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Bollettino Ufficiale n. 45 del 11 / 11 / 2004

Deliberazione della Giunta Regionale 2 novembre 2004, n. 67-13849

Parere ex art. 6 della legge 349/1986 relativo al progetto di “Centrale termoelettrica a ciclo combinato alimentata a gas naturale” della potenza elettrica di circa 105 MWe, da localizzarsi nel Comune di San Michele Mondovi’ (CN), presentato dalla Societa’ Industria Chimica Legno S.p.A., via Torre n. 7 - San Michele Mondovi’ (CN)

A relazione dell’Assessore Cavallera:

La Società Industria Chimica Legno S.p.A., con sede legale nel Comune di San Michele Mondovì (CN), Via Torre n. 7, in data 19 febbraio 2004, ha presentato alla Regione Piemonte, ai sensi e per gli effetti del d.p.c.m. 377/1988 e del d.p.c.m. 27.12.1988, lo Studio di impatto ambientale e gli elaborati progettuali relativi al progetto “Centrale termoelettrica a ciclo combinato alimentata a gas naturale” della potenza elettrica di circa 105 MWe, da localizzarsi nel Comune di San Michele Mondovì (CN), provvedendo contestualmente al loro deposito presso l’Ufficio di deposito progetti di Via Principe Amedeo 17 in Torino, nonché alla pubblicazione dell’avviso al pubblico sul quotidiano “Il Giornale” - nelle pagine dell’edizione nazionale e regionale - e sul settimanale “L’Unione Monregalese”, ai fini dell’avvio della procedura di VIA nell’ambito della quale la Regione esprime il proprio parere ai sensi dell’art. 6 della legge 349/1986.

Ai fini dell’istruttoria tecnica, è stato attivato lo specifico Organo tecnico regionale di cui all’art. 7 della l.r. 14 dicembre 1998, n. 40, con il compito di condurre tutti gli approfondimenti tecnici necessari alla predisposizione del parere regionale previsto dall’articolo 6 della legge 349/1986, secondo quanto disposto dall’art. 18 della legge regionale citata.

In data 11 maggio 2004, si è tenuto il sopralluogo della Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente presso lo stabilimento I.C.L. di San Michele Mondovì, cui ha partecipato la Regione con il supporto di ARPA Piemonte.

In data 18 giugno 2004, con nota prot. DSA/2004/14572, il Ministero dell’Ambiente ha richiesto una serie di integrazioni al proponente, con la conseguente sospensione dell’istruttoria.

In data 29 luglio 2004, il proponente ha presentato le integrazioni richieste, provvedendo contestualmente al deposito degli elaborati prodotti presso l’apposito ufficio regionale ed alla pubblicazione del relativo avviso al pubblico sul quotidiano “Il Giornale”, nelle pagine dell’edizione nazionale e regionale, adempiendo alle condizioni per il riavvio dell’istruttoria inerente la procedura di VIA.

Il proponente ha, inoltre, presentato integrazioni volontarie agli elaborati presentati in data 4 maggio 2004, in data 10 settembre 2004 ed in data 11 ottobre 2004,

Nell’ambito dei lavori istruttori dell’Organo tecnico regionale è stata indetta una Conferenza di servizi ai sensi dell’art. 18 della l.r. n. 40/98, al fine di effettuare l’esame contestuale dei vari interessi pubblici coinvolti nella procedura di cui all’oggetto, alle cui sedute sono stati convocati i soggetti istituzionali di cui all’art. 9 della legge regionale citata - la Provincia di Cuneo, le Comunità Montane Valli Monregalesi e Valli Mongia, Cevetta e Langa Cebana, i Comuni di San Michele Mondovì, Ceva, Lesegno, Mombasiglio, Monasterolo Casotto, Niella Tanaro, Torre Mondovì, Vicoforte, la Sovrintendenza ai Beni Culturali ed Architettonici del Piemonte, il Comando Provinciale VV.F. di Cuneo, L’ASL n. 16 di Mondovì - l’ARPA Piemonte in quanto supporto tecnico-scientifico dell’Organo tecnico regionale, nonché i funzionari nominati dalle singole Direzioni regionali coinvolte nell’istruttoria tecnica.

La Conferenza di servizi si è insediata in data 23 marzo 2004 e si è riunita in seduta conclusiva in data 14 ottobre 2004; nel corso della seduta del 6 aprile 2004, è stato invitato a partecipare il proponente per chiarire alcune perplessità sorte durante l’istruttoria; successivamente a tale incontro, in data 4 maggio 2004, il proponente ha presentato una delle integrazioni volontarie sopra richiamate per rispondere alle richieste di chiarimenti formulate durante l’incontro citato, introducendo, in particolare, modifiche migliorative al tracciato previsto per l’elettrodotto di collegamento della centrale termoelettrica alla Rete di Trasmissione Nazionale.

Durante i lavori della Conferenza di servizi, in base a quanto previsto dall’art. 18, comma 2 della l.r. 40/1998, sono stati acquisiti i seguenti pareri degli enti locali territoriali interessati:

* deliberazione della Giunta provinciale di Cuneo n. 79 del 7 ottobre 2004;

* deliberazione del Consiglio comunale del Comune di San Michele Mondovì n. 39 del 13 settembre 2004;

* deliberazione del Consiglio comunale del Comune di Ceva n. 56 del 6 settembre 2004;

* nota del Sindaco del Comune di Lesegno, prot. n. 4364 in data 03.09.04.

Il parere della Provincia di Cuneo risulta favorevole alla realizzazione dell’impianto subordinatamente al rispetto di alcune condizioni inerenti la dispersione degli inquinanti in atmosfera, la caratterizzazione dei suoli, l’adozione di misure di mitigazione del rumore. Il Comune di Ceva, territorialmente interessato dal tracciato dell’elettrodotto, si esprime favorevolmente sul progetto in esame, richiedendo che il tracciato del nuovo elettrodotto sia compreso all’interno del corridoio formato dalle linee già esistenti, in posizione tale da consentire il posizionamento di eventuali nuove linee.

Il Comune di San Michele Mondovì si esprime in modo non favorevole alla proposta progettuale, evidenziando come le integrazioni presentate non abbiano sciolto i dubbi in merito alla sostenibilità di una centrale della taglia proposta, nonché sul fatto che essa, di per sé e senza ulteriori garanzie da parte della Società proponente, possa costituire l’elemento determinante per la tutela dell’occupazione. Il Comune ritiene più percorribile un’eventuale proposta di realizzazione di una centrale di potenza ridotta.

All’ufficio di deposito progetti della Regione sono pervenute le osservazioni di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta unitamente al Circolo Legambiente di Mondovì in data 25 marzo 2004 e 30 agosto 2004.

