatti ratificato la Convenzione dell’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) n. 143 del 24 giugno 1975, che garantisce a tutti i lavoratori stranieri regolarmente soggiornanti nel suo territorio e alle loro famiglie parità di trattamento e piena uguaglianza di diritti rispetto ai lavoratori italiani.

Linee d’indirizzo

La Regione Piemonte, sulla base di quanto esposto, ritiene che nell’ambito degli interventi volti a favorire l’integrazione dei cittadini stranieri occorra:

* mettere a punto una politica organica, che superi la frammentazione delle numerose iniziative, spesso scoordinate tra loro, per passare dall’emergenza agli interventi strutturali e tramutarsi in una programmazione di lungo periodo, più adeguata a rispondere alle esigenze di una popolazione ormai stabile sul territorio;

* superare la logica assistenziale optando da un lato per specifici interventi mirati a rispondere ai bisogni degli immigrati, ma dall’altro fornire servizi a tutti i cittadini, immigrati e non, per esigenze e problemi comuni;

* adottare un approccio multisettoriale degli interventi, che tenga conto delle diverse problematiche, attraverso un coordinamento tra le politiche sociali, sanitarie, dell’istruzione e della cultura, abitative, formative e del lavoro, e le politiche di cooperazione allo sviluppo nei paesi d’origine;

* attuare il principio di sussidiarietà verticale tra istituzioni pubbliche, e orizzontale tra le stesse e la società civile, che permetta di coinvolgere nella programmazione una pluralità di attori.

In quest’ottica di progressivo consolidamento territoriale delle politiche rivolte agli immigrati e di integrazione tra competenze e soggetti diversi, la programmazione deve incardinarsi in un quadro di programmazione unitaria ed integrata a livello territoriale prevista dai Piani di Zona (legge regionale 1/2004 “Norme per la realizzazione del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislatura di riferimento”).

Una politica organica di integrazione e coesione sociale deve partire dall’analisi dei bisogni, pertanto occorre anche valorizzazione e sottolineare l’importanza della partecipazione dei cittadini immigrati nella programmazione degli interventi anche attraverso il loro associazionismo.

In continuità con quanto stabilito dal precedente Programma regionale degli interventi a favore degli immigrati extracomunitari (DCR 209-35411 del 13 novembre 2001), la Regione intende raggiungere gli obiettivi individuati nel presente Programma attraverso da un lato la promozione e il coordinamento diretto di iniziative ritenute di notevole interesse regionale e, dall’altro, attraverso la collaborazione con le Province quali enti che, per dimensione territoriale e per funzioni conferite ai sensi dell’articolo 5 della l.r. 1/2004, meglio rispondono alle esigenze di programmazione nel settore.

Alle Province saranno assegnate annualmente le risorse disponibili provenienti in parte dal Fondo Nazionale per le Politiche Sociali e in parte dalla l.r. 64/1989 “Interventi a favore degli immigrati extracomunitari residenti in Piemonte” suddivise secondo i seguenti indicatori:

* una quota fissa ed uguale per ciascuna Provincia;

* 40% dell’importo proporzionalmente alla popolazione residente per provincia;

* 40% dell’importo proporzionalmente agli immigrati soggiornanti (sulla base dei dati relativi ai permessi di soggiorno forniti dalle Prefetture);

* 20% dell’importo proporzionalmente agli alunni stranieri (sulla base dei dati forniti dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca).

Le Province, quali enti intermedi di programmazione e coordinamento delle attività locali, predisporranno annualmente un proprio Piano progettuale, attraverso la concertazione con gli Enti Locali, i Consigli Territoriali per l’Immigrazione, gli Enti gestori delle funzioni socio-assistenziali, le Istituzioni scolastiche, le Aziende Sanitarie Locali, le associazioni di stranieri, con i soggetti del terzo settore e con le rappresentanze delle forze economiche e sociali.

Tale Piano dovrà essere adottato dalle Amministrazioni Provinciali entro il termine stabilito dalla Regione.

Il 10% delle risorse assegnate alle province dovrà essere destinato a progetti volti all’integrazione degli allievi stranieri.