Il progetto prevede la costruzione di una centrale termoelettrica da circa 105 MW elettrici (con un consumo di circa 213 MWt di energia primaria, fornita da gas naturale), a ciclo combinato, all’interno del complesso industriale esistente in San Michele Mondovì (CN), che ospita le aziende Industria Chimica Legno S.p.A., Ledorex S.r.l., Silvachimica S.r.l., produttrici rispettivamente di tannino naturale, pannelli di fibra di legno e tannini sintetici. Attualmente, per la produzione di vapore necessario a fini di processo, sono utilizzate tre caldaie, di cui una alimentata a gas naturale, una a biomassa ed una a gas naturale o olio combustibile, cui devono essere sommati un atomizzatore ed un essiccatore, alimentati entrambi da gas naturale; la potenza complessivamente installata è pari a circa 41 MWt.

L’impianto proposto risulta costituito da:

* un gruppo turbogas da 75,9 MWe, con controllo attivo della temperatura e sistema combustione Dry Low Emission per ridurre la formazione degli NOx, tramite premiscelazione di aria e combustibile;

* due generatori di vapore, uno ad alta ed uno a bassa pressione, alimentati dal calore dei gas di scarico della turbina a gas;

* una turbina a vapore da 34 MW elettrici alimentata dal vapore di cui sopra;

* 2 alternatori a due poli per complessivi 138 MVA;

Il progetto, inoltre, prevede i seguenti utilizzi del calore in uscita dall’impianto:

* esigenze di processo, in sostituzione delle attuali caldaie, alimentate a gas naturale, biomassa ed olio combustibile,

* sostituzione della combustione diretta di gas naturale negli atomizzatori,

* soddisfacimento dell’aumento, previsto dal piano di sviluppo industriale, del 40 % del consumo di vapore per uso ai fini produttivi,

* eventuale rete di teleriscaldamento per il Comune di S. Michele Mondovì, valutata in circa 6 MWt.

Per il raffreddamento dell’acqua necessaria a condensare il vapore, è previsto l’utilizzo di quattro torri di raffreddamento evaporative mentre, per quanto concerne lo scarico dei fumi, il progetto prevede la realizzazione di un camino dell’altezza di circa 55 m, con diametro pari a 4,5 m.

Al fine di soddisfare il fabbisogno di acqua demineralizzata, acqua industriale ed acqua potabile lo studio ritiene sufficiente il quantitativo già autorizzato per lo stabilimento, pari a circa 1000 m³/h, con l’esistente concessione di derivazione dal torrente Corsaglia.

Le opere connesse sono costituite da:

* elettrodotto aereo a 132 kV, avente una lunghezza di circa 10 km, per l’interconnessione alla Rete di Trasmissione Nazionale, da attestare presso la stazione ENEL Distribuzione di Ceva (CN), il cui tracciato interessa i Comuni di San Michele Mondovì, Ceva e Lesegno;

* gasdotto della lunghezza di circa 1,5 km, a potenziamento dell’esistente (che si sviluppa a partire dallo stabilimento ICL-Silva Chimica fino all’impianto SNAM di riduzione della pressione posto nelle vicinanze delle Cascine Bracco e Vioraschi. Gli interventi previsti consistono nella sostituzione delle tubazioni con ricollocazione nella stessa sede.

Per la realizzazione della Centrale si prevede un cantiere della durata di circa 24 mesi, seguito da un ulteriore fase di messa a punto per l’esercizio della durata di circa 6 mesi. È prevista la presenza in cantiere di circa 50 persone, con punte massime di 100.

Il sito industriale I.C.L. - Silvachimica è entrato in esercizio nel 1964 ed è tuttora destinato all’estrazione del tannino dal castagno nonché alla fabbricazione di tannini sintetici; il processo di lavorazione prevede un trattamento prolungato con acqua a caldo del legno sminuzzato. L’area industriale ricade interamente all’interno del Comune di San Michele Mondovì (CN) ed è localizzata a sud del tracciato della ferrovia Torino - Savona che costituisce un elemento rilevante di demarcazione paesaggistica del territorio. Infatti, a nord di tale ferrovia si sviluppa interamente il centro abitato, mentre a sud di essa sono presenti alcuni insediamenti sparsi ed alcune destinazioni industriali. In un raggio di 5 km dallo stabilimento, il proponente valuta in circa 3900 le persone residenti.

Dal punto di vista geo - morfologico, l’area industriale appare costituita da una serie di aree terrazzate di origine alluvionale poste a quote differenti, degradanti verso Ovest dalla strada San Michele Mondovì - Torre Mondovì al torrente Corsaglia. L’area dello stabilimento confina con il torrente, che presenta un andamento essenzialmente sinuoso. Il sito industriale dell’ICL - Silvachimica è costituito da due aree distinte, di cui una risulta occupata dagli stabilimenti e dai piazzali di stoccaggio del materiale legnoso, mentre l’altra risulta attualmente senza particolari destinazioni; su parte di quest’ultima, costituita in realtà da un riporto di ricoprimento di bacini di contenimento e decantazione nei pressi del Torrente Corsaglia, è prevista la localizzazione della centrale in progetto.

Sulla base delle valutazioni formulate nelle sedute della Conferenza dei Servizi, dei pareri ricevuti, degli approfondimenti svolti nell’ambito dell’istruttoria dell’Organo Tecnico e sulla base del contributo tecnico e scientifico dell’ARPA, tenuto conto della documentazione presentata dal proponente, di tutte le osservazioni pervenute e in relazione a quanto disposto dal d.p.c.m. 27.12.1988 e s.m.i. emergono le considerazioni ed osservazioni di seguito riportate.

Le integrazioni al progetto ed allo studio di impatto ambientale presentate dal proponente, successivamente all’avvio della procedura di VIA, hanno affrontato contribuito a chiarire o risolvere alcune delle problematiche emerse dall’esame della documentazione inizialmente presentata, inerenti, soprattutto, il dimensionamento in termini di potenza elettrica generata dall’impianto proposto, la valutazione dell’impatto sulla qualità dell’aria, il tracciato dell’elettrodotto di connessione con la Rete di trasmissione nazionale. In particolare, la documentazione consegnata dal proponente in data 11 ottobre 2004, ha evidenziato come l’impianto sia stato concepito dal proponente in modo da soddisfare i criteri individuati dall’Autorità per l’energia elettrica ed il gas per la definizione degli impianti cogenerativi e che gli investimenti relativi alle apparecchiature, cui è dovuto l’incremento del fabbisogno di vapore per l’azienda, sono stati in gran parte sostenuti.

Considerazioni inerenti il quadro programmatico e progettuale

Produzione energetica e relative infrastrutture di trasporto

Nel quadro della programmazione energetica a livello europeo, tra i cui obiettivi principali sono da segnalare la sicurezza e la continuità dell’approvvigionamento di energia, la diversificazione delle fonti, l’economicità dell’energia offerta ai clienti finali ed il risparmio energetico, la cogenerazione è stata individuata come una priorità comunitaria; inoltre, tale modalità di produzione energetica può rappresentare una delle misure essenziali per garantire il rispetto del protocollo di Kyoto della Convenzione quadro delle Nazioni unite sul cambiamento climatico.

In tale ambito, il Parlamento Europeo ha adottato, in data 11 febbraio 2004, la direttiva 2004/8/CE per la promozione della cogenerazione basata su una domanda di calore utile nel mercato interno.

La promozione della produzione combinata di calore ed elettricità è stata identificata, anche a livello nazionale, come uno dei principali obiettivi per assicurare il rispetto dei parametri imposti dal protocollo di Kyoto sulle emissioni di gas serra: la delibera del CIPE 123/2002 ha previsto che lo sviluppo della micro-cogenerazione distribuita e della cogenerazione di media / piccola taglia può contribuire a ridurre le emissioni di gas serra per almeno 5,2 Mt di CO2.

Per quanto attiene la programmazione energetica regionale, il Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR), approvato con DCR n. 351-3642 del 3 febbraio 2004, collegandosi agli indirizzi europei, valuta positivamente le possibilità di sviluppo a livello piemontese della cogenerazione, attribuendo valenza prioritaria alla promozione di tale forma di generazione.

Nel PEAR, si pone come obiettivo realistico e concretamente conseguibile il raddoppio entro il 2010 dell’attuale potenza installata degli impianti e dell’attuale produzione lorda di energia elettrica in cogenerazione. Nella fattispecie, trattasi di circa 600 MW di nuova potenza installata e di circa 2350-2500 GWh di produzione lorda aggiuntiva che, tenuto conto della maggiore efficienza energetica della cogenerazione rispetto alla produzione separata di energia elettrica e calore, comporterebbero un significativo risparmio di energia.

Inoltre, per quanto attiene in particolare le possibilità offerte dall’industria, il PEAR prevede di sostenere la tendenza in atto, che vede l’affermarsi di un modello elettroproduttivo a generazione diffusa, capace di massimizzare l’utilizzo del calore di recupero e garantire rendimenti competitivi con quelli dei grandi e più moderni impianti di sola generazione.

Il PEAR segnala, inoltre, le possibilità offerte dalla potenziale complementarità tra la cogenerazione industriale e gli utilizzi civili del calore recuperato, vettoriato e distribuito a mezzo di reti di teleriscaldamento, anche di piccola estensione.

L’impianto proposto, in quanto cogenerativo, risulta quindi coerente con le previsioni della programmazione energetica di livello comunitario, nazionale e regionale.

Relativamente al quadro sui futuri fabbisogni regionali di energia elettrica, come individuati nei rapporti previsionali delle necessità produttive e delle relative localizzazioni predisposti dal GRTN e fatti propri dal PEAR, si segnala che dal 3 febbraio 2004 (data di approvazione del PEAR) ad oggi, sono stati ulteriormente autorizzati impianti per un totale di 1270 MWe aggiuntivi, da sottrarre al fabbisogno stimato dal PEAR al 2010 in circa 1600 MWe. La residua potenzialità di 330 MWe, necessaria per completare il fabbisogno previsto dal PEAR, può essere facilmente soddisfatta con centrali di taglia medio-piccola, quale ad esempio quella in esame, e con un’ulteriore crescita di produzione di energia da fonti rinnovabili (che lo stesso PEAR promuove ed incentiva).

Per quanto riguarda l’elettrodotto necessario per la connessione della centrale alla Rete di trasmissione nazionale presso la stazione elettrica di Ceva, è rilevante segnalare lo scenario che prevede la realizzazione di una nuova linea a servizio dello stabilimento Riva Acciai di Lesegno, che per un tratto dovrebbe affiancarsi a quella in progetto.

A tale proposito, il proponente si è rivolto al GRTN e ad ENEL Distribuzione che non hanno ravvisato elementi ostativi alla connessione della centrale in progetto secondo lo schema proposto; in particolare, il GRTN ha verificato il corridoio territoriale, corrispondente alla proposta di tracciato della Società ICL, anche in considerazione delle previsioni di collegamento alla Stazione di Ceva da parte delle Acciaierie Riva di Lesegno, concludendo che il corridoio individuato risulta essere sufficientemente ampio da poter ospitare, da un punto di vista tecnico, la presenza di un’altra linea elettrica o, preferibilmente, di una doppia terna.

Pianificazione regionale inerente la qualità dell’aria

Per quanto riguarda la pianificazione regionale inerente la qualità dell’aria, il Comune sede dell’impianto è stato assegnato alla Zona 1, ai sensi dell’articolo 12 della legge regionale 7 aprile 2000, n. 43, dalla d.g.r. 11 novembre 2002 n. 14-7623, sulla base dei risultati della valutazione della qualità dell’aria nella Regione Piemonte - Anno 2001, effettuata in relazione ai nuovi limiti di qualità dell’aria stabiliti dal d.m. 2 aprile 2002 n. 60 ed approvata con d.g.r. n. 109-6941 del 5 agosto 2002.

La Zona 1 comprende i Comuni per i quali la valutazione della qualità dell’aria relativa all’anno 2001 stima, anche per un solo inquinante, valori superiori ai limiti per la protezione della salute umana aumentati del margine di tolleranza previsto.

All’interno delle zone critiche, il Piano Regionale di risanamento e tutela della qualità dell’aria ritiene ammissibili interventi che non comportino peggioramento della qualità dell’aria, dovendo esso perseguire azioni per il miglioramento della qualità dell’aria e definire interventi operativi volti al contenimento degli episodi acuti di inquinamento atmosferico, alla riduzione del rischio di superamento dei limiti e dell’entità dei superamenti medesimi.

Rapporti con gli strumenti urbanistici vigenti

II Comune di San Michele Mondovì è dotato di PRGC approvato dalla Regione Piemonte e da successiva variante n. 1 adeguata e vigente. L’area in cui realizzare lo stabilimento della ICL ricade in area industriale e più precisamente nelle “Aree produttive e commerciali esistenti che si confermano” con sigla PE 6. La tavola di zonizzazione del PRGC, nel definire la zona PE 6, delimita l’area del complesso industriale in esame fino all’area boscata ripariale del torrente Corsaglia, introducendo delle indicazioni di spazi pubblici sul ciglio stradale, all’interno dell’area parcheggi ed aree verdi.

Dimensionamento dell’impianto ed utilizzo del calore residuo

L’aspetto dell’utilizzo del calore residuo, da parte dello stabilimento esistente, assume importanza rilevante, in quanto un impianto come quello proposto, con una potenza elettrica generabile di circa 100 MWe, trova giustificazione essenzialmente nell’uso del calore a fini di processo.