All’amministrazione provinciale è pertanto demandata, nell’ambito degli obiettivi stabiliti a livello regionale, l’individuazione delle priorità di intervento e dei progetti da realizzare nel territorio di competenza, in accordo con gli altri soggetti interessati.

Obiettivi

Il programma regionale si propone di conseguire i seguenti obiettivi:

1. Sviluppare la conoscenza del fenomeno immigratorio

Una conoscenza approfondita, costante, sistematica e tempestiva dei movimenti migratori e dei fenomeni sociali collegati è condizione indispensabile per un’efficace azione di governo sia a livello regionale che locale, nonché condizione per la razionalizzazione degli interventi anche attraverso un maggior coordinamento tra tutti i soggetti che si occupano di immigrazione.

Interventi

* Monitorare la composizione demografica, sociale, religiosa e la distribuzione territoriale secondo il paese di origine della popolazione immigrata;

* analizzare il rapporto tra la comunità immigrata e quella di accoglienza;

* valutare l’inserimento degli stranieri nel contesto lavorativo e scolastico;

* studiare le condizioni di vita e i reali bisogni degli stranieri.

2. Favorire il coordinamento di istituzioni, enti e associazioni

In un’ottica di qualificazione, continuità e progressivo consolidamento territoriale delle politiche rivolte agli immigrati si ritiene necessario operare per favorire una programmazione concertata e per l’integrazione delle competenze tra soggetti diversi.

Interventi

* Favorire l’integrazione e lo sviluppo delle attuali reti di soggetti operanti nel settore;

* promuovere iniziative mirate alla comunicazione, allo scambio e al confronto di esperienze, e alla diffusione di buone prassi, sia a livello locale, che nazionale ed europeo.

3. Favorire il processo di integrazione sociale

La dimensione del fenomeno immigratorio e la sua costante espansione pone la necessità di costruire una situazione sociale che, attraverso la definizione di una strategia di integrazione, riconosca l’universalismo dei diritti degli immigrati, una volta raggiunta una stabile integrazione.

Una strategia che deve evitare, coordinandosi con la normativa nazionale vigente in tema di immigrazione, situazioni di emarginazione, che minacciano l’equilibrio e la coesione sociale, e affermare principi universali come il valore della vita umana e della dignità della persona, la valorizzazione e la tutela dell’infanzia, e, soprattutto, il riconoscimento del principio di pari opportunità tra uomo e donna.

Una politica d’integrazione deve principalmente favorire la costruzione di relazioni positive tra cittadini autoctoni e immigrati, che devono integrarsi nel tessuto sociale piemontese, in modo da mettere gli stranieri nella condizione di vivere normalmente nella società in cui sono inseriti nel rispetto dei diritti e doveri di riferimento per tutta la popolazione nel pieno rispetto della cultura piemontese.

Interventi

* Favorire l’apprendimento della lingua, della cultura e delle tradizioni italiane;

* promuovere la conoscenza delle normative nazionali e regionali, e la diffusione della cultura della legalità;

* sostenere i Centri interculturali, intesi anche come luoghi di confronto tra le culture e di apprendimento della cultura piemontese;

* implementare le forme di informazione e orientamento all’accesso al sistema dei servizi;

* sostenere la famiglia e i progetti rivolti a donne e minori;

* promuovere iniziative contro la discriminazione e di tutela dei diritti dei cittadini immigrati;

* sensibilizzare l’opinione pubblica sulle ragioni delle migrazioni;

* diffondere la trattazione di tematiche relative all’immigrazione.

4. Favorire l’inserimento scolastico

La presenza di alunni stranieri nelle scuole italiane ha assunto negli ultimi anni dimensioni notevoli e rappresenta uno dei principali fenomeni che caratterizzano l’attuale sistema scolastico (in Piemonte per l’anno scolastico 2003-2004 ammonta a 24.343 secondo i dati del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca).

Come stabilito dal Testo Unico sull’Immigrazione “la comunità scolastica deve accogliere le differenze linguistiche e culturali come valore da porre a fondamento del rispetto reciproco, dello scambio tra le culture e della tolleranza”.