L’impianto in oggetto è stato concepito a servizio di una struttura produttiva: pertanto, è necessario che sia garantita al processo industriale la fornitura continua di energia termica e, conseguentemente, la centrale termoelettrica deve essere in grado di poter funzionare in modo permanente.

Peraltro, vista l’eccedenza, nel caso in esame, dell’energia elettrica prodotta (valutabile in circa 1.725 GWh), rispetto a quella consumata in loco dallo stabilimento (pari a circa 21 GWh), il funzionamento continuo dell’impianto risulta strettamente legato alle proprie capacità di immettere energia elettrica in rete in modo agevolato o almeno competitivo.

Data l’attuale configurazione del sistema elettrico italiano, ciò implica riuscire a immettere in rete energia a prezzi concorrenziali sul mercato oppure ottenere un dispacciamento prioritario, garantito dall’eventuale rispetto dei parametri stabiliti dalla deliberazione dell’Autorità per l’energia elettrica ed il gas, n. 42 del 19 marzo 2002, per la definizione degli impianti cogenerativi.

Se tali condizioni non venissero raggiunte, una centrale delle dimensioni di quella proposta si troverebbe a competere con impianti di taglia superiore in grado di assicurare, nel semplice dispacciamento di merito economico in vigore presso la borsa elettrica, prezzi inferiori alla produzione, con la conseguenza di rendere sensibilmente più difficoltosa l’operatività continua dell’insieme centrale termoelettrica e sito produttivo, riducendo, nel contempo, l’utilità della centrale.

Nelle integrazioni presentate in data 29 luglio 2004, la società proponente ha fornito ulteriori elementi conoscitivi per illustrare il legame funzionale tra l’impianto termoelettrico ed il sito produttivo, presentando un piano industriale che prevede la realizzazione, prima dell’inizio del funzionamento della centrale in progetto, di una serie di interventi comportanti un aumento di produzione del tannino e dei pannelli, nonché la produzione di pellets. In tali integrazioni, tuttavia, non era chiaro quali investimenti fossero già stati sostenuti, soprattutto considerando il sensibile incremento a breve termine del fabbisogno di vapore del sito industriale, valutato in crescita, entro il 2006, da un valore medio annuo di circa 28 MWt a un valore pari a circa 44 MWt. Nelle successive integrazioni, la società ha evidenziato come buona parte degli investimenti necessari sia stata già sostenuta, prevedendo altresì ulteriori aumenti dovuti a nuove produzioni.

Alla luce del piano industriale presentato e vista la scarsità di taglie di gruppi turbogas disponibili sul mercato con potenza inferiore a 100 MWe, non risultano sostenibili alternative progettuali comportanti una taglia del gruppo turbogas di dimensione inferiore a quanto proposto.

L’ipotesi di installare un impianto con una taglia di turbogas da 40 MW elettrici, in grado di fornire un quantitativo di energia termica sensibilmente inferiore al ciclo produttivo, comporterebbe, infatti, il superamento del fabbisogno nella configurazione media annua risultante dall’applicazione del piano industriale per il 2006, risultando ostativa nei confronti della possibilità di crescita futura per l’azienda. Risulta ostativa ad eventuali sviluppi futuri della produzione, anche una configurazione impiantistica che preveda l’installazione di un ciclo combinato da 40 MWe integrato, per la parte termica, da un sistema di post-combustione o da apposite caldaie, dimensionate per sopperire le esigenze di punta. Tale soluzione comporterebbe una penalizzazione dell’efficienza energetica dell’impianto e, soprattutto nel caso di piena realizzazione del piano industriale proposto e quindi di massima utenza termica, un probabile incremento delle emissioni complessive.

In conclusione, risulta assolutamente rilevante ai fini della sostenibilità dell’intervento il rispetto del piano produttivo proposto, che prevede un’evoluzione dei consumi di calore, nel corso degli anni, tale da giustificare la taglia impiantistica proposta. Si ritiene, quindi, opportuno vincolare la realizzazione dell’intervento al rispetto delle condizioni previste dalla deliberazione n. 42 del 19 marzo 2002 dell’Autorità per l’energia elettrica ed il gas in materia di cogenerazione, unitamente ad un incremento nel tempo del parametro LT di cui alla medesima deliberazione.

Considerazioni inerenti il quadro ambientale

Atmosfera

La problematica relativa alla qualità dell’aria assume particolare rilevanza nel caso del Comune di San Michele Mondovì, che è stato inserito in zona critica dal Piano Regionale di risanamento e tutela della qualità dell’aria della Regione Piemonte. Come già evidenziato precedentemente, all’interno delle zone critiche, risultano unicamente ammissibili interventi che non comportino peggioramento della qualità dell’aria.

A causa della mancanza di una serie storica significativa e completa inerente le condizioni meteoclimatiche del sito, si è rivelato particolarmente problematico stimare, mediante l’applicazione di modelli di dispersione, la ricaduta al suolo degli inquinanti emessi dalla centrale e quindi il potenziale impatto dell’intervento sulla qualità dell’aria.

Di conseguenza il proponente, anche su diretto sollecitazione della Commissione ministeriale VIA, ha scelto un approccio basato sul confronto tra le emissioni generate dall’apparato di produzione energia prima e dopo l’intervento, integrato da un analogo confronto delle rispettive ricadute al suolo degli inquinanti valutate rispetto alle possibili combinazioni dei parametri che più influenzano i fenomeni dispersivi, quali le condizioni di stabilità atmosferica, la velocità e la direzione del vento, le altezze di rimescolamento. Una simile analisi, pur non permettendo il confronto diretto con i limiti fissati dalla normativa sulla qualità dell’aria, a causa della scarsità di informazioni relative alle frequenze di accadimento dei vari scenari analizzati, consente di chiarire, con una accettabile approssimazione, se l’intervento considerato comporti un peggioramento o meno della qualità dell’aria del sito.

Dai dati emersi dallo studio, il quadro complessivo espresso consente di poter ritenere che la realizzazione dell’impianto proposto, vincolata al rispetto di opportune prescrizioni, in forza sia dei valori attesi di emissioni inquinanti (che, per il turbogas proposto, sono sensibilmente inferiori ai limiti garantiti dal costruttore) sia della maggiore capacità dispersiva assicurata dall’altezza superiore del camino, contribuisca al miglioramento della qualità dell’aria nella zona interessata.

Tali osservazioni sono state confermate dalle simulazioni condotte dal Dipartimento Provinciale di Cuneo dell’ARPA, con due differenti sistemi di calcolo, che dimostrano come la qualità dell’aria nella zona dovrebbe migliorare a seguito della realizzazione dell’impianto proposto, atteso che il funzionamento continuo delle caldaie autorizzate (per una potenza complessiva di circa 40,7 MWt) comporterebbe, viceversa, valori sensibilmente più elevati delle immissioni al suolo.