La scuola rappresenta quindi per i bambini, stranieri e italiani, il luogo ideale e protetto di interazione e integrazione sociale.

Un sereno inserimento dei bambini immigrati nella società ospite di cui un giorno saranno parte consapevole, è fondamentale non solo per una giusta consapevolezza dei loro diritti e doveri, ma anche come prevenzione sociale che mira ad evitare lo sviluppo di forme di esclusione sociale e di problematicità, attraverso un miglioramento delle condizioni per un’effettiva integrazione.

In questo ambito si intende collaborare strettamente con il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca e, in particolare con la Direzione regionale per attuare progetti relativi alla formazione dei docenti e all’elaborazione di materiali didattici e con le strutture decentrate a livello provinciale dei Centri Servizi Amministrativi per i progetti nelle scuole.

Interventi

* Educare all’intercultura, anche attraverso iniziative culturali di animazione;

* favorire l’apprendimento dell’italiano e della cultura piemontese;

* produrre materiale didattico;

* formare e aggiornare i docenti;

* sostenere iniziative mirate a favorire il rapporto scuola-famiglie;

* sostenere iniziative tese a sensibilizzare gli alunni sui temi dell’emigrazione e dell’immigrazione.

5. Favorire l’inserimento abitativo e lavorativo degli stranieri, prevenire forme di discriminazione sui luoghi di lavoro

La partecipazione attiva degli immigrati allo sviluppo economico del nostro Paese è sempre più significativa.

La formazione volta a favorire la conoscenza della lingua italiana e la valorizzazione di specifiche professionalità di cittadini stranieri, servirà a favorire l’integrazione nel nostro Paese.

Per favorire una presenza regolare nel nostro paese e per evitare che molti immigrati vengano impiegati nell’economia sommersa, si ritiene debbano essere agevolate le politiche mirate a far incontrare domanda e offerta di lavoro.

L’accesso ad un’abitazione è un problema particolarmente sentito nel territorio, dove spesso vengono segnalate difficoltà nel reperimento di alloggi.

La sicurezza della casa rappresenta una condizione primaria per poter programmare il futuro, sia dal punto di vista lavorativo che affettivo. Da questa condizione deriva il desiderio di regolarizzare o migliorare la propria condizione lavorativa, come quello di ricongiungersi con la propria famiglia, secondo i dettami della vigente normativa statale in tema di immigrazione che, compiutamente, disciplina la tematica dei ricongiungimenti familiari.

Interventi

* Favorire l’accesso a percorsi formativi e sostenere la valorizzazione delle professionalità;

* iniziative volte ad agevolare gli inserimenti lavorativi, e l’incontro tra domanda e offerta di lavoro;

* iniziative mirate a favorire il reperimento di alloggi.

6. Promuovere e sostenere l’informazione, la formazione professionale degli operatori e la mediazione culturale

Per facilitare il rapporto dei cittadini stranieri con enti, istituzioni e servizi del nostro territorio è necessario promuovere interventi volti a favorire l’informazione e l’accesso ai servizi attraverso i diversi mezzi di comunicazione o attraverso l’attivazione di appositi sportelli.

Fondamentale è poi che gli stessi servizi territoriali siano in grado di assorbire e gestire l’utenza straniera, per questo è importante prevedere e predisporre strumenti formativi per gli operatori pubblici.

Si rende spesso necessario, infine, affiancare a questi ultimi il mediatore linguistico-culturale come agevolatore dei rapporti tra le singole amministrazioni e gli stranieri appartenenti ai diversi gruppi etnici, nazionali, linguistici e religiosi.

Interventi

* Sostenere iniziative di formazione e aggiornamento degli operatori (pubblici e privati) sulle tematiche dell’immigrazione;

* favorire l’utilizzo di mediatori interculturali come facilitatori del processo di integrazione sociale, e la loro formazione;

* promuovere la conoscenza e l’informazione sui diritti e doveri dei cittadini, e sulla cultura della comunità accogliente;

* dare compiuta informazione sui servizi pubblici e sulle prestazioni offerte, attraverso anche materiali plurilingue, mezzi di comunicazione e attivazione di sportelli informativi per stranieri.