Clima acustico

Lo Studio di impatto ambientale riporta i risultati ottenuti da una campagna di monitoraggio finalizzata a quantificare il clima acustico attualmente presente nel luogo interessato dal progetto della centrale. Nella versione iniziale, il proponente aveva ipotizzato una classificazione acustica del territorio in cui l’abitato del Comune di S. Michele Mondovì risultava in classe III.

Nelle integrazioni successivamente presentate, il proponente prende atto che il piano di zonizzazione acustica, recentemente redatto dal Comune di San Michele Mondovì, classifica l’abitato in classe II, anziché in classe III. A causa di ciò, le ipotesi mitigative avanzate in sede di SIA, concentrate sul solo silenziamento del camino, non risultano più idonee a garantire il rispetto dei limiti normativi e sono quindi state integrate dalla previsione di ulteriori interventi, non sufficientemente definiti dal punto di vista tecnico, finalizzati a ridurre il livello di rumore prodotto dalle 4 torri evaporative a servizio della centrale in progetto.

Le simulazioni effettuate dal proponente in merito all’efficacia di tali interventi risultano non coerenti con le verifiche svolte dall’ARPA. Tale situazione contribuisce a rendere la problematica dell’impatto acustico una delle criticità del progetto proposto.

E’ opportuno inoltre evidenziare come il clima acustico stimabile presso i principali recettori in condizioni post-intervento sia influenzato, in modo non trascurabile, dalle emissioni sonore dell’insediamento produttivo esistente e quindi che gli eventuali interventi mitigativi debbano necessariamente essere individuati a valle di una analisi di tutte le fonti di rumore dell’intero complesso produttivo.

Idrologia e sistema delle risorse idriche

Il progetto non comporta modifica all’attuale derivazione di 280 l/s dal Torrente Corsaglia: considerato che la portata di magra è prossima a 2 m³/s e che il DMV viene valutato in 1400 l/s con margine di sicurezza, tale prelievo non costituisce significativa alterazione del regime idrologico.

La portata necessaria per il raffreddamento è pari a 68 l/s, di cui 23 l/s verranno persi per evaporazione nella fase di raffreddamento con torri evaporative. Il restante quantitativo, pari a 45 l/s verrà restituito a temperatura superiore nel torrente, garantendo comunque il rispetto di un salto termico inferiore a 3 °C nel torrente Corsaglia, con riferimento alla temperatura di scarico delle acque di raffreddamento dell’intero complesso industriale ed alla situazione naturale più conservativa inerente la condizione di magra.

Lo studio presentato non contiene, peraltro, la previsione di un piano di monitoraggio chimico-fisico e idrobiologico sulla qualità delle acque del Torrente Corsaglia, che tenga conto anche dello stato dei popolamenti di trota mormorata e fario, in conseguenza della sensibilità di tali specie ad incrementi della temperatura.

Suolo

Lo studio di impatto ambientale ha illustrato i risultati di una campagna di indagini finalizzata a verificare l’eventuale contaminazione dei terreni su cui sorgerà l’impianto, in quanto il medesimo insiste su un’area costituita da un riporto di ricoprimento di vecchi bacini di contenimento e decantazione dei lisciviati del legname dello stabilimento esistente. Si rileva che i dati riportati nella relazione di integrazione dello studio di impatto ambientale non risultano concordi, in alcuni casi, con quelli riportati nei certificati analitici presentati. Nelle tabelle sinottiche allegate si riscontrano superamenti delle concentrazioni accettabili limite, stabilite dal d.m. 471/1999, per il parametro idrocarburi C12 relativamente ad aree a destinazione d’uso industriale, non riscontrabili viceversa nei corrispondenti certificati analitici. Si ritiene, pertanto, necessaria una verifica presso gli enti competenti dei valori indicati, al fine di determinare la necessità o meno di attivare il procedimento di bonifica di cui al d.m. 471/1999; tale procedimento dovrà, nel caso, concludersi (con il rilascio da parte della provincia della certificazione di avvenuta bonifica) prima dell’inizio dei lavori di realizzazione della centrale.

Inserimento paesaggistico

Gli interventi proposti, ricadono solo parzialmente in aree sottoposte a vincolo paesistico-ambientale (d.lgs. 42/2004, parte III, art. 142, lett. c e lett. g).

Relativamente alla Centrale termoelettrica, si ritiene opportuno che venga garantita, in fase di progettazione definitiva, l’integrazione del fabbricato nel contesto paesaggistico, con un adeguato progetto di sistemazione ambientale relativo a tutta l’area interessata, oltre che alla fascia di pertinenza fluviale del Corsaglia. In particolare, il progetto dovrà tener conto della vicinanza con il corso d’acqua, prestando attenzione alla definizione di fasce e gruppi arborei ed arbustivi, in coerenza e continuità con i caratteri di naturalità della vegetazione spondale esistente. AI contempo, si auspica che tale progetto possa essere esteso alle aree limitrofe già insediate nell’ottica di una maggiore integrazione e riqualificazione dell’intero insediamento produttivo. Per limitare l’impatto visivo e migliorare l’integrazione dei nuovi fabbricati, si ritiene opportuna la predisposizione di uno specifico studio attento delle coloriture e delle finiture esterne.

Relativamente al tracciato proposto per l’elettrodotto, l’utilizzo di corridoi già infrastrutturati, consente di evitare di incidere in settori collinari integri e ad ampia percezione panoramica; vengono attraversati solo in un punto boschi di una certa estensione, in un settore dove la nuova linea si affiancherà a linee esistenti, incidendo solo a livello di allargamento della fascia di esbosco.

Conseguentemente, non si ritengono sussistere significativi elementi ostativi alla realizzazione degli interventi in progetto purché siano adottati idonei accorgimenti in fase di progettazione e realizzazione.

Vegetazione

Per quanto riguarda l’allargamento della fascia di esbosco nell’attraversamento dei boschi interessati dal tracciato dell’elettrodotto, si ritiene opportuno verificare la possibilità di impiego delle specie arbustive o arboree a basso portamento, nei settori compresi tra le linee, e di misure atte ad impedire la crescita di specie infestanti ed opportuniste.

Si segnala la presenza del SIC “Bosco di Pamparato”, distante in linea d’aria circa 8 km, che interessa un settore significativo del versante destro della Val Corsaglia, tra Montaldo di Mondovì e l’ingresso della Grotta di Bossea, influenzabile dalla circolazione atmosferica valliva che interessa la zona di San Michele Mondovì.

Analisi del rischio

Lo studio di impatto ambientale non approfondisce sufficientemente l’effetto domino tra sito industriale e centrale in progetto, in particolare per quanto riguarda la possibilità che eventuali jet-fires dal metanodotto possano interessare non solo lo stabilimento chimico ma anche gli altri stabilimenti compresi nel complesso industriale, attraversati dalle tubature dirette alla futura centrale. Pertanto si ritiene opportuno vengano definiti a livello di progetto esecutivo adeguati piani di gestione del rischio e dell’evento incidentale, indicando i sistemi di sicurezza e le misure di protezione passiva e attiva del rischio da adottare.

Elettrodotto

Lo studio di impatto ambientale presenta un’analisi comparata di varie possibili soluzioni per il collegamento dell’impianto elettroproduttivo alla Rete di Trasmissione Nazionale. La scelta finale effettuata dal proponente è stata suggerita da uno studio dell’area Ambiente del GRTN che ha applicato al caso in esame i criteri concordati per la VAS propedeutica alla stesura del Piano Triennale di Sviluppo della rete elettrica, sperimentato in Regione Piemonte ed ora esteso al resto del territorio italiano. In questo modo è stato possibile ottenere un corridoio con un impatto inferiore all’ipotesi presentata originariamente, in quanto per lunghi tratti è affiancato ad altre linee elettriche o alla ferrovia Torino - Savona. Permangono tuttavia i seguenti aspetti problematici.

Il proponente ha previsto l’installazione di una doppia terna, di cui una a suo servizio ed una “di riserva”; la scelta operata non appare condivisibile: una soluzione che prevede una terna di riserva non viene adottata neppure per i maggiori impianti termoelettrici in funzione. Lo spazio richiesto da un tale collegamento, peraltro, non consentirebbe la realizzazione di un ulteriore elettrodotto all’interno del corridoio individuato, per uno sviluppo di diversi chilometri, dalla presenza delle due linee esistenti di ENEL Distribuzione e di alimentazione della ferrovia.

Alla luce, infatti, dello scenario a conoscenza della Regione, del GRTN e di Enel distribuzione che prevede la realizzazione di un nuovo elettrodotto a servizio dell’acciaieria RIVA di Lesegno, collegato anch’esso alla stazione di ENEL Distribuzione di Ceva, una configurazione come quella ipotizzata dal proponente causerebbe una occupazione del suolo troppo ampia, imponendo la ricerca di un ulteriore corridoio per il nuovo elettrodotto anziché l’utilizzo dell’area compresa tra le linee già esistenti.

Si ritiene pertanto sostenibile, anche da un punto di vista strategico, la costruzione, nel tratto tra lo stabilimento Riva Acciai e la stazione elettrica di Ceva, all’interno del corridoio individuato dalla presenza delle due linee esistenti, di un elettrodotto a doppia terna di cui una da utilizzare per l’alimentazione dello stabilimento RIVA Acciai, oppure, nel caso non fosse tecnicamente possibile, di un elettrodotto a singola terna, avente sostegni con mensole a bandiera a basso impatto ambientale. Nel tratto tra la Centrale termoelettrica e lo stabilimento Riva Acciai di Lesegno dovrà essere realizzato un elettrodotto a singola terna, avente sostegni con mensole a bandiera a basso impatto ambientale.

L’eventuale terna semplice dovrà essere realizzata, all’interno del corridoio sopra citato, il più vicino possibile ad uno degli elettrodotti esistenti, nel rispetto dei limiti di legge vigenti.

Condizioni ritenute necessarie per la sostenibilità ambientale dell’intervento.

Alla luce delle considerazioni sopra esposte, si elencano di seguito le condizioni che si ritengono necessarie ai fini della sostenibilità ambientale dell’intervento proposto.

Limitazione emissioni in atmosfera

a) il gruppo turbogas deve essere alimentato esclusivamente con gas naturale;

b) le attuali caldaie in funzione presso l’impianto industriale ICL devono essere definitivamente dismesse entro sei mesi dalla messa in esercizio commerciale della Centrale;

c) coerentemente con quanto affermato nel piano industriale presentato, l’atomizzatore ICF presso lo stabilimento Silvachimica S.r.l. e l’essiccatore Zhan presso lo stabilimento Ledorex S.r.l. devono essere alimentati con il vapore prodotto tramite il ciclo combinato;

d) le emissioni in atmosfera relative all’impianto devono rispettare i seguenti valori limite medi orari, riferiti al gas secco ed a un tenore volumetrico di O2 del 15 % a 0 °C e 1013 hPa:

* NOx (espressi come NO2): 50 mg/m³

* CO : 30 mg/m³

e) Dopo i primi sei mesi di marcia commerciale, deve essere inoltre rispettato un valore limite medio giornaliero per gli ossidi di azoto (NOx) pari a 30 mg/m³ (riferiti al gas secco ed a un tenore volumetrico di O2 del 15 % a 0 °C e 1013 hPa) da valutarsi rispetto alle ore di effettivo funzionamento ed escludendo le fasi di avvio ed arresto;

f) devono essere rilevate in continuo le concentrazioni di NO, NO2, CO e O2 libero, nonché la temperatura, l’umidità e la portata volumetrica degli effluenti gassosi. I dati generati dal sistema di misura devono essere registrati in continuo, unitamente ai valori medi orari della portata di gas naturale alimentato alla centrale, della potenza elettrica prodotta, nonché della potenza termica fornita al sito industriale e ad eventuali altre utenze termiche collegate (ad esempio: la rete di teleriscaldamento);

g) il proponente dovrà concordare con la Regione Piemonte, la Provincia di Cuneo, il Comune di S. Michele Mondovì ed ARPA Piemonte un protocollo che preveda le modalità di segnalazione di superamento dei limiti di emissione e gli interventi da attuarsi sull’impianto in tali circostanze;

h) devono essere installate torri evaporative di tipo ibrido, al posto di quelle ad umido, di tipo tradizionale, proposte nel progetto presentato.

Limitazione impatto acustico

a) Deve essere eliminata la cabina di decompressione del gas naturale posta a ridosso della recinzione e prospiciente gli edifici posti sul lato opposto della strada provinciale, sostituita da quella posta a servizio della Centrale, posizionata all’interno dell’area impianti;

b) in sede di progettazione definitiva, deve essere realizzato uno studio modellistico, le cui modalità dovranno essere concordate con ARPA, che sulla base delle informazioni inerenti le sorgenti di rumore presenti nell’intero insediamento produttivo, identifichi il layout ottimale dell’impianto nonché gli interventi necessari per ricondurre l’impatto acustico nei limiti previsti dalla zonizzazione comunale;

c) deve essere rispettato il criterio differenziale; qualora, a seguito delle campagne di misura, emerga il non rispetto di tale criterio, dovranno essere tempestivamente adottati gli ulteriori interventi di mitigazione necessari.