7. Favorire gli interventi a favore dei minori e delle fasce marginali dell’immigrazione

I minori stranieri sono i veri protagonisti del processo di integrazione, a cavallo tra la cultura dei genitori e quella del paese di accoglienza.

Come tutti i minori sono soggetti a rischio, altamente vulnerabili, tanto più che spesso non hanno il sostegno di una famiglia e di una rete di rapporti parentali che dà sicurezza e rafforza il senso di identità.

Per queste ragioni è molto importante prevedere, oltre alle misure già attivate in ambito scolastico, l’accesso dei minori stranieri a servizi di doposcuola o di attività sportive che consentano di impiegare il tempo lasciato libero dalla scuola.

Importante infine qualificare l’intervento rivolto a minori stranieri non accompagnati.

L’immigrazione clandestina dovuta alla criminalità organizzata è sempre più legata anche al traffico di esseri umani e al loro sfruttamento, la gestione dei flussi migratori illegali rappresenta, infatti, un vero “mercato nero” nelle mani della criminalità organizzata transnazionale.

Si intende pertanto impegnarsi nella lotta al traffico degli esseri umani e nel recupero e reinserimento delle vittime, anche attraverso azioni di sostegno della rete territoriale esistente di associazioni che si occupano di questa tematica, per stimolare la nascita di nuove realtà di accoglienza e per incentivare la formazione degli operatori.

Occorre inoltre considerare la presenza sul territorio regionale di rifugiati e richiedenti asilo e la necessità di interventi mirati a favorire la loro integrazione sociale.

Interventi

* Promuovere progetti a sostegno dei minori, ed in particolare dei minori stranieri non accompagnati;

* favorire progetti mirati a combattere la tratta e lo sfruttamento di persone straniere, e garantire il recupero e il reinserimento delle vittime;

* sostenere progetti a favore di richiedenti asilo e rifugiati.

8. Valutare il raggiungimento degli obiettivi del programma

S’intende favorire la messa in atto di un sistema di monitoraggio e valutazione che permetta di conoscere l’impatto che il programma regionale e i piani provinciali hanno avuto sul territorio, i risultati conseguiti in relazione agli obiettivi previsti e i problemi aperti.

Il sistema dovrebbe fornire, inoltre, un’analisi sia qualitativa che quantitativa dei progetti realizzati e individuare le buone prassi.

Il processo di valutazione che coinvolgerà gli attori ai diversi livelli, fornirà elementi utili per rivedere le strategie di intervento e riprogrammare le politiche del settore.

Interventi

- Monitoraggio e valutazione dei Piani territoriali e dei progetti realizzati in relazione al raggiungimento degli obiettivi.

Risorse finanziarie

Le risorse finanziarie per la realizzazione del suddetto Programma saranno stabilite annualmente e deriveranno da una quota del Fondo Nazionale per le politiche Sociali attribuito alla Regione Piemonte e dalle risorse regionali afferenti alla l.r. 64/1989 “Interventi a favore degli immigrati extracomunitari residenti in Piemonte”.

Criteri di selezione dei progetti

La Regione, per quanto attiene alle scelta dei progetti che attuerà direttamente, si atterrà ai seguenti criteri:

- Dimensione dell’area territoriale di riferimento.

- Progetti che prevedono la collaborazione tra più istituzioni, enti o soggetti pubblici e privati.

- Coinvolgimento di soggetti con comprovata professionalità ed esperienza nel settore.

- Caratteristiche di sostanziale innovazione.

- Progetti promossi con al partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini stranieri o delle loro associazioni.

- Rapporto ottimale costi/benefici in relazione al numero di persone destinatarie, all’effetto moltiplicatore dell’intervento e alla trasferibilità dei risultati.

- Progetti che consolidano le esperienze gia avviate con il precedente Programma che hanno dato risultati positivi.

Validità

Il programma regionale di interventi in materia di immigrazione extracomunitaria per il triennio 2004-2006, resterà in vigore fino all’emanazione del prossimo programma.

(omissis)