Analisi di rischio

In sede di progettazione definitiva, il proponente deve definire adeguati piani di gestione del rischio e dell’evento incidentale, indicando i sistemi di sicurezza e le misure di protezione passiva e attiva del rischio da adottare.

Suolo e sottosuolo

a) Il proponente deve presentare idonea documentazione al fine della verifica presso gli enti competenti dei valori indicati nello studio di impatto ambientale, relativi alle concentrazioni di inquinanti riscontrate nei campioni di terreno, al fine di determinare la necessità o meno di attivare il procedimento di bonifica di cui al d.m. 471/1999;

b) qualora risulti necessario attivare il procedimento di bonifica, esso dovrà concludersi prima della realizzazione della centrale termoelettrica, con il rilascio da parte della Provincia della certificazione di avvenuta bonifica.

Piano complessivo di monitoraggio

a) Prima dell’inizio della fase di cantiere e comunque in modo da garantire un idoneo periodo di attività finalizzate, ove previsto, alla caratterizzazione delle condizioni di “bianco”, deve essere concordato con Regione Piemonte, Provincia di Cuneo, Comune di San Michele Mondovì ed ARPA Piemonte un piano complessivo di monitoraggio relativo ad aria, rumore ed acqua, con i seguenti contenuti:

* Atmosfera

1) Il progetto esecutivo del sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni (SME) e dei valori medi orari della portata di gas naturale alimentato alla centrale, della potenza elettrica prodotta nonché della potenza termica fornita al sito industriale e ad eventuali altre utenze termiche collegate. Tale progetto dovrà essere integrato dalla descrizione di tutte le procedure gestionali e manutentive previste;

2) il progetto esecutivo di una stazione per il rilevamento dei parametri meteoclimatici. Il sistema dovrà fornire dati orari di temperatura dell’aria, velocità e direzione di provenienza del vento, umidità relativa, pressione atmosferica, radiazione solare e pioggia. Il progetto dovrà essere integrato con la descrizione delle procedure gestionali e manutentive previste nonchè con le specifiche di acquisizione e elaborazione dei dati raccolti;

3) il progetto dettagliato per il monitoraggio della qualità dell’aria che preveda idonee campagne di misura, ante operam e post operam, degli ossidi di azoto (NOx), polveri fini (PM10) e monossido di carbonio (CO) tramite strumentazione mobile e/o sistemi passivi di campionamento. Le campagne ante-operam devono garantire il monitoraggio per un periodo di tempo sufficiente a caratterizzare le condizioni di “bianco”. Uno specifico piano di monitoraggio della qualità dell’aria dovrà inoltre essere previsto relativamente alla fase di cantiere.

* Rumore

Il progetto dettagliato delle campagne di monitoraggio del rumore ante operam e post operam, finalizzate alla verifica del rispetto del criterio differenziale, nonché della effettiva coerenza con la zonizzazione acustica comunale. Tale progetto dovrà inoltre prevedere anche specifiche campagne di monitoraggio durante la fase di cantiere.

* Acqua

Il piano di monitoraggio chimico-fisico e idrobiologico della qualità delle acque, a monte e a valle dello scarico, che tenga conto anche dello stato dei popolamenti di trota mormorata e fario, in conseguenza della sensibilità di tali specie ad incrementi della temperatura. Il piano dovrà prevedere opportune azioni volte a ridurre il carico termico delle acque di raffreddamento del complesso industriale, secondo un opportuno piano di interventi predisposto allo scopo, qualora il salto termico misurato dovesse eccedere i 3 °C .

b) Le modalità di acquisizione, elaborazione, archiviazione, visualizzazione e trasmissione dei dati prodotti nell’ambito del piano di monitoraggio devono essere indicate nella documentazione relativa al piano stesso ed essere oggetto di accordo con Regione Piemonte, Provincia di Cuneo, Comune di San Michele Mondovì ed ARPA Piemonte.

Condizioni di esercizio

a) L’esercizio della centrale termoelettrica è vincolato al rispetto dei seguenti valori minimi degli indici IRE e LT, così come definiti dalla deliberazione dell’Autorità per l’Energia elettrica ed il gas n. 42 del 19 marzo 2002:

* IRE: 0,1

* LT: 0,15

Qualora, a seguito di aggiornamenti della deliberazione citata, tali requisiti minimi dovessero essere modificati in senso più restrittivo, dovranno essere rispettati i nuovi valori definiti;

b) entro due anni dall’entrata in esercizio commerciale dell’impianto, il valore dell’indice LT deve essere pari o superiore a 0,25 ;

c) deve essere verificato giornalmente il rispetto dei valori minimi sopra indicati, relativi agli indici IRE e LT, sulla base dei valori medi orari della portata di gas naturale, della potenza elettrica e termica utile, relativi ai 365 giorni precedenti; tali valori devono essere resi disponibili con modalità da concordare con Regione Piemonte, Provincia di Cuneo, Comune di S. Michele Mondovì ed ARPA Piemonte.

Elettrodotto di collegamento tra la centrale termoelettrica e la stazione elettrica di Ceva

a) Nel tratto tra la Centrale termoelettrica e lo stabilimento Riva Acciai di Lesegno, deve essere realizzato un elettrodotto a singola terna, avente sostegni con mensole a bandiera a basso impatto ambientale;

b) nel tratto tra lo stabilimento Riva Acciai di Lesegno e la stazione elettrica di Ceva, deve essere realizzato, all’interno del corridoio individuato dalla presenza delle due linee esistenti (Enel distribuzione e alimentazione ferrovie), un elettrodotto a doppia terna di cui una da utilizzare per l’alimentazione dello stabilimento RIVA Acciai, previa presentazione alla Regione ed alla Provincia di Cuneo, prima dell’inizio dei lavori di realizzazione della linea, di uno specifico accordo tra I.C.L. ed ENEL Distribuzione relativo alle modalità di cessione a quest’ultima di una terna da utilizzare per l’alimentazione dello stabilimento RIVA Acciai di Lesegno;

c) qualora, nel tratto tra lo stabilimento Riva Acciai di Lesegno e la stazione elettrica di Ceva, la soluzione progettuale di cui al punto precedente non fosse percorribile dal punto di vista tecnico, deve essere realizzato, all’interno del corridoio sopra citato ed alla minima distanza di legge da uno degli elettrodotti già in esercizio, un elettrodotto a singola terna, avente sostegni con mensole a bandiera a basso impatto ambientale.

Predisposizione per il teleriscaldamento

a) In sede di progettazione definitiva, deve essere redatto uno studio di fattibilità inerente la realizzazione di una rete per la distribuzione di calore per il teleriscaldamento nei Comuni di San Michele Mondovì e Torre Mondovì, da sottoporre ai Comuni stessi;

b) deve comunque essere garantita la disponibilità di una potenza pari ad almeno 6 MW termici per l’eventuale alimentazione, anche futura, di reti di teleriscaldamento urbano.

Limitazione impatto paesaggistico - Elettrodotto

a) In sede di progettazione definitiva dell’elettrodotto devono essere predisposti specifici approfondimenti relativi alle opere di mitigazione volte a tutelare le visuali significative (con particolare attenzione al geotopo Rocca Cervera) fruibili in particolare dalla viabilità pubblica, dai nuclei abitati e da percorsi panoramici, adottando tutti gli accorgimenti necessari a mitigare la percezione visiva dei tralicci ed integrare i sostegni con gli elementi caratterizzanti il paesaggio. Per garantire un corretto inserimento si ritiene opportuno che la progettazione degli interventi di mitigazione interessi anche gli ambiti limitrofi alla fascia di rispetto della linea;

b) la percezione della linea potrà essere mitigata tramite l’inserimento di alberature di specie coerenti con quelle esistenti nelle vicinanze, opportunamente disposte anche tenendo conto delle esigenze tecniche della linea e da collocare a dimora secondo schemi di distribuzione spontanea e soprattutto in continuità e relazione con le macchie arboree preesistenti;

c) le strutture di sostegno devono essere integrate visivamente attraverso l’uso di colorazioni coerenti con l’ambiente circostante (tenendo conto delle tonalità predominanti nel corso dell’anno). A tal fine devono essere evitati toni eccessivamente chiari o brillanti, privilegiando, soprattutto in ambiti boschivi, colorazioni più scure e opache (tonalità scure del marrone o grigio); su versanti e/o in ambiti agricoli privi di copertura arborea devono essere preferite tonalità più chiare, così come per eventuali strutture o loro parti percepibili come emergenti rispetto a crinali e/o dorsali collinari o montuose o emergenti rispetto alla copertura arborea sottostante, si reputano più opportune tonalità opache e chiare coerenti con lo sfondo del cielo. Gli interventi di mitigazione di cui sopra da effettuarsi devono essere definiti puntualmente e deve essere verificata l’efficacia attraverso l’indagine del campo visivo e delle visuali significative e la predisposizione di fotoinserimenti;

d) deve essere verificata puntualmente la collocazione definitiva dei tralicci al fine di evitare l’eccessiva vicinanza con elementi naturalistíci con caratteristiche dì singolarità e di preminente connotazione dei lineamenti paesistico-ambientali della località che non è possibile valutare dalla documentazione panoramica e d’insieme prodotta;

e) gli adattamenti del terreno necessari devono tenere conto della morfologia esistente, evitando eccessive movimentazioni di terra: l’installazione dei tralicci e il passaggio della linea devono avvenire il più possibile in armonia con la naturale pendenza del terreno;

f) per quanto riguarda più specificatamente i tratti del tracciato che ricadono in “bosco” così come definito dal d.lgs 227/2001, deve essere verificata la coerenza e l’ammissibilità delle nuove opere con le specifiche disposizioni cautelative introdotte dal decreto medesimo. La progettazione di detti interventi deve, quindi, tener conto delle indicazioni attinenti alla compensazione e al miglioramento boschivo in ottemperanza a quanto disposto dal medesimo strumento legislativo, provvedendo all’individuazione delle superfici di bosco oggetto di trasformazione e delle superfici non boscate da destinare a rimboschimento compensativo (in misura possibilmente superiore e comunque non inferiore alle trasformazioni).

Nell’identificazione delle aree da destinare a rimboschimento si deve tener conto delle necessità di mitigazione visiva e percettiva della linea sopra esposte; in particolare, nel caso in cui il tracciato attraversi aree boscate, devono essere studiati specifici interventi di collegamento ecologico (formazione di fasce arboreo/arbustive) tra le isole di bosco create dal passaggio della linea, al fine di garantirne la continuità.

Limitazione impatto paesaggistico - Centrale termoelettrica

In fase di progettazione definitiva, deve essere garantita l’integrazione del fabbricato nel contesto paesaggistico con un adeguato progetto di sistemazione ambientale relativo a tutta l’area interessata, oltre che alla fascia di pertinenza fluviale del Corsaglia. In particolare, il progetto dovrà tener conto della vicinanza con il corso d’acqua, prestando attenzione alla definizione di fasce e gruppi arborei ed arbustivi, in coerenza e continuità con i caratteri di naturalità della vegetazione spondale esistente. AI contempo, si auspica che tale progetto possa essere esteso alle aree limitrofe già insediate nell’ottica di una maggiore integrazione e riqualificazione dell’intero insediamento produttivo. Per limitare l’impatto visivo e migliorare l’integrazione dei nuovi fabbricati, dovrà essere predisposto uno specifico studio attento delle coloriture e delle finiture esterne.

Tutto ciò premesso, considerata la necessità di formulare il parere della Regione nei termini previsti dalla legge 349/1986, l’Assessore propone alla Giunta Regionale di inviare le considerazioni e le valutazioni sopra espresse al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio per il seguito di competenza.

La Giunta Regionale, condividendo le argomentazioni del Relatore,

* visto l’art. 6 della legge 349/1986,

* visto il d.p.c.m. 377/1988,

* visto il d.p.c.m. 27.12.1988,

* visto l’art. 18 della l.r. 40/1998,

* viste le leggi n. 9 e n. 10 del 10.01.1991,

* visto il d.lgs. 16 marzo 1999, n. 79,

* vista la d.c.r. 3 febbraio 2004, n. 351-3642,

* vista la d.g.r. 5.08.2002, n. 109-6941,

con votazione espressa nei termini di legge, unanime

delibera

* di esprimere parere favorevole, ai sensi e per gli effetti dell’art. 6 della legge 349/1986, ai fini della pronuncia di compatibilità ambientale da parte del Ministero dell’Ambiente sul progetto “Centrale termoelettrica a ciclo combinato” da localizzarsi nel Comune di San Michele Mondovì (CN), presentato dalla Società Industria Chimica Legno S.p.A., subordinatamente al rispetto delle condizioni ritenute necessarie per la sostenibilità ambientale dell’intervento, dettagliatamente esposte in premessa e inerenti gli argomenti di seguito elencati:

* limitazione emissioni in atmosfera;

* limitazione impatto acustico;

* analisi di rischio;

* suolo e sottosuolo;

* piano complessivo di monitoraggio;

* condizioni di esercizio;

* elettrodotto di collegamento tra la centrale termoelettrica e la stazione elettrica di Ceva;

* predisposizione per il teleriscaldamento;

* limitazione impatto paesaggistico;

* di inviare al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, ai sensi e per gli effetti dell’art. 6 della legge 349/1986, la presente deliberazione per il prosieguo di competenza.

La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell’art. 65 dello Statuto e dell’art. 14 del D.P.G.R. n. 8/R/2002.

(omissis)